Valsugana News n. 2/2015 Giugno

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SALVIAMO L’OSPEDALE

DI BORGO VALSUGANA Il S. Lorenzo - 1916

LA TRAGEDIA DEL NEPA L NOSTRO REPORTAGE VIOLENZA E FEMMINICIDIO

BASSETTI A LEVICO 64 ANNI DI STORIA

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ALSUGANA NEWS

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L’EDITORIALE

Cari Lettori, sfogliando questo numero di ValsuganaNews,Vi accorgerete che al suo interno non sono stati pubblicati articoli, dati, numeri, percentuali, nomi dei sindaci eletti nelle elezioni del 10 maggio scorso, nonché i risultati dei ballottaggi del 24 u.s. Una scelta editoriale, la nostra, motivata dal fatto che, per oltre 90 giorni gli organi di informazione (giornali, radio, televisione) con l'aggiunta degli innumerevoli volantini e pieghevoli elettorali vari, hanno in gran parte riempito la Vostra quotidianità. Ci è sembrato quindi opportuno non continuare a farlo, ripetendo, per l’ennesima volta, ciò di cui Voi, sicuramente, siete già stati informati.

FUGA POLITICA DALLA

NOTA DI REDAZIONE

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 di Armando Munaò

l dato più significativo delle recenti elezioni del 10 maggio, al di là dei risultati politici, è stata la crescita dell'astensionismo in tutti i comuni di una regione da sempre caratterizzata dalla grande partecipazione al voto. E le cifre parlano chiaro e in maniera inequivocabile: In Alto Adige dal 74,6 si è passati al 66,9 mentre in Trentino dal 69,8 al 63,7. Un’ulteriore conferma della disaffezione alla politica da parte dei cittadini è il fatto che in ben sei comuni (cinque in Trentino e uno in Alto Adige) addirittura non si è raggiunto il quorum dei votanti (meno del 50%). In Valsugana è successo a Samone (46%) e Roncegno Terme (45,6%). I due candidati però, possono essere contenti lo stesso poiché, seppur battuti dal disinteresse degli elettori, potranno lo stesso occupare la poltrona di primo cittadino in quanto un particolare comma della legge elettorale prevede che per il conteggio del quorum, in caso di un unico candidato sindaco, non debbano essere computati gli elettori iscritti all'anagrafe dei residenti all'estero. E quindi Enrico Lenzi di Samone e Mirko Montibeller di Roncegno saranno i sindaci delle loro rispettive comunità. Tornando ai dati prettamente politici, oltre alla “fuga” degli elettori, il risultato più eclatante è quello ottenuto dalla Lega Nord di Matteo Salvini che ha visto aumentare considerevolmente i voti: in molti comuni ha raddoppiato, se non addirittura triplicato i consensi. Il PD, anche se si può considerare soddisfatto dei risultati ottenuti, guardando le percentuali, non può certo “cantar vittoria”. Secondo le previsioni della vigilia, il partito di Matteo Renzi, vista la situazione nazionale, avrebbe vinto a man bassa, anzi stravinto queste elezioni. Invece così non è stato. Anche il Movimento 5Stelle si può considerare soddisfatto dei risultati ottenuti. E Forza Italia? Un’autentica Waterloo che ha portato i consensi elettorali a scendere fino ad un misero 4%. Percentuale questa che ha suggerito non solo una revisione della politica regionale, ma anche un possibile azzeramento dei vertici locali. In chiusura, ritengo che una particolare citazione debba essere rivolta a Giacomo Pasquazzo, neo sindaco di Ivano Fracena perché con suoi 23 anni è stato il sindaco più giovane eletto in Trentino.

COMUNICATO AI LETTORI Chi desiderasse pubblicare su VALSUGANA NEWS un articolo o un qualsiasi testo può farlo inviando una email a: direttore56@hotmail.it. Il testo (di massimo 30/35 righe) dovrà necessariamente contenere: nome e cognome di chi lo ha scritto nonchè i dati anagrafici e di residenza è un recapito telefonico per contatto e verifica. NON SI ACCETTANO ARTICOLI O SCRITTI ANONIMI: Il Direttore Responsabile si riserva la facoltà di approvare o meno la pubblicazione. Chi non desidera evidenziare il proprio nome e cognome dovrà chiederlo per iscritto ed il suo articolo sarà pubblicato con la dicitura “lettera firmata”. In questo caso l'articolo sarà conservato in archivio con tutti i dati richiesti.

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I R O T T E L I A IE Z A R G UN I T IS N O ZI R E S IN I L G I T T U T EA

SPEDALE SALVIAMO L’O UGANA

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Il S. Lorenzo - 1916

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uando nelV mese di aprile abbiamo deciso di intraprendere l’avventura di VALSUGANA NEWS eravamo dubbiosi, e non poco, sia sul riscontro che il nuovo periodico avrebbe avuto da parte dei lettori e sia sul fatto di dovere convincere i potenziali clienti a sottoscrivere i necessari e indispensabili contratti pubblicitari per la vita del giornale. Una concreta obiettiva difficoltà, questa, considerato il particolare momento di crisi economica che sta interessando e certamente coinvolgendo gli operatori economici. Eravamo però fiduciosi nelle nostre intenzioni perché, presentando agli inserzionisti un nuovo giornale nella grafica, nei contenuti, nell'impaginazione, e nella carta, saremmo riusciti, ed era questo che sinceramente speravamo, ad accattivare il loro interesse e la loro curiosità. E così, è stato. I titolari delle molteplici attività, industriali, commerciali e artigianali, che operano in tutta la Valsugana, conoscendoci, ci hanno dato fiducia “sulla parola”. Hanno creduto al nostro progetto e, con le loro pubblicità, lo hanno decisamente sostenuto e aiutato. E di questo li ringraziamo. E poi, dopo aver letto il primo numero, con i loro successivi riconoscimenti e favorevoli pareri, ci hanno dato la necessaria linfa e l’indispensabile energia ALSUGANA NEWS

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propulsiva per continuare sulla strada, all’inizio forse inconsciamente, da noi intrapresa. Un altro elemento ESCE IL 1° DI OGNI MESE IN TUTTA LA VALSUGANA però, in questo articolo, deve essere sottowww.valsugananews.com lineato e parimenti evidenziato: i lettori. Ed è anche a loro suoi contenuti spazieranno tra cronache è doveroso indirizzare una diversa che e fatti del nostro quotidiano, tra ine quanto mai amichevole e grata atten- terviste, inchieste e approfondimenti, passando attraverso temi di alimentazione. E’ da loro, dai lettori che sono i veri ed zione, medicina, salute, sport, arte, trainappellabili giudici, che ci sono giunti dizioni e rubriche varie. Ampio spazio e pervenuti gli unanimi consensi e i sin- riserveremo agli aspetti socioeconomici ceri riconoscimenti per VALSUGANA del nostro quotidiano con una informaNEWS, per questo nostro prodotto edi- zione a 360° che evidenzierà tematiche toriale che se manterrà le premesse che e problematiche non solo locali o regione hanno motivato la sua nascita, do- nali, ma anche nazionali e internaziovrebbe diventare, e questo è il nostro nali. Non solo, ma ci pare anche grande augurio e la nostra più sentita doveroso sottolineare, ancora una speranza, il periodico cui i Valsuganotti volta, che VALSUGANA NEWS è un possono fare riferimento per la loro in- free-press non schierato politicamente formazione e per una migliore e più ap- e quindi suo compito sarà quello di profondita conoscenza del loro dare una corretta e giusta informazione dei fatti e degli eventi, siano essi politerritorio. E allora permetteteci di ripresentare a tici, sociali ed economici, senza prenVoi, inserzionisti e lettori, gli elementi dere posizione alcuna e quindi non portanti che sono l’essenza editoriale di voler minimamente influire su quello VALSUGANA NEWS: un mensile distri- che è e potrà essere il giudizio del letbuito gratuitamente all’inizio di ogni tore. mese e posizionato in oltre 560 punti Armando Munao’ di pubblica affluenza della Alta e Bassa Cristina Dellamaria Valsugana, Pinetano, Valle dei MoEnrico Coser cheni, Vigolana e Tesino compresi. I

IL NUOVO MENSILE GRATUITO

COMUNICATO AI LETTORI Chi desiderasse pubblicare su VALSUGANA NEWS una comunicazione informativa relativa ad una manifestazione, un pubblico dibattito, un incontro culturale, una riunione o una assemblea di una qualsiasi associazione può farlo inviando una email a: direttore56@hotmail.it oppure a info@valsugananews.com. Il testo dovrà necessariamente contenere: nome e cognome e recapito telefonico di un responsabile per contatto e verifica.

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IL SOMMARIO EDITORIALE di Armando Munao’ ..................................... 3 UN GRAZIE AI LETTORI............................... 4 LA MENTE DISTORTA ................................ 20 IL DIVORZIO IN ITALIA ............................. 23 CULTURA E SCUOLA .................................. 32 FEMMINICIDIO E VIOLENZA DONNE... 35

MATTEO SALVINI intervista esclusiva

PAG. 7

IL RISORGIMENTO ITALIANO .................... 38 BASSETTI..64 anni distoria ......................... 39 IL RINNOVO DELLA PATENTE..................... 43 BRIDGE PASSIONE E AMICIZIA ...................44 LA POVERTÀ ............................................. 45 LE CRONACHE .......................................... 47 CONOSCIAMO LE AZIENDE ........................ 50

SALVIAMO L’OSPEDALE DI BORGO

PAG. 15

UNA SERATA IN ALLEGRIA......................... 57 LE CRONACHE BREVI ................................ 58 MODA MARE ............................................. 64 BARBER DAY ........................................ 65 PICCOLI AMICI ......................................... 67 Le Vaccinazioni

NEPA L… UMA NA A I D E G A TR

PAG. 27 - 30

BENESSERE & SALUTE............................... 68 MEDICINA & SALUTE..................................70 LA CULTURA NEI LIBRI...............................72 PANE E FANTASIA ......................................74 L’ANGOLO DEI RISOTTI ..............................75 ASTRONOMIA-ASTROLOGIA................ 76 I GEMELLI - la costellazione e l’oroscopo PER CHIARA UNA BORSA DI STUDIO ..........78

IL TEATRO COMUNALE DI PERGINE

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ANNO I – N° 2 – GIUGNO 2015 DIRETTORE Cristina Dellamaria DIRETTORE RESPONSABILE Armando Munao’ - 333 2815103 VICEDIRETTORE Roberto Paccher COORDINAMENTO EDITORIALE Enrico Coser COORDINAMENTO PUBBLICITARIO Cristina Dellamaria - 347 6475297 COLLABORATORI Luisa Bortolotti - Erica Zanghellini - Aldo Gravino Antonella Iozzo - Michele Luongo - Mario Pacher Alfredo Nepi - Franco Zadra Laura Fatini - Francesca Schraffl CONSULENZA MEDICO - SCIENTIFICA Dott.ssa Cinzia Sollazzo - Dott. Alfonso Piazza Dott. Giovanni Donghia - Dott. Marco Rigo EDITORE Edizione Printed srl Viale Vicenza, 1 - Borgo Valsugana IMPAGINAZIONE, GRAFICA Grafiche Futura STAMPA Grafiche Futura - Mattarello www.valsugananews.com info@valsugananews.com Registrazione del Tribunale di Trento: nr. 4 del 16/04/2015 Tiratura n° 7.000 copie Distribuzione: tutti i Comuni della Alta e Bassa Valsugana, Tesino, Pinetano e Vigolana compresi COPYRIGHT - Tutti i diritti di stampa riservati Tutti i testi, articoli, interviste, fotografie, disegni e pubblicità, pubblicati nella pagine di VALSUGANA NEWS e sugli Speciali di VALSUGANA NEWS sono coperti da copyright EDIZIONI PRINTED e quindi, senza l’autorizzazione scritta del Direttore, del Direttore Responsabile o dell’Editore è vietata la riproduzione o la pubblicazione, sia parziale che totale, su qualsiasi supporto o forma. Gli inserzionisti che volessero usufruire delle loro inserzioni, per altri giornali o altre pubblicazioni, possono farlo richiedendo l’autorizzazione scritta all’Editore, Direttore Responsabile o Direttore. Quanto sopra specificato non riguarda gli inserzionisti che, utilizzando propri studi o agenzie grafiche, hanno prodotto in proprio e quindi fatta pervenire, a EDIZIONI PRINTED, le loro pubblicità, le loro immagini i loro testi o articoli. Per quanto sopra EDIZIONI PRINTED si riserva il diritto di adire le vie legali per di tutelare, nelle opportune sedi, i propri interessi e la propria immagine.

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NOSTRA INTERVISTA ESCLUSIVA

La parola a...

 di Roberto Paccher

MATTEO SALVINI

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alvini, europarlamentare, classe 1973, ha preso le redini del partito del Carroccio poco più di un anno fa, e secondo gli ultimi sondaggi ha più che triplicato i consensi della Lega Nord. Oggi, per moltissimi italiani, anche non leghisti, e per i maggiori organi di stampa, è l’unico vero antagonista, di Centro Destra, di Matteo Renzi, avendo ampiamente superato, nelle intenzioni di voto, Forza Italia di Silvio Berlusconi. Al parlamento europeo si è alleato con il Fronte Nazionale di Marine Le Pen, con il quale condivide la battaglia per l'uscita dall'euro ed il ritorno alle monete nazionali, oltre ad una rigida politica sull'immigrazione e un sostanziale ridimensionamento dell'influenza dell'Europa sulla sovranità nazionale. Ha dato vita anche

ad un suo movimento chiamato “Noi con Salvini” che si presenterà al Sud e Centro Italia, dove la Lega Nord non è radicata. A detta dei più il suo linguaggio è schietto, diretto, pungente, senza giri di parole, e forse anche per questo, continua a veder crescere i consensi intorno alla sua persona. Per i leghisti, e non solo per loro, Salvini è un uomo fuori dagli schemi, coraggioso, coerente, ed infaticabile. Ha saputo trarre il massimo profitto anche dalle nuove frontiere della comunicazione come facebook e twitter. Cresciuto politicamente nella Lega Nord il suo habitat naturale sono le piazze, i mercati ed i gazebo, dove può essere a stretto contatto con la gente.

Valsugana News, da questo numero, riserverà ampio spazio-intervista ad un esponente nazionale e/o regionale della politica italiana. Ogni mese contatteremo tutti i partiti per una intervista esclusiva e, in caso di non accettazione, informeremo i nostri lettori chi non ha voluto aderire a questa nostra iniziativa. Abbiamo iniziato con Matteo Salvini, Segretario della Lega Nord, poichè, in quest'ultimo anno, è diventato il segretario politico che più di ogni altro sta interessando i media e la pubblica opinione. L'intervista è stata realizzata in occasione di una sua visita a Borgo Valsugana per le elezioni comunali del 10 maggio.

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L'INTERVISTA Onorevole Salvini, il Suo partito è in continua crescita ovunque ed ha superato, secondo tutti i sondaggi, Forza Italia e ora sta tallonando il movimento 5 Stelle di Beppe Grillo. Dove può arrivare questa Lega Nord? “Se gli italiani ci aiutano desideriamo arrivare a governare per cambiare il nostro paese, sempre più oppresso da una tassazione pazzesca, da una burocrazia che non ha logica e da una politica che fa solo e solamente i propri interessi. Il tutto, purtroppo a svantaggio dei più deboli e dei più bisognosi. Mi fa piacere la crescita della Lega Nord, che stanno aumentando gli iscritti, e che i sondaggi siano buoni e ci danno in continua crescita. Ritengo che le persone siano ormai stufe di questa politica e di questi “politicanti”. Lei ha dato vita qualche mese fa al movimento “Noi con Salvini” che punta a sfondare al Sud. Come sta procedendo questo progetto? “Sta crescendo in modo inaspettato, non riusciamo a evadere tutte le richieste di gente che vuole aderirvi. Alle prossime elezioni amministrative di maggio, tra Puglia, Campania, Lazio, Abruzzo e Sicilia, siamo presenti con una cinquantina di candidati sindaco nostri. Stiamo crescendo molto e d'altronde se vogliamo governare dobbiamo prendere voti in tutta Italia.

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La Lega Nord alle elezioni regionali si è nuovamente alleata con Forza Italia. E’ stata di nuovo rinsaldata l’asse con il partito di Berlusconi anche a livello nazionale? “No. Questa alleanza ha carattere esclusivamente locale. Le regioni e le province si occupano di ospedali, di scuole, di strade, e quindi l'alleanza a livello amministrativo può andare bene, ma non a livello nazionale dove ancora troppe sono le distanze sui temi dell'Europa, dell'euro, dell'immigrazione e delle tasse. In questo momento la Lega Nord, nel panorama delle elezioni politiche nazionali corre da sola. Se invece su questi punti altri partiti trovano corri-

spondenza, allora il discorso delle alleanze può e forse cambierà”. Qual'è il Suo parere sul governo Renzi? “Tante promesse, tante aspettative,e tanto, ma tanto parlare. Potrei anche dire,molte ma molte chiacchiere e poco o nulla di concreto. E che poco sia stato fatto lo testimoniano dati e numeri inconfutabili: abbiamo la disoccupazione ai massimi storici, il debito pubblico non è mai stato così elevato, i giovani non vedono futuro, le tasse sono cresciute in maniera inarrestabile e continuamente vessano i cittadini, specialmente i più poveri ed i meno abbienti,


e un'immigrazione fuori controllo. A distanza di un anno Renzi ha fatto ben poco di quanto promesso”. Uno dei cavalli di battaglia della Lega Nord è l'uscita dall'Euro. A suo avviso è una strada ancora percorribile e in che modo? “A dire il vero è l'euro che uscirà dall'Europa. A prescindere dalle battaglie della Lega, l'euro, che ha portato vantaggi a pochi ed enormi svantaggi a tanti, è ormai superato e necessariamente dovrà essere eliminato dalla nostra economia per il fallimento che ha comportato. Basta veder cosa sta succedendo in Grecia. Noi dobbiamo prepararci tornare ad essere padroni della nostra moneta, della nostra vecchia “lira””. Lei a livello europeo ha siglato un'alleanza con Marine Le Pen, si tratta solo di un apparentamento al parlamento europeo o è qualcosa di più? “Con Marine Le Pen condividiamo la battaglia contro l'immigrazione senza

controlli, contro l'euro, contro l'estremismo islamico, per la tutela dei prodotti locali, quindi per il made in Italy, per l'agricoltura, per la pesca, per superare questa Europa che pone solo vincoli e non aiuta niente. Con Le Pen quindi si tratta di un'alleanza a lungo termine”. Per quanto riguarda l'immigrazione viviamo una situazione ogni giorni più drammatica. Come possiamo difenderci dal rischio di venire letteralmente invasi da immigrati provenienti dal continente africano? “L'immigrazione clandestina costa all'Italia una cifra decisamente “pazzesca” Basti pensare che lo Stato paga, per ogni clandestino, circa mille euro al mese. E' vero che questi soldi non vanno nelle tasche degli immigrati (purtroppo altri si riempiono la pancia) ma è altrettanto vero che sono sempre gli italiani a pagare. La nostra proposta (ovviamente trovando le giuste intese

per una giusta e corretta applicazione) è quella di sostenere gli immigrati nei loro paesi d'origine,allestendo in Nord Africa dei punti accoglienza, di riconoscimenti e di identificazione per chi è veramente profugo, che è la minima parte, bloccando invece l'80% della gente che entra nel nostro paese in maniera clandestina”. Qual'è il suo parere sugli immigrati che vengono alloggiati in alberghi a spese dello Stato? “Abbiamo un ministro dell’Interno ed

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...arriviamo dalla Sicilia, la terra del sole, del mare, delle meraviglie archeologiche, del buon gusto e della buona cucina, per farVi riscoprire la gioia dei buoni sapori ricchi di tradizione culinaria e per trasmetterVI con i nostri prodotti artigianali, l'essenza della nostra cucina e del buon cibo italiano, Il tutto preparato con vero amore, cura e passione. Elementi che da sempre hanno caratterizzato il nostro operare che ci è stato tramandato dalle generazioni passate Franco e Manuela

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un governo che stanno facendo gli “affittacamere” per i clandestini. E lo fanno pur sapendo che oltre 4milioni di italiani vivono sotto la soglia di povertà reale. Mi va bene se lo Stato, dopo gli appropriati controlli e verifiche, concede la giusta ospitalità nei centri di accoglienza a coloro i quali fuggono dalla guerra, ma alloggiare in hotel a quattro stelle gli immigrati clandestini o presunti tali, non mi sembra proprio una scelta politicamente, moralmente ed economicamente giusta. Sono dell'avviso che prima di pensare agli immigrati dobbiamo necessariamente prenderci carico e provvedere agli italiani poveri e che, non di rado, hanno anche seri problemi di sopravvivenza”

A suo parere quel è il comportamento dell'Europa per aiutare l'Italia in una politica di contenimento di questi sbarchi? “L'Europa su questo argomento non ci è assolutamente di aiuto. Parla di solidarietà, di rispetto e di aiuto, ma poi, nei fatti,ci lascia soli. Vorrei ricordare che L'Italia versa ogni anno 16 miliardi di euro all'Europa e ce ne ritornano meno di 10, quindi non solo ce ne rimettiamo in direttive illogiche e che non hanno senso, ma anche economici. Sul tema dell'immigrazione l'Europa ha più volte ripetuto che è un problema nostro, o meglio della nazione che per prima accoglie gli immigrati, quindi principalmente dell'Italia”.

Se fosse Lei il ministro dell’Interno cosa farebbe? “Chiamerei i comandi della Guardia costiera e della Marina militare e darei l'ordine alle navi di pattugliare le acque territoriali, soccorrere chi deve essere soccorso, evitare le tragedie in mare, combattere con tutti i mezzi gli scafisti e poi non far sbarcare assolutamente nessuno. Ormai gli arrivi nel nostro paese sono inarrestabili e credo non quantificabili e quindi, se non si realizza una vera e concreta politica, la situazione diventerà non gestibile e non governabile”. Ci può spiegare la sua posizione sui campi rom? “Il campo rom come tale è fuorilegge. E tale è riconosciuto in moltissimi paesi europei. Le mie critiche e posizioni si riferiscono solo e solamente a quei campi rom e quindi ai residenti rom che non osservano le leggi italiane. Chi desidera vivere in nel nostro paese deve avere gli stessi diritti, ma soprattutto gli stessi doveri degli italiani. Mi riferisco al fatto che non mandano i bambini a scuola preferendo invece di fargli fare gli elemosinanti; non pagano l'acqua e la corrente elettrica usufruendo in maniera illegale di questi servizi; sovente vivono di espedienti anche malavitosi a danno degli italiani; vivono in costruzioni abusive e non regolate dalle leggi e dalle nostre normative. Se i rom si vogliono integrare nel nostro paese non ho nulla in contrario, ma lo devono fare con gli stessi diritti e doveri degli italiani ovvero con il rispetto e l'osser-

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vanza delle nostre leggi. Se non vi è il rispetto di queste e di altre regole di civiltà, sono del parere che tutti i campi rom, nessuno escluso, devono essere eliminati. Si provvederà a dare ai rom un preavviso di sfratto di sei mesi per permettere loro di organizzarsi, sia affittando o comprando un appartamento (e di soldi come hanno scoperto le autorità italiane ne hanno) oppure, se lo vogliono, si possono trasferire in un altro Stato europeo. Trascorso questo di tempo tutti i campi rom devono essere smantellati, anche con le ruspe”. E in merito alla riapertura delle “Case Chiuse” o una particolare iniziativa per eliminare dalle strade la prostituzione? “Oramai questo è un problema che deve essere necessariamente risolto. I dati ci dicono che oltre 120mila sono le prostitute che esercitano il “mestiere” più antico del mondo. È vero che una grande parte di queste è soggetta alla mafia del sesso e agli sfruttatori, ma è altresì vero ed inconfutabile che moltissime, specialmente le escort dette di “alto bordo” e le professioniste, lo fanno volontariamente. E nascondersi dietro il tradizionale dito, affermando che la prostituzione non è di scottante attualità, significa mentire agli italiani. Da qui l’iniziativa di raccogliere le 500mila firme necessarie per indire un referendum abrogativo della legge Merlin (ha creato più danni che vantaggi e aspetti positivi) e quindi regolarizzare questa “professione” e riaprire anche Case Chiuse. La chiamo

professione perchè di fatto lo è, quindi assoggettabile ai controlli medici e alla sicurezza. In tal modo le prostitute potranno essere “lavoratrici” a tutti gli effetti, quindi non solo tutelate dal punto di vista legale e sanitario, ma avere tutti i diritti di un qualsiasi cittadino e, in ultimo, far pagare loro le tasse come ogni italiano. Per la cronaca il giro di affari della prostituzione in Italia, con tutto ciò che intorno ad essa ruota, supera gli 8 miliardi di euro all'anno”.

In chiusura, Le piacerebbe diventare leader del Centro Destra? “Lo decideranno gli elettori. Al momento il Centro Destra naviga su acque molto, ma molto agitate. C'è una grande confusione. Dobbiamo quindi cercare una sinergia di intenti se vogliamo vincere e quindi governare l'Italia. Al momento, però, viste le molti posizioni, credo sia difficile”.

NOTA DI REDAZIONE: prima di andare in stampa abbiamo chiesto un parere all'On/le Salvini sul risultato della Lega Nord nelle elezioni comunali che si sono tenute in Trentino e Alto Adige il 10 maggio: “sono felicissimo, ci ha detto, perchè in Trentino e in Alto Adige siamo stati gratificati da un risultato straordinario, impensabile, mai ottenuto nella nostra storia. In tutti i comuni abbiano notevolmente aumentato i voti rispetto a due anni fa; in altri li abbiamo raddoppiati se non addirittura triplicati e di questo ringrazio tutti gli elettori che hanno dato fiducia alle nostre posizioni politiche”.

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o r t s o n l i o m a i d n e f Di

 di Armando Munaò

“Nostro intento, ci dicono i responsabili del Comitato a difesa dell’Ospedale di Borgo Valsugana, non è quello di proporre difese ad oltranza, blocchi stradali o azioni violente o utopiche. Nostro desiderio è garantire sia una migliore funzionalità della struttura ospedaliera, specialmente nella chirurgia d’urgenza e in un Pronto Soccorso potenziato, sia una vera e concreta specializzazione del nosocomio di valle. E per farlo ci siamo riferiti all’iniziativa che nel 1952 vide protagonisti una dozzina di cittadini di Borgo Valsugana che firmarono una cambiale come garanzia per l’acquisto della bomba al cobalto.

OSPEDALE

Scriviamo un’altra pagine di storia

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d è nel titolo di quest’articolo che si sintetizza l'invocazione “urlata” che 14.175 valsuganotti, firmatari di una petizione popolare, hanno indirizzato al Presidente e alla Giunta della Provincia di Trento (Assessore alla Sanità in testa), volta a salvaguardare l'esistenza dell'Ospedale San Lorenzo di Borgo Valsugana. Una struttura sanitaria che nel corso di questi ultimi anni ha visto un continuo e crescente depotenziamento che, a nostro modesto parere, non ha nessuna logica spiegazione, almeno nei fatti e negli accadimenti conosciuti. Dapprima il punto nascite, poi la chirurgia e ultimo, in ordine di tempo, l’insufficienza del Pronto Soccorso. Ed è opinione dei più che il nosocomio borghesano sia, di fatto, diventato una sede staccata del Santa Chiara, utilizzato per interventi di ortopedia e altre patologie. Una petizione che al momento, da parte della politica trentina e dei massimi re-

1925 - 2015

sponsabili, non ha avuto nessun effetto e riscontro, né scritto, né parlato e tanto meno fisico, vedi la mancata presenza del Presidente, dell'Assessore alla Sanità o più semplicemente di un qualsiasi altro rappresentante politico al dibattito pubblico del ventuno marzo organizzato dal Comitato Valsuganaattiva e Comitato Valsugana e Tesino. Eppure erano stati invitati. E’ logico quindi pensare che per “Loro” l’argomento non fosse così importante e degno di nota. “Bhe, per la verità, i politici a Borgo sono venuti, ci precisa il Presidente del Comitato difesa dell’Ospedale di Borgo, ma non per partecipare alla riunione indetta, (per loro dai toni e dal sapore critico), dove si sarebbe discusso di un tema di pregnante attualità e che ancora oggi interessa tutta la comunità di valle, bensì per presenziare, pochi giorni dopo, ad un'altra manifestazione “amica” e in un contesto “protetto” dove il tema erano le elezioni del 10 maggio e quindi l'auspi-

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cato risultato di “acchiappa” voti per le loro liste.” Parlando del Comitato, presieduto da Gianfranco Schraffl, è da sottolineare la particolare ed encomiabile iniziativa che nella sua essenza riprende e richiama alla memoria quella che nel 1952 vide protagonisti una dozzina di cittadini di Borgo i quali firmarono una cambiale quale garanzia per l’acquisto della bomba al cobalto, installata poi al San Lorenzo. I firmatari si accorsero che i fondi e contributi erano insufficienti a coprire tutte le spese e quindi decisero di garantire con il proprio patrimonio familiare la spesa da sostenere. Avallarono la famosa cambiale di 19,2 milioni di lire (corrispondenti a circa 313,400 mila euro di oggi). “Ed è a questa iniziativa avvenuta sessantatré anni fa, sottolinea Scraffl, che ci siamo ispirati promuovendo un’ analoga ma diversa raccolta fondi utilizzando il più moderno “CROWDFUNDIG”. In questo nostro progetto abbiamo voluto coinvolgere non solo tutti cittadini della nostra comunità e di tutti i Comuni, i quali, se condivideranno la nostra iniziativa potranno partecipare secondo le proprie disponibilità, ma anche tutti i candidati che hanno partecipato alle elezioni del 10 maggio. A loro, infatti, abbiamo chiesto, ove fossero stati eletti,

di versare il 10% dell’indennità che riceveranno nel corso del loro mandato, o a qualsiasi titolo, a favore e per la salvaguardia dell’Ospedale San Lorenzo, ma limitatamente al periodo di raccolta (120 gg.). Sperando, con estrema fiducia, di raccogliere 313mila euro (i famosi 19,2 milioni di allora) e consegnarla all’Assessorato alla Salute e Solidarietà Sociale della Provincia di Trento “con vincolo di destinazione allo scopo prefissato e cioè finalizzato a contribuire ad attuare tutti i punti previsti dal protocollo n° 3099/s128 del 2006 e quanto richiesto nella petizione popolare sottoscritta dai 14.175”. Un impegno, il nostro e quello di tutta la comunità, per significare ai nostri politici e governanti, con questa nostra costruttiva provocazione, quanto sia importante per tutta la Valsugana, Tesino compreso, l’Ospedale di Borgo. Con questo gesto siamo convinti di rafforzare quanto a suo tempo fatto con la petizione popolare sottoscritta dai cittadini. Raccolta, è doveroso sottolineare, che ha visto impegnati in prima persona, non solo tutti i Sindaci della Valsugana e Tesino, ma anche il Presidente della Comunità di Valle, al quale il mandato assegna tutti i compiti di tutela degli interessi di tutti i residenti.

E Noi, di Valsugana News, speriamo che il progetto messo in essere da Gianfranco & C., e da tutti gli amici del Comitato, vada a buon fine, poiché in caso contrario si dimostrerà e si documenterà, in maniera inconfutabile, che la salute pubblica interessa solo e solamente a parole e non con i fatti. A tal proposito, informiamo tutti i lettori, che nelle pagine del nostro periodico, sono stati previsti, nei prossimi numeri, ampi spazi di rendicontazione, sia delle cifre “impegnate e raccolte” che delle varie iniziative promosse.

CROWDFUNDING E' una modalità di raccolta fondi online attraverso la quale i donatore si impegna a versare una determinata quota per raggiungere il totale dell'iniziativa. Il crowdfunding è uno strumento trasparente, disintermediato e aperto a tutti con cui far partecipare economicamente la comunità ad un progetto sociale o di pubblica utilità. Cosa molto IMPORTANTE è che nella prima fase, su internet e con i pagherò cartacei, non si verserà denaro e, in ogni caso, NESSUNO sarà mai autorizzato a raccogliere contanti. Inoltre, l'andamento della raccolta di prenotazione quote sarà visibile in tempo reale sul sito internet: www.produzionidalbasso.com. Se il progetto raccoglierà consensi e sostegno da parte delle persone sarà poi possibile concretizzare la promessa di versamento effettuando esclusivamente tramite bonifico su una C/C di un Istituto bancario della Valsugana. Si precisa che la quota minima da sottoscrivere è di 10 euro e che il possibile impegno via internet scadrà il 15 agosto prorogabile al 15 settembre. E se alla scadenza non sarà raggiunta la cifra in impegno, ovvero 313mila euro, nessuno dovrà versare quanto a suo tempo impegnato. Per maggiori informazioni si può visitare la pagina facebook: COMITATO DIFESA OSPEDALE SAN LORENZO BORGO VALSUGANA Oppure il sito internet: www.comitatodifesaospedalediborgo.weebly.com. Per vedere il video realizzato andare su: www.dailymotion.com alla voce Ospedale S.Lorenzo di Borgo Valsugana

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LA BOMBA BENEFICA Riportiamo un articolo di cronaca scritto da Francesco Simonetto nel 1990 che si riferiva alla bomba al Cobalto, dal suo arrivo a Borgo e quando fu portata poi a Trento nel 1980.

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a bomba al cobalto, destinata all'Ospedale S. Lorenzo di Borgo Valsugana, aveva fatto bella mostra di sé al VII Congresso Mondiale di Radiologia di Copenaghen, suscitando un cauto ottimismo nella cerchia dei partecipanti e favorendo i primi scoop dei giornalisti. La Settimana INCOM illustrata del 1 ottobre 1953 titolava: “Una nuova arma per la lotta ai tumori. La bomba al cobalto è più potente del radium. L'Ospedale italiano di Borgo Valsugana in Trentino, sarà il primo d'Europa a possedere il più efficace mezzo finora scoperto per tentare di debellare il cancro”. La notizia fece scalpore: vennero intervistati eminenti personaggi e studiosi di fama mondiale. Vi fu chi palesò la propria diffidenza, come un cattedratico dell'Università di Padova, che avrebbe negato ogni valore alla terapia della bomba al Cobalto e chi, invece, come i proff. Bruno Bonamini e Angelo Drigo si dichiararono pubblicamente entusiasti. Dopo alcuni mesi (era inevitabile) entrarono in campo i politicanti con pesantissime insinuazioni: ”Dal Canada a Borgo Valsugana. Lo strano eremitaggio della bomba al Cobalto. Come mai questo strumento terapeutico è andato a finire in alta montagna lontano dai maggiori centri italiani?”. Gaetano Tumiati (l'Avanti 22 gennaio 1954) si concede perfino voli pindarici: ”L'ipotesi che la bomba al cobalto funzionasse soltanto in un paese di mezza montagna sembrò immediatamente azzardata. E anche la vicinanza del Brenta, delle acque termali di Roncegno, o di vette famose per la guerra del 15-18 non sembra motivi sufficienti per

giustificare la scelta. Oltre che per questi motivi la Valsugana era famosa soltanto per gli ozi estivi di De Gasperi nel paesino di Sella, proprio nel comune di Borgo Valsugana. Che l'ex presidente fosse un collezionista di bombe al Cobalto? A questo punto riaffiora la domanda che ci ponevamo all'inizio: perché mai a Borgo Valsugana e non altrove? Il Prof. Palmieri non sa nulla di preciso in proposito. Anch'egli come tutti i componenti di radiologia è al corrente della voce secondo cui l'acquisto della bomba sarebbe stato caldeggiato e patrocinato dalla consorte dell'ex presidente del Consiglio, Donna Francesca De Gasperi, al fine di dare lustro alla vallata che il leader della D.C. considera come sua terra natale”: E Tumiati conclude il pezzo con l'avventato, quanto mai infelice assioma: Speculazione o Predappio radiologica? Nella realtà, a sostegno dell'iniziativa dei sanitari (Prof. Claudio Valdagni in testa, dott.ri Giovanni Toller ed Augusto Frizzera) fatta propria dagli amministratori dell'Ospedale S. Lorenzo, sorse un Comitato spontaneo di benemeriti cittadini che si fecero garanti, presso un Istituto di Credito, sul capitale anticipato per l'acquisto della nuova apparecchiatura, il cui costo complessivo ammontò ad oltre 61milioni di lire nel 1952. Ad encomio di tanta generosità sbocciata in una zona poverissima. S'erge, a Trento, il nuovo Centro Oncologico vanto indiscusso ed indiscutibile, della gente trentina. Bisogna infatti annotare che la Provincia Autonoma di Trento, con la propria legge n° 19 del 17 settembre 1972,

decise l'aggregazione del “Centro Oncologico e di medicina nucleare” agli Istituti Ospedalieri di Trento. Ma il trasferimento definitivo dall'Ospedale S.Lorenzo di Borgo Valsugana di questa struttura terapeutica a livello internazionale avvenne otto anni dopo, esattamente il 24 novembre 1980. In sei lustri, per la cronaca, sono stati curati oltre ventimila malati di cancro.

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A BORGOVALSUGANA SI CURANO I TUMORI E

ra il 31 ottobre del 1953. Nel seminterrato dell'ospedale San Lorenzo di Borgo Valsugana viene acceso, per la prima volta, il raggio della speranza. L'esordio della radioterapia ad alta energia in Italia. Un primato che durò fino al 1980 quando, il 24 novembre, il centro oncologico e di medicina nucleare dell'ospedale venne aggregato all'ospedale di Trento. “L'atomica della salute” era arrivata in Italia direttamente dal Canada. Una storia che ora è diventata un libro. A raccontarla è Monica Ropele che ripercorre le tappe della nascita della radioterapia, da quando dopo la Seconda Guerra Mondiale la Eldorado Mining & Refining Ltd costruì a Chalk River il primo apparecchio utilizzando il cobalto 60. E tra le prime 12 unità di telecobaltoterapia realizzate nei primi anni '50 c'era anche quella che la Società Lombarda di Televisione fece arrivare in Valsugana. Fin dal 1949 a Borgo era stata promossa la realizzazione del Centro per la lotta contro i tumori. Dopo una lunga diatriba con Trento, ciò avvenne e nel maggio del 1952 – come racconta con dovizia di particolari Monica Ropele – il consiglio d'amministrazione dell'ospedale ed il Comune di Borgo deliberano l'acquisto “della bomba di cobalto 60” anche su sollecitazione del dottor Claudio Valdagni che dal febbraio del '49 dirigeva il reparto di radiologia. Una spesa di 50 milioni di lire, finanziata con vari contributi statali e regionali e con l'ospedale costretto a contrarre un mutuo di 19.200.000 lire. Una cambiale fir-

mata da 15 persone e che, condizionato al rilascio, aveva un effetto cauzionale pari a circa 300 mila euro attuali. Ecco i nomi degli “avallanti”: Guido Battisti, Silvio Battisti, Guido Bertagnolli, Decimo Costa, Agostino de Bellat, Augusto Frizzera, Ferruccio Gasperetti, Livio Rossi, Giuseppe Schmid, Marco Segnana, Serafino Segnana, Giuseppe Simoni, Agostino Spagolla, Claudo Valdagni e Ruggero Wassermann. Il 30 settembre “l'atomica della speranza” arrivò al porto di Genova ed il 7 ottobre parte in camion, destinazione Borgo Valsugana. Un viaggio rocambolesco: “Non fu facile affrontare la salita e le curve a Ponte Alto con qualche sinistrò scricchiolio che suscitò non poche preoccupazioni”. E l'arrivo del moderno strumento terapeutico a Borgo fece il giro del mondo. La bomba al cobalto venne posizionata nel bunker nei sotterranei, allestito nel frattempo dall'impresa Battisti. E prima ancora che arrivasse a destinazione c'era già pronta la lista d'attesa dei pazienti. Nel 1953 le presenze medie di pazienti erano di 15-20 unità al giorno, l'anno seguente si arrivò a 40 e dal 1956 in poi a 60 infermi cancerosi accolti e curati. Alcuni pazienti venivano ricoverati in ospedali, i più alloggiavano negli alberghi di Borgo e della zona, a vantaggio dell'economia locale. La macchina funzionava 24 ore su 24 nei primi mesi. I pazienti arrivavano da tutto il mondo: 800 nel primo biennio di attività, in gran parte per tumori all'utero, al cavo orale e tumori broncopolmonari. E negli anni seguenti decine di migliaia di ammalati arrivarono a Borgo spinti dalla speranza di guarigione.

La telecobaltoterapia è un trattamento radioterapico oramai considerato obsoleto. La cobalto terapia è l’uso medico dei raggi gamma irradiati dai radioisotopi di cobalto 60 per curare malattie come il cancro. Colpisce le cellule maligne senza distruggere il vicino tessuto sano. Si attua con un apparecchio, comunemente denominato bomba al cobalto, dislocato in una camera impermeabile alle radiazioni; queste possono uscirne solo formando un fascio di raggi. La camera è orientabile, così da poter indirizzare il fascio nella regione interessata dal tumore, con risparmio notevole dei tessuti sani vicini.

* Su gentile concessione di Massimo Dalledonne

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L«immagine corporea

NELLA NOSTRA MENTE A T R O T S DI Nel mondo d’oggi sembra contare sempre di più l’immagine di noi che rimandiamo all’altro, la televisione i giornali, propongono dei modelli di magrezza estrema e di perfezione irrealistica, ma questo cambio di direzione dall’essere all’apparire che cosa può causare?

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empre di più vediamo che le persone rivolgono un’eccessiva importanza al peso e alla forma del corpo nella vita, fino a farlo diventare ossessivamente l’unico parametro per valutare sé stessi. Dobbiamo stare attenti perché l’autostima basata prevalentemente sull’immagine corporea risulterebbe essere un “terreno fertile” per far affiorare un disturbo alimentare. Ma che cosa sono i disturbi alimentari? In generale li possiamo definire come costanti alterazioni del comportamento alimentare e inoltre il mettere in pratica dei comportamenti finalizzati al controllo del peso (indurre il vomito, usare lassativi o diuretici, eccessivo esercizio fisico), anche se possono danneggiare la salute fisica o il funzionamento psicologico e sociale. Tra i più comuni ritroviamo l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa e il binge eating disorder (disturbo dell’alimentazione incontrollata). L’anoressia nervosa si contrassegna come un rifiuto ad alimentarsi per un’ intensa paura di acquisire peso o di diventare grassi, anche quando in realtà si è sotto peso. Questo può portare alla messa in

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 di Erica Zanghellini

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atto di condotte compensatorie nel caso in cui la persona abbia la sensazione soggettiva di essersi abbuffata di cibo. Le abbuffate sono comunque circoscritte a periodi di tempo limitato, in quanto deve prevalere un’alimentazione di restrizione. La bulimia nervosa invece, prevede di solito un peso nella norma, ma l’alimentazione risulta contraddistinta da abbuffate e soprattutto deve essere presente un senso di perdita di controllo da parte della persona che non le permette di fermarsi. A queste fasi si susseguono comportamenti di compenso vista la forte quantità di cibo introdotto. Infine nel disturbo dell’alimentazione incontrollata a differenza della bulimia nervosa non sono presenti condotte compensatorie e per via della sovra-alimentazione si riscontra uno stato di sovrappeso o obesità. A tutte queste manifestazioni concrete risultano essere collegate delle motivazioni emotive che vanno ricercate ed evidenziate, per portare alla coscienza i meccanismi che scatenano e mantengono questo tipo di disturbo. Le persistenti preoccupazioni per il peso e la forma del corpo, il continuo con-

trollo del proprio fisico, l’esaminarsi allo specchio o in qualsiasi superficie riflettente, il misurare le circonferenze del corpo, il chiedere rassicurazioni agli altri sul proprio corpo, o il controllare-paragonarsi con un'altra persona per verificare chi ha la pancia più piatta o le gambe più magre sono tutte caratteristiche che si riscontrano nelle persone che soffrono di questi disturbi. Questi comportamenti metterebbero in evidenzia una parte del corpo soggettiva di cui non si è soddisfatti e la ricerca spasmodica di modificarla contribuirebbe a mantenere il disturbo. Si rileva, inoltre una tendenza ad interpretare ansiosamente le imperfezioni corporee o riguardanti il peso e vengono vissuti come veri e propri fallimenti catastrofici vista l’immagine corporea che si cerca di raggiungere. Nella terapia cognitiva - comportamentale sembrerebbero due i temi centrali in questo tipo di difficoltà. Il primo riguarda la necessità di avere il totale controllo su tutti gli aspetti della vita e andrebbe a manifestarsi quindi anche nell’alimentazione, soprattutto nei momenti stressanti e o emotivamente intensi dove il controllo sul cibo andrebbe ad acuirsi. Il se-


condo si riferisce all’immensa importanza del controllo del peso e della forma del corpo, per raggiungere degli ideali irrealistici. Il perfezionismo e la bassa autostima vengono considerate dalla letteratura scientifica cognitiva, le più importanti credenze disadattive nei disturbi alimentari. Le persone che ne soffrono sembrerebbero pervase da sentimenti di inadeguatezza, di non riuscire a essere competenti nelle loro attività e nelle varie prove delle vite, non sufficientemente qualificate e passerebbero gran parte delle giornate proprio a rimuginare su questi pensieri negativi, e per questo cercano di rincorrere la perfezione, perché secondo questo tipo di pensiero, solo essendo perfette ci si può sentire bene e adeguate. Nella loro testa ci sono dei pensieri negativi legati al loro peso, alla forma del loro fisico, temono di avere delle conseguenze negative anche a livello delle loro relazioni interpersonali, di essere criticati o disprezzati dalle persone a loro care o dai loro amici. Le tipiche manifestazioni che si riscon-

trano come abbiamo visto sono molte, ma possono essere difficili da rilevare, quindi quando si è coscienti di quello che sta succedendo è importante rivolgersi a professionisti che possono aiutare il paziente, mettendo in discussione le modalità di pensiero erronee su sé stessi, del mondo e sugli altri, spezzare i circoli

viziosi e i comportamenti disfunzionali che alimentano questo tipo di disturbo per tornare a vivere e non essere più schiavi di questo tipo di difficoltà.

La Dott.ssa Erica Zanghellini e’ Psicologa-psicoterapeuta

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DIVORZIOBREV

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La Camera approva

 di Cristina Dellamaria

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a cosa prevede la nuova legge? In primis, e per effetto della nuova normativa, si accorciano i tempi tra la separazione e la richiesta per ottenere il divorzio. Se la separazione è giudiziale (può essere chiesta anche da uno dei coniugi) i tempi passano da tre anni a dodici mesi. Se invece la separazione è consensuale bastano sei mesi, a prescindere se in famiglia ci sono figli minorenni. La nuova legge prevede la decorrenza della separazione nel momento in cui i coniugi si presentano davanti al giudice e non nel momento della notifica dell’atto relativo. Altra novità è che si anticipa lo scioglimento della comunione dei beni. Mentre prima si realizzava esclusivamente con il definitivo passaggio in giudicato della sentenza di separazione, ora la comunione si scioglie nel momento in cui il Presidente del Tribunale autorizza i coniugi a vivere separati ovvero quando firmano l’atto della separazione. Per gli interessati è importante sapere che la nuova legge si applica anche ai procedimenti in corso e quindi i tempi si ac-

Con il voto favorevole di corciano per le cause in corso. Con questo voto la Camera mette la parola fine a una normativa che ha interessato e coinvolto moltissime famiglie italiane e cambia definitivamente la legge “Baslini-Fortuna” (dal nome dei due parlamentari, Antonio Baslini e Loris Fortuna) che l’avevano a suo tempo promossa. Per la cronaca la legge sul divorzio fu approvata il 1° dicembre 1970 dopo una seduta parlamentare durata quasi venti ore (terminò alle 5,50 del mattino). I voti a favore furono 319 e i contrari 286. Quattro anni dopo, su decisione della Democrazia Cristiana, contraria alla nuova legge, furono raccolte presentate alla Cassazione un milione e 300mila firme per chiedere agli italiani di esprimersi attraverso un referendum abrogativo. Il 12 e 13 maggio del 1974 alle urne si recarono oltre trentatré milioni dei 37 aventi diritto. I “no”, ovvero la conferma per il divorzio, furono il 59,26 % (19 milioni 138mila 300), i “sì”, contrari alla legge, il 40,74% (13 milioni 157mila 558). La Val d’Aosta, con il 75,1%, fu

Pd, M5s, Scelta Civica, Psi, Sel, e Alternativa Libera la Camera dei Deputati, alla fine di aprile, ha definitivamente approvato la legge sul divorzio breve. Forza Italia e Lega Nord invece hanno dato ai loro parlamentari la libertà di coscienza. Per effetto di questa legge si semplificano e si rendono più veloci i tempi e le relative procedure per divorziare. Per la cronaca il provvedimento era già stato approvato dalla Camera dei Deputati (maggio 2014) di poi modificato dal Senato (marzo 2015) e infine approvato definitivamente con 398 voti a favore, 29 contrari e 6 astenuti.

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la regione con il maggior numero di no, seguita dalla Liguria, 72,6, dall’Emilia Romagna, 71, dal Piemonte, 70,8, dalla Toscana, 69,6. Nel Lazio, invece, nonostante la presenza a Roma del Vaticano, i “no” furono il 63,4. La più bassa percentuale di contrari all’abrogazione della legge si ebbe in Molise con il 40%. Trentino Alto Adige, Veneto, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria si espressero per i “sì”. Il giorno dei risultati molti Partiti ed esponenti politici cantarono vittoria tra cui Berlinguer che sull’Unità definì il risultato del referendum come “una grande vittoria della libertà”. Dall’altra parte, invece, quella della Democrazia Cristiana, Amintore Fanfani, che aveva voluto e indetto il referendum, fece buon viso “politico” alla sconfitta, affermando il rispetto della

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DC per le decisioni e la volontà degli elettori. La legge sul divorzio fu definitivamente approvata. Per la cronaca, questo è stato il referendum che nella storia italiana ha avuto alto numero di partecipanti.


IL DIVORZIO IN EUROPA

SPAGNA: La domanda di divorzio o di separazione può essere chiesta anche da uno dei coniugi a condizione però che siano trascorsi almeno tre mesi dal matrimonio e l’altro coniuge non può opporsi. I due “divorziandi” si possono mettere d’accordo anche senza l’intervento del giudice che, però, in caso di disaccordo, decide su tutto, anche se sono venuti meno i diritti dei figli minori o di quelli portatori di handicap. Per quanto riguarda la separazione dei beni si applica la modalità del 50% a testa. Sono esonerati da questa procedura i beni personali del singolo coniuge. FRANCIA: Sono previsti quattro tipi di divorzio: • consensuale, quando c’è l’accordo di entrambi i coniugi i quali e presentano una dichiarazione congiunta ed accettata su tutti gli aspetti civili, patrimoniali nonché affidamento e tutela dei figli. Il giudice omologa la convenzione e pronuncia la sentenza di divorzio. • per accettazione, prevede sì l'accordo dei due coniugi, ma è il giudice che decide la disciplina delle conseguenze della separazione. Se i coniugi anche su questo sono d’accordo viene pronunciata la sentenza di divorzio. • per alterazione definitiva del legame coniugale per almeno due anni, che può essere chiesto da un solo coniuge, si basa sulla causa oggettiva della cessazione della vita in comune, sia affettiva che materiale. Se non vi è accordo è il giudice a regolare le conseguenze economiche dello scioglimento del matrimonio. Se invece la separazione legale è stata consensuale, può essere convertita in divorzio senza dover attendere il trascorrere dei due anni. • per colpa e si applica solo nei casi di

violazione grave dei doveri e degli obblighi matrimoniali. Anche in questo caso è previsto l'accordo tra le parti e consente il passaggio da una forma di divorzio contenzioso a quello consensuale. E accordo ci può essere anche per quanto riguarda la liquidazione dei beni comuni e dei rispettivi interessi economici. Senza accordo sarà il giudice a decidere. GERMANIA: il matrimonio può essere sciolto per divorzio solo da giudice su domanda di uno o di entrambi i coniugi. Il Codice Civile stabilisce che "un matrimonio può essere sciolto per divorzio quando non esiste più la comunione di vita dei coniugi”. I presupposti legali per il divorzio sono: • la separazione da un anno: è possibile se i coniugi vivono separati da un anno ed entrambi chiedono il divorzio o se la parte che non ha presentato la domanda dà la sua approvazione; • la separazione da tre anni: quando i coniugi vivono separati da tre anni il divorzio è possibile anche senza il consenso del coniuge e senza la dichiarazione dei motivi. In merito invece al regime coniugale dei beni, la legge tedesca, in mancanza di diversa convenzione stipulata, prevede la "comunione degli incrementi patrimoniali". Il patrimonio dell'uomo e il patrimonio della donna non diventano patrimonio comune dei coniugi. I coniugi possono accordarsi per la comunione dei beni.

• l'adulterio dell'altro coniuge o comunque un suo che giustifichi la non prosecuzione del rapporto; • l'abbandono da parte dell'altro coniuge da almeno due anni; • la separazione di fatto, per durata continuativa di due anni precedenti il ricorso; Dopo la richiesta e la presentazione delle motivazioni, il giudice, se li ritiene validi, emana il decreto di divorzio. Di poi, decorso il termine obbligatorio di sei settimane, e in mancanza di accordo tra le parti, viene emanato un secondo decreto che dispone sia le questioni di natura patrimoniale che l'affidamento e il mantenimento dei figli. Nel Regno Unito, una causa dura circa sei mesi, ed è anche previsto il divorzio consensuale, ma i termini dell’accordo devono essere antecedenti al giudizio da parte del giudice. (c.d.)

REGNO UNITO: secondo la legge inglese il divorzio lo può richiedere ciascun coniuge se è trascorso almeno un anno dal matrimonio. Il richiedente deve addurre elementi tali da giustificare la crisi irreversibile della relazione quali:

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Terremoto in Nepal,

STORIE DAL CAMPO

Testimonianze esclusive della nostra collaboratrice in Nepal, Francesca Schraffl Il 25 aprile 2015, un terremoto di magnitudine 7.8 della scala Richter ha cambiato per sempre la vita di milioni di persone in Nepal, causando 8.631 morti di cui 4750 donne e 3881 maschi; i feriti accertati superano le 30.000 persone (dati ONU del 21 maggio 2015) Il 12 maggio, mentre la gente cercava lentamente di risollevarsi dall’immensa tragedia che li aveva colpiti, un altro terremoto di magnitudine 7.3 ha ucciso altre persone e fatto crollare migliaia di edifici già pericolanti – insieme alla parvenza di sicurezza che i nepalesi avevano faticosamente raggiunto nelle due settimane precedenti.

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l primo terremoto l’ho avvertito nel mio appartamento a Delhi quando, godendomi un sabato mattina di relax, il letto su cui stavo leggendo un libro ha iniziato a tremare e la porta della camera a oscillare. Il secondo, l’ho vissuto a Kathmandu facendomi riprovare quella indimenticata sensazione di paura vissuta il 25 aprile. Ho abbandonato di corsa l’ufficio dove mi trovavo, riversandomi sulla strada, come hanno fatto migliaia di altre persone. Ho provato vero terrore sentendo il terreno sotto i piedi che si alzava e abbassava, costringendomi ad accucciarmi per terra per non perdere l’equilibrio. Ero scalza – in Nepal, come in molti paesi in Sud Asia, è costume togliersi le scarpe prima di entrare in casa – e l’asfalto bruciava, scottandomi i piedi. Ma io non me ne ero nemmeno accorta, essendo in uno stato quasi di shock mentre cercavo di non cadere. Osservavo intorno a me gli edifici ondeggiare, la gente urlare e piangere, una vecchietta uscire da un edificio sostenuta da due uomini perché incapace

di camminare da sola. Ero veramente impaurita, ma in quel momento la mia prima preoccupazione è stata quella di chiamare i miei, a Borgo, per tranquillizzarli e dire loro che stavo bene. Sono riuscita a farlo solo quando le linee telefoniche hanno ripreso a funzionare. Questa seconda scossa ha riportato indietro l’orologio di due settimane quando, dopo il primo terremoto, la gente era ancora terrorizzata e scappava urlando alla minima vibrazione. La paura e l’angoscia crescevano quando le organizzazioni internazionali erano appena arrivate e ancora non si conoscevano le dimensioni della tragedia; quando le comunicazioni erano difficili e molti villaggi erano completamente isolati da frane; quando le famiglie si rifiutavano di dormire dentro le loro case, anche se solo parzialmente danneggiate, e preferivano rimanere all’aperto piuttosto che rischiare di rimanere sepolti sotto le macerie. Queste paure, queste preoccupazioni, queste ansie, le avevo ascoltate e vissute in prima persona durante la mia

visita ad alcuni dei villaggi più remoti del distretto di Sindhupalchowk, una delle aree più colpite dal terremoto. Ricordo che per raggiungere le zone disastrate avevamo impiegato cinque ore per percorrere i primi 90 km, fino all’accampamento militare di Melamchi, dove ci erano stati assegnati dal capo distretto, i villaggi a cui avremmo dovuto portare il materiale di soccorso. Il tutto in coordinazione con il Governo e le Nazioni Unite. Il giorno dopo altre tre ore per coprire gli ultimi 15 km: le strade erano così difficili da percorrere che siamo dovuti scendere più volte per permettere al nostro veicolo di attraversare i tratti più difficili senza il peso dei passeggeri. Uno dei camion su cui trasportavamo i nostri teloni cerati si è rotto lungo la strada, e abbiamo dovuto scaricare il primo per poi andare a recuperare il carico del secondo. La strada per raggiungere il villaggio più lontano era stata, per fortuna, appena aperta; l’esercito nepalese era riuscito ad arrivare solo qualche giorno prima. Parlando con un Tenente ho appreso che la mattina pre-

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cedente avevano estratto dalle macerie una bambina di quattro anni. Purtroppo morta. La piccola non era stata uccisa dal terremoto. Era ancora viva quando la sua casa le era crollata addosso, ma purtroppo le squadre di soccorso non erano riuscite ad arrivare in tempo, rallentate non solo dalle terribili condizioni della strada, ma anche per il fatto di dover aiutare altri decine di altri villaggi che si trovavano nella stessa tragica situazione. Per giorni non ho smesso di pensare a quella bambina. Pensavo e ripensavo a quanto si sia sentita sola e spaventata in attesa che qualcuno venisse a sal-

varla. Pensavo alla sua famiglia che sentendola piangere e chiedere aiuto cercava disperatamente e freneticamente di rimuovere i mattoni con le loro mani. Tutto invano. Immagini simili mi attraversavano la mente anche quando vedevo, spessissimo, le teste completamente rasate - eccetto per un ciuffetto di capelli sulla parte posteriore del capo di uomini e ragazzi. Secondo la tradizione induista, quando un membro

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della famiglia muore, i maschi si rasano i capelli in segno di rispetto. Ogni volta che ne vedevo una mi si stringeva il cuore, e mi chiedevo se il familiare morto era un genitore, un fratello, un figlio. Come fosse successo era facile da immaginare: lungo la strada, sia a destra che a sinistra, uno scenario straziante. Case rase al suolo, a volte una finestra ancora aperta o una porta chiusa, un tavolo ribaltato o un libro aperto, a ricordare che quelle rovine, prima, erano una casa. In certi casi non era rimasto nemmeno quello, ma solo una montagna di mattoni e polvere. A volte, da sotto le macerie arrivava un terribile odore di decomposizione, segno che qualcuno non era riuscito a scappare in tempo. A un certo punto abbiamo visto una squadra di Ricerca e Soccorso che scavava tra i detriti, cercando il corpo che, purtroppo, sapevano avrebbero trovato morto. E vedevo la famiglia in ansia e speranzosa raccolta intorno a loro, in attesa. In quei giorni nei villaggi rurali ho visto tanta distruzione, tanta tristezza, tanta disperazione, ma sono stata anche sorpresa da tanta generosità, calore e accoglienza.

Con la mia ONG siamo andati a distribuire teloni cerati e coperte; dal giorno del terremoto, queste famiglie dormivano all’aperto. I più fortunati sotto una tenda impermeabile, la maggior parte sotto un lenzuolo di cotone o il cielo stellato riparandosi dalla pioggia che purtroppo aveva peggiorato ulteriormente la situazione negli ultimi giorni. Un qualche tipo di riparo, anche se solo un telone cerato, offriva a questa gente la protezione e il cibo, di cui loro avevano estremo bisogno. Cibo che purtroppo iniziava già a scarseggiare. A volte era anche semplicemente il beneficio psicologico dell’avere “un tetto sopra la testa” e di non sentirsi più così vulnerabili e in balia del tempo. Credetemi, la gente, seppur così tragicamente colpita, era davvero felice di vederci. Era grata dell’aiuto che portavamo loro, che non di rado ci invitavano a cena. Ed io ero colpita da queste persone che avevano a malapena un tetto per coprirsi e non sapevano fino a quando le loro scorte di cibo sarebbero bastate, eppure non esitavano ad offrire a tutti e sette i membri del team un piatto di “dal bhat”, tipico della zona, composto da riso bollito, zuppa di lenticchie e vari tipi di verdure cotte – compresi pure dei deliziosi peperoncini arrostiti! Durante la distribuzione dei


Questi i dati bancari ed i link per chi volesse fare una donazione. Welthungerhilfe fa parte dell’ Alliance2015, una rete di ONG europee che lavorano insieme nei casi di emergenza. CESVI è il partner italiano, con il quale Francesca e gli altri volontari stanno lavorando insieme in Nepal.

Welthungerhilfe - Conto bancario IBAN: DE15370501980000001115 BIC: COLSDE33 - Referenza: Nepal www.welthungerhilfe.de/donate-now CESVI - Conto bancario UBI - Banca Popolare di Bergamo IBAN IT 14 T054 2811 1010 0000 0001 000 Referenza: Nepal http://www.cesvi.org/cosa-puoi-fare/dona

teloni mi sono commossa più volte, vedendo queste persone in fila davanti al tavolo, in attesa del loro turno per firmare o, molto spesso, mettere il pollice macchiato di inchiostro su un pezzo di carta, per confermare di aver ricevuto il materiale. Vecchi uomini, che camminavano con un bastone; donne ingobbite, che mettevano lentamente un piede dopo l'altro; bambini, i cui genitori erano malati, o vecchi, o disabili, e non potevano venire loro stessi a ritirare il materiale. I bambini, forse orfani che avevano perso i genitori. Alcuni dove-

vano camminare per altri 5 km, su sentieri scoscesi, portando il telo e la coperta sulle spalle, sostenuto da una sciarpa legata intorno alla testa, nello stesso modo in cui normalmente portano fasci di erba o ceste piene di legna. Ma tutti se ne andavano sollevati, a volte con un sorriso sul viso, a volte mettendosi in posa per una foto.

I nostri teloni cerati, tuttavia, sono serviti solo come riparo immediato, portando un po’ di conforto a famiglie traumatizzate, ma, è certo, che l’arrivo delle piogge monsoniche – previste per giugno – creerà problemi molto più gravi. Problemi che si aggiungeranno a quelli già esistenti come le grandissime ed ampie crepe nel terreno, il rischio continuo di frane e l’impossibilità di muoversi tra le macerie. E purtroppo i teloni cerati non saranno più sufficienti a garantire loro una minima protezione o un riparo dalle piogge. Come riparo, servirà qualcosa di più solido. E spero proprio che gli altri Stati diano una mano ed un concreto atto di solidarietà per questo popolo che ha perso tutto. Forse anche la speranza. Tocca a noi ridare loro la fiducia e la voglia di ritornare a vivere e guardare al domani.

Chi è Francesca sca Schraffl Francesca Schraffl è nata a Borgo Valsugana nel 1980. Abituata già da piccola dai genitori ad andare all’estero per vacanze studio e a viaggiare l’Europa, dopo una laurea in Relazioni Pubbliche, con una tesi sulla rilevanza della comunicazione nel settore non profit, è partita per un tirocinio a Friburgo, nel sud della Germania. Lì ha lavorato per sette anni nel settore di organizzazione di eventi per una grande struttura noprofit internazionale (ICLEI – Local Governments for Sustainability) che si occupa di sostenibilità urbana. Il suo lavoro l’ha portata a visitare l’Africa, l’Asia, il Sud e il Nord America. In cerca di qualcosa di più “avventuroso” e da sempre interessata al tema dello sviluppo, nell’estate del 2012 Francesca si è trasferita in India, a Nuova Delhi, lavorando per il Segretariato Sudasiatico di ICLEI. Da gennaio del 2015, è responsabile per la Comunicazione dell’ufficio indiano di Welthungerhilfe (letteralmente: “Aiuto contro la fame nel mondo”), una delle più grande ONG tedesche. Per lavoro, Francesca viaggia spesso nelle zone rurali dell’India. Unendo la sua passione per lo scrivere e per la comunicazione, col suo impegno a favore delle comunità più svantaggiate, Francesca cerca di raccontare al mondo le loro storie, attirando l’attenzione, e di conseguenza anche sostegno finanziario, per chi, a causa della casta di provenienza, etnia, o status sociale, non riesce a farlo da solo. Dopo il terremoto che ha colpito il Nepal il 25 aprile 2015, Francesca si è unita al team di Emergenza di Welthungerhilfe per portare sostegno alla popolazione colpita da questo disastro naturale, lavorando a fianco del team a Kathmandu. Con questa sua testimonianza in Nepal inizia la sua collaborazione con il nostro periodico.

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Dal Nepal...

UNA TRAGEDIA UMANA Lorenza Longo 39 anni di Pergine Valsugana, dipendente della Pat, con alle spalle numerosi viaggi in tutti i continenti, si trovava in Nepal, a Kathmandu lo scorso 25 aprile quando il paese fu devastato da un violentissimo terremoto nel quale persero la vita oltre 8.500 persone. Era arrivata nel paese asiatico, il giorno prima, in compagnia di due sue amiche, Albina e Serena Beber, anche loro di Pergine Valsugana. È miracolosamente sopravissuta in quanto il tempio religioso che aveva visitato qualche minuto prima, è crollato ad una decina di metri di distanza, senza lasciare scampo a chi si trovava all’interno. Nella città di Kathmandu i morti sono stati oltre mille e la città è stata devastata dal sisma. Un'esperienza traumatica che lascia sicuramente il segno, che Lorenza Longo ha accettato di raccontarci in questa esclusiva intervista, per la quale ci ha consegnato pure delle fotografie inedite. Lorenza Longo, ci vuole raccontare cosa è successo il 25 aprile. Ero arrivata in Nepal il giorno prima, e quel giorno era prevista la visita della città di Kathmandu. La mattina verso le 11,30, assieme alle mie compagne di viaggio Albina Bener e Serena Beber, stavamo visitando il centro storico e i tempi induisti e buddisti quando c'è stata la prima scossa tellurica. Li per lì non mi sono resa conto di cosa stesse succedendo. Ho sentito un rumore come di uccelli in volo, tanto è vero che ho subito pensato che fosse uno stormo di piccioni, e subito sono stata spostata di peso da una parte all'altra. Mi sono girata ed ho visto le mie due amiche che si aggrappavano ad una colonna del tempio che urlavano spaventatissime. Poi abbiamo visto crollare gli edifici circostanti.

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Quanto tempo è durata la scossa? E' stata molto lunga, circa un paio di minuti. C'erano altri Trentini nel Vostro gruppo? Noi eravamo gli unici trentini, partiti il giorno prima per un tour che ci doveva portare a visitare un pò tutto il paese. Dopo il terremoto siete rimasti subito isolati? Pressochè subito. L'energia elettrica è stata sospesa qualche ora dopo e per circa due giorni non è stato possibile avere contatti e far avere nostre notizie in Italia. I Vostri familiari saranno stati in forte apprensione. Ovviamente si, perchè anche se io ho

Lorenza Longo inviato subito un sms per far sapere che dopo la prima scossa stavamo bene, per due giorni non abbiamo più potuto comunicare e tranquillizzare i familiari sulle nostre condizioni. Il Vostro albergo è stato danneggiato? Hotel ha riportato dei danni, ma essendo una struttura recente non è crollato. Nonostante ciò, però, le notti successive le abbiamo dormite nel giardino dell'hotel in un sacco a pelo. In Nepal c'erano anche altri escursionisti trentini, due dei quali sono pure deceduti. Avevate avuto occasione di incontrarli durante il vostro viaggio o di avere loro notizie? No. Non siamo riusciti a metterci in


l'abbiamo avuta due giorni dopo quando siamo ritornati in città ed abbiamo visto la gente per strada, accampata nelle tende ed i danni causati dal sisma con interi edifici rasi al suolo. Quanti morti ci sono stati nella sola Kathmandu? Quando abbiamo lasciato il paese si parlava di mille morti.

contatto con loro perchè si trovavano al campo base dell'Everest già in quota. Sono venuta a conoscenza di ciò che gli è accaduto solamente al rientro in Italia. Vi siete resi conto subito della gravità di quello che era successo? L'esatta percezione e della sua gravità

I soccorsi sono stati abbastanza tempestivi? Subito le persone sopravvissute hanno cercato di estrarre chi era rimasto sotto le macerie ed aiutare chi aveva bisogno. Poi due giorni dopo sono arrivati i rinforzi dell'esercito nepalese ed indiano. A che distanza eravate dal'edificio più vicino crollato? Circa 10 metri. Ho visto il tempio implodere su se stesso.

Avete avuto modo di vedere anche qual'era la situazione nell'entroterra? Si. Il giorno che ci siamo recati all'aeroporto abbiamo attraversato molti paesi, ed abbiamo potuto constatare che tutta la zona era stata colpita con pesanti danni. Le strade erano dissestate con delle voragini, e si vedeva la gente che bruciava i cadaveri sulle pile di legna lungo le strade. La cosa può fare impressione ma fa parte della loro religione. Era il primo viaggio in Nepal? Si era la prima volta. Pensa di ritornarci in futuro? Non sicuramente a breve, il posto è bellissimo, ma il ricordo non è stato certamente piacevole e bisognerà attendere del tempo per superare il trauma di una simile esperienza.

 di Roberto Paccher

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CULTURA & SCUOLA

LEGGERE E LEGGERE ANCORA  di Luisa Bortolotti

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eggere è un piacere che non tutti si concedono. Per mancanza di tempo, dicono spesso. Eppure dovrebbe essere possibile ritagliarselo un po’ di prezioso tempo, soprattutto d'estate, spazio di vacanze. Se il desiderio di leggere esiste non è possibile non trovare dieci o venti minuti per farlo. Gli amanti della lettura utilizzano ogni momento libero per leggere: mentre viaggiano in treno o nella pausa pranzo o prima di andare a dormire o alla mattina appena svegli. Ci si accorgerà poi che, proprio in quei momenti preziosi ritagliati tra i vari impegni, si legge con una maggiore concentrazione. Ma per molti la lettura non è considerata un piacere, è piuttosto un obbligo. E’ comunque evidente che coloro che conoscono la

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grande gioia che proviene dalla lettura conducono un’esistenza più ricca rispetto a chi non ama leggere. “Incontrare” una buona lettura, sui libri o sul web, è come incontrare un grande maestro. Alain Elkann, scrittore e giornalista, in un’intervista ha dichiarato che “chi ha il gusto della lettura certamente si trova meglio di chi non la ha, perché leggere è come laurearsi continuamente, come continuare ad andare avanti, a studiare, a conoscere, nulla ti insegna di più”. Leggere è un privilegio esclusivo degli esseri umani, nessun’ altra creatura vivente possiede le stesse capacità. Leggere apre finestre sconosciute sul mondo, aiuta a conservare i nostri sogni, dà voce ai sentimenti, ci permette di venire a contatto con centinaia di migliaia

di altre vite oltre che con la nostra e di incontrare personaggi che possono diventare i nostri maestri in ogni campo, che possono aiutarci a trovare le risposte ai nostri quesiti. Leggere è come fare un viaggio, ci apre infinite strade: si può viaggiare in ogni direzione e conoscere nuovi luoghi e nuove persone. Per chi non è abituato a leggere e vuole imparare a farlo, può iniziare con una lettura semplice ma che parli di qualcosa che risulta interessante. Una volta capito il meccanismo della lettura e dopo aver sviluppato una certa familiarità con il leggere si può avanzare verso sfide più grandi, cioè testi più impegnativi. C’è un detto secondo cui “il genio deriva dallo studio”: come un


corpo sano ha bisogno di cibo nutriente, una mente sana trae sostentamento dalla lettura. Dentro ognuno di noi ci sono infinite possibilità e la lettura è lo strumento con cui “dissodare questa terra senza confini”. Direi che quello della lettura è un piacere strettamente collegato con l'abitudine. Per questo ritengo sia importantissimo avvicinare il prima possibile alla lettura, creando familiarità con questo mondo e accompagnando nella sua scoperta. L'abitudine viene da sé e il piacere si rinnova un testo dopo l'altro. Si legge per distrarsi, per informarsi, per imparare... Ma penso che mentre "navighiamo" tra le pagine, acquisiamo gli strumenti per capire meglio noi stessi, gli altri e il mondo che ci circonda. La forza della lettura risiede nel fatto che permette di sviluppare la propria immaginazione e la capacità di pensare. In questa prospettiva è stato importante “Sceglilibro”, un progetto delle Biblioteche pubbliche trentine, giunto alla seconda edizione, volto alla promozione della lettura tra i ragazzi delle classi quinte elementari e prime medie. “Sceglilibro2” ha preso avvio a ottobre 2014. Ai giovani partecipanti sono stati proposti da esperti e bibliotecari cinque libri; le opere, tutte di autori italiani alla prima edizione assoluta e non “seriali”, sono state selezionate per il loro valore letterario, per la qualità della scrittura e per la precisa aderenza alla fascia d’età 10 - 12 anni. Quasi 800 pagine affrontate con spirito di sacrificio, ma anche con entusiasmo e piacevolezza. Ai ragazzi è stato chiesto di commentare sul sito web www.sceglilibro.it i testi letti esprimendo per ognuno un voto. Nel corso dell’anno scolastico per sei mesi i lettori hanno potuto dialogare e interagire direttamente con i cinque scrittori via web, lasciare commenti, lanciare provocazioni, criticare ni libertà di pensiero e linguaggio e, alla fine del concorso, sono i ragazzi stessi, con i loro voti, a determinare la classifica e a decretare il libro vincitore. L’attività si è conclusa il 7 e 8 maggio 2015 con la Festa finale al PalaRotari di Mezzocorona nel corso della quale si è proclamato il libro vincitore e la premiazione delle migliori critiche prodotte dai partecipanti. All’edizione hanno partecipato oltre 3.200 ragazze/i trentini (la “giuria più grande del mondo”), sono stati quasi 6.000 i commenti e i messaggi agli autori postati da ragazze/i sul sito. Questa seconda edizione è stata il risultato della cooperazione, della gestione autonoma e della rete territoriale tra 30 biblioteche pubbliche comunali e 18 punti di lettura del Trentino sparse su tutto il territorio, con il supporto delle Amministrazioni comunali di riferimento. L’effetto raggiunto è che i ragazzi sono stati stimolati a scoprire e sviluppare le loro doti di attenti lettori e di critici.

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DONNE VIOLENZA E FEMMINICIDIO

Uno dei grandi problemi che la nostra politica non ha saputo mai affrontare in maniera decisiva e determinante è la violenza sulle donne. Per decenni, ed anche nel 2015, sono sempre mancate vere politiche di contrasto, ricerche, approfondimenti sul tema nonchè veri progetti di sensibilizzazione e di formazione mirati a fare in modo che queste “barbarie” possano notevolmente diminuire.

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oggi le donne continuano a essere l'oggetto della violenza maschile che non di rado causa anche la loro morte violenta. Quotidianamente le cronache dei giornali, dalla Sicilia al Trentino, per lungo e per largo di tutta la nostra Italia ci dipingono un panorama devastante che ha nelle donne le destinatarie dell’illogicità dell’uomo. Un problema che nonostante i continui appelli, non ha mai trovato una soluzione. Lo testimonia l’art. 1 della dichiarazione delle Nazioni Unite del 1993 che nello specifico poneva l'attenzione sulla urgentissima necessità di eliminare la violenza contro le donne: «Qualsiasi atto di violenza per motivi di genere che provochi o possa verosimilmente provocare danno fisico, sessuale o psicologico, comprese le minacce di violenza, la coercizione o privazione arbitraria della libertà personale, sia nella vita pubblica che in quella privata». Da allora sono passati ventidue anni ma il problema e ancora di tragica attualità perché, anche se è stata approvata la legge sul femminicidio, poco ancora si fa per difendere le donne da questa tragedia. E per la verità non si capisce bene perché tra i reati depenalizzati il Governo abbia anche inserito quello dello stalking. E dopo l’approvazione della legge sono moltissimi i parlamentari che pongono l’accento sul fatto che quanto approvato dalla Camera non è sufficiente ad arginare la violenza sulle donne. E sono le parole di Isabella

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Rauti, presidente della Onlus internazionale Hands Off Women, che certificano questa carenza: “E’ vero, dice, che la nuova legge ha dato alcuni segnali positivi e che certamente avranno un’auspicata funzione di fare diminuire questi tipi di reati, ma è indiscutibile, ha sottolineato Isabella Rauti, che la legge da sola non basta se insieme ad essa non c'è un contesto costante di educazione e di una maggiore e crescente sensibilizzazione ed una vera e concreta rivoluzione culturale”. La violenza sulle donne, però, non riguarda solo il nostro paese, ma ricerche approfondite e da dati statistici, specialmente negli ultimi quindici anni, ci sottolineano che questo reato, dai diversi aspetti, non solo riguarda tutte le nazioni, siano esse industrializzati o in via di sviluppo, ma le vittime appartengono a tutte le classi culturali e sociali. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), infatti, almeno una donna su cinque, nel corso delle sua vita, ha subito abusi fisici o sessuali, più o meno gravi, da parte di un uomo. E sempre secondo ricerche spe-

cifiche sul tema “violenza” i dati evidenziano che le donne più colpite lo sono in ambito familiare oppure tra i conoscenti o nella cerchia di amici. E i modi sono sempre gli stessi: stalking, minacce, maltrattamenti fisici e psicologici, percosse per giungere agli abusi e violenze sessuali e ai delitti. E non sono esenti da queste violenze, bambine e adolescenti. Purtroppo tutte le donne, a prescindere dalla loro età, educazione, cultura e situazione economica, sono a rischio di subire continue violenze e non solo tra le mura della propria casa, ma anche – e sempre di più- in luoghi pubblici o sul posto di lavoro dove, non di rado, sono sottoposte anche a molestie fisiche e sessuali.

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VIOLENZA E FEMMINICIDIO

UNA IPOTESI PEDAGOGICA  di Franco Zadra

«

È ancora assente, purtroppo, nella scuola, un’educazione all’affettività, alle emozioni e ai sentimenti». A dirlo è Mario Bolognese, uno tra i più prolifici autori di pedagogia dell’infanzia, nonché poeta e formatore. Recente autore di 29 fiabe inedite con le quali «intendo collaborare – dice – a ipotesi didattico-pedagogiche a partire dalla scuola materna, ma poi alle elementari e medie, anche come prevenzione al femminicidio e a violenze di varia natura». L'autore, proseguendo una personale ricerca di decenni, si propone di portare con queste fiabe un contributo educativo ai sentimenti e alla relazione. L'argomento appare di grande attualità come prevenzione a svariate forme di violenza ed è interessante come innovativo che si cominci fin dalla scuola materna. «Occorre soprattutto – dice Bolognese - imparare o re-imparare i “linguaggi del corpo e del cuore”, verso ogni forma di condivisione possibile, attenta e rispettosa, di intelligenza e sensibilità d'amore. Favorire una libera e personale rielaborazione narrativa delle emozioni, attraverso i linguaggi e i simboli del mito». Come le fiabe aiutano l’educazione ai sentimenti? «La dilatazione in senso eco-cosmico e miticosimbolico dell'emozione o sensazione, attraverso i linguaggi simbolici della fiaba, permette una possibile de-costruzione dolce degli stereotipi sessuali e

una ri-mitizzazione personale e collettiva del sentimento. La fiaba, in questo contesto, appare la narrazione più consona per riprendere contatto con le misteriose parole del cuore, potendole anche giocare e condividere». Ma come funziona esattamente? «Si creano le condizioni per permettere alla bambina e al bambino di ricreare l'ordito e la trama di una relazione positiva e non violenta con il mondo, rispondendo prima personalmente e in seguito con lavori creativi di gruppo, utilizzando anche le risorse dell'animazione teatrale. L'insieme delle fiabe proposte, - continua Bolognese - con possibili abbinamenti tra di loro, permette di “mettere in scena” anche argomenti, come per esempio la “rabbia” e la “confusione”, solitamente rimossi». Una sorta di psicodramma teatrale? «No, dice - il taglio non è psicologico e terapeutico, anche se sono possibili e in qualche caso auspicabili collaborazioni con varie altre competenze e sensibilità, anche in ambito di arteterapia. Questo lavoro desidera anche contribuire – conclude Mario Bolognese - alla valorizzazione delle risorse della differenza di genere, proponendo un'impostazione didattico-educativa non sessista».

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Notizie sul lavoro e le pubblicazioni di Mario Bolognese si ritrovano nel sito www.partecipiamo.it/cultura/mario_bolognese.Ecco i titoli delle 29 fiabe proposte: Dolcezza; Allegria; Amore; Rabbia; Leggerezza; Serietà; Piacere; Compassione: il guerriero e il calice; Orgoglio; Girotondo; Stupore; Smarrimento; Solidarietà: il cerchio-giardino e il cerchio di metallo; ConFusione; Sensibilità; Viola e Viol-Enza; Festa; Innamoramento; Funerale; Litigio: l’aquila e il serpente; Sabbia: le avventure di Tartarugonda; Sogno; Abbandono; Maldipancia; InVidia; Paura; Mostro; Bugia. Per contattare Mario Bolognese, scrivere a:

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IL RISORGIMENTO ITALIANO

le altre verità

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 di Mario Pacher

n occasione di una mia recente visita alla città di Abano Terme, ho avuto l’occasione di incontrarmi e di stringere anche amicizia, con il prof. Giulio Cesare Papandrea, illustre personaggio sia nel campo della medicina che della letteratura. Un vero luminare nel settore sanitario avendo svolto la sua attività professionale ad ampio raggio e in molte città italiane come docente universitario, primario ospedaliero, dirigente sanitario, consulente scientifico, socio di Associazioni Scientifiche italiane e straniere. Ed ancora fu direttore dell’Ospedale Santi Giovanni e Paolo di Venezia e direttore sanitario del Policlinico di Monza, Istituto Scientifico di alta specializzazione. Attualmente insegna medicina presso l’Università di Milano. In campo letterario è autore di una ottantina di pubblicazioni e vincitore di numerosi premi a livello nazionale. Il suo ultimo libro l’ha intitolato: “Risorgimento italiano – le altre verità”, Editore Franco Pancallo di Locri. Un’opera corposa e ricca pure di immagini che l’illustre professore ha promesso di presentare, nel corso dell’estate, anche in un centro turistico della Valsugana. Così è scritto in copertina che ripor-

DI TOLLER DEBORAH E PACCHER ROBERTO

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tiamo testualmente: “In questo libro, ricco di una documentazione rigorosa, Giulio Cesare Papandrea, un medico prestato alla letteratura, per festeggiare degnamente il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, rilegge gli avvenimenti del Risorgimento e del Brigantaggio senza il paraocchi della “Vulgata” retorica, quasi come una contro storia d’Italia: a tal fine ha scavato nelle ombre del processo unitario ed ha riportato alla luce tutta una storia che era stata fraudolentemente occultata. In un saggio dalla scrittura spesso brillante, l’Autore ha riletto gli avvenimenti risorgimentali spogliandoli dalla favolistica tradizione e dalla retorica accademica che, inopinatamente, finora li ha ricoperti di una fitta coltre di silenzio, inserendoli in un complotto internazionale che trae le sue origini nella “diaspora” dei Templari e nella nascita della Massoneria. Scopriamo così che, per abbattere il potere temporale del Papa, è stato distrutto il più grande, il più ricco ed industrialmente più avanzato Regno italiano preunitario – Regno delle Due Sicilie -, attraverso una campagna di mistificazione ordita della Gran Bretagna, con la connivenza dei fuorusciti italiani. Inoltre, dopo la conquista del Sud da

Il prof. Giulio Cesare Papandrea mostra il suo ultimo libro parte di Garibaldi e dei Piemontesi, la ribellione dei contadini borbonici e clericali fu tutta ridotta a brigantaggio, in modo da giustificare la proclamazione della legge marziale ed un conflitto durissimo, una vera e propria guerra civile, in cui il nuovo Regno d’Italia ha avuto modo di impiccare, fucilare ed uccidere in vario modo centinaia di migliaia di persone e radere al suolo decine e decine di paesi: tragedia totalmente sepolta”! Ecco ciò che ha scritto l’ex presidente della Camera Luciano Violante dopo averne esaminato il contenuto: “Ho molto apprezzato il libro “Risorgimento italiano – le altre verità”, di Giulio Cesare Papandrea per la ricchezza della documentazione e l’accuratezza dell’analisi. Sono dati che vanno studiati a fondo”.

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Bassetti

a Levico Term.e. dal 1951.

È

infatti dal lontano 1951 che inizia la storia di Bassetti, di questa azienda diventata, nel corso del tempo, un indiscusso punto di riferimento per il mercato dell'automobile di casa nostra. E lo ha fatto con puntigliosa meticolosità proponendosi in un panorama mai domo, sempre dinamico, caratterizzato da una continua evoluzione dell’auto e di tutto ciò che ad essa è legato. E Bassetti non è stato da meno. Sin dalla sua nascita ha saputo e voluto seguire i passi dei tempi nella consapevolezza di un continuo progredire ed un continuo migliorare. E lo ha fatto, dapprima ampliando e potenziando la originaria insegna con la sua nuova creatura che ufficialmente inaugura e presenta nel 1999 in tutta la Valsugana e nel panorama automobilistico: la BIAUTO destinata ad etichettarsi come una azienda in grado di soddisfare le esigenze di coloro i quali desideravano acquistare un’automobile e non solo. Poi, considerata la progressiva crescita e potenziamento, decide di affidare, a validi, competenti e professio-

1951

nali collaboratori, la gestione delle sue altre attività che sino ad allora fungevano da corollario alla attività primaria. Ecco quindi, nel 2007, l’officina MUGELLO con il servizio riparazioni ed assistenza. Una struttura modernamente attrezzata ed altamente specializzata sia per risolvere ogni tipo di problematica “meccanica” che per tagliandi, revisioni e installazioni impianti GPL. Infine, ma non ultimo come importanza, l’inaugurazione di una funzionale STAZIONE DI SERVIZIO carburanti con un particolare accordo- convenzione con la LORO, ditta veneta che al momento applica i prezzi tra i più competitivi sui carburanti. A tal proposito, e riferito alla stazione di servizio, è da sottolineare che non ha eguali in tutta la regione. E’ infatti l’unico distributore costruito interamente e totalmente in legno, integrato da un funzionale e quanto mai accogliente bar-paninoteca e da un auto- lavaggio, self service 24h. Un’ultima nota di merito che vale la pena citare è che nel 2013 la BASSETTI è stata riconosciuta “ Bottega Storica Trentina”.

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IL GRANDE AUTOSAL

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resentare la BIAUTO, nata nel 1999, è indubbiamente compito estremamente facile. Intanto la sua planimetria non ha eguali in tutta la nostra zona perché la sommatoria finale rende questa struttura la più grande di tutta la Valsugana e anche oltre. Una planimetria espositiva di oltre 1500mq. di cui 1000 coperti, all’interno dei quali si trova il grande autosalone e dove fanno bella mostra autoveicoli di ogni tipo, marca e per tutte le richieste della clientela, anche la più esigente. Di poi, sempre all’interno, i vari uffici e tutti gli spazi utili per un servizio alla clientela che non ha eguali. Infine uno spazio esterno espositivo di 500 mt. dove il cliente ha la possibilità di scegliere non solo auto nuove, ma anche quelle usate e garantite. Ed a proposito di garanzia e

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trasparenza riteniamo sia doveroso sottolineare che Simone e Michela, sono i due dinamici titolari (per la cronaca sposati dal 1997 e genitori di Filippo ed Elia), hanno un “modus operandi” nella vendita e nella offerta che è unica nella nostra zona. Tutti i veicoli esposti, infatti, siano esse nuove o usate, sono sempre accompagnate da un completo cartellino d’identità all’interno del quale, oltre ai dati tecnici, sono evidenziati i kilometri, l’anno di immatricolazione, il proprietario, ma soprattutto il prezzo di vendira e quanto può essere utile ed indispensabile per identificare il veicolo e per concretizzare quella serietà e quella trasparenza quasi sempre citati, ma non difficilmente messi in pratica. Prassi questa presente anche nel sito internet www.biauto.eu e sulla pagina Facebook. Oggi, BIAUTO, grazie alla lungimiranza di Simone e Michela e alla loro dinamica concezione di un mercato in continua evoluzione, può essere etichettato come uno dei più funzionali e completo autosalone multimarca per la vendita di auto, moto e fuoristrada di tutte le marche, nuove oppure usate, che opera in Valsugana, in tutto il Trentino e sul territori nazionale. Una realtà “motori” che nel

Michela e Simone tempo e con il tempo ha saputo innovarsi tecnicamente e tecnologicamente. E lo ha fatto non solo per essere al passo con i tempi e all’avanguardia nel grande universo dell’automobile. Soprattutto lo ha fatto per soddisfare, in tutte le sue esigenze e aspettative, il cliente che come, sottolineato da Simone e Michela, rappresenta per loro un vero potenziale attivo. BIAUTO ha maturato una vera e concreta esperienza nel campo “vendita” attraversando e facendo suoi i processi che hanno interessato l’evoluzione dei motori. Dapprima con il marchio Fiat, poi Audi e Volkswagen, i fuoristrada delle più importanti case automobilistiche ed infine, seguendo i passi di un mercato sempre più innovativo e competitivo, si è trasformata diventando un importante autosalone “multimarca” all’interno del quale il cliente ha solo la facoltà di scelta sia dal punto di vista del prodotto che dall’ottimo rapporto qualità-prezzo. Perché, è bene ribadirlo, i prezzi praticati da BIAUTO sono tra i più compe-


LONE MULTIMARCA titivi del mercato di casa nostra e non solo. Nel 2010, continuando nel processo di modernizzazione, BIAUTO trasforma la sua sede facendole acquistare l’attuale forma presentandosi con una struttura moderna, armonica, funzionale e visivamente piacevole ed accattivante. “La nostra evoluzione ed il nostro “modus operandi”, sottolineano Simone e Michela, ha sempre avuto come riferimento il cliente ovvero chi, con fiducia, si rivolge a noi per l’acquisto di un qualsiasi autoveicolo. E per noi non ha valore il tipo, la cilindrata o il modello che acquisterà. Precipuo compito il nostro è quello di soddisfarlo e rendere concreti i suoi desideri. Essere oggi venditori di auto, titolari di una concessionaria o gestire un autosalone multimarca, continuano i Bassetti, non è cosa facile perché tale compiti presuppongono il possesso di specifiche capacità e competenza del proprio lavoro. Soprattutto è necessario avere nella propria cultura imprenditoriale quell’etica professionale e quella correttezza che sono elementi portanti e basilari di una qualsiasi attività e che devono essere sempre presenti nella quotidianità del o dei responsabili. Non di meno è la conoscenza del mercato all’interno cui si opera; i modelli, le marche e i tipi di automobili per con-

sigliare al meglio il cliente nelle giuste ed appropriate scelte. E a proposito di correttezza ed etica, abbiamo chiesto ai coniugi Bassetti la loro competente opinione ed il loro parere sul fatto che, come non di rado si vocifera sui comportamenti non proprio “cristallini” di molti concessionari o autosaloni che operano in Italia, su quella che sembra essere una prassi “normale”, ovvero quella di portare in banca a garanzia di prestiti temporanei, i documenti di circolazione di auto giacenti presso le loro sedi ed in attesa di essere vendute, ovvero senza avere completato il passaggio di proprietà a favore dell’acquirente. “Si, spesso questo è un comportamento non corretto, ci sottolineano i coniugi Bassetti, che qualche volta può danneggiare concretamente non solo l’acquirente, ma anche chi, con giusta professionalità, opera in questo grande universo. Quindi, è bene che il cliente stia molto attento e controlli i documenti di proprietà del veicolo i quali, al completamento della transazione, devono sempre portare tutti i suoi dati anagrafici. Solo in questo modo si possono evitare sorprese anche spiacevoli. (p.r.)

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RINNOVO PATENTE

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a gennaio dello scorso anno è nuovamente cambiata la procedura per il rinnovo della patente di guida. Molte sono le novità introdotte, tra le quali l’obbligo di sostituire la vecchia patente con una nuova, e quindi la necessità di dover portare una fototessera ad ogni scadenza, e la scadenza che coinciderà, come già accade con la carta d’identità, con il giorno del compleanno. Inoltre anche chi ha compiuto 80 anni la potrà rinnovare direttamente alla Asl o nelle agenzie abilitate, senza dover più andare in commissione medica. Per saperne di più abbiamo posto alcune domande ad una agenzia di pratiche automobilistiche con sede a Levico Terme. Ci vuole spiegare cos’è cambiato dallo scorso anno per chi deve rinnovare la patente? “Nel 2014 è entrata in vigore la cosiddetta Patente europea, che non ha più riportato l’indirizzo di residenza del titolare, e che sostituisce la vecchia patente alla quale andava applicato il bollino in occasione del rinnovo. Dallo scorso anno infatti, non viene più inviato a casa il bollino, bensì una nuova patente, del formato e dimensioni di un bancomat”. E la vecchia patente viene ritirata? “No quella non ha più valore dopo la scadenza ma rimane comunque al titolare”.

La nuova patente viene rilasciata subito al momento del rinnovo? “In occasione del rinnovo viene rilasciato un documento che attesta la conferma dell’idoneità alla guida, mentre la nuova patente viene spedita a casa del cliente, direttamente dalla Direzione Generale della Motorizzazione Civile di Roma, con spese di spedizione a carico del destinatario, generalmente entro una settimana dalla visita”. La durata è rimasta invece invariata? “Quella è rimasta invariata, per la patente B è sempre di dieci anni per i rinnovi fatti prima dei 50 anni di età, cinque dai 50 ai 70 anni, tre dai 70 agli 80 anni e poi due anni. E’ però importante evidenziare che anche chi ha compiuto 80 anni ora si può recare presso le Asl o nelle agenzie per il rinnovo. Ciò è un’autentica novità perché prima queste persone dovevano obbligatoriamente andare in commissione medica provinciale. Un’altra novità riguarda inoltre la scadenza della patente che dopo il rinnovo coinciderà con la data di nascita”. I costi sono aumentati? “Per la pratica di rinnovo sono rimasti invariati, però se si considera il costo delle fotografie e quello di spedizione della patente, che sono a carico del destinatario, il costo complessivo per il rinnovo è aumentato di circa 20 euro”.

Per le patenti superiori è cambiato qualcosa? “Anche loro rientrano nella nuova disciplina,e quindi vengono sostituite in occasione della scadenza con la nova patente europea”. Prima di fare il rinnovo è necessario andare dal proprio medico di base? “No, per le patenti B non è necessario, mentre per quelle di categoria superiore (C–D- E), è obbligatorio presentare il certificato anamnestico rilasciato dal proprio medico di base”. Cosa deve fare chi cambia residenza, lo deve comunicare a qualcuno? “Non serve fare nulla, perché la nuova patente non riporta più l’indirizzo e quindi non è necessario fare alcuna variazione. Anche questo è un vantaggio rispetto a prima quando l’utente doveva attendere il bollino da parte della Motorizzazione Civile di Roma”.

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BRIDGE, PASSIONE E AMICIZIA  di Armando Munaò

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orse pochi sono a conoscenza che la nazionale italiana e i vari giocatori di casa nostra hanno dominato, per decenni, il grande panorama internazionale del Bridge, e che i nostri rappresentanti, grazie alle vittorie nelle Olimpiadi, nei campionati mondiali ed europei, occupano, da anni e stabilmente, le prime posizioni nella classifica mondiale di questo gioco. I giocatori di allora e quelli di oggi sono considerati veri, autentici e insuperabili campioni che la storia di questo sport, riconosciuto anni fa dal CONI, abbia mai avuto. In quest’articolo, però, non desidero parlare dei nostri “maestri” delle carte o delle vittorie da loro ottenute. Il mio scrivere vuole invece evidenziare un aspetto che, pur essendo un elemento essenziale di una qualsiasi competizione, sia essa ludico-ricreativa o agonistica, non sempre trova il giusto e meritato spazio nelle gare o nei confronti sportivi. Intendo porre l’attenzione su quell’elemento umano che fa parte della nostra

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quotidianità, ma che, sempre meno, è presente nelle cronache o negli accadimenti di un qualsiasi sport: l’amicizia. Da molti anni i giocatori di Bridge stanno usufruire di una particolare piattaforma internet (si chiama Bridge Base Online) che permette loro di giocare come fossero davvero seduti intorno ad un tavolo. Davanti al computer, infatti, possono interpretare il bridge, anche chattando e scambiandosi informazioni e messaggi di ogni genere, compresi quelli di rimprovero per questo o quell’errore fatto nel corso del gioco. Soprattutto, però, permette loro, attraverso questo sport “della mente”, di allacciare rapporti, di simpatia prima e di affetto dopo, destinati a diventare un vero legame affettivo a distanza. Ed è quello che è avvenuto tra alcuni giocatori della Valsugana, che conosco bene, e una simpatica, piacevole, e quanto mai “estroversa” compagnia formata da giocatrici napoletane e da una bresciana verace. Persone, o meglio amici, che tutte le sere si riuniscono davanti al computer per divertirsi, a volte anche arrabBorgo Valsugana biandosi per una o più imperfezioni Castel Telvana nel gioco espresso, ma alla fine dopo la desiderata vittoria o la non voluta sconfitta, giunge, sempre e puntale il “ciao ragazzi, grazie a tutti e buonanotte, ci vediamo a domani”. E il giorno dopo, come un appuntamento tra innamorati, si ritrovano con lo stesso spirito di Peppone e Don Camillo per incontrarsi in un Napoli io uv es V nuovo confronto bridgistico, agonie il sticamente acceso, ma sempre caratterizzato da quel rispetto che è raro vedere. I loro nomi? Ai più, ai frequentatori del BBO (è la piattaforma bridgistica in internet) nulla dicono, ma a chi,

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come me e tanti altri, ha il piacere di assistere al loro “originalissimo” bridge, i loro nickname identificano persone piacevolissime, di documentata simpatia e gioiosa allegria. E allora citiamola questa “combriccola” di amici e amiche. Nominiamoli, perché sono tutti meritevoli di attenzione particolare, e non tanto per le loro capacità bridgistiche quanto per il fatto che 3dam, giulitoma, clauco, agatuccia, elvirabas, franccap2, sogas e so48 (sono questi i loro “nomi di battaglia” che usano in internet), rappresentano la vera essenza di quel sincero rapporto d’amicizia che a volte nasce per caso, ma che poi, nel tempo e con il tempo, si potenzia e si rafforza fino a diventare un sentimento di reciproco affetto, meritevole di essere conservato nel cassetto dei ricordi più belli. Colgo l’occasione per congratularmi con Antonio, figlio di una della “care amiche” cui questo articolo si riferisce, perché nel mese di maggio, con la squadra Zenari in coppia con Fabio (il capitano) e con Emanuela Capriata e Nino Masucci, ha vinto uno dei tre gironi della Serie A del Campionato Italiano a Squadre, acquisendo così il diritto di giocare, il prossimo anno, nel girone d’Eccellenza. E sono del parere, che al di là del fatto che sono veri esperti e “grandi” giocatori di bridge, e sicuramente non nuovi a queste esperienze, il prossimo anno si siederanno ai tavoli con vera soddisfazione, lo stesso sentimento che anch’io ho provato quando, anni fa, con la mia squadra, partecipai alla finalissima di Coppa Italia, a Salsomaggiore, e quando con Augusto Caldiani, mio abituale partner, purtroppo prematuramente scomparso, ho vinto, sempre a Salsomaggiore, uno dei gironi della 1° Serie del Campionato Italiano a Coppie Libere conquistando, per l’anno seguente, la promozione alla serie superiore.


In questi ultimi anni, per effetto della crisi economica che ha interessato, e ancora purtroppo interessa tutta l'Europa, numerosi sono stati gli indicatori “negativi” che hanno evidenziato aspetti preoccupanti. E tra di essi, uno di quelli che più ha colpito l'Italia, è quello della povertà ovvero quella determinata condizione sociale che non permette una vita normale. Situazione che limita l'accesso ai beni essenziali e primari, compresi i servizi, anche d'importanza vitale.

IN ITALIA

 di Aldo Gravino

LA POVERTÀ

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er molti anni la povertà è stata etichettata con un solo termine che la identificava. Oggi, per meglio comprenderne il significato, la povertà viene così descritta e sintetizzata: Soglia di povertà, quando un individuo, ha un livello di reddito al di sotto del quale si diventa poveri. E in termini assoluti la soglia di povertà può essere definita: Povertà relativa, quando esprime una certa difficoltà a fruire di beni e servizi più bassa della zona cui si vive; Povertà estrema o assoluta, quando non si dispongono giornalmente delle primarie risorse per il sostentamento e la vita. E sono i dati e le statistiche che ci raccontano di quanto importante siano i numeri che interessano la povertà. In Italia sono ci sono oggi oltre 6 milioni di poveri. E’ quanto emerge nell’ultimo rapporto dell’Istat che classifica circa il 10% della popolazione come poveri assoluti, ovvero coloro che “non riescono ad acquistare beni e servizi per una vita dignitosa”. Se al conteggio si uniscono le persone che vivono in condizioni di povertà relativa, si arriva al 16,6% della popolazione, ovvero circa 10 milioni e 480 mila italiani. Sempre secondo l'Istat, tra il 2012 e il 2013 circa il 12,7% della nostra popolazione viveva in condizioni di povertà

relativa, sottolineando, però, una notevole crescita, soprattutto al Sud, dove da 2,3 milioni di persone in povertà assoluti si è passati a più di tre. E le cose vanno male specialmente quando la povertà assoluta coinvolge la situazione economica delle famiglie con quattro figli (si passa dal 18 al 22%) con cinque figli ( dal 30,2 al 34,5%). L’Istituto di statistica conferma anche quanto già la Caritas aveva rilevato ovvero che la situazione della povertà, sia relativa che assoluta, stesse peggiorando anche al centro nord specialmente nelle famiglie con due/tre figli e tra gli under 35. Secondo l’organismo della Cei, gli 80 euro del governo Renzi, seppur hanno aiutato moltissime famiglie, hanno avuto effetti ridotti, come diminuiti del 7% circa gli aiuti dei Comuni alle famiglie più bisognose. Un dato, invece, in controcorrente riguarda un leggero miglioramento dei single, specialmente nel Nord Italia la cui percentuali di povertà si abbassa dal 2,7 al 1,2. Il tutto è spiegabile con il fatto che i singoli preferiscono restare indipendenti invece che far nascere nuove famiglie. Così come migliora, nel Mezzogiorno, la condizione delle coppie con un solo figlio (dal 31,3 al 26,9%).

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VALSU GANA

cronache

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le cronache

Ronchi Valsugana LA DINASTIA DEI

GANARIN

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onno Giuseppe, papà Carlo, ora Federico Ganarin. Da qualche settimana, a soli 29 anni, il libero professionista, laureato in ingegneria civile è stato eletto nuovo sindaco di Ronchi Valsugana. E, sommando gli anni trascorsi anche dal nonno e dal papà alla guida della piccola comunità, per quasi mezzo secolo la famiglia Ganarin è stata presente, con qualche piccolo intervallo, nella vita amministrativa di Ronchi. Giuseppe Ganarin è stato il primo sindaco del dopoguerra. Classe 1913, aveva 34 anni quando, nel 1947, dopo due anni da commissario ha preso in mano le redini del paese. Allora gli abitanti erano molti di più, quasi il doppio di oggi. Nonno Giuseppe è morto all’età di 86 anni, nel 1999. E’ stato lui, come ricorda lo stesso Federico Ganarin, a portare la luce nelle case, i primi telefoni e l’illuminazione pubblica. E’ stato sindaco per 18 anni, fino al 1965: ha costruito le scuole, ristrutturato il municipio e la

Federico Ganarin attuale sindaco

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canonica. “Grazie a lui – ci racconta - la provinciale 65 è arrivata fino in paese, i masi sono stati dotati di una adeguata viabilità ed il 1 febbraio 1960 ha visto elevare la parrocchia di Ronchi, fino ad allora sotto la curazia di Torcegno”. Ma il nuovo sindaco ci tiene a sottolineare una cosa. “D’accordo, prima di me ci sono stati il nonno ed il papà ma io ho la mia testa e la gente che mi ha dato fiducia, mi ha votato per guidare la comunità per quello che ho dimostrato di saper fare e per quello che voglio farei”. A fine giugno sposerà Tania, 28 anni di Roncegno. Dal 1947 ad oggi ci sono stati sei sindaci a Ronchi: dopo Giuseppe Ganarin è toccato a Siro Colla e Giovanni Caumo. Dal 1980, per sei legislature e fino al 2010, in municipio c’era Carlo. Con Fiore Terragnolo di Scurelle ed Armando Floriani è stato il sindaco che per più legislature è rimasto al timone della sua comunità. Oggi Carlo Ganarin è vicepresidente della Comunità, esponente di spicco del Patt locale e provinciale. “Per me è stato e sarà un punto di riferimento ma io ragiono con la mia testa ed ho le mie idee”. L’avventura amministrativa di Federico Ganarin inizia a soli 24 anni, nel 2010 quando si presenta alle elezioni comunali. Viene eletto con 50 preferenze e diventa

Giuseppe Ganarin primo sindaco del paese vicesindaco. Pochi mesi dopo arriva anche la laurea in ingegneria civile. Ronchi è un territorio vasto, ci sono ben 33 masi (o frazioni) e tanti problemi da gestire. “In questi anni ho imparato a conoscere la macchina amministrativa, sia del comune che della Provincia”. Sono tanti i problemi che dovrà affrontare il giovane sindaco. Oggi Ronchi deve convivere con un futuro incerto. In comune ci sono quattro dipendenti: un segretario in convenzione con Torcegno e Castello Tesino (presente 8 ore alla settimana), un tecnico comunale a 28 ore (le altre 8 le fa a Telve di Sopra), un impiegato dell’anagrafe ed un messo comunale a tempo pieno. “Vorrei tanto che i giovani restassero a vivere in paese e nei 33 masi. Per fare questo bisogna garantire loro servizi minimi, penso alla scuola elementare ed all’asilo, ma anche strutture e sovrastrutture adeguate”. A breve ci sarà l’appalto dei lavori per il potenziamento della strada comunale tra Borgo e Ronchi, un opera da 1 milione di euro. E tra i primi obiettivi da raggiungere ci sarà quello del servizio di gestione associata. “E’ un passo indispensabile, oggi irrinunciabile per un comune delle nostre dimensioni. Io vedo Ronchi coinvolto con i comuni di Novaledo, Roncegno, Torcegno, Telve di Sopra e Telve. E, perché no, anche con Borgo”. Per 18 anni, dal 1947 al 1965, è toccato a nonno Giuseppe. Per altri 30 anni, dal 1980 al 2010, è stata la volta di papà Carlo. Ora tocca a Federico Ganarin guidare la piccola comunità di Ronchi. Dopo 58 anni dall’insediamento di nonno Giuseppe e 35 anni dal primo giorno da sindaco di papà Carlo.


le cronache

 di Mario Pacher

OSPEDALETTO

la casermetta rinata

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urante l’esercizio di caccia in località “Val di Mezzogiorno”, a quota 570 metri nella parte sud del comune di Ospedaletto, alcuni cacciatori avevano notato i resti di un baraccamento semi sepolto fra terra e i franamenti, delle dimensioni di circa tre metri per cinque, risalente al primo conflitto mondiale. La notizia destò subito grande interesse fra la gente di Ospedaletto e ben presto si formò un comitato di volonterosi composto da Riccardo Baldi, Mariano Dietre, Rinaldo Cenci e Fabio Agostini che si misero intorno ad un tavolino per studiare il da farsi. La decisione fu subito presa: ricostruirlo per ricavare un piccolo accampamento. Con l’avallo dell’amministrazione comunale e dell’Ufficio Forestale di Borgo, attraverso il tecnico Roberto Dalledonne, i quattro componenti si misero all’opera e, con l’aiuto anche di altri volontari, in particolare pensionati, cacciatori e diversi giovani, si attivarono per eseguire tutti i lavori necessari per ricavare un piccolo bivacco che ora è praticabile ed aperto a tutta la popolazione. Lo hanno anche arredato dotandolo di tavolo, banche, forno a legna ed altro, per un possibile breve soggiorno da parte di chi lo desidera. E per chi volesse trascorrervi anche una notte può farlo, portandosi però dietro un sacco a pelo. Con l’autovettura è possibile ar-

rivare fino alla località Paternolli per poi proseguire, a piedi, attraverso un senCom’era tiero lungo circa due chilometri. La Forestale però, in tema di percorribilità, ha eseguito lo scorso mese di aprile alcuni di questo progetto. La cerimonia si è lavori di allargamento e sistemazione conclusa con un “rancio” speciale predel sentiero per renderlo, almeno in parato da Rinaldo del ristorante “Al parte, transitabile anche con dei mezzi. Mulino” affiancato dall’equipe di Lucio Il tratto a piedi si è pertanto notevol- Cenci. mente ridotto. Il ritrovamento di questo rudere, secondo il pensiero di Riccardo Baldi, è di grande importanza storica e potrebbe interessare anche l’ambiente scolastico per una testimonianza, dal vivo, delle rovine della guerra. Ad opera completata ha avuto luogo l’inaugurazione alla presenza di una settantina di persone del paese, con Il taglio del nastro benedizione da parte di padre Giovanni, il taglio del nastro, il discorso del sindaco Ruggero Felicetti e del responsabile dei lavori di restauro geometra Dalledonne. Parole di ringraziamento sono state rivolte a tutti quelli che hanno collaborato, in particolare a Riccardo Baldi che è stato “l’instancabile trascinatore”

Come e’ diventata

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LA FORZA DELLA QUALITÀ NELLA LAVORAZIONE E FORNITURA DI FUNI IN ACCIAIO Una azienda, con sede a Novaledo, che indubbiamente può essere considerata un concreto punto di riferimento non solo per tutte le ditte boschive, pubbliche o private, che per la loro attività necessitano di funi in acciaio e di complementi ad esse legati, ma anche per i modesti fabbisogni familiari, specialmente quando si lavora nei boschi o a contatto con la natura montana. TrentinoRope Srl (rope dalla traduzione in inglese di fune) è una di quelle aziende di casa nostra che opera nel settore delle funi d'acciaio e che unisce, in perfetta sinergia, i quattro elementi portanti della sua essenza lavorativa: salvaguardia e amore per l'ambiente; qualità dei materiali usati; garanzia di quella cercata e indispensabile sicurezza cui questo particolare

Funi per teleferiche a torre e argani

settore operativo necessita, nonché ritorno al passato di uno dei vecchi mestieri, quello del boscaiolo, legato alla tradizione e alla storia del Trentino, riproposto in un'epoca caratterizzata dalla moderna tecnica e tecnologia in funzione del grande universo dei boschi e della montagna. TrentinoRope, così come evidenziato nel suo depliant illustrativo, nasce e si sviluppa grazie all'esperienza quasi ventennale dell’intero staff che nel tempo, e con crescente dinamismo, ha saputo maturare una documentata professionalità, competenza e approfondita conoscenza nel campo delle funi in acciaio e relativi componenti ad esse abbinabili. Una struttura che, seppur giovane, riesce a soddisfare tutte le esigenze e richieste specifiche che provengono sia da grosse aziende boschive pubbli-

Accessori per il lavoro in sicurezza che che dai privati, anche di piccole dimensioni, che per le loro esigenze operative hanno bisogno di tutto ciò che TrentinoRope può fornire, ovvero lavorazione e fornitura di funi in acciaio, indispensabili per teleferiche a torre, argani, verricelli e tutto quanto ruota e fa parte dell’ambiente montagna con i suoi boschi e le sue foreste.

Fornitura di verricelli e funi martellate Un giorno qualcuno disse che la specializzazione e la conoscenza del proprio mestiere nasce prima e si rafforza dopo con le continue verifiche e analisi di ciò che quotidianamente si fa. Nel caso di TrentinoRope, questa affermazione ha trovato la sua vera concretizzazione. (p.r.)

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Michele Placido a Pergine

IL TEATRO COMUNALE DI PERGINE Settembre 2013: dopo tanta attesa, apre il Teatro comunale di Pergine. In due anni la struttura è diventata un punto di riferimento importantissimo per Pergine e per l’intera provincia sia come luogo di eventi culturali ma anche come centro di aggregazione sociale. Sono ben 100.000 le persone che sono entrate a teatro. L’associazione Ariateatro gestisce il Teatro e con i responsabili abbiamo analizzato il successo ed i riscontri positivi di questi due anni che hanno qualificato la realtà culturale perginese.

Dennis Fontanari

Dialogo aperto con Denis Fontanari, Direttore artistico del Teatro comunale di Pergine, nonchè valido e apprezzato attore Direttore, ci parli di come è nata l’Associazione Ariateatro della quale lei è stato fondatore. “Ariateatro nasce nel 2008 come compagnia teatrale professionale con un gruppo di persone che si sono incontrate a Venezia nella scuola di teatro, io, Chiara Benedetti, il regista Riccardo Ballandi che ci ha lasciati lo scorso anno. Abbiamo iniziato a produrre spettacoli sia a Venezia che a Pergine e poi abbiamo preso la decisione di scegliere Pergine come sede sia per l’attività produttiva che logistica, prima al Teatro delle Garberie ma anche al teatro don Bosco, a Levico, e con una costante presenza sul territorio”.

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Qual’era lo scopo? “Lo scopo era produrre spettacoli e poi circuitarli, ma allo stesso tempo formare il pubblico verso una cultura che non fosse chiusa in se stessa ma parlasse a tutta la cittadinanza. Questa cosa ha raggiunto il proprio coronamento con la gestione del nuovo Teatro di Pergine a partire dal settembre 2013, un teatro bellissimo tra i più interessanti e funzionali della provincia, un occasione unica che abbiamo colto pur in presenza di un bando di assegnazione risicato e difficile dal punto di vista economico”.

Come vi siete organizzata nel gestire una struttura di questo tipo? “Abbiamo studiato una modalità gestionale efficiente, che portasse a delle economie, a dei risparmi, rispetto ad altri grossi enti esterni, ma che soprattutto desse un anima a questo posto, coinvolgendo i cittadini, i volontari, le altre associazioni, un luogo di produzione teatrale il più ampio possibile”. Una scommessa vinta. “E’ stata una scommessa vinta, perché in realtà il teatro si può fare ovunque e magari anche meglio in una realtà più piccola rispetto alle grandi città, da noi c’è un tessuto sociale importante,


i trentini non sono chiusi come spesso si dice, c'è una grande disponibilità delle persone. Alcune proposte vengono anche da fuori ma dal punto di vista organizzativo contiamo su persone del luogo che hanno grandi capacità e qualcosa da dire”. Il Teatro ha ricevuto linfa vitale anche dalla intensa attività culturale degli ultimi decenni, pensiamo al ruolo di Pergine Spettacolo Aperto. “Pergine ha avuto e ha un certo fervore culturale che per le dimensioni della cittadina non sono scontate, tanti all’esterno di questo si stupiscono, ce ne prendiamo i meriti insieme alle altre associazioni come PSA, alle amministrazioni che si sono succedute, a chi ha fornito sempre proposte valide, pensiamo alla rassegna del cinema d’autore di “Effetto notte” che da 15 anni è al livello delle grandi città”. Come si vive la vicinanza con Trento, rivalità o collaborazione? “La vicinanza con Trento fa parte dello scenario in cui è inserito questo teatro. Non mi piace parlare di concorrenza, l’obiettivo per tutti è quello d fornire il meglio per il pubblico. Certamente questo teatro con la nostra gestione, fa delle scelte anche ambiziose, sia nel portare nomi che attirano il grande pubblico, sia nelle proposte particolari e sperimentali e questo può creare qualche gelosia ma a noi va bene collaborare con tutti. Il bacino di Trento

diventa importante, noi puntiamo innanzitutto al pubblico locale ma aperto alle collaborazioni all’esterno e naturalmente anche con Trento”. Quanto è difficile coniugare la qualità delle proposte con l’economicità? “La scelta è fondamentale, siamo in crisi economica e la gente non ha facilità nello spendere in beni immateriali e poi è rischiosissimo avere un teatro elitario, se fai pagare 30 euro questo screma il pubblico e lo allontana ed è contro ogni logica di teatro. Facciamo i salti mortali, lavoriamo sulle economie di scala e riusciamo a tenere i prezzi contenuti”. Qual’è il ruolo di un Direttore artistico? “Il mio ruolo di Direttore artistico è affiancato a quello di attore che resta il mio lavoro, è difficile ma vario e permette di creare con le varie scelte fatte, giro l’Italia a vedere spettacoli, a conoscere altre realtà, a visionare video, a ricevere proposte, a dire si ma anche no. Punto ad un teatro che possa accontentare il teatro di comunità che parla ad un pubblico vasto e differente, a un mix di proposte di alta qualità e vicine alla gente. A volte proponiamo scelte artistiche anche azzardate ma che riscontrano comunque un buon seguito. Gli spettacoli teatrali sono il piatto forte ma abbiamo anche il cinema d’autore, il cinema popolare, le proposte

L' orchestra sinfonica di Amstetten ALL' INAUGURAZIONE DEL TEATRO

Chiara Benedetti musicali, la danza, i saggi, i dibattiti nel foyer, il teatro amatoriale che ha una funzione sociale che non va snobbata per il quale organizziamo una apposita rassegna”. Un ruolo che può essere rischioso, anche economicamente. “Ho una discreta propensione al rischio con una certa facilità di cadere con i piedi per terra, pronto a rischiare per una cosa che interessa. Il coinvolgimento del pubblico, degli sponsor, dei volontari, non erano scontati, sono arrivati, e questa è una cosa fondamentale per la vita del teatro”. Cos’è per lei il teatro? Cosa l’ha spinta a seguire questa via? “Nell’adolescenza era un grande appassionato di cinema, il teatro è arrivato un po’ dopo, pensavo fosse noioso ripetere ogni volta le stesse cose, all’inizio era diffidente, poi ho recitato in una compagnia amatoriale e ho capito che anche replicando gli spettacoli si trovano sempre cose nuove, non è mai ripetitivo. Ho fatto la Scuola di teatro a Venezia poi è diventata una scuola di vita, e sono contento di aver fatto questa scelta”. La prossima stagione? “Sarà ancora più bella visto i titoli che stiamo vagliando, l’obiettivo poi è partecipare al prossimo bando della gestione nel 2016 e proseguire”.

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. . . a u n i t n o c IL TEATRO... L’intervista a Marilena Gadler, Direttore Generale del Teatro comunale di Pergine Come è arrivata a questo ruolo? “Mi sono laureata in lettere moderne, poi ho fatto un master in organizzazione di eventi culturali legati all’arte contemporanea, ho lavorato in un Festival a Trento, poi Denis Fontanari mi ha coinvolto nella gestione del Teatro delle Garberie e nell’associazione. L’arrivo del nuovo teatro era visto come una occasione di crescita per la compagnia e per l’associazione. Abbiamo così deciso di investire nel rischio della gestione. Tanti enti, associazioni, partnership ci hanno dato dei pazzi, che la cosa non poteva reggere e stare in piedi. Noi siamo andati avanti perché eravamo convinti di potercela fare. La nostra caratteristica rispetto ad altri Enti più grossi che hanno dinamiche complesse è quella di

Al botteghino del Teatro

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svolgere attività molto professionali ma coinvolgendo il volontariato, una formula che a far convivere da altre parti è difficile”. Quali sono i maggiori problemi e soddisfazioni? “La più gande soddisfazione è riuscire a stare in piedi con le risorse economiche che abbiamo, la capacità di inventiva, di superare le difficoltà. Difficile è coinvolgere le associazioni, farle coesistere, convivere con leggi restrittive come quelle in materia di sicurezza, essere ineccepibili dal punto di vista legale burocratico, far capire a chi non è professionista che in un teatro non si può far tutto. Il nostro impegno è di fare le cose bene e senza troppi paletti”. Nel suo lavoro si vede la sua grande passione. “Sono contenta della fiducia che mi hanno dato, come delle collaborazioni, del personale, della gente che partecipa. Il teatro funziona e la gente apprezza. Abbiamo realizzato un questionario di gradimento che dimostra l’apprezzamento dei cittadini. Il mio impegno è continuo e assorbe tutto il mio tempo ma i risultati mi appagano. Anche chi lavora con noi ci mette il cuore e questo è vincente, la gente crede nel progetto e si innamorata del teatro di Pergine”.

Marilena Gadler Gli obiettivi per il futuro? “Mantenere alcune cose, innovandone altre. Miglioreremo l’offerta del teatro ragazzi in modo che la struttura diventi un centro riconosciuto per le famiglie, in particolare la domenica, una sorta di laboratorio. Il Teatro ha ottimi rapporti con le associazioni, abbiamo un bel pubblico che frequenta tutti gli spettacoli, vogliamo ampliare il bacino di utenza, riuscire a portar fuori la gente che ancora non è venuta, perché il teatro sia di tutti. Nel futuro vicino al Teatro avremo la nuova biblioteca e quindi spero sarà possibile fare proposte congiunte di eventi, di laboratori, si può crescere ulteriormente. Il teatro sta diventando una casa della cultura dove si intrecciano linguaggi e persone diverse, un luogo fisico che va oltre lo specifico, un valore aggiunto”.


... e

continua ANCORA Silvio Casagrande il contratto è breve non si riesce a valutare compiutamente se economizzare e in che modo. Se fai parte di un progetto, ci investi risorse, partecipano i privati. Abbiamo fatto due belle stagioni, vogliamo proseguire. E’ nostra intenzione assumere delle persone. Vorremmo andare oltre e sopravvivere bene. Ho accettato insieme ad altri la sfida di poter creare occupazione, mi sono assunto il ruolo di responsabile della sicurezza dando la possibilità di risparmiare al teatro. E’ importante capire come accanto all’Ente pubblico sia determinante il sostegno privato per far vivere il teatro e la sinergia tra pubblico e privato è fondamentale”.

Parla Silvio Casagrande, dal 2012 Presidente di Ariateatro Presidente, quali gli obiettivi? “Gli obiettivi statutari di Ariateatro sono la promozione del teatro e della cultura attraverso la produzione e distribuzione di spettacoli, la formazione, la gestione di spazi teatrali e culturali, l’organizzazione di rassegne, eventi e mostre”. La gestione del teatro di Pergine: gioie e problematiche. “Le soddisfazioni maggiori sono proprio la capacità di Ariateatro di gestire la struttura e la risposta del pubblico. Fondamentali sono stati la sensibilità degli sponsor che hanno investito nel teatro. La preoccupazione è nella durata dell’accordo di soli tre anni quando invece hai bisogno di un tempo minimo di gestione su più anni al fine di una migliore visione e programmazione, se

Come è cambiata Pergine da quando è aperto il Teatro? “Il Teatro è diventato un riferimento importante per Pergine e per la cultura, alcuni ci rimproverano benevolmente

il fatto che abbiamo spostato il baricentro da piazza Municipio a piazza Garibaldi o piazza Fiera come la chiamavano i nostri nonni. Il Teatro è diventato il cuore pulsante di Pergine, un punto di riferimento culturale e sociale. Dal mio punto di vista il Teatro è una struttura che genera reddito e valore sociale ed è responsabilità e dovere dell’Ente pubblico sostenerlo insieme alle aziende più sensibili. Il Teatro si pone come una impresa, di formazione, studio e ricerca, di benessere equo e solidale”. Quali sono le prospettive? “Teniamo molto a collaborare con tutti quelli che ci credono, con i territori limitrofi, con le associazioni. Il Teatro sta funzionando bene e quindi è appetibile, fa gola a molti e quindi sta alla sensibilità della politica sostenerlo e indirettamente anche la nostra associazione che lo gestisce con grande impegno. L’interesse più alto è quello

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di tutti, è nell’interesse della comunità che le aziende e le associazioni del territorio investono e si impegnano nel Teatro, e quando la cosa va bene i vantaggi vanno a favore anche delle persone che abitano nel territorio. Dal mio punto di vista il Teatro può e deve funzionare come un’impresa ben amministrata, che genera reddito e produce lavoro. Però parliamo di cultura: Antonella Ruggiero a Pergine quest’impresa ha una parte immateriale, che consiste in formazione, studio, ricerca e diventa quindi un valore sociale, fuori dai parametri del Pil e dentro quelli del benessere equo sostenibile. Ed è responsabilità e dovere dell’ente pubblico sostenerlo economicamente, insieme alle aziende private più attente e sensibili”. Un sogno che può diventare realtà? “Il nostro sogno è creare una sede per ospitare compagnie, fare promozione di imprese e associazioni del territorio,

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dove si possano esporre i prodotti di eccellenza del territorio, un luogo di ritrovo come in alcune città del Nord Europa. Su un altro fronte ma sempre collegato è importante rilanciare il turismo, dobbiamo puntare anche come amministrazioni pubbliche consorziate sul nostro bellissimo territorio, i laghi, la montagna, i percorsi ciclabili, il recupero delle aree incolte e lo sviluppo del turismo ha un ruolo fondamentale”.

Da Coppia aperta... quasi spalancata


UNA SERATA IN ALLEGRIA con gli “Amici di Casa Mihiri onlus”

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abato 27 giugno 2015 ore 18.30 presso Happy Bar Borgo Valsugana è stata organizzata una serata in allegria con gli “Amici di Casa Mihiri” una Onlus che opera nello Sri Lanka e che in particolare assiste, cura, sostiene, istruisce ed aiuta, nel loro sviluppo ed inserimento sociale, moltissimi bambine abbandonate e veramente bisognose. La serata prevede un aperitivobuffet il cui ricavato (l’offerta minima di partecipazione è di 15 euro a persona) al netto delle spese vive e alimentari, andrà a totale sostegno di Casa Mihiri in Sri Lanka. Per le prenotazioni (entro giovedi 25 giugno) si possono contattare: Cristina 347/6475297 Patrik 347/8593902 oppure tramite la seguente email: info@amicidicasamihiri.org. Per ulteriori informazioni su “Amici di Casa Mihiri: www.amicidicasamihiri.org

CASA MIHIRI ONLUS Da una vacanza in Sri Lanka nel 2001 Mario Liberali ed un gruppo di amici trentini, dopo aver visto la quotidianità della popolazione che vive in condizioni di vera precarietà e miseria, sono tornati in Italia con due convinzioni: essersi innamorati irrimediabilmente dei posti meravigliosi che avevano visitato e volersi attivare concretamente per aiutare i bambini e i residenti affinchè possano avere una vita migliore. Queste loro convinzioni hanno trovato realizzazione con la nascita degli "Amici di Casa Mihiri onlus". Questa associazione si è presa l'impegno di divulgare l'operato di due italiani, Lorenzo Bacci e Lucilla Andreanelli, soci fondatori di Casa Mihiri, che portano avanti a Walahanduwa - Galle, Sri Lanka - uno speciale progetto di assistenza e di scolarizzazione. L'associazione Amici di Casa Mihiri ha mostrato un crescente dinamismo attivando, in questi anni, iniziative sia progettuali e di sviluppo educativo sia di formazione e sostegno delle bambine accolte nella casa famiglia di Mihiri Gedere. Iniziative, queste, rivolte, da una parte per l’accoglienza della fascia più debole della popolazione e dall’altra per un processo di formazione ed istruzione onde permettere loro una reale

emancipazione quale speranza per un futuro migliore. Casa Mihiri, per la cronaca accoglie in questo periodo 28 bambine dai 7 mesi ai 17 anni orfane o con disagi famigliari. E’ doveroso sottolineare che le bimbe e le ragazze ospiti nella casa famiglia, che frequentano regolarmente le scuole pubbliche, possono risiederci a tempo indeterminato o fino al loro completo recupero emotivo e fisico. I piccoli ospiti sono seguiti tutte le mattine da Preshani e da un'altra maestra e con esse svolgono attività didattiche, ludiche, imparano le basi della lingua inglese ed integrano la loro giornata con giochi ludico-ricreativi per una maggiore e migliore socializzazione. Sempre all’interno di Casa Mihiri , oltre all’organizzazione di corsi di computer, viene attivato un doposcuola, che si ripete, in una analoga iniziativa anche a Panagamuwa, che è un villaggio adiacente. Encomiabile è l’attività della scuola Materna (progetto Montessori) che ospita attualmente 30 tra bimbi e bimbe del distretto di Walahanduwa.

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le brevi ll'Apt di San esidente de pr , ol ff To a – Paol , ha presenPRIMIERO ozza, Rolle, Primiero e Vanoi rilevando come astr ea dei soci Martino di C tito di o all'assembl sm ri tu l mente risen su ti tato i da bia pesante ab tutto il ri14 to 20 za iz va al esti che ha pen ndo la stagione ca gi lo ro ic ggi. R orda ne meteo fugi e campe ro ri una situazio te te in ll' en m de ar o particol di svilupp e al er n ge cettivo, ma o to parlat di un proget termine, ha la necessità one a lungo appena si vi a, ci a n in u ov n con la pr sa territorio co te in ano mard' lo n protocol ento di u pi am zi an o fin anche del « il parto ricettiv che prevede utare il com ai la à sottoscritto, tr do po an e n rfezio dinario ch l mercato, pe su keting straor a vo st si vi ci di in punto olto più ù attivo dal a divenire m divenendo pi r le presenze e a pe rt e fe ar of ol a ic rt pa propri io ch e, con un oc commercial . straniere»

VIGOLO VA

TTARO – Sembra che si potrà concludere prima dell'estate il lungo ite r del trasferimento de lla biblioteca comunale nella nuova sede di via Bailoni, 1 in ordine al quale è già stato assegnato l'appalto per la fornitura delle scaffa lature e dell'arredo dei mobili d'ufficio. La biblioteca che funziona in collegamento con le sedi di Vattaro e Bosentino e che ha una media di prestiti giornaliera di oltre 13 0 libri, con un patrim onio di 41945 volumi (dati 2013), da tempo soffre di penuria di spa zi che hanno costretto la bibliotecaria Franco Rigotti a “inven tarsi” soluzioni creative per la collocazion e dei libri e lo svolgim ento delle numerosissime attivit à con gli alunni delle scuole e nei numeros corsi rivolti alla popolaz i ione. «La biblioteca – suole dire – non è un semplice magazzino di libri, ma un centro di animazione culturale indispensabile alla vita del paese». Nella nuova sede questa prerogativa sarà senz'a ltro meglio valorizzata.

n ore di u dell'edit a o n g o a d p uto, p com ha otten Enrico – La ex i, c O n o T C N T RE e dott. Roberto al giudic esi di recluon line, giornale udienze davanti m 7 nte di omo a se uro a fro i vionumero condanna dell'u e a il m 0 1 la a i s i, accu d nto d Borrell sarcime ti richiesti per l' ri n u ne. Ace sione no sta iffamazio ma che ra d e e e h e c ri , 100 mila ta, lesioni, ingiu pre contestato va on em lenza pri editore aveva s ncretate nella c l' o c e o h c n cuse tti si so e dei fa all'esam danna.

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falsi agenti che in paese an i at al gn Se ZO – i per chiedere CALDONAZ entano alla porta dei cittadin mare confir pres l spingerli a ENEL che si una truffa ne i quali l'ente do r an pe nt a, te ic in tr et el a denaro gi er en «i cittadini a rnitura di e si invitano al qu tratti per la fo ila n co o di riconosc una nota e del tesserin ha diramato a». on rt zi po bi si ro l'e lo e la mpr esenta al pr si e pretendere se ch r te ne e part rte dell'agen ti e le agenzi mento da pa e «i consulen oposti a ch tt e so tr e ol ti in Ribadendo ocessi accura pr tto il n co i at zion , ma soprattu vengono sele rsonale Enel no tepe so di si e Es rt . pa to lla formazione da e costantemente contro ai to le cu viol vien comportamen e loro operato di on zi ce lu di so co ri la to di un li o con na pe re ve nuti al rispet se ti en nzionate con ire comportam zioni sono sa tese a preven ità al od m o, del contratt i». e trasparent poco corretti

VALLE DEI MO C

HENI – Resterà ottobre 2015 la aperta fino al 31 mostra "Lem de r Bòlt!” presso Kultur Institut, il Bersntoler che ripercorre at traverso oggetti e interviste gli , documenti aspetti più impo rtanti della stor gua e della cultu ia, della linra materiale ch e legano fin da gini la comunità lle sue orimòchena ai mer avigliosi boschi “valle incantata” di quella . La mostra sarà visitabile tutti i giugno, luglio e giorni in agosto, dalle 10 alle 12 e dalle 15 In settembre e alle 18. ottobre solo il ve nerdì, sabato e Per info Bersntol domenica. er Kulturinstitut: 0461 550073 (w book.com/bersn ww.facetoler.kulturinstitu t).

Bandistico

ruppo I PINÈ – Il G nimaBASELGA D to noto sull'altipiano per l'a ricor-

, mol ncerti e Folk Pinetano ici, sfilate, co tivo un st ri lo lc fo ti è at zione di even ti nel quale se importan s, intende co te et or aj renze religio M 12 di ao ov m gi si tatis dina gruppo affia bre una Ban ossimo otto pr rsi il co r ai pe o e ir an stitu che partecip i zz d'asga ic ra i e di mus a nile dove o anche prov esto è nn qu ra r fa Pe i . al in individu cardo Terr ic R ro tutti st tr ae m adesioni a sieme con il r raccogliere chiepe ri è am n -t no m ni ai quali partito il ta an 9 i 8 da e ir part info: Tel. 32 i ragazzi/e a usicale. Per m ne io az rm sta alcuna fo bfp.it). ttp://www.g (h 73 93 5 14

NOVALEDO – Il movimento di cittadini conosciuto in Facebook come S.A.No. (Salute Ambiente Novaledo) che da mesi si sta battendo contro la realizzazione di un impianto a biomasse in paese e che aveva chiesto e alla fine ottenuto un incontro con i vertici provinciali per un confronto sulla questione, fissato ancora dall'ex sindaco Iseppi al Grand Hotel di Levico Terme per il 28 maggio scorso, ha in ultimo rinunciato a presenziare con un proprio moderatore in quanto, dato l'alto livello dei loro consulenti tecnici il breve preavviso di 20 giorni non ha trovato coincidenze con i loro impegni.


FLAVIO GIRARDELLI

il “sognatore”

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oeta e paroliere. Ora anche scrittore indipendente. Flavio Girardelli inizia a scrivere poesie all’età di 23 anni. Lo fa cercando di trasmettere quello che la sua anima e il suo cuore vogliono dire. E’ stato così anche per il suo primo romanzo “Io ritorno domani”, edito dalla self-publishing Youcanprint. “Il mio percorso artistico nasce con la poesia, cercando di cogliere quell’attimo che spinge per uscire ed essere scritto. Perché la poesia non è di chi la scrive ma di chi andrà a leggerla e la farà sua”. Oggi ha 41anni ma fin dal 2000 partecipa a vari concorsi nazionali e nel 2002 pubblica il suo primo libro di poesie “Maudit – Via tra Sogno e Realtà”. Collabora con Maria Pia De Martino e partecipa alla prima edizione di Quotapoesia in Val di Sella. Nel 2008 ecco il secondo volume di poesie “Uomini di sabbia”, alcuni racconti trovano posto nel libro “Fahrenheit 38051” edito nel 2010 dalla Silvyedizioni e nel 2012 alcune poesie fanno parte del progetto musicale del cantautore Stefano Leoni. “Dopo la poesia ho iniziato ad avvicinarmi con entusiasmo al mondo della musica, scrivendo canzoni, con grande soddisfazione e successo personale”. Nel 2009 partecipa al Festival degli Autori di Sanremo scrivendo tre canzoni, collabora con vari artisti e nel 2010 vince il Festival nella sezione “Promo Awards” come paroliere-autore con la canzone “Domani” interpretata dalla cantante Rosita. “Poi, preso sempre dall'impulso di scrivere, sono arrivato negli ultimi anni a dedicarmi anche alla stesura del mio primo romanzo”. Ma come nasce “Io ritorno domani”? “Dalla voglia di trasmettere emozioni e di scrivere una storia ambientata fra le montagne del Trentino. Cercando di valorizzare i luoghi e le particolarità raccontati da chi vive la quotidianità del nostro territorio. Un romanzo breve, 130 pagine, dove presente e futuro si intrecciano, un filo conduttore intriso di divertimento, fragilità, passione, meraviglia e mistero”. La storia si svolge non solo in Trentino, tra Riva del Garda, la Val Campelle, il passo Manghen e la catena del Lagorai, ma anche a Trieste, Reggio Calabria e Padova. Una prima parte descrittiva (si parla anche del progetto “Adotta una mucca” da anni promosso dall’Apt Valsugana) con dialoghi volutamente semplici e una seconda dove inizia la vera storia con un finale a sorpresa, tutto da leggere ed interpretare. Il romanzo è disponibile sia in versione cartacea che in versione e-book e si può acquistare praticamente in tutte le librerie italiane. E’ in vendita ( già disponibile) anche in diverse cartolerie, librerie della Valsugana, Primiero e Trento ed in quelle online più conosciute come Amazon, La Feltrinelli, IBS, In Mondadori. Ma Girardelli non si è limitato solo alla versione italiana. Ha pubblicato, tradotti da professionisti madrelingua, anche la versione spagnola dal titolo “El Regreso” ed una inglese: “The Long Return Home”. “Amo scrivere e continuerò a farlo anche in futuro – ricorda – perché seguo le mie passioni e, soprattutto, mi piace davvero. Che dire? Sono un sognatore, con un piede in cielo e uno ben piantato a terra”.

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La Valsugana in cronaca

FIAMME GIALLE GEMELLATE  di Mario Pacher

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iù di cinquanta persone fra soci e loro famigliari della sezione ANFI (Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia) di Borgo Valsugana, hanno raggiunto, in pullman, il Sacrario di Redipuglia proseguendo poi per Gorizia dove era in programma il gemellaggio fra le due ANFI, Borgo e Gorizia. Nel corso della cerimonia c’è stato lo scambio di gagliardetti fra le due sezioni, rappresentate dai rispettivi presidenti: maresciallo Giuseppe Mascotto per l’ANFI di Borgo e il maresciallo Sten Signoretti per quella di Gorizia. Nei loro discorsi è stata ribadita l’oppor-

CALCERANICA  di Mario Pacher

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uon successo anche quest’anno a Calceranica al Lago per la Festa dell’Anziano organizzata dall’amministrazione comunale in collaborazione con la

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tunità di una reciproca collaborazione fra le due sezioni (che rappresentano i finanzieri in congedo), soprattutto per rinsaldare l’amicizia fra le due terre, ma anche per lasciare un segno data la ricorrenza del centenario della prima guerra mondiale. Prossimamente si svolgerà un nuovo incontro fra i soci delle due associazioni, questa volta a Borgo Valsugana.

FESTA DELL’ANZIANO locale Associazione Pensionati e Anziani. Un simpatico annuale appuntamento progettato per festeggiare le persone non più giovani del paese e anche per “dare il benvenuto” a quei cittadini che nel corso dell’anno hanno già compiuto o compiranno gli 80 anni di vita. Dopo la solenne Messa nella parrocchiale, solennizzata dai canti della Corale Polifonica diretta da Gianni Martinelli, la festa è proseguita presso l’albergo Micamada dove la presidente

del Gruppo Gilia Fontana ha ringraziato soci ed autorità per la loro presenza. Poi il sindaco Sergio Martinelli ha premiato i neo ottantenni, donando loro un quadretto in ceramica dipinto a mano dall’artista Wanda Moschen. Sono intervenuti alla festa anche il presidente della Cassa Rurale di Caldonazzo Severino Marchesoni ed alcuni presidenti di altri gruppi pensionati dei paesi vicini. Quindi tutti assieme hanno preso parte al pranzo collettivo offerto dall’Associazione. Il pomeriggio è proseguito con un concerto di canti eseguiti ancora dalla Corale Polifonica. Questi i “neo ottantenni”, classe 1935: Annamaria Martinelli, Franca Valentini, Alice Tartarotti, Gina Ghesla, Giovanna Belloni, Raffaele Martini, Pasquina Ferrari, Massimino Ferrari e Natalina Donati.


le cronache

 di Mario Pacher

NOVALEDO

L’autonomia in classe È

stata una serata particolarmente partecipata, di ragazzi soprattutto, quella organizzata presso la sala polivalente comunale dall'assessore alla cultura Diego Margon e dalla presidente del “Cerchio della Luna” Barbara Cestele, legata al progetto sulle visite guidate al Consiglio della Regione e della Provincia, dove è nata l'idea del concorso SCOPRO E CONSERVO L'AUTONOMIA. I ragazzi delle classi aderenti all’iniziativa hanno portato gli elaborati per esprimere il loro concetto di autonomia, che sono stati valutati da una apposita giuria composta dai consiglieri provinciali Walter Kasvalder, Graziano Lozzer, Emanuela Bottamedi e Lorena Torresani. Barbara Cestele ha illustrato alcuni momenti storici per far capire ai ragazzi il percorso fatto per la nostra Autonomia. In parti-

colare, ha ricordato, “nel 1939 Hitler e Mussolini, per risolvere una volta per sempre la questione sudtirolese e per eliminare l'indesiderata presenza di una forte minoranza di lingua tedesca entro i confini della penisola italica, avevano stipulato un accordo dai contenuti violentemente lesivi dei diritti e della dignità dei sudtirolesi. Dopo un lungo percorso fatto di guerre e trattative burocratiche siamo arrivati ad un momento molto importante per la nostra regione: Karl Gruber e Alcide Degasperi sottoscrivono il 5 settembre del 1946, l'accordo che prenderà il loro nome a tutela della minoranza di lingua tedesca in Sudtirolo”. La signora Cestele ha ribadito poi l'importanza di ricordare ai ragazzi le nostre radici e di esserne sempre fieri. Il titolo, ha proseguito, “non è stato scelto a caso:

SCOPRO perchè lavorando insieme per presentare gli elaborati sono stati scoperti tanti aspetti importanti sulla nostra autonomia; CONSERVO perchè sarà proprio compito dei giovani conservare e trasmettere questi aspetti alle generazioni future”. Nel corso della serata è stata data lettura anche del messaggio del Presidente della nostra Provincia Ugo Rossi che ha ricordato, così come anche l'assessore Margon, l'importanza della nostra autonomia “che non è un privilegio ma una responsabilità da difendere”. Un elogio è stato rivolto poi sia a Margon che a Cestele, per essere una squadra affiatata sempre vicina ai giovani e al territorio.

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Levico Terme in cronaca

TANTI AUGURI ELSA

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stata festeggiata presso l’APSP di Levico Terme, l’Istituto che la ospita fin dal 2007, Elsa Bailoni vedova Giacomelli di Vigolo Vattaro per il raggiungimento dei suoi 102 anni di vita. I figli, i nipoti e i numerosi pronipoti si sono stretti attorno a nonna Elsa in segno di festa, mentre il Vice presidente Marco Francescatti, accompagnato dal membro di direzione Cristina Trentin, le ha donato un bel mazzo di fiori. La festa, organizzata dal servizio di animazione, in particolare da Laura Frison, è proseguita con il taglio della grande torta ed un brindisi augurale.  Mario Pacher

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FESTA DI PRIMAVERA

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antenendo fede alla promessa, i Fanti di Levico Terme guidati dal presidente cav. Enzo Libardi, hanno offerto anche quest’anno al Centro don Ziglio di Levico Terme il “pomeriggio di festa primaverile” con il coinvolgimento di tutti gli ospiti che sono stati i veri protagonisti dell’allegro momento. Gli stessi ospiti infatti hanno scelto le canzoni che poi hanno cantato assieme ai Fanti, accompagnate dal complesso musicale di Fabio e Mirko. Secondo tradizione, una analoga festa si terrà poi in autunno sempre organizzata dall’associazione del Fante di Levico.  Mario Pacher

A SCUOLA DI CALCIO

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n Summer Camp con gli allenatori del settore giovanile della Roma Calcio. L’iniziativa, in programma a Levico dal 22 al 27 giugno e dal 29 giugno al 4 luglio, è organizzata dalla locale Unione Sportiva, riservata ai bambini dai 7 ai 13 anni di età- Due turni con i ragazzi che saranno impegnati dal lunedì al sabato: alle 9 il ritrovo presso i campi da calcio in viale Lido, a seguire fino alle 12 l’allenamento ed alle 13 il pranzo con menù predisposto dallo staff tecnico della squadra romana. Nel pomeriggio, dalle 14 alle 15, spazio ad un momento conviviale e dalle 15.30 alle 18 la seconda sessione di allenamento giornaliero. Alle 18.15 il rompete le righe ed il ritorno a casa. In programma c’è anche una escursione trekking sulle montagne del Lagorai e la possibilità, necessaria l’impegnativa del medico, di fare anche un ciclo di cure inalatorie presso le Terme di Levico. Per chi fosse interessato è possibile iscriversi anche al camp residenziale. Per info e prenotazioni contattare il 347/0660130 oppure visitare i siti internet ww.uslevicoterme.it o www.asroma.it.  (A. D.)


Levico Terme in cronaca

ASSEMBLEA AUSER

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i è svolta presso l’hotel Bellaria, l’assemblea generale ordinaria del Centro AUSER di Levico Terme. Presenti oltre un centinaio fra soci e sostenitori. Il presidente Fabio Recchia, dopo il saluto di benvenuto, ha relazionato sull’attività svolta nel 2014 riguardante soprattutto l’assistenza alle persone anziane, accompagnamenti in vari ospedali, presso le ASL ed altro ancora, che hanno comportato un complessivo percorso di oltre 9.000 chilometri. Gli associati al 31 dicembre scorso anno erano 180 di cui 130 di Levico, 43 di Caldonazzo e 7 di altri paesi. Molti anche i servizi svolti grazie all’impegno dei volontari esterni.

Recchia ha ricordato poi le varie manifestazioni organizzate come le gite, l’attività presso la locale Casa di Riposo, la partecipazione ai mercatini di Natale, la collaborazione con Telefono Azzurro ed altro ancora. Analoghe iniziative sono previste anche per l’anno in corso. Quindi è stato presentato il bilancio del 2014 che chiude in passivo per oltre 800 euro, che sarà però ripianato da contributo comunale, come promesso dal primo cittadino Michele Sartori nel corso del suo intervento. Presente all’assemblea anche l’ex sindaco ed assessore Arturo Benedetti che, ha espresso lode verso l’operato di questa importante realtà locale.

In chiusura il presidente Recchia ha consegnato i diplomi per i dieci e i venti anni di iscrizione all’AUSER. Per i 10 anni sono stati premiati: Maria Pellegrino, Claudio Battisti, Franco Prati, Ippolita Di Cristina, Lucia Osler. Per i 20 anni: Eleonora Lorenzini, Liliana Libardi, Carla Pinamonti, Patrizia Osler, Chesia Martella, Marco Martinelli, Maria Antonia Kurz, Cesarina Sacchet, e Rita Tomasi.

Torneo Internazionale Pulcino d’Oro

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aranno 32 squadre ad affrontarsi per il “Torneo Internazionale Pulcino d’Oro”, manifestazione calcistica riservata alla categoria “Pulcini” (anni 20045-6), che si terrà sabato 13 e domenica 14 giugno a Levico Terme presso il centro sportivo comunale. La manifestazione, fortemente voluta dal Presidente del U.S. Levico Terme Sandro Beretta, sarà una vera e propria festa che coinvolgerà tutta la cittadina levicense sin dalle 9.45 del sabato, con la cerimonia di inaugurazione ed una sfilata per le vie del centro cittadino con tutte le squadre partecipanti. Dopo la presentazione, in Piazza della Chiesa, alle 14 si darà il via ufficiale alla competizione, con tutte le 32 squadre in campo per giocarsi un posto nella

fase finale di domenica. La serata verrà poi allietata da una serie di spettacoli e giochi in loco. Domenica 14 si terranno le fasi finali, nella mattinata i gironi di qualificazione e nel pomeriggio i gironi finali. Al termine delle partite, attorno alle 20.30, verranno poi premiati i giovani calciatori. La manifestazione farà da cornice anche alla concomi-

tante festa campestre che offrirà agli ospiti un ampio servizio di ristorazione negli appositi tendoni e tanto divertimento. Al “Torneo Internazionale Pulcino d’Oro” hanno garantito la loro presenza squadre giovanili di alto livello, quali l’F.C Internazionale, la F.C Juventus ed altre formazioni di caratura nazionale.  (A. D.)

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MODA ESTIVA E MODA MARE

empo d'estate, tempo di mare e tempo di relax. Per le donne, e non solo per loro, l'arrivo della bella e calda stagione indiscutibilmente significa un diverso, desiderato e più pratico modo di vestire. Gli abiti “pesanti” o primaverili fanno spazio e quelli estivi caratterizzati, come tradizione vuole, da stoffe leggere, jeans dalle variegate tonalità, camicette di seta o realizzate con tessuti freschi le cui fantasie spaziano dal floreale ai colori misti e mediterranei mentre gli abiti presentano sfumature eteree, ma sempre in tinta su tinta o con cromie in netto contrasto. Un abbigliamento che rievoca tutti i colori vivaci per i giovani e più sobrie, ma sempre luminosi per le meno giovani per-

mettendo a tutti, però, di trovare il giusto abbinamento per godersi in pace le desiderate ferie. La moda estiva, però, non è solo abiti, camicie, scarpe o quant’altro di abbigliamento. I capricci e i desideri, specialmente delle donne, si rivolgono verso altri “orizzonti”, verso altre esigenze del vestire tipico dei mesi più caldi, o come un grande stilista disse, dei mesi marinari. Ecco, quindi, in questa logica, fare capolino tutto ciò che al mare è legato: dal costume da bagno, sia esso intero, bikini, il moderno trikini o più semplicemente un particolare tanga, al prendisole, al pareo, al copricostume. Il tutto per essere a posto con se stessi, per fare una bella figura o magari per rilassarsi all'ombra sorseggiando una qualsiasi bevanda dissetante. La moda estiva 2015, grazie alle nuove idee e alle nuove tendenze, specialmente negli accessori, che sono parte integrante del vestire, è oggi in grado di soddisfare pienamente tutte le esigenze della donna, sempre più desiderosa di indossare il “semplice” e il “pratico”.

ABBIGLIAMENTO E INTIMO DA 0 A 99 ANNI

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A LEVICO TERME...

IL BARBER DAY

«Quando Paolo mi ha detto di voler dedicare a me l'undicesimo Barber Day – ha detto Giampiero Passamani, capogruppo Upt presso il Consiglio Provinciale – confesso che m'è sorto spontaneo uno scongiuro. Di solito, infatti, questo onore viene riservato alla memoria di qualcuno che è passato a miglior vita. Ma El Barber è un vulcano inarrestabile e non gli si può dire di no».

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 di Franco Zadra

Nostra intervista a Paolo Andreozzi, promotore di questa Kermess che vedrà, è questo l’augurio degli organizzatori, la partecipazione di oltre 300 tra auto e moto americane, storiche e supercar

iamo infatti all'undicesima edizione di una manifestazione che è andata crescendo negli anni, anche se ha conosciuto il successo fin dalla prima edizione. «La prima edizione è nata quasi spontaneamente. dice Paolo Andreozzi, conosciuto come “el Barber” poiché in paese svolge l'attività, che fu di suo padre, del barbiere, appunto – Era il 25 novembre 2001 e si chiamava “Festa Americana Barber”. Poche macchine guidate da amici che le guidavano con orgoglio poiché condividevano la stessa passione per le

auto americane. Un giro a Trento con l'esposizione delle auto in piazza Duomo e in piazza Dante. È stata una festa che ha coinvolto moltissima gente che si accalcava per vederci». Come ti è venuta l'idea di dedicare questa edizione a Passamani? «Giampiero, che voglio ringraziare come voglio dire grazie ai tantissimi che hanno collaborato con me – dice Paolo – quando era sindaco di Levico è stato il primo a credere in questa iniziativa del Barber Day. È stato lui che ha voluto che si svolgesse a Levico intuendone la carica positiva che poteva rappresentare, e di fatto ha rappresentato, per il nome della città che attraverso il Barber Day è citato

sulle riviste internazionali d'automobilismo più rinomate al mondo». All'undicesima edizione ti sei trovato al centro di un'organizzazione complessa, curata nei minimi dettagli e capace di coinvolgere più di 250 appassionati che portano i loro mezzi a questo ormai “storico” raduno. Ti senti un po' un agente della pro-loco? «Mio padre Ugo era un organizzatore come me. - dice ancora el Barber – Lui è stato l'iniziatore di tantissime manifestazioni che hanno fatto parlare di Levico. È stato lui a ideare e organizzare la prima pedalata dei laghi che nel tempo è diventata la pedalata per la vita, lui si è fatto promotore del restauro del monumento dei caduti alle Lochere, lui è stato il primo a portare le luminarie a Levico nella piazzetta Napoli. Me lo sento dunque un po' nel DNA quello di muovermi e fare per portare novità e animazione nel mio paese. Mi piace che la gente sia contenta di vivere qui e do loro un motivo in più per esserlo». Che partecipazione ti aspetti per questo ra-

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IL PROGRAMMA E GLI APPUNTAMENTI

duno? «L'anno scorso – dice Paolo – nel raduno che avevo intitolato alla memoria di mio padre, abbiamo avuto 250 mezzi tra auto e moto americane, storiche e supercar. C'è da tenere presente che erano giorni di pioggia che hanno fatto desistere molti dal muovere la loro auto storica con il rischio di rovinarla, ma a fronte di questo c'è stata una grande partecipazione. Quest'anno mi aspetto dalle 300 auto in su, ma la mia organizzazione sarebbe capace di accoglierne anche 500».

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Domenica 14 giugno 2015, allora, il raduno inizierà alle 8 e, fino alle 10.30 ci si potrà iscrivere presso il Bar Buena Onda alla spiaggia del Lido. Si potrà fare colazione e degustare un aperitivo di benvenuto in riva al lago mentre si potranno ammirare le esibizioni dei parapendio del Acrobastard Team di Manuel Carli, presente assieme al gruppo Gavs di Aereo modellismo Valsugana e alla Zumba dove la Zin Laura del Grosso e le sue allieve daranno dimostrazione di questa attività coinvolgendo chi vorrà provare il fitness, ballando e divertendosi assieme. Dalle 11 inizierà la sfilata attraversando le vie dei centri di Levico, Pergine, Calceranica e Caldonazzo, costeggiando gli splendidi laghi “Bandiera Blu d'Europa”. Il carro-attrezzi della carrozzeria Zanei sarà a disposizione per ogni evenienza. Alle 13.30 pranzo e musica per tutti. Dalle 14 mega concerto Rock con il gruppo “The Ducktails”. Dalle 16 premiazione delle 5 auto e 5 moto più belle. Ma non è finita qui. Il raduno comprende anche il concorso “La bella d'Italia”, momenti di ballo country, zumba, la possibilità di giri in carrozza con cavalli, in limousine, sulla barca elettrica di Levico Boat, sull'elicottero della LagorAir, a disposizione dalle 10 alle 18. Ci saranno le strabilianti ragazze Pin-Up che truccheranno le signore vestendole anni '50 così da farsi fare delle foto che le proietteranno a quei tempi. Sarà anche una festa per i bambini con la truccabimbi Cristiana, il mago Rudi, bolle di sapone, magie e tanti giochi sugli straordinari castelli gonfiabili. Per informazioni: Paolo Andreozzi, 348 792 6817, barberpaolo@virgilio.it.


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PROTEGGIAMO

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na delle principali regole, quando si decide di acquistare un cane o un gatto, è ricordarsi che questi piccoli amici hanno bisogno di molte e particolari attenzioni, tra le quali le famose e obbligatorie vaccinazioni. La vaccinazione, infatti, ha il compito non solo di stimolare le difese dell’organismo, ma anche e principalmente di proteggerli da alcune e pericolose patologie. E’ vero che i cuccioli appena nati sono protetti da molte malattie grazie agli anticorpi ricevuti dalla madre, ma tale protezione dura due/tre mesi. Poi, però, trascorso questo tempo, è necessario intervenire con il programma di vaccinazione stabilito ed eseguito da un veterinario. Altro aspetto che si deve tenere presente è che le vaccinazioni, sia del cane che del gatto, devono essere ripetute o richiamate poiché l’immunità non dura tutta la vita e quindi, in assenza di questi richiami, il sistema immunitario dell’animale non è più in grado di proteggerlo da molte malattie che possono essere anche fatali. Importante è sapere che molte patologie a carico del cane e del gatto patologie possono essere altamente contagiose e

quindi non di rado risultano estremamente difficile da curare. In ogni caso ci si deve rivolgere sempre al veterinario che è l’unico a stabilire le vaccinazioni, il tempo, le modalità e i prodotti da usare. Per chi, invece, decide di andare all’estero, portandosi dietro il suo piccolo amico, è utile ricordare che in molti paesi ci sono leggi severe sull’inosservanza delle regole sanitarie riferite agli animali. Tali norme variano da Stato a Stato e quindi è bene informarsi negli uffici competenti o dal proprio veterinario, sulle norme che regolano l’ingresso di cani, gatti o altri animali relative al paese che si vuole visitare.

L’importanza delle vaccinazioni, obbligatorie e di richiamo, specialmente per chi deve recarsi all’estero dove, in ogni Stato, esistono particolari e severe regole sanitarie relative ai “piccoli amici”

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BENESSERE&SALUTE

LA STITICHEZZA…

…un problema da combattere U

La stipsi o stitichezza è uno dei disturbi gastrointestinali più diffusi. Secondo recentissime stime, infatti, il 4-10% dei bambini, il 18/32% dei quarantenni, il 20-40% dei 60enni e il 40% delle donne in dolce attesa soffrono di stipsi o a problemi nella defecazione. Percentuali che, purtroppo, stanno aumentando, sia per effetto di una sbagliata nutrizione che per effetto dello stress che riguarda alcune categorie di persone.

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n problema che non sempre, però, è dovuto a particolari patologie, ma che può essere causato sia da disfunzioni che cattive abitudini alimentari. La medicina etichetta come stipsi “accertata” quando la stessa da saltuaria diviene cronica ovvero la difficoltà di evacuazione fecale si presenta giornalmente e per periodi molto lunghi. E i sintomi sono chiari e ben definiti perché si presentano con particolari manifestazioni quali gonfiori e dolori addominali, flatulenza e aerofagia nonché difficoltà a espellere le feci. Vi è anche un tipo di stitichezza riconducibile a un particolare sintomo che deriva dalla “sindrome da intestino irritabile” nel quale la stipsi può alternarsi a diarrea o scariche diarroiche. Si parla di stitichezza quando non si avverte in maniera spontanea lo stimolo della defecazione o quando, per evacuare, si è costretti a fare grandi sforzi. Molti sono convinti di soffrire di stitichezza se non vanno in bagno tutti i giorni. Sbagliato, poi-

ché la defecazione, si considera normale e non stipsi anche se avviene tre volte al giorno o tre volte a settimana. Quali sono i fattori si rischio e quali i consigli per eliminare dal nostro quotidiano questa fastidiosa problematica. Aumentano il rischio di stitichezza la dieta scorretta, specialmente se è povera o addirittura esente da fibre vege-


tuno. Da EVITARE IL FAI DA TE. Altra buona regola per combattere la stipsi è quella di una costante attività fisica, camminando per 20/40 minuti al giorno oppure facendo ginnastica, anche da camera.

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OMEOPATIA

minestrone, brodo oppure passato di verdure; • alternare la pasta, il riso e pane con analoghi cibi integrali; • bere almeno 5/6 bicchieri di acqua al giorno per rendere più morbide le feci e quindi più facilità nella evacuazione; • una volta la settimana assumere legumi e includere nella propria alimentazione yogurt o latte fermentato; E’ bene mangiare ad orari regolari, masticando bene i cibi. Da evitare o limitare molto alcool, tè, caffè, formaggi fermentati, cibi fritti e grassi di origine animale. Nel caso in cui con queste norme dietetiche non si dovessero ottenere risultati soddisfacenti, si può fare uso di lassativi, ma solo dietro consiglio del medico che prescriverà il rimedio più oppor-

FITOTERAPIA

tali (frutta, cereali, verdura), la cattiva abitudine di bere poca acqua, l’inattività fisica, e lo stress. A tutte queste cause vanno sommate quelle derivanti da vere patologie quali depressione, ansie e particolari traumi anche a livello psicologico. Gli esperti, però, sono del parere che per combattere la stitichezza non si può prescindere da una sana e corretta alimentazione. Alimentazione che, a detta degli studiosi di questo problema, deve basarsi su una dieta utile a correggere il proprio e personale modo di nutrirsi, magari servendosi per il primo periodo di “apprendimento” di un nutrizionista o esperto di alimentazione. Buone regole sono: • assumere almeno una volta al giorno verdura cotta o cruda; • mangiare uno o due frutti possibilmente con la buccia in quanto è ricca di fibre; • almeno 3/4 volte a settimana ingerire

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MEDICINA&SALUTE

Conoscere l'attacco di panico:

unnemicochesipuòsconfiggere

Fin dai tempi dell'antica Grecia è stato descritto un disturbo che provoca paure irragionevoli in persone che, nella maggior parte dei casi, sono psicologicamente sane. Nella società odierna, è stato dato un nome a questo fenomeno: disturbo d'attacchi di panico. Gli attacchi di panico sono sempre più comuni e questo ha portato gli specialisti ad interessarsi per trovare strategie adeguate per combattere un fenomeno invalidante per coloro che lo vivono. Esiste una via per superarli e la psicoterapia cognitivo – comportamentale è molto efficace nella risoluzione di questo problema.

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rima di tutto occorre capire cosa sia esattamente un attacco di panico: è qualcosa di difficile da comprendere se non lo si ha mai vissuto. Un attacco di panico si ha quando una persona diventa in breve tempo molto spaventata o molto ansiosa, al punto di impedire alla persona stessa di affrontare una situazione nella quale la maggior parte delle altre persone non proverebbe alcun malessere. Durante un attacco di panico si possono avere diversi sintomi, i più frequenti dei quali sono respiro affannoso, palpitazioni, vertigini, formicolii agli arti, sudorazione, tremori, nausea etc. Queste sensazioni fisiologiche sono accompagnate da pensieri catastrofici, come la paura di morire, la paura d'impazzire, la paura di perdere il controllo e quella di svenire. Spesso la prima volta che un attacco di panico si presenta è un evento inatteso che mette a dura prova chi ne è vittima e per questo motivo il soggetto sperimenterà un forte impatto emotivo che avrà il terrore di rivivere. Il primo attacco di panico si manifesta, quasi sempre, in un periodo particolarmente stressante della vita causato da eventi di molteplice natura, come disaccordi familiari, lutti, problemi finanziari, preoccu-

 di Laura Fratini* pazioni lavorative, ma anche fattori fisici come possono essere malattie, ipoglicemia, uso di alcol o droghe. A questo si sommano le caratteristiche personali (temperamento più o meno ansioso) e il livello di iperventilazione, cioè il respirare con una frequenza e una profondità eccessive rispetto ai bisogni del nostro organismo in quel momento. La persona colta per la prima volta da attacco di panico può subire una specie di condizionamento: se il primo attacco è avvenuto in un determinato luogo come il supermercato o mentre guidava nella propria auto, passa da un rapporto di associazione ''l'attacco di panico mi è venuto nel supermercato'' ad un rapporto di causa – effetto '' il supermercato mi ha provocato l'attacco di panico''. È proprio con questo meccanismo che nascono le fobie per alcune situazioni, per alcuni luoghi che per la persona diventano oggetto di paura. Sono molto comuni e diffuse la paura di volare, ma anche quella di treni, autobus e ascensori sono temuti perché in caso di panico si dovrebbe aspettare prima di uscire o di ricevere aiuto. Anche guidare soli nel traffico può portare allo stesso problema ed anche in questo caso si associa alla difficoltà di


Per questo può essere utile un percorso psicologico-psicoterapeuticoche, grazie a tecniche specifiche, può essere fondamentale per capire quali possono essere le causepiù profonde

abbandonare la macchina o ricevere aiuto. Per tutti questi fattori, le persone mettono in atto una serie di strategie di evitamento che nel momento immediato danno loro l'illusione di sollievo ma che ingigantiscono il mostro tanto temuto. Esempio: non guido così non avrò l'attacco di panico. Ma così facendo dovrò ricorrere a mille espedienti per muovermi in caso di necessità. Una modalità

molto usata da chi soffre di attacchi di panico è uscire accompagnati, fare percorsi che includono l'ospedale più vicino o tenere farmaci in borsetta, fattori protettivi che in realtà acuiscono poi il problema. Così, chi soffre di attacchi di panico può trovarsi ad avere una vita e una quotidianità molto limitata, alcune persone non escono più di casa, non vanno più a fare la spesa o non prendono più mezzi pubblici. Questo crea molto disagio e tristezza, spesso succede che non vengono capiti dai propri familiari o dagli amici e così s'innesca dentro di loro anche un senso di colpa. Alcuni soggetti si sentono inadeguati oppure diversi, alienati dal resto della gente; così si chiudono sempre più in loro stessi, sempre più nelle loro impenetrabili mura aprendo le porte ad una depressione se-

condaria. Per questo può essere utile un percorso psicologico-psicoterapeutico che, grazie a tecniche specifiche, può essere fondamentale nella svolta di situazioni ormai molto pesanti ma anche per capire quali possono essere le cause più profonde e debellare questo disturbo alla radice. Avere attacchi di panico non significata essere malati di mente! La conoscenza e l'informazione del disturbo da attacchi di panico ha reso molte persone più consapevoli che una via d'uscita c'è. L'attacco di panico non è un mostro imbattibile, ma un campanello d'allarme che va ascoltato per essere superato.

La dott.ssa Laura Fratini è specializzata in Psicologia clinica (laurafratini.psicologa@gmail.com)

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LA CULTURA NEI LIBRI

Fiabe, favole e racconti…

a im n a l’ r e p ia p a Ter

 di Romano Zanghellini

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n una piovosa e fredda sera dell’ottobre scorso si sono accese le due calde candeline del concorso “Il tempo e la memoria raccontano una storia”. L’iniziativa è di Silvana Gecele dinamica animatrice nel Piccolo Spedale di Pieve Tesino sostenuta dal suo presidente Luciano Buffa e dal sindaco Livio Gecele. Le fiabe, le favole e i racconti sono degli ospiti di alcune delle RSA del Trentino, raccolti per non perdere il ricordo delle cose importanti che il tempo inesorabilmente cancellerebbe. Un aspetto tutt’altro che secondario è l’aver colto l’importante funzione di quell’anima che custodisce e sempre sollecita la nostra difficile, splendida, contraddittoria interiorità. E’ lì infatti che nasce la capacità di rendere preziosa la nostra persona e il contributo positivo alla comunità di cui facciamo parte. I racconti raccolti in questo libro sono più che altro ricordi di vita vissuta o tramandati da una generazione all’altra ma spesso in essi, come ho letto, non manca il fascino della fiaba nel senso che nella nostra realtà noi infiliamo spesso delle briciole di sogno con i desideri, le emozioni e le nostre aspettative di vecchi o

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di quando eravamo bambini. Spesso, anche involontariamente, accanto alla nostra vita reale lasciamo scorrere quella che avremmo voluto che fosse ma che non ci è toccata in sorte perché il destino era un altro. Qualcuno parla dell’inutilità della fiaba o addirittura sulla sua negatività educativa ma checché ne dicano alcuni psicologi e psicanalisti contemporanei è dimostrato dalla realtà che i bambini cresciuti senza fiabe, favole e racconti hanno maggiori difficoltà ad esprimersi; non tanto a parlare perché di solito parlano anche troppo, ma a esporre concetti, perché ai bambini di oggi quasi nessuno racconta più nulla. Oggi purtroppo manca quel “momento magico” che tanti di noi ricordano con nostalgia quando papà, mamma o soprattutto la nonna accanto alla stufa o al nostro letto ci leggevano Cenerentola, Biancaneve, Cappuccetto rosso o ci parlavano del nonno morto in guerra, di quando a volte mancava anche il pane o della gioia di un ritorno, della solidarietà istintiva fra le persone . L’elenco dei danni e delle carenze che ne derivano sarebbe troppo lungo e non è questa l’occasione per parlarne diffusamente ma due cose le voglio dire: così

facendo manca un momento importante di unità familiare e l’intimità che si crea con l’incanto del racconto, manca quel gioire o soffrire insieme che prepara il bambino alla responsabilità sociale e al suo desiderio di una vita in comunità. Inoltre, come scrive Bruno Bettelheim nel suo libro Il mondo incantato, noi non ci rendiamo conto quanto sia grande l’aiuto pedagogico che offrono le fiabe


nel delicato periodo della crescita. Insomma, il tempo che passa l’essere umano dentro mondi immaginari lo aiuta a far fronte agli eventi inattesi perché li ha già immaginati, ascoltati ed elaborati nei racconti. Penso per esempio a quanto è grande il numero delle fiabe e dei racconti che fanno parte della tradizione e della cultura della nostra terra. L’oblio, che è una sorta di oscurità del cuore, scaccerebbe anche dalle stupende abetaie del nostro Trentino, dai monti colorati dall’enrosadira, dalle piccole valli nascoste ed incontaminate dove anche il silenzio ha il suo suono, dai corsi d’acqua che racchiudono gocce di ere lontane e da un ambiente ancora intatto e magico gli gnomi, i nani, le ninfe, gli elfi e tutte le creature e le altre presenze, reali o virtuali, che ci hanno accompagnati nel tempo della nostra fanciullezza, ma che ci sono vicini anche ora che siamo grandi. Essi continuano a regalarci la bellezza, la saggezza e la purezza del loro mondo primigenio.

La vecchiaia o malattie come l’Alzheimer si prendono lentamente e inesorabilmente il corpo e a volte la mente dell’essere umano, ma non riescono comunque ad afferrarne l’anima e a farne quello che vogliono perché Psiche (l’anima appunto) è al disopra del decadimento fisico e mentale. Essa è uno strumento essenziale del nostro Essere. Se ogni giorno cercheremo di esistere come persone positive e preziose può darsi che alla fine avremo comunque bisogno di chi ci aiuta, ma noi potremo sempre conservare la nostra dignità e quand’anche dovessimo subire fino in fondo l’ingiuria del tempo rimarrà pur sempre una differenza nel nostro modo di esistere perché esso sarà espressione di un inconscio che si è premurato di interiorizzare l’essenziale ed il messaggio dell’infinito a cui apparteniamo.

E’ un grande e intelligente regalo questo di Silvana e dei nostri vecchi perché così come la sinfonia ha bisogno di ogni nota, come il libro ha bisogno di ogni parola, come il fiume ha bisogno di ogni goccia d’acqua così la storia per essere scritta nella memoria del tempo ha bisogno di noi. Ci danno dunque un bellissimo messaggio su cui riflettere. Rivolto soprattutto ai giovani: “A forza di pensieri stupidi non si è più in grado di formularne uno importante e ci si adagia nella mediocrità”.

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…una nuova apertura a Pergine Valsugana

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a pochi giorni a Pergine in viale Dante (vicino alla rotatoria che porta al centro commerciale Shop Center) è stato inaugurato un negozio che ha nella sua insegna commerciale i prodotti alimentari che fanno parte della quotidianità di tutte le famiglie. Per la verità, più che una inaugurazione, quello di “Pane e Fantasia”, è stato un trasferimento in questa nuova sede più funzionale che Katia, la titolare, ha voluto per offrire alla “sua” clientela un migliore servizio realizzando una autentica piccola “boutique” dell’alimentazione indiscutibilmente gestita con competente professionalità e conoscenza del proprio mestiere.

Appena si entra da “Pane e Fantasia”, infatti, si è subito colpiti dalla grande esposizione che presenta , da una parte, la varietà di pane (comune, speciale, e con farine bio) e prodotti alimentari specifici di stagione quali zelten, colombe e panettoni, e dall’altra tutti le appetitose specialità di una gustosa pasticceria fatta da croissant, strudel, treccia mochena originale e chi più ne ha più ne metta. E cosa dire del banco gastronomico che ha nel suo “menu” canederli, strangolapreti e gnocchi rigorosamente impastati a mano, pizze e torte salate. Completa il tutto una fantasmagorica esposizione di prodotti locali, confet-

ture, salse, succhi tutto a km zero nonchè simpatiche ed originali confezioni regalo con caffè infusi e cioccolatini. “Pane e Fantasia”, però, si caratterizza per offrire una vera, autentica e antica specialità trentina, ovvero quel famoso pane “Bechet”, dal sapore deciso e caratteristico, che viene prodotto miscelando una farina di grano tenero di tipo “0” con una tipo “l”, quest'ultima macinata direttamente nel molino a pietra del panificio Tecchiolli”, in modo da conservare il germe di grano, la parte nobile del chicco, e una buona parte della crusca, ricchi di proteine, sali minerali e fibre per un risultato che ha pochi eguali. (p.r.)

GUSTO PER LE COSE BUONE VIALE DELL’INDUSTRIA

TRENTO

VIALE DANTE ER NT E C OP H S

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VIALE DANTE

PERGINE CENTRO

Viale Dante, 151 Tel. 334 7936905

da sinistra Katia e Lorenza


A LEVICO TERME, LA BUONA CUCINA

L'ANGOLO DEI RISOTTI

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aterie prime di qualità, sapori e tradizioni che gli chef di casa nostra sanno trasformare e interpretare con maestria. Parliamo, per chi ancora non lo avesse capito, della cucina italiana, da sempre riconosciuta fra le migliori al mondo. Una varietà di piatti e un pieno di specialità che non hanno eguali e che il mondo ci invidia. E pensando alla buona cucina, oggi vogliamo parlarvi di risotti: tra i “manicaretti” orgoglio della nostra arte culinaria, un posto di assoluto rilievo spetta proprio a questo piatto che, con le sue variazioni regionali, soddisfa tutti i palati, dal nord al sud, anche quelli più esigenti. Lo sapevate che l’Italia è la nazione europea che produce più riso? Proprio noi italiani abbiamo selezionato la migliore qualità del cereale ricco di sostanze benefiche per l’uomo, preziosa fonte di carboidrati, sali minerali, vitamine e proteine vegetali. Insomma, un ottimo primo piatto, da assaggiare senza rimorsi! E noi lo abbiamo assaggiato, o meglio, li abbiamo assaggiati.. Nel cuore del trentino, in Valsugana, la tradizione del risotto mantecato ad arte si sposa con i sapori tipici di queste terre: a Levico Terme infatti da

LA RICETTA Il risotto al MASO SCARI qualche anno sono accesi i fornelli de “L'Angolo dei Risotti”, un piccolo ristorante a gestione familiare specializzato, manco a dirlo, in questo primo piatto nutriente e leggero. Parafrasando un vecchio adagio potremmo dire ”risotti per tutti i gusti, tutte le tasche, ma con una qualità superiore”. Oltre 20 tipi di risotti, tutti cucinati con riso piemontese “carnaroli superfino” non trattato e senza conservanti, mantecati con grana Padano DOP e burro fresco Trentino: una manna per il palato dei buongustai e per gli amanti di questi piatti. Ve ne segnaliamo uno fra tutti, “risotto al Maso Scari”: sfumato e insaporito dal Teroldego Maso Scari d.o.p. del BARONE DE CLES, prodotto dalla rinomata cantina Scari, già esistente dall’inizio del 1600 a Mezzolombardo in alcuni testi del 1759. Un connubio dal sapore unico, che regala al palato un viaggio tra i sapori e le tradizioni del bere e del mangiare bene della nostra regione. E dopo un primo piatto così, vien la voglia di accompagnare il pasto abbinando le ottime etichette BARONE DE CLES alle carni e salumi tipici che offre il menu del ristorante, sempre freschi e di qualità. (p.r.)

DOSE PER 6 PERSONE • • • • • • • •

Un etto di burro di malga mezzo bicchiere di olio di frantoi una cipolla mezzo litro di MASO SCARI (Teroldego giovane) un kg di riso “Carnaroli” brodo di carne formaggio grana Val di Non invecchiato sale PREPARAZIONE Porre a fuoco lento olio e burro in una pentola; quando sono caldi unire la cipolla tritata e farla dorare. Aggiungere il vino e lasciare addensare; poi unire il riso e farlo rosolare pe 3-4 minuti; indi aggiungere il brodo, poco per volta, fino al termine della cottura. Un minuto prima di togliere dal fuoco aggiungere due manciate di formaggio grattuggiato. Lasciare riposare per 3 minuti. Servire e accompagnare con lo stesso vino usato.

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I GEM

astronomia la costellazione

22 Maggio al

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a costellazione dei Gemelli si riconosce facilmente per la presenza delle sue due stella principali: Castore Polluce. La prima, chiamata anche Alfa Geminorium) dista dalla terra oltre 52 anni luce. E’ una stella gigante di colore bianco ma più piccola di Polluce, detta anche Beta Geminorium che è una gigante di colore arancione e dista dal nostro pianeta circa 34 anni luce. Polluce è una delle venti stelle più luminose del cielo (secondo calcoli degli studiosi occupa la diciassettesima posizione, mentre Castore la ventitreesima) Essendo due stelle giganti sono facilmente visibili anche ad occhio nudo così come è apprezzabile anche la loro differenza di colore. Altra stella ben visibile della costellazione dei Gemelli è Alhena, una stella bianca distante da noi 105 anni luce. Castore e Polluce sono le stelle più luminose dei Gemelli perché si trovano a grande distanza dalla Terra, ma quella che di fatto è la più luminosa è Mebsuta (conosciuta come Epsilon Geminorium), una supergigante distante da noi oltre 905 anni luce. Per avere la dimensione di questa stella basti pensare che ha un diametro 150 più grande del nostro sole. Tra gli oggetti non stellari dei Gemelli vi è l'ammasso aperto M 35 un insieme di stelle distante circa 2.800 anni-luce da noi, e se il cielo è buio e terso, si può ammirare anche ad occhio nudo. La costellazione dei Gemelli è ben visibile sia in inverno a mezzanotte circa, quando è quasi allo zenith verso la mezzanotte, o all'inizio della primavera è alta sull'orizzonte prima della mezzanotte. In ogni caso il periodo più favorevole per osservare, nel cielo serale, i Gemelli, va da dicembre a maggio ed essendo una costellazione boreale, gli osservatori posti a latitudini settentrionali sono maggiormente favoriti. Secondo la mitologia greca Castore e Polluce erano due fratelli, figli di Leda, la bellissima moglie del re di Sparta Tindaro (o Tindareo) e di Zeus, il re degli Dei. Castore e Polluce, lottarono contro un'altra coppia di gemelli, Nel duello Castore fu ucciso ma Polluce, essendo immortale, chiese a Zeus di poter tornare insieme al fratello. E così nel cielo nacque la costellazione.

curiosità Secondo uno studio pubblicato su “Nature” è stato scoperto un buco nero che sembra abbia l'età di “appena” 875 milioni dal Big Bang. La sua massa è stata calcolata in oltre 12miliardi di masse solari. Si tratta dell'oggetto stellare più massiccio e luminoso di questo tipo che sia stato mai osservato.


EMELLI

astrologia lo zodiaco

l 21 Giugno

I

nsieme alla Bilancia e Acquario forma i tre segni d’aria. I Gemelli è il primo segno mutevole dello Zodiaco le cui caratteristiche principali sono la positività, l'estroversione, il dinamismo e non di rado il raziocinio. I Gemelli sono irrequieti e in grado di esprimere ottime capacità di sintesi e di analisi, dotati di un'ottima dialettica che spesso li aiuta a mascherare le carenze e i propri difetti caratteriali. A queste peculiarità si somma quella che di fatto contraddistingue il loro comportamento ovvero essere a volte doppi sia nel comportamento che nelle logiche della loro azione. Pur essendo molto chiacchieroni, hanno una grossa capacità di comunicare la realtà, specialmente quando si tratta di concretizzare progetti ed obiettivi. Dotati di ottime, capacità intellettive, sono considerati poco affidabili in quanto e se non interessati cambiano il loro modo di fare. Risultano essere individui attivi, simpatici e molto socievoli. Un grande difetto è la presunzione, non di rado conseguenza di un intelligenza a volte veramente fuori del comune. Allo loro suscettibilità ed irritabilità contrappongono un grande fascino che richiama su di loro l’attenzione degli altri. Spesso cercano il contatto umano e di amicizia e danno molto significato alla cultura e alla umanità. Sono persone eclettiche per eccellenza, si interessano a qualsiasi cosa ma non sempre è costante in una singola attività. Sono grandi oratori consapevoli delle proprie capacità intellettuali e non è facile avere la meglio su di loro in una conversazione. In amore e nella loro sessualità sono disinibiti e non di rado cercano la trasgressione e la continua sperimentazione sia con la loro compagna che con un eventuale partner occasionale. Grazie però alla loro affabilità ed alla innata simpatia che sanno ispirare riescono sempre a farsi perdonare per le loro manchevolezze. Quando però stabiliscono un vero rapporto d’amicizia sono sinceri al massimo e danno sempre certezza della loro onestà ed affettività. Il Gemelli è di solito predisposto ad intraprendere numerose attività, ma quelle che maggiormente si addicono alle sue qualità sono la scrittura e il giornalismo, la letteratura e spesso le arti.

curiosità Al segno dei Gemelli, governato da Mercurio, sono associate tutte le pietre gialle (vivacità ed esuberanza), il topazio (felicità, amicizia vera e speranza) e l’ agata ( equilibrio, meditazione, vitalità, concretezza,). I fiori caratteristici dei Gemelli sono il fiordaliso, simbolo di quiete e serenità, il giglio – che simboleggia l’eleganza e la forza, ma anche la freddezza e attenzione. Il metallo dei Gemelli è il mercurio per la sua fluidità e la capacità di adattarsi. Il giorno favorevole, in onore di Mercurio, è il mercoledì.


PER CHIARA UNA BORSA DI STUDIO Un bel risultato, quello ottenuto da Chiara Presa, che sotto gli insegnamenti e la grande professionalità dimostrata dalla sua maestra di danza, Samantha Gabban, è stata premiata a Salsomaggiore con borse di studio sia in danza classica che in moder-jazz. Un “premio” meritato dopo che Chiara, negli ultimi anni, aveva anche frequentato degli stage specifici, sempre a Salsomaggiore. A questo particolare riconoscimento si aggiunge l'altra borsa di studio che le è stata assegnata e che le permetterà la frequenza di una settimana di uno stage di danza a Chioggia nonché la particolare menzione speciale.

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