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Guide per... realizzare noi stessi!
Ognuno istintivamente sa cosa sono le emozioni, ma quasi nessuno, oggi, riesce a viverle nel modo corretto. Cerchiamo di domarle, soffocarle o correggerle. I condizionamenti sociali ci hanno portato a credere che alcune siano buone, altre invece no. Abbiamo rinnegato il loro valore, mettendole in una posizione subordinata rispetto alla logica e alla razionalità. Ci si è dimenticati del fatto che le emozioni sono per noi una guida, perché arrivano dalla parte più profonda e autentica del nostro essere. Rabbia, paura, tristezza e tutte le altre, infatti, possono essere definite come voci dell’anima, espressioni di bisogni autentici e desideri che sono soltanto nostri. Quando ci vengono a trovare, portano un messaggio. Ecco allora che, se impariamo ad accoglierle e ad ascoltarle, possono condurci verso la piena realizzazione della nostra natura. Le emozioni sono la chiave indispensabile per aprire la porta che ci dà accesso alla nostra interiorità, quel luogo intimo e personale in cui sta nascosto il segreto della nostra felicità, ovvero la piena realizzazione di noi stessi. Tutte, nessuna esclusa, sono nostre alleate. Conoscerle (e liberarci da convenzioni e falsi miti sul loro conto) è il primo passo per sfruttare il loro enorme potere di trasformazione.
Non Dobbiamo Ostacolarle
A volte le emozioni sembra che ci complichino la vita. Quello che è certo è che non dobbiamo mai sbarrare loro la strada: sono energia vitale ed espressione di stati dell’anima. Non ascoltarle, non fare loro spazio, ci allontana dalla nostra vera natura, che non è univoca, ma complessa. Per questo ne esistono così tante. Se, per un eccesso di razionalità e giudizio, siamo portati a temerle, a considerarne alcune negative, dobbiamo avere ben chiaro che il nostro compito è viverle, mentre il loro è quello di far emergere i nostri bisogni più profondi.
Possono liberarci da maschere che ci vanno strette
Accogliere le emozioni significa mettersi in ascolto di se stessi e questo è l’unico modo per arrivare ad essere felici. Facciamo un esempio: arriva la tristezza e cosa facciamo di solito? Cerchiamo di mandarla via. Ma se non l’ascoltiamo, tornerà. E alzerà di più la voce, diventando più intensa e profonda. Accogliamola invece, facciamole spazio. La tristezza arriva per dirmi, magari, che il ruolo che mi trovo a interpretare nella società o nella famiglia non basta a darmi la gioia che merito. La tristezza mi dice che ho bisogno anche di altro e mi invita a cercarlo.
Termini simili, ma non sinonimi
Emozione: dal latino “emovere” = rimuovere, portare fuori, scuotere. È una risposta affettiva intensa e breve, una reazione a un evento o a una situazione. È associata a specifici cambiamenti corporei ed è legata a ciò che conta per noi.
Stato d’animo: è un’emozione dai toni moderati che tende a stabilizzarsi nel tempo (serenità, fiducia, ottimismo).
Sentimento: implica maggiore stabilità ed è orientato a comportamenti che si mantengono nel tempo. Il sentimento d’odio è più stabile e complesso di un’emozione come la rabbia e si alimenta di ragionamenti, convinzioni e ricordi.