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Questionario tratto da Proust - Risponde Rosanna Banfi

Risponde Rosanna Banfi

RistorAttrice

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IL MIO PRINCIPALE PREGIO, RISPETTO ALL’ALIMENTAZIONE IN GENERALE

Sono sempre stata una brava cuoca, amo molto cucinare e mangiare. Insieme a papà (Lino Banfi), da qualche anno abbiamo aperto un ristorante a Roma, dove cuciniamo solo orecchiette e altri prodotti pugliesi genuini. Rispetto al mio lavoro di attrice, è stato un cambio di vita che mi da molte soddisfazioni.

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IL MIO PRINCIPALE DIFETTO, RISPETTO ALL’ALIMENTAZIONE IN GENERALE

Non so resistere agli aperitivi e a tutti quegli assaggini salati che ti servono insieme a un buon bicchiere di vino. È il mio “sgarro” preferito.

LA MIA OCCUPAZIONE, TRA UN PASTO E L’ALTRO

Mi piace riadattare i mobili di casa ridipingendoli a seconda dell’umore. Il decoupage è un altro passatempo che ho scoperto recentemente. Poi mi occupo dei miei gatti e del mio cane che sta sempre con me, anche al ristorante.

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IL MIO SOGNO DI FELICITÀ ALIMENTARE

Come ogni brava barese, adoro i frutti di mare crudi. Un momento di felicità sarebbe poter andare al porto di Bari e farne una scorpacciata, cosa che purtroppo non faccio da molti anni.

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IL PAESE DOVE VORREI VIVERE, DAL PUNTO DI VISTA ALIMENTARE

In Italia sicuramente, ma sono molto incuriosita dall’oriente. Mi capita di incantarmi davanti a programmi tv che presentano i cibi orientali fatti per strada che forse non mangerei mai, ma ne immagino i profumi e gli odori.

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IL COLORE CHE PREFERISCO, A TAVOLA

Tavola colorata e piatti bianchi per distinguere meglio i cibi.

IL SAPORE CHE PREFERISCO

Salato e piccante.

Questionario tratto da Proust

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LA MIA RICETTA PREFERITA

Le orecchiette cucinate in tanti modi. Nel mio ristorante le facciamo anche alla carbonara. A casa mi piace pensare e programmare i pasti del giorno dopo, anche per accontentare le richieste della mia famiglia.

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IL MIO PASTO PREFERITO DURANTE IL GIORNO

La cena, perché mi piace bere anche un po’ di vino.

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IL MIO MODO DI CONSUMARE PASTI

A pranzo me la cavo con una fetta di pizza, o un’insalata. A cena, se non sono al lavoro, mi piace sedermi con una tavola ben apparecchiata e una bella bottiglia di vino.

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SE DOVESSI CAMBIARE QUALCOSA NEL MIO FISICO?

L’altezza è stato sempre un cruccio. Quanto avrei voluto avere le gambe più lunghe!

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IL CIBO CHE DETESTO PIÙ DI TUTTO

Non sono schizzinosa. Ho sempre assaggiato tutto, anche i cibi meno abituali come le interiora, che comunque qui a Roma sono anche una specialità.

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IL DONO DI NATURA CHE VORREI AVERE

Vorrei essere più brava in matematica. I calcoli sono sempre stati un problema.

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STATO ATTUALE DEL MIO ANIMO

Propositivo, anche perché dobbiamo esserlo per forza. Come molte persone, quest’anno ho avuto pensieri tristi e cupi, ma mia figlia si sposerà a luglio e voglio essere positiva per lei.

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LE COLPE CHE MI ISPIRANO MAGGIORE INDULGENZA A TAVOLA

Cerco di non mangiare cibi troppo grassi. Quando ho avuto il tumore (al seno) ero ingrassata parecchio e ho fatto una serie di diete senza successo. Da quando ho aperto il ristorante ho iniziato a perdere peso e mi sento molto meglio.

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IL MIO MOTTO ALIMENTARE

Non ci sono colpe a tavola.

Proteggere il bianco della Terra

QUANDO SI PARLA DI “BIANCO” LA PRIMA IMMAGINE CHE VIENE ALLA MENTE È UNA DISTESA DI NEVE. LE FORMAZIONI NEVOSE PERENNI FORMANO I GHIACCIAI E IL LUOGO DELLA TERRA COSTITUITO ESSENZIALMENTE DA GHIACCIO È L’ARTICO. QUEST’ULTIMO RAPPRESENTA UN AMBIENTE “SENTINELLA” PERCHÉ VA INCONTRO A CAMBIAMENTI PIÙ VELOCEMENTE DI ALTRE REGIONI DEL PIANETA E CAPIRE COSA STIA SUCCEDENDO NELL’ARTICO AIUTA LA SCIENZA A PREVEDERE COSA PUÒ SUCCEDERE ALTROVE. L’ARTICO È INFATTI L’AREA TERRESTRE PIÙ SENSIBILE DI QUALSIASI ALTRA AL RISCALDAMENTO GLOBALE.

Nel corpo umano il “bianco visibile” è rappresentato dalle sclere (negli occhi) e dallo smalto dei denti.

Per le prime, il bianco può essere una spia di buon funzionamento del fegato.

Il bianco dello smalto dentale

Lo smalto dei denti è una sostanza bianca compatta e molto dura che ricopre la dentina della corona del dente; pur essendo un materiale particolarmente resistente e mineralizzato, lo smalto conserva una certa porosità e come tale può lasciarsi attraversare da sostanze e particelle capaci di cambiarne il colore.

Tra i principali nemici dei denti bianchi si riconoscono: • il naturale invecchiamento • il fumo di sigaretta • i collutori a base di clorexedina • i pigmenti alimentari, come quelli contenuti nel caffè, nel tè, nella liquirizia, negli spinaci e nel vino rosso, ma anche nei coloranti artificiali aggiunti alle bevande o ad altri prodotti alimentari.

Nel corso di spedizioni nell’Artico alcuni scienziati notarono che le popolazioni residenti avevano denti straordinariamente bianchi e sani. La loro unica attività per l’igiene orale consisteva nello sfregarsi i denti con un lichene che cresce in abbondanza a quelle latitudini.

I ricercatori isolarono le componenti attive contenute nel lichene artico e crearono così un dentifricio unico per efficacia e protezione (BlanX®), il cui utilizzo quotidiano restituisce al dente il suo bianco originario, preservando lo smalto.

L'effetto sbiancante naturale di questo dentifricio è dato dall'azione combinata di più fattori: • l’estratto di lichene con un effetto batteriostatico, anti-placca e anti-macchia, oltre che emolliente e antinfiammatorio per la mucosa gengivale; • le silici la cui particolare tipologia e granulometria consente una pulizia approfondita, senza effetto abrasivo; • i sali di fluoro che rinforzano lo smalto, rendendolo più compatto e luminoso e svolgono un'azione antibatterica.

BlanX® sostiene la ricerca nell’Artico

Per salvaguardare attivamente l’Artico, da cui provengono i licheni dei suoi dentifrici, BlanX® sostiene l’attività di ricerca di “The Arctic Institute e Polarquest”.

Attraverso questa unione di forze saranno studiati campioni ambientali, verranno raccolte e analizzate microplastiche e macroplastiche.

I risultati di queste indagini saranno divulgate nel corso del The Artic Council a Reykjavik, il più importante congresso intergovernativo per la salvaguardia dell’Artico.

L’Italia e l’Artico

Ennio Morricone, Peter Finch e Claudia Cardinale: tre nomi che dovrebbero catturare l’attenzione di chiunque sia appassionato di cinema, tutti e tre con un particolare legame con l'Artico. Facevano infatti parte del film italo-sovietico del 1969 “The Red Tent”, La Tenda Rossa, che ha raccontato la missione per salvare l'ingegnere italiano ed esploratore artico Umberto Nobile, il cui dirigibile Italia si schiantò durante il viaggio verso le Svalbard nel 1928. Solo due anni prima, nel maggio 1926, il dirigibile di Nobile, Norge, fu il primo a sorvolare la calotta polare da Ny-Ålesund, Svalbard a Teller, Alaska. Oltre a Umberto Nobile, anche altri personaggi famosi (l'esploratore e principe Luigi Amedeo e l'antropologo Silvio Zavatti) sono un riferimento storico della presenza del nostro Paese nella regione artica. Ai nostri giorni, l’Italia, già firmataria del Trattato di Spitsbergen (1920), dal 1997 gestisce la struttura di ricerca multidisciplinare Dirigibile Italia a Ny-Ålesund, mantiene diverse navi di ricerca polare (ad esempio OGS Explora) ed è presente nell'European Polar Board. Gli istituti di ricerca italiani sono anche partner per contribuire a diversi progetti di ricerca europei, come SIOS (Svalbard Integrated Arctic Earth Observing System), o INTERACT (International Network for Terrestrial Research and Monitoring in the Arctic). Dal 2013, al ministero di Kiruna, l'Italia ha anche lo status di osservatore presso il Consiglio Artico (Arctic Council, AC) e partecipa a tutti i gruppi di lavoro dell'AC ed alle Task Force, collaborando bilateralmente con alcuni stati artici (Canada, Finlandia).

https://www.thearcticinstitute.org/countries/italy/

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