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L’arte nei secoli : i Preraffaelliti

L'arte nei secoli di Alice Vettorata

La Confraternita dei Preraffaelliti

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La confraternita dei Preraffaelliti è un movimento artistico britannico, nato a Londra nel 1884 grazie alla collaborazione di tre studenti della Royal Academy: William Holman Hunt, John Everett Millais e Dante Gabriel Rossetti. La motivazione che spinse i pittori a slegarsi dagli insegnamenti accademici fu il vincolo creato da dettami rigorosi che non permettevano di esprimere liberamente gli artisti studenti dell’Accademia.

Con il nome scelto per la confraternita, Pre-Raffelliti si fa riferimento al pittore rinascimentale Raffaello Sanzio, accusato da parte di questa nuova ideologia di essere stato il fautore di una pittura artificiosa, priva di purezza. Quindi, chi divenne modello per la confraternita? Coloro che si affermarono prima di Raffaello, ciò vale a dire i pittori del Quattrocento italiano. L’estetica medievale permise ai Preraffaelliti di riavvicinarsi alla sfera eterea delle tematiche religiose, protagoniste dei secoli bui. Il gruppo ottocentesco rappresentò con questa tecnica leggende, personaggi storici, protagonisti letterari ideati da Dante e Shakespeare e miti ambientati in Bretagna, come ad esempio i racconti presenti nel ciclo Arturiano, basati quindi sul Re Artù. Un filone narrativo che divenne particolarmente popolare durante il periodo Vittoriano, che influenzò inevitabilmente anche le arti. Le protagoniste principali nella pittura preraffaellita così come nella letteratura arturiana sono donne addolorate e giovani coppie coinvolte da struggenti amori impossibili. Una vicenda spesso discussa legata a questo movimento è la condizione delle modelle che posavano per essere ritratte, le quali vivevano momenti scomodi per l’intera durata della creazione di un quadro. Un esempio noto è quello della modella più affermata e richiesta dalla confraternita, Elizabeth Siddall, in un’occasione richiesta per dare vita a una delle opere iconiche del Movimento. Ophelia, di John Everett Millais. La protagonista di questo dipinto è tratta dal dramma Shakespeariano Amleto, nel quale il personaggio femminile che vive in balìa di eventi esterni decide di porre fine alla sua complessa esistenza annegando in un corso d’acqua. Questa è la sorte di Ophelia, personaggio letterario che ebbe ripercussioni anche sulla vita reale della modella. Elizabeth Siddall infatti, interpretandola per poter essere studiata da Millais rimase in posa per ore all’interno di una vasca d’acqua gelida, situazione che riproduceva fedelmente le caratteristiche del personaggio ideato da Shakespeare. I veli che coprivano il corpo fluttuavano leggeri nell’acqua, il colorito della pelle mutava e diventava visibilmente provato del gelo, pronto per essere replicato da leggere pennellate su tela. Ciò che conseguì a questa situazione fu una polmonite di severa entità per la ragazza, la quale soffrì per il resto della sua vita, cercando di attenuare il dolore con l’utilizzo smodato di laudano. Nonostante ciò la Siddall dopo il l’opera Ophelia venne sempre più richiesta dagli artisti per poter essere la loro musa, soprattutto da Gabriel Dante Rossetti, colui che le insegnò anche le tecniche pittoriche. Oltre alla sua carriera da modella iniziò anche quella da pittrice e poetessa appoggiata agli ideali e stilemi dei Preraffaelliti. Fu l’unica artista che espose il proprio lavoro al pubblico nel 1857, associando al termine confraternita anche la sorellanza di questa corrente. In questo nuovo gruppo al femminile si possono annoverare altre pittrici, dapprima spesso avvicinatesi al movimento proprio con il ruolo di modella, ma successiva-

mente approdate anche nel settore che coinvolgeva i colleghi. Jane Morris ad esempio iniziò la sua collaborazione con i Preraffaelliti in quanto modella capace di incarnare il lato più sensuale dell’amore, ma successivamente perfezionò le sue abilità nel ricamo, espressione artistica che le consentì di introdurre elementi cari alla corrente di coloro che ispirava anche su supporti tessili. Artiste di origini greche che esplorarono nuovi medium artistici furono Maria Zambaco e Marie Spartali. La prima realizzò sculture e medaglie, la seconda padroneggiò la tecnica dell’acquerello con la quale adorava ritrarre i protagonisti della letteratura inglese e italiana. Tra gli altri nomi presenti nella sorellanza è possibile trovare Annie Miller, meno fortunata delle precedenti, musa e amante di Hunt. Pittore che le diede il permesso, dopo diverse discussioni, di poter posare anche per altri ritrattisti. Sempre dovendo superare l’ostacolo della concessione da parte del compagno riuscì anche a frequentare la scuola, opportunità che le era stata negata causa le sue origini non abbienti. Hunt sosteneva di poter avere il controllo anche sulle finanze della donna, poiché fu colui che, a suo parere, le permise di riscattarsi da una vita ostile. La Miller non fu uno dei casi fortunati tra la sorellanza, ma ci consente di comprendere gli aspetti che, troppo spesso, ancora oggi ostacolano la libertà d’espressione del genere femminile.

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