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Conosciamo il territorio: insediamenti umani in Valsugana

Conosciamo il territorio

Insediamenti umani in Valsugana e dintorni nell’Età del bronzo

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Nel Bronzo Medio, quel periodo della preistoria che va dal sedicesimo al quattordicesimo secolo a.C. la Valsugana conobbe una graduale occupazione delle sue vaste e assolate aree collinari. In tutta Europa quest’epoca vide fiorire alcune culture e civiltà, soprattutto nel Mar Egeo e nelle isole britanniche, che divennero culle di civiltà complesse e articolate, nelle quali fiorivano il commercio e gli scambi. Anche l’Europa continentale vide il crescere costante di società sempre più complesse; ciò accadde anche in Trentino.

Isiti più importanti di questo periodo nell’area della Valsuga na sono i Montesei di Serso e i Dossi di Vigolo Vattaro dove alcuni abitati sorsero e si svilupparono su terrazzi, anche artificiali, posti sui versanti soleggiati di piccole alture. La vita di queste comunità aveva infatti bisogno di questo tipo di posizione, dato che la loro economia era basata sull’allevamento a transumanza a breve raggio, e sulla coltivazione e raccolta di prodotti vegetali come testimoniano i semi di orzo, frumento, mela e corniolo ritrovati ad esempio a Vigolo Vattaro durante alcuni scavi archeologici. Il passaggio all’epoca successiva, quella del Bronzo Recente (XIV-XIII sec. a.C.), è segnato dall’espansione di insediamenti in fondovalle, mentre l’inizio del Bronzo Finale (XII-X sec. a.C.) coincide con il diffondersi della “cultura di Luco”. Nota anche come cultura di Luco-Meluno dalla località di Meluno nei pressi di Bressanone dove, nel 1927, un archeologo trovò i primi resti di una brocca, è una cultu ra di origine trentino-altoatesina che si espanse in tutto il Tirolo e in Enga dina, ed è caratterizzata dalla produzione di boccali molto particolari dalla

tipica forma rostrata. Particolarmente pugnale di Civezzano, gli spilloni di bello è il boccale dei Montesei, ritro Levico, l’ascia di Tenna, il falcetto di vato in frammenti e successivamente Borgo-San Pietro e gli oggetti del ricostruito. Ed è nel Bronzo Finale che ripostiglio di Strigno. le attività estrattive e metallurgiche Il sito di Acqua Fredda al passo del Re riprendono intensamente non solo debus è raggiungibile in automobile ai Montesei, ma anche nel pinetano, ed è aperto al pubblico tutto l’anno; è nella Valle dei Mocheni e nel Tesino: corredato da pannelli esplicativi che aree fusorie sono state individuate illustrano il funzionamento dei forni e sulle sponde del lago delle Piazze a la vita delle popolazioni dell’epoca. Bedollo, fonderie per l’estrazio ne del rame alla Malga ComSito archeologico Montesei di Serso Pergine (dal libro brancoi, nove forni ad Acqua pergine visioni d'autore - archivio Apt Valsugana) Fredda al passo del Redebus, scorie e materiali macinati in val Scura-Val dei Zotta e nei prati di Fradea a Castel Tesi no, una discarica mineraria a Vetriolo. Di questi periodi i reperti più interessanti ritrovati in Valsu gana sono oggetti in metallo, armi o attrezzi che suggeri Montesei di Serso (Apt Valsugana) scono una fase di benessere economico ricca di relazioni con i mondi circonvicini. In questo senso vanno letti gli schinieri (parte dell’armatura che proteggeva le gambe) dei Masetti di Pergine, le spade della palude Pudro di Pergine e di Villa Agnedo, l’ascia e il di Elisa Corni

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