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La Perla
Sulla pietra dellaMaremma
A cura di Barbara Santucci
Reduci dalla riacquisita libertà di questi mesi, avete intenzione di concedervi una vacanza in Toscana? La Maremma con Massa Marittima, e più a sud il Monte Argentario, sono le mete adatte ad ogni vostra esigenza. Situata in posizione centrale nel territorio delle colline metallifere, Massa Marittima con il suo borgo ed il territorio comunale circostante, offre uno splendido mix di attività sportive, culturali e (perché no?) culinarie! Ma è nella frazione di Ghirlanda che dobbiamo porre il nostro occhio di climber...
Barbara Santucci,
Lo spigolo, 6c, Poggio al Montone. Foto: S. Fazzini S ituata all’interno di un bosco che ricopre le colline, sorge uno sperone di meravigliosa roccia di travertino verticale (leggermente strapiombante in alcuni tiri) dal prevalente colore giallo, con una conformazione a buchi che richiede un’arrampicata di forza, resistenza e mai scontata.
Siamo alla falesia di Poggio al Montone: originariamente chiodata da locals tra i quali il maestro di sci Simone Gorelli, Granatelli padre e figlio, è stata poi all’inizio degli anni Duemila oggetto di revisione completa da parte della guida alpina valtellinese Eraldo Meraldi, figura di spicco nell’arrampicata della zona e responsabile della chiodatura di altri settori della Maremma, tra cui la splendida parete di Capo d’Uomo al Monte Argentario. Simone Gorelli scopre questo piccolo paradiso nel 1992, durante una vacanza in riposo dalla sua attività di soccorso alpino per la Guardia di Finanza. Spinto dall’esigenza di continuare ad allenarsi, e dopo importanti lavori di pulizia della parete dall’edera che la nascondeva, calandosi dall’alto Simone chioderà le prime vie sulla parete centrale con protezioni in alluminio e soste in inox.
Meraldi poi nel 2003 arrampica per un periodo a Poggio al Montone, scendendo in Toscana nei periodi di ferie, quindi decide di pulire e revisionare il settore con l’aggiunta di nuovi spit nei punti chiodati più lunghi e la sostituzione di alcune soste. Eraldo ci racconta con piacere di una punta di una freccia del 1300 probabilmente scoccata da un arciere a caccia, frammento rinvenuto in cima a una via mentre faceva pulizia.