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Riflessioni quotidiane
di Annamaria D’Onghia
Il distanziamento dei mondi: la fortuna di nascere in Occidente
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Come Occidente e terzo mondo reagiscono all’emergenza Covid 19 in corso: il divario tra la sanità dei paesi ricchi e di quelli poveri.
Nei confronti della pandemia, la sanità occidentale o dei paesi ricchi utilizza un approccio orientato alla prevenzione. Si cerca di limitare al massimo la diffu sione del virus attraverso il distanziamento sociale, il lavaggio delle mani assieme all’utilizzo di mascherine e guanti, la sanificazione dell’ambiente e con test per la diagnosi precoce, in modo da isolare i pazienti. L’Occidente mira a vaccinare tutta la popolazione, ma ci saranno le risorse per farlo anche con i paesi più poveri? Nei paesi a bassissimo reddito e con condizioni economiche, sociali e politiche particolarmente gravi, il distanziamento sociale è considerato un lusso. Infatti, migliaia di persone vivono in baraccopoli talmente am massate che la protezione dal droplet dei vicini di baracca è impraticabile. In questi paesi manca anche l’assi stenza sanitaria più elementare e addirittura risorse come acqua incon taminata o cibo ben conservato non sono da dare per scontate. I loro abitanti non hanno quindi altro da fare che sottomettersi al virus. Purtroppo, anche di fronte ad un’emergenza umanitaria come la pandemia da Covid 19, nascere in Occidente rispetto che in un paese sottosviluppato vuol dire avere la possibilità di curarsi o meno. A questo spesso non pensiamo, ma non pos siamo far sì che la distribuzione così iniqua delle risorse passi inosservata anche oggi.
L’ARCO E IL CANCRO
In Spagna si sta sviluppando una nuova terapia dedicata alle donne operate di tumore al seno: il tiro con l’arco.
Alle donne con un tumore al seno in stadio avanzato vengono spesso rimossi i linfonodi ascellari perché c’è il rischio che le cellule tumorali, attraverso i vasi linfatici, arrivino fin lì, con possibili metastasi in altri organi. La linfa, che dovrebbe essere filtrata dai linfonodi, tende così ad accumularsi nei tessuti del braccio, provocando un gonfiore invalidante e dolore. Per trovare sollievo, queste donne sono quindi costrette ad utilizzare una fascia elastica che favorisce il drenaggio dei liquidi. Due medici spagnoli amanti del tiro con l’arco hanno pensato di utilizzare questo sport per sollevare l’umore nelle loro pazienti oncologiche. Con grande sorpresa, le pazienti che avevano subito mastectomia con l’asportazione dei linfonodi hanno riscontrato non solo un beneficio psicologico, ma anche una notevole riduzione dell’edema (gonfiore) e dei sintomi associati. La reazione è dovuta alle vibrazioni prodotte dallo scoccare della freccia, che fungono da massaggio drenante. La cosa interessante è che proprio questo effetto collaterale che si verifica a seguito del rilascio della corda è nemico dei tiratori di alto livello, che cercano di eliminarlo il più possibile. In Spagna, i risultati sono così incoraggianti che l’Associazione spagnola contro il cancro (AECC) ha incentivato i centri sportivi di tiro con l’arco a promuovere questo sport alle donne con una storia di tumore al seno. Annamaria D’Onghia