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CHE UNISCE

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IN ROSA

IN ROSA

Il coro è aggregazione, condivisione, socialità. Si potrebbe quasi dire che ha anche una ‘missione’, che è proprio quella di sfruttare la musica come veicolo privilegiato di un vincolo di amicizia, in un legame inscindibile.

Il Coro San Carlo di Pesaro, che vede la direzione musicale del maestro Salvatore Francavilla e la direzione artistica di Claudio Colapinto, è una delle compagini che opera da più tempo a Pesaro: ha infatti da poco festeggiato i suoi primi 40 anni. Attivo dal 1982, il Coro pesarese vanta prestigiose collaborazioni, tra cui quella con il Rof (2014), Andrea Bocelli e l’Orchestra Sinfonica Rossini, oltre a diverse esibizioni nel panorama internazionale. Nel 2020 si è dedicato all’ampliamento e al rinnovamento del proprio repertorio, toccando anche pagine inedite di grande fascino.

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“Il nostro scopo aggregativo è nutrire l’uno e l’altro aspetto,

“IL NOSTRO SCOPO AGGREGATIVO È NUTRIRE L’UNO E L’ALTRO ASPETTO, OVVERO IL CANTO E L’AMICIZIA,” SPIEGA COLAPINTO, “E FORSE

È PROPRIO QUESTO

IL SEGRETO DI UN PERCORSO COSÌ LONGEVO, CHE HA PERMESSO

L’INCONTRO DI TANTE VOCI.” ovvero il canto e l’amicizia,” spiega il direttore artistico Claudio Colapinto, “e forse è proprio questo il segreto di un percorso così longevo, che ha permesso l’incontro di tante voci, provenienti anche da territori limitrofi come la Romagna, o an- che dall’estero con persone che sono venute ad abitare a Pesaro e hanno deciso di continuare a esercitare la loro passione nel nostro coro.”

A conclusione delle celebrazioni del quarantesimo anniversario, il Coro San Carlo si è esibito lo scorso 6 gennaio al Duomo di Pesaro con il tradizionale appuntamento del Concerto dell’Epifania, in cui hanno eseguito, per la prima volta in città, un’opera completa per soli, coro e orchestra, la Missa Cellensis in honorem BVM in C (Caecilien Messe) Hob XXII: 5 di Haydn; un vero monumento della musica sacra in cui le voci dei solisti e quelle del coro si intrecciano con le raffinate orchestrazioni, alternandosi in passaggi ora più virtuosi, ora più meditativi, con momenti tecnici di elevata caratura. Per l’occasione, il Coro San Carlo è stato affiancato dall’Orchestra Sinfonica Rossini, realtà artistica con cui da anni prosegue un felice soda- lizio che, in più momenti, ha cesellato nella storia del coro vere e proprie punte di pregio artistico che rimarranno indelebili nella storia. Tra queste, il riconoscimento del Pesaro Music Awards e l’appuntamento del 26 maggio che ha chiuso la stagione concertistica Sinfonica 3.0 con l’oratorio composto da Armando Pierucci. Per un direttore, affrontare la Missa Cellensis, partitura sacra così complessa nella forma, nello stile e nelle dimensioni (circa un’ora e 15 minuti di musica) richiede un grande lavoro di ricerca, approfondimento e con- fronto delle varie fonti ed edizioni sia antiche che moderne che presentano articolazioni, sonorità e, a volte, addirittura piccoli frammenti melodici differenti.

Ed è proprio Salvatore Francavilla a spiegare da dove parte uno studio così accurato di una composizione: “Non esiste uno studio così accurato che possa essere considerato vero, unico e definitivo. Capita spesso di scoprire dettagli che erano sfuggiti a una prima lettura o addirittura a una prima esecuzione. Lo studio parte dall’analisi della partitura dove il compositore traduce in segno le sue intenzioni. Quando ci si trova di fronte a un brano musicale, è possibile analizzarlo proprio come si farebbe con un libro, una poesia, un dipinto. Ogni volta lo leggiamo in maniera differente e scopriamo nuovi particolari. L’Arte è proprio così: mai uguale a se stessa. Tuttavia occorre sempre partire da alcune semplici domande: chi è l’autore? Quando è stata composta? Cosa ha voluto esprimere? La risposta a queste tre domande ci avvicina già nella giusta direzione.”

Per un direttore riuscire a trasmettere la propria passione e la propria volontà musicale, senza

ATTIVO DAL 1982, IL CORO PESARESE VANTA PRESTIGIOSE COLLABORAZIONI. NEL 2020 SI dimenticare di essere solo al servizio della musica e non il contrario, è l’obbiettivo primario: “Non esistono ‘ricette’ o segreti per questo. Credo sia sufficiente credere e amare ciò che si sta facendo e tutto il resto viene da sé. Ricordo che un maestro ebbe a dire una volta: ‘Posso insegnare musica, ma non posso insegnare a fare Musica’.”

E il Coro ha poi affrontato il concerto del 26 di maggio: “Siamo stati onorati di eseguire in prima assoluta il nuovo Oratorio dedicato a San Michele per soli, coro a quattro voci e orchestra di padre Armando Pierucci,” conclude il maestro Francavilla. “Una composizione scritta con raffinata eleganza, sensibilità, lirismo, inventiva melodica e che contiene momenti di grande drammaticità espressiva. Una scrittura fitta, densa di linee contrappuntistiche degne della più grande tradizione polifonica a partire da Bach che si intrec- ciano con la modernità armonica espressa attraverso soluzioni davvero interessanti.” Condividere una passione, imparare i segreti della musica, sperimentare i confini della propria voce, conoscere nuovi amici: quattro validi motivi per un bellissimo viaggio alla scoperta delle nostre possibilità. Le porte del Coro San Carlo sono sempre aperte, non resta che trovare il coraggio di provare per farsi sorprendere da nuove emozioni.

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