Eidos news 216 x il web

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Quindicinale iscritto al registro della Stampa presso il tribunale di Teramo n. 13/03 del 22/05/03

ANNO 8 N.216 prossima uscita 25 ottobre

foto: Francesco Melchiorre


direzione artistica: Sabatino D'Eustacchio & Federica Angelozzi

Tel: 333-3690523 E-mai.: info@bdanceproject.com B Dance project

Vi aspettiamo presso la nostra sede in via Mazzini 43, Roseto degli Abruzzi con i corsi di danza: propedeutica, classica, contemporanea, modern, hiphop, break-dance, hip-hop, video dance, alta formazione danzatori, preparazione concorsi.


La Ricciola

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ristorante e gastronomia basati sulla tradizione La famiglia Chiappini da 5 generazioni propone solo pesce fresco dell’Adriatico. Gestisce anche una pescheria, tre attività connesse, in via Thaulero 27 a Roseto. Il martedì menù fisso a 15 euro, il venerdì invece aperitivo cenato con buffet di pesce a 5 euro

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na tradizione che parte da lontano, dal 1901, con Antonio, uomo di mare che vendeva per le vie di Roseto il pesce pescato. Da allora altre 4 generazioni si sono succedute mantenendo sempre un unico filo conduttore: la passione per il mare, per i suoi prodotti e una gestione familiare. Giovanni che insegnò il mestiere a suo figlio a cui diede il nome proprio di Antonio, oggi un arzillo ultraottantenne che tutti conoscono col nomignolo di Tonino, Fabrizio un cinquantenne che ha seguito le orme dei suoi avi e del padre, e infine Federica e Letizia 22 e 20 anni, le donne di famiglia, figlie di Fabrizio, nelle cui vene scorre il mare Adriatico. Entrambe con diploma liceale, (pedagogico la più grande, scientifico l’altra), hanno deciso di seguire la tradizione di famiglia. E sul marchio non si discute perché il bollino di garanzia e assoluta qualità è dato dal loro cognome: CHIAPPINI! Gestiscono l’omonima pescheria, la gastronomia e dall’aprile scorso anche il ristorante a cui hanno dato il nome “La Ricciola”. Tre attività, l’una collegata all’altra, in via Thaulero 27, a Roseto (per prenotazioni tel. 3341431557), appena superato il sottopasso. Aperto tutto l’anno, il ristorante, che resta chiuso solo il lunedì per mancanza di prodotto fresco, propone piatti della tradizione marinara locale, solo ed esclusivamente con

pesce dell’Adriatico appena pescato che Fabrizio acquista tutte le mattine al mercato ittico di Giulianova o dai piccoli pescatori locali. Tant’è che il ristorante e la gastronomia variano il menù del giorno a seconda del pescato, a garanzia quindi della qualità del prodotto e per il consumatore finale. E mentre Fabrizio si occupa dell’approvvigionamento del prodotto fresco, le figlie Federica e Letizia provvedono alla cucina, alla sala e all’organizzazione dell’attività di ristorazione, mentre Giovanna, la mamma delle due splendide ragazze, ottima cuoca, di là tra i fornelli prepara i piatti da servire ai clienti. E non mancano i primi con pasta all’uovo appena fatta. E’ possibile anche l’organizzazione del catering e piatti da asporto, con una gastronomia che propone prezzi assolutamente concorrenziali e vantaggiosi per il cliente. E chi non sa cosa cucinare per il pranzo o per la cena, o vuole trascorrere ad esempio una domenica lontano dai fornelli, provvede tutto la gastronomia con proposte che vanno dagli antipasti sino ai contorni per un menù completo. Il ristorante invece è stato adeguato per accogliere la clientela anche in inverno. Ci sono poi due interessanti novità per l’autunno. Il martedì sera viene proposto un menù a 15 euro (bevande escluse) con mix di antipasti freddi, mix di antipasti caldi, un primo e un secondo a scelta, un contorno. Il venerdì, invece, aperitivo cenato con musica e ricco buffet a base di pesce e non solo al prezzo di 5 euro a consumazione. Dunque una tradizione marinara abbinata alla passione per la ristorazione basata sulla qualità del prodotto per far felici i palati dei clienti. E se vi capita di andare in pescheria, troverete anche Tonino che aiuta le nipoti a pulire il pesce da cucinare.


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Arrivano i conti in tasca per

Tasi, Tari ed Imu

di Manuela Martella

Il Comune di Roseto punta ad incassare oltre 5 milioni di euro. Secondo l’amministrazione si è tenuto conto delle esigenze delle famiglie e delle fasce più deboli. Di diverso avviso il Partito Democratico che parla di vera e propria stangata per i rosetani

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inque milioni e duecento mila euro. A tanto ammonta la somma che scaturisce dalla TARI, in sostituzione della vecchia Tarsu, e che dovrebbe entrare nelle casse del Comune di Roseto per i servizi della gestione dei rifiuti per l’anno 2014. A stabilirlo è il piano finanziario approvato nell’ultimo Consiglio Comunale che, dopo aver dato il via libera al regolamento della IUC (che comprende IMU, TASI e TARI) e aver approvato la TASI, pari al 2,5 per mille, ha fissato anche le aliquote della TARI, prevedendo per le utenze domestiche un’entrata di 3 milioni e 224 mila euro e per quelle non domestiche di 1 milione 976 mila euro. “Si è cercato di venire incontro alle esigenze delle famiglie e delle attività produttive” ha detto il sindaco Enio Pavone, “bilanciando le aliquote TARI nel miglior modo possibile, prevedendo nel regolamento delle agevolazioni e delle detrazioni, tenendo sempre in grande considerazione le necessità dei ceti meno abbienti, dei nuclei famigliari numerosi e con figli disabili, e di chi produce ricchezza nella nostra città”. L’amministrazione ha anche previsto delle agevolazioni per incentivare gli affitti stagionali per fini turistici e l’uso del compostaggio domestico, in modo da poter produrre una minore quantità di rifiuti da portare in discarica. Un percorso, quello della cultura del riciclo, che deve ancora compiere molta strada, sebbene i dati forniti dall’Osservatorio provinciale sui Rifiuti, segnalino un aumento di raccolta differenziata

del 30 per cento, rispetto al giugno 2011, grazie all’introduzione della raccolta porta a porta, estesa a breve su tutto il territorio comunale. “L’obiettivo” spiega l’assessore all’ambiente Fabrizio Fornaciari “è di superare il 65 per cento, soglia che ci permetterà di non pagare più l’eco-tassa e di allinearci agli altri comuni più evoluti in materia”. Non è dello stesso parere il Pd rosetano che reputa la tassa sui rifiuti iniqua e che, nonostante le ripetute sollecitazioni fatte all’amministrazione, attende ancora di conoscere i criteri in base ai quali sono state differenziate le tariffe. Numerose le disparità di trattamento riscontrate. Innanzitutto per le utenze domestiche dove una famiglia con 4 o più componenti ed un appartamento di 100 metri quadri paga di più sia rispetto al 2013 che rispetto a famiglie con uguale numero di componenti ma con appartamento di 200 metri quadri. Inoltre ci si chiede come mai ai balneatori sia stata applicata la tariffa minima mentre ai campeggi quella massima e ai ristoranti, bar e hamburgherie quella minima ridotta del 50 per cento. E se ai capannoni industriali è stata applicata la tariffa massima aumentata del 50 per cento e ai distributori di carburante

e impianti sportivi la tariffa massima, non sembra coerente il fatto che la stessa sia da applicare alle associazioni no profit ed ai luoghi di culto in un momento in cui si stanno adoperando, più che mai, per aiutare le persone in difficoltà. “Non comprendiamo” si legge in una nota del Pd “come l’amministrazione possa affermare che grazie al loro lavoro certosino si riesca a risparmiare rispetto allo scorso anno dal momento che il costo totale rispetto al 2013 è aumentato. Un dato è certo: si prevede per i rosetani un autunno caldo pieno di pagamenti con la TASI, L’IMU e la Tosap, passi carrabili. Nella

malaugurata ipotesi, poi, che qualcuno passi a miglior vita, visto che i loculi sono aumentati del 60 per cento”. Intanto, in attesa della bolletta che arriverà direttamente nelle case dei contribuenti, la cui prima scadenza è fissata al 31 ottobre, si tira un po’ il fiato grazie alla riapertura della discarica di Grasciano che consente una riduzione della spesa per il trasporto dei rifiuti. Mentre continua ad essere alta l’allerta per individuare e sanzionare coloro che sporcano e abbandonano i rifiuti sul territorio di Roseto.


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ROSETO AL VIA I LAVORI DI

PROTEZIONE DELLA COSTA Dopo oltre un anno di attesa finalmente sono iniziati a Roseto i lavori di protezione della costa. Verranno potenziate le barriere soffolte e ricaricati con massi ciclopici i frangiflutti emersi con chiusura di una serie di varchi

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n’attesa durata circa un anno ma finalmente i primi interventi per contrastare il fenomeno dell’erosione che interessa il litorale di Roseto sono partiti. Ruspe in azione nella zona sud della cittadina rivierasca, a ridosso del porticciolo, per la realizzazione della piattaforma per lo scarico dei massi che serviranno per il potenziamento delle barriere esistenti. Si tratta di un primo blocco di opere, per un costo com-

plessivo di circa 740mila euro. Tale intervento consentirà di mettere in sicurezza il tratto di spiaggia compreso tra l’imboccatura del PortoRose e le concessioni demaniali di quella zona. “Si tratta di una prima opera di una lunga catena di lavori”, ha spiegato l’assessore ai lavori pubblici Fabrizio Fornaciari, “che va a caratterizzare la nostra fascia costiera. Andremo finalmente a creare quella protezione del litorale che molti operatori si auspicano e che riteniamo assolutamente necessaria per contrastare il fenomeno erosivo, tenuto conto che negli ultimi anni le correnti hanno divorato metri e metri di spiaggia”. Il progetto nel suo complesso prevede un investimento di circa 3milioni e 740mila euro, soldi stanziati con i fondi Fas. La Regione in questi giorni sta provvedendo con l’affidamento delle opere, procedendo per stralci. I lavori interesseranno anche il litorale colognese con la chiusura di una decina di varchi tra una barriera e l’altra. Sono almeno tre i tratti in cui si interverrà. Cologna è uno di questi, poi dinanzi alle strutture ricettive della zona nord e infine tra il lido Smeraldo e appunto la zona del porticciolo. “Sono finanziamenti che siamo riusciti ad ottenere”, ha ricordato l’assessore, “grazie all’ex Governatore della nostra Regione Gianni Chiodi. Adesso bisogna procedere speditamente e sappiamo che gli organi competenti regionali stanno ultimando l’iter burocratico anche per gli altri interventi previsti dal progetto”. Per quanto riguarda le moda-

lità dei lavori, rientrano nel quadro di quelle opere tradizionali e “pesanti”, che consistono dunque nella posa di massi per il potenziamento di barriere esistenti, sia emerse che soffolte, per la sistemazione di alcuni pennelli, la chiusura di una serie di varchi. “E’ la soluzione migliore”, ha concluso Fornaciari, “quella di un intervento “pesante”, perché abbiamo visto che il ripascimento morbido sul nostro litorale ha dato scarsi risultati, senza risolvere il problema dell’erosione”.


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LAMPIONI CORROSI E ABBATTUTI DALLA SALSEDINE Il problema riguarda soprattutto la zona sud del lungomare di Roseto dove alcuni pali durante la notte sono “implosi”. Altri presentano segni evidenti dell’usura, con il metallo letteralmente divorato dalla salsedine. Il consigliere comunale Massimo Bianchini invita l’amministrazione ad adottare dei provvedimenti immediati, prima che si registri una tragedia visto che potrebbero cadere sulle persone o auto in transito

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ampioni abbattuti come fossero stuzzicadenti. L’usura del tempo, in modo particolare la salsedine, ha danneggiato quasi tutti i pali che si trovano sul lungomare di Roseto, nel tratto sud. La corrosione ha letteralmente divorato il metallo, abbattendo i lampioni che solo per puro caso non sono finiti sulle auto in transito. “La situazione però è molto preoccupante”, spiega il capogruppo della lista civica Teresa Sindaco, Massimo Bianchini, “questi lampioni si stanno davvero sbriciolando. Serve un intervento immediato per sostituire quelli che sono considerati pericolosi. Ce ne sono alcuni che stanno veramente per spezzarsi, altri già lo hanno fatto e sono adagiati sul marciapiede”. Bianchini, in qualità di consigliere comunale, chiede un intervento immediato da parte dei tecnici

del Comune per fare il punto della situazione e avere un quadro dello stato dei fatti. “E’ indubbio che serva una ricognizione”, prosegue, “questa è una zona comunque frequentata da gente che passeggia, che fa jogging. C’è il rischio persino che semplicemente appoggiandosi ad uno di questi lampioni, possa venire giù. Bisogna fare in modo che vengano sostituiti quelli che sono ormai al limite, che da un momento all’altro possano abbattersi sulla strada. Non aspettiamo che accada qualcosa di più serio”. Tempo fa alcu-

ni turisti segnalarono la pessima condizione di questi lampioni. Fu proprio un turista una mattina ad accorgersi che uno dei pali era quasi “imploso” cadendo a due passi da un’auto in sosta. “Ma ve lo immaginate se dovesse colpire un passante?”, conclude il consigliere comunale di opposizione, “personalmente chiederò al sindaco e all’assessore di riferimento che si faccia il possibile per eliminare dal lungomare tutti i lampioni danneggiati dalla corrosione della salsedine. Qui è a rischio l’incolumità delle persone.”

Massimo Bianchini


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Roseto

e

Giulianova

ospitano la XIX Edizione del

Premio Borsellino L’evento, che si propone di mettere l’accento sulla legalità, è il più importante in Italia. Previsti ben 8 appuntamenti, dal 16 al 25 ottobre. Lunedì 13 la presentazione nella biblioteca del Senato

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arà presentato lunedì 13 ottobre a Roma, nella biblioteca del Senato, la XIX edizione del Premio nazionale Paolo Borsellino giunto al suo XXII° anno. Tanti incontri, dibattiti, libri, spettacoli in tutti i capoluoghi d’Abruzzo ma anche a Roma, Napoli, Caserta, Rieti nei 10 giorni di una rassegna educativa e culturale particolarmente importante nel contesto che viviamo, in cui sembra essersi perduto il “senso dello Stato”. Il “Premio come è noto è nato il 3 dicembre 1992 a Teramo dalla volontà del giudice Antonino Caponnetto che, invitato a Teramo dalla associazione “Società Civile” dedicò la targa -consegnatagli da Rita Borsellino- a Paolo Borsellino ucciso pochi mesi prima in via d’Amelio. Poi si è sviluppato anche a

Roseto, Pineto, Giulianova e Notaresco con numerosi ed importanti impegni. Tra i 48 incontri, che si svilupperanno dal 16 al 25 ottobre in Abruzzo, 8 appuntamenti saranno anche a Roseto e Giulianova organizzati. Incontri nell’istituto “Moretti” -che vanta una lunga amicizia con il Premio grazie alla sensibilità della Prof. Elisabetta di Gregorio- che ospiterà il 22 ottobre un incontro sulla Costituzione con i prof. universitari di Diritto costituzionale Massimo Siclari di Roma e Enzo di Salvatore di Teramo, e il 23 ottobre il parroco di scampia don Aniello Manganiello (nella foto). Poi tanti libri: il 19 ottobre ore 21 “Gli ultimi giorni di Paolo Borsellino con l’autore Giorgio Bongiovanni; il 21 ottobre ore 21 “I depistaggi di via D’Amelio” con la giornalista di “Servizio Pubblico” Dina Lauricella; il 24 ore 21 “Mafjia” con l’inviato Rai Pino Scaccia, ma anche proiezione dei film “I cento passi” e “Fortapàsc” nella sala “Kursaal” di Giulianova il 17 e 22 ottobre. Gli incontri di Roseto e Giulianova saranno presentati dal nuovo presidente dell’associazione “Falcone e Borsellino” la rosetana Gabriella Sperandio (nella foto) e dal dirigente scolastico Gaetano Avolio da sempre amico del Premio Borsellino. Quindi tanti appuntamenti da non perdere per questa rassegna che non chiede e non riceve contributi pubblici, e si è sviluppato nei suoi 22 anni di storia con l’intento di sollecitare la società civile nella lotta a tutte le mafie e promuovere legalità e giustizia attraverso Municipi, gruppi, scuole, realtà di base, territorialmente impegnate per costruire sinergie politico-culturali e organizzative capaci di diffondere la cultura della legalità. Allora diamo il “ben tornato” al Premio Borsellino. Augurandoci che le autorità locali che si pregiano di ospitare il Premio e i suoi illustri ospiti mantengano le promesse fatte, quando le fanno, e muovano almeno un dito per non far andare più via una manifestazione preziosa come questa dal nostro territorio.


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E I Z I S O I R U C Notizie)

(tra Curiosità &

11 a cura della redazione Cerchi Concentrici Promotor

Perché via Tembien sul lungomare centrale di Roseto si chiama così?

Finita la disamina sui nomi delle vie di Campo a Mare zona sud - quella che abbiamo individuato come Inferiore - e prima di passare alle altre vie della zona Superiore, cioè a nord della S. S. 150, ci soffermiamo per alcuni numeri sulle strade dell’area centrale del mare. Quella che prendiamo in esame in questo numero è posta vicino alla rotonda nord e dal lungomare Pasquale Celommi, attraversa Viale Roma per poi finire di fronte alla barriera della ferrovia; è una strada, quindi, senza uscita. La regione del Tembien è costituita dal settore meridionale del Tigrè (a nord del Torr) e da Ghevà (a occidente della congiungente stradale Adua-Macallè che si estende a oriente del Tacazzè, prima che esso prenda decisamente dire-

zione verso occidente). I suoi limiti a settentrione non sono così chiaramente definibili; amministrativamente era compreso nella regione tigriria e come tale incorporato nell’ingrandito governo dell’Eritrea. In seguito fu elevata al rango di sede del commissario ad Abbi Addi. Lì si svolsero delle battaglie all’inizio della guerra italo-etiopica (1935-36). Si suole distinguere tra una prima battaglia del Tembien (gennaio 1935) e una seconda battaglia del Tembien (febbraio 1936). Nella prima, l’esercito etiopico fu costretto a ripiegare; nella seconda si svolse un’ampia manovra a tenaglia delle armate italiane che si concluse con la presa (29 febbraio) di Abbi Addi. (da InfoWeb)

Chorus di ottobre è in edicola Siamo al n° 41 di Chorus, che è disponibile in edicola e sul Web. L’apertura del numero di ottobre è dedicata al periodo di incertezze che vive l’Italia sotto il profilo economico. “Come uscire dalla crisi? Occorrerebbe una vera rivoluzione liberale” è il titolo dell’articolo, in cui il sottotitolo specifica che La socialità verso gli individui più bisognosi deve essere limitata a chi ne ha veramente bisogno, dando sfogo, di contro, a chi si mette al servizio della collettività attraverso le proprie idee che servono per migliorare le condizioni generali di tutti. A seguire il direttore del sito Controaliseo, Ugo Centi, scrive “La politica del ‘fare’ chiacchiere” per poi proseguire con Se guardi Roseto, ti fermi a parlare con le persone, ti accorgi che basta poco per renderla migliore, come bonificare la discarica di “Coste Lanciano”, stendere un po’ d’asfalto sulla nazionale, pulire i canali di scolo, istituire l’atteso comitato di gestione della Riserva Borsacchio… insomma fare il possibile, non

l’impossibile. Torna un approfondimento di Franco Sbrolla, questa volta con una documentazione fotografica dal titolo “Estate 2014: qualcosa non va” in cui la redazione specifica che Riceviamo un fotoservizio da Franco Sbrolla, da sempre impegnato nella difesa dell’ambiente e nella denuncia delle cose che creano problemi ai cittadini. Infine c’è un pezzo di Agnese Petrelli, presidente dell’Associazione Italiana Insegnanti di GeografiaSezione Abruzzo, vale a dire “Riserva naturale Borsacchio è ko”, per chiarire nel sottotitolo: Che stato di salute ha la nostra riserva naturale posta tra Roseto e Cologna Spiaggia? A detta di una qualificata associazione scientifica la situazione non è affatto incoraggiante. Il giornale è disponibile: a) sul sito www. williamdimarco.it, cliccando “Riviste” nel menù in alto, poi Chorus e poi ancora n° 41; b) sul sito www.eidosnews.it, nella sezione “Leggimi”. Per riceverlo a casa basta segnalare il proprio indirizzo di posta elettronica a chorus@williamdimarco.it.


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L’

e m o zio n e

. . . p e r di u n giorn o t u t t a l a v it a .

AL FOCOLARE DI BACCO - C.da Solagna, 18 - Roseto degli Abruzzi (TE) Tel. e Fax 085 8941004 - Mob. 393 9461096 - alfocolaredibacco@virgilio.it


E I Z I S O I R U C Notizie)

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(tra Curiosità &

Il dott. Angelo Cioci terrà a Rosetouna serie di conferenze sulla longevità cerebrale Riprende la manifestazione “La Cultura in cammino”, giunta alla XVI edizione, cioè quella autunnale. L’organizzazione è curata dall’associazione Cerchi Concentrici Promotor e per questa occasione partner saranno l’Istituto Statale d’Istruzione Superiore “Vincenzo Moretti” e l’Associazione Italiana di Neuropsicologia (Ainp). Gli incontri si baseranno sul tema di fondo Alle origini della longevità cerebrale, con il sottotitolo “Tre incontri sull’invecchiamento precoce della mente”. A relazionare sarà il dott. Angelo Cioci, una delle autorità mediche più conosciute nella nostra zona e collaboratore ormai decennale dell’Università di Bologna, dove insegna tuttora Neuropsicologia ed è Specialista in Psi-

cologia Medica. Il programma prevede per martedì 14 ottobre 2014 alle ore 15,30 il primo appuntamento sul tema Organizzazione funzionale del sistema nervoso. A seguire martedì 11 novembre 2014 ore 15,30 ci sarà Evoluzione psicoemotiva (ansie e relative somatizzazioni). Infine martedì 2 dicembre 2014 ore 15,30 si terrà l’incontro conclusivo su Espressività cognitiva (linguaggi e comunicazione). I convegni si svolgeranno presso l’aula magna dell’Istituto Moretti di Voltarrosto e saranno aperti a chiunque voglia intervenire, in particolar modo agli insegnanti di tutti gli ordini di scuola, dal momento che l’excursus partirà dalla prima infanzia fino ad arrivare alla terza età.

Sta per concludersi la rassegna estiva dell’associazione Musica e Cultura L’associazione Musica e Cultura di Roseto è uno di quei bigliettini da visita che possono essere offerti ai villeggianti e agli amanti del pentagramma (ovviamente di alto valore aggiunto) che gratificano una comunità. È sempre molto interessante il programma che sistematicamente da quasi tre lustri i responsabili (con in testa i dott.ri Michela De Amicis e Lamberto Iervese) riescono ad allestire, con grandi risultati partecipativi. Lo stanno a dimostrare le personalità coinvolte che spesso sono di caratura internazionale, alcuni dei quali primi strumentisti nelle varie orchestre delle capitali europee. La sezione estiva di quest’anno, ormai denominata “Concerti in Villa e Villaggio”, ha avuto già ben sette appuntamenti (29 luglio, 6, 11 e 26 agosto, 3 e 22 settembre, 10 ottobre). L’ultimo si concluderà il prossimo venerdì 17 ottobre con il Coro Polifonico “Ars Vocalis” di Roseto, diretto dal M° Carmine Leonzi (l’attività di quest’ultima bella realtà è segnalata in un’altra sezione della rubrica). Un grazie all’associazione “Musica e Cultura” da parte del nostro giornale, per un così proficuo impegno in ambito musicale.

Il coro Ars Vocalis e la II edizione del Festival Polifonico Il coro polifonico “Ars Vocalis” di Roseto, diretto dal maestro Carmine Leonzi, fa le cose sul serio. E già si trova alla seconda edizione del “Festival polifonico Lido delle Rose”. Dopo lo spettacolo del 24 agosto insieme al Coro “EOS” di Roma, sabato 4 ottobre c’è stato il “Coro polifonico europeo” di Siracusa. Quindi il 24 ottobre la “Corale Dauphinelle” di Grenoble, il 25 ottobre la “Maitrise Gabriel Faure” di Marsiglia ed il 9 novembre il “Coro polifonico S. Antonio Abate” di Cordenons (Pordenone). I prossimi appuntamenti in programma, comunicati dal presidente, avvocato Fabio Celommi, ci fanno capire come le presenze non sono solo di livello nazionale, ma anche europeo. Alcuni appuntamenti sono stati allestiti in collaborazione con il Coro “Bernardino Lupacchino” di Vasto. (Controaliseo)


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IE CUR IOSIZ Notizie)

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(tra Curiosità &

A metà novembre sarà presentato Scritti (2007-2011) il nuovo libro di William Di Marco

È quasi pronto l’ultimo lavoro di William Di Marco, storico e docente di Storia Contemporanea presso l’Università di Chieti. Questa volta il libro si soffermerà sulla vita della nostra comunità allargata (ossia rosetana, con riferimenti a fatti politici e sociali riguardanti il Bel Paese) in un periodo preciso che va dal 2007 al 2011. Gli anni in questione sono stati esaminati attraverso dei piccoli saggi che sono usciti nei vari numeri della rivista Eidos e successivamente pure sulla pubblicazione Chorus, la quale basa la propria linea editoriale sull’analisi storica e sugli approfondimenti culturali. Gli

argomenti tematici sono diversi e possono essere racchiusi in una ventina di focus, con in testa riferimenti di carattere storico e letterario, anche se la sezione più nutrita è quella riguardante la politica (nazionale e locale). Sarà un modo divulgativo per ripercorrere alcune delle tappe più importanti di quegli anni e poter fare delle considerazioni alla luce dei tanti cambiamenti che nel frattempo ci sono stati. La struttura tipica del “saggio breve” permette di affrontare i temi contrapponendo posizioni alle volte molto distanti tra loro. Maggiori delucidazioni le daremo nei prossimi numeri. (LN)

Alla lotteria della Cerchi Concentrici vince uno studente del Liceo Saffo Nella giornata finale della XIII Settimana della Fratellanza, svoltasi al Palazzo del Mare di Roseto, c’è stata una novità, vale a dire la lotteria di beneficenza dell’associazione culturale Cerchi Concentrici Promotor. Il primo premio è stato vinto da uno studente del Liceo “Saffo” di Roseto, Attilio Del Nibletto, che appena prima dell’estrazione ha acquistato il biglietto vincente (n° 4305), portandosi a casa un Tv Color Samsung Led 32”, offerto dal supermercato Tigre di Campo a Mare. Gli altri biglietti estratti sono stati: 2° premio (Buono spesa da € 100,00 da spendere al suddetto supermercato) n° 0780; 3° premio (Cassetta in legno con colori delle Belle Arti Dimarcolor) n°1335; 4° premio (pizza per 4 persone Pizzeria Hercules Roseto) n° 1797; 5° premio (60kg pasta supermercato Tigre) n° 4797; 6° premio (Cellulare Alkatel 1030 New Way) n° 2246; 7° premio (40kg pasta supermercato Tigre) N° 4825; 8° premio (20kg pasta supermercato Tigre) n° 0185. Per informazioni contattare l’indirizzo di posta elettronica cerchiconcentrici@email.it. Sono da assegnare ancora il 4° e l’8° premio.

Gianfranco Savini. A lui il 2° premio

Daniela De Federicis ritira 60 kg di pasta, 5° premio


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(tra Curiosità &

Il chitarrista rosetano Antonio Di Gabriele stravotato allo show di Canale 5 Che avesse talento da vendere era risaputo da tutti coloro che in questi ultimi due anni lo hanno seguito in diverse sue esibizioni. Il musicista di Montepagano ha sbaragliato la concorrenza nel programma di Canale 5, rete regina Mediaset, dal titolo “Tú sí che vales”, partito sabato 4 ottobre scorso e che è stato il più visto del fine settimana. Di Gabriele si è esibito in quello che è il suo forte, mettendo in campo la tecnica del “fingerstyle”, che gli permette di avere un suono pieno con il suo strumento. In pratica la chitarra solista, quella di accompagnamento, le percussioni sono un tutt’uno e ne viene fuori una completezza armonica che colpisce subito lo spettatore. L’abilità di Antonio negli ultimi anni è migliorata e oggi si può dire che è sicuramente uno dei più talentuosi artisti in campo regionale. Il musicista paganese si è esibito prima

con dei brani dei Dire Straits, poi ha accennato a qualcosa dei Bee Gees e il pubblico gli ha decretato un lungo applauso con il 96% di preferenze, secondo piazzamento della serata. Apprezzamenti anche dai giudici ufficiali, cioè Gerry Scotti, Maria De Filippi e Rudy Zerbi, con l’aggiunta di un quarto osservatore speciale che rispondeva al nome di Francesco Totti. Adesso i rosetani aspetteranno le semifinali e il tifo sarà tutto per il nostro Antonio Di Gabriele.

La pittrice Sonia Babini vince un prestigioso riconoscimento nel principato di Monaco Evidentemente la nostra intervista all’artista in questione ha portato bene. Scherzi a parte e fuor di metafora, la pittrice di Atri Sonia Babini, rosetana acquisita data la sua attività di insegnante presso la piscina comunale del comune rivierasco, ha ottenuto un premio di livello europeo e i suoi quadri sono stati, oltre che ammirati dal pubblico, pure proiettati da esperti del settore durante la presentazione, in cui è stata

declamata la motivazione dell’ambito premio ottenuto. Il tutto si è svolto sabato 20 settembre nel corso della rassegna “La Palma d’Oro per l’Arte Premio quadriennale per le arti visive”. Per l’artista locale è stata una mini vacanza in uno degli ambienti più esclusivi della costa monegasca, vale a dire l’Hotel de Paris di Montecarlo. In questi casi unire l’utile al dilettevole non guasta affatto.


CI PIACE

Al liceo Saffo il recupero dell’antico mosaico L’antico mosaico rinvenuto nell’ottobre del 2009 all’altezza dell’incrocio tra la statale Adriatica e la zona di Santa Petronilla a Roseto sarà finalmente recuperato. Ad occuparsi dei lavori di restauro saranno i ragazzi del Liceo Saffo, sotto la supervisione della Soprintendenza ai Beni Archeologici che ha dato il via libera al progetto “Dialogo col Passato”, presentato dall’istituto scolastico e approvato anche dalla Giunta Comunale. Si tratta di un importante reperto storico che è stato datato approssimativamente tra la tarda età Repubblicana e la prima età Imperiale. Il reperto archeologico sarà prossimamente trasferito nei locali del Polo Liceale. L’istituto scolastico si impegnerà a restaurare, in più anni, il mosaico tramite il lavoro di docenti e tecnici esperti. Purtroppo per carenza di fondi non sarà possibile recuperare il reperto in un unico progetto e quindi bisognerà procedere per stralci. Questa importante operazione di recupero del mosaico è stata finanziata anche

grazie al contributo della Fondazione Tercas reso possibile dopo l’interessamento del Presidente del Consiglio Comunale Nicola Di Marco. Nei mesi passati erano nate delle polemiche sullo stato di abbandono del mosaico, custodito sotto a dei teloni, all’aperto, in prossimità della Villa Comunale. “La nostra amministrazione ha sempre tenuto in massima considerazione e cura questa situazione”, ha spiegato il vice sindaco Maristella Urbini, “dopo aver lavorato per reperire i fondi e le professionalità adatte a svolgere questo intervento di recupero, finalmente siamo giunti alla firma della convenzione che ci permetterà, nei prossimi giorni, di trasferire nei locali dell’istituto scolastico il mosaico”.

NON CI PIACE

La Regione taglia i fondi alle famiglie con disabili a carico E’ partita da Roseto la crociata contro il provvedimento regionale che obbliga le famiglie nel cui nucleo ci sono persone con disabilità ad una compartecipazione nella spesa per prestazioni socio-sanitarie. A lanciare il grido d’allarme è l’assessore alle politiche sociali Alessandro Recchiuti che punta il dito contro il governo regionale, guidato da Luciano D’Alfonso, che è anche il commissario ad acta della sanità abruzzese, accusandolo di aver commesso un grave errore chiedendo soldi ai disabili e alle loro famiglie in un momento di grande difficoltà economica. “Con tali provvedimenti”, dice Recchiuti, “si viene a creare un enorme danno ai disabili, alle loro famiglie ed ai Comuni che,

dopo aver visto diminuire i fondi per il sociale e dopo aver ricevuto, dal Governo centrale, la richiesta di cercare di tagliare i contratti esistenti anche in questo settore nevralgico, devono ora anche fare i conti con una richiesta di compartecipazione alle spese da parte del Sistema Sanitario Regionale”. La quota di spesa oscillerà tra il 30 e il 60 per cento, a seconda dei servizi, che sarà a carico dei pazienti e dei Comuni. La Regione ha cercato di mettere una “pezza”, dicendo che per il 2014 la copertura finanziaria sarà garantita. Ma in realtà si andrà per fasce di reddito e molte famiglie che superano i 20mila euro saranno costrette a farsi carico della spesa.

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Successo per il primo Meeting Interregionale di Bocce FIB-FISDIR per diversamente abili, che si è tenuto a fine settembre al bocciodromo di Roseto. Circa 60 atleti delle squadre di Dimensione Volontario di Roseto, ASD Ascip Ostia, Disabili Romani Roma, So Sport Urbino, Archetto Romano Roma e Anffas Lanciano hanno partecipato alla competizione sia in coppia che singolarmente. Gli atleti sono stati premiati dai vertici regionali e nazionali della FIB e della FISDIR, nonché dalle autorità locali, il sindaco Enio Pavone e l’Assessore allo sport Mirco Vannucci. I partecipanti hanno

apprezzato inoltre la cena di venerdì sera, complice la bella serata, offerta dall’Associazione Dimensione Volontario, nella propria struttura. In tanti hanno voluto essere presenti, oltre agli atleti, i volontari e semplici amici dell’associazione rosetana. In occasione del “Festival della Solidarietà” si è esibito, molto apprezzato, l’artista locale Umberto Scataglini. Grande soddisfazione, quindi, per tutti gli atleti, organizzatori ed accompagnatori che si sono lasciati con la promessa di potersi affrontare in una manifestazione ancora più grande nel segno della solidarietà.

CI PIACE

Sport e disabilità, connubio vincente!

le dello Stato, su sollecitazione del WWF. La ditta incaricata di eseguire le opere avrebbe dovuto anche rimettere in asse la foce del fiume che al momento è deviata verso Giulianova. Ma sino a quando non ci sarà la vagliatura dei rifiuti che si trovano sul costone ghiaioso i lavori di risistemazione della foce non saranno eseguiti. Intanto alcuni operatori turistici della zona hanno criticato l’atteggiamento ostruzionistico degli ambientalisti, invitandoli ad occuparsi di questioni più serie, come ad esempio la proliferazione lungo gli argini del fiume di nutrie e ratti.

Ricostruito l’argine sul lato sud del fiume Tordino. Ma agli ambientalisti il tipo di intervento non piace affatto per una serie di ragioni. A cominciare dal fatto che le ruspe hanno danneggiato parte dell’habitat naturale della fauna locale, soprattutto aironi, garzette e germani reali. Inoltre c’è il sospetto che durante l’utilizzo di terreno di riporto per ricostruire il cordolo siano stati mischiati anche i rifiuti trasportati dalle piene dello scorso inverno e spiaggiati sull’arenile. Sul posto è intervenuto anche il Corpo Foresta-

INFORMATIV A PER I CITTADINI

AR

Legge Regionale del 10 agosto 2012 n. 41 (BURA), che disciplina la materia funeraria e di polizia mortuaria cambia in modo radicale gli assetti dei compiti e delle funzioni in merito al trattamento del caro estinto. Ad esempio ora, per il periodo di osservazione, il trasporto del defunto – dall’ospedale a casa - è consentito prima delle 24 ore, previa documentazione. A riguardo, l’azienda Antonio Ruggieri S.r.l. garantisce il servizio di trasporto a costi contenuti, determinati in base all’impegno e, soprattutto, mette a disposizione presso i locali della sua azienda una sala di commiato a titolo gratuito. Inoltre, per ceneri e cremazioni ci sono tariffe ben definite, non elevate, se non inferiori a quelle di un funerale normale. La nuova Legge Regionale permette di conservare le ceneri privatamente o, se lo si desidera, è possibile disperderle in luoghi adatti. La nuova regolamentazione definisce, quindi, in modo chiaro le procedure in ambito mortuario. Pertanto è opportuno rivolgersi sempre a strutture specializzate che offrono servizi adeguati per tutte le esigenze, diffidando da chi non conosce le procedure e alimenta i costi ingiustificatamente.

Antonio Ruggieri S.r.l.

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NON CI PIACE

Lavori alla foce del Tordino. Ma doveva andare proprio così?


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Politica

Riforme: da sempre se ne parla,

ma quali sono quelle veramente da fare? Tutto ciò che è stato fatto sinora, spesso decantato come l’inizio di un nuovo ciclo di riforme, non è altro che un parlare stantio, senza che qualcuno abbia mai centrato il problema di William Di Marco UN TERMINE ABUSATO - Chi incomincia ad avere una certa età ricorda che il termine “riforma” è stato (e lo è tuttora) uno dei più abusati nell’ambito politico. Non sappiamo esattamente da quando questa parola magica ha iniziato a circolare, ma è probabile che era già nel vocabolario di coloro che stavano pensando l’Italia del secondo dopoguerra. È sicuro che sul finire degli anni ‘70 e segnatamente nella decade successiva, questo concetto prese corpo, in modo particolare facendo riferimento alla riforma della Costituzione. Quindi, non è solo con il governo Renzi che ci si è messo in mente di invertire la rotta e affrontare (si spera una volta per tutte, ma è solo una speranza!) gli spinosi problemi dell’Italia e dare un’accelerata al tanto invocato cambiamento. Tuttavia sembra che in tale direzione le idee siano poche e quelle poche abbastanza confuse. Chi oggi è maturo sa che questa storia va avanti da decenni e pertanto è abbastanza vaccinato per credere che i nostri politici abbiano la voglia di fare sul serio, anche perché se così fosse il nostro Paese dovrebbe cambiare completamente rotta e sarebbe proprio parte del popolo (va detto pure questo) e delle corporazioni che frenerebbero le tanto agognate modifiche. L’INIZIO DI UN NUOVO CICLO - In pratica, tutto ciò che è stato fatto sinora, spesso decantato come l’inizio di un nuovo ciclo di riforme, altro non è che un parlare stantio. Ci sono state diverse riforme scolastiche con i nomi dei vari ministri (Berlinguer, Moratti, Gelmini, ecc.) eppure la situazione formativa non è affatto migliorata. Stessa cosa può dirsi della pubblica amministrazione, della semplificazione burocratica, del comparto sanitario, per non parlare del mercato del lavoro, con i vari interventi di insigni giuslavoristi: l’andazzo è rimasto immutato, se non addirittura peggiorato, almeno per quanto riguarda i posti di lavoro. QUALI SONO, QUINDI, LE VERE RIFORME? Il problema, pertanto, è vedere cosa realmente bisognerebbe fare, senza stare a

gridare ai quattro venti che è iniziata una nuova era, mentre in realtà quelli messi in campo sono unicamente dei cambiamenti farlocchi. Di seguito vogliamo segnalare quattro strade che bisognerebbe da subito imboccare. LA PRIMA - Intanto la prima cosa che bisognerebbe affrontare con un piglio veramente “rivoluzionario” è la riforma costituzionale. Da anni leggete su queste colonne quanto stia a cuore a molti di noi tale passaggio, senza il quale stiamo parlando di un palazzo venuto su storto e che per evitarne la caduta cerchiamo di puntellarlo con delle fragili canne di supporto. La nostra Carta andrebbe rivista in toto, a partire dal primo articolo fino ad arrivare a quelli che si occupano dell’ossatura governativa e parlamentare. Le due Camere paritetiche - la nuova legge (?) sarà meglio della precedente perché elimina il “perfettismo” camerale, ma rimane assurda per come vengono eletti i senatori e per come fa risparmiare pochissimo alle casse dello Stato - sono l’immagine pura dell’elefantiasi burocratica italiana. E poi c’è un governo che non governa, che non ha l’autonomia dal Parlamento, come invece richiederebbe la divisione dei poteri. Per tale motivo, come avviene in molti Paesi al mondo senza che ci siano derive autoritarie o dispotiche - l’elezione diretta del Presidente del Consiglio o, cambiando alcuni aspetti nei rapporti nell’esecutivo, del Presidente della Repubblica potrebbe essere una soluzione. Per fare tutto ciò occorrerebbe costituire un’Assemblea che, dal di fuori del mondo politico-partitico, possa decidere cosa è meglio per l’Italia, avendo la stella cometa della governabilità e della libertà d’intrapresa dei cittadini. LA SECONDA - Da subito, poi, bisognerebbe riformare il rapporto tra la produzione della ricchezza che l’Italia ha (il famoso Pil) e la spesa. Non si va da nessuna parte se tale modifica non viene attuata immediatamente. Il nostro Paese produce circa 1.600mi-

liardi di prodotto interno lordo e spende giusto la metà per mantenere la macchina statale, alimentando una situazione paradossale. Avrà sempre meno soldi per gli investimenti (cultura, formazione, innovazione, ricerca), impantanandosi in una spirale viziosa di deficit, in cui lo Stato vuole fare tutto, non avendo mezzi e competenza. In questo modo la produzione nazionale non servirà più per creare ricchezza, poiché l’apparato pubblico risulterà sempre più famelico. I Paesi nostri competitori spendono dal 35 al 45% del Pil per la macchina statale e comunque rimangono ben al di sotto di ciò che incassano. Per fare un esempio, la Germania spende il 75% di ciò che le casse dello Stato prendono dai cittadini, arrivando a punte dell’85% in certi periodi. E l’Italia? Noi siamo ormai al 134% di ciò che incassiamo. È come se una famiglia avesse 2.500 euro di stipendi e ne spendesse (ogni mese) 3.350! Dobbiamo dire altro? LA TERZA E LA QUARTA - Per motivi di spazio accenniamo solo alle altre due cose da fare subito. Ridurre in modo significativo le tasse a tutti. Non è possibile avere una pressione fiscale come quella italiana che ormai sfiora il 47% per i dipendenti e addirittura arriva oltre il 65% per le imprese. Per questi ultimi è come se lavorassero fino a settembre con un socio che arriva ogni giorno alla cassa a prelevare l’intero introito, per poi lasciare al malcapitato imprenditore il resto sino a dicembre. Se lo dici a uno straniero, capirebbe perché siamo bravi a raccontare le barzellette. L’ultima riforma improcrastinabile è quella della pubblica amministrazione, partendo dall’eliminazione del potere burocratico. Spesso puntiamo lo sguardo, nel rivolgere i nostri improperi, al solo mondo partitico (giustamente), tralasciando però l’altro grande male, cioè quello della burocrazia, in cui ci sono persone (non tutte, per fortuna) che, soprattutto ad alti livelli, si fanno fare leggi ad hoc, non dovendo rispondere a nessuno. Se non altro il politico non lo voti, mentre il burocrate non lo cacci più e quando se ne andrà in pensione, ti farà marameo con i suoi privilegi acquisiti.


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Ricordi 17 -

II

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Lino Centola Da piccolo aveva un forte senso dello scherzo, anche quando era a scuola e i maestri lo richiamavano. Ma quel “gioco” interiore gli era stato trasmesso dal padre, industriale del giocattolo, primo ad aprire una fabbrica a Roseto di William Di Marco

Lino Centola

Il piccolo Lino girò un po’, come era abituato a fare il padre rappresentante. Da Lodi la famiglia si trasferì a Bologna, dove sorse una prospera fabbrica di giochi per bambini, tutti in latta. Poi lo schema produttivo fu trasferito nel Mezzogiorno e la scelta ricadde nella Città delle Rose. Le cose sembravano andare per il meglio, ma il bell’esempio di modello industriale si arenò quando il suo ideatore venne meno

ricordi

eniva a piedi da Lodi a Milano” era un verso di una canzone famosa del Quartetto Cetra dal titolo Aveva un bavero che i più attempati ricordano. Era la storia di un tragico amore, articolato con un gioco di richiami del fidanzato per far innamorare la bella Gigogin. E in quel motivetto popolare vi era racchiuso tutto un percorso, dove fiori, amore, gioco e finzione formavano i giusti ingredienti per avvicinare la gente spensierata alle vicende della coppia. E deve essere stata quella località della Lombardia, la Lodi che oggi è provincia a sé, che un po’ forgiò il carattere di Lino Centola, il quale da quelle parti aprì gli occhi tanti anni fa: il mix di gioco e innamoramento se lo porterà dietro per tutta la sua esistenza. Quella voglia, alle volte anche un po’ dissacrante e burlona di affrontare il mondo, l’aveva tratta dalla filosofia familiare, in cui contava una cosa sola: cercare il modo di far divertire gli altri, per sorprenderli e meravigliarli. E tutto ciò doveva avvenire con l’oggetto che avrebbe caratterizzato la prima parte della vita del nostro protagonista: il giocattolo. Lino sin da piccolo ha convissuto con quell’incanto che ogni bambino vorrebbe esistesse veramente. Un mondo fatato dei balocchi in cui far vivere il “fanciullino” pascoliano che non muore mai dentro di noi. Così se si hanno a disposizione tanti giocattoli, tutti rigorosamente di latta, la prospettiva si allarga all’infinito e il gioco di pochi attimi diventa la vita reale, come se non ci fosse una separazione tra i due piani del nostro vissuto. Per Lino la città dei sogni collodiani non era un non luogo, un’utopia da fantasticare, bensì qualcosa di concreto, da vedere in casa propria, come se si avesse a disposizione un negozio intero in cui scorrazzare. Anzi molto di più, perché dove è cresciuto il nostro protagonista, i giocattoli venivano costruiti, ideati, disegnati e poi realizzati veramente. E la mente fervida di tale operazione era suo padre Federico, grande ammaliatore nelle vendite, che sapeva come accontentare i suoi clienti. All’inizio ideò un regalino,

che oggi chiameremo gadget, da abbinare ai cioccolatini. Poi quell’accessorio divenne l’attrazione principale e così, messo da parte l’aspetto commestibile, ecco che quel piccolo dono incominciò a diventare un vero e proprio giocattolo da costruire, da pensare, vivendo in simbiosi con la mente di un bambino, per capirne i desideri. Così Lino e i suoi fratelli avranno spesso fatto da gradite cavie quando il padre doveva realizzare qualcosa di nuovo e nel farlo non si scomodava più di tanto. Aveva cinque “consulenti” interni che sapevano bene come consigliarlo. Da quella Lodi di strada il nostro Lino Centola ne ha fatta parecchio prima di arrivare nella Roseto che accolse con entusiasmo la sua famiglia, anche se non tutti lo fecero allo stesso modo, nascondendo una specie di distacco che non facilitò affatto l’inserimento della prima vera industria rosetana sorta nel secondo dopoguerra. La “Federico Centola Giocattoli” era un opificio all’avanguardia, un progetto che avrebbe potuto sfondare con grandi opportunità per il paese rivierasco, ma che si arenò troppo precocemente per capirne fino in fondo le reali potenzialità. E il nostro protagonista si ricorda proprio tutto, come se il film della sua vita lo avesse rivisto pochi istanti prima di iniziarcelo a raccontare. Lodi, ma solo per poco. In effetti è proprio così. Sono nato il 6 luglio 1929 nella città che oggi è una provincia. Mio padre, Federico Centola, faceva il rappresentante della ditta Venchi Unica, società torinese che fabbricava i cioccolatini. Girava per tutto il Nord Italia e si accorse che la sua mercanzia si vendeva meglio se abbinata a un piccolo dono. Così iniziò ad unire alle confezioni di cioccolata qualche piccolo oggetto, fino a quando decise di dedicarsi solo al regalo, puntando decisamente la sua attenzione sui bambini. Da lì gli venne in mente di aprire una piccola fabbrica, fino poi a costruirne una molto più grande a Bologna. La permanenza in Lombardia non durò molto. In effetti è proprio così. I miei genitori (mia madre si chiamava


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Roseto, fine anni ‘50, zona del fiume Vomano. Lino Centola e la fidanzata Mery Coppa

Roseto, 18 gennaio 1959, chiesa del S. Cuore, allora nel palazzo del Campo sportivo. Lino e Mery nel giorno del loro matrimonio

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Roseto, fine anni ‘50, sul molo poi diventato pontile. Da sinistra in alto: Lea e Dario Coppa; seconda fila da sinistra: Mary Coppa e Piero; in basso da sinistra: Bruna Coppa, Vincenzo Matarese e Lino Centola

ricordi

Angela Contessa) erano entrambi di S. Marco in Lamis, un paese del Gargano in provincia di Foggia. Si erano sposati e avevano messo al mondo cinque figli maschi. Il primo era Nicola, nato nel 1922, poi Antonio (1925), Dante (1927), io e l’ultimo, cioè Claudio del 1932, l’unico vivente insieme a me. Tutti nati a Lodi, ma con l’idea in qualche modo, da parte di mamma e papà, di ritornare il più possibile verso il Sud. Di quegli anni ricordo pochissimo, solo che la nostra casa, molto grande, era collocata vicino una caserma. A quattro anni, nel 1933, ci trasferimmo tutti a Bologna. Mio padre aveva fatto costruire, su un bell’appezzamento di terra in via Vetta al numero civico 13, rigorosamente vicino alla ferrovia, una fabbrica con annesso un ampio appartamento. Questo era ubicato sopra il magazzino, mentre al lato vi era la fabbrica disposta su due piani. Sotto aveva sistemato tutti i macchinari per gli stampi, mentre al piano superiore avveniva l’assemblaggio dei pezzi. All’inizio la fabbrica era specializzata in questi piccoli oggetti da abbinare come dono, poi man mano iniziò la produzione di giocattoli in latta. La caratteristica era quella di una realizzazione tutta fatta con la lamiera. C’erano circa 160 dipendenti e ad un certo punto fu la più grande fabbrica di giocattoli d’Italia negli anni tra le due guerre. Di quel periodo cosa ricorda? Intanto gli anni della scuola. Non è che ci andavo volentieri e i miei ricordi non sono tanti. Una cosa che non mi sono mai dimenticato è stato un maestro, molto bravo in Matematica e gli esercizi in classe non mancavano. Era un fascista convinto, anche perché era stato volontario in Spagna, affiancando le truppe di Francisco Franco nella guerra civile. Poi mi iscrissi all’Avviamento, vale a dire l’attuale Scuola Media con indirizzo tecnico. Ma non stavo in classe con piacere. Anzi, oggi se ripenso a ciò che combinavo posso dire di essere stato un “grandissimo delinquente”, ovviamente in senso buono. Facevo disperare il vice direttore che mi cacciava sistematicamente dalla classe. Insomma il primo anno fui bocciato per la condotta. Ma ricordo pure che, essendo più grande degli altri, i miei compagni mi seguivano e mi riconoscevano come una specie di capo. Finii i tre anni dell’Avviamento nel 1945, anche se con qualche interruzione per via della guerra. A proposito del fascismo e della II Guerra Mondiale... Lì i ricordi sono molto precisi. Ero già grandicello quando facevo le adunate il sabato pomeriggio in qualità di “balilla moschettiere”. C’era allora l’obbligatorietà a partecipare, altrimenti ti dava-

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no un bel cinque in ginnastica. Ma l’aspetto più tragico è sicuramente legato ai bombardamenti. Bologna fu veramente presa di mira dagli alleati. Gli Inglesi erano accampati a 13 chilometri da noi e appena suonavano le sirene dovevamo scappare. Mia madre ci prendeva tutti e andavamo al rifugio più vicino, che era sulla circonvallazione, predisposto per i dipendenti del gas. Altro aspetto che non dimentico era il cibo razionato. Ce n’era poco e quel poco veniva dato tramite delle tessere, anche se al mercato nero si trovava di tutto. Fummo costretti a sfollare a Quarto Inferiore, una frazione di Granarolo dell’Emilia, per rimanerci otto mesi. Intanto la fabbrica era stata chiusa nel 1942. Fu requisito tutto il ferro che avevamo, comprese alcune ringhiere, ma non i prodotti lavorati. In pratica mio padre aveva fatto trasformare le lamiere in piccoli pezzi pronti per la stamperia e così non subimmo molti danni. Questo fu un aspetto importante, perché quando riprendemmo la produzione avevamo il materiale, cosa che invece mancava del tutto ai nostri concorrenti. La fabbrica subì danni? In effetti, pur essendo a dieci metri dalla ferrovia, l’opificio non ebbe grandi mutilazioni, nonostante i tanti bombardamenti. Mi ricordo che saltò in aria solo il cancello d’ingresso, a causa di una bomba. Questo ci permise di riprendere da subito a fabbricare giocattoli. Andammo immediatamente a pieno regime, con oltre 160 tra operai e maestranze. Subito mio padre pensò di espandersi, ma il terreno intorno alla fabbrica era insufficiente. Era una delle poche strutture rimaste in piedi e quindi aveva un valore molto alto. Si parlava allora di 50milioni di lire, ma nel giro di poco tempo, con la costruzione di altre fabbriche, mio padre ci ricavò meno della metà, cioè 18milioni. Comunque aveva deciso di vendere e di trasferirsi al Sud, dove c’erano delle facilitazioni. E qui arriva la destinazione di Roseto. Non proprio, perché le scelte furono all’inizio altre. Si cominciò con Loreto nelle Marche. La terra ci fu offerta gratis, ma mio padre non voleva distaccarsi dalla ferrovia e dai vantaggi che essa comportava per i trasporti. Fu ventilata anche la scelta di S. Benedetto del Tronto, ma fu solo un’ipotesi. Le vere intenzioni dei miei erano quelle di tornare nel loro paese natale, però non ci furono le condizioni per tale scelta. La cosa sicura è che mio padre voleva impiantare una grande produzione grazie alle tante facilitazioni che lo Stato aveva previsto per il Mezzogiorno. Intanto c’era il vantaggio degli stipendi degli operai, sicuramente


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Roseto, 1964. Il giorno dell’Epifania all’Autogas. Da sin. Lino Centola, il figlio Enzo e due dipendenti

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Foligno, anni ‘60, corso dell’Autogas. Lino Centola è l’ultimo a destra

Roseto, 15 febbraio 1970. Lino Centola con i quattro figli: da sinistra: Ivan, Franco, Cinzia ed Enzo

più bassi rispetto al Nord. Poi la questione dei finanziamenti Andammo in una casa al centro di Roseto, di fronte all’Hotel agevolati, i quali avrebbero permesso di fare qualcosa di impor- Imperiale, di proprietà dell’avvocato Serafino De Angelis. Nel tante. Così nel dirigersi verso la Puglia, vide questo paese che frattempo mi fidanzai nel 1957 con Mery Coppa e ci sposammo lo colpì, soprattutto nella zona dove poi sorgerà la fabbrica. Era il 18 gennaio 1959. Abbiamo avuto quattro figli, nell’ordine Enzo tra la linea ferroviaria e la Statale 16, tra le più trafficate d’Italia. nel 1962, Cinzia (1964), Franco (1967) e Ivan (1969). Per me A quel punto decise di acquistare dall’ingegner Tito Marucci di la famiglia è stata una cosa importantissima: mi ha dato veraPineto un grande appezzamento a Sud del paese, pagandolo un mente tutto. Intanto avevamo cambiato casa. Prima mi trasferii milione e ottocentomila lire, girato attraverso il Comune di Rose- dietro la villa Savini, poi di fronte, nella zona dell’attuale parco. to. Il sindaco allora era Raffaele Paris. Fu bravo, ma l’Ammini- Da lì ce ne andammo sul lungomare sud, al palazzo dei foggiani, strazione non mantenne tutte le promesse e alcuni lavori li do- per poi trasferirci in via Bixio e infine, dal 1984, in via Galilei al vette realizzare, a proprie spese, la Federico Centola Giocattoli. n° 1, dove abito ancora oggi. E il lavoro? Il suo approccio con Roseto quale fu? Era il 1947 e a luglio misi piede per la prima volta in quello che Nella fabbrica di mio padre ero l’uomo di fatica, nel senso che diventerà il mio paese. Arrivai con mio padre e con l’ingegnere facevo un po’ di tutto. Nel 1956, quando aprì la Salpa, l’attuale progettista per sbrigare le pratiche. Andai qualche volta al mare Rolli, andai a lavorarci per un anno. Successivamente sono staal lido Celommi, dove conobbi Mario Zarabla che faceva il ba- to per dieci anni con l’Autogas, con il ruolo di imbottigliatore delgnino. Poi, esattamente il 18 ottobre di quell’anno, sempre mio le bombole. Dopo è stata la volta del mangimificio D’Eustachio padre mi mandò in avanscoperta, proprio per seguire i lavori. a Campo a Mare come magazziniere e infine per tredici anni ho Ricordo che alloggiavo all’Hotel Imperiale. La fabbrica doveva prestato la mia opera alla Teleco, fino alla pensione del 1989. essere ultimata con le porte e le finestre, così anche per la vil- Roseto cosa le ha dato e come la vede oggi? la costruita a fianco. Il 20 novembre sempre del 1947 arrivò Tutto e niente. Intanto mi ha fatto formare una famiglia. Mi ricortutta la famiglia e dopo pochi mesi avviammo la produzione di do quando conobbi la mia futura moglie: fu a una festa in una giocattoli. Il 15 marzo del 1948 alle ore 7:40 suonò la prima casa privata. Lei abitava nella zona di piazza Ungheria e così sirena di inizio lavori. Ricordo che da subito mio padre allargò abbiamo potuto formare il nostro nucleo. Per il resto questa citla produzione con trenta nuovi prodotti. I macchinari li avevamo tà, che amo, mi ha dato veramente poco. Potevamo avviare una portati direttamente da Bologna e la suddivisione del lavoro era delle più importanti fabbriche di giocattoli a livello anche eurola medesima. Al piano terra della costruzione c’era la produ- peo, perché a quei tempi esportavamo pure, ma nel momento zione e al primo piano il montaggio. Furono assunti circa 160 del bisogno molte persone ci hanno girato le spalle. Eppure mio operai. Per far fronte a tutte le spese mio padre aveva avuto dei padre aprì in zona la prima vera produzione del dopoguerra. forti finanziamenti con il Banco di Napoli. L’istituto aveva prete- La nostra città ha un certo fascino, certamente è più bella di so l’assunzione di un amministratore che abitava in un’ala della altre a noi vicine, ma è tenuta malissimo e questo mi dispiace nostra villa. Poi avvenne la tragedia: il 27 gennaio 1949 morì veramente. mio padre e le cose precipitarono. La produzione continuò, ma Il sorriso di chi ha la battuta sempre pronta non tramonta mai. Si avvicina per dirci che una foto lo ritrae con non c’era più il vero timoniere che oltre ad sua moglie quando erano fidanzati. “Eravamo essere in gamba, aveva delle doti innate di vicino al fiume Vomano - ci dice ancora con venditore. Era capace di svuotare i magazzilo sguardo furtivo, dopo tanti anni - perché lì ni con un solo giro tra i clienti. Mia madre fu ci si andava per stare un po’ soli... insomma ugualmente forte, ma la stretta creditizia ci mi ha capito?”. Ma dietro l’aspetto gioioso, levò l’ossigeno necessario, così nel 1952 la c’è anche il rammarico di una storia, quella fabbrica chiuse e nel 1954 tutta la proprietà della fabbrica della sua famiglia, che poteva andò all’asta, acquistata da Vincenzo Monti, avere un esito completamente diverso. Bologna, anni ‘30. Federico Centola con che vi installerà la famosa produzione tessile. la moglie Angela Contessa Se qualcuno avesse voluto. E come famiglia dove andaste ad abitare? Pubblicati: 1 Eleonora Filippone Thaulero; 2 Pasquale Zeppilli; 3 Sandro De Simone; 4 Domenico Di Battista; 5 Genovino Ferri; 6 Concetta Scaccioni; 7 Ettore Alcini; 8 Bruno Zenobio; 9 Mario Di Leonardo; 10 Romano Chiappini; 11 Pietro Iaconi; 12 Francesco Pincelli; 13 Maria Giunco; 14 Sante Mancini; 15 Camillo Mongia; 16 Raffaele Longo.


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ks r a h S seto

Ro di Luca

ti Maggit

foto: Mimmo Cusano

ARRIVA TREVISO, TUTTI AL PALAMAGGETTI! Dopo il KO nel derby, partitissima domenica 12 ottobre alle ore 18. Altro impegno in casa domenica 19 ottobre, contro Recanati

l Roseto ha perso il derby in trasferta a Chieti, dopo aver chiuso avanti il primo tempo di 10 punti. Peccato, perché l’approccio alla partita da parte degli uomini di coach Trullo è stato dei migliori. Purtroppo, il precampionato ha fiaccato gli Sharks con numerosi infortuni e così i soli dieci giorni di preparazione con quasi tutti gli effettivi (manca ancora l’infortunato Giovanni Carenza) si sono fatti sentire in negativo, soprattutto nella ripresa,

quando la fatica ha annebbiato le idee a Pitts e compagni. Oltre ai demeriti dei rosetani, naufragati contro la zona teatina, vanno dati i giusti meriti anche al Chieti, con coach Galli bravo ad apportare quei cambiamenti tattici che hanno mandato in confusione i rosetani, i quali sono passati, nel lasso dei secondi venti minuti, dal +10 al -8 finale, totalizzando così un pesante -18 nel computo della ripresa. Non c’è comunque tempo di lagnarsi, anche perché era soltanto la prima giornata di campionato. Alle porte incombe Treviso, altra nobile decaduta del basket italiano, tornata in A2 Silver dopo aver acquisito in estate i diritti del Basket Nord Barese e vittoriosa all’esordio in uno scontro al vertice contro un’altra nobile decaduta ben attrezzata, la Viola Reggio Calabria, davanti a oltre 4.000 spettatori. Segnale chiaro: anche nella marca trevigiana si sentiva il bisogno di buon basket. La squadra è allenata da un guru come Stefano Pillastrini e vanta risorse e organico di prima grandezza. Roseto avrà bisogno di al-

lungare il tempo della propria intensità, prendendo il buono del primo tempo contro il Chieti (la leadership di Pitts, le triple di Usher, la difesa di Moreno) e lavorando sulle cose che non sono andate (l’attacco contro la zona, la scomparsa di Usher nella ripresa, l’apporto del miglior Marini). Palla contesa domenica 12 ottobre, alle ore 18, al PalaMaggetti. Dopo il turno infrasettimanale a Tortona, ancora impegno domenicale, il 19 ottobre, in casa contro Recanati.

Giga Janelidze

Sylvere Bryan

Yankiel Moreno

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basket Damier Pitts

Il basket e la cultura dei campanili senza frontiere

Davon Usher


Roseto foto: Mimmo Cusano

ti Maggit di Luca

Basket

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Story

“IL CUORE DEL ROSETO” IN FLORIDA E ALLA CASA GIALLA Anche Abdul Fox con il libro, che è stato presentato in un circolo culturale rosetano

C

Abdul Fox

ontinua a girare il mondo il libro “il CUORE del ROSETO”, che dopo New York, destinato a Duane Woodward, e Atlanta, dove lo ha portato coach Neven Spahija, è arrivato in Florida, dove lo ha ricevuto Abdul Fox, esterno statunitense protagonista del campionato 1999/2000 culminato con la storica promozione in Serie A1. Il libro è stato consegnato al moro di New York, che oggi lavora in una palestra a Tampa Bay, dal rosetanissimo Andrea Pomenti, che attual-

Abdul Fox

Alejandro Gomez e Tony Trullo

mente lavora nel paradiso caraibico delle Isole Vergini americane. Il libro è stato anche presentato, lo scorso 28 settembre, al circolo culturale Casa Gialla di Roseto, grazie all’ospitalità di Franca De Angelis, dal giornalista e scrittore Paolo Di Vincenzo. Nel corso del pomeriggio letterario, l’attrice Anna Cianca ha letto alcuni passi del volume e la cantante Evelina Meghnagi ha interpretato brani della tradizione yiddish sefardita. La manifestazione ha visto la presenza anche del coach del Roseto, Tony Trullo, dell’arbitro internazionale di basket

Paolo Di Vincenzo, Anna Cianca, Evelina Meghnagi

Luigi Lamonica e dello spagnolo Alejandro Gomez, ex lungo del Roseto 1999/2000, tornato nel Lido delle Rose appositamente da Rieti, dove attualmente vive. Il volume, composto di 650 foto a colori, alcuni articoli sul Roseto e sui suoi tifosi e 29 profili dedicati a giocatori, dirigenti e allenatori, è disponibile a 10 euro nei seguenti punti vendita a Roseto: Edicola Piazza Ungheria; Edicola Roseto Centro, vicino Poste; Edicola vicino Ristorante Pizzeria Hercules; Lido La Bussola; Ottica Flash e Libreria Ubik in Piazza Dante.

Un momento della presentazione


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Plauso all’ironia dei turisti Pur con tanta tristezza e ferito moralmente, perché rosetano da 60 anni, devo fare un plauso e una lode a quei turisti che nel n° 214 (anno 8°) di Eidos hanno decantato con sottile ironia le lacune della nostra Roseto. Sono convinto che l’abbiano fatto per l’amore che nutrono per la nostra città, forse più dei nostri rosetani. Mi permetto di dire che non amiamo Roseto. Dal primo all’ultimo cittadino, e anche voi ragazzi che dalla mattina alla sera tartassate con i vostri skate il lungomare, specie nelle parti rialzate. Il lungomare già cade a pezzi per se stesso. “Sì, ma i tutori dell’ordine sono altrove”, dicevano quei signori. Via Roma è stata mai pulita questa estate? Nella parte nord di Roseto, allertati dalla protezione civile, ai primi del mese di settembre si è provveduto giustamente

ad aprire le griglie dei tombini: nessuno ha visto che erano intasati di foglie? Io le ho passate una per una e l’ho notato. Si poteva provvedere anche alla pulitura. Ah, dimenticavo, la fontana del lungomare non ha mai emesso getti per tutta l’estate. Era forse finita l’acqua? Signori miei, se viviamo di turismo, curiamo almeno questa parte con l’impegno di tutti. A quella turista e suo marito dico: tornate l’anno prossimo, perché forse le cose cambieranno. Abbiate pazienza. Valter Di Giancroce P. S. Si deve per forza salire con i furgoni sul marciapiede quando si organizzano spettacoli sul lungomare? In special modo quel signore del lido “Smeraldo”.

Rosetani di serie “A” e Rosetani di serie “B”? Di tanto in tanto vado a leggere la bacheca del comune di Roseto e con piacere ho appreso della determina n° 549 dell’8 settembre 2014 con la quale veniva liquidata la somma di € 40.000 (quarantamila) a favore del Roseto Sharks per l’incentivazione dell’attività giovanile 2012/2013 e 2013/2014. Che finalmente la nostra Amministrazione si ricordi anche delle attività sportive, non può che farmi piacere, ma mi ha lasciato perplesso che questa elargizione ha riguardato un solo sodalizio sportivo a fronte di oltre 40 associazioni che si impegnano nello sport, anche con risultati a livello nazionale, specie nel settore giovanile. Il contributo alla società di pallacanestro è stato concesso in base ad un regolamento del 1997 ed anche alla delibera n°12 del febbraio scorso che, stando alle premesse, ha requisiti simili a tante altre realtà sportive rosetane. Comunque, per regolamento comunale, non può contare solo il valore del risultato sportivo, che diversi sodalizi della nostra cittadina hanno comunque raggiunto, ma anche altri aspetti sociali. La Giunta comunale deve pertanto considerare, da buon “pater familias”, tutti i risultati conseguiti nelle varie discipline, compreso l’educazione al rispetto delle regole, degli avversari, dei compagni e l’impegno a conquistare fino all’ultimo centimetro possibile (il discorso di Al Pacino ai suoi atleti in “Ogni maledetta domenica” ne è lo spirito), obbiettivo primario di chi opera sui giovani per “allenarli a divenire futuri buoni cittadini. A Roseto questo principio sembra trascurato perché chi ha deliberato quel contributo crede forse che il pater familias abbia il “vitae necisque potestas” (diritto di vita o di morte) nell’amministrare denaro pubblico, mentre questo principio fu abbandonato fin dai tempi dell’antica Roma. Quindi ben venga il contributo al Roseto Sharks, ma altrettanto va fatto per tutti gli altri sodalizi che ben operano rispettando i dovuti parametri. Non è possibile che si dia tanto ad uno e nulla agli atri: quindi carissimi Pavone, Urbini, Vannucci, Recchiuti, Fornaciari ora trovate le risorse per gratificare anche gli altri. All’assessore Vannucci mi permetto di aggiungere che non può giustificarsi di non aver risorse per dare un riconoscimento quanto meno simbolico ad un dirigente sportivo che organizza manifestazioni da oltre 20 anni, riempiendo di turisti la nostra cittadina, perché

nei suoi compiti c’è anche quello di trovare nelle pieghe del bilancio queste risorse. Un discorso analogo ai contributi va fatto per l’utilizzo degli impianti sportivi, dove si creano dei disservizi facendo ruotare più discipline sportive nel medesimo impianto. Gli impianti sportivi a Roseto ci sono, ma vanno razionalizzati nel loro utilizzo. Le palestre delle scuole di competenza della Amministrazione Provinciale, dopo una certa ora chiudono perché alle ore 19,00 viene attivato il sistema di allarme! Questo orario può e deve essere posticipato di altre due ore e molti piccoli problemi sarebbero già risolti. Si potrebbe dedicare ogni impianto a discipline simili, senza dover ad ogni ora montare e smontare le attrezzature riducendo il reale tempo di utilizzo da parte dei ragazzi. Il PalaMaggetti è stato ristrutturato sia nel pavimento che negli impianti tecnologici e va bene che venga dato in uso esclusivo al Roseto Sharks, ma questo sodalizio si accontenti e non chieda anche l’utilizzo di altre strutture. Carissimi membri di Giunta perché gli stessi lavori non vengono fatti anche negli altri impianti sportivi di proprietà del Comune? È inammissibile che dei privilegiati possano fare la doccia calda al PalaMaggetti, mentre ai nostri figli ed ai nostri nipoti, che frequentano le altre società sportive e che operano alla D’annunzio, alla Fedele Romani, alla palestra di via Piemonte la cosa non è consentita? Come avete reperito i fondi per il PalaMaggetti, altrettanto è vostro dovere farlo per le altre strutture comunali, perché le società sportive che ne usufruiscono pagano regolarmente i tickets. E non trinceratevi sempre sullo stantio “i trasferimenti sono insufficienti”: il Roseto Sharks per circa un mese si è allenato negli impianti sportivi di città limitrofe, pagando il relativo ticket. Vede signor Sindaco, quasi con la stessa cifra, ed al giusto tempo, si sarebbero potuti sistemare gli spogliatoi della D’Annunzio d gli Sharks si sarebbero allenati a Roseto, senza pagare il ticket e Lei si sarebbe potuto pavoneggiare sia come ha fatto lo scorso mercoledì con gli Squali che sono tornati nell’impianto di piazza Olimpia, sia con i ragazzi meno meritevoli che frequentano la D’Annunzio, … prendendo due piccioni con una fava! Italo di Antonio


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di Luca Maggitti

Chiacchierata con l’operaio artista e ultrà del Roseto Basket

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Roseto degli Abruzzi, l’arte segue spesso percorsi alternativi, accordandosi con l’originalità e l’eclettismo del popolo che abita questa terra, da sempre di passaggio. Così possono nascere artisti come l’operaio Pasquale Testa. E se Curzio Malaparte aveva incorniciato scorci di Capri con le finestre della sua villa, Pasquale Testa appoggia le sue creazioni sul davanzale che affaccia sui tetti di Roseto, componendo un filo del di-

scorso che prende forma e si nutre di ciò che lo riempie circondandolo. Figure che le mani partoriscono dopo che testa e cuore hanno distillato canzoni, brani di libri o quadri. Statuine o ciondoli composti di fili di metallo e qualche pietra, o altri materiali pescati dalla quotidianità, dalle linee tanto essenziali quanto comunicative. Pasquale, classe 1976, lavora dal 1999 in una fabbrica che produce cavi telefonici. Per dirla con lui: «Chilometri e chilometri di potenziali dialoghi: e le persone hanno sempre meno da dirsi». Niente studi artistici, ma tanti libri letti e numerose città d’arte visitate, oltre alle ore passate con Federico – grande amico scomparso – a cui deve la passione per il fumetto e qualche casino a scuola, dove è arrivato al diploma di terza media. Se gli chiedi di datare la nascita della sua passione per l’arte, Pasquale torna bambino: «Credo di aver avuto dieci anni, quando rimanevo rapito da come dei sassi colorati potessero costruire il Sacro Cuore di Gesù, nella chiesa che prende quel nome». Pasquale chiama le sue opere statuine e ciondoli, fedele al motto di fare le cose sul serio senza prendersi mai sul serio. Poi però chiosa: «Di certo, per me spesso sono protesi a un sentire interiore, rappresentano i sentimenti con i quali ognuno di noi fa i conti». Circa le sue principali fonti di ispirazione, il barbuto e schivo rosetano sciorina: «Mi piace l’arte. Chagall, Klimt, Van Gogh, Schiele con le sue figure quasi filiformi e ossute. A volte è una canzone a darmi un’idea, ma non posso prescindere da tutto ciò che mi emoziona: da mio nipote a una ragazza “La cui faccia ricorda il crollo di una diga”». Quasi immediato, arriva il pentimento per


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essersi così tanto confidato: « Mi imbarazza terribilmente aver detto queste cose». Tifoso del Roseto Basket, Pasquale è uno degli ultrà della Curva Nord. Quando gli chiedi se l’amore viscerale per il Roseto gli ha procurato qualche inciampo, ricorre alla poesia: «Ho tributato sempre parecchio alle mie passioni, più di una volta», per poi insaporire di satira la risposta, quando si arriva a parlare di come sia cambiato il suo rapporto con il Roseto Basket dagli anni della gioventù più acerba: «Resta la passione per un periodo fatto di entusiasmo e chilometri, dove la vernice e i pennelli erano metro dei nostri vent’anni. Oggi siamo quarantenni nostalgici con l’abbonamento nel portafogli, dietro la tessera sanitaria». Riuscire a campare, mantenendosi con la sua arte? Pasquale è dubbioso: «Non so se lo vorrei. È stato un sogno per tanto tempo. Certo, l’idea è sempre allettante, ma la mia vanità si scontra con troppe cose. Non so se riuscirei, sono troppo indisciplinato». Sarà pure indisciplinato, il barbuto Pasquale, ma di certo è un raro esemplare di “orso marittimo”, che cela a fatica delicata sensibilità. E infatti chiude la nostra chiacchierata così: «Ti ho mai raccontato di quella volta in cui, tornando da Biella dopo gara 2, scesi dal pullman e feci un chilometro a piedi sull’autostrada, perché gli altri erano in questura?».

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Cosa succede alla

Cittadella dei Ragazzi?

di Manuela Martella

Scontro duro e accuse reciproche tra il Coordinamento di Scelta Civica e l’Assessore alle politiche sociali di Roseto per la sospensione del servizio svolto nell’oratorio della parrocchia Sacro Cuore. Flaviano De Vincentiis accusa: “Poca trasparenza”. Alessandro Recchiuti risponde: “Mentono sapendo di mentire”

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n botta e risposta al vetriolo quello tra il consigliere di Scelta Civica di Roseto, Flaviano De Vincentiis, e l’assessore alle politiche sociali del Comune, Alessandro Recchiuti, che ha avuto, come motivo del contendere, il taglio dei contributi, con la conseguente chiusura delle attività, della così detta “Cittadella dei Ragazzi”, il centro diurno realizzato dall’Associazione Piamarta. Oltre ad offrire un servizio di accoglienza pomeridiana per giovanissimi, dando sostegno ad oltre trenta famiglie nel percorso di crescita e formazione dei propri figli, questa attività aveva garantito negli anni anche il lavoro per diversi giovani educatori. “Una nuova doccia fredda” afferma indignato De Vincentiis “per le famiglie dell’area sud di Roseto, da sempre legate da un rapporto ‘speciale’ con il Centro di formazione e accoglienza”. Secondo il consigliere di Scelta Civica, la responsabilità sarebbe dell’assessore Recchiuti che, pur di non applicare il taglio del 5% previsto dal Governo ai servizi gestiti da cooperative, ha tolto

i fondi a questa realtà. Ma a rendere più controversa la situazione, secondo De Vincentiis, ci sarebbero state le stesse dichiarazioni di Recchiuti ai rappresentanti della congregazioni ai quali avrebbe verbalmente confermato la ripresa delle attività dal 1 ottobre. Dichiarazioni poi smentite su alcuni social network nei quali, rispondendo ad alcuni genitori, l’assessore ha sostenuto che sarebbe stata la stessa congregazione a rinunciare al servizio. E proprio per sbrogliare questa matassa, De Vincentis ha chiesto formalmente al sindaco Enio Pavone, all’assessore Recchiuti e ai rappresentanti dell’Associazione e della Cittadella dei Ragazzi, un incontro pubblico aperto anche alla stampa, per fare chiarezza sulla situazione una volta per tutte, assicurando, in caso contrario, una dura azione in consiglio comunale coinvolgendo tutte le altre forze politiche. “Mentire a famiglie e bambini è inaccetta-

Flaviano De Vincentiis

bile” ha detto il consigliere di Scelta Civica “come anche pensare di dirottare un tale numero di ragazzi in altre strutture logisticamente lontane, ed è lecito aspettarsi che Pavone metta immediatamente in discussione, magari ritirandolo, l’incarico assegnato a Recchiuti, proprio colui che i primi rumors indicano come futuro candidato sindaco del centro destra dopo gli anni fallimentari dell’attuale Sindaco di Roseto”. Chiamato direttamente in causa, la risposta di Recchiuti non si è fatta attendere. “Sulla Cittadella dei Ragazzi, Scelta Civica Roseto mente sapendo di mentire” ha affermato l’assessore, ricordando da sempre il proprio impegno per questa realtà importante per il territorio rosetano. E, fornendo come prova la fitta corrispondenza avuta con i vertici dell’Associazione, Recchiuti ribadisce come sia stata volontà della stessa Associazione interrompere le attività, comunicando “la non disponibilità” ad erogare in maniera continuativa i servizi previsti. L’assessore ha anche confermato come gli sia pervenuta la disponibilità di un’altra società, che fa capo sempre all’Associazione Piamarta, a riprendere il servizio, ma diverso da quello erogato finora e con costi più elevati. “Questa proposta non può essere considerata in continuità con quella precedente” ha spiegato Recchiuti, sottolineando anche la sua impossibilità a cambiare la situazione visto che “per essere accettata, deve comunque passare dall’approvazione della Conferenza dei Sindaci, da una specifica gara e seguire quindi tutto un iter previsto dalla legge”. Per l’assessore, dunque, si è trattata di una vera e propria “scorrettezza”, quella compiuta da Scelta Civica, di accusare l’amministrazione di poca trasparenza e, ribaltando la critica, ha parlato di pura strumentalizzazione della vicenda per soli fini politici.


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Interessanti i temi trattati nella

XIII Settimana della

Fratellanza

Al Palazzo del Mare di Roseto, alla presenza di tantissimi studenti delle Scuole Superiori locali e universitari, si è parlato ancora di pace, partendo da una riflessione: nulla è acquisito per sempre

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a XIII Settimana della Fratellanza è andata in archivio con un grande messaggio: la pace va costruita giorno dopo giorno e non è affatto qualcosa che è lasciata sic et sempliciter in eredità. Tale aspetto è stato uno dei temi più dibattuti di fronte ai tanti giovani accorsi al Palazzo del Mare per sentire autorevoli accademici, i quali hanno ribadito come nella storia nulla è acquisito per sempre. Occorre avere una capacità di saper vedere le problematiche contemporanee con uno sguardo, oltre che filosofico, sociologico e perfino antropologico, innanzitutto storico, in modo da capire più a fondo i due concetti fondamentali di questa scienza, cioè la contestualizzazione e l’attualizzazione. Solo così è possibile far tesoro di ciò che è avvenuto in passato, senza tralasciare segnali che apparentemente hanno poco a che fare con il presente, mentre questi sono aspetti fondamentali per capire certe derive che possono portare a dei precipizi dolorosi. Uno di questi è senz’altro la guerra, vera piaga dell’umanità che sembra non passare mai di moda.


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I relatori (il prof. Michele Cascavilla, docente di Filosofia e già preside della facoltà di Sociologia, la prof.ssa Carmelita Della Penna, docente di Storia Contemporanea e il prof. Fedele Cùculo, docente di Istituzioni Giuridiche), tutti dell’Università di Chieti-Pescara, hanno saputo catturare l’attenzione dei giovani presenti, provenienti dall’Istituto Statale d’Istruzione Superiore “Vincenzo Moretti”, dal Liceo Saffo - entrambi di Roseto - e dal Liceo “Marie Curie” di Giulianova. Per loro l’attenzione è stata particolare, dato che spesso le tematiche affrontate nel corso della Settimana della Fratellanza sono inerenti ai testi dell’Esame di Stato. Quest’anno, poi, con gli argomenti centrati su “Una pace in Medioriente è possibile?” e gli approfondimenti specifici “La pace e la democrazia sono modelli esportabili?” e “Nella storia il concetto di pace è stato vincente o perdente?” si è avuta la possibilità di elaborate risposte molto articolate e interessanti. Presenti molti cittadini e diversi universitari. Adesso l’appuntamento è per il 2015 con una edizione in cui è prevista la partecipazione di diplomatici di livello internazionale, come è già avvenuto in passato.


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GIORGIO DIRITTI

DEBUTTA NELLA NARRATIVA “Noi due”, una storia che parte dall’Abruzzo

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al cinema alla letteratura il passo non è breve né scontato. Giorgio Diritti è un apprezzato regista cinematografico. Il suo primo film “Il vento fa il suo giro” (2005), presentato con grande successo a “Roseto Opera Prima” – il regista era pressoché sconosciuto e girava per i festival con la sua pellicola, senza che fosse distribuita nelle sale - ha poi stabilito un primato, rimanendo in programmazione per oltre un anno a Milano. Sono seguiti il poetico e suggestivo “L’uomo che verrà” (2009) e “Un giorno devi andare”, in cui la sensibilità del regista, temprata dall’incontro con Ermanno Olmi, si è ulteriormente affinata. Ora Diritti esordisce nel romanzo con “Noi due” (ed. Rizzoli), una storia che parte dall’Abruzzo – dall’Aquila terremotata, ma c’è anche una citazione di

Roseto degli Abruzzi, meta di una “notte leggera” – per poi spostarsi al Nord. Carlo e Alice, i due giovani protagonisti, devono emigrare, l’uno, ingegnere, a disegnare reggiseni in una fabbrica di Bologna, in mezzo a una schiera di donne, l’altra in una casa-famiglia a Genova. Alice: “Cerco gli occhi di Carlo, li cerco e lui sta sempre lì chinato a guardare il percorso. Penso a quell’immagine bellissima di Chaplin che, presa per mano la ragazza, si avvia verso una lunga strada. E penso a mia madre che in fondo alla via, vicino al cartello di accesso vietato, ci spia da lontano mentre percorriamo una via incorniciata da ponteggi, tubi innocenti e brandelli di case. Chissà cosa pensa un genitore quando un figlio se ne va. Cerco la mano di Carlo. Attraverso questo spazio per la memoria. Ci sono cose che si fanno per dare a noi

di MARIO GIUNCO

stessi un tempo, un segno: le feste, le celebrazioni, gli anniversari. Se c’è un segno diventa come un bacio alla stazione, prima di partire, resta! Così resta la mia città, proprio com’è, non soltanto nel mio ricordo di tutti questi anni ma a pezzi e si deve stampare forte in me. Qui si potrà venire come al cimitero a piangere, a ricordare. Però la vita è altrove”. Carlo: “Alice certe volte mi bacia così, come se diventasse me. E questo bacio mi rimane addosso. Spero mi tenga compagnia per un po’. Perché adesso non ci capisco niente in questo universo sotterraneo della stazione di Bologna. Scale mobili, spazi enormi ancora deserti…Questa è la sala d’attesa della bomba, che impressione. E mi fa specie pensare che sono nato lo stesso mese dello stesso anno, appena dieci giorni dopo l’esplosione. A volte penso che potrei essere la reincarnazione di una delle vittime. Ma poi mi dico che sarei molto più incazzato con il mondo”. La “grande” storia si unisce, come in tutti i film di Diritti, alla “piccola” storia, alle sorti umane e personali che, anche quando tristi, sono trattate con pudore, delicatezza, rispetto dei sentimenti - distanti mille miglia dalle soap-opera senatoriali, spaparacchiate in tv – con un linguaggio semplice ed efficace, alla portata di tutti, che scava nel profondo. Le vicende dei due giovani si aggrovigliano e si dipanano, si interrompono e riprendono, come il corso della vita. Si potrebbe dire che si legge un film. O si vede un romanzo.


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COME E’ TRISTE LA LUPA di MARIO GIUNCO

Ribolla e Marcinelle, due sciagure minerarie di sessant’anni fa. Ma il segno non si cancella

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on sembra quella di Dante, carica di ogni brama nella sua magrezza. La lupa, simbolo di La Louvière – la città belga gemellata con Roseto – è pasciutella e ben tenuta. La sua immagine al naturale troneggia nella sala consiliare. La lupa che alimenta e protegge, come per i fondatori di Roma. La Louvière è la tana dei lupi, curioso nome per una città, quasi della stessa età di Roseto. Ricca, vicina a Marcinelle, dove i minatori italiani erano spediti dal governo, in cambio di carbone. Fino alla catastrofe del 1956. Vita in baracche, residuato dei campi di prigionia di due guerre mondiali, locali pubblici interdetti, guai ad avvicinarsi a una ragazza. Duecentosessantadue le vittime, in gran parte italiani, molti abruzzesi. Durante la messa funebre, officiata a Pescara da monsignor Iannucci, si scoprì che nelle bare erano state messe pietre. Eppure pochi dei superstiti tornarono in patria, si integrarono finalmente con la popolazione, provati dalla comune sciagura. L’economia locale crollò drasticamente e anche la successiva rinascita nel segno della siderurgia non ebbe esiti migliori. L’italiano è compreso, parlato, studiato a scuola, alcune tradizioni resistono tenacemente. Ma la tragedia di sessant’anni fa non è stata rimossa. “La vita agra” di Luciano Bianciardi (19221971), reperibile nella Biblioteca Civica, è considerato uno dei capolavori della letteratura italiana del ‘900. Ne fu tratto un film, diretto da Carlo Lizzani con Ugo Tognazzi e Giovanna Ralli. E’ ispirato a una analoga sciagura, avvenuta il 4 Maggio 1954 nella miniera montecatiniana di Ribolla, in provincia di Grosseto. “Il direttore sapeva – è il racconto del protagonista del romanzo, in gran parte autobiografico – che a un certo punto della galleria 265 l’aria di afflusso si mescolava con quella di riflusso, e il regolamento di polizia diceva, chiaro chiaro, che le vie destinate all’entrata e all’uscita dell’aria debbono essere divise da sufficiente spessezza di roccia tale da resistere all’esplosione. Altro che spessezza di roccia! Lì non c’era nemmeno un foglio di carta (…) Il direttore non si prendeva un giorno di vacanza: l’aspiratore nuovo, da sessanta cavalli, non l’aveva forse fatto piazzare la mattina del primo maggio, che era un sabato, profittando delle due giornate di festa consecutive, per dare tempo al cemento di far presa? Gli operai facevano festa, ecco; era la festa dei lavoratori, e lui – lavoratore come gli altri, o forse no? – l’aveva passata alla bocca del pozzo nove bis, con l’ingegnere e i muratori. Non era mica andato a spassarsela a Follonica o a sentire il comizio. Due giorni di festa per loro, due giorni di bile per lui. Ma la mattina del tre la festa era finita, e allora sotto a levare lignite. Si erano riposati abbastanza o no, questi pelandroni? Eppure il caposquadra aveva fatto storie: diceva che dopo due giorni senza ventilazione, giù sotto, era pe-

ricoloso scendere, bisognava aspettare altre ventiquattr’ore, far tirare l’aspiratore a vuoto, perché si scaricassero i gas di accumulo. Insomma, pur di non lavorare qualunque pretesto era buono. L’aspiratore nuovo, i gas di accumulo, i fuochi alla discenderia 32…stavolta era stufo: meno storie, disse ai capisquadra, mandate cinque uomini della squadra antincendi a spegnere i fuochi. La mattina del giorno dopo, alle sette, la miniera esplose. Rimasi quattro giorni nella piana sotto Montemassi, dallo scoppio fino ai funerali, e li vidi tirare su quarantatré morti, tanti fagotti dentro una coperta militare (…) Alla sala del cinema, ora per ora, cresceva la fila delle bare sotto il palcoscenico, ciascuna con sopra l’elmetto di materia plastica (…) Venivano a vederli da tutte le parti d’Italia, giornalisti con la camicia a scacchi, il berrettino e la pipetta, critici d’arte, sindacalisti, monsignor vescovo, un paio di ministri che però furono buttati fuori in malo modo (…) E quando le bare furono sotto terra, alla spicciolata se ne andarono via tutti, col caldo e col polverone di tante macchine sugli sterrati”. Le famiglie della vittime, che dovettero costituirsi parte civile, accettarono le offerte in denaro della Montecatini e il processo si concluse con l’assoluzione di tutti gli imputati – non diversamente che per il Vajont - perché si era trattato di “mera fatalità”. Il protagonista della “Vita agra” se ne andrà a Milano con l’intenzione di far saltare con il grisù - come nella miniera di Ribolla – una delle più munite cittadelle del miracolo economico. Dopo una serie di situazioni comiche e farsesche finirà in preda all’alienazione. A La Louvière i negozi chiudono alle diciotto. Non si avverte l’impressione del “rumore di fondo“, un silenzio innaturale per chi proviene da una qualsiasi delle nostre città. I giornali hanno un formato minuscolo. L’austera chiesa di san Giuseppe, sulla piazza principale, è pressoché inaccessibile. Due librerie, una delle quali si chiama “L’ecrivain public” – forse a ricordo dell’antica funzione per chi non sapeva leggere e scrivere e doveva mandare una lettera a casa – mostra in vetrina due copie diverse della “Recherche” di Proust, fondi di magazzino forse. L’altra espone il solito orripilante Carrisi, fresco di traduzione. Un ristorante propone “poisson italien”, “pesce” per carità, non “veleno”, questione di esse. Le foglie morte lungo le strade e nei parchi dicono che l’anno sta per passare. L’educazione scolastica obbligatoria fino a diciotto anni. Un efficace sistema assistenziale a tutela dei disoccupati, giovani e vecchi. Dovunque un impalpabile velo di tristezza, che si dirada solo in occasioni particolari, dove la speranza e la gioia di vivere hanno infine il sopravvento. Fra queste “Décrocher la lune”, staccate la luna, la festa collettiva in cui un gigante buono e ridanciano – Sancho, come lo scudiero di don Chisciotte – è disposto ad assecondare e realizzare i sogni di tutti.


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Big Bang

Il e la teoria

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del Multiverso

ontinuiamo anche in questo nuovo numero di Eidos il viaggio affascinante dell’esplorazione del “nostro universo” (il senso delle virgolette ve lo svelerò al termine di questo articolo…) Le domande a cui la scienza sta cercando di dare una risposta sono le stesse che da sempre sono alla base della curiosità umana. Da dove viene tutto? Come nasce l’universo? Solo in tempi molto recenti gli scienziati sono riusciti a stabilire che la soluzione a questo immenso quesito, è racchiusa in un termine semplice, ma che porta con sé la più grande scoperta dell’ultimo secolo: il Big Bang. Il grande botto. L’istante da cui tutto ebbe inizio. L’intera materia dell’universo, come oggi noi lo conosciamo e lo osserviamo, è racchiusa in una “singolarità”, non più grande di una pallina da ping-pong e la massa di questo oggetto era pressoché infinita. E’ incredibile vero? Il modello scientifico del big bang è molto complesso ed è stato dimostrato da esperimenti effettuati in tutto il mondo, ed è oggi alla base della moderna astrofisica, coadiuvata e anzi rafforzata dalla Teoria della Relatività di Einstein, la quale “disegna” per prima le quattro dimensioni del “tutto”. Oltre alle tre spaziali ve ne è un’altra fondamentale: il tempo. E’ proprio nell’istante del Big Bang infatti che tempo e spazio iniziano a dilatarsi. Tutto avviene circa 14 miliardi di anni fa. In quel tempo “l’universo bambino” nasce ed inizia ad espandersi ad una velocità inimmaginabile. Il suo boato è così immenso e fragoroso che è “udibile” ancora oggi a distanza di un tempo umanamente inconcepibile: è la radiazione di fondo. Si tratta di un disturbo radio, quasi impercettibile ormai, che si propaga nello spazio e che ha assillato per decenni gli scienziati che non ne comprendevano l’origine. I primi istanti dopo il big bang, sono fondamentali. Infatti

di MARCELLO PERPETUINI

a circa un miliardesimo di miliardesimo di miliardesimo di secondo dopo la creazione, lo spazio-tempo si dipana ad una velocità inconcepibile. Durante questa prima fase (fase inflazionistica dell’universo) tutto ciò che esiste è racchiuso in energia. La materia arriverà solo circa tre minuti dopo con la creazione delle particelle elementari che la compongono: protoni, neutroni, elettroni, radiazioni, deuterio… La temperatura in questa fase supera un miliardo di gradi, ma inizia a scendere rapidamente. I fotoni non sono ancora arrivati però. L’universo è ancora buio, opaco. Arriveranno solo 400.000 anni dopo. Poi la materia inizia a concentrarsi sotto la spinta della forza di gravità, si forma anche l’idrogeno, elemento indispensabile per la nascita delle prime stelle che si costituiscono in ammassi, successivamente arriveranno le galassie che partoriranno nuove generazioni di stelle per arrivare dopo circa duecento milioni di anni dal big bang, ad avere un universo quasi come noi oggi lo vediamo. In questo turbinio universale, gli astrofisici, hanno dimostrato che non si formò solo l’universo visibile come noi lo vediamo, ma anche la cosiddetta materia oscura e solo recentissimamente è stata accertata anche la presenza dell’energia oscura che compone il nostro universo per circa 2/3. Una quantità enorme dunque, ma di cui non conosciamo ancora quasi nulla. La Terra, la nostra casa, arriverà solo dopo dieci miliardi di anni dal grande botto, con la nascita del Sistema Solare. Le stelle nascono da immense reazioni termonucleari in galassie già esistenti, ognuna ne può contenere anche centinaia di miliardi, mentre i pianeti si formeranno in seguito alla reazione di idrogeno ed elio. L’espansione del nostro universo dura quindi da 14 miliardi di anni e le galassie si allontanano tra loro ad una velocità sempre maggiore. Non sappiamo se e quando questo processo terminerà. Dipende dalla quantità di materia oscura che compone il tutto. Ah, quasi dimenticavo di spiegare le virgolette iniziali dell’articolo. Le ho inserite perché questo è sicuramente il “nostro universo”, ma se invece di uno ne esistessero due, o tre o infiniti universi? La teoria che descrive questo scenario quasi fantascientifico, si chiama teoria del multiverso. Se vi ha incuriosito, non perdete il prossimo numero.Continueremo questo “viaggio tra le stelle” nel prossimo numero…


RACCONTO DEL PASSATO

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1942

un giorno di guerra

Plotone schierato

«Un passo indietro e “avanti march”!». A un ordine militare così strano, come bisognava comportarsi? Facendo solo confusione

S

ono in caserma ormai da qualche mese e sento molto la mancanza del mio paese, la mia casa, i miei amici. In compenso sono fiero della mia nuova vita: servo la Patria, ho fatto amicizia con i miei camerati e la sera si esce in “libera uscita”. C’è una novità per domenica, il Colonnello Comandante verrà a farci visita e ci terrà un discorso. Il nostro Maggiore ha già disposto e comunicato alle “compagnie” che per quella mattina dovremo stare tutti in “piazza d’arme” pronti, allineati, puliti e sbarbati, per le ore 11. Il Maggiore è un istriano isterico, irascibile e temibile. Spesso urla contro tutti, magari per un nonnulla, una cravatta storta. Il Capitano di servizio, a sua volta, per essere tranquillo ordina al “Tenente di picchetto” che vuole tutti in piazza per ore 10. Quest’ultimo avvisa i “Sergenti di giornata” che tutti devono stare, con zaino e moschetto, per le ore 9. I Sergenti conoscono bene quei lavativi dei soldati e dispongono per una sveglia anticipata. Io ricordo che era l’alba quando cominciarono a strillare: “Sveglia, di corsa, pulizia, rifare le brande, di corsa alla colazione....”. Già alle 8 escono i primi reparti, con un gelido venticello che ci costringe a muoverci e saltellare; ciò fa urlare l’Ufficiale. Prima prova di marcia per i plotoni e su

di Tiesse e giù “AVANTI MARCH”. Si perché, l’”AVANTI MARC” è un ordine di esecuzione, questo bisogna saperlo! Prima delle 11 arriva il Maggiore e vuole tutti di fronte al palco, predisposti per il Colonnello che è sta per giungere: “C’è qualcosa che non va dice agli Ufficiali - Sono troppo vicini al palco, fateli spostare un po’ dietro”. Ogni Tenente di propria iniziativa fa compiere uno spostamento indietro al reparto, quel tanto, chi più e chi meno. “Ma non così! - urla il Maggiore - solo un pochino!”. Non è proprio soddisfatto, poi urla: “Tutti fermi, rimettetevi dove eravate prima. Ecco, così, ora ascoltate, fate come io vi dico”. E rivolto a noi, urla: “PLOTONI, UN PASSO INDIETRO, AVANTI MARC”. Dalla lunga linea grigio verde si vedono soldati che fanno un passo indietro e altri un passo avanti. Ma è ancora peggio con i suggerimenti degli Ufficiali e le grida del Maggiore: “Ha detto un passo indietro. No, ha detto un passo avanti”. “BESTIE, HO DETTO UN PASSO INDIETRO, AVANTI MARC”. Irato è il Maggiore, ma la confusione è generale! In breve, bestemmie, ordini, contrordini con quel’ “AVANTI MARC” che completano la buriana. In quel momento all’ingresso della caserma squilla la tromba. Il picchetto armato presenta le armi. Entra l’auto del Sig. COLONNELLO COMANDANTE!

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Medicina

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Menopausa

oggi buone notizie

C

ome Ginecologo, mi ha sempre colpito il fatto di aver riscontrato molta attenzione per la gravidanza, altrettanto per la promozione della contraccezione e prevenzione femminile, ma debole attenzione per la menopausa. Soprattutto in passato, sembrava che la donna, dopo la cessazione del periodo fertile e superato il muro dei 50 anni, dovesse finire in una specie di limbo. Anche la Farmacopea presentava per il trattamento della menopausa una scelta limitata. Forse anche per questo mi occupo di questo tema da molto tempo. Sono trascorsi quasi vent’anni da quando, nel 1996, con la preziosa collaborazione del dottor Piero Di Donato (allora Primario di Ostetricia e Ginecologia a Cento - Ferrara) organizzai, alla Villa Comunale, un primo meeting dal significativo titolo “Menopausa: l’altra metà della vita”. La menopausa arriva sempre intorno ai 50 anni ma le cinquantenni di oggi non sono le cinquantenni di ieri. Né mentalmente, né fisicamente. Basta ricordare che nel 2000 hanno compiuto 50 anni le diciottenni del 68, o che nell’anno in corso hanno compiuto 50 anni ( o stanno per compierli) donne splendide come Sandra Bullock, Sharon Stone e, più vicine a noi, Laura Morante, Margherita Buy, Monica Bellucci La menopausa oggi, anziché subita, può essere affrontata e lo testimonia l’elevato numero di donne che continua a rivolgersi agli specialisti ben oltre l’età della riproduzione. Ciò anche grazie al dissolversi di antichi timori rispetto al trattamento ormonale. Il Prof. A. R. Genazzani* (Università di Pisa), riferendosi alle conclusioni emerse in un recente importante convegno internazionale (1), in un suo recente articolo (2) ricorda che, (…) “i risultati inizialmente denunciati da un celebre studio sui rischi ipotizzati di una terapia per la menopausa, si sono ora completamente volatilizzati”. Oggi è dimostrata l’inattendibilità e l’erronea interpretazione di studi che nulla hanno a che fare con la terapia ormonale sostitutiva. Tuttavia, tale terapia va fatta sempre seguendo linee guida, facendo attenzione a precise indicazioni e solo dopo un’adeguata valutazione clinica e una corretta diagnosi. Una donna potrebbe richiedere un tratta-

di Giuseppe Collevecchio

mento ormonale per molti motivi. Potrebbe volerlo fare per alcuni sintomi degli organi riproduttivi, per le cosiddette “vampate”, per la comparsa di disturbi del sonno, per gli sbalzi del tono dell’umore, per l’aumento di peso, per la gracilità e assottigliamento della pelle, per l’osteoporosi o quant’altro che comunque derivi dalla carenza di ormoni ovarici. I sintomi sopraelencati testimoniano il disagio fisico e psichico che una donna può vivere in questa fase. Non tutte le donne hanno gli stessi sintomi e, pertanto, questo trattamento non può essere uguale per tutte. A seconda dei casi, esso dovrà essere diversificato nelle sostanze, nella tipologia di somministrazione e nei dosaggi. La terapia ormonale è un valido supporto per moltissime donne. Non possiamo non sottolineare - come ci ricorda Marco Gambacciani dell’Università di Pisa - (3) “(…) che l’abbandono della terapia ormonale sostitutiva, dopo le malevoli interpretazioni del passato, abbia portato ad un aumento del 77 per cento delle fratture di femore.” In conclusione, ribadisco che la menopausa non va attraversata e subìta distrattamente ma incontrata attentamente, conosciuta. Quello che non conosciamo di solito spaventa più del necessario, mentre la conoscenza permette di cogliere ogni possibilità, spesso con notevoli opportunità e vantaggi. A 45 - 50 anni molte donne sono giunte appena a metà della loro vita, ma possono vivere a fondo anche l’altra metà. www.giuseppecollevecchio.com

* Presidente della Società Internazionale di Endocrinologia Ginecologica * Past-President della Società Internazionale per la Menopausa (1) Congresso Mondiale della Società Internazionale per la Menopausa - Cancùn (Messico) – Giugno 2014 (2) GINECORAMA - numero 3 - giugno 2014 (3) Marco Gambacciani a Menopausa-Italia@yahoogroups.com (21luglio 2014)


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IL PORRINI CAFFE’

CONQUISTA IL PODIO NAZIONALE

I

l Porrini Caffé, storico bar di Roseto degli Abruzzi, dallo scorso 21 settembre vanta un primato: é il primo club in Abruzzo a conquistare due podi nazionali nel campionato di serie D di Freccette modalità Cricket. Uno sport, quelle delle freccette, sconosciuto a molti che vanta in Italia un gran numero di iscritti e di appassionati. Lo scorso 29 i “tifosi” e gli amici in presenza dell’assessore allo sport Mirko Vannucci, si sono riuniti nel noto caffé di Roseto per festeggiare, assieme ai vincitori, i prestigiosi titoli conquistati nella finale di Caorle alla quale hanno partecipato le squadre: “CHE DIO TI FULMINI” conquistando il primo podio con: Pamela Aloisi, Massimiliano Verrigni, Federico Ruggieri, Luca Di Timoteo, Luigi Di Giacomo, e gli “URAGANO-DART Porrinicaffe” raggiungendo un terzo podio nazionale con: Marianna Castaldo, Roberto Porrini, Francesco Bosica, Njcol Bisigniani, Chiara Melchiorre) e molti altri ragazzi abruzzesi che si sono distinti in varie specialità. Come nasce la passione per questo sport e quand’é che il gioco si trasforma in professionismo? “Inizia sempre come un passatempo, al bar o al pub con gli amici, affermano Rusarij Dip & Lorenzo Berilli (vice campioni Italiani di doppio categoria C). Partita dopo partita la tecnica migliora e dalla goliardia del competere con gli amici si passa velocemente a volersi confrontare con i migliori. In Abruzzo sta prendendo sempre più piede, sia tra i più giovani che tra i senior, così da far nascere numerosi club in tutte le province dove poter iniziare a praticarlo con regolarità”. Come tutti gli sport anche le freccette richiedono un allenamento costante e grande dedizione. “L’allenamento periodico e una lunga preparazione alla gara sono fondamentali nel passaggio da passatempo a sport. La tensione pre-gara e l’ansia da prestazione sono i “sintomi” del giocatore, che fanno intuire il passaggio allo step successivo, da appassionato a giocatore”, raccontano Alessandro Potere e Vittorio Mancini (campioni Italiani di doppio categoria B). Venezia e la finale nazionale, per la prima volta e subito sul podio. Come ci si sente ad iniziare da

campioni? “É stata un’avventura fantastica e inaspettata. I due podi nazionali conquistati sono un risultato importante non solo per il nostro club Porrini Caffé ma anche per Roseto che per prima in Abruzzo sale in vetta al campionato italiano.” Riferisce Marianna Castaldo capitano degli URAGANO-DART arrivata al 7° posto ai singoli femminili nazionali C+. Quando si raggiunge un risultato così importante qual é il passo successivo? “L’obiettivo di ogni giocatore di freccette é raggiungere Bolzano, dove si svolge il campionato italiano a squadre, e tornare a casa con il titolo. Per farlo ci vuole un duro allenamento e una forte sinergia tra compagni di squadra, più si é affiatati più si arriva lontano.”ci rivela Pamela Aloisi pluricampionessa e capitano dei LAS VEGAS (vice campioni Italiani 2013 categoria C). É uno sport che evidenzia le capacità personali di concentrazione e precisione. A chi lo consiglieresti? “Questo sport, diversamente da altri, come il calcio e il basket, è praticabile in un semplice pub o bar, e i contrasti fra gli avversari si risolvono senza violenza ma nella maggior parte dei casi con una “birra” al bancone. É uno sport che tutti possono praticare in quanto economico e divertente anche semplicemente per passare una bella serata con gli amici. Non richiede particolari doti fisiche e non fa distinzioni di genere o di età, ha quindi un valore sociale inestimabile che oggi potrebbe essere di esempio.” Alla serata hanno partecipato altri campioni di freccette provenienti dall’ Abruzzo: Alessandro Potere & Vittorio Mancini campioni Italiani di doppio categoria B; Rusarij Dip & Lorenzo Berilli vice campioni Italiani di doppio categoria C; Angelica Di Fulvio 3° classificata doppio categoria femminile c+;Giuseppe Di Rocco campione Italiano singolo categoria C;Denise Di Paolantonio 3° classificata singolo femminile under 16; Chiara Fornaro Rappresentante Nazionale Femminile 2013; Domenico del Governatore Campione Provinciale/Regionale singolo 2013 Categoria B; Tino di Michele Campione Provinciale 2014 Singolo 2014 categoria A; Marco Arrà e Falerio de Minicis responsabili FIDART.

Intervista condotta da Renato D’Angelo in collaborazione con Duilio Ballatore


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Assemblea dei Testimoni di Geova in lingua romena

Sabato 1° Novembre 2014 :

presso la Sala delle Assemblee dei Testimoni di Geova in Via Nazionale 649 a Roseto degli Abruzzi si terrà l’assemblea di Circoscrizione dei Testimoni di Geova in lingua romena. Il tema dell’assemblea sarà “Cerchiamo la pace e perseguiamola” tratto dalla scrittura di 1 Pietro 3:11. (Căutați pacea și urmăriți-o 1 Petru 3:11). Il programma inizierà alle 9,40. Alcuni degli argomenti sviluppati saranno “La pace di Dio [...] sorpassa ogni pensiero”: in che modo?” e “Ragazzi, perseguite la pace” e “Promuovere la pace reca gioia”. (Cum ‘întrece pacea lui Dumnezeu orice gândire’?

Dona anche tu un pò di

sangue!

și Tineri, urmăriți pacea! și Cei ce promovează pacea sunt bucuroși). Tutti i romeni sono invitati a intervenire. L’ingresso sarà libero e non si faranno collette. Per conoscere tutti i dettagli del programma cercate su www.jw.org/ro/publicatii/ Nella nostra zona i Testimoni di Geova organizzano settimanalmente adunanze in lingua romena. A Morro D’Oro in Via Pertini 11 presso la locale Sala del Regno, ogni domenica alle ore 15.00 viene pronunciato un discorso biblico in lingua romena. Congregazioni e gruppi di studio in lingua romena si trovano anche a Montesilvano, Chieti, L’Aquila e Centobuchi.

AVIS Comunale di Roseto Via Calabria, 7 – Roseto degli Abruzzi e-mail: avisroseto@gmail.com Cell. 329/7230960 Apertura sede ogni lunedì dalle ore 11,00 alle ore 12,00


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MARATONINA COLOGNESE

CONTRO LA FIBROSI CISTICA Un successo l’evento organizzato dall’associazione sportiva dilettantistica Atletica Cologna Spiaggia, XXV Trofeo Annalia Rongai, I Trofeo Aldo Patacca, terza camminata colognese. Raccolti 600 euro destinati all’Università di Chieti per la ricerca contro la fibrosi cistica

1° assoluto

H

anno partecipato in 230 alla maratonina competitiva colognese (8 chilometri), mentre oltre 150 gli studenti delle scuole del territorio con età inferiore ai 15 anni che hanno voluto cimentarsi nella corsa. Interessante anche la partecipazione femminile. La manifestazione, organizzata dall’Atletica Cologna Spiaggia, è stata un vero successo. Da 25 anni questa gara viene intitolata alla dottoressa Annalia Rongai, scomparsa prematuramente. Mentre per la prima volta è stato organizzato anche il trofeo Aldo Patacca, runner colognese, sportivo a 360 gradi, anche lui scomparso prematuramente poco più di un anno fa. Quest’anno gli organizzatori hanno voluto abbinare alla gara anche un’iniziativa benefica, raccogliendo fondi da destinare all’Università di Chieti per la ricerca contro la fibrosi cistica. L’Atletica Cologna Spiaggia destinerà 600 euro, che sono il frutto raccolto grazie a questa iniziativa, alla lotta contro questo male che colpisce soprattutto i bambini. E’ stata una vera e propria festa che verrà ripetuta ora il prossimo anno, abbinando allo sport anche la solidarietà.

1° donna


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Dal 7° Trofeo di Nuoto Città di Pineto

una donazione per Abilbyte La consegna dell’ASSEGNO

I

l Gruppo “Spatangus”, organizzatore del 7°Trofeo di Nuoto Città di Pineto, realizzato con il patrocinio del Comune della Città di Pineto e con il sostegno di vari sponsor, ha donato euro 5.000,00 a favore dell’Associazione di Volontariato di Utilità Socio-informatica “Abilbyte”. La somma ricavata è stata il frutto del lavoro e del supporto degli organizzatori, degli sponsor, dei sostenitori e dei moltissimi atleti che hanno partecipato con entusiasmo alla manifestazione, nuotando in mare aperto, dalla zona limitrofa alla piattaforma “Fratello Cluster” fino alla

terra ferma, nonché al ricavato della vendita del Crucilibro, una raccolta di 100 cruciverba creati per l’occasione da Airfranz (Francesco Airoldi). Bracciate di solidarietà che hanno portato al raggiungimento di questo splendido risultato, che sarà utile all’Associazione “Abilbyte” per l’acquisto di ausili informatici per persone con difficoltà motorie o di comunicazione e consentire così l’accesso al personal computer grazie a dispositivi ottici, tastiere speciali dai tasti colorati e dalle forme più diverse, tastiere braille ultraveloci, mouse particolari e super-ergonomici

ed in particolare un prezioso puntatore oculare. “Ogni anno il Trofeo di Nuoto Città di Pineto regala emozioni splendide e cresce esponenzialmente creando un’onda di solidarietà di cui siamo orgogliosi e fieri - ha dichiarato Cristina De Tullio del Gruppo SPATANGUS - Grazie a tutti gli atleti che hanno partecipato e che hanno reso possibile il raggiungimento di una cifra così alta da donare, grazie al Sindaco Robert Verrocchio e all’Amministrazione che ha patrocinato e supportato fattivamente l’evento, grazie all’Associazione Pinetese Commercianti e Artigiani, grazie agli Spatangus perché siamo tutti maglie della stessa meravigliosa catena, grazie a Francesco Airoldi per il Crucilibro e grazie a tutti coloro che hanno contribuito e preso parte al Trofeo”. “È un onore ricevere dal Gruppo Spatangus questa ingente somma per il 4° anno consecutivo - ha sottolineato Manolo Pelusi, presidente dell’Associazione Abilbyte ONLUS, che ha spiegato - Utilizzeremo la somma donata alla fiera Handimatica di Bologna, per acquistare dopo due anni di raccolta fondi il costoso puntatore oculare. Ringraziamo di vero cuore il gruppo Spatangus, i creatori del Crucilibro, e tutti i partecipanti di questa bellissima manifestazione sportiva, che coniuga sport e solidarietà”. “Voglio ringraziare ancora una volta l’associazione Spatangus per la splendida iniziativa che ha saputo coniugare sport e sociale, che saranno due temi su cui la nostra città si impegnerà a fondo a partire da questo autunno - ha dichiarato il Sindaco di Pineto Robert Verrocchio - Nel campo del sociale, insieme all’assessore Daniela Mariani, in questi tre mesi abbiamo fatto, su tanto stiamo lavorando e dalla prossima settimana cominceremo a visitare come amministrazione le nostre più importanti associazioni,. Ovviamente parleremo con Abylbite per trovare loro una sede idonea per il loro impegno”.


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Fotografare è porre sulla stessa linea di mira la mente, gli occhi ed il cuore. È un modo di vivere. Henry Cartier-Bresson

fotografia

Se volete pubblicare una vostra foto particolare inviatela a fotografia@eliodascenzo.it

Autore: Rebecca Bucci Titolo di studio: Diplomata al Liceo Classico Titolo DELL’OPERA: Open the window Luogo: Roseto degli Abruzzi Apparecchiatura:Nikon D60 - Obiettivo Nikkor 50 MM 1.8 G Elaborazione: Adobe Photoshop CS6 Parametri di SCATTO: Lunghezza focale: 50 mm 1/4000 sec f:5,6 - ISO 1600 misurazione media a prevalenza centrale

di ELIO D’ASCENZO

L’AUTORE RACCONTA...

Da quattro anni, ogni mattina dopo essermi alzata, sollevo la tapparella della mia stanza e scopro lentamente la parete bianca, sporcata dalla sabbia e dalla salsedine portate dal vento, della casa di fronte. Rallento il movimento della persiana e svelo pian piano quel che la quotidianità mi ha reso ormai prevedibile aspettarmi: una piccola, solitaria finestra chiusa. L’osservo, e per un istante ho l’impressione che ricambi lo sguardo incuriosito con cui la fisso. Ma la vita è frenetica, non ti concede che brevi momenti meditabondi, così non mi resta che allontanarmi, un po’ contrariata, per cominciare la mia giornata. Dopo pranzo mentre i raggi prepotenti del sole mi costringono ad accostare le tende della mia camera, l’occhio cade fuori, oltre la ringhiera, su quella parete. La rivedo lì, chiusa, abbastanza vicina ma con un’aria così remota. Le ore scivolano via, la sera mi avvicino all’interruttore della tapparella e nella luce fioca del lampione sulla strada lei è ancora lì, sola, raccolta. La guardo assorta per pochi secondi prima di abbassare definitivamente la serranda: chissà cosa mi nascondi. Sorrido, c’è quasi intimità fra noi. Del resto, dopo quattro anni... “C’è solo una finestra chiusa e tutto il mondo fuori. E un sogno di ciò che potrebbe essere visto se la finestra si aprisse.” (F. Pessoa)

Tre finestre in un’unica immagine! La prima è quella dell’occhio e del cuore di Rebecca, la seconda è la finestra attraverso la quale è stata scattata e la terza è quella centrale, il soggetto principale. Nel taglio dell’inquadratura qui ci si poteva veramente sbizzarrire. In questo caso l’autrice ha deciso per quello più convenzionale (e ci può stare), anche se personalmente avrei posizionato il soggetto perfettamente al centro della scena (manca proprio poco)! Molto bello il gioco di luci e ombre, la diagonale in alto a sinistra che attraversa in modo perfetto l’angolo in alto della persiana, creando a sua volta un altro triangolo sulla finestra. Uno scatto quindi molto grafico, pulito e lineare. A mio avviso, non avrei incluso nell’inquadratura i fiori o piante in basso. Considerando la luce della scena andava evitata la regolazione ISO a 1600, così da ottenere un immagine con meno rumore nelle zone d’ombra e molto più definita. Brava Rebecca quindi, per la sensibilità visiva! Da migliorare la parte tecnica ma… con uno scatto al giorno, dai! Provare, creare...


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1 anno

EROS

7 ottobre

“ IL TUO SORRISO CI RIEMPIE OGNO GIORNO DI FELICITA’” Tuo fratello Gioele, mamma e papà, e i nonni Rosi e Mario, Enrico e Franca.

Battesimo

Lorenzo

21 settembre

Tanti auguri al mio angioletto per il suo battesimo. Dalla tua sorellina Desirèe che ti vuole un mondo di bene.

30 anni

Daniela

28 settembre

Il tempo passa, ma non essere triste, su di te ha un effetto stupendo: sei sempre la mamma più bella di tutte.Tanti auguri da Desirèe e Lorenzo.

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Direttore Editoriale WILLIAM DI MARCO

21 settembre

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IMPAGINAZIONE E GRAFICA: ANDREA MARZII andreamarzii@ymail.com COORDINAMENTO TECNICO: MASSIMO BIANCHINI (TEL. 329 9480823) FOTO: ELIO D’ASCENZO, EDITORE: EIDOS News S.r.l.

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