Michele Trizio
Il neoplatonismo di Eustrazio di Nicea
Introduzione
Quella che qui andiamo ad introdurre è la prima monografia mai pubblicata sulla vita e l’opera filosofica del teologo di corte e commentatore Eustrazio di Nicea († ca. 1120). Si tratta di un lavoro che ha la sua origine in una tesi di dottorato nell’ambito del dottorato di ricerca in “Filosofia e Storia della Filosofia”, XVIII ciclo, svolto presso l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, e che raccoglie inoltre più di dieci anni di ricerca e studio su questo autore. Quella di Eustrazio è una figura assai di rilievo nel panorama della letteratura bizantina della prima età comnena. Cionondimeno, si tratta di una figura che ha ricevuto molta meno attenzione di quella che avrebbe meritato. Paradossalmente ad occuparsi maggiormente di Eustrazio nel corso degli ultimi anni sono stati gli studiosi del pensiero latino medievale, i quali hanno progressivamente riconosciuto l’importanza della traduzione latina del vescovo inglese Roberto Grossatesta († 1253) dei commenti di Eustrazio ai libri I e VI dell’Ethica Nicomachea per la ricezione medievale dell’opera aristotelica in questione. Per questa ragione speriamo che questo nostro lavoro possa colmare un vuoto esistente negli studi di bizantinistica e magari possa aprire la strada a futuri lavori di altri studiosi su Eustrazio. Questo lavoro si divide in due parti. Nella prima parte ci siamo occupati della ricostruzione del contesto all’interno del quale l’autore si trovò ad operare, ossia la Costantinopoli tra la fine del secolo XI e l’inizio del secolo XII. Si tratta di un momento storico di grandi cambiamenti, tanto per quel che concerne la scena politica, quanto per quel che riguarda quella intellettuale e culturale. È infatti un momento segnato dalla fine della dinastia dei Doukai e dall’avvio della dinastia comnena. Ma è anche il momento di profonde trasformazioni dal punto di vista culturale. Eustrazio si trova infatti nella prima parte della sua vita ad operare in un contesto segnato dal vuoto, per così dire, lasciato da una personalità di massimo spessore per quello che riguarda gli
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studi filosofici quale Michele Psello, che proprio in quelli anni moriva; e nel contempo, caratterizzato da complesse e travagliate vicissitudini dottrinali legate alla circolazione di testi filosofici, e qui pensiamo alla condanna di colui che di Eustrazio fu maestro, ossia Giovanni Italo. Al fine di ricostruire al meglio questa variegata situazione, abbiamo nuovamente analizzato tutti i dati a nostra disposizione relativi alla vita di Eustrazio, reinterpretando quelli già noti, rivalutando quelli noti che non avevano a nostro parere ricevuto la giusta considerazione, e infine presentandone di nuovi. Il risultato conseguito è stato duplice: da un lato, abbiamo precisato in maniera assai più dettagliata e precisa le tappe della vita di questo autore e la consistenza della sua opera; dall’altro, abbiamo inquadrato in maniera più adeguata di quanto fatto in passato il contesto sociale e culturale all’interno del quale Eustrazio operò come teologo di corte e commentatore di opere aristoteliche. Nella seconda parte, invece, abbiamo condotto uno studio dottrinale sull’opera filosofica di questo autore al fine di delineare la fisionomia dell’Eustrazio commentatore. Il risultato principale che abbiamo raggiunto consiste in una ricollocazione dell’autore all’interno della storia della filosofia medievale e della bizantinistica. Non si tratta più di un autore cui legare un presunto revival di studi aristotelici nella Bisanzio dell’inizio del XII secolo; al contrario, Eustrazio si trova ben più a suo agio con quella letteratura neoplatonica che aveva attratto l’attenzione del già citato Michele Psello, nel secolo precedente. In questa seconda parte abbiamo seguito un metodo rigorosamente filologico. Abbiamo cioè analizzato riga per riga i commenti di Eustrazio al libro II degli Analytica Posteriora (= In II A.Po.) e al libro I (= In I EN) e VI (= In VI EN) dell’Ethica Nicomachea nella direzione di studiare il vocabolario impiegato da Eustrazio e i suoi referenti a livello di fonti. In questo senso sono emersi almeno sei percorsi tematici, sei temi ricorrenti nell’opera di questo commentatore, a cui è dedicata la seconda parte del presente lavoro nella sua interezza. Ciascuno dei passi presi in esame è stato analizzato in tutti i suoi aspetti, da quelli filologici a quelli più propriamente dottrinali. Il risultato che è emerso da questa indagine è – ci pare di poterlo dire con sicurezza – assai chiaro: ci troviamo di fronte ad un autore che attinge dal tardo neoplatonismo per costruire la propria esegesi al testo di Aristotele. In questo senso non ci siamo limitati a sottolineare affinità generiche con dottrine tipicamente neoplatoniche, ma ci siamo impegnati ad identificare e tracciare in maniera attendibile le fonti dirette dei vari passi analizzati, riconducendo finanche il linguaggio dell’autore ai testi da cui esso trae origi-
Introduzione
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ne. Il risultato di questa indagine ha permesso di individuare nella figura del tardo neoplatonico Proclo l’ombra onnipresente che emerge con forza dietro il profilo filosofico dell’Eustrazio commentatore. Veniamo adesso a quelli che sono i limiti di questo nostro lavoro. Essi sono di due tipi, il primo è dovuto ad una nostra scelta, il secondo a delle condizioni oggettive di fronte alle quali ci siamo trovati nell’intraprendere questo lavoro. Per quanto riguarda il primo punto, occorre segnalare che abbiamo deliberatamente messo da parte l’analisi delle opere teologiche di questo autore, concentrandoci invece sulla sola opera filosofica. Le opere teologiche di Eustrazio sono assai interessanti, anche per quel che concerne l’utilizzo di argomenti filosofici. Tuttavia trattare nel dettaglio questa produzione ci avrebbe allontanato troppo da quello che è lo scopo del presente lavoro, cioè inquadrare per la prima volta la figura di Eustrazio all’interno della tradizione dei commentatori tardo-antichi e greco-medievali di Aristotele. Il secondo limite del presente lavoro è di natura oggettiva e riguarda il testo greco dell’opera filosofica di Eustrazio. In particolare, i commenti ai libri I e VI dell’Ethica Nicomachea sono attualmente disponibili, come tanti altri commenti tardo-antichi e bizantini, nella sola edizione dei Commentaria in Aristotelem Graeca. A differenza però di altri testi editi in questa prestigiosa serie, il testo dei commenti di Eustrazio edito nei Commentaria è particolarmente lacunoso. In primo luogo si tratta di un testo edito su di un solo testimone dell’opera; in secondo luogo, non sempre le scelte editoriali dell’editore sono state felici, a volte (duole rimarcarlo) a causa dell’imperizia dello stesso. Il risultato è un testo che spesso risulta difficilmente intellegibile e persino corrotto. Tra i tanti problemi che da questo conseguono figurano non solo diversi problemi particolari relativi all’intellegibilità di singoli passi, bensì anche un problema più generale legato alla difficoltà di ricostruire in maniera attendibile lo stesso testo greco di Aristotele che Eustrazio si trovò a commentare.1 Al fine di arginare questa situazione, abbiamo confrontato, sempre per quel che concerne i commenti ai libri I e VI dell’Ethica Nicomachea, il testo greco dei passi esaminati nella seconda parte del presente lavoro con altri due testimoni. Il primo è la versione latina di questi testi operata dal già citato Roberto Grossatesta poco prima della metà del secolo XIII. Nel caso del commento al I libro, ci siamo affidati al testo già edito da Mercken all’inizio degli anni ’70; nel caso invece del testo del commento al VI libro, abbiamo 1 Per convenzione abbiamo sempre citato Aristotele nell’edizione di I. Bywater, Aristotelis Ethica Nicomachea, Clarendon Press, Oxford 1894 (rist. 1962).
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collazionato i quattro mss. principali rappresentativi delle diverse famiglie di mss. a noi noti. Il secondo testimone è invece un ms. greco della seconda metà del XII secolo, il ms. Vat. gr. 269. Questo testimone sembra trasmettere una recensione del testo di Eustrazio diversa da quella su cui si basò l’editore del volume dei Commentaria. Il lettore troverà informazioni su questo ms. e in generale sulle vicende testuali dei commenti di Eustrazio nella I parte del presente lavoro. Qui tuttavia ci preme segnalare come abbiamo fatto ricorso a questi due testimoni aggiuntivi con la massima cautela, vagliando caso per caso le lectiones alternative offerte. Questo perché, non essendo disponibile uno stemma codicum che descriva la storia della tradizione del testo, non è al momento possibile stabilire esattamente il valore di queste due testimonianze all’interno di questa stessa tradizione. Per questa ragione ogniqualvolta abbiamo preferito al testo dei Commentaria le lectiones di questi altri due testimoni, lo abbiamo fatto senza operare in alcun modo una qualche valutazione assoluta sul valore di questi testimoni per la costituzione del testo. Al termine di questa introduzione troviamo doveroso ringraziare tutti coloro i quali in questi anni hanno seguito a diverso titolo le nostre ricerche. Si tratta di amici e colleghi dai quali abbiamo avuto modo di imparare pur non avendo molto da offrire in cambio. Tra questi desideriamo citare particolarmente Nikos Agiotis, Charles Barber, Alessandra Beccarisi, Marienza Benedetto, Luca Bianchi, Daniele Bianconi, Alessandra Bucossi, Börje Bydén, Costantino Esposito, Pantelis Golitsis, Guy Guldentops, Katerina Ierodiakonou, Christoph Helmig, Tobias Hoffmann, Anthony Kaldellis, Georgi Kapriev, Lutz Koch, Marialucrezia Leone, Divna Manolova, Dominique O’Meara, Francesco Marrone, Stratis Papaioannou, Paolo Ponzio, Fiorella Retucci, Filippo Ronconi, Loris Sturlese, David Wirmer. Ringraziamo inoltre Carlos Steel per averci ospitato con grande generosità e gentilezza presso il De Wulf-Mansioncentrum for Ancient and Medieval Philosophy della Katholieke Universiteit Leuven nel biennio 2004-2006 e per essere stato di fatto la causa efficiente di questo nostro interesse per Eustrazio. Buona parte del presente lavoro è stato svolto grazie all’attività di ricerca svolta tra il 2011 e il 2012 presso la Dumbarton Oaks Research Library and Collection (a trustees for Harvard University). Si coglie qui l’occasione per ringraziare il direttore di questo centro di ricerca, Jan Ziolkowski, l’allora direttrice del programma di ricerca in studi bizantini, Margaret Mullet, e la bibliotecaria Deborah Brown per aver costantemente sostenuto e creduto in questa nostra ricerca. Un ringraziamento speciale va anche ad Averil Cameron, per aver seguito
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con la più grande serietà i nostri studi sulla storia intellettuale di Bisanzio. A Kent Emery Jr., a John Monfasani e ad Antonio Rigo saremo poi eternamente grati per aver sempre appoggiato la nostra ricerca con immensa generosità. Una menzione speciale va ad Andreas Speer, poiché senza il suo appoggio costante e disinteressato difficilmente questo volume e tutti i nostri studi su Eustrazio degli ultimi dieci anni avrebbero potuto vedere la luce. Infine, alcune parole sul maestro e amico che abbiamo avuto la fortuna di incontrare nel nostro percorso di vita e di studio: a Pasquale Porro saremo eternamente debitori per il sostegno e gli insegnamenti ricevuti. È appena il caso di segnalare che delle tante imperfezioni di questo lavoro siamo invece interamente responsabili.
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2. Le opere Conviene ricordare quali sono le opere a noi giunte attribuibili ad Eustrazio di Nicea. Tali opere si lasciano dividere in opere a sfondo teologico, relative all’attività di Eustrazio come teologo di corte, e opere filosofiche, nella forma di commenti o trattati su singole problematiche. Anche in questo caso riportare l’elenco completo delle opere attribuite con certezza a Eustrazio sarà un’occasione per mettere ordine tra le varie e spesso divergenti indicazioni rinvenibili nella letteratura. Riguardo le opere teologiche, la maggiorparte di esse sono state pubblicate nella Ἐκκλησιαστικὴ Βιβλιοθήκη di Demetrakopoulos (1866) e sono relative a diverse questioni, come quelle relative all’iconologia, quelle cristologiche relative alla disputa con gli Armeni menzionata in precedenza e quelle relative alla processione dello Spirito Santo ex solo Patre, tesi difesa da Eustrazio in occasione del soggiorno costantinopolitano dell’arcivescovo di Milano, Pietro Grossolano tra il 1112 e il 1113.47 Si tratta cioè di opere scritte da Eustrazio in occasione delle dispute teologiche cui, come si è visto, prese parte. Infine, si segnala un trattatello che alcuni manoscritti tramandano con il titolo di “Definizione generale della filosofia di Platone”, e che in realtà è uno scolio ad un passo di Giovanni Damasceno.48 Riportiamo di seguito un elenco delle opere teologiche di Eustrazio con i titoli con cui esse sono state edite da Demetrakopoulos, e con l’aggiunta di alcune opere non edite nella Ἐκκλησιαστικὴ Βιβλιοθήκη.49 47 Demetrakopoulos, Ἐκκλησιαστικὴ cit., 127-160 (questioni di iconologia); 160-198 (disputa con gli armeni); 47-127 (dispute con i latini). Riguardo gli scritti teologici, Leone Allacci (in De Eccl. Occid. et Orient. perpet cons., II, x, Apud Jodocum Kalcovium, Coloniae Agrippinae 1648, col. 629) già segnalava ben sei scritti anti-latini attribuibili ad Eustrazio, uno dei quali diviso in due scritti. Quattro ne aveva segnalati Niceta Coniata (cfr. Joannou, Eustrate de Nicée cit., 25, nt. 3). 48 Johannes Damascenus, In dormitionem Sanctae Dei genitricis Mariae orationes tres, II, ed. B. Kotter, Die Schriften von Johannes von Damaskos, V, Opera homiletica et hagiographica, De Gruyter, Berlin-New York 1988 («Patristische Texte und Studien», bd. 29), 516-540, 524,34-37. Il testo è edito in P. Joannou, Die Defintion des Seins bei Eustratios von Nikaia. Die Universalienlehre in der Byzantinischen Theologie im XI.Jh., «Byzantinische Zeitschrift», 47 (1954), 358-368. Edizione successivamente rimpiazzata da quella di K. Alpers, Die „Definition des Seins“ des Eustratios von Nikaia. Kritische Neuausgabe, in D. Harlfinger (Hrsg.), ΦΙΛΟΦΡΟΝΗΜΑ. Festschrift für Martin Sicherl zum 75. Geburtstag. Von Text- kritik zu Humanismusforschung, F. Schöningh, Paderborn 1990 («Studien zur Geschichte und Kultur des Altertums, Neue Folge», 1. Reihe: Monographien, 4. Band), 141-159. 49 Per l’elenco delle opere contro i latini di Eustrazio abbiamo fatto affidamento su A. Barmin, Полемика и схизма. История греко-латинских споров IX-XII веков. М.: Изд-во института философии, богословия и истории им. св. Фомы Аквинского, Москва, 2006, 623. A queste opere andrebbero aggiunte quelle che – almeno due – Eustrazio compose in occasione del dibattito con gli Armeni e che furono ritenute non ortodosse. Vi sono almeno tre mss. che contengono, stando alla descrizione presente nei
I. Eustrazio di Nicea: biografia intellettuale di un teologo e commentatore bizantino
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Λόγος πρὸς τοὺς λέγοντας, ὅτι ἐκ τοῦ Πατρὸς καὶ ἐκ τοῦ Υἱοῦ τὸ Πνεῦμα τὸ ἅγιον ἐκπορεύεται, κατασκευάζων ὅτι ἐκ τοῦ Πατρὸς διὰ τοῦ Υἱοῦ, οὐχὶ δὲ καὶ ἐκ τοῦ Υἱοῦ τὸ Πνεῦμα τὸ ἅγιον ἐκπορεύεται (Inc.: Οὐ πρὸς ἔριν ὁ λόγος. Ἐκκλησιαστικὴ Βιβλιοθήκη, 47-71); 2. Λόγος δεύτερος περὶ τοῦ ἁγίου Πνεύματος (Inc.: Ἀλλ’ ἔρις ἥδε οὐκ ἀγαθὴ. Ἐκκλησιαστικὴ Βιβλιοθήκη, 71-84); 3. Ἔκθεσις τῆς γεγονυίας διαλέξεως ἐνώπιον τοῦ Αὐτοκράτορος Κυρίου Ἀλεξίου τοῦ Κομνηνοῦ πρὸς Γροσολάνον Ἀρχιεπίσκοπον Μεδιολάνων περὶ τῆς τοῦ παναγίου Πνεύματος ἐκπορεύσεως, πρὸ τῶν ἀντιρρητικῶν ῥηθεῖσα (Inc.: Πρώην μὲν ἡμῖν δύο. Ἐκκλησιαστικὴ Βιβλιοθήκη, 84-99); 4. Λόγος πρὸς τοὺς Λατίνους περὶ τῶν προσφερομένων ἀζύμων, ἅτε παρὰ τοὺς θείους κανόνας ταῦτα ποιοῦντας (Inc.: Περὶ μὲν δὴ τοῦ παναγίου. Ἐκκλησιαστικὴ Βιβλιοθήκη, 100-127); 5. Λόγος περὶ τοῦ παναγίου Πνεύματος (Inc.: Τοῖς φιλολόγοις βασιλεῦσι. Ed. Barmin, 520-56550); 6. Λόγος τρίτος (Inc.: Ποιήσεις φησίν. Cfr. Leo Allatius, De Eccl. Occid. et Orient. perpet. cons., col. 62951); 7. Λόγος τέταρτος πρὸς τὰ γραφέντα τοῦ τῶν Μεδιολάνων (Inc.: Πάλιν Λατῖνος ἡμῖν. Ms. Mosq. gr. 239, ff. 58v-65; Mosq. gr. 240, ff. 52-58v); 8. Λόγος πέμπτος (Inc.: Ἀλλ᾽ἀναπτητέον εἰσέτι. Ms. Mosq. gr. 240, ff. 159v-167v); 9. Λόγος β´(Inc.: Ἐτι προστίθησιν ὥσπερ. Ms. Mosq. gr. 240, ff. 167v-172v); 10. Περὶ τῶν ἀζύμων (Inc.: Ἔδει μὲν. Ed. Dositeo (Patriarca), Tomos agapeˉs kata Latinoˉn syllegeis kai typotheis para Dositheu patriarchu Hierosolymoˉn, Giasioˉ teˉs moldoblachias 1698, 504-516, qui attribuito a Giovanni di Gerusalemme); 11. Τοῦ αὐτοῦ διάλογος ἐκτεθεὶς ὅτε ἡ ἀμφισβήτησις περὶ τῶν ἁγίων εἰκόνων ἐγένετο, πῶς δεῖ προσκυνεῖσθαι καὶ τιμᾶσθαι αὐτὰς σχετικῶς ἢ λατρευτικῶς, τοῦ τῆς ἐν Βιθυνίᾳ Χαλκηδόνος Μητροπολίτου Λέοντος καὶ τῶν συνισταμένων αὐτῷ πρὸς τὸ λοιπὸν ἅπαν πλήρωμα τῆς ἐκκλησίας ἀντιπιπτόντων καὶ λατρευτικὴν ἀπονέμειν φιλονεικούντων τὴν προσκύνησιν ταῖς γεγραμμέναις εἰκόσι τοῦ σωτῆρος Χριστοῦ, ἣν μόνῃ τῇ θεότητι ἡ ἐκκλησία ἔλεγεν ἐποφείλεσθαι, τῇ δὲ ἁγίᾳ εἰκόνι τὸ σχετικόν τε καὶ ἀναφορικὸν τῆς προσκυνήσεως ἐφαρμόττειν καὶ τῆς τιμῆς (Inc.: Τὰ τοῦ διαλόγου πρόσωπα. Ἐκκλησιαστικὴ Βιβλιοθήκη, 127-151); 12. Περὶ τοῦ τρόπου, τιμῆς τε καὶ προσκυνήσεως τῶν σεβασμίων εἰκόνων συλλογιστικὴ ἀπόδειξις (Inc.: Ἡ λατρεία μόνη. Ἐκκλησιαστικὴ Βιβλιοθήκη, 151-160); 13. Τοῦ αὐτοῦ Εὐστρατίου ἔλεγχος καὶ ἀνατροπὴ τῶν λεγόντων μίαν φύσιν ἐπὶ τοῦ Χριστοῦ τοῦ ἀληθινοῦ Θεοῦ ἡμῶν ἐκ λογικῶν καὶ φυσικῶν καὶ θεολογικῶν 1.
cataloghi, del materiale inedito che sembra corrispondere all’identikit di queste opere composte dal nostro autore contro gli Armeni. Questi sono i mss. Ambros. M 88 sup. (ff. 287v-291v), Par. gr. 3115 (ff. 49-62) e Athos, Monê Dionusiou 120 (ff. 705-706). Va da sè che il contenuto di questi codici per quel che riguarda le opere contro gli Armeni di Eustrazio è tutto da verificare. 50 Cfr. nt. 49. 51 Cfr. nt. 47.
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ἐπιχειρήσεων, ἐξ ὧν δείκνυται ἀναγκαίως ἐκ δύο φύσεων εἶναι τὸν σωτῆρα Χριστόν μου, τὴν ἄρρητον αὐτοῦ κατὰ σάρκα οἰκονομίαν ἀφύρτως καὶ ἀσυγχύτως καὶ ἀτρέπτως ἀλλήλαις ἥνωνεν ἐν μιᾷ καὶ τῇ αὐτῇ ὑποστάσει. Ἐξεδόθη δὲ μετὰ τὴν γενομένην διάλεξιν παρὰ τοῦ βασιλέως Κυρίου Ἀλεξίου τοῦ Κομνηνοῦ πρὸς Ἀρμένιον τὸν Τιγράνην (Inc.: Γυμνασίας ἕνεκεν τῆς εἰς ἀλήθειαν. Ἐκκλησιαστικὴ Βιβλιοθήκη, 160-198); 12. Ὅρος καθολικώτατος φιλοσοφάς Πλάτωνος (Inc.: Τουτέστιν, οὐκ ἔστιν. Ed. Alpers52).
Per quanto riguarda le restanti opere, quelle filosofiche e scientifiche, la situzione è assai più chiara e agevole da ricostruire. Tali opere si lasciano dividere tra commenti ad Aristotele e trattati (in forma breve) su specifiche tematiche filsofiche. Riguardo queste ultime, si segnala un trattato di meteorologia composto da più sezioni dedicato all’imperatrice Maria di Alania (ca. 1050-1103), sposa dell’imperatore Michele VII Doukas († 1090) e, successivamente, di Niceforo III Botaneiate (imperatore dal 1078 al 1081).53 Riguardo i commenti a opere filosofiche antiche, ci sono giunti i commenti di Eustrazio al libro II degli Analytica Posteriora e i commenti ai libri I e VI dell’Ethica Nicomachea, tutti editi nella serie Commentaria in Aristotelem Graeca. Anche in questo caso per comodità del lettore riportiamo un elenco delle opere filosofiche e scientifiche attribuite al nostro autore e l’edizione moderna di riferimento. Περὶ βροντῶν καὶ ἀστραπῶν κ.τ.λ.; In Aristotelis analyticorum posteriorum librum secundum commentarium, ed. M. Hayduck, Eustratii in analyticorum posteriorum librum secundum commentarium, Reimer, Berlin 1907 («Commentaria in Aristotelem Graeca», XXI,1), 1-270;54 3. In Aristotelis ethica nicomachea i commentaria, ed. G. Heylbut, Eustratii et Michaelis 1. 2.
Cfr. nt. 48. Cfr. P. Polesso Schiavon, Un trattato inedito di meteorologia di Eustrazio di Nicea, «Rivista di Studi Bizantini e Neoellenici», N.S. 2-3 (xii-xiii) (1965-1966), 285-304. Si segnala il recente contributo su questo testo di Anne-Laurence Caudano (Eustratios of Nicaea on Thunder and Lightning, «Byzantinische Zeitschrift», 105/2 [2012], 611-634), la quale sulla base dell’analisi di un testimone del testo non noto a Polesso Schiavon suggerisce l’attribuzione ad Eustrazio di solo una parte del testo precedentemente edito dalla studiosa italiana. La questione merita di essere ulteriormente approfondita in altra sede. Nello stesso articolo Caudano ha anche offerto una nuova edizione critica della parte di testo relativa ai tuoni e ai lampi. 54 L’edizione di questo commento curata da Hayduck si basa solo sul Marc. gr. 257 e sull’Escor. Φ I 14. Ignoti ad Hayduck sono i mss. Laur. Plut. 71,32 (ff. 212-270v), Udin. Bibl. Arch. gr. 256 (ff. 1-339), Monac. gr. 29 (ff. 183v-315) e 75 (ff. 124-295v), questi ultimi tuttavia assai tardi. Quest commento ha una certa importanza per la ricostruzione del commento perduto agli Analytica Posteriora di Alessandro di Afrodisia. Su questo si veda P. Moraux, Le Commentaire d’Alexandre d’Aphrodise aux «Seconds Analytiques» d’Aristote, De Gruyter, Berlin-New York 1979 («Peripatoi. Philologisch-historische Studien zum Aristotelismus», 13). 52 53
I. Eustrazio di Nicea: biografia intellettuale di un teologo e commentatore bizantino
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et anonyma in ethica nicomachea commentaria, Reimer, Berlin 1892 («Commentaria in Aristotelem Graeca», 20), 1-121; 4. In Aristotelis ethica nicomachea vi commentaria, ed. G. heylBut, Eustratii et Michaelis et anonyma in ethica nicomachea commentaria, Reimer, Berlin 1892 («Commentaria in Aristotelem Graeca», 20), 256-406.
3. I commenti greco-bizantini all’Ethica Nicomachea Il corpus dei commenti greco-bizantini all’Ethica Nicomachea, in cui i commenti di Eustrazio ai libri I e VI dell’Ethica Nicomachea sono trasmessi, è una raccolta composita (e trasmessa in diverse versioni) di commenti tardoantichi e bizantini ai vari libri che costituiscono quest’opera aristotelica.55 Come avremo modo di vedere lo stato dell’arte relativo a questa collezione, o per meglio dire collezioni, di commenti e dei manoscritti che ne tramandano il testo è ancora caratterizzato dalla più grande provvisorietà. Cercheremo qui di delineare in generale le varie questioni ancora aperte relative a questo insieme di testi. Partiamo da un elenco dei mss. a noi noti che trasmettono questi commenti. I manoscritti contenenti il corpus dei commenti greco-bizantini all’Ethica Nicomachea nella versione greca sono i seguenti: – Ambros. B 95 sup. (sec. XIV). – Ambros. G 62 sup. (XIV) – Barb. 223 (sec. XVI). – Berolin. 1.58; 1.59 (294) (sec. XV). – Laur. 81.3 (sec. XV) – Laur. 85,1 (sec. XIII, Heylbut recensisce come sec. XIV). – Mut. α. V. 6. 4 (sec. XV-XVI). – Neap. Bibl. Orat. Girol. XVI.16 (XVI sec.) – Oxon. Collegi Novi 240/241 (anno 1497). – Oxon. Corporis Collegii Christi 106 (anno 1495). – Par. Coisl. gr. 161 (sec. XIV). – Par. gr. 1927 (sec. XVI). – Vat. gr. 1622 (sec. XVI). – Vat. gr. 269 (sec. XII). – Vat. gr. 320 (sec. XIII). – Vossian. fr. F 12 (sec. XVII).
Abbiamo riportato qui i manoscritti recensiti da Heylbut nell’introduzione L’edizione di riferimento è Eustratii et Michaelis et anonyma In Ethica Nicomachea commentaria, ed. G. heylBut, Reimer, Berlin 1892 («Commentaria in Aristotelem Graeca», 20). 55
Indice del volume
Introduzione
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Parte prima Eustrazio di Nicea biografia intellettuale di un teologo e commentatore bizantino 1. 2. 3. 4.
La vita Le opere I commenti greco-bizantini all’Ethica Nicomachea Eustrazio di Nicea e il “circolo” di Anna Comnena tra mito e realtà storica
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4.1. Fatti, testi e personaggi, p. 23 - 4.2. Questioni di cronologia, p. 43 - 4.3. Un circolo di aristotelici?, p. 55 - 4.4. Sul concetto di ‘circolo’, p. 59
Parte seconda I commenti filosofici e le dottrine 1. 2. 3. 4. 5. 6.
La causalità La divisione delle scienze e le sue ragioni Eustrazio e la critica aristotelica dell’idea di Bene La dottrina dell’intelletto e della conoscenza Eustrazio e la questione degli universali. Una proposta La natura della vita contemplativa
76 92 122 143 188 199
260
Indice del volume
Conclusioni
225
Summary
228
Bibliografia
229
Indice dei nomi antichi e moderni
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