Eidos news 220 x il web

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Quindicinale iscritto al registro della Stampa presso il tribunale di Teramo n. 13/03 del 22/05/03

ANNO 8 N.220 prossima uscita 20 Dicembre

La filiale di Scerne di Pineto sarĂ operativa dal 12 Gennaio


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Foto copertina e redazionale: Elio D’Ascenzo

Banca del Vomano

una mano a famiglie, artigiani, commercianti e piccole imprese Il primo sportello sarà operativo dal 12 gennaio 2015, a Scerne di Pineto dove ci saranno gli uffici della presidenza e della direzione generale. Tra 18 mesi prevista l’inaugurazione anche di una filiale a Montorio al Vomano. Un sogno che si realizza per il parlamentare Giulio Cesare Sottanelli che nel 2009, assieme ad altri amici ed imprenditori della vallata del Vomano, diede vita al comitato promotore. Nel 2011 si è ufficialmente costituita la banca che nell’aprile scorso ha ottenuto le autorizzazioni da Bankitalia. Il nuovo istituto di credito punta a valorizzare il territorio con il federalismo applicato alla finanza

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na banca che dà poco a tanti e non tanto a pochi. E’ questa la filosofia con cui è nata la Banca del Vomano che il 13 dicembre prossimo sarà ufficialmente presentata a soci, istituzioni e cittadini nella sede di Scerne di Pineto, mentre l’apertura dello sportello al pubblico, è prevista per il 12 gennaio 2015. E fra 18 mesi circa ci sarà anche l’apertura di una seconda filiale, a Montorio Al Vomano. Appartenente al gruppo del Credito Cooperativo, la Banca del Vomano ha sposato una filosofia molto chiara: particolare attenzione alle famiglie, alle piccole imprese, agli artigiani, a chi garantisce, insomma, il motore dell’economia di un intero territorio come quello della Vallata del Vomano che verrà valorizzato grazie alla sua ricchezza, fatta di gente che lavora, che punta ancora al piccolo risparmio. Chi ha creduto in questo progetto sin dall’inizio, e che oggi anche con un pizzico di orgoglio riveste la carica di presidente del Consiglio di Amministrazione, è il parlamentare rosetano Giulio Cesare Sottanelli che assieme ad alcuni amici, nel novembre del 2009, diede vita al comitato promotore. Oggi la Banca del Vomano conta 1719 soci, con un capitale sociale di oltre 5milioni di euro. Ma il numero è destinato ancora a crescere tenuto conto che la sottoscrizione delle quote va avanti. Nel 2014 sono arrivate le autorizzazioni da Bankitalia e da quel momento in poi la macchina si è messa in movimento. Tra i soci fondatori, con incarico da vice presidente, c’è il cavalier Ercole Cordivari, imprenditore locale, attuale presidente di Confindustria Teramo. Prima l’esperienza all’estero, poi il ritorno nella sua terra, creando un piccolo impero che garantisce lavoro a tantissime famiglie. Ha investito nella vallata del Vomano e a distanza di anni Cordivari, aderendo al progetto, ha voluto dare un segnale forte, tangibile sull’importanza di lavorare per questo territorio. “Il nostro obiettivo sarà proprio quello di aiutare questo magnifico territorio”, ha sottolineato Cordivari, “non è stato facile arrivare a realizzare questo sogno perché nel frattempo sono cambiate anche le normative. Ma alla fine ce l’abbiamo fatta”. Esiste un piano industriale dell’istituto di credito che prevede per la prima volta il vero federalismo applicato proprio alla finanza. Intanto un aspetto che va sottolineato è questo: le ban-

che del Credito Cooperativo hanno come da statuto l’obbligo di reinvestire gli utili sul territorio, evitando, come accade per altri istituti di credito, che essi vengano assorbiti all’estero. Il 70 per cento degli utili, infatti, servirà per rafforzare il patrimonio della Banca del Vomano, mentre il 30 per cento per finanziare progetti che riguardano la cultura, il sociale e l’ambiente. E la Banca del Vomano punterà molto sul sociale. “E’ stato un lavoro non facile”, spiega il presidente Giulio Cesare Sottanelli, “credo sia stata una delle esperienze che più di ogni altra ha richiesto dispendio di energie, attenzione, tempo, soprattutto è stata necessaria tanta passione e competenza. Sono orgoglioso della squadra che ha permesso di trasformare un sogno in un progetto vero. Dobbiamo ora farlo crescere in modo sano, custodirlo con cura, rendendolo vero motore di ripresa e sviluppo per il nostro territorio, affinché il sogno divenuto realtà sia, a sua volta, strumento per la realizzazione delle aspettative, delle speranze di soci e clienti. Se riusciremo a rispettare il nostro piano industriale, punteremo a capillarizzarci in tutta la vallata”. Oltre al presidente Sottanelli e al vice Cordivari, fanno parte del CdA Domenica Arangiaro, Carlo D’Atiutorio, Gianni Dell’Orletta, Giustino Di Filippo, Gabriele Di Simone, Aurelio Malvone, Gaetanino Paolone, Maurizio Polisini, Roberto Vallarola. Il collegio sindacale è composto dal presidente Franco De Nigris, dai sindaci Donato Del Sole e Manuel De Nicola e dai sindaci supplenti Marco D’Alfonso ed Enrico Gambini. Per il collegio dei probiviri sono stati nominati Luciano D’Amico (presidente), Gabriele Di Giuseppe, Gianfranco Delli Compagni. Probiviri supplenti Pietro Palozzo e Giancarlo Lucci. Nove i dipendenti, tutti con esperienza qualificata e provenienti dal mondo bancario, con incarichi acquisiti nel tempo che dal 12 gennaio 2015 saranno a disposizione della nuova clientela. Direttore generale è stato nominato Lamberto Di Pietro che ha un’esperienza navigata con aziende internazionali e nazionali. La Banca del Vomano offrirà tutti i servizi che un qualsiasi istituto di credito può mettere sul campo per rispondere alle esigenze di soci e clienti. Essendo un istituto no profit non c’è la logica del dividendo, ma ai soci verranno riconosciuto dei profili in termini di vantaggi e condizioni.


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Una nuova sede per

il Polo Liceale

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na nuova sede per il Polo Liceale “Saffo” di Roseto. La chiedono gli insegnanti, la vogliono gli studenti. L’argomento è stato affrontato nel corso di un incontro che il sindaco Enio Pavone ha avuto in Comune con una delegazione di rappresentanti e studenti del Polo Liceale, guidata dal dirigente scolastico Viriol D’Ambrosio e dal professor Berardo Rabbuffo, composta dai rappresentanti del Comitato Studentesco, Mattia Narcisi, Jacopo Muratori, Vincenzo Iannaccone, Davide Di Giammatteo e Filippo Testa, dai rappresentanti della Consulta Provinciale degli Studenti, Matteo Celani e Matteo Di Giuseppe e dalla studentessa Silvia Candelori. La riunione, voluta dai ragazzi, è servita per affrontare la questione proprio inerente la realizzazione di una nuova sede, più idonea alle esigenze del

Se ne parla ormai da tempo e nei giorni scorsi il sindaco Enio Pavone ha incontrato una delegazione del “Saffo” per iniziare a discutere delle varie ipotesi di realizzazione di un nuovo e moderno complesso scolastico

Polo Liceale e dei suoi studenti. Il professor D’Ambrosio ha illustrato le numerose ed importanti attività scolastiche, e non, svolte dallo storico istituto rosetano, che con oltre mille studenti provenienti da buona parte della provincia, è tra i più grandi ed importanti del territorio. Da qui la necessità, ribadita con forza da studenti e docenti, di costruire al più presto una nuova sede, in grado di venire incontro alle nuove esigenze formative e che consenta di espletare le molteplici attività didattiche che il Polo Liceale offre al momento ai suoi iscritti. Dal canto suo il primo cittadino rosetano si è impegnato a rappresentare alla Giunta ed alla maggioranza le problematiche segnalate e la proposta avanzata da studenti e docenti che hanno individuato un terreno, di circa un ettaro e mezzo, nella zona nord di Roseto, dove si potrebbe realizzare il nuovo polo sfruttando

i finanziamenti stanziati dal Governo Renzi, grazie all’iniziativa del Decreto Legge “La buona scuola”, relativi alla voce “scuole nuove, belle e sicure”. “Il Polo Liceale “Saffo” è una grande ricchezza per il nostro territorio”, ha detto il primo cittadino rosetano, “siamo al fianco degli studenti e del corpo docenti nel progetto di realizzare una sede più idonea, bella e funzionale e che consenta di sfruttare a pieno le potenzialità che questo Istituto offre ai ragazzi. Come promesso alla delegazione valuteremo assieme le loro proposte al fine di trovare la location più adatta per il bene loro, della città e dei tanti studenti che vengono da fuori Roseto e, a quel punto, sono certo che lavoreremo tutti assieme, anche con la collaborazione dell’amministrazione provinciale di Teramo e della Regione Abruzzo, per reperire, a tutti i livelli, i fondi necessari per realizzare questa importante opera”.


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Coltivare la terra

per combattere la crisi A Roseto il vice sindaco Maristella Urbini si è fatta promotrice di una interessante iniziativa: recuperare tutti quei terreni incolti dando la possibilità a famiglie bisognose di lavorarli. Chiesta la disponibilità dei proprietari delle aree. La proposta piace al parroco di Montepagano, don Roberto Borghese, che sarebbe riuscito ad avere l’okay già per circa 3 ettari di appezzamenti

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iutare le famiglie bisognose dando loro la possibilità di coltivare quei terreni attualmente abbandonati dai proprietari. L’idea è stata lanciata dal vice sindaco di Roseto Maristella Urbini che ogni giorno ha a che fare con richieste di aiuto da parte di persone sempre più in difficoltà. C’è chi fa fatica a mettere assieme il pranzo con la cena, chi è costretto a rivolgersi alle mense della Caritas. In questo modo, dando la possibilità di coltivare un piccolo appezzamento di terreno verrebbe garantita una produzione di ortaggi e verdure per il fabbisogno quotidiano. La proposta piace e sta riscontrando ampi consensi. Negli ultimi giorni la Urbini, che ha la delega all’agricoltura, è stata contattata da alcune persone che vorrebbero mettere a disposizione il proprio appezzamento incolto per un comodato gratuito. Non solo, ma dopo aver pubblicizzato la proposta, c’è chi, senza lavoro, si è offerto per lavorare nei campi o comunque ha chiesto di conoscere quale iter seguire per poter essere inserito in una graduatoria per l’assegnazione di un piccolo lotto agricolo da coltivare. “Non pensavo che questa nostra proposta potesse avere un riscontro così importante”, ha commentato il vice

sindaco, “ne sono felice perché è un ulteriore stimolo per portare avanti il progetto. Anche dovessimo riuscire ad aiutare una sola famiglia, avremmo comunque raggiunto un obiettivo. Il momento è difficile per tutti, ma lo è ancora di più per chi non ha un lavoro, per chi ha una famiglia da mantenere”. Attualmente sono disponibili circa 3 ettari di terreno che dovranno essere suddivisi in lotti per essere poi assegnati attraverso un bando pubblico. Una grossa mano la sta dando anche il parroco di Mon-

tepagano, don Roberto Borghese, che si è messo in contatto con i proprietari di terreni attualmente incolti o abbandonati. “La formula è quella del comodato gratuito per un periodo limitato che dobbiamo ancora stabilire”, ha aggiunto la Urbini, “Penso che in un periodo così difficile, tornare alle vecchie tradizioni sia molto importante. A Roseto non sono poche le famiglie che stanno attraversando un momento particolarmente difficile. E il numero, purtroppo, sembra destinato ad aumentare”.

Il vice sindaco di Roseto Maristella Urbini


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Cologna Spiaggia

piazza Redipuglia si rifà il look Parte il progetto di riqualificazione dell’area che prevede anche la realizzazione della palestra e di un nuovo parco pubblico. Costo dell’operazione circa 700mila euro e rientra nell’accordo di programma con la Cooperativa Futura che ha realizzato un nuovo complesso residenziale in via Defense

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na palestra accanto alla scuola e un parco pubblico laddove un tempo c’era il vecchio edificio scolastico, abbattuto circa un anno fa. La Giunta Municipale di Roseto ha dato il via libera al piano di intervento che prevede nel complesso anche il recupero e l’ammodernamento di piazza Redipuglia a Cologna Spiaggia, in base all’accordo di programma sottoscritto anni fa con la Cooperativa Futura, la stessa che ha ultimato la costruzione di un nuovo complesso residenziale, con oltre 90 appartamenti, sempre a Cologna, nella zona di via Defense. A gennaio la stessa impresa costruttrice delle nuove palazzine provvederà, proprio in base all’accordo di programma, al recupero della piazza e alla costruzione della nuova palestra. Si tratta di opere per la verità attese da almeno tre anni, ma solo ora è stato dato il via libera dopo che l’ufficio tecnico, su istanza della maggioranza politica, ha elaborato una variante, con cam-

bio di destinazione d’uso, per consentire di costruire la palestra (ma sono previsti anche locali per le attività delle associazioni culturali) dove oggi sorge il parco pubblico. Il progetto originario, elaborato nel periodo in cui sindaco era Franco Di Bonaventura, non era mai piaciuto ai residenti in quanto prevedeva la realizzazione della palestra dove un tempo sorgeva la vecchia scuola, a ridosso di piazza Redipuglia. Con l’insediamento della nuova amministrazione, l’assessore alla pubblica istruzione Alessandro Recchiuti si fece promotore di un incontro con i cittadini di Cologna che suggerirono la nuova ipotesi. Il parco pubblico, quindi, verrà semplicemente “trasferito” nell’area della vecchia scuola (oggi resta solo un ampio spazio con qualche maceria), mentre, come del resto era più logico, la struttura che accoglierà anche la palestra verrà costruita accanto al moderno edificio scolastico, in via dei Campi, dove appunto c’è un giardino pubblico. “Siamo soddisfatti di que-

sta scelta”, ha commentato l’assessore Recchiuti, “sicuramente più funzionale rispetto alla precedente soluzione. Inoltre l’intero progetto prevede la riqualificazione dell’intera piazza che diventerà un luogo pulsante per la Cologna Spiaggia”. Previsto un investimento di 700mila euro ed entro un mese e mezzo inizieranno i primi interventi che partiranno dalla riqualificazione della piazza. “Il progetto che abbiamo approvato va incontro alla volontà dei cittadini di Cologna Spiaggia”, ha puntualizzato l’assessore ai lavori pubblici Fabrizio Fornaciari, “innanzitutto la collettività avrà a disposizione, finalmente, una palestra confortevole, di dimensioni consone, ed a norma, per praticare le varie discipline sportive e la frazione avrà uno spazio funzionale alle varie esigenze di sportivi, ragazzi e non. Poi, grazie alla nuova piazza, la cittadinanza avrà l’area che merita per la socializzazione e l’aggregazione”. Nelle prossime settimane verrà organizzata un’assemblea pubblica per illustrare il progetto ai cittadini.

Roseto, sabato la presentazione del libro “

La nostalgia dell’acqua” di Antonio Masseroni

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abato 6 Dicembre alle ore 17, nei locali della Villa Comunale di Roseto, verrà presentato il romanzo di Antonio Masseroni, dal titolo “La nostalgia dell’acqua”, edito dalla Artemia Edizioni. Interverrà come relatore il prof. Elso Simone Serpentini. Modera Luisa Ferretti. Letture di Nora Ruggieri. Antonio Masseroni è un giovane autore di Roseto degli Abruzzi, da sempre amante della lettura, scopre recentemente un forte amore per la scrittura. Spinto da questa nuova vena espressiva, dà vita in breve tempo a diversi progetti di roman-

zi e racconti. “La nostalgia dell’acqua” è la sua prima opera edita. “La nostalgia dell’acqua” è un romanzo che proietta il lettore in un mondo dalle tinte innaturali, in bilico tra fantasy e fantascienza. Le storie dei personaggi si dipanano in uno scenario che miscela, in modo avvincente, elementi del futuro e del passato. Sullo sfondo si annida una terribile epidemia che ha sconvolto per sempre il pianeta; in primo piano ci sono gli uomini, che cercano con ogni mezzo di ritrovare le proprie emozioni perdute. L’evento è organizzato da Artemia Edizioni con il patrocinio del Comune di Roseto.


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Vandali in

via Latini Divelte insegne di negozi, danneggiate alcune fioriere e i carrelli per la sistemazione di cartoni da imballaggi. Non è la prima volta che si registrano episodi del genere. Da tempo commercianti e abitanti della zona chiedono maggiori controlli.

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ra già accaduto in passato. E a nulla sono valse le proteste dei commercianti perché qualche notte fa i vandali sono tornati in azione in via Latini, nella zona centrale di Roseto. Hanno distrutto l’insegna luminosa di un negozio, “Big & Small” e scardinato i carrelli che vengono utilizzati per sistemare il cartone degli imballaggi, in attesa della raccolta differenziata. Il problema degli atti vandali, commessi probabilmente da ragazzi della zona sotto l’effetto di alcol o droghe, riguarda anche la vicina piazza Dante. In passato ci sono state diverse segnalazioni da parte dei residenti che hanno richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e del Comune per risolvere il problema. Recentemente, inoltre, si sono registrati atti vandalici anche a danno di strutture ricettive sul mare. Muri imbrattati con vernice di bombolette spray, strappati i teloni utilizzati per coprire gabbiotti e spazi che vengo aperti al pubblico in

estate. In via Latini e in piazza Dante gli abitanti si lamentano anche degli schiamazzi notturni, soprattutto nel fine settimana. Schiamazzi che vanno avanti sino alle 3 o alle 4 del mattino. Servirebbero dunque dei controlli maggiori per mettere un freno a chi pensa di divertirsi la sera combinando solo guai. Il Comune di Roseto tempo addietro aveva presentato un progetto in Regione per ottenere un finanziamento per installare in città, nei punti strategici come dinanzi alle scuole, nelle piazze, nei parchi, delle

telecamere per la videosorveglianza. Il progetto non ottenne la copertura finanziaria (complessivamente sarebbe servito un investimento di circa 120mila euro) in quanto mancavano dei documenti che gli uffici avrebbero dovuto allegare. Ci sarebbe però la possibilità di ripresentare il progetto per il 2015. Almeno venti i punti in cui bisognerà installare le telecamere che avranno una funzione soprattutto preventiva e pertanto deterrente. Ma nel frattempo è necessario aumentare i controlli.

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Uniti per difendere

gli asili nido

L’iniziativa ha raccolto l’adesione di molti genitori che hanno firmato la petizione per fare in modo che la legge ferma in Senato possa essere finalmente approvata. Il provvedimento garantirebbe una prosecuzione delle attività ludico-didattiche per i bambini della fascia di età 0-6 anni

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na festa di colori, di palloncini lasciati liberi di salire in cielo. Un successo la manifestazione organizzata negli spazi della Villa Comunale di Roseto dalla Cooperativa I Girasoli e dalla Croce Rossa Italia, con la collaborazione dell’amministrazione locale, per raccogliere le firme e fare in modo che la legge sugli asili nido e la prosecuzione con la scuola dell’infanzia venga finalmente approvata. In tanti hanno aderito all’iniziativa, nella speranza che la petizione possa avere un effetto immediato su chi dovrà dare il via libera alla nuova legge, che rappresenta un validissimo strumento per garantire qualità dei servizi e un’attività ludico-didattica di assoluto livello. “Questa raccolta di firme”, ha ricordato l’assessore alla pubblica istruzione Alessandro Recchiuti, “è per sensibilizzare chi deve fare in modo che questa legge vada avanti, che venga quindi approvata. Si tratta di uno strumento che consente di assicurare una prosecuzione nelle attività ludico-didattiche nella fascia di età 0-6 anni”. I bimbi accompagnati dai loro genitori o dai nonni si sono divertiti, hanno giocato, hanno potuto inoltre dare sfogo alla loro energia e alla loro creatività. Hanno partecipato in tanti, confermando il successo dell’iniziativa. La legge in questione dovrebbe garantire quindi un rinnovamento a livello nazionale. Ma la nostra Regione da questo punto di vista ha già un proprio ordinamento, delle leggi che favoriscono le attività degli asili nido. L’Abruzzo da questo punto di vista è molto avanti, servono gli strumenti giusti. E questa legge, la 1260, è un validissimo sostegno. Preoccupa il fatto che è stagnante in Senato nonostante sia stata presentata già da un pezzo.


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13 a cura della redazione Cerchi Concentrici Promotor In questo numero (43° in assoluto e 12° del IV anno) in prima pagina c’è una importante celebrazione. «Dopo cinquant’anni dalla nascita dell’”Autostrada del Sole”, che ha unificato il nostro Paese, ora bisogna pensare al futuro a due ruote, con “La sinuosa strada italiana della bellezza”»: il sottotitolo riporta che Il complesso viario inaugurato nel 1964 è stato un modo molto lungimirante per dotare di nuovi strumenti una Nazione in difficoltà dopo la II Guerra Mondiale. Ora bisogna pensare a un progetto organico e continuativo: realizzare una pista ciclopedonale capace di lambire tutta la costa italiana. A seguire c’è lo spazio dedicato a una tesi di laurea magistrale, a firma della dott.ssa Simona Ruggieri, che ci spiega «La nutrizione nel mondo dello sport è molto importante», in cui la redazione specifica Pubblichiamo l’introduzione di un lavoro molto interessante riguardante la tesi di laurea dal titolo “Effetto di un counseling nutrizionale sulla composizione corporea e su alcuni marker metabolici in calciatori professionisti”. La discussione è avvenuta il 26 marzo 2014 alla facoltà

Chorus di dicembre è in edicola di “Scienze Agrarie e Alimentari”, corso di laurea in “Alimentazione e Nutrizione umana” presso l’Università Statale di Milano, con relatore Patrizia Riso e correlatore Patrizio Ripari. Infine ci sono due articoli di Ugo Centi, direttore di Controaliseo. Nel primo intitolato «Quando si applicava uno stile!» si parla di un aspetto architettonico riguardante la nostra zona: La chiesa di S. Gabriele dell’Addolorata di Cologna Spiaggia, nella sua semplicità, ha uno stile che nel tempo l’architettura italiana ha smarrito. E se invece cogliessimo quelle indicazioni ancora utili per utilizzarle in una modernità spesso senza anima?. Nel secondo si torna a parlare di ambiente con «C’era una volta il Borsacchio» per poi sottolineare Ci si chiede che fine abbia fatto la Riserva Naturale del Borsacchio. La domanda ha un sapore più amaro se si considera che nel piano naturalistico che va dal Cerrano ai Trabocchi c’è un “buco nero”. È facile intuire di cosa stiamo parlando... Il giornale è disponibile: a) sul sito www.williamdimarco.it, cliccando “Riviste” nel menù in alto, poi Chorus e poi ancora n° 43; b) sul sito www.eidosnews.it, nella sezione “Leggimi”. Per riceverlo a casa basta segnalare il proprio indirizzo di posta elettronica a chorus@williamdimarco.it.


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Ma il muschio vero si usa ancora nei presepi? Forse stiamo parlando di altri tempi, ma vale la pena ricordare un po’ i rituali di quando molte persone (oggi mature, eufemismo grato ai più) erano bambini. Nel momento in cui stava per scoccare l’ora del periodo natalizio - che allora avveniva almeno dopo l’Immacolata, cioè l’8 dicembre, mentre oggi le pubblicità quasi si accodano alla fine delle vacanze estive per anticipare la concorrenza nelle offerte! - ci si attrezzava per andare sulle colline e raccogliere i tappeti, alle volte veramente di grandi dimensioni, fatti di muschio, quello bello alto e compatto. Quei piccoli manti erano sufficienti per coprire le zone davanti la capanna e quelle a bordo della strada principale. Poi, se si aveva fantasia e tempo, si utilizzava il verde per le colline e le case sparse in giro per quella che doveva essere la campagna. Successivamente arrivarono i prodotti sintetici e così il muschio cominciò a essere venduto in busta. Era di derivazione plastica, ma almeno non dovevi andare a infangarti in quelle zone esposte a nord, dove questo tappetino cresceva con più facilità. Pertanto vedere in questi giorni una ragazzina china sulla pavimentazione a sud del lungomare raccogliere con una spatola dei pezzi di muschio ci è apparsa una cosa inusuale, se non addirittura fuori dal tempo. “Come mai?” è stata la domanda. La risposta è risultata più appagante: “Perché il muschio dei negozi non è affatto vero... e si vede”. Conclusione: “Brava e continua così!!!”.

L’albero ha un ramo staccato... ma ancora appeso. Dove? Nella scuola di via Veronesi In questo periodo è tipico vedere all’opera operai nell’intento di potare le piante. La stagione è quella giusta e i rami - spesso raccolti da altre persone, specialmente se parliamo di aree pubbliche - servono per alimentare il camino. Quindi l’operazione è questa: si taglia, le fronde cadono e poi c’è chi è addetto all’asporto. Invece nella Scuola dell’Infanzia di via Veronesi il ramo è rimasto in alto e risulta essere anche pericoloso. Va bene per le pigne che non sono state fatte cadere e che potrebbero essere rischiose, ma il ramo che non viene tolto è un bel po’ grave. E i genitori? E il personale della scuola? Hanno fatto il loro dovere, segnalando l’inconveniente non solo agli operai, ma direttamente in Comune all’apposito assessorato. La risposta sapete quale è stata? “Provvederemo”. Ma se il ramo è ancora lì, è tutto dire.

Tanta gente presente al vernissage del libro “Guarda il mondo con il cuore” Lo scenario è stato indovinatissimo, vale a dire l’Hotel Villa Paris. Poi c’erano molteplici persone, molte delle quali provenienti dal mondo della scuola. Così la prof.ssa Franca Prosperi domenica 23 novembre ha potuto dare il meglio, anche in termini organizzativi, per presentare alla collettività il suo libro dal titolo Guarda il mondo con il cuore, il cui sottotitolo “Poesie, filastrocche e girotondi per piccoli e grandi” spiega bene l’intento dell’autrice. Sono intervenute Maria Gabriella Di Domenico (dirigente scolastico all’Istituto Comprensivo I di Roseto) e Maria Cristina De Nicola (dirigente tecnico dell’Ufficio Scolastico Regionale dell’Abruzzo), le quali hanno parlato sia dell’excursus scolastico della Prosperi sia del linguaggio utilizzato nelle varie poesie. Interessanti e graditi sono stati anche gli interventi di: Eleonora Di Cintio (soprano) e Massimo Di Gaetano (chitarra), che hanno proposto musiche di Mozart; gli attori Luigi Falcone e Luisa Di Luigi, accompagnati alla chitarra da Fabrizio Medori, i quali hanno declamato alcune poesie del libro. Una bellissima serata di contaminazione artistica.


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I Ragazzi di una volta 18 Una battuta di caccia in Bosnia


ROSETO

CI PIACE

Torna la Mostra dei presepi tradizionali rosetani Tornano per il settimo anno consecutivo in Via Rossetti 35 i due presepi artistici di Giorgio Poliandri e di papà Vittorio col figlio Luca Mariani. A partire dall’8 dicembre fino al 15 gennaio, dalle ore 16 fino alle 19:30, sarà possibile fare visita gratuitamente alla “Mostra dei presepi tradizionali rosetani”, tappa ormai obbligata delle vacanze di Natale degli abitanti di Roseto e zone limitrofe. Anche quest’anno saranno molteplici le novità

sviluppate dagli artisti, che riescono sempre a migliorarsi ed a strabiliare i tanti visitatori che giorno per giorno avranno la possibilità di apprezzare le creazioni di Poliandri e dei Mariani. Si tratta di due presepi che presentano alcune differenze sul piano stilistico, ma che sono sempre più amati tanto dai semplici cittadini quanto dagli esperti della materia, che apprezzano in entrambi la capacità di saper far rivivere allo stesso modo la suggestività della nascita del Bambin Gesù.

NON CI PIACE

Via Somalia, no degli abitanti al parcheggio sul lato est I residenti di via Somalia, una traversa di via Conti, all’altezza della rotonda nord, contrari agli stalli per i parcheggi sul lato est della strada. Nonostante il Comune nei mesi scorsi abbia ridisegnato sull’asfalto i punti di parcheggio, la gente del posto continua a lasciare i propri mezzi sul lato ovest della carreggiata. La soluzione adottata dagli amministratori locali non piace a tutti. Gli abitanti avrebbero voluto un confronto prima che si procedesse con il rifacimento degli stalli. Per adesso i parcheggi restano sul lato est. Ma in via Somalia sono iniziati da alcuni giorni i lavori di rifacimento dei marciapiedi. L’assessore ai lavori pubblici Fabrizio Fornaciari e gli uffici tecnici valuteranno in seguito se riproporre i parcheggi sul lato opposto, come chiedono gli abitanti della zona. Una decisione in tal senso verrà adottata solo al termine dei lavori e comunque non prima degli inizi del nuovo anno.


PINETO-SILVI Nicoletta Franchi - lo “Sportello Rosa Integrato”. Sarà aperto ogni lunedì dalle 16 alle 18 e, grazie alla collaborazione volontaria di numerosi professionisti – quali psicologi ed assistenti sociali – sarà uno strumento di prevenzione, contrasto e supporto alle violenze di genere. È stato chiamato “rosa” perché, purtroppo, le vittime sono maggiormente donne

di MARTINA FRANCHI

Domenica 23 novembre, il Comitato del Quartiere dei Fiori di Pineto, si è prodigato in una mattinata di riqualificazione di due luoghi di attrazione della zona: piazza S. Anna e il Parco Giochi. Questo è un esempio del nuovo tipo di collaborazione nata tra l’Amministrazione comunale e i cittadini. Per quanto riguarda il Parco Giochi, grandi e piccini, hanno riverniciato le superfici in legno dei giochi e ripulito gli spazi del parco, luogo di divertimento quotidiano dei ragazzi dei Quartiere. Un modo per tenere pulita e unita una comunità che ci piace!

Sottopassaggio di Via Roma Sarà capitato a tutti di voler andare a fare una passeggiata in pineta, passando dal sottopassaggio di via Roma a Pineto. E sarà capitato a tutti di dover girare, una volta arrivati di fronte al piccolo tunnel che porta al mare, perchè bagnato e quindi impossibile da attraversare. Stavolta non è stata una piccola perdita ad aver allagato il sottopasso, in quanto, quest’ultimo, è reso impraticabile da un vero e proprio corso d’acqua. Sarebbe meglio, in questi casi, non aspettare la pioggia per ovviare a questi problemi che “fanno acqua da tutte le parti!”.

INFORMATIV A PER I CITTADINI

AR

Legge Regionale del 10 agosto 2012 n. 41 (BURA), che disciplina la materia funeraria e di polizia mortuaria cambia in modo radicale gli assetti dei compiti e delle funzioni in merito al trattamento del caro estinto. Ad esempio ora, per il periodo di osservazione, il trasporto del defunto – dall’ospedale a casa - è consentito prima delle 24 ore, previa documentazione. A riguardo, l’azienda Antonio Ruggieri S.r.l. garantisce il servizio di trasporto a costi contenuti, determinati in base all’impegno e, soprattutto, mette a disposizione presso i locali della sua azienda una sala di commiato a titolo gratuito. Inoltre, per ceneri e cremazioni ci sono tariffe ben definite, non elevate, se non inferiori a quelle di un funerale normale. La nuova Legge Regionale permette di conservare le ceneri privatamente o, se lo si desidera, è possibile disperderle in luoghi adatti. La nuova regolamentazione definisce, quindi, in modo chiaro le procedure in ambito mortuario. Pertanto è opportuno rivolgersi sempre a strutture specializzate che offrono servizi adeguati per tutte le esigenze, diffidando da chi non conosce le procedure e alimenta i costi ingiustificatamente.

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NON CI PIACE

È stato presentato lo scorso 6 novembre, nella sala consiliare del Comune di Silvi Marina - di fronte al Sindaco Francesco Comignani, all’Assessore al Sociale Floriana Peracchia, all’Assessore all’Istruzione Mariagrazia Marinelli e agli operatori del Consultorio Familiare di Silvi, nonché alle promotrici del progetto, dott.ssa Silvana Di Filippo (coordinatrice) e dott.ssa

CI PIACE

Sportello Rosa Integrato al Comune di Silvi Marina


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ABRUZZO AMORE

CENA DI BENEFICENZA NATALIZIA Appuntamento sabato 13 dicembre 2014, alle ore 20.30

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Donazione al termine della cena natalizia 2011

orna per il quarto anno consecutivo la cena di beneficenza di Natale, organizzata dalla onlus “ABRUZZO AMORE – Solidarietà e Beneficenza”. La cena si svolgerà, come nelle passate tre edizioni, al ristorante “Al Focolare di Bacco”, in Contrada Solagna 18 a Roseto degli Abruzzi. La data scelta dai soci per la cena è sabato 13 dicembre 2014, dalle ore 20.30. Anche quest’anno, per tutta la serata saranno a disposizione navette della ditta “Nardi Bus”, che consentiranno ai partecipanti di parcheggiare in Contrada Borsacchio, trovando agevolmente posto. Durante la cena, sarà comunicato il progetto che sarà finanziato con il netto ricavo della cena. Chi volesse partecipare, può contattare i soci della onlus. Questo l’attuale organigramma: Elio Di Remi-

Donazione al termine della cena natalizia 2012

gio, Presidente; Pierluigi Della Sciucca, Vice Presidente; Alfredo Di Febbo, Vice Presidente; Chiara De Luca, Tesoriere e Segretario; Nicoletta Caporaletti, Liliana Di Tecco, Tina Fonte, Anna Leporieri, Simona Marinucci, Consigliere. Nelle precedenti 3 cene di beneficenza di Natale, questi i progetti finanziati. Nel 2011, la onlus “Clown DOC”, che gestisce i “Patch Adams” all’Ospedale Civile di Pescara nei reparti di chirurgia pediatrica e oncoematologia (donazione di 6.000 euro). Nel 2012, la onlus “L’Aquila per la Vita”, che si occupa di oncologia domiciliare e lotta contro il cancro (donazione di 5.000 euro). Nel 2013, donazione di 4 defibrillatori nel Comune di Roseto e 1 nel Comune di Atri, pari a 6.000 euro e poi di 1.000 euro alla onlus “Abilbyte” e 400 euro alla signora Alessia, persona bisognosa e svantaggiata (donazione totale di 7.400 euro).

Donazione al termine della cena natalizia 2013


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II Antonio Di Felice

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Lo studio ha rappresentato una costante nella sua vita, ma l’amore per i classici greci e latini è stato qualcosa di più. Poi arrivò la docenza ed infine la dirigenza: così divenne il primo preside dell’allora giovane liceo rosetano di William Di Marco

Antonio Di Felice

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La terra, e il profumo che essa trasmette, è intriso nel suo Dna, ma l’attrazione verso il mondo bucolico lo ha cercato soprattutto nelle opere più famose dei suoi autori preferiti. Così Virgilio non lo abbandona fino a che il sonno non sopraggiunge. La sua competenza nelle lingue antiche è stata riconosciuta da uno dei più grandi latinisti di sempre. Ecco perché la lettera di Ettore Paratore la conserva come un cimelio d’altri tempi

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a terra tra i campi, la terra tra i libri. Non sono due ambiti in contrasto tra loro. E neppure è la solita contaminazione a deductio, ma è qualcosa di complementare che solo la saggezza letteraria mista a quella popolare può spiegare. Nell’antichità il senso profondo della vita andava ricercato in quello che la natura offriva senza orpelli forvianti. I ritmi dei passaggi ciclici esistenziali erano scritti in quel formidabile libro aperto che era il mondo circostante. La luna che rincorre il sole, un seme che esplode nel virgulto fusto di una pianta, l’erba che cresce cambiando colore a seconda il periodo dell’anno, le foglie che indicano, come dei precisi orologi del tempo, il succedersi delle stagioni. La natura la vedi dall’essenza primordiale della terra o, quando sei a casa, la percepisci dal profumo dell’inchiostro che funge da trasmettitore descrittivo in quei libri formativi che sono lì da secoli a sentenziare che il mondo è così straordinariamente diverso, ma anche così meravigliosamente uguale. Antonio Di Felice cerca da sempre questo collegamento con quella che da una parte era la sua infanzia passata tra i campi a seguire il lavoro del padre chino sulla terra; dall’altra quella che era la sua passione, coltivata nelle quattro mura di casa o della scuola di turno, fatta di un eterno divenire che solo i classici della tradizione greca e latina sanno dare. E se dopo una giornata - passata, ancora oggi, a coltivare qualcosa in quel piccolo podere intriso dell’humus fertile delle colline atriane - ci si lascia andare al bucolico mondo dei versi latini più suggestivi, allora a quel punto occorre trovare il tramite più adatto. E in quest’ultimo periodo il legame è da ricercarsi nelle Georgiche di Virgilio, un poema scritto in esametri racchiuso in quattro libri, in cui il lavoro dei campi, le varie tecniche da adottare fungono da completamento per una visione olistica del mondo. E ogni sera, prima di coricarsi, il nostro preside si concede un tuffo in quella dimensione così coinvolgente che solo i libri sanno dare. Il viaggio della vita, qualora

avesse avuto delle pause, riprende il suo percorso fuori dal tempo, senza che ci sia un arrivo o una partenza. Tutto ciò è ancora più vero se i continui riferimenti a un mondo - che sembra scomparso dietro la coltre del tempo che consuma il presente - vengono ripresi e consolidati nella lettura di quelle lingue che morte non saranno mai, poiché ci indicano continuamente come la grandezza degli antichi è qualcosa a cui tendere nella modernità. Greco e latino über alles, per dirla allo stesso modo dei teutonici, oggi più che mai custodi della lingua dei Cesari, come lo è sempre stato anche il nostro professore sin dai tempi del liceo. E se uno scolaro custodisce le missive d’amore adolescenziali, Di Felice preserva da qualsiasi contaminatio un encomio solenne (ma del tutto privato) trasmesso in una lettera dal grande Ettore Paratore, che lo elogiò per la sua fine erudizione e competenza in quella lingua che resero Virgilio e Ovidio, ma anche Cicerone e Seneca, dei paradigmi di un passato che non morirà mai, poiché proiettato già da adesso in un futuro che è ancora molto lontano da venire. Ecco svelate le giornate di quello che è stato il primo preside del Liceo di Roseto, passate tra gli impegni del quotidiano e il gusto di un distico elegiaco eternato nella saggezza dei poeti. E poi ci sono le carte dei suoi studi, spesso racchiuse in dei libri che hanno tracciato la storia di alcuni personaggi della nostra terra. E l’entusiasmo che lo portò da giovane fuori regione a studiare e che lo mise in contatto con i grandi linguisti del passato, tra cui Luigi Illuminati e Carlo Bo, è ancora lì tra le sue cose, le quali hanno non solo una storia, ma in modo particolare hanno un inizio. Partiamo un po’ da lontano. È troppo se diciamo che questo viaggio inizia nel XVII secolo? Non andiamo troppo in là, anche se la mia famiglia affonda le sue origini in quel periodo ed è stata da allora presente sempre e continuativamente a S. Margherita. Quella piccola


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S. Giovanni ad Insulam, 22 ottobre 1970. Celebrazione del matrimonio del prof. Di Felice. Da sin. Monsignor Francesco Di Felice, Antonio Di Felice e la moglie Maria Faiazza

New York, 1993. Il prof. Di Felice con, sullo sfondo, le Torri Gemelle

frazione di Atri, esattamente in contrada Logge, è il mio luogo di nascita. Sono venuto al mondo il 17 settembre 1932 e consultando l’archivio parrocchiale mi sono reso conto che il nostro ceppo dei Di Felice parte dal 1600 con un certo Paolo. Questo a sancire che la mia famiglia è da antichissima data che abitava quella zona. Mio padre Felice aveva dei piccoli appezzamenti di terra insieme al fratello Giacinto ed era un coltivatore diretto. Quando avevo sette anni i due si divisero il podere e così andammo ad abitare in località Bertolone, che era fuori S. Margherita, sulla strada che portava a Casoli. I miei costruirono una casa, abbattendo quella che c’era, poiché era un’antica pinciara. Mia madre, Giovina Di Feliciantonio proveniente da S. Cipriano di Castelnuovo, diede la gioia a mio padre di quattro figli: il primo Giulio nato nel 1930, oggi residente nel palazzo Monti di Roseto, poi c’ero io, a seguire Francesco del 1934, divenuto vescovo, oggi in Vaticano e canonico di S. Pietro, infine Vincenzo del 1937. Lei addirittura ricorda degli episodi di quando era piccolissimo. In effetti è così. Avevo appena tre anni e ho ancora presente la scena del fratello di mio nonno che rincorreva mio fratello Giulio e me: io riuscii a sfilarmi e la corsa continuò a due. Poi c’è un altro episodio a casa di mia zia Carmela nella frazione di S. Giusta quando zio Giuseppe riportò il formaggio e con il coltello, fuori casa, lo tagliò a tutti noi. Sono fatti che mi riportano lontano nel tempo e che sanciscono una cosa: l’attaccamento alla terra è sempre stato presente in me e quel culto, quando ho potuto, ho sempre continuato ad alimentarlo. Era bambino e c’era la guerra. Di scene del secondo conflitto ne ricordo diverse, ma la cosa che ci segnò di più di tutti fu la partenza di mio padre. In pratica doveva ancora finire la casa che aveva iniziato a costruire in contrada Bertolone. Era il 1939 e decise di recarsi in Cirenaica a costruire le strade. Pagavano bene e un po’ di tempo lontano da casa avrebbe dato la possibilità di fare un bel gruzzoletto. Poi scoppiò la guerra e quegli operai furono militarizzati. Si ritrovò, quindi, a fronteggiare gli Inglesi in Africa. Nel 1942 fu fatto prigioniero e mandato in India, esattamente a Bombay, con tantissimi altri Italiani. Dopo un lunghissimo periodo di sofferenza per la fame, lì almeno ebbe la fortuna di trovare pasti abbondanti. Per passare il tempo iniziò a ricamare, producendo delle icone religiose come S. Francesco, S. Gabriele, il Volto Santo, Santa Elisabetta e altri ancora. Nel 1944 fu trasferito in Inghilterra e vi rimase ben

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New York, 1993. Il prof. Di Felice in un convegno su ‘Cicerone e lo Stato’ con davanti il famoso studioso Ettore Paratore. L’evento fu organizzato da un’associazione presieduta da Giulio Andreotti, noto anche per il suo culto del Latino

oltre la fine della guerra. Ritornò a S. Margherita di Atri nel giugno del 1946, ma era già gravemente malato, al punto che il 1° settembre dello stesso anno morì. Lasciò la moglie, quattro figli e mia nonna, che viveva con noi. Avevamo circa quattro ettari di terra e mia madre, con enormi sacrifici tirò avanti la famiglia. Furono anni difficili, anche se non abbiamo mai sofferto la fame. E il suo percorso scolastico? A sei anni iniziai le Elementari a S. Margherita con la maestra Pompetta. Facevamo le adunate di fronte la scuola per l’attività ginnica: a quell’età ero “Figlio della lupa”. Poi cambiai insegnante ed ebbi Tonina Capuani fino alla IV. L’ultimo anno, anche se c’era di mezzo la guerra e persi del tempo, lo iniziai a Casoli, dal momento che a S. Margherita non c’era la classe terminale. Il 16 dicembre del 1946 partii per l’Alunnato dei Padri Passionisti di S. Marcello ad Ancona. La cosa nacque un po’ all’improvviso, in quanto avevo un compagno, Vincenzo De Lauretis, che aveva fatto il voto a S. Gabriele, tant’è che portava continuamente una tonaca nera. Così quando partì, io volli andare con lui, anche perché avevo un’attrazione per la vocazione. Vi rimasi per cinque anni fino al IV Ginnasio e nel 1951 andai al Noviziato di Morrovalle, dove era stato a studiare S. Gabriele. Dopo sei mesi decisi di finire quel percorso. Nella mia celletta entrò il maestro dei noviziati, dicendomi che era arrivata la cartolina precetto per il servizio militare. Avrei potuto dire di no, in quanto gli studenti erano dispensati, mentre decisi il contrario e così lasciai quel percorso formativo. Tornai a S. Margherita, persi due anni di studio, anche se nel frattempo davo una mano nei lavori dei campi e scrivevo poesie, che pubblicai nel 1956 grazie all’editore Quinto Zanni di Atri con il titolo “Il sorriso della Venere celeste”. Così iniziò la sua avventura liceale. Nel 1956 chiesi l’ammissione al Liceo Classico Melchiorre Delfico di Teramo e fui esaminato dal prof. Raffaele Passino che mi chiese “I Sepolcri” di Foscolo. Finito il percorso teramano, mi iscrissi al Magistero di Urbino, il cui rettore era Carlo Bo, che ricoprì quel ruolo dal 1947 fino alla morte avvenuta nel 2001. Mi innamorai di questo personaggio - che ebbi come docente di Francese - così colto e pieno d’umanità che lo difesi nell’agosto del 1966 sulle pagine de “Il giornale d’Abruzzo e Molise”, diretto da Nino D’Amico e con il quale continuai a collaborare nel tempo. La vicenda era nata da un articolo apparso su “Il Borghese” che criticava in modo aspro

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S. Maria d’Arabona, anni ‘90. Da sin. i figli Felice e Domenico con papà Antonio Di Felice

Atri, 1999, Teatro Comunale. Da sin. Antonio Di Felice, Marco Bonocore della Biblioteca Apostolica Vaticana e Giovanni Verna

il rettore. Così presi carta e penna e scrissi tutto ciò che di buono rappresentava Bo per la cultura italiana. Tornando ai miei studi, mi laureai nel 1962 e come relatore ebbi il prof Gino Franceschini. A quel punto cominciò la carriera di insegnante. Tornai nel teramano e iniziai le supplenze alle Scuole Medie di Atri, Roseto e altre località della provincia. Poi nel 1967 a Terni presi l’abilitazione per l’insegnamento di Lingua e Letteratura italiana e di Storia, mentre l’anno successivo a Cosenza mi abilitai per l’insegnamento del Latino. Alle Superiori il mio primo approccio fu alle Magistrali di Roseto e a seguire feci il preside incaricato a Basciano e dal 1978 al 1982 ebbi lo stesso ruolo al Liceo Scientifico di Nereto. In quell’anno vinsi il concorso a Roma con il massimo dei voti ed ebbi il primo incarico di ruolo all’Istituto Professionale Di Poppa a Teramo. In seguito tornai nella mia scuola di formazione, cioè diressi il Liceo Classico Melchiorre Delfico. In quegli anni vi era il distaccamento di Roseto e nel 1985 la sede costiera divenne autonoma; così divenni preside, ruolo che ricoprii fino alla pensione del 1995. Di quel periodo ho in mente ancora una curiosità legata non tanto al fatto che per superare i concorsi studiai senza sosta, quanto che per adempiere a tutti gli aspetti burocratici dei concorsi spesi più di un milione di lire, cosa che ha dell’incredibile. Intanto l’apporto della sua famiglia fu determinante. Conobbi mia moglie, Maria Faiazza, nel 1968. Eravamo al Provveditorato di Teramo e la vidi lungo le scale mentre scendeva. Iniziammo a parlare, perché era anche lei lì per l’insegnamento. Infatti diventerà docente di Educazione artistica. Dopo quindici giorni ci rivedemmo lungo il corso S. Giorgio. Mi proposi di andarla a trovare a casa sua a Leognano di Montorio. Lei era molto riservata e mi fece rimanere fuori casa. Fu il padre che, vedendomi come un pesce fuor d’acqua, mi invitò dentro e da lì nacque il nostro fidanzamento. Ci sposammo il 22 ottobre 1970 e abbiamo avuto due figli: Felice del 1971 e Domenico del 1974 che ci hanno dato due nipotini, Antonio e Matteo. Lei mi ha aiutato in tutti questi anni, anche nella realizzazione dei miei libri, curandone spesso la copertina. È avvenuto anche per “Flamma quiescens” di Luigi Illuminati, che ho tradotto, introdotto e curato, in cui l’immagine è molto esplicativa di tutto il lavoro. (Qui subentra la moglie Maria che spiega nei dettagli l’esegesi del percorso iconografico, nda).

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Roseto, 29 maggio 1982, giorno della Prima Comunione di Felice. Da sin. il figlio Domenico, la madre Maria Faiazza, l’altro figlio Felice e papà Antonio Di Felice

Ecco, per l’appunto il Latino e i classici. È la mia vera passione. Non mi faccio mancare mai un libro sul mio comodino e prima di addormentarmi ripasso la grandezza dei poeti, particolarmente quelli latini. In questo momento ho le “Georgiche” di Virgilio e devo dire che questa passione mi è stata trasmessa dai padri passionisti, considerati a ragione i gesuiti di periferia, per il loro rigore e la cultura che riescono a trasmettere. Dicono che lei è uno dei massimi esperti del grande studioso atriano Luigi Illuminati. Sono stato invitato a diversi convegni perché conosco bene le opere di questo grande intellettuale, che ho frequentato ad Atri e con il quale scambiavo varie riflessioni. D’altronde una delle cose che mi inorgogliscono di più è la lettera che mi scrisse il sommo studioso di latino Ettore Paratore. È datata 24 febbraio 1977 in cui c’è scritto: “Caro professore, il suo giudizio sulla mia versione di Plauto rimarrà il più bell’attestato di cui io possa vantarmi. Lei ha penetrato con ammirevole felicità [...] e lo ha fatto con invidiabile chiarezza ed eleganza d’espressione”. La lettera continua con elogi che mi hanno riempito di gioia. E in tutta questa storia Roseto che ruolo ha avuto? Un ruolo di primaria importanza. Ci venni ad abitare dopo il matrimonio nel 1970, in un appartamento del palazzo Monti e dal 1976 costruimmo la casa in via Petrarca n° 24, dove abito tuttora. Sono stato consigliere comunale dal 1993 al 1997 con la lista Patto Segni per Roseto e dal 2011 sono presidente dell’Università della Terza Età, dopo esserne stato vice presidente per sedici anni. Sono membro della Società Napoletana di Storia Patria ospitata al Maschio Angioino e socio della Deputazione di Storia Patria negli Abruzzi. Per me Roseto rappresenta tantissimo e l’ho apprezzata grazie a Raffaele D’Ilario e Gigino Braccili. Purtroppo devo dire anche che la nostra città è molto più considerata fuori che dagli stessi rosetani. La riflessione è di quelle a latere, da comprendere. Occorre avere un senso profondo di appartenenza alla terra che è stata dei nostri padri e che sarà dei nostri figli. Per farlo c’è qualcosa che può aiutare: lo studio consapevole della Storia, della Letteratura e dei Classici, sempre pronti a insegnarci qualcosa di nuovo e a ricordarci che la terra ha un profumo straordianario.

Pubblicati: 1 Eleonora Filippone Thaulero; 2 Pasquale Zeppilli; 3 Sandro De Simone; 4 Domenico Di Battista; 5 Genovino Ferri; 6 Concetta Scaccioni; 7 Ettore Alcini; 8 Bruno Zenobio; 9 Mario Di Leonardo; 10 Romano Chiappini; 11 Pietro Iaconi; 12 Francesco Pincelli; 13 Maria Giunco; 14 Sante Mancini; 15 Camillo Mongia; 16 Raffaele Longo; 17 Lino Centola; 18 Soflia Di Simone.; 19 Pio Rapagnà; 20 Italo Di Antonio.


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ti Maggit di Luca

foto: Mimmo Cusano

ULTIMI, INFORTUNATI E SQUALIFICATI Squali in un pessimo momento e a un bivio decisivo della stagione

È

Coach Tony Trullo

un pessimo momento per il Roseto Sharks. Di certo il più brutto da quando, nel 2009, il sodalizio cestistico è rinato partecipando al Campionato di Serie C2, vinto sul campo a mani basse. La squadra, dopo la sconfitta in casa contro la Viola Reggio Calabria, è tornata fanalino di coda solitario della classifica e, purtroppo, questa è solo la meno brutta delle notizie. Infatti, la partita contro Reggio Calabria ha portato pesanti strascichi in casa Roseto, dopo il parapiglia accaduto nel secondo quarto

in cui il giocatore dei reggini Deloach è stato colpito da tifosi rosetani ed ha reagito, venendo espulso. Il Giudice Sportivo ha inflitto alla Società 2.000 euro di multa e ha squalificato per 2 giornate il PalaMaggetti. Questo significa che gli Sharks dovranno giocare in campo neutro le partite del 14 dicembre contro Omegna e del 28 dicembre contro Ravenna, a meno che la dirigenza rosetana non faccia ricorso e la Federazione non tolga le giornate di squalifica, cosa che però appare francamente difficile. Più probabile potrebbe essere il ridimensio-

Il basket e la cultura dei campanili senza frontiere

namento della squalifica da due a una giornata, ma in quel caso, oltre alle tasse dei ricorsi e alla parcella dell’avvocato, ci sarebbero da pagare 8mila euro per comminare la squalifica di una sola giornata in ammenda. Insomma: piove sul bagnato per un Roseto che ha già pochi soldi e che avrebbe potuto impiegare meglio le già poche risorse finanziarie, visto che la stagione continua ad essere un calvario sotto il profilo degli infortuni. Infatti, oltre al lungodegente Carenza – mai sceso in campo e forse vicino a una transazione – l’infortunio alla spalla di Bryan si è rivelato più serio di quanto pronosticato dalla stessa Società mediante comunicato stampa. Infatti, gli Sharks contavano di schierare Bryan contro Reggio Calabria dopo avergli fatto saltare la trasferta di Imola. Così non è stato e anzi il nuovo comunicato del Roseto parla di uno stop di altre 5 settimane. Una vera mazzata, per una squadra che sta collezionando errori e imprevisti in serie e che rischia davvero di affogare sotto un peso evidentemente troppo grave da sopportare per l’attuale struttura. Nei prossimi giorni si saprà se il Roseto farà ricorso e se le giornate di squalifica verranno eliminate, ridotte o confermate. In caso di conferma, si saprà poi dove giocherà la squadra nei due impegni interni contro Omegna e Ravenna. La priorità del Roseto è ora ingaggiare almeno un giocatore, che possa colmare le assenze di Carenza e


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Yankiel Moreno

Pierpaolo Marini

Bryan. Coach Tony Trullo sembra intenzionato a puntare su un centro di ruolo. In quel caso, il nome gettonato è quello dell’ex Chieti Mattia Soloperto, attualmente senza squadra. È circolato anche il nome di un lungo ex Roseto, ai tempi della Serie A: Diego Fajardo, attualmente fermo, spagnolo di passaporto italiano per matrimonio e dunque avente la stessa eleggibilità di Bryan (passaportato). Un’altra ipotesi di mercato sarebbe quella di puntare su un’ala polivalente, in grado cioè di giocare sia sul perimetro sia vicino a canestro, come l’ex Chieti Andrea Raschi, attualmente in forza al Ravenna. Staremo a vedere. Ci certo c’è soltanto che il Roseto è a un bivio decisivo della stagione e, forse, della storia della sua Società.

Innocenzo Ferraro

Josh Jackson

Tifosi in Curva Nord

Giga Janelidze

Damier Pitts


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CITTÀ DI ROSETO DEGLI ABRUZZI

www.beerandmusicfestival.com

11-12-13-14 Dicembre ROSETO DEGLI ABRUZZI - USCITA A14 - Autoporto INGRESSO GRATUITO E' un vero e proprio festival musicale, contornato da fiumi di birra di qualità e prodotti gastronomici tipici abruzzesi, quello che si svolgerà a Roseto degli Abruzzi in località Autoporto a 100 mt. dall'uscita A14, nei giorni 11/12/13/14 Dicembre. La particolarità dell'evento, nuovo per il nostro territorio, è che si terrà in una location singolare sia per situazione logistica, che per l'esclusività dell'area a disposizione. L'impianto era nato come Autoporto, quindi di tutt'altra natura, ma l'immensa area a disposizione sia al coperto che nell'area adiacente alla struttura, ha indotto gli organizzatori a presentare un progetto di intrattenimento, musica e gastronomia all'ente di competenza (Provincia). Tale progetto è stato ben accolto dall'ente Provincia, dalla Regione Abruzzo e dal Comune di Roseto degli Abruzzi. Si esibiranno nelle serate, a partire da giovedì 11, cabarettisti e artisti musicali di fama regionale e nazionale. Per rendere l'idea dello spessore degli artisti che si esibiranno sul palco dentro la struttura vi facciamo alcuni nomi: dai comici “Enzo e Sal”, famosi per il personaggio di Made in Sud "L'incazzatore personalizzato", alla band “Après La classe”, gruppo della provincia di Lecce che suona un sound che ruota tra il dub Rock e l'electro Rock . Cinque i componenti: Cesko (voce, Synth, chitarre), Puccia (voce, fisarmonica, Tastiere), Combass (basso, cori), Alex Ricci ( chitarra ), Giammy ( batteria ). L'album di debutto è Après la Classe 2002, il cui brano "Paris" diventa subito una hit nelle discoteche e nelle radio italiane venendo anche scelta, nel 2006, come sigla di uno spot televisivo nazionale e come sigla di apertura del programma le Iene. Hanno anche all'attivo collaborazioni con gruppi affermati come i Sud Sound System e artisti noti come Caparezza e Giuliano Sangiorgi dei Negramaro. La band ha partecipato al Concerto del 1 Maggio 2007, 2008 e 2009 a Roma. Il 1º luglio 2014 hanno pubblicato [riuscire a volare] album prodotto da Colorsound , distribuito da Universal, 13 tracce che danno definitivamente la svolta al sound della band, feauturing nell'album Giuliano Sangiorgi degli amici fraterni Negramaro. Il venerdì si esibiranno all'interno della struttura il gruppo folk dei “Tequila & Montepulciano Band” che propongono un viaggio musicale attraverso il meglio della canzone popolare italiana. Brani che hanno fatto la storia di questo genere, conosciute da tutti. Le esecuzioni sono fresche ed originali grazie ad arrangiamenti molto curati. La band esprime una vitalità ed un’energia senza pari. La nutrita formazione dei Tequila e Montepulciano Band si esibisce da oltre vent’anni ed ha alle spalle grandi successi discografici con la collana "Viva l'Italia" dove spiccano il loro tormentoni Cicirinella Teneva Teneva, La Sbornia e Oilì Oilà. Altra serata top quella della Domenica 14 con ben 2 concerti consecutivi : Enrico Capuano e la sua Tammurriata Rock e a seguire i Bisca, saranno 4 ore di buona musica con due artisti di fama nazionale. Enrico Capuano è dal 1982 il capostipite del nuovo Folk-rock italiano. È stato il primo a proporre in forma moderna questo genere musicale creando una tendenza che negli anni successivi si è molto radicata nella musica italiana. Le sue tarantelle rock negli anni ottanta furono un elemento di vera novità. I Bisca nascono a Napoli nel novembre 1980 per iniziativa di Giancarlo Coretti, con il nome "BiSka" e comprendono il sassofonista e cantante Sergio Maglietta , Elio Manzo alla chitarra , Amedeo Fogliano al basso, Bruno Esposito alla batteria e lo stesso Coretti in duplice ruolo di voce e seconda chitarra. Il nome "BiSka" durerà soltanto pochi mesi per passare poi definitivamente all'appellativo "Bisca". Inoltre allieteranno le serate gruppi e cantautori locali, dall'ormai conosciuta cover band "Rino Gaetano" di Luca Mongia e Osvaldo Bianchi (Sabato 13), al giovane cantautore rosetano Umberto Scataglini (Sabato 13), il gruppo blues rosetano Frogs for snakes (Venerdì 12), Accessori anni ‘60 live (Giovedì 11), Bisbetica Beat live(Giovedì 11). Di contorno si alterneranno infine 4 dj set a chiudere le serate. Una presentatrice di caratura e spessore come Francesca Martinelli condurrà le 4 serate animando e coordinando le varie attrazioni. Non ci resta che augurarvi BUON DIVERTIMENTO !!!!!!!

Enzo e Sal (L’incazzatore Personalizzato)

TEQUILA & MONTEPULCIANO BAND

APRÈS LA CLASSE

ENRICO CAPUANO TAMMURRIATA ROCK

BISCA


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Renzi, caricatura del Barocco Caro direttore,

seguo spesso gli interventi su “Eidos” riguardanti la politica. Mi ripropongo altrettanto sovente di intervenire, ma i propositi restano tali grazie alla mia proverbiale pigrizia. Oggi mi sento più diligente. Mi pare che il paragone del governo Renzi con il teatro popolare pregoldoniano di fine ‘600 sia ingeneroso nei confronti di questa forma d’arte (il Barocco è soprattutto caricatura!). Mi sembra, piuttosto, che per modalità espressive, pose e vacuità di contenuti ci si possa più appropriatamente riferire alle televendite urlate da imbonitori pronti a vendere un set di pentole o una termocoperta con bicicletta in omaggio ai primi cinquanta che telefonano. Renzi non è stato eletto, è stato imposto a tavolino come sostituto di Enrico Letta. Non ha alcuna forma di legittimazione elettorale se non, probabilmente, quella che gli deriva dalla sua ex carica di sindaco di Firenze (e solo quella). È un signore che si vanta del fatto che il suo partito abbia conquistato il 41% alle europee, dimentico che in Italia si governa con le politiche. Ha chiamato “riforma” quella che è una vera e propria amputazione democratica, l’abolizione del Senato della Repubblica per come lo conosciamo, allo scopo di “risparmiare”. Ma sulla democrazia, così come sull’istruzione e sulla sanità, non si risparmia. Il bicameralismo perfetto è uno strumento vitale per garantire la legittimazione degli atti parlamentari, e come tale lo vollero i nostri padri costituenti. L’abolizione dell’articolo 18 (portata a compimento dopo aver ascoltato sommariamente le parti sociali) ha coinciso con la stagione forse più

oscura degli scontri tra polizia e operai. E a confrontare quello che guadagna un operaio con quello che guadagna un poliziotto, non è esagerato parlare di guerra tra poveri. E poi la scuola. Gli insegnanti si sono visti di nuovo congelare per un anno gli scatti di anzianità (e, quindi, di esperienza) che permetterebbero loro di avere una maggiore retribuzione e, conseguentemente, uno stile di vita migliore. È stato uno dei primi annunci della preraffaellita ministro Madia, ma poi si è preferito parlare dei gelati che mangia, e anche questo è un indice di come i mezzi di distrazione di massa facciano dimenticare immediatamente le notizie più importanti preferendo loro valanghe di giornalismo-spazzatura. E la scuola ha bisogno, certo, di basare la sua crescita sul merito. Ma nessun ministro, tra quelli citati, ha mai saputo codificare - né si è azzardato a farlo - i criteri oggettivi per cui un insegnante “merita” più di un altro. Perché questo limiterebbe quella libertà di insegnamento sancita dalla Costituzione stessa, per cui un insegnante non può dirsi meno bravo se fa lezione in classe rispetto a quello che accompagna gli alunni ai viaggi d’istruzione. Stiamo assistendo ad uno sfascio istituzionale senza precedenti nella storia della Repubblica. Dobbiamo sporcarci tutti un po’ le mani (possibilmente d’inchiostro) se vogliamo uscirne indenni. Questi spunti sono solo un piccolo contributo alla discussione con i lettori di Eidos. Un caro saluto. Valerio Di Stefano

Lettera aperta all’assessore Alessandro Recchiuti Carissimo assessore,

apprendo con grande stupore che i ragazzi di una Scuola Media di Roseto si stanno interessando a trovare i fondi per dotare la loro palestra di due porte regolamentari da calcetto da porre all’interni della loro palestra. Nel prossimo mese di dicembre, come oramai accade da alcuni anni, questi ragazzi partecipano ad un torneo interclasse dove appunto tutti prenderanno parte alle gare a meno che non abbiano avuto note durante questo primo periodo scolastico. So comunque che alcuni genitori si stanno interessando per avere questa attrezzatura in prestito, ma mi permetta che trovo decisamente una cosa fuori luogo che questo accada, perché è Suo compito e Suo dovere provvedere che le scuole abbiano tutte le attrezzature di base per svolgere la loro attività. Eviti di dire o giustificare la mancanza di fondi, perché come ho già scritto, l’intera Giunta di cui Lei fa parte ha concesso un contributo di € 40.000 (quarantamila) al Roseto Sharks per l’attività giovanile. Beh, 200-300 euro per queste attrezzature potevano anche essere stornate per intervenire sugli attrezzi scolastici. A questo punto mi permetto di chiederLe: qualcuno di Voi ha verificato quale attività giovanile svolge il Roseto Sharks a favore dei nostri ragazzi? Segnalo a Lei ed anche agli altri componenti la Giunta, che hanno deliberato quel contributo, che la squadra Under 19 degli Sharks, partecipa ad un campionato nazionale di categoria. Ci sono due tipi di campionato: uno a livello regionale, che sfocia poi in fase intermedie fino alle finali nazionali; uno di “elite” a livello interregionale, che anche esso si conclude in una fase nazionale. I dirigenti hanno scelto quest’ultimo e per avere una squadra adeguata al campionato di elite, hanno realizzato una squadra composta da dieci dodicesimi da ragazzi non rosetani, mentre i coetanei nostrani sono stati costretti ad andare a giocare in altre squadre della nostra provincia. Qualcuno che ha voce in capitolo all’interno del sodalizio sostiene che i diciannovenni rosetani non erano all’altezza di quel campionato, per

cui hanno reperito ragazzi esterni che hanno un costo non indifferente. Ma fino ad ora questi presunti fenomeni hanno perso tutte le partite ed anche con sonore sconfitte, per cui sarebbe stato meglio fare scelte più oculate a favore dei nostri ragazzi e svolgere un servizio veramente sociale! Il cospicuo contributo è stato concesso con queste motivazioni sociali e pertanto l’importante non è essere nel mondo dell’elite, ma creare presupposti per far giocare i nostri ragazzi. Comunque qualora da questo manipolo di ragazzi under 19 non rosetani dovessero diventare giocatori di valore, saranno le società di appartenenza ad usufruirne i benefici in caso di trasferimento a squadre più importanti. I nostri avi abruzzesi avrebbero identificato l’iniziativa con “l’art ‘d Marie Cazzett, ch combr a dic’ e ‘rvann a sett!”. La consistenza del contributo era già a conoscenza dei dirigenti Sharks, e questi, per contenere le spese del settore giovanile, sostengono di aver trasferito i loro giocatori under 17 ad una squadra di Martinsicuro, ma la cosa non è molto chiara e pare che parte di questi ragazzi giocheranno con una squadra locale ad un campionato amatoriale provinciale del Centro Sportivo Italiano, attività meritoria la cui partecipazione è senza eccessivi oneri finanziari! Le squadre under 15, under 14 ed under 13 faranno campionati locali della Federazione Italiana Pallacanestro, quindi meritevoli come le altre squadre di altri sodalizi che non hanno ricevuto alcun contributo dall’Amministrazione Comunale. A questo punto, carissimo Assessore, è dovere della Giunta Comunale indicare quali meriti a livello sportivo sociale ha il Roseto Sharks per avere questo alto riconoscimento economico? Come vede, quindi, carissimo Assessore, invece di farsi abbagliare da roboanti voli pindarici… faccia in modo che in futuro i soldi di noi rosetani vengano prima utilizzati per i servizi a favore di tutti i nostri giovani, sia a scuola che per fare attività sportiva! Italo di Antonio

GIOVEDI 11 DICEMBRE 2014 ORE 22.00

luciano ligabue cover

”ligalegend”


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IL VOLO PER UN SOGNO

QUELLO DI IAIA

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omenica 30 novembre, presso il Parco dei poeti di Cellino Attanasio, si è svolta una serata di beneficenza per sostenere un ’ importante causa, quella di Iaia. Iaia è una ragazzina di 6 anni, da due anni affetta da un brutto male, il neuroblastoma, uno dei tumori più devastanti, tante cure e una sola speranza lontana migliaia di km. Un viaggio negli Stati Uniti, una cura sperimentale e tante aspettative legate ad essa, ma tanti i soldi che servono per affrontare il viaggio e realizzare il suo sogno, quello per la vita. Tanti i vip che sostengono il sogno della bimba di Roccaraso, numerosi gli eventi per raccogliere fondi e domenica, al Parco dei poeti, i ragazzi prodigio del trio ‘’IL VOLO’’ accompagnati dalla band I Masters.

Famosi in tutto il mondo ma umili e generosi, (oltre al concerto hanno donato 6000 dollari alla onlus Il sogno di Iaia), Gianluca Ginoble, Ignazio Boschetto e Piero Barone ,hanno regalato emozioni e sorrisi coinvolgendo il pubblico con una naturalezza disarmante. Presenti all’evento anche il sindaco di Roseto, Enio Pavone e la vice-sindaco Maristella Urbini che hanno sottolineato la grande umiltà e generosità dei ragazzi, che pur vivendo il loro sogno ormai internazionale mettono a disposizione il loro talento per fare del bene. La serata, presentata da Francesca Martinelli, è stata ripresa dalle telecamere di Rai 2 che manderanno in onda uno speciale dedicato al trio, il 1° gennaio, sarà la prima trasmissione dell’anno, un anno che speriamo renda concreto il sogno di Iaia.


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SALUTE QUANDO IL FERRO ARRUGGINISCE…

di ALESSANDRO BONADUCE

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NON SEMPRE L’ANTIRUGGINE RISOLVE IL PROBLEMA!!!

l ferro è un componente essenziale del nostro corpo e ci permette di vivere visto che entra in tutte le attività metaboliche dell’essere vivente, pertanto la sua mancanza crea diverse patologie. Il primo ad esserne colpito è il signor GLOBULO ROSSO il quale ne è ghiotto e la cui carenza lo manda in tilt, con una riduzione del suo numero nel sangue. Siccome lo stesso è dedito al trasporto dell’ossigeno nel sangue dai polmoni a tutti gli organi, la sua carenza causa dispnea, affaticamento e scarsa resistenza fisica. La pelle subisce un danno dalla mancanza del ferro e persistendo la carenza diventa distrofica (secca con perdita degli annessi cutanei). Ovviamente quest’ultimo avviene nelle carenze che si protraggono nel tempo e sarà difficile verificarlo nel tempo breve. Anche la mucosa faringea e gastrica subiscono un danno visto che tutti i tessuti a rapida velocità di moltiplicazione devono avere una riserva di ferro sufficiente per provvedere alla loro attività abituale. Se il ferro manca, un motivo ci sarà. Lo si può perdere oppure lo si può assumere. Bisogna ricordare che il ferro contenuto negli alimenti viene assorbito in forma trivalente con l’aiuto del buon acido dello stomaco (sia benedetto il Padreterno che ce l’ha messo). Se quindi l’acido

lo sopprimiamo con i protettori gastrici di cui si fa un abuso, il ferro lo ritroviamo nelle “sacre fogne” alla faccia delle fatiche che facciamo nella scelta degli alimenti più ricchi di questo nobile metallo. Se saliamo con gli anni allora le perdite sono più facili a verificarsi, pertanto sarebbe opportuno eseguire uno specifico controllo e poi procedere in base alla risposta. Inserisco un omaggio al ferro degli archibugieri della “RONDA DI NOTTE” del mirabile maestro REMBRANDT, nell’anno della sua riscoperta.

AD MAIORA DAL BACCHINO MALATO


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Personaggi rosetani

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di William Di Marco

Vincenzo Moretti e Pier Giuseppe Di Blasio due ricorrenze importanti per Roseto

La memoria storica va coltivata, soprattutto quando riguarda personaggi che tanto hanno dato alla comunità d’appartenenza. Per Vincenzo Moretti è il 120° anniversario della nascita, mentre per Pier Giuseppe Di Blasio quest’anno ricorrono i 60 anni della sua scomparsa. Quest’ultimo, però, non ha nessun monumento o strada che lo ricordi

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er non interrompere il legame con il passato esiste la Storia, materia che viene insegnata in tutte le scuole di ogni ordine e grado. Tuttavia ciò non è sufficiente per creare la continuità di un vissuto territoriale e per rafforzare le radici culturali in cui molti di noi si identificano. Spesso la materia a cui accennavamo tratta di fatti memorabili di portata nazionale e internazionale e - nonostante i vari Ministri dell’Istruzione succedutisi negli ultimi venticinque anni abbiano invitato sovente gli insegnanti a soffermarsi con più insistenza sulla storia dei luoghi in cui gli alunni vivono - c’è un vuoto nel rimarcare le matrici cittadine, il cui fine dovrebbe essere quello di incentivare un maggior radicamento culturale con la zona di appartenenza. Per tale motivo oggi viene in aiuto la microstoria, che parte da concetti generici di grandi sequenze cronologiche per poi puntare la propria attenzione sulla storia dei luoghi. E questa non la fanno tanto i movimenti, le libere associazioni, i partiti o le ideologie, quanto le persone che hanno saputo imprimere, con il proprio vissuto, una specifica caratteristica che ha accresciuto culturalmente, socialmente, economicamente e istituzionalmente la comunità con la quale sono rimasti in contatto. Pertanto è fondamentale che un paese giovane come Roseto non dimentichi chi ha contribuito a renderla quello che è ora, con le tantissime caratteristiche e le mille sfaccettature, molte delle quali positive, che affondano le proprie radici nelle persone che ci hanno preceduto. E se Marc Bloch e Lucien Febvre dicevano che la storia è fatta da tutti gli elementi e i personalismi che compongono la società stessa (dal primo all’ultimo individuo: da qui la frase che recita “La storia siamo noi”), è anche vero che tale processo ha bisogno di essere continuamente alimentato, in modo da non perdere la memoria storica atta a ricostruire il percorso di vita dei luoghi e del territorio. Per tale motivo è giusto ricordare due grandi personaggi del passato che hanno dato lustro alla città e anche alla regione. In questo 2014 che si sta per chiudere, ricorrono due anniversari: il 120° della nascita dell’economista Vincenzo Moretti e il 60° della morte del ceramista, nonché politico, Pier Giuseppe Di Blasio. Il fatto strano è che al primo la comunità rosetana ha dato lustro, intitolando una delle Scuole Superiori più importanti della provincia, con un indirizzo specifico dedicato all’economia. Nel secondo, da parte delle diverse Amministrazioni civiche, c’è stato un silenzio assoluto. Così si rischia di cancellare quello che siamo stati: questo sarebbe un delitto culturale per tutti, che nessuno si può permettere.

Vincenzo Moretti Un grande economista a cui è dedicata una scuola rosetana Quando nel 1978 fu presa la decisione di intitolare l’Istituto Tecnico Commerciale all’insigne studioso di Montepagano, tutti convennero che il nome individuato legava l’istituzione alle radici locali e rappresentava al meglio una proficua integrazione con il territorio circostante, i cui risultati già avevano dato dimostrazione di incidere nelle dinamiche di crescita cittadine. Vincenzo Moretti è ricordato come un grande studioso di economia: le sue opere, i suoi trattati, i suoi saggi costituiscono fonti inesauribili di argomenti interessanti in materia di teoria economica. Fu compagno di studi dell’ex Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, che più volte parlò del grande economista rosetano, evidenziandone l’acume e i meriti. La sua biografia, ricca di successi nel campo degli studi universitari, può essere rilevata dal Bollettino Ufficiale del Ministero dell’Educazione Nazionale del 2 Aprile 1936. Nato a Montepagano (allora Comune e non ancora frazione di Roseto degli Abruzzi) il 2 Ottobre 1894, diviene capitano e valoroso combattente nella I Guerra Mondiale, ottenendo la Medaglia d’Argento al valore militare. Si laurea al Regio Istituto Superiore di Venezia a pieni voti nel 1923; diviene prima assistente nel Laboratorio di Economia e Statistica del Regio Istituto Superiore di Commercio di Genova, e poi professore ordinario di materie giuridiche ed economiche nell’Istituto Tecnico di Genova. Vince nel 1932 una borsa di studio della Fondazione “Rockfeller” e frequenta la Harvard University, l’Università di Chicago e quella di Princeton negli Stati Uniti. Consegue successivamente la docenza in Storia Economica, Economia Politica e Statistica Economica all’Istituto Superiore di Scienze Economiche e Commerciali e alla Scuola di Ingegneria della Regia Università di Genova. Ottiene anche dei riconoscimenti in concorsi di carattere scientifico, tra cui il premio dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti. Affronta lo studio di argomenti importanti e difficili di teoria economica, mostrando padronanza della tecnica, penetrazione critica, qualità di economista familiare con la trattazione dei temi più propriamente e rigorosamente scientifici della disciplina. Le sue indagini di dinamica economica hanno avuto il merito di essere state fra le prime condotte in Italia con ampia considerazione della più recente letteratura internazionale, nonostante tali studi non abbiano potuto raggiungere risultati personali di qualche rilievo. I saggi di Vincenzo Moretti “Sulla bilancia dei pagamenti internazionali” e “Sul movimento dei capitali in regime di moneta sana ed avariata” - oltre gli altri “Su argomenti di circolazione monetaria e di politica commerciale” - confermano le sue qualità di studioso, nonostante qualche pagina meno chiara e qualche incertezza di conclusioni. Il suo studio I principi della scienza economica e la economia corporativa può considerarsi come un tentativo di innestare la economia corporativa sul tronco dei principi classici: entro questi parametri, il lavoro riesce limpido e degno di

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L’Istituto Moretti di Roseto

segue lode. L’opera del Moretti, nel suo complesso, ha beneficiato di una visione molto ampia dell’economia, grazie anche ai contatti formativi instaurati oltre oceano. Morì a Montepagano il 27 giugno 1936 ad appena 42 anni.

Pier Giuseppe Di Blasio L’arte della ceramica lo farà conoscere anche a livello nazionale Fu quasi coetaneo di Moretti: infatti nacque a Rosburgo il 23 marzo del 1896. Sin da giovanissimo dimostrò una grandissima abilità nel disegno e appena poté, dopo gli studi regolari nel proprio comune di appartenenza, si trasferì a Roma per frequentare l’Istituto di Belle Arti. Seguì dei corsi specifici con molto scrupolo, grazie anche alla guida di insegnanti come Umberto Coromaldi, Vittorio Grassi e Duilio Cambellotti. Da subito si distinse per la sua originalità, facendosi valere anche sulla scena nazionale per la fattura dei suoi lavori. La tecnica che andava sempre più migliorando inerente alla ceramica era suffragata da studi condotti anche nel mondo della pittura a olio, del carboncino e della matita, che saranno integrate da una visione cromatica d’insieme, capace di dare molta luce e vivacità ai suoi manufatti. Un importante riconoscimento della Roma che conta, Di Blasio l’ottenne già nella sua prima esposizione, tenutasi nel giungo del 1925, presso la Casa d’Arte Palazzi. I temi ricorrenti erano molto legati alla terra di provenienza, al selvaggio mondo rurale e a scorci di quell’Abruzzo genuino che tanta suggestione riusciva a evocare negli amanti del genere bucolico. A porre il sigillo d’apertura della prima mostra fu addirittura l’erede al trono Umberto ll di Savoia e a seguire intervennero tantissime personalità del mondo politico, militare e culturale. Il successo si ripeté nel 1929, quando l’esposizione venne allestita presso la Camerata degli Artisti a Piazza di Spagna e presso la Famiglia

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La contadina, 1924-25, piatto in maiolica, esposta a Roma nel 1925 Abruzzese-Molisana. In tale occasione giunse il re Vittorio Emanuele III e a coronamento della buona riuscita della manifestazione ci furono altri ospiti speciali come Acerbo, Sardi, Turati, Ojetti e tantissimi altri. In seguito, dato anche le sempre più pressanti richieste, il ceramista rosetano espose anche a Pesaro, Firenze, Faenza, Napoli, Milano e i critici iniziarono a segnalare la sua “arte del gran fuoco” come una delle più significative dell’intera Nazione. Anche molti colleghi artisti lo apprezzarono e addirittura Francesco Paolo Michetti lo citava come simbolo di quell’Abruzzo più vero, tant’è che scelse una sua opera, esattamente il piatto rappresentante “La Contadina”, per indicare emblematicamente la gente della sua regione. Nel 1925 sposò una nobildonna romana, Irene Guglielmi, conosciuta ai bagni rosetani come giovanissima villeggiante, ospite presso l’Hotel Imperiale. Pier Giuseppe Di Blasio fu anche un politico molto influente durante il periodo fascista. Divenne podestà (cioè sindaco) quando ci fu il cambio del nome da Rosburgo a Roseto degli Abruzzi e il conseguente trasferimento della sede comunale da Montepagano alla costa. Il mutamento toponomastico avvenne il 20 febbraio 1927, con Regio Decreto n° 297, tuttavia la notizia non venne data subito, perché il Prefetto preferì posticiparla al 2 aprile. L’annuncio ufficiale fu affidato a Pier Giuseppe Di Blasio, il quale prima si insediò in Municipio come Commissario prefettizio e in seguito divenne il primo podestà del nuovo Comune. Alla fine degli anni Trenta il governo fascista decise di sostituire la Camera dei Deputati con la Camera dei Fasci e delle Corporazioni, in cui entrò a far parte il nostro Di Blasio in qualità di consigliere della Corporazione del vetro e della ceramica. Siccome l’organo, inaugurato il 23 marzo 1939, era legislativo e sostituiva un ramo del Parlamento, Di Blasio può essere considerato il primo deputato nazionale nato a Roseto degli Abruzzi. Il noto ceramista morì nel suo paese natio il 28 maggio 1964.


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Nutrizione e stile di vita

Le castagne

e l’autunno sembrano una sola cosa.

Inoltre l’alimento ha tante qualità

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ulla scia dell’autunno, l’alimento che vorrei descrivere è un altro dei simboli della stagione corrente: la castagna! L’albero delle castagne appartiene alla famiglia delle Fagacee; è una pianta molto longeva e può tranquillamente raggiungere i 30-35 metri di altezza. Il frutto di tale albero è il riccio e le castagne sono invece il seme! Non più tardi di qualche decennio fa le castagne rappresentavano la base dell’alimentazione quotidiana delle popolazioni di montagna, in seguito, con l’arrivo del “benessere” il loro utilizzo è stato ridotto di molto a favore di prodotti più raffinati. Questi semi sono un alimento molto versatile e possono essere consumati in svariati modi: arrostiti sul fuoco, bolliti, cotti al forno e secchi. Ne conosciamo diverse varietà e anche gli utilizzi sono molteplici: dalla cucina, all’allevamento all’uso cosmetico! Dal punto di vista nutrizionale rappresentano un alimento molto importante, apportando circa 165 Kcal per 100 gr, solo 1,7 gr di grassi e 36,7 gr di carboidrati per 100 gr. Una caratteristica molto importante però è il contenuto in fibra, di quasi 5 gr per 100 gr di prodotto, e quindi la capacità di

riequilibrare la flora batterica intestinale e di tener sotto controllo il colesterolo. Tra i micronutrienti, quelli più presenti sono la vitamina A, le vitamine del gruppo B, la vit C e D ma da sottolineare è l’alto contenuto di potassio (500 mg/100 gr di castagne) di Simona Ruggieri e di folati. Questa composizione rende le castagne un alimento molto importante per le donne in gravidanza e per i soggetti celiaci, essendo naturalmente prive di glutine. Essendo molto ricche di amido, se non ben cotte, possono risultare difficili da digerire e quindi il consumo di castagne è assolutamente sconsigliato per chi soffre di colite! La ricetta del giorno: gnocchetti di castagne! Ingredienti: 300 gr farina di castagne, 150 gr farina integrale o 00, 300 ml acqua, sale q.b. Setacciare la farina di castagne e quella integrale/00 in un ciotola capiente; aggiungere un pizzico di sale e l’acqua tiepida, poco alla volta, impastando con le mani. Una volta creato un panetto, trasferire il composto su di una spianatoia infarinata e continuare a impastare; lasciare riposare in frigo per 1 ora circa. Trascorso questo tempo, dividere l’impasto in tanti filoncini e tagliare piccoli tocchetti. Condire a piacere con verdure di stagione!


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Un artista rosetano ha lavorato per

papa Paolo VI e per Berlusconi

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Stiamo parlando del prof. Antonio Di Simone, per anni residente nel nord Italia, il quale non ha mai dimenticato la sua Roseto, luogo dove ha perfezionato l’arte di ebanista

a nostra bella città ha espresso talenti artistici in ogni settore e l’arte ebanistica di Antonio Di Simone ne è una significativa manifestazione. L’artista, nato a Roseto degli Abruzzi, andò via dalla nostra cittadina nel 1942, quando si trasferì prima a Milano e poi a Soresina, in provincia di Cremona per insegnare nelle scuole secondarie di 1°grado, anche se amava trascorrere nel “suo mare” i periodi estivi in compagnia dell’amata moglie Pina e del figlio Francesco, per incontrare gli affezionatissimi amici di sempre. Il suo papà Francesco Di Simone, detto “lì munache”, era armatore e la sua mamma casalinga. Era il primo di tre figli, aveva due sorelle: Loreta Maria e Rosa. Antonio. Dopo essersi diplomato in ebanisteria presso la scuola Raffaello Pagliaccetti di Giulianova, nel 1940 iniziò a collezionare essenze lignee provenienti da tutto il mondo: noce, ciliegio, tasso, ma anche legni tropicali dell’Africa e dell’Asia (su tutte, le famiglie degli ebani) dalle radici esotiche come la tuja, la madrona e l’amboina, ai più rari come il “bois de rose” e il “bois de violette” del Brasile, i suoi preferiti. Trascorse la sua vita coniugando la professione di docente (45 anni di insegnamento, ricoprendo per moltissimi anni il ruolo di vicepreside) e la sua arte di ebanisteria. Sposò Pina che lo sostenne e affiancò nella sua attività artistica. Fu la curatrice delle sue mostre tenutesi a partire dagli anni ‘70 nella città di Soresina e in altre località del nord Italia. Negli ‘60 e ‘70 raggiunse una considerevole maturità artistica e risalgono a quegli anni le prime mostre nei musei lombardi. Fonte d’ispirazione per le sue meravigliose tarsie erano i mosaici moreschi e bizantini e proprio dalle loro geometrie traeva ispirazione per l’accostamento di forme e cromie. I suoi mobili e l’oggettistica, sono di una bellezza e di una perfezione artistica indescrivibile. Le geniali trame lignee seguono una speciale regola combinatoria per intrecciare, armonizzare, accostare forme e colori: i risultati ottenuti esprimono quelli che lui amava definire “atti di libertà” esecutiva. Inventava, speri-

mentava con eccellente maestria disegni e trame, senza essere condizionato dall’organizzazione dell’opera o dalla sua funzione. Creava a seconda dell’estro del momento, rivelando in questo modo la sua genialità artistica. Riusciva a plasmare i preziosi legni creando sorprendente dinamicità, espansioni crescenti e graduali di forme che sfruttavano con acutezza le venature e i cromatismi del legno. Molte sue opere, agli occhi attenti dell’esperto, appaiono come in continua mutazione, lasciando la sensazione di infinite interpretazioni. Ha avuto diversi committenti di rilievo, dal Cardinale Józef Glemp al Papa Paolo VI (per cui realizzò calici ostensori), a Silvio Berlusconi, che gli commissionò un gioco simile agli scacchi e mobili intarsiati, ma anche capi di Stato conservano alcuni suoi meravigliosi mobili, in cui si alternano una quantità di legni impressionante, fino a 54 tipi di essenze lignee nella stessa opera, sapientemente accostate e valorizzate dal suo estro di artista. Una sua opera è conservata nelle sale della Villa Comunale e molti altri raffinati oggetti sono esposti in musei del nord Italia. È importante sottolineare che le opere di Antonio Di Simone, rappresentano veri e propri “unicum”. L’artista amava sottolineare che tra le migliaia di manufatti realizzati, non ce n’era uno uguale all’altro. La sua casa-laboratorio di Soresina è un vero e proprio museo di ebanisteria, mobili, oggetti di ogni dimensione e forma, cassapanche, sapientemente conservate e oggi custodite dal figlio Francesco, che ne ha raccolto l’eredità artistica; si intervallano ai macchinari per l’intaglio e l’intarsio che l’artista stesso progettò e realizzò. “Non esistono in commercio attrezzature adatte al mio lavoro, dunque sono costretto a fabbricare da me i miei macchinari” amava spesso ripetere e raccontare, nelle indimenticabili serate estive in cui enunciava i suoi percorsi artistici ad un pubblico improvvisato di amici e famigliari, mostrando la documentazione fotografica delle sue tantissime opere. Antonio Di Simone è venuto a mancare nel 2006.


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Roseto degli Abruzzi Piazza della libertĂ , 7a (Stazione)


eventi

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IL GIUSTO GUSTO RITORNA Una edizione straordinaria de “ Il giusto gusto” concorso culinario sulle ricette tipiche abruzzesi sarà dedicata, in occasione del NATALE 2014, alle deliziose SFOGLIATELLE, dolce tipico che non può mancare nelle case degli Abruzzesi durante il periodo natalizio. Tutto comincia a Lama dei Peligni, borgo ai margini del Parco Nazionale della Majella, oltre un secolo fa, quando Donna Anna, moglie del barone Tabassi, eredita dalla suocera campana la ricetta della nota sfogliatella napoletana e la riadatta, nell’impasto e nella farcitura, agli ingredienti tipici della zona. Così la sfoglia si fa soffice e friabile grazie all’aggiunta dello strutto, mentre la ricotta è sostituita dalla ragnata (la marmellata d’uva), dalla confettura di amarena, dal mosto cotto e dalle noci, una farcitura che conferisce al prodotto un gusto morbido e intenso. La ricetta, custodita gelosamente per anni, si è diffusa soltanto nei primi anni ’60 e da allora la tradizione della sfogliatella continua in ogni famiglia abruzzese. Cercheremo la ricetta originaria e gusteremo le diverse varianti dettate dalle singole tradizioni familiari tramandate dalle nonne e le nuove versioni elaborate dai pasticceri. Una giuria di esperti guidata dal maestro pasticcere Sandro Ferretti valuterà i prodotti e premierà i primi tre classificati. La degustazione sarà completata dagli ottimi vini della cantina ANFRA ed accompagnata dal suono delle zampogne che ci risveglieranno la dolce sensazione del Natale che si avvicina. Una mostra collettiva ci permetterà di gustare le opere di giovani pittori emergenti.

L’Associazione culturale ROSA D’EVENTI con il patrocinio del Comune di Roseto degli Abruzzi Presenta:

PATTINAGGIO SUL GHIACCIO VI Edizione

presso l’Arena 4 Palme di Roseto dal 06 Dicembre al 11 Gennaio 2015

L’Associazione culturale “Rosa D’Eventi “ con il patrocinio del comune di Roseto degli Abruzzi hanno voluto ridare alla città l’appuntamento che ogni anno con l’avvicinarsi delle festività Natalizie caratterizza il Natale Rosetano per la gioia di grandi e piccini, ma la pista è apprezzata anche dagli operatori e commercianti che vedono in essa l’occasione per attirare più gente verso la città rivierasca durante tale periodo La pista di pattinaggio sul ghiaccio vi aspetta a Roseto presso l’Arena4Palme e sarà aperta al pubblico tutti i giorni fino al 11 gennaio nella splendida cornice dell’Arena 4 Palme appositamente attrezzata in Arena.Ice dal 06 dicembre al 06 gennaio 2014 durante il quale saranno tante le iniziative. Infatti la manifestazione sarà arricchita da attrattive opportunamente tematizzate con scenografie Natalizie per due volte alla settimana saranno proposti corsi gratuiti per i principianti. 16 dicembre ICE e CHOCOLAT DAY cioccolata calda a tutti i pattinatori dalle ore 16 fino ad esaurimento scorte mentre il 20 dicembre si potranno leccare le dita gustando i dolci natalizi della nonna “caggiunit e sfuiatelle” , seguirà Natale sui pattini e capodanno con veglione e a chiudere l’evento il 06 gennaio ci sarà la Befana con i suoi doni. Il. Non mancheranno gli appuntamenti musicali ogni giorno in consolle i Dj proporranno musiche di ogni genere e sono previste anche cover band con rispettivi generi rock,revival . Durante tutto il periodo i visitatori troveranno presso l’Arena un servizio bar ristorante pizzeria e giochi per bambini. La pista di pattinaggio sul ghiaccio sarà aperta tutti i giorni in via nazionale 297 dalle ore 10:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 24:00 per informazioni www.arena4palme.it -tel 0858999132 - 3312563272


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Si è concluso il terzo convegno sulla longevità del cervello dal titolo “Espressività cognitiva (linguaggi e comunicazione)” tenuto dal dott. Cioci

di Noemi Romanelli

&

Ilenia Secone Seconetti

Il dottore rosetano si è ulteriormente soffermato sull’esistenza e sulle funzioni relative ai due emisferi che compongono la corteccia cerebrale: l’emisfero destro e quello sinistro

spressività cognitiva (linguaggi e comunicazione)”: è stato questo il tema trattato il 2 dicembre scorso nell’ultimo incontro del percorso autunnale della XVI edizione de “La Cultura in cammino”, tenutosi presso l’aula magna dell’Istituto Vincenzo Moretti. Protagonista dell’appuntamento, come dei due precedenti, è stato il dott. Angelo Cioci, docente di Neuropsicologia e Specialista in Psicologia Medica. Riprendendo il discorso lanciato precedentemente sulle origini della longevità cerebrale, si è parlato dell’importanza della capacità espressiva. Da alcune osservazioni è emerso che non sempre le persone dotate di un quoziente intellettivo maggiore ottengono risultati migliori di altri nelle relazioni sociali o sul lavoro. Infatti tale competenza va acquisita fin dall’infanzia mediante l’istruzione scolastica, la cui chiave di volta è rappresentata dal quoziente educativo. In seguito il dottore si è ulteriormente soffermato sull’esistenza e sulle funzioni relative ai due emisferi che compongono la corteccia cerebrale: l’emisfero destro - ovvero la parte creativa, emotiva e primitiva del nostro cervello - ha il compito di elaborare la sintesi delle percezioni restituendo le cognizioni all’emisfero sinistro - vale a dire quell’angolo di cervello più razionale specializzato nella comunicazione e nel linguaggio - manifestando in tal modo

una visione ottimale della realtà. Se ciò non si verifica, insorgono dei disturbi relativi ad uno scorretto equilibrio tra le due metà, che rivelano alcune difficoltà di apprendimento. Tuttavia l’individuo acquisisce un livello di sviluppo del linguaggio inferiore rispetto a quello che dovrebbe avere per la sua età, nonostante abbia un normale grado di intelligenza. Tali indisposizioni possono provocare dislessia o balbuzie, in quanto non vi è un’organizzazione neurologica ottimale. Nel caso in cui si presenta la predominanza dell’emisfero destro, i soggetti possono raggiungere un linguaggio metacorticale basato sulla capacità critica, o meglio quella padronanza di rielaborare i concetti e trasmetterli ai terzi con dovute riflessioni. A tal proposito sono sorte domande attinenti ad alcune curiosità e aspetti professionali della materia. Da questa interazione è emerso che in alcuni Paesi europei, come la Danimarca, i bambini, in base allo sviluppo del loro linguaggio sottocorticale, possono accedere alle Scuola Elementare anche in un’età inferiore o superiore a quella prestabilita. Rispetto a tale argomento il dott. Cioci ha puntualizzato l’assenza in Italia di tale impostazione e questo porta a non comprendere sino in fondo quando un bambino può essere pronto per affrontare un percorso scolastico, introducendo sin da subito nella carriera personale degli alunni discrepanze che poi, solitamente, non vengono recuperate.


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Pineto si è tinta di rosso

Nella Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne

La data è stata scelta da un gruppo di donne attiviste, che si riunirono nell’Incontro Femminista Latinoamericano e dei Caraibi di Bogotà nel lontano 1981

C

he la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne dovesse essere celebrata proprio il 25 novembre, è stato stabilito dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, invitando governi e movimenti internazionali ad organizzare attività che sensibilizzassero l’opinione pubblica in quel giorno. La data è stata scelta da un gruppo di donne attiviste che si riunirono nell’Incontro Femminista Latinoamericano e dei Caraibi, tenutosi a Bogotà, nel lontano 1981. Questa data fu poi ufficializzata dall’Assemblea Generale dell’ONU, in ricordo del brutale assassinio, compiuto nel 1960, delle tre sorelle Mirabal, divenute simbolo della donna rivoluzionaria, per via dell’impegno profuso a contrastare il regime, durato per oltre 30 anni, del dittatore della Repubblica Dominicana. Nel nostro paese, le manifestazioni di sensibilizzazione hanno avuto inizio un po’ più tardi, dal 2005, quando alcuni centri antiviolenza hanno cominciato a celebrare questa giornata. A Roma, nello stesso anno, secondo i dati della questura, hanno manifestato ben 100.000 donne contro la violenza di genere e questo fu il primo appuntamento ad aver suscitato interesse mediatico. Da quel momento, quando anche istituzioni come Amnesty International hanno iniziato a ‘’festeggiare’’ questa data, si è registrato, e si sta registrando tutt’oggi, un numero sempre maggiore di eventi organizzati, non solo

nelle grandi città italiane, ma anche nelle più piccole realtà locali, come la città di Pineto. Il Sindaco della cittadina adriatica, Robert Verrocchio, ha dimostrato molta gratitudine in particolare all’Assessore alle Politiche Sociali, Daniela Mariani, per essersi impegnata tanto nell’organizzazione dell’evento di martedì 25 novembre 2014. «Anche Pineto ha fatto sentire la sua voce contro la violenza sulle donne», ha commentato il Sindaco Verrocchio. «Si tratta di un fenomeno che non deve passare sotto silenzio, e noi come istituzioni abbiamo il dovere e il potere di ricordarlo. Giusto e bello che questa giornata sia stata organizzata coinvolgendo la scuola, perché i ragazzi sono il nostro futuro e sono loro il vero cambiamento. Spero anche che si arrivi a non chiamare più certi gesti “omicidi passionali”. La passione è un’altra cosa. Quelli sono femminicidi». «Noi amministratori abbiamo il compito di sensibilizzare e far riflettere tutti sul grande dramma che è il femminicidio», ha dichiarato l’assessore alle Politiche Sociali, Daniela Mariani. Così Pineto martedì scorso si è tinta di rosso, il colore simbolo del ‘no’ alla violenza sulle donne e ha organizzato due belle iniziative. La prima, si è svolta di mattina, coinvolgendo più di cinquecento bambini con quaranta insegnanti dell’Istituto Comprensivo Giovanni XXIII. L’appuntamento, al quale hanno partecipato anche molti cittadini, è stato alle 10 in piazza del Municipio, dove i ragazzi dei tre ordini di scuola,

di MARTINA FRANCHI

si sono radunati e hanno tratteggiato, sulla strada tra il Municipio e il Palazzo Polifunzionale, una linea ideale fatta di disegni e opere, da loro composti. «Abbiamo voluto far partecipare il mondo della scuola perché è dai nostri ragazzi che può e deve partire il cambiamento - ha spiegato l’assessore Mariani - Ogni classe aveva un rappresentante che ha portato con sé una scarpina con un fiocco rosso, il simbolo internazionale di questa giornata, e abbiamo voluto legare il Comune con il Polifunzionale, che vogliamo diventi il nostro Palazzo della Cultura e della Creatività, perché è solo quando le istituzioni creano un collante con la cultura che ci può essere un cambiamento reale». L’evento si è poi concluso alle 11:30, al Largo Fava, con la partecipazione del sindaco Robert Verrocchio, del dirigente scolastico Gaetano Avolio e del Comandante della Polizia del Cerrano Giovanni Cichella. La seconda parte della giornata, si è rivolta invece ad un pubblico più vasto, pressoché adulto. Nella sala teatro del Palazzo Polifunzionale, alle 21:00, è andata in scena, con ingresso gratuito, la pièce “Elena Lucrezia Cornaro Piscopia - La prima donna laureata nel mondo”, di Rudj Maria Todaro, nell’ambito del Festival Emergenze Mediterranee. Il sindaco è rimasto molto contento della risposta avuta dalla cittadina e della riuscita della manifestazione, commentando così il risultato: «Quella di martedì è stata davvero una bellissima giornata».


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Genny tanti auguri per i tuoi 18 anni da mamma, papà e Fiorenzo sei la nostra principessa

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