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VIESTE, IL REGNO DELLA SELCE

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NATE PER CORRERE

NATE PER CORRERE

Se pensate che il Gargano sia da godere solo d’estate vi sbagliate di grosso. È vero che le sue falesie candide, i suoi archi in pietra e la sua costa alta e frastagliata lo rendono unico, ed è anche vero che la Foresta umbra è un miracolo naturalistico di pinete e roccia, ma uno sguardo più approfondito apre spiragli segreti. Passeggiando fuori stagione su una spiaggia di Vieste, non avrete diffi - coltà a riconoscere macchie scure allungate all’interno dei calcari composti da vari livelli che già destano impressione. Sono piccoli ma persistenti strati di selce scura che si sono formati, decine di milioni di anni fa, a grandi profondità in quell’oceano Tetide oggi scomparso, e poi si sono sollevati in superficie. La loro nera lucentezza non sfuggì ai nostri antenati di ottomila anni fa che ne provarono, nel contempo, la straor- dinaria efficacia per costruire utensili, lame, coltelli, punte di freccia. Grazie alla selce si svilupparono le prime economie, quando le miniere della Defensola erano il più grosso complesso industriale del Neolitico e i semilavorati di questo materiale viaggiavano per la penisola e prendevano addirittura il mare per arrivare presso altre comunità. Prima di diventare scrittori, i sapiens furono soprattutto minatori.

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