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Uomo e natura: corpo forestale e ASUC

Uomo e natura

Corpo forestale e ASUC: il bosco bene comune

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Nel blog di Vaia (www.vaiawood.eu) mi sono occupato del progressivo abbandono delle Carte di regola, an ticamente mezzo per la salvaguardia dei beni comuni boschivi nelle Alpi trentine. A testimonianza del vuoto che quelle antiche istituzioni hanno lasciato, i periodi immediatamente se guenti alla loro abolizione, così come dopo le due guerre mondiali, hanno visto un impoverimento dei boschi provinciali senza precedenti. Benché dovuto perlopiù a legittime esigenze sociali, tale fenomeno ha di fatto de strutturato le principali caratteristiche di un corretto equilibrio ecosistemico, andando a ridurre le masse legnose, lo strato umifero, la componente fauni stica, e la varietà botanica. Per quanto eccezionale sia stata la distruzione portata dalle due Guerre, quell’equi librio mantenuto nel corso dei secoli è così venuto a mancare, dopo il decadimento di quelle semplici ma efficaci regole. Sono due le realtà che hanno acquisi to rilevanza dal secondo dopoguerra in poi per la gestione dei patrimoni boschivi del Trentino: le cosiddette Amministrazioni Separate di Uso Civico (ASUC) e il Corpo Forestale Provinciale.

L’avvento delle Amministrazioni Separate di Uso Civico

Secondo Mauro Nequirito, studioso delle comunità rurali trentine attivo fino a pochi anni fa presso la Soprin tendenza provinciale trentina per i Beni culturali, le amministrazioni degli usi civici introdotte nel 1952 possono essere considerate i veri e propri eredi degli antichi diritti esercitati attraverso le Carte. Si tratta di un tema cui viene dato particolare spazio nel territorio provinciale: va segnalato ad esempio il Centro studi sui demani civici dell’U niversità di Trento, che per la prossima Riunione scientifica annuale ha in pro gramma un interessantissimo affondo sull’impatto dei cambiamenti climatici in ambito rurale. Ciascuna amministrazione ha le pro prie specificità; qui osserveremo più da vicino il funzionamento dell’ASUC di Pergine Valsugana, con la quale Vaia collabora attivamente per completare la ripiantumazione di ripristino nelle aree colpite dalla tempesta del 2018.

L’importanza locale delle ASUC: il caso di Pergine

L’ASUC di Pergine ha in gestione una superficie boschiva di oltre 380 ettari, occupandosi prevalentemente del taglio e dell’utilizzo del legname, oltre che di piccole migliorie manutentive. Il taglio segue un piano decennale approvato dal Servizio Foreste e fauna della Provincia Autonoma di Trento (che opera territorialmente attraver so il Corpo forestale provinciale), e prevede la vendita del legname con un accantonamento del 10% o più

di Alessandro Veneri dei ricavi, per completare interventi strutturali in accordo con la Forestale stessa. A seguito della tempesta, che ha abbattuto un numero consistente di alberi, non si possono eseguire tagli consistenti del soprassuolo forestale, dovendosi limitare – in molti casi – alle necessarie cure colturali e al prelievo dell’uso civico. Ciò, unito a un conco mitante drastico calo nel prezzo del legname, sta mettendo alla prova la capacità di ASUC di generare ricavi in questo particolare frangente. L’attività di taglio ed esbosco viene appaltata a ditte del luogo, contribuendo come Vaia allo sviluppo dell’economia locale. Una funzione che richiama maggiormente le antiche usanze è l’assegnazione del diritto di legnatico: ogni 3 anni, ciascuna famiglia residente nel comune catastale di Pergine ha diritto a richiedere l’assegnazione di una quota disponibile di legname, combu stibile o da costruzione. L’ASUC di Pergine riveste un’importante funzione di supporto alle realtà locali elargendo donazioni liberali, curando eventi culturali che hanno a tema la cura del territorio alpino e promuovendo progetti didattici nelle scuole.

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