

Oggi e domani
INTERVISTA al Centro Erickson il convegno Fabio sulla forza e i limiti
Folgheraiter del Lavoro sociale di comunità
Diffusione: 20.432

Oggi e domani
INTERVISTA al Centro Erickson il convegno Fabio sulla forza e i limiti
Folgheraiter del Lavoro sociale di comunità
Diffusione: 20.432
na due giorni di incontri, workshop, laboratori quella in programma oggi(venerdì)e domani al Centro Studi Erickson per il quarto «Convegno internazionale Erickson Lavoro Sociale di Comunità». Un'occasione per tutti i professionisti e le professioniste che lavorano nel campo del lavoro sociale ed educativo per raccontare e promuovere progetti virtuosi di comunità in ottica partecipativa. Tra i relatori attesi, Joan Tronto, politologa statunitense di fama internazionale e Fabio Folgheraiter (nella foto), professore ordinario di metodologia del lavoro sociale all'Università Cattolica del S. Cuore di Milano e Brescia e co-fondatore ciel Centro studi Erickson di Trento. A lui abbiamo rivolto alcune domande. Professor Folgheraiter, quali sono, o i, le principali emergenze sociali?
«Nell'ottica del lavoro di comunità, si evidenziano sempre maggiori disagi, improvvisazioni e addirittura impotenza all'interno delle politiche e degli interventi assicurati dal cosiddetto "sistema di welfare". Ci sono problemi a carico dei cittadini e delle famiglie,che faticano a gestire le loro vite, stretti tra aumento ciel costo della vita, difficoltà di reddito e complicazioni tecnologiche,e altrettanti problemi a carico delle Istituzioni pubbliche e/o private che avrebbero il compito di "risolvere" professionalmente e tecnicamente tutte quel-
le esondanti problematiche». Alcuni esempi?
«A fronte, ad esempio, della crescita della domanda cli cure sociosanitarie e socio-assistenziali nei confronti della popolazione anziana o della non-autosufficienza, le grandi Strutture residenziali faticano a far quadrare i bilanci e a trovare strategie per accogliere tutte le potenziali domande. A fronte della esplosione di una varietà impressionanti di dipendenze patologiche (da sostanze, da uso compulsivo di tecnologie,da gioco, da pornografia, da cibo, da narcisismo,eccetera),le Strutture deputate non riescono a intercettare/gestire tali fenomeni se non in minimissima parte. A fronte ciel dilagare delle fragilità psichiche(di adolescenti e cli persone adulte) e delle patologie psichiatriche tradizionali, i Servizi di salute mentale vengono sempre più fagocitati nelle logiche sanitarie e, in questo modo,finiscono in buca.Invece di fronteggiare i problemi incrementando la razionalità e la creatività, infilano la testa in un nodo scorsoio».
In che modo e con quale forza ha inciso la pandemia rispetto a queste emergenze?
«La pandemia è ormai un'epoca che tendiamo a non ricordare più. In quel periodo entrambe le dimensioni che abbiamo citato hanno esasperato i loro tremi. La pandemia è stata tuttavia un banco di prova molto istruttivo perché ci ha insegnato che le comunità locali (le associazioni, il volontariato) tirano fuori energie e autonomie organizzative
inaspettate, e sanno muoversi». i> suggerimento posto al centro del convegno è quello di un sempre m W;gior coinvolgimento della comunità?
«Si e no. Il suggerimento sarebbe quello di riconoscere alle comunità locali e ai loro corpi intermedi di rappresentanza un potere di interlocuzione "paritario" con la Pubblica amministrazione, così che entrambe le sfere (quella pubblica e quella privata/civica) possano sussidiarsi "orizzontalmente". Entrambe le sfere dovrebbero, se ne fossero capaci, rispettarsi reciprocamente, riconoscendosi dignità e pari valore. Sarebbe questa oltretutto l'idea fondante della cosiddetta co-progettazione, etichetta che è ormai sulla bocca di tutti ma che, come sempre succede in questi casi, non essendo ben compresa,sembra destinata - ahi noi - a incrementare il livello della generale confusione». Qual è la situazione in Trentino riguardo alle logiche del Lavoro di comunità?
«Grazie al cielo veniamo cla lunghi decenni di creatività "comunitaria". Abbiamo sperimentato la forza della sinergia tra istituzioni preveggenti e comunità motivate. Per l'ente pubblico titolare delle competenze sociali e sociosanitarie la sfida è mantenere i risultati raggiunti, valorizzando queste dinamiche con politiche coerenti».
In quale direzione muoversi? Qual è la riflessione al centro del suo intervento?
«Il focus della riflessione riguarda la capacità dei professionisti di mantenere sempre con i cittadini attivi di una comunità
un atteggiamento paritetico di dialogo autentico. Di portare un profondo rispetto per le loro libertà esistenziali e per le loro motivazioni a costruire il bene comune. A volte i professionisti enfatizzano il dialogo a parole, poi di fatto essi danno per scontato che, essendo esperti per studio, debbano essere per forza loro a guidare dirigisticamente i processi di collaborazione, anziché "co-progettarli" davvero».
Informazioni:erickson.it/it/sede-trento
La pandemia ci ha insegnato che le comunità tirano fuori energie e autonomie inaspettate
lI Convegno Lavoro sociale di comunità che si svolge oggi e domani al Centro Studi Erickson di Gardolo è un'occasione di confronto, riflessione per scoprire insieme le metodologie e gli strumenti utili a progettare relazionalmente con le comunità. Perché non è possibile pensare di risolvere i problemi collettivi di una comunità intera senza far leva sulle capacità della stessa comunità di fronteggiare tali difficoltà.