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Scelta sentimentale

Seguire I Propri Sogni E Aprire Uno Showroom Nel Centro

DI MILANO DEDICATO ESCLUSIVAMENTE A CARTE DA PARATI E PITTURE MURALI.

È POSSIBILE E FUNZIONA. L’INGREDIENTE SEGRETO? LA PASSIONE

«È la realizzazione di un sogno, rimasto fermo per tanti anni». Moreno Guigli definisce così il suo Verdeolivia, showroom specializzato in carte da parati e pitture murali, situato a Milano in via Piero della Francesca, in zona corso Sempione. Vero tempio per chi considera le pareti fogli bianchi su cui disegnare la personalità degli spazi. Moreno, figlio d’arte – è cresciuto nel colorificio di famiglia –, è da sempre appassionatissimo di carte da parati, ed è riuscito a trasformare la sua passione in mestiere. A farci incontrare è stato Instagram: sulla sua pagina @verdeoliviamilano (ndr, nel momento in cui scriviamo la pagina conta 19,2mila follower), pubblica infatti video in cui, in modo appassionato e molto personale, racconta le carte da parati. Certo, è marketing, ma non solo, è amore sincero per il bello e per il suo lavoro. E la sincerità – sui social e nella vita reale – paga sempre. Gli abbiamo chiesto come ha iniziato e la sua visione futura del settore. Ecco cosa ci ha risposto.

Moreno, come ti è venuta l’idea di aprire Verdeolivia?

È stata una scelta sentimentale. Verdeolivia è parte integrante della società dei miei genitori ma è un progetto a cui pensavo da molti anni. Nel colorificio di famiglia abbiamo sempre trattato rivestimenti, resine, colori, ma ciò che mi interessava era una maggiore ricerca su prodotti di qualità, oltre a rivolgermi a un target più esigente. Quattro anni fa, il primo dicembre 2019, ho deciso di aprire uno showroom in cui poter incanalare i miei veri interessi. Verdeolivia è nato così, in concomitanza con la nascita della mia prima figlia, che guarda caso si chiama Olivia.

Hai aperto subito in via Piero della Francesca?

Moreno Guigli, titolare di Verdeolivia, definisce lo showroom di Milano non solo un ambiente di lavoro, dove presentare soluzioni e finiture d’arredo, ma un luogo d’incontro dove poter chiacchierare e scambiare opinioni. Ecco le sue parole: «È semplicemente casa mia».

No, inizialmente avevo aperto uno showroom vicino ad Abbiategrasso e un piccolo spazio di 25 mq a Milano, nello studio di architettura Lascia la Scia (di cui potete leggere a pag. 14!) con cui collaboro tuttora per diversi progetti. Il passaggio in via Piero della Francesca è avvenuto a ottobre 2022: ora il mio mondo è tutto lì.

A conti fatti il progetto Verdeolivia è nato poco prima della pandemia?

Sì, ho aperto a fine 2019 sulle ali dell’entusiasmo, ali che si sono poi frantumate qualche mese dopo con il primo lockdown. Mi sono comunque convinto di continuare a provarci, alla peggio sarei tornato indietro, a lavorare nell’attività di famiglia. Ho deciso così di incrementare la parte social e, per assurdo, la pandemia è stata il trampolino di lancio che ha fatto partire tutto. La mia pagina Instagram in quel periodo ha avuto un’impennata pazzesca, che mi ha consentito di sviluppare numerosi contatti e di ricevere le prime richieste commerciali. Il mio entusiasmo è cresciuto e ho deciso di non mollare. sivo, decido di cosa parlare due minuti prima di registrare. Non mi scrivo niente, vado a braccio. Purtroppo, non sono bravo a - sco essere spontaneo: se mi dovessi costruire il discorso sembrerei troppo scolastico. Mi devo divertire in quello che faccio, e nel mio caso riesco ad abbinare la anima commerciale e la mia anima da storyteller solo in maniera estemporanea.

L’ampio seguito su Instagram ti dà soddisfazioni nelle vendite?

A eccezione delle vendite agli architetti, la pagina Instagram è la prima fonte di contatto con i clienti privati, molto di più rispetto alla vetrina su strada. Anche per questo motivo ho chiuso lo showroom di Abbiategrasso e il piccolo studio a Milano, e ho concentrato tutta l’attività in via Piero della Francesca e nella vendita online.

La tua attività social è stata il risultato di una strategia di marketing?

Per niente. Sui social, personalmente, mi piace seguire determinate persone a prescindere da quello che offrono ma per come lo offrono. Così ho iniziato a parlare della mia grande passione per le carte da parati, a modo mio. Mi ritengo fortunato, ho facilità comunicativa e mi piace da sempre raccontare, che siano storie ai bambini o aspetti del mio lavoro. E per me la soddisfazione più grande è ricevere commenti di persone che mi dicono di non aver mai provato alcun interesse per le carte da parati, ma che si sono appassionate a questo mondo grazie ai miei racconti.

Quindi per te davvero la passione è tutto?

Sì, come per i video su Instagram, per me è fondamentale fare un lavoro che mi rende felice. E a me le carte da parati piacciono parecchio: anche da ragazzino, nel negozio dei miei, molto spesso mi rintanavo nel reparto dedicato ai parati: guardavo i cataloghi, ritagliavo campioni… Questo è uno dei motivi per cui devo ringraziare mia madre e mio padre, grazie alla loro attività sono riuscito a trovare la mia strada.

Rimanendo sulle carte da parati, secondo te quali sono le principali tendenze attuali?

Stanno iniziando a prendere piede i rivestimenti murali materici, realizzati con materiali come la paglia, la raffia, etc. Anche se in Italia continua a funzionare molto la decorazione: il 2023 è l’anno dei decorativi metallici, con colorazioni basate sull’oro e sul platino, e delle carte da parati panoramiche. Personalmente, sono un grande

- amante delle carte francesi e inglesi tradizionali. Altra tendenza, le carte digitali che partono da realizzazioni pittoriche.

E sull’uso dei parati, vedi qualche cambiamento?

In Italia l’utilizzo è ancora limitato a una parete su quattro, ma il numero di metri richiesto è in costante crescita.

E per il futuro, cosa ti immagini?

Per immaginare il futuro, guardo al passato. Le carte da parati hanno vissuto un periodo d’oro tra gli anni Sessanta e Ottanta, poi sono cadute in disuso: ricordo che a inizio Duemila, nell’azienda di famiglia, erano relegate in un angolino. Negli ultimi anni sono esplose nuovamente: oggi otto persone su dieci le desiderano almeno su una parete; l’utilizzo è totalmente sdoganato anche in ambienti umidi. Credo che la curva di crescita a un certo punto si fermerà, ma non ci sarà più una discesa verticale come in passato. Verosimilmente cambierà il modo di usarle: non ci sarà più la decorazione ostentata, si useranno carte meno invadenti ma su metrature più ampie. I vantaggi dei parati sono elevati, e le persone li hanno compresi: sono eleganti, hanno una resistenza superiore alla pittura e una maggiore lavabilità.

Con che criterio scegli le carte da parati da vendere alla tua clientela?

Seleziono ciò che mi piace, quando si vende, per me, è importante trasmettere il proprio gusto: ciò che vendo mi deve piacere altrimenti non sono credibile. Non mi ritengo un grande commerciale in tal senso, se mi rendo conto che la scelta del cliente non è tecnicamente corretta, mi oppongo, a costo di smenarci. Preferisco essere onesto, la mia è una consulenza sincera, e sono apprezzato per questo.

Per Conoscere Meglio Moreno Guigli

La tua ispirazione: tutto ciò che vedo. Stando attento non solo a vedere, ma a guardare con profondità: come sono vestite le persone per strada, come cambiano i colori nell’avvicendarsi delle stagioni, etc. Tutto diventa ispirazione per fare accostamenti di colori e di texture.

I tuoi maestri: mio padre Luca, che mi ha insegnato la dedizione al lavoro, e mia moglie Ylenia, che mi ha dato fiducia quando facevo fatica ad averne. Il tuo modus operandi: stare sempre attento al rapporto umano vero, reale. I social sono utili per il mio lavoro, e vanno riconosciuti come tali, ma è fondamentale non abusarne.

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