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RIVOLUZIONE… SU GRANDE FORMATO
LA STAMPA DIGITALE HA RIPORTATO IN AUGE LA CARTA DA PARATI, SVECCHIANDOLA E RENDENDOLA ATTRATTIVA PER AMBIENTI DIVERSI, DAI RISTORANTI AI LUOGHI DI LAVORO. CANON CON LA STAMPANTE
COLORADO E LA TECNOLOGIA UVGEL RIESCE A PORTARE SUL MERCATO
UNA PROPOSTA INTERESSANTE E INNOVATIVA
Una collaborazione nata da un “amico comune” e che mette in risalto le qualità dell’UVgel, inchiostro ecologico sul quale sono bassati i sistemi Colorado proposti da Canon. Ne abbiamo parlato con Enrico Restani, National Sales Manager (Large Format Grapichs) di Canon Italia.
Com’è nata la collaborazione con Ambientha?
Da un amico comune: Euroscreen, partner di rivendita di Canon con cui collaboriamo da circa 5 anni. Euroscreen ha una conoscenza molto forte del settore della carta da parati e ha venduto diverse Colorado in questo mondo. Noi avevamo chiesto a Euroscreen se alcuni dei loro clienti avessero piacere di stabilire una relazione diretta con noi e allo stesso tempo Ambientha aveva chiesto a Euroscreen se avessimo piacere di incontrarli. Da qui è nato un dialogo e poi la collaborazione.
E siete soddisfatti di questa collaborazione?
Ambientha è fresca e propositiva, quindi la collaborazione è molto positiva. Noi eravamo già connessi su LinkedIn, vedevo cosa facevano e mi piaceva molto.
Tutto quello che è il mondo della carta da parati è stato sempre visto un po’ come “vecchio”. Aziende come Ambientha sono riuscite a svecchiarlo è adesso è sicuramente più cool rispetto a qualche anno fa.
Sono certamente cambiati l’approccio e le possibilità. La carta da parati è sempre stata una cosa “da nonna”, con l’immaginario del tappezziere che arrivava a casa con il libro con fiori e trame predefinite che non si potevano personalizzare. La carta da parati nel tempo è andata un po’ in disuso, fino a quando la stampa digitale non è diventata sempre più ecologica e robusta. Così si è iniziato a pensare di poter decorare gli ambienti interni in sicurezza e con grafiche fantasiose e da poter cambiare a proprio piacimento. Da qui l’utilizzo della carta da parati è cresciuto moltissimo in tutti gli spazi che utilizziamo, dalla casa agli hotel, fino agli esercizi commerciali, ai ristoranti e agli ambienti di lavoro e di svago.
Per noi è stata una piacevole sorpresa, perché sapevamo che con Colorado avremmo toccato il mondo dell’interior decòr, ma non ci aspettavamo così tanta richiesta ed interesse.
A proposito di Colorado, parliamone nello specifico.
Nel mondo della stampa di grande formato la piattaforma principale che noi produciamo e commercializziamo da anni è una famiglia di sistemi flatbed che si chiama Arizona, un UV a letto piano su cui si appoggiano supporti rigidi e sui quali si vanno a realizzare diversi tipi di applicazione, principalmente di comunicazione visiva, ma non solo. Ci serviva però un’evoluzione tecnologica per conquistare il mondo della stampa a bobina dove ci sono i grandi volumi. Fino al 2017 nella stampa roll-to-roll
Canon non aveva una proposta outdoor, cioè sistemi che avessero la possibilità di realizzare stampe robuste, resistenti agli agenti atmosferici, che durassero nel tempo e che avessero anche le certificazioni ecologiche per poter essere utilizzate anche in ambienti indoor. Per poter rispondere a questa esigenza, Canon ha quindi scelto di lanciare una nuovissima tecnologia: l’inchiostro ecologico UVgel sul quale i sistemi Colorado sono basati.
E quali sono le caratteristiche di questo inchiostro?
L’UVgel è un incontro di consistenza gelatinosa, con diversi vantaggi che ne derivano. Ad esempio, il fatto che sia gelatinoso permette di manipolarlo in modi diversi dall’UV tradizionale. È poi costruito con logiche ecologiche, non ha odore, non emette nell’aria componenti dannose, è incredibilmente robusto e inoltre, poiché la polimerizzazione può avvenire anche in un secondo tempo, si possono ottenere diversi effetti dall’UV tradizionale. L’UV tradizionale infatti è un inchiostro liquido che, se non polimerizzato subito, genera dot gain facendo perdere di dettaglio alla stampa. La polimerizzazione immediata rende però le stampe opache, il che non è un male in sé, ma previene la possibilità di creare effetti e nuove possibilità. Con UVgel, invece, si possono realizzare stampe opache polimerizzando subito, o farlo dopo e ottenere stampe lucide. Così, sulla stessa stampante si possono realizzare effetti diversi senza alcuno sforzo. Inoltre, per mezzo dell’utilizzo delle lampade LED è anche possibile ottenere opaco e lucido contemporaneamente, realizzando effetti particolari molto interessanti in un mercato che cerca differenziazione. La famiglia di stampanti Colorado è diventata così un affiancamento di altissimo livello alla proposta Arizona. Oggi Colorado sta riscuotendo un grande successo di mercato, per tutti gli argomenti che ho indicato e soprattutto per la grande versatilità. È possibile infatti utilizzare decine e decine di materiali diversi, realizzando applicazioni anche molto diverse tra loro che toccano molti settori di utilizzo. Oggi abbiamo circa 200 sistemi installati in Italia sui quali i clienti realizzano interior decòr di alta gamma, ma anche comunicazione visiva, stampe tecniche, applicazioni industriali, decorazioni veicoli e molto altro ancora.
COME VALUTARE L’EFFICACIA DI UN ADESIVO PER INCOLLAGGI LEGNO-LEGNO?
COME SCEGLIERE UN ADESIVO PER AMBIENTI ESTERNI?
TROVIAMO LE RISPOSTE IN DUE NUOVE NORME TECNICHE PER GLI ADESIVI PER LEGNO NON STRUTTURALE
DI ING. PAOLO TIRELLI E DOTT. FRANCO BULIAN*
Il mondo degli adesivi per legno è da sempre caratterizzato da una fondamentale suddivisione tra i prodotti per applicazioni “strutturali” e quelli che, al contrario, servono per l’assemblaggio di elementi cosiddetti “non strutturali”. L’adesivo chiamato “strutturale” è un prodotto utilizzato per realizzare giunti che, una volta posti in opera, saranno potenzialmente sottoposti a sollecitazioni meccaniche rilevanti com’è appunto il caso di quelli impiegati in ambito edile per la realizzazione di elementi portanti. Per questi adesivi, il quadro normativo europeo risulta chiaro e ben definito con norme che servono a individuare l’ambito di impiego di un certo adesivo (ad esempio “interno” o “esterno”) con i requisiti che devono necessariamente essere soddisfatti in termini di prestazione. In termini molto generici le norme prescrivono che si debba verificare che un incollaggio, realizzato secondo certe modalità definite dalle norme di riferimento, resista a determinati carichi dopo opportuni trattamenti in acqua e/o condizionamenti. Se l’ambito strutturale risulta così ben definito, non altrettanto completo era fino a poco tempo fa il settore dell’applicazione del legno in ambiti “non strutturali”, ovvero quelli che non prevedono che i giunti incollati siano sottoposti a carichi meccanici importanti durante l’impiego finale. A questa carenza il mondo della normazione ha cercato di rispondere con due norme molto utili per la caratterizzazione e la scelta degli adesivi.
ADESIVI NON STRUTTURALI PER AMBIENTI ESTERNI, COME SCEGLIERLI?
Le domande che più spesso venivano poste ai tecnici del Catas durante i corsi per il settore dei pavimenti, dei rivestimenti in genere, dell’arredo urbano ecc, erano queste: “Che adesivo devo utilizzare per realizzare un pavimento o un rivestimento in legno per l’esterno? Che requisiti deve rispettare l’adesivo?”. Come detto queste semplici domande, fino a poco tempo fa, non potevano trovare una risposta tecnica che servisse a classificare gli adesivi per legno non strutturale. Sebbene non del tutto appropriate, per superare questa carenza tecni- ca, spesso venivano adottate anche in quest’ambito le norme per le applicazioni strutturali, con il conseguente impiego di adesivi adeguati per questa tipologia di giunti. Questa situazione portava tuttavia a dubbi, interpretazioni e discussioni non sempre facilmente dirimibili. Questa carenza tecnica-normativa e le sue conseguenze erano avvertite in molti ambiti europei tanto da suggerire la creazione di una norma specifica per questo settore anche in considerazione della rilevanza economica che rappresenta. Questi lavori normativi, a cui ha partecipato attivamente anche il Catas, hanno condotto a una lunga attività preliminare di sperimentazione con svariate prove interlaboratorio e confronti fra le esperienze di laboratorio di vari Paesi europei. Il 10 novembre 2021 il gruppo di lavoro WG12 del comitato tecnico di normazione europeo CEN/ TC193/SC1 ha finalmente completato l’iter per la pubblicazione della norma “EN 17619 Classificazione degli adesivi per legno per prodotti in legno non strutturali per uso esterno” recepita come norma UNI a fine febbraio 2022. Questo nuovo documento stabilisce una classificazione degli adesivi per legno per applicazioni non strutturali per uso esterno e va ad aggiungersi alle due storiche norme di classificazione degli adesivi per applicazioni sostanzialmente da interni, che sono rispettivamente la “UNI EN 204:2016 Classificazione degli adesivi termoplastici per legno per applicazioni non strutturali” e la “UNI EN 12765:2016 Classificazione degli adesivi termoindurenti per legno per applicazioni non strutturali”. Questo nuovo documento colma un vuoto normativo nella classificazione degli adesivi utilizzati in ambito non strutturale outdoor offrendo, a questo punto, al mercato un quadro normativo sufficientemente completo e dettagliato. La norma nello specifico prevede tre classi di durabilità: XT5, applicazioni esterne con rare esposizioni dirette agli agenti atmosferici nelle quali il prodotto di legno incollato si trova dietro rivestimenti o protetto da tettoie, capannoni aperti ecc.; XT6, applicazioni esterne con occasionali ma non persistente esposizione diretta agli agenti atmosferici; XT7, applicazioni esterne con frequente esposizione diretta agli agenti atmosferici ma non in contatto con il terreno. I relativi requisiti minimi prestazionali che l’adesivo deve raggiungere per poter essere inserito in una di queste tre classi prevedono l’iniziale preparazione di appositi provini di legno incollati con l’adesivo in esame. Questi provini sono poi divisi in due gruppi che vengono sottoposti a due distinti trattamenti di condizionamento preliminare, dopo i quali segue una prova di trazione. Gli esiti di queste determinazioni devono evidenziare il soddisfacimento dei requisiti mini di resistenza riportati nella seguente tabella: amente sono quindi due, sia per garantire delle prestazioni in condizioni cosiddette “umide” che a caldo, aventi lo scopo di valutare la potenziale tenuta di un adesivo per legno in ambienti esterni.
SCELTA DELL’ADESIVO PER INCOLLAGGI LEGNO-LEGNO NON STRUTTURALI.
MA L’ADESIVO TIENE?
La seconda norma europea pubblicata, dal titolo “UNI EN 17618:2022 Adesivi - Incollaggi legno - legno per impieghi non strutturali - Determinazione della resistenza al taglio per compressione” specifica un metodo per determinare la resistenza al taglio per compressione e la percentuale di cedimento coesivo del legno (asportato) di incollaggi legno-legno.
La resistenza al taglio ed il relativo tipo di cedimento sono parametri fondamentali per valutare l’efficacia di un incollaggio, permettendo innanzitutto di valutare se un adesivo è adeguato per l’incollaggio legno-legno e, in seconda battuta, di valutare e di bilanciare diverse proprietà dello stesso adesivo legato al suo impiego. La prova può essere infatti eseguita per stabilire ad esempio il tempo di pressatura necessario ma, in generale, per verificare gli effetti di tutte le operazioni (spalmatura, tempo aperto, ecc) che possono influire sull’esito finale del processo di incollaggio. Tale metodo può essere quindi utilizzato per definire i parametri per il corretto impiego di un certo adesivo, per settare un processo e, infine, anche come strumento per i controlli di produzione effettuato direttamente in fabbrica. All’interno del documento risultano particolarmente interessanti sia la possibilità di utilizzare qualsiasi tipo di legno per la prova (previa una sua caratterizzazione) sia il supporto fotografico fornito a corredo della norma, quale utile strumento per la valutazione dell’asportato. Ricordiamo infatti che l’asportato rappresenta l’area del giunto, in termini percentuali, in cui si osserva un cedimento coesivo del legno. Maggiore è questo dato migliore è tendenzialmente l’incollaggio effettuato dato che le forze adesive del processo realizzato superano addirittura le forze coesive interne del legno. Questo dato, così importante, è ricavato visivamente e la guida fornita dalla norma rappresenta pertanto un utile supporto pratico per queste valutazioni. In conclusione, questi due nuovi documenti normativi, per come sono stati pensati e realizzati, vogliono essere un utile strumento per supportare sia il comparto dei produttori degli adesivi che quello degli utilizzatori finali. Ricordiamo infine che il Catas è in grado di eseguire entrambe queste prove che vanno a completare i servizi che il laboratorio offre in merito ad adesivi e incollaggi.