3 minute read
Il personaggio di ieri: Marylin Monroe
Il personaggio di ieri di Laura Paleari
I 95 anni di Marylin Monroe
Advertisement
Marylin Monroe, nome d’arte di Norma Jeane, non fu solo un’attrice ma una vera e propria icona, un simbolo che ancora oggi, a 95 anni dalla sua nascita, affascina e fa sognare. Nata a Los Angeles il 1° giugno del 1926 da padre ancora oggi sconosciuto e una madre con gravi problemi economici e soprattutto mentali. L’infanzia di Marilyn non fu per niente facile, venne data in affidamento a parecchie famiglie e si dice subì addirittura molestie sessuali. Diventò subito casalinga, sposandosi con James "Jim" Edward Dougherty e abbandonando gli studi. Nel 1944 il marito decise di arruolarsi nella marina mercantile e così la giovane Norma traslocò a Los Angeles, coabitando con la suocera. Qui lavorò come operaia alla Radio Plane, la stessa fabbrica dove prima operava il marito e venne notata da un fotografo che stava realizzando alcuni scatti da mandare alle truppe al fronte, per tenere “su il morale” dei soldati. Da lì cominciò la sua scalata verso il successo, con molti cambiamenti: dopo il divorzio con il marito andò ad abitare con la madre, Gladys, dimessa dalla clinica dove era stata ricoverata per schizofrenia; nel frattempo la direttrice della più importante agenzia Hollywoodiana di pubblicità, Emmeline Snively, le tinse i capelli di quel biondo platino che tutti ricordiamo e le insegnò come parlare, come camminare e che tono di voce usare. Il 24 agosto 1946 firmò con la Fox il suo primo contratto cinematografico e fu il regista che l’aveva scelta, Ben Lyon, che le propose di utilizzare un nome d’arte: Monroe come il cognome da nubile della madre e Marilyn, pensando a Marilyn Miller; un nome con la doppia M che suonava sensuale e intrigante. Iniziò a studiare recitazione mentre lavorava come modella e, negli anni ’50, Marilyn ottenne il successo per cui aveva tanto faticato, girando alcuni dei film più iconici di sempre: “Gli uomini preferiscono le bionde (1953)”, "Come sposare un milionario (1953)” e “A qualcuno piace caldo (1959)”. Tutto questo grazie anche al supporto del suo nuovo marito, Joe DiMaggio e di Natasha Lytess, la sua insegnante di recitazione; proprio il rapporto di amicizia per molti ambiguo tra le due (la Lytess era una donna omosessuale) portò una crisi e poi il divorzio con il giocatore di baseball DiMaggio. Tuttavia, lui fu uno dei pochi che le stette vicino durante i ricoveri che l’attrice dovette subire. Se la fama di della Monroe cresceva sempre di più, la sua vita privata e sentimentale stava precipitando a picco: i suoi tentativi di avere delle relazioni più o meno stabili continuarono, così come il suo desiderio di diventare madre, cosa che non si avverrò mai. La sua relazione con Arthur Miller finì con un ennesimo, tragico, divorzio. Tentò di avere un bambino tre volte, le prime due si conclusero con un aborto e quando rimase incinta per la terza volta, si dice che avesse così paura di perdere il bambino che, durante le riprese dei film, scoppiasse in pianti e crisi isteriche, costringendo a rigirare le scene più e più volte; purtroppo anche questa volta perse il bambino al terzo mese. Marilyn si rivolse più di una volta alla psicanalisi e iniziò a fare uso di droghe, che divennero delle costanti nella vita della star, la quale dietro al sorriso dei riflettori, nascondeva una vita di diete ferree, un controllo maniacale da parte degli agenti, sempre spiata, sempre desiderata. Tra le relazioni più scandalose e celebri ci fu quella con il Presidente Kennedy, la quale è tutt’oggi avvolta da mistero: si dice che l’attrice fu costretta a scappare in Messico per abortire, poiché rimasta incinta del presidente e moltissimi sostengono che la sua morte fu causata dalla mafia, proprio per i suoi rapporti con i Kennedy; c’è chi dice fu causata dal governo stesso, in quanto era diventata dopo la relazione con il presidente, un personaggio scomodo per la stabilità e la credibilità della casa bianca. La situazione stava diventando sempre più insostenibile, Marilyn non studiava più le parti, era sempre triste, con molti, troppi, sbalzi d’umore e la Fox decise di licenziarla. Fu la governante a trovare Norma senza vita, il 5 agosto 1962, nella sua casa; la causa ufficiale della morte fu overdose da barbiturici.