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Lettera della vice-direttrice

In questo anno mi trovo a ripercorrere come le pagine di un diario eventi, foto ed esperienze che hanno segnato la mia e la vita delle studentesse del Paolo VI: note a tutti come le “Paoline”. Faccio memoria di un anno in cui la parola VITA ha assunto una nuova connotazione: ricominciare, ripartire, riprendere a respirare a pieni polmoni quello che l’Università e il Collegio offrono. I due anni appena trascorsi sono stati caratterizzati da distanziamento sia fisico che psicologico: il Covid ha portato tutti a mettersi in ascolto, a ridefinire i propri progetti e a noi che eravamo e siamo parte di una comunità educante a trovare delle soluzioni creative per far sì che non venisse meno il progetto di crescita designato dai Collegi in campus. Il 2022 rappresenta l’anno in cui abbiamo compreso non solo quanto è importante guardarsi negli occhi ma anche sorridere e mettersi in gioco totalmente per la realizzazione di attività e percorsi volti allo stare insieme. Da parte delle studentesse è emerso il desiderio di tessere legami, vivere l’Università con una maggiore adesione all’offerta formativa. Si è compreso il significato di stare in relazione, incontrare l’altro, far esperienza dei propri limiti e delle proprie risorse, l’importanza del confronto con il diverso da sé che porta a conoscersi sempre di più. Ho visto incarnare i valori dell’Università nei volti e nelle storie dei ragazzi con cui ho avuto il piacere di confrontarmi. Il sentimento che prevale è quello della gratitudine nei confronti delle Paoline che con coraggio hanno continuato in questi anni duri ad impegnarsi per il proprio progetto di crescita riconfermando di voler continuare a vivere in un ambiente, che per molti aspetti a causa delle difficoltà dettate dalla pandemia, era diventato ostile. Non si è spento il desiderio di “ricominciare” a vivere le esperienze: dalla scoperta delle emozioni legate alle lezioni in aula, alla conoscenza dei compagni di corso per poi arrivare a sperimentare e gestire l’ansia di fronte agli esami in presenza fino all’organizzare eventi culturali e ricreativi volti ad assaporare la bellezza dell’incontro con l’altro che porta con sé la scoperta della propria identità. In questo anno in cui ha fatto da cornice il Centenario e la figura di Armida ci siamo sentiti chiamati a vivere con libertà e responsabilità gli incontri di formazione che hanno permesso di avere uno sguardo alto sul futuro che rappresenta il domani! Auguro alle nuove generazioni di poter cogliere la bellezza che ci circonda e di custodire con gioia i valori che l’Università ed il collegio tramandano.

Elvira Primerano

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