Jean-Baptiste Constantin interprete di Fozio, di Stefano Micunco

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Indice del volume

Introduzione

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Parte prima Jean-Baptiste Constantin e la traduzione della Biblioteca

I. Constantin e la Biblioteca: un progetto lungo novant’anni

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1. Molti i chiamati, pochi gli eletti, p. 13 - 2. Biblioteche all’incanto, p. 16 - 3. Il tesoro di Fortia, p. 19 - 4. Constantin nell’entourage di Fortia, p. 22 - 5. Un’altra promessa infranta, p. 25 - 6. Il Constantin ritrovato, p. 28 - 7. «Una storia mica male insabbiata», p. 29 - 8. La storia si ripete, p. 32

Tav. 1. Riepilogo cronologico

II. Modelli e originalità

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1. Nuove imprese e vecchie eredità: la traduzione della Biblioteca, p. 37 - 1.1. Constantin, Hoeschel e Bekker, p. 38 - 1.2. Constantin e Schott, p. 38 - 1.3. Collin e Schott, p. 39 - 1.4. Henry e Constantin, p. 40 - 2. «Tra papa e patriarca»: il Discours préliminaire, p. 41 - 3. Riassumere riassunti: l’Analyse de l’ouvrage, p. 45 - 3.1. Natura dell’Analyse, p. 45 - 3.2. Sotto la guida di Schott, p. 49 - 4. Dal calligrafo a Collin: una revisione ope ingenii, p. 53

III. Descrizione dei manoscritti

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1. Formato e struttura, p. 57 - 2. Interventi editoriali di Collin, p. 59 - 3. Numerazioni di pagina, p. 63

Tav. 2. Indice dei manoscritti

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222 Indice del volume

Parte seconda Edizione

Premessa all’edizione

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1. Testo, p. 71 - 2. Apparati critici, p. 71 - 3. Ortografia e punteggiatura, p. 72

Tav. 3. Concordanze Constantin - Faucher/Ceillier Sigla

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Discours préliminaire Première partie, p. 77 - Seconde partie, p. 104 - Troisième partie (Bibliothèque de Photius), p. 127

Analyse de l’ouvrage

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Avant-propos

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Note

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Appendice Appello alla sottoscrizione (Prospectus)

Prospectus

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Bibliografia

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Indice dei nomi


Introduzione

Nel 1824-1825 vedeva la luce a Berlino, ad opera di Immanuel Bekker, una nuova edizione in due volumi della Biblioteca, l’opera contenente il resoconto dell’attività di studio della cerchia di eruditi che si riuniva attorno a Fozio di Costantinopoli (IX sec.): in questa edizione si prendeva finalmente in conto come codice principale il ms. Marc. Gr. 450 (A), il più antico testimone di quell’opera, databile all’inizio del X secolo, o forse già alla fine del IX1. La nuova constitutio textus diede certo un ulteriore forte impulso agli studi foziani; ma già dalla metà del XVI secolo l’interesse per la silloge del “patriarca recensore” s’era manifestato, e da allora non si era mai sopito, come testimonia una lunga serie di imprese editoriali annunciate, avviate, ma mai portate a termine, a causa dell’imponenza, della varietà, della difficoltà strutturale della Biblioteca, e non da ultimo per i problemi di carattere dottrinale e i sospetti di non ortodossia che anche il semplice mostrare interesse per Fozio poteva suscitare2. L’editio princeps fu dovuta al luterano David Hoeschel (Augsburg 1601), mentre la prima traduzione completa, in Bekker 1824-1825, I, p. I non dava una datazione precisa del manoscritto, limitandosi a un confronto con l’Aristofane ravennate, ms. Class. 429 (olim 137, 4 A), variamente collocato tra X e XI sec. L’approfondimento dell’analisi paleografica ha portato ad anticipare progressivamente le prime datazioni proposte da Zanetti e Morelli (XII sec.) fino all’inizio del X sec. (Zorzi 1998, p. 171) e alla fine del IX (Cavallo 1999, p. 162; la datazione di Cavallo alla seconda metà del IX sec. è stata recentemente accolta da Ronconi 2012, p. 250; cf. anche Ronconi 2014, pp. 100-101 e 119). L’allestimento del Marc. Gr. 450 sarebbe dunque avvenuto in un periodo in cui gli eruditi della cerchia di Fozio erano ancora in attività: questo dato, unitamente a una serie di indizi codicologici, lascia spazio all’ipotesi che il Marc. Gr. 450 sia il supporto sul quale la Biblioteca sia stata allestita per la prima volta nella forma in cui la conosciamo oggi (cf. Canfora 1999, pp. 175-176, Ronconi 2012, p. 271-272). 2 Come data di inizio della riscoperta della Biblioteca si potrebbe prendere il 1543, anno in cui Hurtado de Mendoza, a Venezia in qualità di ambasciatore di Carlo V, commissionò al copista Giovanni Mavromatis una copia della Biblioteca, l’attuale Escor. Ψ, I, 9-10. Sulla riscoperta di Fozio e sulle imprese editoriali fallite cf. Canfora 2001, Losacco 2003, Carlucci 2012, pp. 5-17. 1


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Introduzione

latino, si ebbe 5 anni dopo, ad opera del gesuita André Schott. Per una traduzione integrale in lingua moderna si dovranno attendere, ben tre secoli e mezzo dopo Schott, la non brillante edizione di René Henry per la «Collection Budé» (otto volumi, Paris 1959-1977). Eppure, proprio a ridosso della pubblicazione di Bekker, circola la notizia che almeno due studiosi starebbero lavorando a una traduzione integrale in francese della Biblioteca. In particolare, nel 1831 giunge da varie fonti l’annuncio di una traduzione completa, eseguita da «M. l’avocat Constantin» sotto il patrocinio del marchese Fortia d’Urban: 130 sottoscrizioni e la stampa sarà realizzata. Ma la stampa non ebbe mai luogo. Tuttavia, nei cataloghi di vendita di alcune rinomate biblioteche private dell’800, fa a volte capolino la menzione di una traduzione francese del Myriobiblon3 di Fozio in 4 manoscritti: siamo in grado di seguirne le tracce solo sino agli inizi del ’900, ma i dati sono sufficienti per identificare in essa la traduzione inedita del poligrafo Jean-Baptiste Constantin. Fortunatamente, la mancata pubblicazione di questo lavoro e la conseguente dispersione dell’esemplare calligrafico approntato per la stampa non ne hanno provocato la perdita: l’autografo vergato da Constantin, non senza traversie, è infine approdato a Parigi, alla Bibliothèque Nationale de France, dove è conservato rilegato in due manoscritti nel fondo delle Nouvelles acquisitions françaises (NAF 22592-22593). Nella prima parte di questo lavoro ci occuperemo dell’autore della traduzione inedita, Jean-Baptiste Constantin, inquadrando nel panorama culturale del primo ’800 la sua figura, l’iniziativa editoriale promossa da Fortia d’Urban, la “vita nascosta” dei manoscritti della traduzione dopo il fallimento della pubblicazione. Si metteranno in fila i dati relativi ai manoscritti ricavabili dai repertori biografici, dai cataloghi di vendita di alcune biblioteche e dalle pubblicazioni dell’epoca; si contestualizzerà poi la traduzione di Constantin nella storia della ricezione della Biblioteca, proponendo un confronto con i suoi modelli e con le traduzioni precedenti e successive, senza tacere della revisione operata nella seconda metà dell’800 da Jacques Collin de Plancy e da suo figlio Victor, nel nuovo progetto – fallito anch’es-

L’origine del nome Myriobiblos (o, come aggettivo neutro, Myriobiblon) per la Biblioteca di Fozio non è chiara, ma tale termine entrò in uso presso gli studiosi già al tempo di Hoeschel, il quale afferma nella prima delle sue Notae: «Opus hoc multiplicis eruditionis aliqui βιβλιοθήκην, aliqui splendidius μυριόβιβλον, ob argumenti varietatem, inscripserunt» (Hoeschel 1601, p. 920; sulla questione cf. Canfora 2001, pp. 159-162). 3


Introduzione

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so – di pubblicare questo lavoro; di tale revisione il primo dei due manoscritti porta vistose tracce. Forniremo infine una descrizione fisica dettagliata dei due tomi, la cui struttura è piuttosto complessa a causa dei materiali eterogenei inseriti dai Collin, che sono stati rilegati assieme ai fogli di Constantin. Nella seconda parte pubblicheremo per la prima volta l’ampia introduzione che Constantin premise alla sua traduzione: essa consta di un Discours préliminaire sulla vita e le opere di Fozio, e di una Analyse de l’ouvrage che passa in rassegna capitolo per capitolo i contenuti della Biblioteca. Per la sua natura “prefatoria”, si è acclusa anche la traduzione di Constantin della Lettera a Tarasio (premessa al testo della Biblioteca nel ms. Marc. Gr. 450). La presente edizione si inserisce nel progetto, già avviato4, di restituire a questa prima traduzione completa in lingua moderna della Biblioteca la pubblicazione che le fu negata più di 180 anni fa.

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È già stato pubblicato il cap. 72 della Biblioteca, su Ctesia di Cnido, in Micunco 2010.


Appendice Appello alla sottoscrizione (Prospectus)


Avvertenza Una copia dell’opuscoletto di 8 pagine distribuito nel 1831 per pubblicizzare l’imminente traduzione della Biblioteca (cf. supra, cap. I, § 5) è conservata rilegata nel secondo dei due manoscritti di Constantin della Bibliothèque Nationale (NAF 22593, ff. 449r-452v). In coda (ff. 453r-454r) si può leggere il medesimo testo vergato dalla mano dello stesso Constantin: egli ne fu dunque probabilmente l’autore. Nello stampato furono introdotte poche modifiche, buona parte delle quali furono operate già sulla versione autografa di Constantin, da una mano diversa da quella dell’autore. Il testo che forniamo è quello stampato nell’opuscoletto, indicato in apparato con la sigla S; le lezioni originali risalenti a Constantin saranno contrassegnate con la sigla A, gli interventi sulle sue pagine manoscritte con la sigla M.


Bibliothèque de Photius, patriarche de Constantinople, traduite en français, précédée d’une notice sur la vie de Photius, d’une analyse raisonnée de ses ouvrages, accompagnée de notes historiques et philosophiques, et terminée par une ample table des matières. 5

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Prospectus La Bibliothèque de Photius, dont tous les savants ont senti et reconnu le mérite, manquait encore à la littérature française, comme elle manque à la littérature de toutes les contrées de l’Europe. M. le marquis de Fortia, qui a déjà donné tant de preuves de son ardent désir de propager les connoissances humaines, conçut la résolution de remplir une lacune qui en rompait l’enchaînement; il crut rendre un nouveau service aux lettres et à la philosophie, en faisant traduire à ses frais l’important ouvrage connu sous le nom de Bibliothèque de Photius. Il chargea donc de ce travail M. l’avocat Constantin, qui réunissait toutes les connoissances nécessaires pour y réussir: celui-ci y consacra deux années de son temps, et vient d’y mettre la dernière main. Les personnes qui ne connaissent pas Photius le prendront peut-être pour un de ces théologiens du moyen âge, dont les écrits offrent moins d’érudition que de chaleur scholastique; d’autres, plus sévères encore, craindront de lire les ouvrages d’un patriarche regardé comme le principal auteur du grand schisme qui sépara l’église grecque de l’église latine; mais ces préjugés et ces antipathies disparaîtront aussitôt qu’on aura pris la peine d’approfondir les brillantes qualités de ce personnage célèbre, et qu’on aura reconnu le cachet du génie empreint sur les nombreux écrits qui sont sortis de sa plume. Écoutons, sous ce dernier rapport, les témoignages non suspects de ses ennemis les plus acharnés. «Rendons» disent-ils, «justice à ses rares talents, et affirmons que c’était un de ces heureux génies à qui rien ne coûte pour se rendre habiles dans toutes les sciences. Il lisait tout, et faisait des extraits de tout ce qu’il lisait. Il est étonnant combien les précieux restes qu’il a sauvés des débris des sciences et des siècles ont répandu de jour et de lumières sur les écrits qui sont venus jusqu’à nous, et les secours que les savants en tirent». Aussi fut-il regardé par ses ennemis mêmes, et en 7 mérite S : mérite éclatant A || 14 qui réunissait - réussir SM : à qui il reconnut la capacité nécessaire pour s’en tirer avec avantage A || 18-19 moins - scholastique S : plus de pesanteur que d’érudition A || 20 craindront S : auroient horreur A || regardé SM : qu’on regarde A || 24-25 les nombreux SA2 imm. ex tous ses A1 || 32 lumières S : lumière A.


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particulier par Nicétas, comme le plus prudent personnage de son siècle, et comparable par le génie et le savoir aux savants des siècles précédents. L’éloquence, la poésie, la grammaire, la philosophie, la théologie, en un mot aucun genre de connoissance ne lui a échappé; la médecine même et la politique n’ont rien eu de caché ni d’obscur pour lui; il pénètre les secrets de l’une, il sonde les profondeurs de l’autre avec une égale sagacité. On voit briller dans tous ses écrits toutes les ressources de l’érudition, et souvent les finesses de la dialectique, avec tout le feu du génie et de l’éloquence. Au savoir le plus étendu, au jugement le plus exquis, à la critique la plus éclairée, il joint une grande netteté dans la diction: rien de plus solide que ses raisonnements, de plus élevé que ses pensées, de plus châtié que son élocution, de plus noble que ses sentiments..... Celui de tous ses ouvrages qui lui a acquis le plus de célébrité, et qui a rendu son nom immortel, à titre de savant, c’est sa Bibliothèque, ou idée sommaire et générale de tous les livres qu’il avait lus: les ouvrages qu’il a analysés se montent au nombre de deux cent quatre-vingts. Tous les savants ont rendu justice au merveilleux talent que possédait Photius de faire des analyses exactes et ingénieuses, soutenues d’une critique sage et éclairée, remplies d’enjouement et d’aménité, ce qui en rend la lecture agréable et piquante. Ils reconnaissent également en lui cet art si difficile d’embellir les matières abstraites, et de jeter des fleurs sur les discussions les plus épineuses. Ce recueil, un des monuments les plus précieux de la littérature ancienne, peut être comparé, à certains égards, à nos journaux littéraires, et, sous quelques points de vue, n’a pas été surpassé. C’est au savant David Hoeschel que l’on doit la première édition du texte grec, Augsburg, 1601, in-folio. André Schott en publia, dans la même ville, une version latine très-négligée, 1611, in-folio; il existe de cette édition des exemplaires avec des frontispices de 1612 et 1613, sous la rubrique de Genève. Enfin, un ecclésiastique du diocèse de Rouen en donna une nouvelle édition, en 1653, in-folio; c’est la plus recherchée des amateurs et la plus chère dans le commerce, quoiqu’elle soit la plus incorrecte. Leith a relevé plusieurs erreurs de Schott dans son Diatriba in Photii Bibliothecam, Leipzig, in-4°; les observations critiques de M. Haze, dans ses notes sur Léon Diacre, p. 263 et suivantes, doivent 1 prudent S : éminent A2 imm. ex grand A1 || 6 pénètre... sonde S : pénétroit... sondoit A || 23 - p. 207, 4 Ce recueil - Constantin non praeb. A sed cf. Weiss 1823.


Prospectus 207

surtout être consultées. Photius attendait un éditeur, il vient de s’en trouver un (M. Bekker) qui a publié une excellente édition grecque en deux volumes in-4°. C’est sur cette édition qu’a été entrepris le travail de M. Constantin. 5 La traduction de la Bibliothèque de Photius comprendra environ six volumes in-8°. La publication de cet ouvrage exigera donc des dépenses considérables. Comme le commerce de la librairie, qui n’est point aujourd’hui dans un état très-florissant, ne permet pas de compter sur un écoulement bien prompt du même ouvrage, le libraire-éditeur a cru 10 devoir solliciter préalablement un certain nombre de souscriptions, pour s’assurer le remboursement au moins d’une partie de ses avances. Aussitôt que ces souscriptions s’élèveront au nombre de cent trente, l’ouvrage, qui déjà est entièrement terminé, sera immédiatement livré à l’impression, et les livraisons des volumes se succèderont rapidement. 15

*** Le prix de chaque volume, pour les souscripteurs, sera de 6 fr., et 7 fr. pour les non-souscripteurs.

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On souscrit sans payer d’avance: CHEZ TECHENER, LIBRAIRE, place du louvre, n° 12

10 solliciter SM : s’assurer A || 11 s’assurer le remboursement SM : être sûr d’être couvert A || d’une SM : en A || 12 cent trente S : lac. reliquerunt AM || 13 qui - terminé SM : non praeb. A || 16-17 Le prix - non-souscripteurs non praeb. A || 18-19 souscrit - chez SM2 : souscrit chez M1 s’abonne chez A || 19-20 Techener - n° 12 SM : lac. reliquit A.


Titoli pubblicati 1. Caritone e Senofonte Efesio, Inediti di Giovanni Lami a cura di N. Bianchi 2. Il secolo della Sibilla Momenti della tradizione cinquecentesca degli «Oracoli Sibillini» di C. Schiano 3. Giorgio Pasquali nel «Corriere della Sera» a cura di M. Marvulli 4. Goffredo Coppola, La politica religiosa di Giuliano l’Apostata a cura di A. Tedeschi 5. The True History of the So-called Artemidorus Papyrus di L. Canfora 6. Wie kann das ein Artemidor-Papyrus sein? a cura di L. Canfora e L. Bossina 7. Artemidorus Ephesius, P.Artemid. sive Artemidorus personatus a cura della «Societas emunctae naris» 8. Evaristo Breccia nel «Corriere della Sera» a cura di M. Marvulli 9. Eulyros di Cefalonia, EQNIKA, ANQRWPINA Liste di manoscritti greci (1848-1864) (Costantino Simonidis, Opere greche I) a cura di L. Canfora, M.R. Acquafredda, M. Caratozzolo, V. Cuomo 10. Stoa, Ellenismo e catastrofe tedesca di L. Bossina 11. Un documento inesplorato: il pinax della Biblioteca di Fozio di M.R. Acquafredda 12. Jean-Baptiste Constantin interprete di Fozio di S. Micunco


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