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AMICI SELVAGGI
Animali liberi di Vittorio Giannella nella natura libera
Per questa “bomba atomica”invisibile caduta sulle nostre vite, abbiamo dovuto restare tanti giorni segregati in casa, ma que sto ci ha dato una gran voglia di programmare un weekend negli spazi in uno dei nostri parchi, nella speranza di avere un incontro ravvicinato con i nostri amici “selvaggi” che si son goduti finora il loro habitat senza vedere più esseri umani.Lasciatevi affascinare dalla bellezza di questi luoghi per vivere un’esperienza unica, e se non riu scirete ad avvistare nulla, la contemplazione e il silenzio vi appagherà lo stesso. Quando la neve si scioglie alle prime folate di primavera, gli orsi bruni si svegliano dal lungo letargo e, affamati, vagano in cerca di cibo, frutti e piccoli animaletti. Questo è il momento più propizio per vederli. I posti top sono le foreste del Trentino sulle Dolomiti del Brenta e nel parco nazionale di Abruzzo-Molise e Lazio, dove vive la sottospecie marsicana. Fate attenzione agli orsi bruni se hanno cuccioli: in questo periodo le femmine sono molto irascibili, meglio cambiare area e aria. Lo stambecco è un grosso animale dall’aspetto nobile e fiero. Vive per quasi tutto l’anno al di sopra del limite dei bo schi, tra i 1600 e 3000 metri sui pendii rocciosi ricchi di cenge erbose che raggiunge con strepitosa agilità, mentre in inverno e in primavera scende di quota, fino al fondovalle per nutrirsi di licheni e di erbetta fresca. Come tutti gli ungulati è ghiotto di sale che cerca sulle roc ce. I luoghi dove si possono avvistare più facilmente sono nel parco nazionale del Gran Paradiso, in Val d’Aosta, in alta Valseriana sulle prealpi Orobiche, e nel parco nazionale dello Stelvio. Tra gli animali più sfuggenti d’Italia ci sono sicuramente i lupi, che, grazie ad una attenta campagna di sensibilizzazione per la loro salvaguardia, sono tornati in gran parte delle montagne italiane. Partendo dal presup posto che sono difficili da avvistare anche in recinti di pochi ettari, i luoghi dove potrebbe esserci una maggiore possibilità sono le mon
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Marmotta
tagne abruzzesi, del Matese campano e molisano, sui monti Sibillini, nel parco nazionale calabro lucano del Pollino. Armatevi di un buon binocolo e tanta pazienza. Per la volpe invece il pieno di splendide foto è assicurato in numerosi luoghi d’Italia. Facilissimo osservarle in Maremma nel parco dell’Uccellina, sul Gargano in Puglia, e in Cilento, ma in generale, da qualche anno, le volpi hanno preso confidenza con gli umani avvicinandosi o addirittura entrando nei nostri paesi. E con le volpi l’altra specie che si spinge davanti alle abitazioni e nei giardini, provocando anche danni, è il cinghiale. Lo si avvista al calar del sole, in branchi numerosi, lungo tutta la dorsale appenninica, soprattutto quello campano, in Sardegna, in Toscana e Lazio. Fate attenzione a non avvicinarvi troppo se vedete dei piccoli con le tipiche striature sul mantello, perché le femmine potrebbero attaccarvi. Nei giorni più duri della quarantena forzata i pochi “umani” che giravano potevano trovarsi di fronte i cervi che attraversavano la strada, ma non nel fol to di una foresta bensì nei dintorni di un paese. I luoghi dove andare per vederli con una certa facilità sono: sulle Dolomiti trentine, nei par chi alpini della Lombardia (Stelvio, val di Mello), al bosco della Mesola sul delta del Po, nel parco nazionale delle foreste Casentinesi, dove in autunno si sentono forti i bramiti per conquistare le femmine. In Sar degna vive il cervo sardo, più piccolo di stazza e più elusivo. Un altro ungulato schivo e riservato è il camoscio che sa arrampicarsi e sal tare su qualsiasi territorio alpino, il suo ambiente. Per vederlo brucare erbe e licheni, bisogna salire in quota. Il posto più facile per osservarli ad altezze più basse è nel parco nazionale di Abruzzo-Molise e Lazio, in particolare sul monte Amaro e alla Camosciara, dove, a volte, si lasciano addirittura avvicinare perché non temono più l’uomo. Un tempo il capriolo poteva essere avvistato in molti luoghi d’Italia,
ma attualmente si è concentrato sull’arco alpino, sull’Appennino to
Capriolo
Nei nostri weekend green ci sono tanti posti dove osservare da vicino gli animali liberi: dall’orso bruno alla volpe, dal cervo al fenicottero rosa. Per voi una miniguida per cercarli. Un consiglio: armarsi di un binocolo ad alto ingrandimento. Unica regola: un paziente silenzio. Quando: alle prime luci del giorno o nel tardo pomeriggio, e mai profumati.
Aquila reale Cervo sardo Un camoscio nel Parco
Nazionale d’Abruzzo
Volpacchiotti
sco-emiliano, in Liguria e in pianura emiliana dove ultimamente si è talmente riprodotto da causare gravi danni all’agricoltura. Un altro cervide con un portamento molto elegante e corna vellutate è il daino, con una corporatura intermedia tra un cervo e un capriolo. Diffuso sulle Alpi e su quasi tutta la catena appenninica è molto facile da vedere anche in Maremma, (nella foto a Cala di Forno) dove si spingono fino alla spiaggia perché ghiotti del sale depositato sugli scogli, ma anche in Liguria, nel parco regionale del monte Antola, dove, all’alba o al tramonto se ne possono vedere in branchi numerosi nelle radure erbose. La marmotta è parente dello scoiattolo ma al contrario di questo, vive sul terreno e in gruppi numerosi e chiassosi. Vive diffusamente sulle Alpi e il suo areale più meridionale arriva sulle alte cime dell’Appennino Tosco-emiliano, tra i 1900 e 2600 metri. Quando è impaurita per la presenza di un’aquila o di una volpe, avvi sa il gruppo con un fischio acuto inconfondibile. Ai primi freddi autunnali va in letargo in profonde tane scavate nel terreno per superare l’inverno. Si può vedere facilmen te su tutte le Alpi al di sopra del limite dei boschi, in particolare sulle praterie del parco nazionale dello Stelvio e del Gran Paradiso al Colle del Nivolet, il più antico parco nazio nale italiano istituito nel 1922. Imponente e con un’apertura alare maestosa (oltre due metri) l’aquila reale può raggiungere al tezze vertiginose in brevissimo tempo per poi lanciarsi in picchiata sulla vittima de signata a velocità pazzesche (250 km/h). Si distingue in volo guardandola con un bi nocolo, per le grandi dimensioni e per le ali rivolte verso l’alto a formare un a “V” molto aperta, poi le frange alle estremità delle ali la rendono inconfondibile al riconoscimen to. Da sempre l’uomo ha visto l’aquila con ammirazione rappresentandola come la forza e il coraggio, e per questo usata come simbolo in diverse bandiere nazionali come l’Albania, il Messico e l’Austria. In Italia si contano ad oggi circa 500 coppie di cui 300 sulle nostre Alpi, 100 sulla dorsale appen ninica e il resto in Sicilia e Sardegna. I luoghi dove avvistarla più facilmente sono le vette del parco nazionale della Valgrande in Pie monte, nel parco nazionale delle Dolomiti bellunesi, in Veneto, e nel parco dell’Orec chiella in Toscana. Ma anche nel resto delle zone montuose italiane se alzate lo sguardo potreste vederla planare sfruttando le forti
Stambecco
correnti ascensionali. Quando si parla di biodiversità s’intendono anche le zone umide con le specie di uccelli che vi abitano: paludi, lagune, saline. Tra le specie che negli ultimi anni hanno scelto di “abitare” tutto l’anno in questi luoghi, la più appariscente ed “eso tica” è sicuramente il fenicottero rosa, sia per le dimensioni che per il bel colore. Sem pre alla ricerca di microrganismi acquatici che filtra col suo particolare becco, lo si può vedere facilmente nelle saline di Margheri ta di Savoia in Puglia, e in quelle di Cervia in
Daino
Cinghiale
Romagna, in Sardegna negli stagni di Cabras e Santa Giusta. E per finire questa carrellata di animali che possiamo vedere andando in giro in luoghi “green” vi segnalo il più picco lo della lista, l’Oedemera nobilis, che più “green” non si può, un coleottero che non passa inosservato, verde metallico com’è, mentre si nutre di polline dei fiori con i fe mori “palestrati” e rigonfi dei maschi. Vive nel bacino mediterraneo e non sarà difficile scorgerlo tra aprile e agosto nei prati fioriti. Non cercatelo sulle Alpi.