Ventuno 3 | 2016 Le basi dell’ESS

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Le basi dell’ESS

03 2016

Per una buona scuola. Oggi e domani. Qui e altrove. Lo sviluppo sostenibile come relazione fra una generazione e l’altra. Il rapporto Brundtland aveva introdotto questa definizione già quasi 30 anni fa. Il tema è oggi entrato a far parte della vita quotidiana grazie a conferenze ONU, organizzazioni della società civile, rapporti di ricerca, articolo costituzionale e pubblicità per “prodotti sostenibili”. Il termine è spesso bistrattato, talvolta sembra trito e ritrito. Ma non lascia mai indifferenti. Cosa significa “lo sviluppo sostenibile” per la scuola? Quando il clima fa il matto o quando sentiamo regolarmente parlare di commercio equo ci sentiamo toccati da queste tematiche. Quando le allieve e gli allievi si informano sul consumo energetico della loro scuola, si pongono delle domande attuali che li concerne. I giovani vedono l’impatto dei movimenti migratori sulla società. Essi constatano, non solo al momento di scegliere la professione, che i ruoli tradizionali di uomo e donna continuano ad evolversi. E per quanto riguarda il progresso tecnologico, ovviamente lo portano nella tasca dei pantaloni. Sappiamo quanto società, economia e ambiente siano interdipendenti. E sappiamo pure che le azioni che compiamo oggi influiscono sul futuro di tutti. E qui entra in scena l’educazione allo sviluppo sostenibile (ESS). Scommettiamo che durante le vostre attività scolastiche quotidiane voi avete già messo spesso in pratica l’ESS, senza però chiamarla tale. Prendete come spunto le domande dei vostri allievi, lasciate che la vostra classe discuta di queste questioni, stabilite

interrelazione e aiutate le ragazze e i ragazzi a scoprire possibilità d’intervento per questo o quel dilemma. In veste di direzioni di istituti scolastici, chiarite le questioni di convivenza a scuola e nei suoi dintorni. Oggi l’ESS ha trovato una propria collocazione nei piani di studio e nelle alte scuole pedagogiche. Le interdipendenze e le diverse prospettive si sono affermate come concetti interdisciplinari. Uniscono materie, scuole e regioni linguistiche. Ma c’è di più: l’ESS è parte dell’Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile e unisce quindi non solo stati e culture, bensì anche scuole, docenti e allievi di tutto il mondo. Care e cari docenti, direttrici e direttori di istituti scolastici e responsabili della formazione, con il vostro impegno costruite dei ponti fra le domande degli allievi e le sfide dell’Agenda 2030. Contribuite alla riuscita delle relazioni future fra una generazione e l’altra e alla costruzione di una società responsabile. Oggi e domani. Qui e altrove. Nelle pagine seguenti troverete le fondamenta e degli esempi per compiere quest’importante opera che è la costruzione di ponti. Vi auguriamo una buona lettura e ci rallegriamo dello scambio di esperienze! Dr. Silvia Steiner Presidente éducation21 Direttrice del dipartimento dell’educazione del Canton Zurigo

Jürg Schertenleib Direttore éducation21


Indice | L’ESS nell’Agenda 2030

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L’ESS nell’Agenda 2030 | MICHAEL GERBER

La formazione: motore dello sviluppo sostenibile Ogni sviluppo inizia con l’ampliamento, la trasmissione e l’applicazione di conoscenze. Segue questo principio anche la nuova Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, sottoscritta nel mese di settembre dello scorso anno da tutti i 193 Stati membri dell’ONU. Al centro di questa Agenda vi sono 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals, il cui acronimo è SDG) ambiziosi e universali. La formazione svolge un ruolo decisivo per la messa in pratica della nuova Agenda globale. Poiché è solo grazie alla promozione su L’ESS nell’Agenda 2030 | Michael Gerber scala mondiale di una formazione paritaria e di alto valore a L’ESS a scuola | Dr. Christoph Eymann tutti i livelli e alla trasmissione di competenze orientate al futuro che si potranno raggiungere entro il 2030 gli obiettivi Come funziona l’ESS? di sostenibilità.

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Indice 2-3

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6-7 L’ESS come strumento dello sviluppo della scuola

Con la sottoscrizione dell’Agenda 2030 inizia una nuova era per lo sviluppo sostenibile. Per la prima volta nella storia, la comunità internazionale si è accordata per seguire, nei prossimi 15 anni, un 8–13 Esempi pratici catalogo completo con 17 obiettivi primari e 169 obiettivi secon 1o ciclo | 2o ciclo | 3o ciclo dari che promuovono in egual misura un’economia sostenibile, una giustizia sociale e la salvaguardia dell’ambiente. Tutti gli 14 Kit ESS II | 365 prospettive ESS Stati si sono impegnati in tal senso.

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Kit ESS I | 1024 Sguardi

16-19 Esempi pratici

Postobbligatorio | Formazione professionale

20-21 L’ESS nella formazione 22-25 Materiali didattici 26 DVD | Cambiamenti 27

L’ESS nello piano di studio | Emanuele Berger

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Cambiamento di paradigma Con il diritto all’universalità e all’integrazione equilibrata delle dimensioni dello sviluppo sostenibile a livello sociale, economico e di politica ambientale, l’attuazione dell’Agenda 2030 ha lo scopo di condurre ad una “trasformazione del mondo”. Per raggiungere tale obiettivo, ci vuole un cambiamento di paradigma negli approcci, negli strumenti, nel finanziamento e nelle forme di collaborazione. Per far sì che nei prossimi anni questo cambiamento possa effettivamente compiersi ed essere vissuto a livello mondiale, occorre cambiare il proprio modo di pensare e agire, come ad esempio la presa di coscienza delle condizioni nelle quali le merci sono prodotte per i mercati sempre più globalizzati e il comportamento dei consumatori – in particolare nei paesi industrializzati – che richiede un eccessivo consumo di risorse. Promozione delle competenze, trasferimento di conoscenze, sensibilizzazione e trasmissione di interrelazioni tramite misure formative adeguate a tutti i livelli sono una condicio sine qua non per raggiungere tale obiettivo.

ESS come obiettivo formativo specifico Dal 1999, lo sviluppo sostenibile è un mandato ancorato nella Costituzione federale. Negli ultimi tre anni, la Svizzera ha partecipato attivamente e con successo all’elaborazione e alla negoziazione degli obiettivi globali di sostenibilità. Sin dall’inizio, si è impegnata a favore di un obiettivo formativo ambizioso che prende significativamente in considerazione l’educazione allo sviluppo sostenibile (ESS). Con la definizione del 4° obiettivo “Garantire un’istruzione di qualità inclu-


L’ESS a scuola | L’ESS nell’Agenda 2030

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L’ESS a scuola | Dr. CHRISTOPH EYMANN

Mettere in pratica l’ESS nella scuola dell’obbligo L’ESS fa parte del mandato pubblico di formazione. Come già fissato nella dichiarazione 2015 sugli obiettivi comuni di politica della formazione per lo spazio formativo svizzero del Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca (DEFR) come pure della CDPE, l’ESS è essenziale “per lo sviluppo di un modo di pensare orientato al futuro, di una capacità autonoma di giudizio su temi sociali, ecologici, politici ed economici, come pure di una capacità di partecipare alla vita politica all’interno di un sistema democratico”. Per fare dell’ESS nella scuola dell’obbligo sono necessari vari accorgimenti. Per esempio non è sufficiente piazzare l’ESS nel sistema formativo svizzero, ma è un primo importante passo. Infatti negli ultimi 10 anni si è riusciti ad integrare l’ESS come ambito di competenza interdisciplinare nel Lehrplan 21, nel Plan d’études romand e nel Piano di studio ticinese. Nei prossimi anni si dovrà dunque portare avanti la messa in pratica dell’ESS. A tale fine occorrono, da un lato, docenti ben formati, che si sono familiarizzati con questo approccio e che sono in grado di integrarlo sistematicamente nelle lezioni, siano esse di italiano, matematica, scienze o sport. Dall’altro, ci vogliono strumenti e materiali didattici basatisulle competenze e orientati alla trasversalità ai

siva ed equa e promuovere opportunità di apprendimento continuo per tutti”. Gli obiettivi globali in ambito educativo sono ambiziosi: per quanto riguarda l’ESS, si deve, entro il 2030, “assicurarsi che tutti gli studenti acquisiscano le conoscenze e le competenze necessarie per promuovere lo sviluppo sostenibile attraverso, tra l’altro, l’educazione allo sviluppo sostenibile e a stili di vita sostenibili, i diritti umani, l’uguaglianza di genere, la promozione di una cultura di pace e di non violenza, la cittadinanza globale e la valorizzazione della diversità culturale e del contributo della cultura allo sviluppo sostenibile”. Occorre ora tradurre nei fatti e realizzare questo obiettivo nelle più svariate realtà nazionali e nei programmi di formazione – e questo anche in Svizzera.

L’ESS nello spazio formativo svizzero L’ESS non è una novità in Svizzera. Per molte scuole e classi di tutti i livelli, trattare temi d’attualità dalla prospettiva dell’ESS fa parte dell’attività scolastica quotidiana da molto tempo. La Confederazione e i cantoni sostengono da anni l’integrazione dell’ESS nel sistema educativo svizzero. Questo sostegno si esprime nel “Piano di misure per l’educazione allo sviluppo sostenibile 2007–2014” (quale contributo al decennio ONU per l’ESS 2005–2014), nella dichiarazione 2015 sugli obiettivi comuni di politica della formazione per lo spazio formativo svizzero del Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca (DEFR) e della Conferenza svizzera

quali i docenti possono facilmente ricorrere per preparare le loro lezioni improntate all’ESS. In quest’ambito ad essere sollecitati sono da un lato le alte scuole pedagogiche e, dall’altro, i numerosi produttori di materiali didattici. E in questo contesto anche éducation21 ha una funzione importante da svolgere. Quale centro di competenza e servizi per l’ESS, la fundazione, su mandato della Confederazione e della CDPE, fornisce prestazioni di servizio, consiglia le direzioni e i docenti di istituti scolastici, le alte scuole pedagogiche e i produttori di materiali didattici. Riunisce anche le innumerevoli offerte nell’ambito dell’ESS e le rende accessibili. Queste brevi argomentazioni mostrano che i presupposti per mettere in pratica l’ESS nella scuola dell’obbligo, ma anche ai livelli superiori, sono dati. Ora occorre proseguire in questa direzione e svolgere il lavoro concreto. In questo senso, la CDPE continuerà a sostenere l’attività di éducation21 e invita i cantoni a usufruire delle loro prestazioni di servizio.

Dr. Christoph Eymann Consigliere di Stato | Presidente della CDPE

dei direttori cantonali della pubblica educazione (CDPE) e anche nella strategia del Consiglio federale sullo sviluppo sostenibile. Per mettere in pratica dell’ESS in Svizzera, l’agenda 2030 e gli obiettivi per lo sviluppo sostenibile assumono un duplice significato. Primo: essi definiscono un nuovo quadro di riferimento normativo, globale e valido per tutti gli Stati. Secondo: l’ESS contribuisce a raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) sia direttamente, in quanto soddisfa l’obiettivo secondario 4.7, sia indirettamente, in quanto favorisce, quale strumento concreto, la promozione di tutti gli obiettivi. Con strategie orientate al futuro, piani di studio e misure educative concrete a favore dell’ESS, la Svizzera fornisce un importante contributo per conseguire gli obiettivi globali di sostenibilità. Grazie alla stretta collaborazione fra Confederazione, cantoni, istituti di formazione e corpo docenti a tutti i livelli scolastici, l’ESS può e deve quindi diventare un motore per concretizzare l’Agenda 2030 in Svizzera.

Michael Gerber è ambasciatore e incaricato speciale del Consiglio federale per lo sviluppo sostenibile globale. Dal 2012 rappresenta la Svizzera a livello internazionale per le questioni riguardanti lo sviluppo sostenibile. Dal 2013 al 2015 è stato capo negoziatore per l’Agenda 2030 e il finanziamento dello sviluppo sostenibile.


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Come funziona l’ESS?

Temi, competenze e principi | SARAH GERSBACH

Le tre componenti per inserire l’ESS nelle lezioni Per pianificare le lezioni integrando l’ESS, occorre avere una concezione moderna dell’educazione e una comprensione globale della sostenibilità. Si tratta di sviluppare le conoscenze e competenze che consentono alle persone di capire le interrelazioni, di cavarsela nel mondo, di assumere le responsabilità e di partecipare attivamente ai processi sociali di negoziazione e configurazione per favorire uno sviluppo sostenibile a livello economico, sociale ed ecologico. Per poter raggiungere questo obiettivo, si mettono in relazione fra di loro in svariati modi, sin dalla fase di pianificazione, i temi, le competenze ESS e i principi. Ma come si mette concretamente in pratica l’ESS?

Le tre componenti per integrare l’ESS nella pianificazione delle lezioni, ovvero temi, competenze e principi, hanno un valore aggiunto rappresentato dal potenziale per la configurazione della scuola. Alle pagine 6 e 7 del presente numero di ventuno scoprirete com’è possibile impostare lo sviluppo di una scuola che si focalizza sull’ESS. Maggiori informazioni su www.education21.ch > ESS

Competenze ESS

In breve: l’acronimo ESS si compone di due elementi. La “E” sta per educazione e le due “S” stanno per sviluppo sostenibile. Se si associano i due elementi, si parla allora di ESS. Qui di seguito tre esempi per spiegare questo concetto: – e sempio E: un’allieva tratta il tema dell’energia nell’ambito di un progetto. Una volta terminato il progetto ha capito molte cose su come si produce l’energia. In questo esempio è l’acquisizione di conoscenze ad essere in primo piano. Manca la prospettiva dello sviluppo sostenibile. – E sempio dueS: una scuola invita un’organizzazione che informa i giovani sul tema del riciclaggio. Qui la priorità è l’informazione su un contributo allo sviluppo sostenibile. – e sempio ESS: durante una gita scolastica, gli allievi e le allieve rimangono stupiti dalla quantità di rifiuti che trovano lungo il sentiero che percorrono. La docente prende come spunto questo tema per trattare con la classe la questione e vedere cosa si può fare per rimediare a questa situazione. Un allievo prende un sacchetto vuoto e tutti insieme raccolgono i rifiuti. Una volta tornata in aula, la classe affronta il tema dei rifiuti da più prospettive. Alla fine sorgono le domande come: “Quali rifiuti produciamo nella nostra scuola? Come vogliamo occuparci di questa problematica in futuro?”. Questo esempio associa l’educazione allo sviluppo sostenibile.

Competenze disciplinari e metodologiche Competenze sociali Competenze personali

Principi ESS

Vari modi per integrare l’ESS nella pianificazione delle lezioni Anche per quanto riguarda l’ESS, si deve rispondere alla domanda didattica di base riguardante obiettivi, contenuto e forma della lezione. Le componenti didattiche sono identiche alle componenti previste per pianificare ogni lezione: temi, competenze e principi. A seconda della modalità di lavoro e degli intenti dell’insegnante, l’una o l’altra componente funge da punto di partenza per pianificare la lezione. L’arte d’insegnare risiede nel combinare correttamente la successione di queste componenti.

Leggenda 0 non considerato 1 poco considerato

2 parzialmente considerato 3 considerato 4 molto considerato


Come funziona l’ESS?

I temi come punto di partenza Acqua, clima, diritti umani, globalizzazione, consumo o agricoltura sono sei dei numerosi temi che possono essere trattati nell’ambito delle lezioni in cui si integra l’ESS. Chi sceglie il tema come punto di partenza può ricorrere ad una grande offerta di materiali didattici. Teoricamente, però, si può mettere in pratica l’ESS con ogni tema. Decisivo è l’orientamento da dare alle cinque dimensioni per tematizzare le interazioni e mantenere una visione globale: – società (individuo e società) – ambiente (risorse naturali) – economia (processi solidi) – spazio (locale e globale) – tempo (ieri, oggi, domani)

L’analisi di un tema, per esempio il “consumo di vestiti”, è facilmente realizzabile, lavorando con una mappa mentale. Questa soluzione offre molti spunti e fa sorgere domande sul tema, per esempio il collegamento di azioni locali con effetti globali o l’osservazione dello sviluppo di un processo su un periodo di tempo prolungato (ieri, oggi, domani). La vasta mappa mentale è completata da competenze e principi. Gli allievi e le allieve scoprono di far parte del mondo e capiscono come possono contribuire a dar forma ai processi sociali, come per esempio il commercio mondiale, con le decisioni d’acquisto. Con metodi particolarmente adatti, come il Mystery o il World Café, si promuovono le competenze orientate alle azioni.

Le competenze come punto di partenza Mettere i giovani in condizione di contribuire alla costruzione creativa del presente e del futuro con un orientamento allo sviluppo sostenibile. Questa è la visione dell’ESS che si rispecchia nelle competenze ESS. Se una sola competenza ESS funge da punto di partenza per la pianificazione delle lezioni, occorre occuparsene in modo approfondito all’inizio della pianificazione stessa. Gli allievi e le allieve devono per esempio esercitarsi ad assumere la responsabilità e a sfruttare i margini d’azione. Al momento di effettuare l’analisi, l’insegnante sottolinea che qui sono le capacità decisionali ad essere in primo piano, che la negoziazione sociale è importante e desidera consentire ai gruppi di fare molteplici esperienze. A tale effetto sceglie una lezione incentrata su un progetto: la sua classe deve organizzare un “brunch perfetto”.

Con forme di apprendimento basate sulla cooperazione, allievi e allieve, suddivisi in gruppi, iniziano a esprimere le prime idee. In questa fase è richiesta una ricchezza di idee, c’è posto per tutto. Ma poi inizia la negoziazione: il termine “perfetto” significa per tutti la stessa cosa? Da dove proviene il mio alimento “perfetto”? “perfetto” è sinonimo di “sano” o “biologico” oppure di “economico”? Vale la pena di approfondire un po’ di più la questione e di analizzare il “brunch perfetto” da svariate prospettive – agricoltura, costi, produzione, globalizzazione, cultura del cibo, pubblicità – per introdurre un ventaglio di criteri decisionali il più ampio possibile. Nel caso di un simile progetto, si tiene conto dei principi come la riflessione sui valori, l’orientamento dell’azione e il pensiero sistemico.

I principi come punto di partenza Se la partecipazione responsabilizzazione (cultura dell’autonomia) sono alla base di una pianificazione, allora l’insegnante sceglie i principi come punto di partenza. Nell’ambito dell’insegnamento basato su un progetto, allievi ed allieve elaborano per esempio insieme al proprio comune il tema del progetto che hanno individuato in modo autonomo. Per realizzare questo genere di pianificazione, risulta molto utile l’approccio del “Service-Learning”: una classe decide per esempio di ricostruire (Service) un vecchio muro a secco nel proprio comune e durante la lezione l’insegnante tratta il tema della biodiversità (Learning).

Il ruolo dell’insegnante risiede prioritariamente nella conduzione del processo. Mette in pratica il principio della “partecipazione”, consentendo a tutti di partecipare al processo decisionale nel progetto. Con la “responsabilizzazione”, il potenziale di tutti è sfruttato al meglio. Questo iter procedurale richiede un po’ di coraggio e apertura mentale. Si tratta di un viaggio verso l’ignoto, poiché all’inizio non si sa ancora dove il progetto porterà.

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L’ESS come strumento dello sviluppo della scuola

Educazione allo sviluppo sostenibile a scuola: luogo di apprendimento, vita e lavoro | BEATRIX WINISTÖRFER

Una scuola orientata all’ESS L’educazione allo sviluppo sostenibile (ESS) è molto più di un tema didattico. Grazie alla sua varietà di contenuti e metodi propone un approccio affascinante per imparare, vivere e lavorare nell’intera scuola con motivazione e guardando al futuro. Scuole pionieristiche impegnate in quest’ambito mostrano come si fa. “ESS significa per me, preoccuparsi per l’ambiente e proteggerlo, essere uniti e aiutarsi a vicenda, battersi e non arrendersi mai. Collaboriamo per far felici anche altre persone. Insieme ce la facciamo.” Queste sono le affermazioni di un’allieva di terza elementare che da più anni si trova confrontata con l’ESS in tutti gli ambiti scolastici. In essi rientrano lo sviluppo delle competenze, la scuola come luogo di apprendimento, vita e lavoro e l’apertura della scuola verso l’esterno. L’illustrazione 1 chiarisce questo approccio globale. Integrare l’ESS significa, per una scuola, inserirla progressivamente in tutti gli aspetti importanti della vita scolastica che sono poi messi in relazione tra di loro. A tale fine le domande seguenti possono risultare utili: –S trategia: cosa intendiamo per ESS? Come possiamo inserirla nelle linee direttive e nel programma scolastico? –S trutture: quali funzioni e quali persone occorrono per mettere in atto l’ESS? –C ultura: come possiamo sviluppare e curare una convivenza buona e favorevole? – I nsegnare e imparare: come possiamo trattare e promuovere le competenze ESS in modo interdisciplinare?

– Direzione: in che modo la direzione della scuola, con i compiti che svolge, può sostenere l’attuazione dell’ESS? – A zienda: come possiamo impostare la nostra azienda in modo da renderla sostenibile contemporaneamente dal profilo dell’ecologia, della promozione della salute e dell’economia? – S viluppo della qualità: basandoci sull’ESS come possiamo imparare e continuare ad evolverci come comunità? – M ondo esterno: dove possiamo collaborare con partner extrascolastici trattando l’ESS focalizzata sull’ambiente di vita e orientata all’azione? Con l’ESS, la scuola si trasforma in un campo d’allenamento in cui bambini e adulti possono sperimentare e condividere insieme uno sviluppo sostenibile.

Partire da quello che esiste Andare in direzione dell’ESS rappresenta di sicuro una sfida per un istituto scolastico. In realtà, non si tratta di reinventare scuola e lezioni. L’ESS, con la sua varietà di contenuti e metodi, offre invece la possibilità di rivedere le strutture e i processi esistenti, come pure le conquiste fatte e di sviluppare il tutto ulteriormente. Un buon esempio in quest’ambito è la promozione della salute. A livello contenutistico, i due concetti didattici – ESS e promozione della salute – sono molto vicini. Il loro obiettivo comune è favorire il benessere e la qualità di vita di tutte le persone. I due concetti si basano anche su principi d’azione ampiamente simili come per esempio “la partecipazione” o “le pari opportunità”. Se, nell’ambito della promozione della salute, una scuola si focalizza sui pro-


L’ESS come strumento dello sviluppo della scuola

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Iniziare insieme e avanzare passo dopo passo Non esiste una ricetta per l’ESS. Ogni scuola sceglie la propria via da seguire, che non è necessariamente dritta. Ciononostante, vi sono alcune fasi del processo che si sono dimostrate valide nella pratica e che possono fornire un orientamento (vedere illustrazione 2). Durante l’intero processo, l’esplicito sostegno da parte della direzione della scuola e la condivisione della maggioranza del corpo docenti e dei collaboratori della sede, sono condizioni decisive per la buona riuscita del progetto. Integrare l’ESS a scuola è un compito comunitario che richiede tempo e contemporaneamente crea legami. Alcune scuole pionieristiche hanno già iniziato e mostrano che l’ESS ha un potenziale. Lasciatevi convincere e ispirare dagli esempi pratici contenuti in questa pubblicazione o visibili sul nostro sito. ill. 1

cessi partecipativi, come il consiglio di allievi ed allieve, il consiglio di classe oppure la partecipazione dei genitori, essa pone nel contempo le fondamenta essenziali per integrare l’ESS. Diversi temi riguardanti la salute offrono anche un ponte all’ESS. Se una scuola si impegna per esempio nel settore del movimento, il passaggio ai temi “camminare” e “mobilità” è più vicino.

scuole che promuovono la salute e che vogliono ampliare il loro profilo integrando l’ESS costateranno che numerosi temi importanti dell’ESS sono già coperti. Questo vale in particolare per i principi d’azione (partecipazione, pari opportunità e sostenibilità, ma anche per gli ambiti superiori che promuovono la salute come il programma scolastico, lo sviluppo della scuola e la gestione dei progetti”.

Eugen Wechsler, docente alla scuola elementare di Gettnau, ha già fatto numerose esperienze sviluppando ulteriormente la promozione della salute nell’ottica dell’ESS. In veste di docente di contatto per la promozione della salute e responsabile dell’ESS riferisce quanto segue: “le

In futuro, la Rete svizzera delle scuole che promuovono la salute (RSES) si dedicherà maggiormente al collegamento fra la promozione della salute e l’ESS e offrirà un sostegno mirato a cantoni e scuole (vedere riquadro).

ill. 2 Maggiori informazioni su: www.education21.ch/it/scuola/reti-di-scuole

In cammino verso la Rete delle scuole21 In Svizzera, vi sono oltre 1’800 scuole che si stanno trasformando con successo in scuole che promuovono la salute grazie al pluriennale sostegno della Rete svizzera delle scuole che promuovono la salute (RSES) e delle reti cantonali. Consapevoli dell’affinità dei contenuti fra promozione della salute e ESS, e con uno sguardo rivolto alla società e all’ambiente in mutamento, la RSES sviluppa ora ulteriormente la sua visione puntando verso l’ESS.

A partire dalla primavera 2017, la rete nazionale, che si chiamerà “Rete delle scuole21: rete svizzera delle scuole che promuovono la salute e la sostenibilità”, accompagnerà e sosterrà nella loro evoluzione reti e scuole cantonali interessate. A tale fine, la Rete delle scuole21 offre consulenza, scambio di esperienze, corsi di formazione continua e strumenti didattici.


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Esempio pratico | 1o ciclo

Progetto “Trotterellando per la città“, Losanna | SUSANNE PAULUS

Scoprire il mondo passeggiando Gli allievi e le allieve di Floriane Nikles, docente di scuola elementare, sperimentano momenti particolari durante la loro giornata. Questa docente concepisce passeggiate in città, appositamente studiate per i piedi, le orecchie e gli occhi dei bambini. “Si deve avere semplicemente la voglia… avere la voglia di lasciarsi stupire da ciò che ci circonda, di scoprire luoghi a noi noti guardandoli con occhi nuovi!” Il programma che Floriane Nikles ha svolto con numerose classi a Losanna e che nel frattempo si è saldamente radicato, si chiama “Trotterellando per la città” (Je trottine dans ma ville). Quando vanno a passeggio, i bambini scoprono misteriose tracce di animali, massi erratici, un drago blu o una anziana coppietta di innamorati. Ogni luogo racconta una storia, ha caratteristiche particolari o nasconde un segreto. Le passeggiate incoraggiano i bambini a guardare l’ambiente in cui vivono con altri occhi, a scoprirlo attivamente e con curiosità. Esplorano le particolarità del percorso scelto ed osservano la loro città col passare delle stagioni. Quest’attività va ben oltre il semplice “andare a passeggio”. Allievi e allieve acquisiscono un sapere interdisciplinare, possono migliorare la loro motricità e sviluppare le loro competenze sociali durante gli scambi diretti con gli altri bambini.

Macigni, alberi e lago Lungo il percorso “Nel paese di Heidi”, i bambini scoprono per esempio che la bellezza del paesaggio alpino in cui vive Heidi esiste anche a Losanna. Si mettono sulle tracce di una volpe, ascoltano il gorgoglìo del fiume e il canto degli uccelli. Poi si incontrano su un grande macigno. “Cosa! Questo macigno ha viaggiato per 70 km? Com’è possibile?” Le supposizioni dei bambini costituiscono uno spunto ideale per trattare il tema dei ghiacciai e del loro scioglimento. Proseguendo giungono ad un frutteto dove imparano a distinguere gli alberi, le loro foglie ed i loro frutti. Da questo giardino si ha una vista sul lago, sulle Alpi e

su alcuni chalet in lontananza. Che bel posto per ascoltare la storia di Heidi scritta da Johanna Spyri… Nelle vicinanze ci sono addirittura delle caprette. “Ma come si fa il formaggio di capra?”

Numerose cooperazioni Floriane Nikles ha iniziato a creare le sue prime passeggiate nel 2008. Forte della sua esperienza è diventata via via sempre più cosciente del potenziale di questo metodo per la scuola. Nel frattempo, i percorsi proposti sono diventati 16 e ogni anno Floriane fa 50 passeggiate accompagnate con classi di Losanna. Dalla nascita del progetto sono poi state avviate numerose cooperazioni: con la città, con i giardini comunali, con un musicista e una narratrice, che sono di volta in volta coinvolti in determinate passeggiate. Durante le mini-escursioni si dà molto spazio a tutto ciò che non è pianificato. In veste di accompagnatrice, la docente osserva sempre come l’attività si sviluppa attraverso la spontaneità, le reazioni e le idee dei bambini. In tal modo, i bambini possono partecipare attivamente alla costruzione comune del processo d’apprendimento di tutti i loro compagni.

L’infinità del sapere Durante le passeggiate, l’ambiente circostante è sfruttato per acquisire le conoscenze: i bambini possono infatti imparare basandosi su esempi reali. Ci si rende così conto che l’apprendimento è un processo vivo. Floriane Nikles spiega: “la passeggiata consente di diventare consapevoli dell’infinità del sapere, poiché l’osservazione solleva domande e una risposta spesso fa sorgere una nuova domanda. Più si impara, più si acquisisce la consapevolezza di tutto ciò che c’è ancora da imparare. Ogni volta si apre una nuova porta!” www.jetrottinedansmaville.ch


Esempio pratico | 1o ciclo

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Analisi del progetto | SUSANNE PAULUS

Sentirsi parte del mondo Dal profilo dell’ESS l’approccio della passeggiata pedagogica è molto prezioso: permette infatti di sviluppare la competenza ESS “sentirsi parte del mondo”. Questa competenza descrive la capacità di acquisire una consapevolezza globale sia di se stessi che dell’ambiente naturale e sociale. Idealmente, ci percepiamo come una parte del contesto in cui viviamo e che possiamo anche capire nell’ambito delle interazioni globali. Dal punto di vista etico, si tratta di affrontare la vita (quotidiana) con rispetto e responsabilità. Le passeggiate riguardano in particolare due aspetti di questa competenza, ossia la percezione attiva e attenta dell’ambiente circostante e la capacità emotiva di mettersi in relazione con esso. Durante le passeggiate vengono destate la curiosità e l’interesse dei bambini per l’ambiente circostante. Essi diventano attenti ai dettagli e notano quanto c’è da vedere, imparare e scoprire proprio davanti alla porta di casa. Le passeggiate seguono un approccio globale poiché diversi temi e materie si sovrappongono mentre si racconta la storia dei luoghi, e tutti i sensi sono sollecitati mentre si cammina. Le passeggiate favoriscono quindi un confronto automotivato con la storia, gli sviluppi e le varie interpretazioni del proprio ambiente. I bambini si meravigliano di ciò che finora non avevano notato e diventano consapevoli dei processi sociali ed ecologici presenti attorno a loro. Nell’ambiente già noto possono ricollegare le proprie esperienze e conoscenze precedenti e situarsi in questo contesto. La relazione costruttiva con le proprie emozioni data da questo situarsi fa anch’essa parte integrante della competenza “sentirsi parte del mondo”. Per i bambini, le passeggiate sono esperienze importanti dal profilo affettivo che permettono di consolidare il loro legame emotivo con l’ambiente fisico. Quando un luogo ci commuove, quando ci affezioniamo ad un posto, siamo anche più motivati a proteggerlo, curarlo e modificarlo in senso positivo. È proprio come nel caso di una persona con cui abbiamo stretto un rapporto d’amicizia: siamo interessati al suo benessere. L’apprezzare emotivamente l’ambiente che ci circonda è perciò una condizione importante per lo sviluppo sostenibile.

Prendete anche voi l’iniziativa! Chi desidera fare una passeggiata a Losanna, può contattare Floriane Nikles (florence.nikles@vd.educanet2.ch; www.jetrottinedansmaville.ch) per una passeggiata accompagnata oppure acquistare i quaderni di “Je trottine dans ma ville” o ancora mettersi in cammino per conto proprio. Floriane Nikles offre inoltre corsi di formazione continua alla PH Vaud. Prossime date: 2.11.2016 e 26.4.2017. Consigli per chi desidera sviluppare la propria passeggiata: uscire, trovare un percorso, farlo proprio, documentarsi… poi presentarlo agli/alle allievi/e. Ci vuole tempo, ma un percorso è sufficiente per un anno scolastico, poiché vi sono molti aspetti da trattare. Non occorre seguire ogni volta un altro percorso. Al contrario!

Analisi ESS Temi

Competenze

Principi

La passeggiata descritta tocca le seguenti dimensioni: – s ocietà (individuo e società) – ambiente (risorse naturali) – s pazio (locale e globale) – tempo (ieri, oggi, domani)

– S entirsi parte del mondo –C ostruire delle conoscenze interdisciplinari e dalle molteplici prospettive

– A pprendere tramite la scoperta – P ensare in modo sistemico – P artecipazione e responsabilizzazione


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Esempio pratico | 2o ciclo

Scuola di Gettnau (LU) | SANDRA WILHELM

Sviluppare insieme qualcosa di nuovo, passo dopo passo La scuola di Gettnau ha iniziato un percorso per diventare una “scuola ESS”. Christine Künzli dell’Alta Scuola Pedagogica della Svizzera Nordoccidentale (FHNW), una delle autrici del materiale didattico ESS “Querblicke” (Sguardi trasversali) segue e assiste la scuola di Gettnau lungo questo percorso. “ventuno” ha voluto saperne di più sullo sviluppo dell’insegnamento orientato all’ESS. La promozione della salute è stata il punto di partenza per il riorientamento della scuola di Gettnau. Come siete poi andati avanti? Partendo dalle innumerevoli attività svolte nell’ambito della promozione della salute, la direzione e il collegio docenti della scuola di Gettnau desideravano sviluppare ulteriormente la cultura dell’insegnamento. Lo sviluppo dell’insegnamento è stato affrontato assieme e reso il più vincolante possibile per tutti. Concretamente è stata per esempio creata una collezione di simboli ESS per la concezione delle lezioni applicabili a tutti i livelli scolastici. Vi sono simboli per temi quali “le possibilità decisionali”, “le regole di conversazione”, o anche relativi alle dimensioni di ESS. Grazie a questi simboli, le docenti e i docenti potranno ora introdurre l’ESS nel livello primario, dalla scuola dell’infanzia fino alla 5a elementare. A partire da questo anno scolastico, i simboli sono appesi nelle aule. L’ESS ha aiutato a creare dei legami. Cos’ha sostenuto questo processo e perché si è giunti alla collaborazione? Sono sicuramente stati essenziali – oltre all’iniziativa di un singolo docente che ha dato una spinta al processo – la costituzione di un gruppo di lavoro e il sostegno della direzione scolastica. La scuola di Gettnau voleva sapere fino a che punto poteva continuare a sviluppare la propria attività didat-

tica. Interpellandomi come esperta per una consulenza, la scuola ha ricercato uno stimolo esterno. Con l’ESS, il collegio docenti sperava di aprire una parentesi rispetto alle attività già in corso. Ho fornito il mio sostegno al gruppo nell’ambito della sua formazione continua interna e consigliato il responsabile del gruppo di lavoro ESS. Nell’ambito di questa collaborazione è stato possibile correlare domande di base relative all’ESS – cultura dell’insegnamento e dell’apprendimento – con altri compiti riguardanti lo sviluppo della scuola. Questo, tuttavia, non si è mai realizzato per una mancanza di competenze. L’apertura mentale per gli impulsi teorici, per nuove idee concrete e per la riflessione sulle pratiche d’insegnamento ha creato le condizioni di base per sviluppare il nostro buon rapporto di collaborazione. Sono rimasta impressionata dal piacere con cui il collegio docenti ha proceduto all’attuazione. Era importante che fosse sempre la scuola ad adottare le decisioni riguardanti i passi concreti da intraprendere. Il mio compito era di dare dei feedback e di illustrare le fasi di lavoro per elaborare il concetto di un’ESS. L’idea di un’ESS è anche alla base dello strumento didattico “Querblicke”, nel cui sviluppo la scuola è sempre stata coinvolta. Quali sfide si sono dovute affrontare? Le maggiori sfide sono state avere pazienza e gestire la complessità! Era importante motivare costantemente la scuola. Occorreva mostrarle che il fatto di compiere tanti piccoli passi era comunque un buon modo per andare avanti. Ci sono voluti inoltre numerose intese e tempo da parte di tutto il gruppo di progetto. Un momento decisivo è stato sicuramente anche quello in cui si è lavorato con il modello e si sono pianificati gli “ambienti d’apprendimento ESS”. (continua a pagina 11)


Esempio pratico | 2o ciclo 11

L’insegnamento, parte integrante dello sviluppo della scuola | SANDRA WILHELM

Pianificare unità didattiche con “ambienti d’apprendimento ESS” L’esempio della scuola di Gettnau mostra che nelle scuole innovative è il corpo docenti nel suo insieme a chiarire le idee pedagogico-didattiche. Anche i piani di studio sono orientati in tal modo: le competenze devono essere sviluppate durante l’intero periodo scolastico. Sono d’aiuto in quest’ambito la visione comune – come per esempio l’ESS nel caso della scuola di Gettnau – e buoni strumenti di pianificazione. Questi servono a proseguire con determinazione sul lungo termine in in questa direzione.

Creare un ambiente d’apprendimento Insegnare con un orientamento alle competenze significa selezionare contenuti in modo mirato e modellarli come opportunità d’apprendimento avvalendosi di principi didattici, per consentire in tal modo l’acquisizione e il consolidamento delle competenze auspicate. In quest’ambito, il collegio docenti della scuola di Gettnau è ricorso “all’ambiente d’apprendimento ESS” come strumento pratico per pianificare le lezioni. I compiti ricchi di contenuti sono suddivisi in cinque fasi con

svariati metodi d’insegnamento e d’apprendimento e sono basati su un interrogativo specifico. Il ritmo dato alle fasi sostiene lo sviluppo delle conoscenze e consente l’elaborazione multiprospettica di un argomento così come inteso dall’ESS. Esse rafforzano la capacità ad essa connessa di formarsi un proprio giudizio, permettendo così ai bambini di ponderare le varie conseguenze. Dal canto suo, la docente o il docente presta particolare attenzione alle ipotesi delle allieve e degli allievi. Gli “ambienti d’apprendimento ESS” aiutano a strutturare la lezione e a concertare le interrelazioni fra i vari compiti. I singoli compiti parziali non sono semplicemente ordinati linearmente, uno dopo l’altro, bensì sono interrelati fra di loro. Inoltre il gruppo di allievi può saltare da una fase all’altra e viceversa. Lo strumento è sufficientemente flessibile per dare spazio alle richieste degli alunni che possono essere integrate come compiti supplementari. Questo favorisce l’apprendimento integrato e reticolato, un intento esigente ma senz’altro auspicato.

Modello degli “ambienti d’apprendimento ESS” Fase a

Fase b

Fase c

Fase d

Fase e

Attivare le rappresentazioni spontanee/ riferimento al vissuto al quotidiano degli allievi

Quello che caratterizza ogni insegnamento è il fatto di essere attenti al cambiamento. Attivare le rappresentazioni spontanee è una caratteristica trasversale a tutte le fasi e che l’insegnante deve proporre con regolarità.

Trasparenza degli obiettivi (di apprendimento) Confrontarsi con la domanda centrale, raccogliere informazioni, controllarle e metterle in relazione

Svolgimento delle lezioni

Trasferimento del sapere Bilancio dell apprendi dell’apprendimento Valutazione

Risposta alla questione centrale Ad i e della Adozione d ll d decisione i i e Valutazione Valutazi one delle o dell prestapresta esta zioni degli gli allievi

Sviluppo di una visione Considerare le conse conseguenze s gue se tenendo conto de degli gli li asp aspetti temporali (presente sente – fu futuro) Formulare un g giudizio iudizio o

Costruzione del sapere e interdipendenze Confrontarsi con diversi aspetti dimensioni e aspetti, attori

Inizio I t d i Introduzione Sensibilizzazione Confronto con la domanda centrale le e

Modello adattato da:

Modello adattato da: Wüst, L., Buchs, Ch., Muheim, V., Künzli David, Ch., Bertschy, F. (2014). Bildung für eine Nachhaltige Entwicklung unterstützen. Instrumentenbox “Querblicke “. Herzogenbuchsee, Ingold Verlag.

(continua da pagina 10)

Secondo lei, questi “ambienti d’apprendimento ESS” costituiscono una possibilità per richiamare sistematicamente le competenze ESS. Perché la scuola di Gettnau è riuscita ad integrare così bene questo aiuto alla pianificazione nei suoi processi interni? Le docenti e i docenti non hanno incontrato alcuna difficoltà a lavorare con “l’ambiente d’apprendimento ESS”! Ho constatato che questo aiuto alla pianificazione è molto compatibile con il

modo in cui essi pianificano le loro lezioni. E anche l’atteggiamento conta! La scuola Gettnau è aperta alle innovazioni. Ho a più riprese trovato interessante che la scuola riuscisse a chiarire questioni fondamentali basandosi sul concetto di ESS. L’ha sicuramente spronata anche il fatto di percorrere nuove vie come scuola pionieristica. In tal senso, la scuola di Gettnau ha integrato gli impulsi didattici di “Querblicke” ed ha avuto il coraggio di trasferirli nei propri progetti didattici.


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Esempio pratico | 3o ciclo

La scuola, parte integrata e integrante del territorio | ROGER WELT I

Occhio al locale: mangém roba nostrana Progetto nato da un gruppo di docenti durante l’anno 2013/14, per migliorare le offerte di animazione delle ONG nelle scuole e soprattutto per sfatare il mito di un Sud bisognoso dell’aiuto del Nord, sfociato in una forma di cooperazione locale. Il progetto nasce dal gruppo di lavoro “Creiamo un mondo migliore” - sostenuto da Helvetas e da éducation21 – che riunisce docenti di varie regioni della Svizzera italiana. È in questo ambito che Moreno Bianchi, docente presso la Scuola Secondaria e di Avviamento Pratico (SEC/SAP) di Roveredo (GR), trova gli stimoli e i materiali per sensibilizzare gli allievi ad un consumo critico, locale e a Km0. L’idea nata durante un ritiro di formazione e progettazione presso l’Isola dei Conigli (la minore delle isole di Brissago) prevedeva originariamente il coinvolgimento di alcune classi di varie sedi (SM di Mendrisio, Lugano e SEC/SAP Roveredo) e aveva come obiettivo sviluppare negli allievi un atteggiamento critico sui consumi, per responsabilizzarli dell’influenza che le loro scelte hanno sull’ambiente e sulle relazioni Nord-Sud. Nella seconda metà dell’anno scolastico le classi hanno lavorato in vari modi sul tema dell’alimentazione. Utilizzando il materiale didattico del fotolinguaggio “Dimmi cosa mangi” hanno toccato svariati aspetti come i diversi modelli di sviluppo fra il Nord e il Sud, la cooperazione all’aiuto allo sviluppo, la provenienza e la frequenza di consumo di vari prodotti alimentari, la produzione locale con visite in aziende, ecc. Infine, la classe di Moreno ha inoltre voluto rappresentare fotograficamente quello che viene consumato in una settimana da una famiglia del moesano. Moreno racconta come “il lavoro a Roveredo ha poi visto il coinvolgimento del Parc Adula per promuovere il consumo di prodotti locali fornendo il contatto dei produttori e sostenendo la creazione di un volantino promozionale. Per la fine dell’anno nella sede si è riusciti, grazie al pieno sostegno della Direzione della sede scolastica, a svolgere una giornata di sensibilizzazione alla sostenibilità coinvolgendo vari attori come i genitori

degli allievi - che sono in parte politici, produttori e/o commercianti della valle - le autorità scolastiche e comunali, i produttori e le ONG attive sul territorio.” In quell’occasione la mensa scolastica ha proposto esclusivamente prodotti a Km0 ottenendo un 30 % in più di iscrizioni da parte degli allievi. Moreno ha saputo coinvolgere i colleghi di varie materie come geografia, biologia, storia, disegno e italiano. Uno dei risultato è una ricerca sul dialetto con l’aiuto di esperti esterni al fine di proporre un testo corretto. “Un effetto collaterale, non previsto nel progetto, è stato il contributo al “mangém roba nostrana” degli allievi di scuola speciale, presenti nel complesso della scuola SEC/SAP di Roveredo, che gestiscono un punto vendita ConProBio (www. conprobio.ch) per i docenti e i dipendenti della sede. Questi raccolgono le ordinazioni, contattano i produttori, una volta ricevuti i prodotti compongono i sacchetti in base alle comande e gestiscono la parte contabile.” Prosegue così il racconto di Moreno: “quest’anno inoltre in sede abbiamo realizzato una giornata sull’acqua.” Oltre ai 170 allievi e ai dipendenti della scuola erano presenti un centinaio di partecipanti esterni quali ONG, guardiapesca, guardiacaccia, autorità e genitori. Attività che, con un lavoro di sensibilizzazione mediatica, permettono alla scuola di aumentare la propria visibilità come parte integrata e integrante del territorio. Grazie al lavoro immenso delle classi coinvolte adesso la mensa della sede di Roveredo fa regolarmente capo ai produttori e fornitori locali, è una pratica ormai normale, consolidata e non più messa in discussione. L’aumento della spesa per la mensa è stato compensato con l’aumento del costo (di 3 CHF) del pranzo dei docenti e dipendenti della scuola. Tutto sommato un aumento piccolo se si pensa alla qualità dei prodotti disponibili in cucina. Il lavoro in sede continua ancora cavalcando il successo di questo progetto.


Esempio pratico | 3o ciclo 13

Analisi del progetto | FABIO GUARNERI

Un “buon” esempio di educazione allo sviluppo sostenibile Quanto realizzato alla Scuola Secondaria e di avviamento Pratico di Roveredo è un buon esempio di educazione allo sviluppo sostenibile. Con il progetto “Occhio al locale: mangém roba nostrana” si è lavorato su tre ambiti dello sviluppo sostenibile (ambientale, economico e sociale) e su differenti aspetti dell’educazione allo sviluppo sostenibile ottenendo dei risultati concreti. Partendo dal tema del cibo, gli studenti sono stati resi attenti ai problemi e ai legami che si celano dietro al consumo, ad un approccio critico e a riflettere sul fatto che il comportamento del singolo può essere importante. Questo favorisce lo sviluppo di un approccio critico e costruttivo, rafforza il pensiero sistemico negli studenti e permetto loro di esercitare i propri margini di manovra in un caso concreto; competenze queste importanti per un’educazione allo sviluppo sostenibile.

esempio, gli allievi della scuola speciale che gestiscono il punto vendita della ConProBio in sede, ma anche differenti partner esterni rappresentativi dei diversi attori attivi in valle oltre che i genitori e i comuni. Questa apertura verso l’esterno e questo lavoro in rete ha permesso al progetto di rafforzarsi, di crescere, di ottenere più risultati tangibili e di far conoscere e condividere all’esterno le idee e i progetti realizzati a scuola in un ambiente di scambi reciproci e crescita comune fra scuola e territorio. Tutto questo per-

corso è possibile solo con il pieno sostegno della direzione verso l’operato dei docenti, del coinvolgimento dei docenti stessi e dell’entusiasmo degli allievi; prova ne sono la giornata di sensibilizzazione alla sostenibilità e il cambiamento della politica di acquisto dei prodotti della mensa scolastica che pongono la scuola come palestra di vita e di apprendimento oltre a luogo di formazione e studio.

Un altro aspetto interessante del progetto è il coinvolgimento di più docenti di differenti materie, apparentemente distanti fra loro (come disegno, biologia ed italiano) uniti in un percorso comune che ha permesso di affrontare la tematica da differenti punti di vista, in diversi lavori, in modo trans- e pluridisciplinare, approcci questi importanti per la trattazione di tematiche complesse come quelle del consumo. La particolarità però di questo esempio è l’essere riusciti a coinvolgere non solo altri soggetti scolastici, come ad

Analisi ESS Temi

Competenze

Principi

Il progetto tocca le seguenti dimensioni: – s ocietà (individuo e società) – ambiente (risorse naturali) – economia (processi solidi) – s pazio (locale e globale)

– P ensare in modo critico e costruttivo – P ensare in modo sistemico – A ssumersi la propria responsabilità e utilizzare i vari margini di manovra esistenti

– P ensare in modo anticipatorio – A pproccio sul lungo periode – Partecipazione e responsabilizzazione – Riflettere sui valori e orientare all‘azione


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Kit ESS II | 365 prospettive ESS

Il nuovo set didattico: “365 Prospettive ESS” | URS FANKHAUSER

In sostegno ai docenti In questa edizione di “ventuno” vi presentiamo il nuovo set didattico. Si compone di un manifesto con 365 foto, delle cartoline ad esso correlate e di unità didattiche che vi aiuteranno a mettere in pratica l’educazione allo sviluppo sostenibile (ESS). Al primo set denominato “1024 sguardi” (2014–2016) fa quindi seguito il secondo intitolato “365 Prospettive ESS”. Sono nuovamente previste 6 unità didattiche basate sulle competenze contemplate nel nuovo piano di studi, che presentano di volta in volta una priorità tematica per i tre diversi cicli scolastici. Mutamenti climatici, eccessivo sfruttamento delle risorse naturali, migrazione, evoluzione tecnologia, disparità economiche… Come possono i bambini e i giovani affrontare queste sfide attuali? È proprio qui che entra in scena l’educazione allo sviluppo sostenibile (ESS). L’ESS insegna agli allievi e alle allieve ad occuparsi del mondo globalizzato con spirito critico. In questo contesto, il primissimo obiettivo è fornire agli allievi le competenze e gli strumenti che consentono loro di assumere la responsabilità per costruire il futuro.

Un’offerta per tutti i livelli scolastici L’ESS si occupa di questioni complesse, ma la loro trattazione nelle lezioni può essere affrontata in modo semplice e progressivo. Così facendo, l’ESS non rimane un concetto astratto, bensì diventa una parte integrante della lezione. Per effettuare questo lavoro al livello giusto, le unità didattiche sono di volta in volta proposte per i tre cicli della scuola obbligatoria. Le unità didattiche del 3° ciclo possono anche essere adattate al livello di scuola media superiore con un investimento minimo. Vi saranno anche offerte che si rivolgono specificatamente per le scuole professionali e le prime classi di liceo.

I due aspetti del set “Prospettive ESS” Tutte le offerte illustrano i due aspetti principali del set “365 Prospettive ESS”. Da un lato, il “modo di vedere”: il set rappresenta la grande varietà di prospettive e la diversità. Invita quindi ad occuparsi dei vari modi di vedere e del sistema dei valori, ad avere un pensiero sistemico e a cambiare prospettiva. Dall’altro, la “visione” per guardare avanti: quali prospettive future si offrono a noi? Che scenari desideriamo realizzare per lo sviluppo futuro del mondo e della società? Come possiamo assumere la responsabilità e contribuire attivamente alla costruzione del futuro?

Come ordinare e dove scaricare il materiale didattico Il kit ESS è un set didattico di più parti. È costituito da un manifesto, da 36 cartoline e da unità didattiche incentrate su sei temi che saranno pubblicati online nel corso degli anni scolastici 2016-18. Il manifesto in formato A0 con le 365 foto, ordinabile gratuitamente con l’allegato tagliando, serve da “riferimento visivo” da esporre in classe. Le 36 cartoline, ognuna corredata da un breve testo stampato, fungono da ponte fra il manifesto e le unità didattiche poiché riprendono i temi illustrati sul manifesto creando così un collegamento con gli stimoli didattici. Vi consigliamo di ordinare le cartoline stampate, col breve testo sul retro, insieme al manifesto, dietro versamento di un contributo minimo alle spese. Sul nostro sito trovate comunque le cartoline e le unità didattiche in formato PDF che potrete scaricare gratuitamente. Link al set ESS: www.education21.ch/kit-ess


Il cioccolato, un tema per l’insegnamento

Troppo buono, il cioccolato!

Kit ESS – Uno strumento per le scuole Suggerimenti per l’educazione allo sviluppo sostenibile


Suggerimento per il 1° ciclo

Il lungo viaggio di una fava di cacao Obiettivi

• Riconoscere il cacao quale ingrediente principale del cioccolato e spiegare brevemente il modo in cui lo si coltiva. • Identificare e mettere in ordine le tappe principali della catena di produzione del cioccolato.

Durata

1-2 lezioni

Materiale

Manifesto e cartoline del set “365 prospettive ESS”, cartina del mondo, 1-2 tavolette di cioccolato (per coerenza, scegliere una marca di cioccolato del commercio equo)

1

Esporre agli allievi la seguente situazione fittizia: “State per andare a trovare un amico (o un’amica) che vive in un Paese lontano e volete portargli un regalo tipicamente svizzero. Cosa scegliete?”. Ogni allievo scrive la propria risposta (o la rappresenta con un disegno) su un pezzo di carta e lo incolla successivamente alla lavagna. 2

Raggruppare le risposte in base alla categoria e fermarsi sul cioccolato – che probabilmente sarà stato indicato da uno o più allievi. Porre la seguente domanda: “Il cioccolato è un prodotto completamente svizzero?”. Gli allievi discutono a coppie. 3

Raccogliere le risposte in classe, poi chiedere agli allievi di elencare gli ingredienti principali del cioccolato. A piccoli gruppi si spostano davanti al manifesto per identificare questi ingredienti. 4

Raccogliere le risposte dei diversi gruppi, poi incentrare la discussione sul cacao. Sottolineare che questo prodotto non è svizzero e dare alcune spiegazioni sul modo in cui viene coltivato (vedere “Fatti e cifre”, documento da scaricare). 5

Su una cartina del mondo, posizionare la Svizzera e le principali regioni di produzione del cacao: Africa occidentale (Costa d’Avorio, Ghana, Nigeria), sud-est asiatico (Indonesia) e America latina (Brasile, Equador). 6

Mostrare agli allievi una tavoletta di cioccolato e dire che alla fine della lezione si farà una piccola degustazione. Proporre d’interssarsi prima al lungo viaggio fatto

Che cosa è il Kit-ESS? Il Kit-ESS è pensato per sostenerla nell’integrare l’educazione allo sviluppo sostenibile (ESS) nelle sue lezioni, per questo fa riferimento al nuovo Piano di studi. Si tratta di un set didattico

dalle fave di cacao che sono state utilizzate per fabbricare questa tavoletta. 7

Leggere le 7 tappe del viaggio (vedere qui sotto). Per ogni tappa dare la cartolina corrispondente ad un allievo, il quale si metterà davanti al resto della classe, in ordine cronologico da sinistra a destra. Per l’ultima tappa, consegnare una tavoletta di cioccolato invece di una cartolina. A. Le fave provengono dalla piantagione di Fatou, che abita in Costa d’Avorio. È lei che ha raccolto i frutti dell’albero del cacao (le cabosse) per ricavarne le fave. B. Dopo che sono fermentate e seccate, le fave di cacao sono messe in grandi sacchi e vengono trasportate con dei camion verso il porto più vicino. C. Le fave hanno viaggiato a lungo per nave, chiuse in container. Accanto a loro, in altri container, c’erano anche delle banane e del caffè. D. Giunte in Europa, le fave sono state trasportate via treno fino ad un’azienda in cui sono state tostate e macinate per essere trasformate in pasta di cacao. E. La pasta di cacao è stata riscaldata, lavorata e poi mescolata ad altri ingredienti per poter diventare questa tavoletta di cioccolato. F. La tavoletta è stata a sua volta trasportata con un camion fino al reparto cioccolato del su-permercato accanto a casa mia. G. Infine, è stata messa nel mio carrello, poi nella mia auto/bicicletta/borsa per giungere fino a qui. 8

In seguito, chiedere a 7 allievi di consegnarvi nuovamente le cartoline e la tavoletta di cioccolato e distribuirli di nuovo ad altri 7 allievi, i quali verranno a mettersi a loro volta davanti al resto dei compagni, questa volta però il tutto non deve essere in ordine. Il resto della classe deve ricomporre le varie tappe del viaggio. Un’altra attività per il 1° ciclo, così come delle risorse sul tema “cioccolato” sono disponibili sul sito d’éducation21 – dove è anche possibile ordinare il poster “365 prospettive di educazione allo sviluppo sostenibile” e il set di carte.

composto da più parti: un manifesto in formato A0, una serie di 36 cartoline e diverse unità didattiche tematiche che pubblicheremo durante tutto l’anno scolastico. In queste pagine troverà degli stimoli per l’insegnamento per tutti i cicli scolastici. Le relative unità didattiche complete si possono scaricare gratuitamente sul nostro sito internet: www.education21.ch/kit-ess


Suggerimento per il 2° ciclo

Il valore del cioccolato Obiettivi

• Prendere consapevolezza della differenza tra le regioni produttrici di cacao e le regioni in cui si consuma il cioccolato. • Riflettere sul proprio consumo di cioccolato e sul valore che diamo a questo prodotto.

Durata

1-2 lezioni

Materiale

manifesto “365 prospettive di educazione allo sviluppo sostenibile”, cartina del mondo, post-it di 2 colori.

gruppo valuta il suo consumo annuale medio, per persona e in kg (una tavoletta = 100g). 5

Condivisione e calcolo del consumo annuale medio della classe. Rivelare il consumo medio in Svizzera (12 kg per persona) e indicare le regioni in cui si consuma più cioccolato (vedere “Fatti e cifre”, documento da scaricare). 6

Gli allievi indicano quali sono i principali Paesi consumatori di cioccolato su una cartina del mondo, usando un post-it di colore diverso rispetto a quello usato al punto 3. 7

1° parte: la produzione di cacao 1

Il cioccolato è prodotto partendo da quali ingredienti? Come viene elaborato? A gruppi di 3 o 4, gli allievi annotano tutto quello che sanno e le varie ipotesi sul tema. Per questo possono aiutarsi con le immagini del manifesto, le quali contengono diversi indizi. 2

Condivisione dei risultati con tutta la classe. Completare le diverse informazioni, soprattutto riguardo al cacao (vedere “Fatti e cifre”, documento da scaricare). Chiedere perché il cacao non viene coltivato in Svizzera. Risposta: per le condizioni climatiche. 3

Gli allievi indicano le principali regioni di produzione (vedere “Fatti e cifre”, documento da scaricare) su una cartina del mondo, utilizzando i post-it di un colore. 2° parte : il consumo di cioccolato 4

A gruppi di 3, gli allievi elencano tutti i prodotti da loro conosciuti che contengono del cacao o del cioccolato, poi dicono a turno con che frequenza li mangiano. Ogni

Invitare gli allievi ad osservare la cartina e poi raccogliere le loro osservazioni. Far notare che le regioni produttrici di cacao, come l’Africa occidentale, consumano pochissimo cioccolato. Chiedere le ragioni di questa differenza. Suggerimenti di risposta : •• Ragioni economiche: prodotto troppo caro per molti abitanti di queste regioni. •• Rarità : la maggior parte del cacao coltivato in Africa viene esportato per essere trasformato in cioccolato. Solo una minima parte di questo cioccolato ritorna successivamente in Africa. •• Abitudini alimentari. •• Conservazione difficile per via del clima. 8

In conclusione: il cioccolato è composto da ingredienti preziosi e il principale viene da lontano. Per alcune persone (e in certe epoche), è (o è stato) un prodotto raro, perfino inaccessibile. Oggi in Svizzera lo troviamo facilmente e a basso costo. Questo potrebbe però cambiare in futuro poiché si teme una penuria di cioccolato (vedere “Fatti e cifre”). È importante capire la nostra fortuna e valorizzare il cioccolato, consumandolo in modo consapevole.

Un’altra attività per il 2° ciclo, così come delle risorse sul tema “cioccolato” sono disponibili sul sito d’éducation21 – dove è anche possibile ordinare il poster “365 prospettive di educazione allo sviluppo sostenibile” e il set di carte: www.education21.ch/kit-ess

Ordinare il manifesto e le cartoline Per poter utilizzare integralmente gli stimoli proposti per l’insegnamento è necessario disporre del manifesto e della serie di cartoline. Può ordinare il set direttamente con la cartolina allegata e utilizzarlo con tutte le unità didattiche. Il manifesto è gratuito mentre la serie di cartoline costa 6.- Fr.


Suggerimento per il 3° ciclo

Le immagini del cioccolato Obiettivi

• Riflettere sul proprio modo di vedere e considerare il cioccolato. • Analizzare in modo critico le immagini pubbliche associate al cioccolato.

Durata

2 lezioni (+ lavoro a casa per la ricerca delle immagini)

Materiale

manifesto e cartoline del set didattico “365 prospettive per l’educazione allo sviluppo sostenibile” (in modo particolare quelle che seguono), cellulari e tablet degli allievi, accesso a internet.

1

Brainstorming individuale: Senza dire agli allievi quale sia il tema della lezione, proporre loro di elencare, in silenzio e senza porsi alcun limite, tutte le parole che vengono loro in mente quando sentono il termine “cioccolato”. Precisare che nessuno sarà obbligato a condividere il suo elenco. 2

Condivisione: gli allievi (volontari) leggono il loro elenco. Scrivere alla lavagna le parole più citate e formare – se possibile – delle categorie. 3

Chiedere agli allievi dove possono avere origine e trarre ispirazione le loro associazioni. Risposte possibili: pubblicità, imballaggi, esperienze fatte, informazioni apprese, … 4

Formare dei gruppi di 3-4 allievi. Ogni gruppo riceve una delle seguenti cartoline. I ragazzi discutono cosa vedono e scrivono in poche frasi cosa evoca in loro l’immagine data, in riferimento al tema del cioccolato. 5

Condivisione.

6

Basandosi sugli elementi evocati dagli allievi, presentare brevemente la coltivazione del cacao e posizionare le principali regioni in cui viene coltivato (vedere “Fatti e cifre”, documento da scaricare). 7

Domandare agli allievi se le parole legate al cacao e i Paesi produttori sono stati elencati più volte durante il

Impressum Autrice: Marie-Françoise Pitteloud Redazione: Urs Fankhauser Traduzione e adattamento: Alessandra Arrigoni Ravasi, Fabio Guarneri Crediti fotografici: Copertina: CC0 Public Domain | Miniature 1-7: CC-BY: Irene Scott, AusAID; CC-BY-SA_ICCFO; CC-BY-SA_Fletcher6; CC-BY_Falk Lademann; CC-BY-SA_ Sanjay Acharya; CC-BY-SA_Adiel lo; CC-BY_Richard Faulder. CC-BY-NC-ND éducation21, ottobre 2016 éducation21 | Piazza Nosetto 3 | 6500 Bellinzona tel. +41 91 785 00 21 | info_it@education21.ch | www.education21.ch

brainstorming iniziale e porre delle domande sulle ragioni di questa constatazione. Risposta possibile se queste parole sono state poco elencate: gli imballaggi e la pubblicità sul cioccolato rimandano molto poco al cacao e alle regioni in cui è coltivato. Il cioccolato è venduto di solito come un prodotto “tipicamente svizzero”. 8

Proporre di approfondire l’argomento delle immagini legate al cioccolato. 1a tappa: gli allievi cercano nel manifesto tutte le immagini legate (direttamente o indirettamente) a questo tema. 2a tappa: gli allievi svolgono un’inchiesta al di fuori della classe, fotografando con i loro cellulari o tablet tutte le immagini associate al cioccolato (pubblicità nei giornali, cartelloni pubblicitari in strada, imballaggi nei supermercati, eccetera). Parallelamente, fanno delle ricerche in internet su vecchie pubblicità di tipo “coloniale” legate al cioccolato. 9

Condivisione in classe e analisi delle immagini raccolte. Domande per l’analisi: A cosa è associato il cioccolato (piacere, infanzia, ecc.)? A chi si rivolgono le immagini? Alcuni ingredienti del cioccolato sono presenti nelle immagini? Se sì, quali sono? Ci sono dei riferimenti a Paesi o regioni (Alpi, Paesi produttori di cacao, ecc.)?

Un’altra attività per il 3° ciclo, così come delle risorse sul tema “cioccolato” sono disponibili sul sito d’éducation21 – dove è anche possibile ordinare il poster “365 prospettive di educazione allo sviluppo sostenibile” e il set di carte: www.education21.ch/kit-ess


Kit ESS I | 1024 Sguardi 15

Kit ESS “1024 sguardi “ – Retrospettiva | CHRISTOPH FROMMHERZ

“1024 sguardi”: il primo kit ESS nella pratica Il primo kit ESS proposto si chiama “1024 sguardi” e il nome del manifesto rappresenta il programma stesso. Il manifesto si compone di 1024 foto, ognuna delle quali raffigura un piccolo scorcio del mondo. Se si osserva il manifesto da vicino, si vedono innumerevoli foto, mentre se lo si guarda da lontano, si individuano i contorni dei cinque continenti. Oltre al manifesto, nel periodo compreso fra il 2014 e 2016, sono stati pubblicati stimoli tematici da impiegare nelle lezioni a tutti i livelli scolastici. I temi trattati sono fra l’altro il bosco, i diritti dell’infanzia, il suolo, il turismo, ecc. I docenti Pascal Steiger, Maja Balmer e Bruno Weber-Kym ci illustrano il lavoro da loro svolto con il manifesto.

Dal cambiamento di prospettiva alla discussione sui valori “La scuola non dovrebbe soltanto insegnare contenuti, bensì permettere anche il confronto con essi in modo da contribuire a formare la personalità di allievi e allieve” afferma Pascal Steiger, insegnante di pedagogia curativa in una classe d’integrazione di 5a/6a di Basilea. Il manifesto “1024 sguardi” rappresenta per lui un eccellente “riferimento visivo” da esporre in classe per riflettere insieme ai suoi allievi sui diritti dell’infanzia. Dapprima i ragazzi hanno parlato dei diritti e del loro significato. La classe ha poi guardato il film “Una giornata con Moussa” e paragonato la situazione dei diritti dell’infanzia in Svizzera e in Nigeria. In seguito a questo cambiamento di prospettiva, molti suoi allievi si sono resi conto che non tutto è ovvio ovunque. Ne sono seguite interessanti discussioni sui valori, afferma Pascal Steiger, che pensa di utilizzare il manifesto anche per trattare altri temi.

In gruppi d’età mista Maja Balmer lavora come docente nel primo ciclo (dai 4 agli 8 anni) nella scuola a tempo pieno di Oberscherli, frequentata da circa 65 bambini dai 4 ai 12 anni. Con i suoi allievi osserva regolarmente il manifesto durante le lezioni. C’è infatti molto da scoprire in modo ludico e il manifesto stimola interessanti discussioni. Una volta alla settimana tutti gli allievi e le allieve della scuola si riuniscono in assemblea. In occasione di quattro di questi incontri, l’intera scuola ha trattato il tema “Il diritto dei minori all’istruzione” con l’ausilio del manifesto “1024 sguardi”. I bambini hanno dapprima riflettuto alla propria vita scolastica quotidiana, quindi hanno guardato il film “Shodai”, proposto da éducation21, che mostra la vita (scolastica) quotidiana di un giovane in Bangladesh. In gruppi d’età mista si sono poi fatti dei paragoni e quindi tratte conclusioni sulla propria vita scolastica quotidiana. Nei gruppi, i bambini più grandi, hanno assunto le funzioni direttive o hanno messo per iscritto quanto detto. Parallelamente hanno così rafforzato le loro competenze sociali e metodologiche. Grazie al cambiamento di prospettiva realizzato con questa impostazione, numerosi bambini si sono resi conto che l’istruzione è un regalo, afferma Maja Balmer.

Stimoli per favorire l’educazione allo sviluppo sostenibile Un’educazione che contribuisce a promuovere le rispettive competenze e lo sviluppo sostenibile sono elementi importanti per Bruno Weber-Kym docente alla scuola media di Möhlin. Per lui, il manifesto “1024 sguardi” rappresenta un’offerta di facile accesso utilizzabile in molteplici modi durante le lezioni. I suoi allievi e le sue allieve ricevono in tal modo importanti stimoli riguardanti l’ESS. “Osservando il manifesto, possono scoprire molti aspetti, riconoscere interrelazioni e sono incoraggiati a formulare le proprie riflessioni. Talvolta vengono pure espresse diverse prospettive. Per esempio, Yannick afferma di vedere 1024 foto, mentre Patrick spiega che il manifesto rappresenta il planisfero”. Bruno Weber-Kym ha utilizzato il manifesto nella lezione di geografia per trattare il tema dello sviluppo demografico. Ispirati dalle numerose foto, i ragazzi hanno poi avuto un interessante scambio di opinioni sulle cause e sulle conseguenze della migrazione. Bruno Weber-Kym si rallegra dei futuri stimoli che riceverà da parte di éducation21 e riflette inoltre alle varie possibilità di impostare le lezioni: “Grazie alle foto del manifesto e alle foto dei loro compagni, i ragazzi potrebbero per esempio sviluppare intere storie”, afferma. I tre docenti sottolineano che i loro allievi e le loro allieve hanno lavorato molto volentieri con il manifesto. È quindi un’ottima cosa che vi sia un seguito con il nuovo kit intitolato “365 Prospettive ESS”. www.education21.ch/it/1024


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Esempio pratico | Postobbligatorio

Liceo di Hottingen: classi orientate all’etica dell’ecologia | RAHEL KOBEL

L’interdisciplinarietà come opportunità Riflettere sulla dignità durante l’ora d’inglese, trattare i limiti della crescita a tedesco oppure correlare l’etica politica alla storia. Da dodici anni, le “classi orientate all’etica dell’ecologia” del liceo economico di Hottingen, a Zurigo, praticano l’interdisciplinarietà. Si tratta di un approccio volto a favorire il pensiero sistemico e le esperienze pratiche.

nuare a promuovere questo genere di progetti interdisciplinari e istituire a tale scopo delle giornate di approfondimento, da organizzare una o due volte all’anno, per portare avanti un discorso olistico: “Serve infatti del tempo per considerare una questione etica da diverse prospettive.”, spiega il nuovo direttore del programma “classi orientate all’etica dell’ecologia”.

“Durante la loro formazione liceale, i giovani hanno l’esigenza di diventare persone in grado di cavarsela nel mondo”, spiega Sabine Kappeler, co-promotrice del progetto e, dal 2004, responsabile delle “classi orientate all’etica dell’ecologia” nel liceo di Hottingen, a Zurigo. A tale fine, ci vuole una solida formazione in ecologia ed etica. Il modello di Hottingen si focalizza perciò su tre ambiti essenziali: settimane di lavoro tematiche, che prevedono fra l’altro uno scambio con una scuola partner in Ungheria, un impegno sociale sul lungo termine e semestri d’orientamento.

Questioni etiche ed ecologiche anche in futuro?

Temi inseriti nella materia specifica Sin dagli inizi, l’idea di base è rimasta la stessa: i temi trasversali “etica” ed “ecologia” non sono corsi opzionali, bensì fanno parte integrante del regolare programma di studi. Un piano su più anni mostra quali temi etici o ecologici saranno trattati in ogni semestre e in quale materia saranno integrati. Così “l’etica animale” è inserita nel programma di biologia nell’ambito del quale ci si chinerà per esempio sulle problematiche legate agli animali transgenici. Allievi e allieve studiano poi “l’etica ambientale” durante le lezioni di ginnastica. Dato che la maggior parte dei docenti non è specializzata né in etica, né in ecologia, si coinvolgono anche degli esperti in materia per approfondire queste tematiche. Sabine Kappeler ha invece scelto un’altra via per focalizzarsi sulla “logica” ed ha avviato una collaborazione fra matematica e tedesco. Mentre a tedesco si trattano le figure retoriche, a matematica si insegna come argomentare in modo logicamente corretto. Kaspar Gysel, successore di Sabine Kappeler, intende conti-

Con il cambiamento di direzione, il progetto si trova ora in una fase di prova. Anche se è inserito nei programmi di studio del liceo di Hottingen sin dal 2010, in periodi di misure di risparmio si lotta per la sua legittimazione. Ecco quanto afferma il direttore Daniel Zahno a proposito dei vantaggi di questo orientamento: “grazie a questo progetto, molti docenti hanno inserito questioni etiche o ecologiche nelle loro lezioni. Ed è proprio merito di questo progetto se ora questi temi sono diventati un’evidenza”. Bernhard Rom, che segue il programma dal punto di vista scientifico sin dagli inizi, si esprime al riguardo in modo un po’ più sobrio: “la convinzione che le competenze etiche siano per lo meno tanto importanti quanto le conoscenze tecniche non si è ancora imposta. Auguro quindi al progetto “classi orientate all’etica dell’ecologia” di contribuire anche in futuro a far sì che questa convinzione faccia breccia”. Talvolta, l’effetto di una formazione si manifesta solo dopo anni. Questo lo sa anche Sabine Kappeler. Riferisce di una studentessa che, per il suo lavoro di master, desidera sviluppare un test che permetta di far emergere la sensibilità etica dei futuri studenti in medicina. La studentessa è lei stessa formata in quest’ambito, in quanto alcuni anni prima ha proprio frequentato come liceale una “classe orientata all’etica dell’ecologia”.

Maggiori informazioni su: www.ksh.ch/angebot/wirtschaftsgymnasium/akzent-ethik-oekologie


Esempio pratico | Postobbligatorio 17

Sintesi dell’intervista a Giovanni Simona, geografo e docente presso il liceo cantonale di Bellinzona | ROGER WELTI

Il lavoro interdisciplinare nell’ESS Perché il lavoro interdisciplinare è così importante per l’ESS? Nell’illustrazione delle esperienze del Liceo di Hottingen si evoca l’importanza della dimensione etica dell’ecologia fino a predisporre nei programmi dei corsi regolari che combinino questi aspetti. La dimensione etica è un motore fondamentale dell’interdisciplinarità anche nella nostra realtà liceale e mostra l’importanza di combinare, grazie alle scienze, la comprensione approfondita dei fenomeni e il loro confronto con i valori umani. L’etica, nell’ottica dello sviluppo sostenibile, genera alcune combinazioni originali tra discipline epistemologicamente diverse. Per esempio il tema della cura degli animali da allevamento per l’alimentazione permette di confrontare analisi filosofiche, psicologiche, etologiche, genetiche e giuridiche.

estendersi in modo fruttuoso anche nei licei. Nella mia esperienza al liceo di Bellinzona, sono gli studenti che includono queste proposte nei programmi delle giornate autogestite invitando esperti che propongono approcci interdisciplinari di grande valore. In questo modo lanciano sfide operative che possono essere colte senza fanatismo ma con risultati effettivi anche da parte dei docenti. L’intervista completa è disponibile su www.education21.ch/it/attualita/testimonianze/giovanni-simona

Quali sono le sfide e/o difficoltà nel lavoro interdisciplinare? È importante a livello cantonale e federale che le autorità includano nei programmi ufficiali degli orientamenti della formazione che mettano al centro lo sviluppo sostenibile e il benessere bio-sociale secondo modalità diverse dal modello delle ore lezioni settimanali in classe. Le proposte programmatiche del Liceo di Hottingen sono molto stimolanti e proficue a livello educativo! Spetta alle autorità scolastiche scegliere come introdurle nell’insieme delle attività proposte a scuola Come si possono superare queste difficoltà? Per lavorare in modo interdisciplinare al liceo, un approccio che mi sembra proficuo e adatto, anche per averlo praticato per molti anni, è l’analisi, con il contributo di varie discipline, dei comportamenti concreti degli studenti e del docente, per esempio nel campo dell’alimentazione e delle pratiche di consumo. L’educazione alla salute e al consumo è una tematica di educazione generale prevista anche dal progetto federale Harmos che riguarda la scolarità obbligatoria ma che può

Analisi ESS Temi

Competenze

Principi

Le classi orientate all’etica dell’ecologia toccano le seguenti dimensioni: – s ocietà (individuo e società) – ambiente (risorse naturali) A livello di scuola di commercio la dimensione economica gioca un ruolo importante.

– Riflettere sui propri valori e su quelli delle altre persone – Costruire delle conoscenze interdisciplinari e dalle molteplici prospettive – P ensare in modo sistemico – C ambiare prospettiva

– P ensare in modo sistemico – Rifleterre sui valori e orientare all‘azione – A pproccio sul lungo periode – Partecipazione e responsabilizzazione


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Esempio pratico | Formazione professionale

Progetto “Costruiamo il futuro” – Scuola di arti grafiche del Canton Argovia | MARTINA BRUNNTHALER, GABRIELA OBERHOLZER

Le azioni sostenibili sono efficaci! Il progetto semestrale della Scuola di arti grafiche del Canton Argovia, messo in piedi in collaborazione con l’ufficio di consulenza Eartheffect, è innovativo: promuove lo sviluppo sostenibile correlato direttamente all’ambiente lavorativo e scolastico delle apprendisti, i quali studiano gli influssi della loro attività professionale su ambiente, società ed economia. Alla Schule für Gestaltung (SfGA) del Canton Argovia, vi sono sensori di movimento che controllano l’illuminazione, si organizzano le settimane della frutta con frutti regionali di stagione, si espongono poster per sensibilizzare tutti all’uso sensato della carta. Anche l’assortimento di merendine nel distributore automatico della mensa scolastica è rifornito con prodotti più sani e sostenibili. Questa iniziativa è stata lanciata dagli apprendisti stessi. Riuniti in gruppi di progetto, hanno sviluppato idee per incoraggiare la sostenibilità a scuola e nelle aziende formatrici.

Discorso della sostenibilità a scuola e in azienda I progetti sono nati durante una settimana organizzata nel settembre 2015 durante la quale gli apprendisti hanno seguito un seminario sulla sostenibilità. Nell’ambito di un quiz hanno trattato le sfide ecologiche e sociali poste da uno sviluppo sostenibile. Ispirati da questo seminario hanno ragionato sul loro ambiente lavorativo e scolastico e a gruppi hanno riflettuto a idee per incoraggiare la sostenibilità a scuola e nelle aziende formatrici. Si sono focalizzati su temi di sostenibilità che li tocca nella vita di tutti i giorni come il consumo di carta, il riciclaggio dei rifiuti, l’illuminazione o il riscaldamento. Altri gruppi si sono occupati di abiti professionali più rispettosi dell’ambiente e socialmente equi, di un’offerta di ristorazione più sostenibile o di forme di mobilità più ecocompatibili come il car sharing e i veicoli elettrici. I moderatori dell’ufficio di consulenza e i docenti hanno consigliato e sostenuto i ragazzi nei loro intenti. Lo scopo era di presentare le proprie idee di progetto alla direzione della scuola,

al formatore o alla formatrice professionale in azienda. Le aziende hanno sfruttato questo colloquio per informare meglio gli apprendisti sulle misure adottate dall’azienda per proteggere l’ambiente. Alcuni apprendisti hanno potuto portare avanti le loro idee nell’azienda con la collaborazione dei responsabili delle questioni ambientali.

Prospettive

A seguito del progetto pilota, dalla primavera 2016 è stato lanciato un programma più completo per promuovere l’educazione allo sviluppo sostenibile nella formazione professionale sotto la direzione di Eartheffect, a cui partecipa fra l’altro il settore tessile. I seminari si focalizzano sui rami dell’economia, sui formatori professionali e sugli obiettivi di rendimento. Il coinvolgimento delle associazioni professionali è d’importanza fondamentale poiché l’utilità del progetto dev’essere chiaramente riconoscibile per il settore e le sue aziende. Per i giovani, riuscire a far valere le proprie idee e a realizzare un progetto è un’esperienza importantissima. Anche gli apprendisti della Scuola di arti grafiche del Canton Argovia ne sono soddisfatti: “siamo fieri che la scuola ci abbia sostenuto nel portare avanti le nostre idee. Siamo solo al 1° anno di apprendistato e non sapevamo se la direzione della scuola ci avrebbe preso sul serio con le nostre idee sull’alimentazione sostenibile, ma quando abbiamo presentato il nostro progetto ai membri della direzione della scuola, questi ultimi sono invece rimasti molto impressionati, anche per il nostro eccellente lavoro di ricerca. Abbiamo condotto un’inchiesta a scuola e dimostrato che molti apprendisti hanno un’intolleranza al lattosio. Per questo motivo ha senso avere delle merende vegane senza latte nel distributore automatico della mensa scolastica”. Per maggiori informazioni consultare i siti: www.sfgaaargau.ch | www.eartheffect.ch | www.bbne.ch


Esempio pratico | Formazione professionale 19

Promuovere le competenze ESS | MARTINA BRUNNTHALER, GABRIELA OBERHOLZER

Idee sostenibili messe in pratica Il progetto è incentrato sulla promozione di un’educazione allo sviluppo sostenibile nella formazione professionale. Gli apprendisti e le apprendiste sviluppano una comprensione per gli influssi più importanti della loro attività professionale su ambiente, società ed economia già nell’ambito della formazione professionale di base. Il progetto “Costruiamo il futuro” permette agli apprendisti di modellare il loro contesto professionale e scolastico in modo sostenibile e promuove parallelamente diverse competenze ESS :

sionale di una grande azienda riferisce in proposito: “tre dei miei apprendisti hanno partecipato alla settimana di progetto e individualmente mi hanno proposto delle stupende idee di miglioramento. Il discorso sulla sostenibilità è quindi stato sicuramente stimolato. Ma più l’azienda è grande, più l’ecogestione è standardizzata e matura. È quanto ha notato per esempio uno dei miei apprendisti, che insieme al custode ha potuto realizzare la sua idea di montare economizzatori d’acqua sui rubinetti. I due si sono però accorti che molti rubinetti erano già dotati di economizzatori d’acqua”.

– Nell’ambito del quiz sulla sostenibilità, gli apprendisti ampliano le loro conoscenze su temi focalizzati sullo sviluppo sostenibile come l’alimentazione, l’energia, l’acqua. Imparano a conoscere le sfide globali e le relative interazioni come la penuria di materie prime e acqua, oppure gli effetti della produzione di carne, e allenano il pensiero sistemico. – Nei gruppi di progetto, gli apprendisti lavorano insieme ad un’idea (cooperazione) che analizzano da vari punti di vista, dell’azienda, dell’ambiente, di altri paesi, ecc. (prospettive), che poi mettono in relazione con la loro vita quotidiana al lavoro o a scuola. – In primo piano vi è la competenza operativa. Grazie a questa capacità, gli apprendisti diventano attivi e stimolano il discorso sullo sviluppo sostenibile nel loro contesto scolastico o lavorativo. Ne assumono in tal modo la responsabilità, valutano e sfruttano i margini d’azione nei due luoghi di apprendimento. I margini d’azione nel contesto dell’azienda formatrice rappresentano una grande sfida per gli apprendisti, dato che le grandi società, in particolare, hanno già adottato misure per favorire uno sviluppo più sostenibile. Una formatrice profes-

Analisi ESS Temi

Competenze

Principi

Il progetto tocca le seguenti dimensioni: – s ocietà (individuo e società) – ambiente (risorse naturali) – economia (processi solidi) – spazio (locale e globale)

– Sentirsi parte del mondo – A ssumersi la propria responsabilità e utilizzare i vari margini di manovra esistenti – Costruire delle conoscenze interdisciplinari e dalle molteplici prospettive – Pensare in modo sistemico – C ambiare prospettiva – Affrontare insieme le questioni riguardanti lo sviluppo

– Partecipazione e responsabilizzazione – Riflettere sui valori e orientare all‘azione


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L’ESS nella formazione

La formazione a éducation21 | DELPHINE CONUS BILAT

Scoprire, condividere, consolidare le proprie conoscenze L’ESS ha trovato la propria collocazione nella formazione dei docenti. Esistono tuttavia notevoli differenze di forma, contenuto e volume delle formazioni a seconda degli istituti. La Fondazione éducation21 fornisce alle scuole e alle ASP un ventaglio di offerte variegate, sia per la formazione di base che la formazione continua. Ogni anno propone pure degli incontri tematici ESS sia a livello nazionale che regionale. Gli incontri ESS, organizzati nelle tre regioni linguistiche, hanno come scopo favorire lo scambio di esperienze, pratiche e riflessioni fra esperti di un tema, attori della formazione e corpo docenti. Sono elaborati in collaborazione con le ASP, su mandato della CIIP, in Svizzera romanda e italiana. Propongono conferenze e atelier che promuovono riflessioni e scambi di pratiche destinati a docenti, direttori e direttrici di istituti, formatori e formatrici, responsabili di ONG e di istituti di formazione e ai dipartimenti cantonali dell’educazione. I temi in programma – acqua virtuale, globalizzazione, movimenti migratori o cambiamenti climatici – permettono di trattare contemporaneamente aspetti politici, strutturali, pedagogici e tematici.

Da un’introduzione all’ESS al metodo del Mystery L’obiettivo dei corsi proposti da éducation21 è di mostrare in che modo si può affrontare una determinata tematica, come per esempio i vestiti, la cittadinanza o i diritti dell’infanzia, dalla prospettiva dell’ESS. Elementi teorici sono forniti in alternanza con unità didattiche rivolte alla pratica, direttamente utilizzabili in classe. I partecipanti hanno la possibilità di testare vari strumenti pedagogici e di ripartire con piste concrete per sviluppare le proprie unità didattiche in relazione con la loro materia d’insegnamento. In base al tipo di lezione, si può prendere in considerazione un metodo particolarmente adattato alla comprensione di argomenti complessi, ossia il metodo del Mystery. Questo prevede di rispondere ad una domanda aperta come

“Cosa c’entra il mio viaggio in aereo con gli ippopotami in Niger?”, basandosi su una storia introduttiva e ricorrendo a schede informative, come illustrato nella pagina seguente. Le allieve e gli allievi scoprono così dei contesti, trovano delle correlazione e riflettono su una possibile risposta. Si tratta di un metodo che permette di sviluppare diverse competenze come il pensiero sistemico, la capacità di argomentare e l’apprendimento cooperativo. Favorisce pure la discussione sul tema dei valori, della responsabilità e delle possibilità d’azione. Informazioni sui corsi di formazione: www.education21.ch/it/formazione/formazione-continua-e21

I prossimi incontri ESS Nella Svizzera italiana Il 22 ottobre 2016 | DFA-SUPSI | Locarno | Tema: “I mille volti della globalizzazione”. Il programma prevede dodici atelier incentrati su progetti scolastici e due relatori d’eccezione approfondiranno diversi temi quali i cambiamenti climatici, le migrazioni e la finitezza delle risorse.

In Svizzera romanda Il 2 novembre 2016 | ASP Friburgo | Tema: “Attentati, guerre e migrazione: che relazioni con l’ESS?”

In Svizzera tedesca Il 25 gennaio 2017 | PH FHNW | Brugg | Tema: “Rafforzare e sostenere la presa di decisione da parte di allieve ed allievi“ Informazioni e iscrizione agli incontri di ESS: www.education21.ch/it/education21/manifestazioni


L’ESS nella formazione 21

Giornata ESS della Svizzera italiana | ROGER WELTI

Formazione continua, interattiva e propositiva Dal 2008 si tiene annualmente a ottobre, presso il DFA-SUPSI di Locarno, la giornata di informazione e discussione dedicata all’educazione allo sviluppo sostenibile della Svizzera italiana organizzata da éducation21 in partenariato col GrussTi e il DFA. Un’occasione unica che permette ai docenti di ogni grado di confrontarsi con esperti, colleghi e attori extrascolastici sulle tematiche proposte. Una formazione continua interattiva e propositiva, dove trovare idee ed esperimentare metodi da utilizzare in classe, come lo conferma Maria Hoballah, docente di scuola professionale e frequentatrice abituale della “Giornata ESS”. La giornata è ricca di eventi e attività: una serie di atelier rappresenta la parte principale dell’offerta formativa, mentre ospiti competenti e brillanti invitano a riflettere e propongono spunti tematici. Negli atelier gli studenti del DFA presentano i loro lavori di ricerca o le applicazioni didattiche sperimentate, i docenti il proprio progetto svolto in classe ed esperti e attori extrascolastici le loro proposte per la scuola. In questo modo i partecipanti usufruiscono di una varietà di possibili (in)formazioni. Lo scorso anno, per esempio, Maria ha seguito un atelier sul metodo mystery dove, dopo una breve introduzione teorica, ha potuto cimentarsi, insieme ad altri docenti, provandone uno. “Il mystery è un buon metodo per fare dell’ESS in quanto mette in primo piano la cooperazione e la solidarietà fra i partecipanti, tratta i vari ambiti dello sviluppo sostenibile e permette di creare due assi, uno rivolto alle generazioni future e l’altro alle relazioni nord-sud/ est. La domanda del mystery permette di confrontarsi su questioni globali legate a un riequilibrio fra i paesi industrializzati e quelli in via di sviluppo minando le certezze tipiche dei giovani che non sanno più se è giusto comperare quella maglietta o il gioiello d’oro. La ricerca della risposta per ovviare all’incertezza è quello che mi piace in questo metodo. Noi docenti siamo costantemente immersi in un attitudine di

ricerca, mentre i giovani invece no e qui devono organizzare gli indizi secondo un loro filo logico.” Con queste parole Maria spiega alcuni dei punti forti del metodo e sono proprio questi che l’hanno convinta ad avventurarsi nel crearne uno.

Abbondio grazie al quale gli indizi sono stati arricchiti con una serie di illustrazioni. Il mystery sull’oro è ormai una realtà, disponibile nelle tre lingue nazionali, realizzata grazie all’entusiasmo e alla competenza di una docente.

“La domanda posta alla fine dell’atelier che ci chiedeva se fossimo disposti a progettarne uno, l’entusiasmo del momento e un cartello della campagna di Terres des Hommes che rappresenta una botola d’accesso a una miniera d’oro, combinato col fatto che nella nostra sede vi sia un progetto multidisciplinare sul tema dell’oro, sono stati gli stimoli per affrontare immediatamente la creazione del mystery”. Un lavoro intenso svoltosi nelle settimane successive alla giornata che ha permesso di creare una prima versione che è poi stata utilizzata varie volte in classe e successivamente perfezionata, grazie anche al contributo critico di éducation21. Per prepararne la pubblicazione finale ci si è avvalsi della collaborazione di Marco

E non è tutto qui. Maria ha già presentato il suo mystery in un corso di formazione continua presso l’IUFFP a inizio mese e lo farà pure a Locarno in occasione della Giornata ESS del 2016. In particolare nell’atelier “Non tutto l’oro luccica” si confronterà con colleghi ed esperti, ma soprattutto spera di trovare alleati con i quali collaborare per progetti futuri, rendendo così la formazione continua, interattiva e propositiva. Il mystery sul tema dell’oro è disponibile nelle tre lingue e può essere scaricato da: www.education21.ch/it/mystery-oro


22 Materiali didattici | Novità

Un nuovo manuale in lingua italiana | OLIVIERO RATTI

Lo sviluppo sostenibile in pratica Dopo “Handeln statt hoffen”, (2010) e “Demain en main”, (2013), nella primavera 2017 sarà pubblicato anche in italiano il testo di riferimento sull’educazione allo sviluppo sostenibile promosso dalla Conferenza svizzera dei direttori cantonali della pubblica educazione (CDPE). Come portare in classe le complesse e importanti tematiche dello sviluppo sostenibile? Quali sono i concetti e i legami che meritano di essere sviluppati? Questo documento è il risultato di un partenariato fra alte scuole pedagogiche svizzere in cui sono confluiti contributi di docenti e professori di ogni regione linguistica. Curata da Urs Kocher, docente e ricercatore al DFA, l’edizione italiana si inserisce in modo coerente anche nei lavori che da ormai una decina di anni si svolgono sul nostro territorio nei vari ordini di scuola. Il testo si propone di aiutare i docenti ad avvicinare i propri allievi allo sviluppo sostenibile da protagonisti. Partendo da una visione d’assieme su quel che si muove a livello nazionale, dalla genesi e l’evoluzione del concetto stesso di “sviluppo sostenibile”, entra nel merito della pratica con esempi di esperienze svolte sia nella scuola elementare che nella scuola media. Questo in sintonia con i piani di studio e le riforme nell’ambito di Harmos. Vista la complessità del compito e del tema, l’equipe di coordinamento ha raccolto e analizzato le varie esperienze di insegnamento cercandone i punti in comune. Il fatto di essere un lavoro di ricerca svolto su scala nazionale ha permesso di raccogliere esperienze molto variegate fra di loro ed è senza dubbio uno dei pregi più significativi del documento. L’originalità di ogni contributo e la diversità delle sedi infatti, si integra bene con le caratteristiche della tematica dal punto di vista della sua complessità ed eterogeneità. Per quel che riguarda la versione italiana, vi sono alcune particolarità interessanti specifiche alle esperienze che nel corso degli anni si sono svolte a sud delle alpi. Ne è testimonianza l’introduzione storica alle esperienze ticinesi che descrive in modo sintetico il percorso svolto a partire dal progetto “Risorse per un’ESS”. Una tematica come quella dello sviluppo sostenibile non è mai staccata dal contesto nel quale la si desidera affrontare e in questo senso sapere cosa è già stato fatto e quali gli insegnamenti scaturiti è una premessa indispensabile per immaginare i percorsi in divenire. Da segnalare infine la collaborazione proficua fra il Dfa e éducation 21 nella realizzazione di questo documento. Il fatto di essere promosso da una casa editrice italiana conosciuta per le sue divulgazioni in ambito pedagogico è un ulteriore segno di qualità dimostrando nel contempo la funzione di ponte fra Nord e Sud della nostra regione.

Lo sviluppo sostenibile in pratica Come portare in classe i temi che riguardano lo sviluppo sostenibile? Quali legami si possono fare con i piani di studio? Quali esperienze sono già state fatte nella scuola dell’obbligo? Realizzato nell’ambito di un partenariato fra le alte scuole pedagogiche svizzere, questo testo vuole essere un punto di riferimento per tutti i docenti interessati a sviluppare la tematica a scuola. Frutto di una ricerca nazionale, viene proposta una visione d’assieme del concetto di sostenibilità e allo stesso tempo l’importanza delle particolarità locali come luoghi nei quali le esperienze educative prendono forma. Un capitolo specifico è dedicato alla nascita e lo sviluppo dell’educazione allo sviluppo sostenibile nel contesto ticinese. Curato da Urs Kocher (nella foto) e pubblicato dalle Edizioni Centro Studi Erickson di Trento. Il manuale sarà disponibile nel nostro catalogo a partire da marzo 2017.


Materiali didattici | per il 1° e 2° ciclo

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Lo scrigno dell’orto Un manuale a 360° per avvicinare i bambini alla terra. Coltivare dei frutti e delle verdure per educare alla biodiversità, alla stagionalità, al rispetto della natura e per promuovere la salute e le scelte consapevoli instaurando un legame col cibo.

Autrici Cinzia Pradella, Manuela Ghezzi Edizione Orto a scuola, Pro Specie Rara Anno 2016 Tipo Libro Articolo n. FES16-09 | Prezzo Fr. 30.00 Consigliato per allievi da 6 anni

Diritti dell’infanzia 2016 L’edizione 2016 delle schede è stata realizzata sul tema del bullismo fra coetanei a scuola. Esse contengono delle attività per i tre cicli della scuola dell’obbligo che permettono di affrontare il tema, sull’arco di due o tre lezioni.

Autrice Carole Barby Edizione Institut international des Droits de l’Enfant (IDE) Anno 2016 Tipo Schede pedagogiche Articolo n. FES16-10 | Prezzo gratuito Consigliato per allievi da 6 anni

Un gomitolo nel piatto “Un gomitolo nel piatto” offre l’opportunità agli allievi del 2° ciclo di affrontare, in modo semplice e ludico le sfide e le interdipendenze (sociali, economiche e ambientali) dei nostri consumi alimentari. Questo materiale è stato adattato al contesto scolastico svizzero.

Autrici Marie-Françoise Pitteloud, Susanne Paulus, Florence Nuoffer, Anahy Gajardo Edizione éducation21 | Anno 2016 Prezzo gratuito, da scaricare su www.education21.ch/it/ materiali-didattici/produzioni-e21 Consigliato per allievi da 8 a 12 anni

Il Pianeta nel piatto Quattro filastrocche – ognuna accompagnata da schede di approfondimento – narrano altrettante storie legate alla nutrizione e all’agricoltura in Niger, India, Italia e Perù. Uno spaccato multiculturale di individui, lingue e tradizioni, piante e cibo.

Autore Anna Sarfatti, Paolo Sarfatti Edizione Mondadori; Milano Anno 2015 Tipo Libro Articolo n. FES15-20 | Prezzo Fr. 10.90 Consigliato per allievi da 4 a 10 anni.

Sogni di libertà, in parole e immagini Libertà: una raccolta originale di pensieri d’autore per avvicinare i bambini a questo bene irrinunciabile. Da Nelson Mandela al Dalai Lama, da Aung San Suu Kyi a Malala. Le definizioni più significative illustrate con la fantasia di grandi artisti.

Autori AAVV Edizione Gallucci editore; Roma Anno 2015 Tipo Libro Articolo n. FES16-08 | Prezzo Fr. 21.45 Consigliato per allievi da 5 a 10 anni

Buon lavoro, signor acqua! Il signor Acqua fa funzionare le nuove invenzioni degli uomini: tiene a galla le navi, aiuta a macinare la farina, spegne gli incendi e porta a casa l’acqua da bere. È proprio un gran lavoratore!

Autore Agostino Traini Edizione Il battello a vapore Anno 2014 Tipo Libro Articolo n. FES115-01 | Prezzo Fr. 15.00 Consigliato per allievi da 3 a 7 anni

La patata radioattiva Un racconto ironico e graffiante in cui la ”patata radioattiva” guida la rivoluzione delle patate, che porterà a un compromesso con la scienza: niente più manipolazioni genetiche bensì progetti dove scienza e tecnologia sono al servizio della natura.

Autrice Silvia Forzani Edizione Girotondo; Torino Anno 2011 Tipo Quaderno Articolo n. FES14-01 | Prezzo Fr. 21.05 Consigliato per allievi da 4 a 6 anni.


24 Materiali didattici | per il 2° e 3° ciclo

La storia del cibo Cosa mangiava l’uomo nella preistoria? Com’è cambiato il cibo con la scoperta dell’America? Di cosa si ciberanno i nostri nipoti? Un viaggio nei secoli ricco di informazioni, curiosità e racconti per scoprire che la storia del cibo è quella dell’umanità.

Autore Francesco Orsenigo Edizione Mondadori; Milano | Anno 2015 Tipo Libro e DVD (non vendibili separatamente) Articolo n. FES16-16 | Prezzo Fr. 15.50 Consigliato per allievi da 8 a 12 anni.

C’era un’altra volta Dopo aver scorrazzato nella storia dell’immondizia, fra problemi e soluzioni del passato, Maurice e il fido Rubby si addentrano nelle montagne di rifiuti di oggi. Scopriranno la magia del riciclaggio e altre soluzioni per dare loro una seconda vita.

Autori Annalisa Ferrari, Mirco Maselli Edizione Editoriale scienza srl; Firenze Anno 2014 Tipo Libro Articolo n. FES15-05 | Prezzo Fr. 13.90 Consigliato per allievi da 11 a 13 anni.

La biodiversità a piccoli passi Dalla sua comparsa sulla terra, miliardi di anni fa, la vita non ha smesso di evolversi e diversificarsi, oggi questa magnifica biodiversità è minacciata dall’uomo la cui attività distrugge la natura. Il libro insegna a osservare e difendere il nostro ambiente.

Autrice Catherine Stern Edizione Edizione Motta Junior; Firenze Anno 2014 Tipo Libro Articolo n. FES115-15 | Prezzo Fr. 16.70 Consigliato per allievi da 8 anni.

Economia! Come funziona l’economia? Perché ci sono le crisi finanziarie e si pagano le tasse? Cos’è lo sviluppo sostenibile? E lo spread? Il libro spiega l’economia in modo esauriente e comprensibile, con esempi di vita quotidiana, curiosità storiche, illustrazioni e interviste ai protagonisti storici.

Autori Davide Ciferri, Stefano Di Colli Edizione Editore Lapis; Roma Anno 2012 Tipo Libro Articolo n. FES14-02 | Prezzo 18.85 Consigliato per allievii da 11 anni

Bambini in cammino Sette film che permettono di gettare uno sguardo nella quotidianità di bambini e ragazzi di vari paesi e società. I temi scolarizzazione e all’educazione inducono a lavorare sugli aspetti della quotidianità e sui diritti dell’infanzia qui e altrove.

Produzione éducation21, Servizio “Film per un solo mondo”; Bern Anno 2014 Tipo DVD Articolo n. FES14-14 | Prezzo 60.00 Consigliato per allievi a partire dai 6 anni

Elettricità, energia pulita per un futuro sostenibile Una visita ad ElettriCittà, metropoli eco-sostenibile che permette di far capire cos’è, come si trasforma e da dove viene l’energia, toccando pure i problemi legati all’ambiente e alla distribuzione equa del consumo di risorse fra Paesi.

Autore Enrico Maraffino Edizione Lapis Edizioni; Roma Anno 2011 Tipo Libro Articolo n. FES16-06 | Prezzo Fr. 16.90 Consigliato per allievi da 11 a 13 anni

Io come te Giovani teppisti danno fuoco a un immigrato che finisce in ospedale. Uno di loro però decide di aiutarlo: andrà lui a vendere le rose, travestito. È l’inizio di una spiazzante avventura e sperimentazione di umiliazioni, intolleranza e razzismo. Una storia che ci insegna a giudicare meno e a comprendere di più.

Autrice Paola Capriolo Edizione Edizioni EL; S. Dorligo della Valle Anno 2011 Tipo Libro Articolo n. FES14-05 | Prezzo 15.25 Consigliato per allievi a partire da 11 anni


Materiali didattici | per il Secondario II 25

Ogni giorno mangiamo cibo 2.0 Di fronte a un piatto tipico della cucina italiana quattro amici si ritrovano a discutere di OGM. Si affrontano temi come i rischi per la salute e i timori per le degenerazioni ambientali, ma anche le questioni economiche ed etiche. Una lettura che si può trasformare in uno studio impegnato.

Autori Federico Baglioni, Marco Furio Ferrario Edizione Falco Editore; Cosenza Anno 2016 Tipo Libro Articolo n. FES16-17 | Prezzo Fr. 19.50 Consigliato per allievi da 15 anni

Cambiamento – Energia, diritti umani e clima Dieci documentari e cortometraggi internazionali, con materiale didattico d’accompagnamento, pensati per la geografia, la fisica, la filosofia, l’economia e il diritto, come pure per progetti interdisciplinari. Il pacchetto multimediale promuove le competenze come il cambiamento di prospettiva, il pensiero reticolato e lo sfruttamento dei margini d’azione.

Produzione éducation21/BAOBAB/EZEF Anno 2016 Media DVD Video / DVD-ROM Lingue d/f/i (lingua originale, sottotitolato) Articolo n. FES16-15 | Prezzo Fr. 60.00 Consigliato per allievi da 12 anni

Mystery - L’oro La domanda del mystery, sul tema dell’oro, permette ai giovani di confrontarsi su questioni globali legate a un riequilibrio fra i paesi industrializzati e quelli in via di sviluppo minando nel contempo le loro certezze sull’essere consumatori.

Autori Maria Elena Hoballah, Marco Abbondio Edizione éducation21; Berna | Anno 2016 Tipo PDF da scaricare Prezzo gratuito Consigliato per allievi da 14 anni

La tua impronta Scopri l’impatto ambientale di ogni cosa. Da una pinta di birra a un viaggio nello spazio. Grazie a solide basi scientifiche ed esempi divertenti, il libro stima quanto CO2 consumiamo e il contributo al riscaldamento globale delle cose che facciamo e comperiamo.

Autore Mike Berners-Lee Edizione Terre di mezzo editore; Milano Anno 2013 Tipo Libro Articolo n. FES15-16 | Prezzo Fr. 24.40 Consigliato per allievi da 13 anni

Cibo e libertà Il cibo può diventare strumento di libera¬zione. Carlo Petrini ne è convinto e illustra la storia della nascita di Slow Food e la battaglia contro le disuguaglianze, le oppressioni, gli scempi che si perpetrano sull’ambiente e sulle persone, e la fame.

Autore Carlo Petrin Edizione Giunti Editore; Firenze Anno 2013 Tipo Libro Articolo n. FES15-13 | Prezzo Fr. 21.10 Consigliato per allievi da 15 anni

Il profumo dei limoni Tecnologia e rapporti umani nell’era di Facebook. Questo libro è un invito a riflettere sul fatto che tre dei cinque sensi non possono essere trasmessi attraverso la tecnologia, tre quinti della realtà. L’autore vuole difendere il nuovo dalla superficialità..

Autore Jonah Lynch Edizione Lindau; Torino Anno 2011 Tipo Libro Articolo n. FES15-07 | Prezzo Fr. 19.40 Consigliato per allievi da 15 anni

La scommessa della decrescita Crescere sempre più? Questo libro, vero e proprio manifesto teorico della società della decrescita, ci racconta perché è necessario orientarsi verso un modello diverso, basato su altre e più sostenibili priorità. Un testo di riferimento per ogni biblioteca.

Autore Serge Latouche Edizione Serie Bianca Feltrinelli; Milano Anno 2008 Tipo Libro Articolo n. FES15-03 | Prezzo Fr. 28.10 Consigliato per allievi da 15 anni


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DVD | Cambiamenti

Nuovo DVD: Cambiamenti – Energia, diritti umani e clima | UELI ANKEN

La luce in un villaggio del Malawi L’energia è un eccellente tema ESS. Dietro l’interruttore “on-off” si celano complesse interrelazioni. Società, ambiente, tecnologia, economia e politica interagiscono. Sono questi gli argomenti trattati nel nuovo DVD “Cambiamenti” di éducation21. “We want to be engineers” (vogliamo essere ingegneri), afferma Joyce Piri guardando nella telecamera. Nel suo villaggio in Malawi (Africa Sudorientale) non c’è elettricità e lei vuole cambiare questa situazione. Insieme ad un gruppo di donne ha intrapreso un viaggio di tre giorni per recarsi a Tilonia, nello Stato federato indiano del Rajasthan, dove seguirà una formazione di tecnica degli impianti solari. Qui al Barefoot College (Università dei piedi scalzi), un collettivo per la formazione e lo sviluppo di persone provenienti da tutto il mondo, Joyce trascorrerà, insieme alle sue compagne di viaggio, un periodo di sei mesi durante il quale imparerà a sfruttare l’energia solare. Il documentario “No Problem! Ingegneri solari donne per l’Africa” mostra come le donne acquisiscono le conoscenze di base sull’elettricità. Si familiarizzano con i transistor e gli isolatori, lavorano con pinze e saldatori, costruiscono circuiti elettrici e schede. Oltre alle abilità tecniche, riveste una grande importanza anche lo sviluppo personale. Per alcune partecipanti, questi sei mesi al Barefoot College rappresentano in assoluto la prima formazione strutturata. Lasciare per sei mesi il proprio villaggio da analfabete per poi tornare come responsabili dell’approvvigionamento elettrico locale: queste sono le storie raccontate nel documentario. Un altro documentario intitolato “Energia rinnovabile per tutti”, mette in luce dei parallelismi tra Danimarca, Mali o Cina. Gli esempi mostrano come si realizza l’approvvigionamento energetico con fonti rinnovabili in modo completo e decentralizzato. E illustrano chiaramente quali profonde ristrutturazioni sono correlate all’innovazione tecnologica e all’energia rinnovabile. Una ristruttura-

zione di tutt’altro tipo caratterizza l’azione nel toccante film “La buena vida”. Nel Nordest della Colombia, un intero villaggio deve cedere all’estrazione del carbone. Dopo lunghe trattative fra la società mineraria e la popolazione locale è avvenuto il trasferimento in un nuovo villaggio. Lì, però, manca l’approvvigionamento idrico. In Europa intanto il carbone colombiano alimenta nuove centrali. Dipendenze reciproche, interessi contrastanti, innovazione tecnologica, tensioni sociali, spirito imprenditoriale pionieristico, responsabilità ecologica: aspetti che sono interrelati trasversalmente nell’intero DVD. Questi permettono di accostare vari film come ad esempio il documentario boliviano sulla materia prima litio - “La rivoluzione del litio” - e “Hands on! Attivi contro i cambiamenti climatici”, un film su donne in Canada, Kenya e Norvegia. Ma torniamo a Joyce. Verso la fine dei sei mesi di formazione, conosce a memoria i componenti di un piccolo ed efficace impianto solare. Ha imparato ad utilizzare con abilità gli attrezzi e soprattutto, è pronta a trasmettere le conoscenze acquisite nel suo villaggio. Prima di tornare in Malawi, accanto al suo bagaglio personale si ammucchiano le scatole con il materiale necessario a realizzare un primo impianto. “Siamo qui per portare la luce ad altre persone”, afferma nel film una delle tecniche solari “in erba”. Il materiale per fare la luce è nelle scatole mentre il sapere è nelle teste! Dal sapere alle azioni, in un linguaggio diretto e senza fronzoli: i dieci film presentano così complesse interrelazioni da diverse prospettive. Le allieve e gli allievi si rendono conto di quanto la loro realtà quotidiana in Svizzera è strettamente correlata alle storie che vedono sullo schermo. Poco importa il numero di giorni di viaggio che ci vogliono. Maggiori informazioni: www.education21.ch/it/DVD-Cambiamenti


L’ESS nel piano di studio 27

EMANUELE BERGER

L’ESS nel “Piano di studio” della scuola ticinese L’integrazione dell’ESS nel nuovo Piano di studio della scuola dell’obbligo ticinese, frutto di una riflessione iniziata nel 2010 e presentato ad inizio dell’anno scolastico 2015/16, è qui illustrata da Emanuele Berger, Direttore della Divisione della scuola (DECS). All’interno del Piano di studio ticinese, l’educazione allo sviluppo sostenibile, declinata nei cinque aspetti evocati da éducation21 (l’approccio globale allo sviluppo umano, l’educazione ambientale, l’educazione alla cittadinanza e ai diritti umani, la promozione della salute e l’educazione all’economia) è presente in maniera importante. Gli aspetti evocati si ritrovano principalmente nelle competenze trasversali e nei contesti di formazione generale che sono sviluppati sia all’interno delle discipline sia in maniera trasversale lungo l’intera scolarità. Infatti, attraverso attività di istituto o le giornate/settimane progetto e attraverso l’analisi della quotidianità scolastica vissuta come importante spunto di riflessione, l’allievo è portato ad interrogarsi sul funzionamento della comunità di apprendimento di cui risulta essere soggetto nell’ottica di un’assunzione di responsabilità attraverso lo sviluppo di un approccio basato sui principi della cittadinanza attiva. All’interno di competenze trasversali quali lo sviluppo personale, la collaborazione, il pensiero riflessivo e critico si ritrovano diversi elementi relativi all’ESS. Anche nella formazione generale, ambiti quali le tecnologie e i media, la salute e il benessere, ma soprattutto il vivere assieme, l’educazione alla

cittadinanza, il contesto economico e i consumi rientrano pienamente nella logica dell’educazione allo sviluppo sostenibile. Nello specifico della scuola dell’infanzia, dove si sottolinea l’importanza di un progetto educativo globale che valorizzi le potenzialità individuali e le connessioni predisciplinari, tra le finalità educative definite c’è ad esempio lo sviluppo della socializzazione e del senso di appartenenza (che mira tra le altre cose a far assumere al bambino una progressiva responsabilità verso gli altri bambini e verso la comunità), ma anche l’apertura alle conoscenze sul mondo (che comprende ad esempio le esperienze del bambino relative all’ambiente). Anche nei piani disciplinari si ritrovano diversi riferimenti ai temi relativi all’educazione allo sviluppo sostenibile. Soprattutto in geografia, storia e civica, scienze naturali e nella sezione riguardante lo studio di ambiente (specifico alla scuola elementare) sono molti i traguardi che trattano questo tema.

“L’apprendimento dei valori fondamentali dell’esistenza non può limitarsi allo spazio e al tempo dell’attività in aula”

L’ESS nel resto della Svizzera L’elaborazione del piano di studio dei cantoni germanofoni (Lehrplan 21) si è conclusa nel 2015, mentre il piano di studio romando (PER) è realtà dal 2011. Nei due documenti l’ESS è parte integrante senza pertanto formare una materia d’insegnamento a sé stante. Nel Lehrplan 21 sette tematiche trasversali sono esplicitamente collegate all’idea vettrice di sviluppo sostenibile e ci si basa sull’acquisizione di competenze. Il PER invece distingue le aree disciplinari dalla formazione generale indipendente dalle materie. Nei due livelli viene fatto riferimento all’ESS in modo esplicito. La Conferenza intercantonale dell’istruzione pubblica della Svizzera romanda e del Ticino (CIIP) e diversi cantoni mettono a disposizione dei materiali online e altri aiuti. Fra éducation21 e la CIIP esiste un concordato di prestazione per il sostegno delle scuole e dei docenti nella realizzazione dell’ESS.

Estratto da: 4.2 Contesti di formazione generale

Impressum ventuno Informazioni e materiale pedagogico destinato all’educazione allo sviluppo sostenibile (ESS) in Svizzera. Editore éducation21, Monbijoustrasse 31, 3011 Berna | Edizione Numero 3 dell’ottobre 2016 | Appare 3 volte all’anno | Il prossimo numero è previsto in febbraio 2017 Redazione Ueli Anken (responsabile edizione), Delphine Conus Bilat (coordinatrice) | Fotografie Urs Fankhauser (p.1 sinistra, p.13), CC-BY-SA Charity water (p.1 centro), Pierre Gigon (p.1 destra), Delphine Conus Bilat (p.6), Floriane Nikles (p.8, 9), Eugen Wechsler (p.10), SECAP Roveredo (p.12), parte del manifesto “365 Prospettive”di éducation21 (p.14), Yves Bilat (p.15), Liceo di Hottingen (p.16, 17), Scuola di arti grafiche del Canton Argovia (p.18, 19), TINK (p.20), Meinrad Schade | Sacrificio Quaresimale (p.21), Jorge Zimerman, DT-TI (p.22) , immagine tratta dal film “No problem!” di éducation21 (p.26) | Concetto grafico visu’l AG (concetto), atelierarbre.ch (rielaborazione) | Impaginazione e produzione Kinga Kostyàl (responsabile), Isabelle Steinhäuslin | Stampa Stämpfli AG | Tiratura 21 030 tedesco, 18 093 francese, 2 983 italiano | Abbonamento Gratuito per utenti e partner di éducation21, così come a tutte le persone interessate all’ESS in Svizzera. Sottoscrizione su www.education21.ch > Contatto | www.education21.ch Facebook, Twitter: education21ch, #e21ch | ventuno@education21.ch éducation21 la fondazione éducation21 coordina e promuove l’educazione per uno sviluppo sostenibile (ESS) in Svizzera, in qualità di centro di competenza nazionale per le scuole obbligatorie e le medie superiori su mandato della Conferenza svizzera dei direttori cantonali della pubblica educazione, della Confederazione e delle istituzioni private.


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A colpo d’occhio

Attori extrascolastici | EMILIE BLEUL

Una parte di autenticità nelle vostre lezioni ! Volete arricchire le vostre lezioni con una testimonianza, un’esperienza particolare oppure organizzando un’attività all’esterno sul tema trattato in classe, ma non sapete chi contattare? éducation21 vi propone una nuova banca dati, ricca di recensioni di proposte scolastiche legate all’ESS. Fin da ora è possibile trovare, in mezzo a un ampio ventaglio di offerte tematiche, quella giusta per le vostre lezioni. In evidenza vi sono in particolare le proposte orientate all’ESS: la descrizione

didattica dettagliata, le testimonianze d’insegnanti o di allievi che vi hanno partecipato e il loro riferimento al piano di studio. In un batter d’occhio troverete una sintesi delle informazioni utili e il collegamento al sito dell’organizzazione che propone l’attività. Tutte le attività proposte rispondono a degli standard qualitativi che le organizzazioni si impegnano a rispettare.

w w w. e d u c a ti o n 21. c h/i t/ scuola/offerte-attori-extrascolastici

Da consultare senza moderazione!

P.P. CH–3011 Bern Post CH AG

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Le basi dell’ESS

2016


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