Quindicinale iscritto al registro della Stampa presso il tribunale di Teramo n. 13/03 del 22/05/03
ANNO 9 N.224 prossima uscita 21 Febbraio
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Health Progress Italia un gioco da professionisti iocà”, dall’italiano “giocare” che, per apocope tipica del dialetto settentrionale abruzzese, tronca la sillaba finale del verbo, indica qualsiasi attività liberamente scelta a cui si dedichino, singolarmente o in gruppo, bambini o adulti senza altri fini immediati che la ricreazione e lo svago, sviluppando ed esercitando nello stesso tempo capacità fisiche, manuali e intellettive. No, non solo. “Giocà” è l’insieme delle iniziali dei nomi di due bambini, Giovanni e Caterina. “Giocà” è uno sciroppo pediatrico che rafforza le difese immunitarie dei più piccoli, composto da ingredienti interamente naturali e realizzato dall’azienda di Walter Piccioni, rosetano, papà di due bambini, Giovanni e Caterina. L’azienda è la Health Progress Italia, nata circa due anni fa e, dal 2014, parte attiva del “Chemical and Pharmceutical Innovation Tank”, polo d’innovazione chimico-farmaceutico abruzzese, al fianco di eccellenze come “Menarini”, “Sanofi” e “Dompè”. Oggi Health Progress Italia è a Roseto degli Abruzzi e sta realizzando il suo modernissimo laboratorio battezzato “VITA”, inseguendo i sogni del suo fondatore, Walter, di costruire con gli anni un’azienda a impatto zero capace di vivere con un sistema lavoro
tutto abruzzese. Walter Piccioni è armato di buona immaginazione, determinazione e di una ventina di professionisti, tra cui primeggia Michele Carbonetti, amico, socio ma nello specifico - giovane biologo responsabile di tutti i processi di sviluppo e produzione: tutti ingredienti indispensabili per un risultato che faccia la differenza per l’alta qualità raggiunta. Ad oggi infatti con i cinque prodotti attualmente in commercio in tutte le farmacie d’Italia (“Giocà pediatrico” – immunomoderatore; “Ialotuss sciroppo pediatrico” – antitussigeno; “Reuped gocce” – probiotico; “Pediamineral 3 gel” –antivomito; “Prefer” – ferro solfato) la giovane azienda vede incrementare mese dopo mese i propri volumi d’affari. Ciò che sorprende però è la palese etica che traspare dall’azienda: tutti prodotti – dalle materie prime al packaging - sono made in Italy, ciascuno pensato solo ed esclusivamente ad uso pediatrico e la sua attività nel sociale ha già promosso in scuole e piazze corsi di primo soccorso pediatrico gratuiti. Come fa Walter a sapere che questa è la strada giusta? A me personalmente ha insegnato una tecnica infallibile: “Quando al mattino ti alzi e ti chiedi ma oggi, sto lavorando o giocando? Allora sì, stai certo che hai preso la strada giusta”.
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Roseto, strade provinciali dissestate e causa di incidenti
Sono piene di buche e rappresentano un pericolo per molti automobilisti. Le strade di periferia come percorsi di guerra in Provincia di Teramo, soprattutto nelle zone collinari di Roseto. Scarsi gli interventi di manutenzione
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ei veri e propri percorsi di guerra, con buche profonde anche 20 centimetri, solchi scavati nell’asfalto, pericolosi per chi si sposta su due ruote. Le strade della nostra provincia sono un disastro. Servono interventi di manutenzione adeguati, lavori di rifacimento di chilometri di asfalto. Soldi nelle casse non ce ne sono e le uniche soluzioni adottate sono rattoppi qua e là che sicuramente non rappresentano una soluzione. Sì, perché basta poi una giornata di pioggia intensa per fare in modo che quelle “pezze” vengano spazzate via, con le buche che tornano di nuovo a rappresentare un pericolo. Perché di pericolo si tratta visto che finora, in alcuni punti, soprattutto nella zona di Roseto, Santa Lucia, Cologna Paese, quelle buche sono state la causa di incidenti stradali o comunque di danni causati
alle auto, come cerchioni spaccati, pneumatici esplosi, sospensioni rotte. Buche che in caso di pioggia vengono “nascoste” dall’acqua, trasformate in pozzanghere, difficili da individuare. Si tratta molto spesso di strade di periferia, tuttavia trafficate perché collegano i paesini dell’hinterland come le frazioni del territorio rosetano con i Comuni di Notaresco e Morro D’Oro. La competenza è della Provincia di Teramo. Ma chi ha subito danni ha dovuto presentare una denuncia al Comune di Roseto per avviare la pratica di risarcimento danni. Procedure che richiedono tempo prima che l’assicurazione dell’Ente possa finalmente liquidare. Perché bisogna dimostrare che in effetti il danno è stato causato dalla strada dissestata e non da una condotta di guida irresponsabile. Ma di irresponsabile finora c’è un solo aspetto: la quasi
totale incuria in cui vengono lasciate le strade di periferia. C’è poi un altro aspetto che non può essere tralasciato. Ci sono strade nella zona collinare di Roseto che sono soggette al fenomeno dello smottamento. Tra Montepagano, Contrada Tanesi e Cologna Paese la situazione negli ultimi tre mesi è peggiorata. Per fortuna le scarse piogge di questo inverno hanno limitato i problemi. Ma in alcuni punti i margini della strada sono stati inghiottiti. E la segnaletica che indica il pericolo è praticamente invisibile, soprattutto di notte se si considera che queste strade hanno una scarsissima illuminazione. Insomma, c’è il rischio che qualche automobilista disattento possa finire giù per la scarpata. Sui problemi legati allo smottamento va detto che la Regione ha stanziato dei fondi per finanziare interventi contro il dissesto idrogeologico.
Ezio Vannucci
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fa tremare
la maggioranza di centro destra L’ex assessore provinciale all’edilizia scolastica martedì subentrerà al dimissionario Gianfranco Marini. Ma potrebbe sedere tra i banchi dell’opposizione annunciando la costituzione del gruppo del Partito Socialista Italiano
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l Psi, il Partito Socialista Italiano, a Roseto sta prendendo lentamente forma. Anche se dopotutto non è mai sparito, questa volta il Psi inizia a far paura. Soprattutto alla maggioranza di centro destra. Molti si chiederanno perché. Il motivo è molto semplice: il Psi potrebbe ritrovarsi con un consigliere comunale, quasi a sorpresa. Chi? Ezio Vannucci che martedì 10 febbraio entrerà a far parte dell’Assise Civica in sostituzione di Gianfranco Marini, dimessosi nell’ultimo Consiglio Comunale. Si erano presentati con la lista dei Liberalsocialisti, in pieno appoggio del candidato ed oggi sindaco Enio Pavone. Ma Marini, socialista sanguigno, alla fine è stato il vero oppositore della coalizione di centro destra. Un’alleanza tra socialisti, Pdl, liste civiche con il solo obiettivo di abbattere l’egemonia del Partito Democratico. Risultato
certamente raggiunto, vista la sconfitta quasi 4 anni fa del Pd. Marini è rimasto deluso tuttavia dal primo cittadino. Pavone, anch’egli da sempre socialista, che alla fine si sarebbe lasciato inghiottire dal centro destra, quasi disconoscendo le sue origini di esponente nonché dirigente dell’allora Psi. Marini ha salutato con eleganza e, per ora, si è fatto da parte. Ma al suo posto arriva Ezio Vannucci, ex assessore provinciale all’edilizia scolastica, ex amministratore rosetano, ex democristiano, ex sindaco della Città delle Rose. E’ molto amico di Gianfranco Marini. E negli ultimi mesi ha intrecciato più di un rapporto con Giovanni Proti, leader locale del Psi, e con Pasquale Calvarese, già sindaco socialista di Roseto. E se due più due fa quattro, è inevitabile che la somma Marini-Calvarese-Proti-Vannucci possa far tremare la coalizione di centro
destra. Ezio Vannucci, quindi, dove siederà nel suo primo Consiglio Comunale? Tra i banchi alla destra del sindaco Pavone, cioè quelli riservati alla maggioranza, o alla sinistra, quelli occupati dall’opposizione? All’interno della stessa coalizione serpeggia da tempo la sensazione (ma forse è quasi una certezza) che il subentrante consigliere Vannucci possa approdare direttamente a sinistra. Una virata neppure tanto brusca, tenuto conto del fatto che l’ex assessore provinciale da alcuni mesi esprime ai 4 venti giudizi per nulla positivi nei confronti della maggioranza con critiche pesanti, almeno secondo i beninformati, nei riguardi del Pdl. Quindi, se dovesse disconoscere questa maggioranza, non appare alla fine del tutto remota l’ipotesi che possa annunciare la costituzione del gruppo socialista. Ma socialista del Psi.
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Roseto, pronto il progetto per
la pista ciclabile
Il Comune ha approntato lo studio per la realizzazione del percorso che collegherà la frazione di Cologna Spiaggia con il capoluogo. Eseguito il sopralluogo da parte di amministratori e tecnici. Per la prossima estate un tratto sarà pronto
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a pista ciclabile che dovrà collegare Cologna Spiaggia con il proprio capoluogo, Roseto, inizia a prendere forma. Almeno sulla carta. Nei giorni scorsi il sindaco Enio Pavone, accompagnato dal suo vice Maristella Urbini, dagli assessori Alessandro Recchiuti e Fabrizio Fornaciari, dai consiglieri comunali Enzo Di Giulio e Attilio Dezi, con la presenza del rappresentante del Consiglio di Quartiere Andrea Di Stanislao, ha eseguito un primo sopralluogo lungo quello che dovrebbe essere il tracciato ciclabile. Partirà in pratica dal ponte in legno sul Tordino (una parte del percorso già esiste) per poi proseguire in direzione sud, lungo un tratto di via del Sottopassaggio, di via del Mare, poi via degli Acquaviva sino
ad immettersi sul lungomare colognese attraversando anche una porzione di via Bozzino. Inoltre, per raggiungere Roseto, la pista proseguirà lungo un sentiero al momento sterrato che costeggia la ferrovia tra le campagne della proprietà Rossi, Cantagalli (ex Migliorati) e marchesa Mazzarosa. Il progetto intanto verrà portato avanti a stralci perché è assolutamente impensabile al momento poterlo realizzare nella sua totalità nell’arco di pochi mesi, visto che interessa un percorso di oltre 5 chilometri. L’unica cosa certa è che la pista verrà realizzata sul lato est del lungomare, dove attualmente ci sono i parcheggi, a confine con il marciapiede. I posti auto verranno realizzati sul lato opposto, quindi ad ovest. Dinanzi ai camping Nino e Stella Maris
non sarà prevista la sosta delle auto o di mezzi a due ruote in quanto il lungomare ad un certo punto si restringe. Da capire poi quali soluzioni verranno adottate per rendere sicura la pista ciclabile che potrebbe essere delimitata, ovviamente non solo dalla segnaletica orizzontale, ma anche con la sistemazione di fioriere che impedirebbero ai mezzi di invadere gli spazi riservati alle bici. Per la prossima estate, il tratto di pista ciclabile che va dal ponte ciclopedonale sul Tordino sino all’altezza della rotonda sud del lungomare colognese sarà realizzato. Mentre per l’ultimo tratto, con collegamento con Roseto, ci vorrà del tempo, anche perché bisognerà ratificare la cessione dei terreni da parte dei proprietari per consentire il passaggio della pista.
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Roseto, controlli a vecchie case coloniche I casolari abbandonati, un tempo occupati da agricoltori, nel mirino della Polizia. Sopralluoghi sono stati eseguiti nei giorni scorsi, soprattutto dopo l’assalto al portavolori, a Martinsicuro che ha fruttato un bottino di 100mila euro circa. I fabbricati potrebbero garantire riparo a bande criminali e a malavitosi
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ecchi casolari di campagna, ormai abbandonati, nel mirino della Polizia di Stato che con un elicottero ha pattugliato dall’alto la zona collinare di Roseto, sorvolando sui fabbricati disabitati ormai da tempo. In zona ce ne sono molti, una cinquantina in tutto se si considera anche la zona di confine con Notaresco, Mosciano e Morro D’Oro. Il motivo dei controlli? Gli edifici potrebbero offrire riparo momentaneo ad extracomunitari, a senza tetto o persino a piccole bande di criminali. I controlli sono scattati nei giorni scorsi dopo che a Martinsicuro un portavalori era stato preso d’assalto da due persone che hanno agito a volto coperto e con armi in pugno. Circa 100mila euro il bottino. Per gli investigatori non era da escludere l’ipotesi secondo cui il commando, dopo aver messo a segno il colpo, abbia trovato rifugio in uno dei tanti casolari abbandonati. L’elicottero della Polizia di Stato è persino atterrato su un terreno incolto, a confine
con l’area di servizio Ip Panam Snc, tra Cologna Spiaggia e Roseto, lungo la Nazionale, gestita dalla famiglia Di Febo. In quella zona ci sono almeno due case coloniche abbandonate. Ma nel corso del sopralluogo non è stato trovato nulla. Tempo fa alcuni abitanti della zona lamentarono il fatto che in questi vecchi fabbricati, alcuni peraltro pericolosi perché cadono a pezzi, di notte si notavano delle persone entrare con delle torce elettriche. In un paio di essi sono state anche trovate delle siringhe. Quindi facile supporre che dei tossici hanno trovato riparo qui per iniettarsi le sostanze stupefacenti. Comunque, da quando si sono registrati gli attentati in Francia, le misure di sicurezza sono aumentate notevolmente, anche nelle aree che non vengono considerate a rischio. I vecchi edifici, un tempo abitati da agricoltori, oggi potrebbero quindi offrire riparo, non solo a chi una casa non ce l’ha, ma anche a personaggi che potrebbero far parte di qualche organizzazione malavitosa
o a gruppi di fanatici estremisti. La presenza dell’elicottero della Polizia ha destato sicuramente enorme curiosità. Secondo indiscrezioni, intanto, controlli di questo genere verranno ripetuti anche nei prossimi giorni e in altre zone del territorio. Probabile inoltre che si stia redigendo una mappa di casolari abbandonati.
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Società
Un Papa pop
tendenzialmente ecumenico
con piccoli scivoloni populisti Francesco I sta avvicinando milioni di persone alla fede, merito talmente illuminante che alle volte riesce anche a nascondere alcune cadute di stile che, comunque, andrebbero evitate
di William Di Marco IL PAPA GIUSTO - È inutile nasconderlo: l’elezione al soglio pontificio di papa Francesco I è stato un vero scossone per la Chiesa, che aveva bisogno di un personaggio completamente diverso dai precedenti. L’aspetto più importante di questa grande personalità - di origini italiane, ma di provenienza argentina è che ha vissuto all’interno del mondo clericale tutte le varie fasi gerarchiche in modo diretto, sempre a contatto con la gente. Questo gli ha permesso di capire da vicino le problematiche di coloro (prevalentemente persone di umili origini) che si rivolgevano alle autorità ecclesiastiche per avere aiuti e consigli. Non per niente di lui si dice che avesse, se non idee socialiste, certamente un concetto della società molto indirizzato al superamento delle disuguaglianze sociali, criticando dall’interno quello che non accettava dei suoi amici prelati. In più, c’è da dire che la provenienza da quella parte del mondo dove le disuguaglianze sono ancora più marcate - nonostante l’enorme ricchezza del continente sudamericano, che sarà uno dei centri motori dell’economia dei prossimi decenni - ha acuito la sua formazione rivolta segnatamente verso coloro che soffrono maggiormente le sperequazioni di questa nostra società, che ha tanti meriti, ma che spesso non riesce a creare un equilibrio tra i ceti sociali. Insomma, si potrebbe dire che questo è proprio il Papa giusto nel momento giusto. È ovvio che anche i laici radicali (i famosi laicisti) e gli atei si sono immersi nel contenzioso analitico, facendo riferimento, per i propri fini ideologici, a queste venature di sinistra o addirittura comuniste di un personaggio che si presta a mille interpretazioni sociali e umane, ma che non è mai entrato (e non lo potrà mai fare) nell’agone politico-partitico, aspetto che sa tanto di “deformazione italiota”, in cui tutto fa riferimento a quelle organizzazioni partitiche, oggi in disuso che, però, hanno
ancora un potere enorme da gestire. L’AUTOMOBILE MEDIA - Uno degli episodi che ha colpito da subito l’opinione pubblica è stato l’utilizzo da parte di Bergoglio dell’auto media per antonomasia, una Ford Focus che appartiene a quella categoria di vettura del segmento B, che è tipica delle famiglie italiane. Vederlo a bordo di questo mezzo e scendere da solo, senza l’ausilio di un autista lesto ad aprire lo sportello, ha avuto del sensazionale. Allo stessa stregua è stata la salita verso l’aereo con la cartella personale portata dal pontefice, senza nessun “portaborse” al seguito. Sono stati gesti pragmatici e diretti, che non hanno nulla a che fare con la teologia, ma che certamente sono riusciti a far breccia nell’immaginario collettivo. E in tal senso va anche letta la capacità di papa Francesco di coinvolgere i bambini, accarezzandoli in ogni istante. Tutto ciò ha creato un alone di “Papa pop” (nel senso di popolare) che tanto piace alla gente. In più c’è da dire che la sua volontà di ecumenismo ha fatto nuovi proseliti, inserendo in questo nuovo “mondo unito dei cattolici” la discussione su temi scottanti, come la Comunione ai divorziati o l’atteggiamento della Chiesa nei confronti degli omosessuali. Non per niente nell’ultimo viaggio a Manila ben sette milioni di fedeli si sono raccolti intorno a lui, dando vita alla più imponente (numericamente) adunata mai verificatasi nella storia (a detta dei giornali), anche se non va dimenticato che le persone erano lì prevalentemente per Cristo: tuttavia in tal senso Francesco ha amplificato il messaggio DERIVE POPULISTE - Ciò nonostante questo Papa, data la sua forte attrattiva, alle volte si concede delle riflessioni “a voce alta” che sono tipiche del popolo, ma che non possono far parte del linguaggio alto del vescovo di Roma. Non è affatto condivisibile che il massimo esponente della Chiesa dica che: «Se dici una parolaccia su mia mamma ti devi aspet-
tare un pugno», per giustificare alcune reazioni. Certo, è stata una battuta, ma chi fonda il suo magistero sul concetto storico-filosofico nonché etico-morale e antropologico-sociale più alto mai scritto (“Porgi l’altra guancia”) non può nel modo più assoluto concedersi certe licenze. Come è successo pure per il numero di figli, riprendendo quelli che ne fanno molti “come conigli”. Anche qui la Chiesa è stata sempre paladina delle famiglie numerose e solo chi riesce in questo straordinario progetto - pieno di enormi difficoltà e forse anche privazioni - sa che grado di felicità può donare questo insieme di persone unite sotto un unico tetto familiare. Ma anche definire il Vangelo “una teoria” è una concessione troppo fuori dalla realtà, soprattutto per chi crede veramente e sa che il Testo Sacro è sinonimo in primis di fede. Queste piccole digressioni che il papa si è concesso non sono criticate solo dai fedeli, ma anche, come nel nostro caso, da laici che mettono in risalto alcune piccole derive di carattere populiste, che hanno più l’intento di piacere in superficie che scendere - lavoro ben più difficile - in profondità.
UN PAPA GRANDE - Al di là di queste osservazioni (serie e importanti), papa Francesco sta avvicinando milioni di persone alla fede: oggi è riscoperta da tantissimi che da essa si erano allontanati. Questo è un merito talmente illuminante, al punto tale che la luce riesce anche a mimetizzare certe cadute di stile le quali, comunque, andrebbero evitate.
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E I Z I S O I R U C Notizie)
(tra Curiosità &
13 a cura della redazione Cerchi Concentrici Promotor
Perché via Marconi a Campo a Mare si chiama così?
Via Marconi è la via principale che dalla Statale 150 porta verso viale Europa, arteria che si collega con la zona Sud di Roseto. All’inizio della strada c’è l’unico semaforo di Campo a Mare. Il marchese Guglielmo Giovanni Maria Marconi (Bologna, 25 aprile 1874 - Roma, 20 luglio 1937) è stato un fisico, inventore, imprenditore e politico italiano. A lui si deve il primo sviluppo di un efficace sistema di comunicazione con telegrafia senza fili via onde radio o radiotelegrafo che ottenne notevole diffusione, la cui evoluzione portò allo sviluppo dei moderni sistemi e metodi di radiocomunicazione, come la radio, la televisione e in generale tutti i sistemi che utilizzano le comunicazioni senza fili, e che gli valse il premio Nobel per la fisica nel 1909. Gli esperimenti di Marconi portarono alle prime applicazioni commerciali su vasta scala di tale tecnologia. Marconi dedicherà tutta la sua vita allo sviluppo
e perfezionamento delle radiocomunicazioni. Studia privatamente; ha vent’anni quando muore il fisico tedesco Heinrich Rudolf Hertz: dalla lettura delle sue esperienze Marconi prenderà ispirazione per quei lavori sulle onde elettromagnetiche che l’occuperanno per tutta la vita. Forte delle sue scoperte e galvanizzato dalla prospettive (anche commerciali) che potevano aprirsi, nel 1897 fonda in Inghilterra la “Marconi’s Wireless Telegraph Companie”, non prima di aver depositato, a soli ventidue anni, il suo primo brevetto. I benefici della sua invenzione si fanno subito apprezzare da tutti; vi è un caso in particolare che lo dimostra in modo clamoroso: il primo salvataggio, a mezzo appello radio, che avvenne in quegli anni di una nave perduta sulla Manica. Nel 1930 viene nominato presidente della Real Accademia d’Italia. Nello stesso anno inizia a studiare le microonde, preludio all’invenzione del radar. (da InfoWeb)
A proposito di piedi nudi, i fratelli Palladini ne sanno qualcosa La segnalazione dell’usanza tra i ragazzini, in voga fino ai primi anni ‘60 del secolo scorso, di andare a piedi nudi nel periodo estivo, è stata raccolta dai fratelli Palladini che hanno subito segnalato la loro esperienza di quegli anni. Enio, Gino e Filippo abitavano nella zona di fronte il molo (l’attuale pontile) e la strada asfaltata arrivava fino lì. A Sud c’era solo ghiaia che bisognava percorrere per andare alla foce del fiume Vomano. Anche i tre fratellini d’estate non avevano le scarpe e oggi sembra veramente un’impresa ardua camminare su quelle pietre aguzze per poter andare a pesca. Invece allora era la normalità. Quando si arrivava alla foce del fiume, si pescava con la “Maciacca”, cioè una canna in cui veniva attaccato del comune spago di casa. All’estremità ci si metteva il filo dei rocchetti dei sarti, molto resistente, a cui andavano fissati quattro o cinque lombrichi (presi sotto le pietre). Le anguille erano ghiotte dell’esca e abboccavano con facilità. Una volta, però, al terzetto accadde una cosa veramente strana. Erano andati a pesca, ma questa volta con le ciabatte. Non avendo pescato niente, anticiparono il ritorno dal Vomano e si fermarono al molo per un bel bagno dai massi. Lasciarono tutto il vestiario sulla riva e si buttarono in acqua con le sole
mutande. Quando tornarono a riprendere gli indumenti, si accorsero che qualcuno aveva rubato le ciabatte. A casa fu un dramma, con la mamma che giustamente si irritò: bisognava comprare tre paia di infradito e i soldi servivano invece per la casa, che era ancora in costruzione. La lezione servì eccome: da quella volta al fiume andarono solo... a piedi nudi. [Nella foto del 1963 da sin. Gino Palladini (10 anni), Filippo Palladini (7), Fabrizio Ferri (11), Enio Palladini (12)].
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E I Z I S O I R U C Notizie)
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(tra Curiosità &
“Le storie di Sor Paolo Proconsole” ha suscitato interesse anche a Teramo
L’ultimo libro di Luciano Lamolinara (Le storie di Sor Paolo Proconsole, Artemia Edizioni, € 15,00), presentato lo scorso mese di settembre, è piaciuto sia ai Rosetani sia ai Teramani. Il “vernissage”, infatti, è avvenuto nel capoluogo aprutino, anche perché lo scrittore, nonché docente di Matematica, lì ha vissuto a lungo, esattamente tra il 1955 e il 1974, “anni importanti - come specifica l’editore nel risguardo di copertina - di un periodo di vita: infanzia, adolescenza e prima maturità”. Il libro “è un omaggio, un pegno d’amore per la città che lo ha visto
crescere. Tutte le vicende, pur se diverse per tema, ambientazione e contesto sociale, sono legate dallo stesso filo come perle di una collana. Ognuna brilla di luce propria, tendendo la mano a quella che la precede e ammiccando a quella che segue: ogni personaggio è la sintesi del periodo storico in cui vive ed il passato in cui ciascun Lettore si può riconoscere. Teramo, in primo piano o in prospettiva, è il palcoscenico spazio-temporale in cui essi si muovono e interpretano il proprio ruolo”. E la figura di Sor Paolo? Per capirlo, vale la pena di leggere il libro.
I Ragazzi di una volta 22 “I Cantori di Rosburgo”, anno 1979
La tradizione dei cori a Roseto è stata sempre coltivata. Gran merito va dato ai vari maestri (ricordiamo, uno per tutti, Francesco Pincelli, ma insieme a lui ce ne sono stati altri) che hanno messo in piedi diversi “cantieri” di lavoro. Un coro che ebbe un certo seguito fu “I Cantori di Rosburgo”. Nato sul finire degli anni ‘70, ha continuato l’attività per un certo periodo. Aveva ripreso la tradizione da altri nuclei esistenti e poi la seminerà per la nascita di nuovi gruppi musicali. Nel caso specifico siamo nel 1979. L’ambientazione è il Supercinema di Roseto (l’ex struttura sita in via Colombo), ed è la prima esibizione pubblica del coro in una manifestazione curata dal giornalista Mimì Sperandii. Non tutte le persone sono state individuate, pertanto invitiamo a segnalarci quelle che indichiamo con il punto interrogativo. In alto da sin. Filiberto Di
Giuseppe, Raffaele Longo, Severino Di Giacinto, ?, Ciro Scognamiglio, Vincenzo Bellachioma, (?), Mimì Di Battista (seminascosto), (? dietro a Di Battista), Amerigo Falasca, Vincenzo Giorgini, (?), Giuseppe Di Fino, (?) Carlo Ricci (seminascosto), Tonino Sorgentone (seminascosto), (? dietro il microfono), Marino Mazzocchetti, Pasquale Marcone, Vittorio Di Felice, Francesco Spinelli e Carlo Montese. Sotto (le donne) da sin. Anna Montese, Tina Montese, Adele Spinelli, Zaira De Lauretis, Lia Montese, (? nascosta dietro Lia), Daniela Di Croce, in avanti il giornalista Mimì Sperandii, Sofia Di Giuseppe, Marilena Talamonti, Elisa Spinelli (seminascosta),Elisabetta Della Noce, Anna D’Egidio, Grazia Ragnoli, Eva Mancini, (? nascosta dal microfono). La bambina di sinistra in basso è Caterina Longo, (? per il bambino a destra).
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IE CUR IOSIZ Notizie)
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(tra Curiosità &
Una mostra di pittura riuscita in una struttura fuori dal comune
Arriva un prodotto nuovo sul mercato dell’auto e la concessionaria Progetto Auto di Scerne di Pineto coglie l’occasione per dare, concretamente, impulso all’attività aziendale propria con una operazione di marketing che, inoltre, abbraccia la pittura. È questa la moderna forma di mecenatismo illuminato che unisce due aspetti fondamentali della vita socio-economica del nostro Paese. Ed è un esempio lodevolissimo, sul nostro territorio attuato da tante imprese, da imitare e da sostenere con adeguati sgravi tributari in modo tale che si possa agire efficacemente a favore del nostro immenso e trascurato patrimonio culturale. Nasce così “Arte in viaggio”, mostra di pittura contemporanea di quattro artisti, bravi e professionalmente affermati,
che danno lustro all’arte pittorica in settori diversi, ma contigui. Il filone “figurativo meditato”, rappresentato degnamente da Patrizia D’Andrea, Loriana Valentini, e Lucia Ruggieri, e la “penisola dell’astrattismo informale” attentamente scrutata da Gino Berardi. L’evento, recensito dal noto storico dell’arte dr.ssa Maria Luisa De Santis, è stato inaugurato sabato 24 dicembre ed ha richiamato tanti visitatori gratificando così gli organizzatori, Obiettivo Comune e Progetto Auto, che ne hanno curato, meticolosamente, tutti i dettagli, aggiungendo anche la classica ciliegina sulla torta rappresentata da una riproduzione in terracotta della nuova FIAT 500 X, realizzata dalla bravissima ceramista rosetana Marina Sperandii. La mostra rimarrà aperta fino alla fine di marzo 2015. (C. St.)
Chorus di febbraio è disponibile nelle edicole Diversi i temi di questo numero, il 45. L’apertura è dedicata alla seconda parte dell’articolo dedicata alla politica italiana dal titolo “La vera guerra dell’informazione è stata al centro delle vicende politiche italiane. Le notizie spesso avevano la distorsione degli interessi di parte”, in cui si specifica Continuiamo in questo numero la seconda sezione dell’argomento trattato su Chorus di gennaio. Il gruppo De Benedetti e quello berlusconiano hanno contribuito allo scadimento del confronto dialettico, mettendo in cantina gli ideali e fomentando la politica ancora delle ideologie novecentesche, al solo scopo di rafforzare il loro potere mediatico. Poi Paolo Nocelli ci riferisce sugli attentati francesi con “Terrorismo o Guerra? Un dilemma a cui dare una risposta”, per poi sottolineare che Basterebbe soltanto sapere se un’altra guerra sia in grado di impedire gesti inconsulti ed imprevedibili. Le esperienze finora fatte, con interventi militari sotto l’egida dell’Onu o della Nato, non hanno dato gli esiti sperati. Continuano le pubblicazioni delle tesi di lau-
rea, questa volta una tesi magistrale a firma di Marta Lucia Pacioni dal titolo “Proposta di riqualificazione ambientale del tratto terminale del fiume Vomano”. discussa presso l’Università degli Studi dell’Aquila, Dipartimento di Medicina Clinica, Sanità Pubblica, Scienze della Vita e dell’Ambiente. Il corso di laurea è in Gestione degli Ecosistemi Terrestri e Marini Curriculum Terrestre. Relatori sono stati il prof. Antonio Di Sabatino e il dott. Lino Ruggieri. Infine Il giornalista Ugo Centi ci dice che secondo lui “Tira già aria di voto”, per poi ribadire che Manca un anno circa al voto comunale e tutti “provano”, per così dire, le posizioni. Si annusa nell’aria la “caccia” ai portatori di voti, o ritenuti tali. E questo vale per tutte le forze politiche, nessuna esclusa. Il giornale è disponibile: a) sul sito www.williamdimarco.it, cliccando “Riviste” nel menù in alto, poi Chorus e poi ancora n° 45; b) sul sito www.eidosnews.it, nella sezione “Leggimi”. Per riceverlo a casa basta segnalare il proprio indirizzo di posta elettronica a chorus@williamdimarco.it.
Maria Pulcini compie 102 anni Per i lettori di Eidos, che la conoscono almeno da quando la redazione le dedicò un numero dei “Ricordi”, è diventata un mito. Per i suoi 102 anni compiuti lo scorso 2 febbraio? Sì, anche per quello, ma soprattutto per come porta la sua età. Dire che mostra un paio (se non tre) decadi di meno non è esagerato e quando il giorno esce per l’immancabi-
le passeggiata quotidiana, meraviglia le persone che la osservano, tanto da “fa girar la testa” per la sua proverbiale eleganza. E allora, ancora una volta, tutto lo staff di Eidos si unisce per un sentito “Buon compleanno nonna Maria”. Ah, stavamo per dimenticare un aspetto importantissimo: la nostra protagonista è trisavola!
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notizie brevi
Dimensione Volontario, quando la solidarietà si sposa con lo sport Solidarietà e sport. L’Associazione Dimensione Volontario ha chiuso il 2014 con una serie di risultati importanti in termini di organizzazione di eventi e di attività a sostegno dei diversamente abili. A fine dicembre i responsabili dell’associazione, a cominciare dal presidente Peppe Palermo e il suo vice Paolo Di Bonaventura hanno tracciato un quadro delle iniziative svolte, illustrando le attività garantite e soprattutto annunciando i progetti futuri che verranno realizzati nel 2015, tra le quali la Pet Therapy, Idroterapia, Ortoterapia. Si è parlato anche del progetto cofinanziato dalla Regione Abruzzo in favore delle famiglie dei diversamente abili che prevedrà l’apertura di uno sportello di ascolto. I responsabili dell’associazione, che opera ormai da circa 19 anni, hanno posto l’accento anche sulle attività sportive. E’ nata una squadra di calcio a 5 che da dicembre ha iniziato gli allenamenti. Infine è stato dato l’annuncio che l’Associazione
organizzerà dal 16 al 19 aprile 2015 nella struttura del Bocciodromo di Roseto, i Campionati Italiani di bocce FISDIR (federazione paraolimpica del CONI). Manifestazione che prevede la presenza di circa 400 atleti diversamente abili provenienti da tutta Italia in una 4 giorni di sport ed integrazione sociale senza eguali nella storia dell’Associazione. L’evento sarà una vetrina importante per il turismo sociale non di poco conto per la città di Roseto. “Un ringraziamento particolare”, hanno sottolineato i responsabili, “va fatto a Daniele Cimorosi per la sensibilità dimostrata verso le iniziative dell’Associazione. Sarà possibile aiutare l’Associazione per la riuscita della manifestazione e delle attività sportive, mettendo a disposizione il proprio tempo con il volontariato o sostenendola con donazioni e pubblicità. Per informazioni: info@dimensionevolontario.it o 0858941699”.
DOMENICA 22 FEBBRAIO TORNA A PINETO “LA FESTA DEL BUON GUSTO” 3^edizione invernale L’Associazione Commercianti e Artigiani Confesercenti di Pineto organizza, con il patrocinio e la collaborazione del Comune, la 3^ edizione invernale della “Festa del Buon Gusto”, che si svolgerà Domenica 22 febbraio nel tratto centrale di viale D’Annunzio, dalle nove di mattina alle dieci di sera. Protagonisti dell’evento i prodotti tipici,i dolciumi, l’enogastronomia con le degustazioni, l’artigianato artistico, curiosità varie e tanta musica con l’esibizione itinerante del “Ragazzi del Saltarello”, che eseguiranno canti e musiche della tradizione folcloristica abruzzese. Alle ore 17:00 in via della Stazione concerto “Omaggio ai Cantautori” con Maurizio Baroni e Michela Nardi, accompagnati da alcuni musicisti della “Baron’s Band”: Donato Zizi ( voce,chitarra e armonica), Marco Di Simone ( cajon e percussioni) e Nicola Aloisi ( violino e mandolino). Alla “Festa del Buon Gusto” parteciperanno oltre 50 espositori qualificati provenienti dall’Abruzzo, Molise, Puglia,
Marche, Lazio e Umbria. I quali faranno degustare l’olio pregiato, il buon vino delle colline teramane e l’ottima Genziana di Valle Castellana insieme al pecorino al tartufo del Parco “Gran Sasso monti della Laga”, i latticini, le caciotte, gli arrosticini e la gustosa porchetta della vallata del Vomano. Inoltre si potranno apprezzare i prodotti tipici aquilani come i famosi salumi di Campotosto, il peperoncino piccante e il benefico aglio rosso di Sulmona; specialità di altre regioni italiane del Centro Sud come le olive pugliesi ed ascolane, i formaggi stagionati marchigiani con i salumi tipici umbri e il cinghiale affumicato di Norcia. Il ricco programma della manifestazione prevede inoltre, alle ore 10:30 e alle ore 15:00 in Largo Sant’Agnese, animazione e giochi per ragazzi a cura dell’associazione “Summer Smile”. In caso di maltempo, “La Festa del Buon Gusto” sarà rinviata alla Domenica successiva.
Corsi di fotografia di primo e secondo livello A partire dal mese di marzo per tutto il 2015, si svolgeranno a Roseto degli Abruzzi corsi di fotografia digitale di primo e secondo livello riconosciuti dalla Federazione Italiana Associazioni Fotografiche. I corsi organizzati e tenuti dal fotografo Marco Cimorosi sono rivolti alle persone che vogliono apprendere le basi fondamentali per un buon approccio iniziale e a chi vuole approfondire le proprie conoscenze. Saranno corsi soprattutto pratici dove s’imparerà a usare correttamente la propria attrezzatura fotografica e si darà ampio spazio alla ricerca della propria capacità espressiva e alla creatività. S’imparerà a osservare con occhio diverso la quotidianità per coglierne le caratteristiche più
interessanti. La fotografia è in maniera indiscussa il mezzo più importante per la comunicazione ed è ormai parte integrante della nostra vita, soprattutto con l’uso che se ne fa tramite telefonini o tablet. Anche se i corsi non sono rivolti all’uso di questi ultimi, una buona conoscenza di base sarà utile anche per questi. Marco Cimorosi, fotografo “free lance” con esperienza decennale è parte integrante dello staff Canon Club Italia ed ha organizzato eventi fotografici a livello nazionale. Già autore di diverse mostre personali e collettive è attualmente presente ad Arte Genova, mostra mercato d’arte moderna e contemporanea. Per informazioni sui corsi contattate: cimorosimarco@hotmail.com
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RAFFAELE D’ILARIO,
IL DOVERE DELLA MEMORIA di MARIO GIUNCO
C
I suoi libri, frutto di anni di ricerche, sono fondamentali per la storia di Roseto
on il tempo l’opera storica di Raffaele D’Ilario (1903-1985) acquista sempre maggiore rilevanza. “I primi cento anni di Roseto degli Abruzzi”, pubblicati in tre volumi, dal 1960 al 1967, gli costarono molti sacrifici, anche economici, oltre a quelli connessi alle difficoltà della ricerca. Infatti, per le vicende più antiche, i documenti erano scarsi e difficilmente reperibili, per quelle recenti non mancavano reticenze da parte degli stessi testimoni diretti. Lo ricordiamo, a trent’anni dalla scomparsa, con alcune pagine tratte dal terzo volume della Storia, dedicate agli ultimi anni della seconda guerra mondiale, ai bombardamenti, ai rastrellamenti, alla sofferenza della popolazione, a gesti di pietà, altrimenti sconosciuti.
ROSETO FRA DUE FUOCHI (1943-44) (Da: Raffaele D’Ilario, “I primi cento anni di Roseto degli Abruzzi”, vol. III, “Roseto”, pp. 46-57). Con la creazione della Repubblica Sociale Italiana (14 settembre 1943) l’Italia fu divisa in due parti: l’Italia del Sud, regno, con a capo Vittorio Emanuele III e l’Italia centro nord con Mussolini. Roseto si trovò nel territorio della RSI, nel quale i poteri civili furono affidati ad elementi graditi al nuovo governo, nella provincia di Teramo a Vincenzo Ippoliti. La popolazione era sconcertata e divisa. Ascoltava le quotidiane trasmissioni di Radio Bari ed assisteva al continuo transito di reparti tedeschi diretti verso il sud. Un nucleo di soldati del genio ferrovieri germanico si fermò a presidiare la stazione ferroviaria e a controllare gli ultimi treni in transito verso Pescara. Qualche giorno dopo un reparto della Schutz Staffeln si installò nei locali del Collegio del Bambin Gesù e da allora cominciò la sequela delle ordinanze militari tedesche. (…) Una prova della severità dei tedeschi si ebbe il 30 settembre allorché alcuni individui stavano saccheggiando un treno, carico di sale e di altre derrate. Una pattuglia andò sul posto e, sparando una raffica di mitra, uccise un civile. Intanto l’esistenza in luogo di obiettivi militari, l’apprestamento di opere di difesa da parte dei tedeschi e l’inizio dell’attività aviatoria anglo-americana misero in ansia la popolazione che cominciò a sfollare prima ancora che fosse ordinata l’evacuazione delle abitazioni ad est della strada litoranea adriatica. (…) Nel pomeriggio del 14 ottobre, verso le ore 17,30, alcuni aerei diretti a compiere un’azione sui ponti del Tordino, saettarono nel cielo cittadino, salutati da un festoso agitar di fazzoletti e gli aviatori ricambiarono il saluto, lasciando cadere sull’abitato alcune bombe a scoppio ritardato. Gli anglo-americani intensificarono le incursioni aeree lungo tutta la zona costiera. Nella notte dal 22 al 23 ottobre un aereo, dopo aver lungamente volato sull’abitato, fece cadere alcuni spezzoni. Il mattino del 29 ottobre altri aerei mitragliarono un autocarro tedesco lungo la litorale Adriatica, uccidendo prima una donna e poi l’autista. I tedeschi affrettarono i lavori di attivazione della piazzola sull’altura che sovrastava il centro abitato di Roseto e di quella nelle vicinanze del cimitero di Cologna. La sera del 5 novembre la prima batteria entrò in azione
contro un aereo, che aveva sganciato bombe sull’abitato, danneggiando gravemente alcune case. In quei giorni, alla preoccupazione dei bombardamenti s’era unita quella della apparizione dei prigionieri inglesi, che cercavano di portarsi al sud. Molti di essi il 7 novembre, sul calar della notte, riuscirono a prendere il largo col peschereccio ‘Jolanda’, avventuratosi a trasportarli a Termoli. Nella notte fra il 23 e il 24 novembre gli anglo-americani varcarono il Sangro senza incontrare resistenza da parte dei tedeschi, che erano andati ad arroccarsi sull’altura di Ortona a Mare. L’avvicinarsi del fronte portò un rincrudimento dell’attività aerea e l’inizio di quella navale. Massiccia fu l’azione del 29 novembre: quarantacinque quadrimotori in tre ondate successive, tra le ore 11,50 e le ore 12,30, sganciarono centinaia di bombe sul territorio comunale, uccidendo sette civili. Tre giorni dopo, il 2 dicembre, verso le ore 10,30, due unità di naviglio leggero provenienti dal Sud si presentarono a cannoneggiare la costa. (…) I tedeschi ripresero a rivolgersi al Comune per la mano d’opera di cui avevano bisogno. Al mancato invio di un congruo numero di lavoratori si dovette il largo rastrellamento di uomini operato a Monte Pagano il 13 dicembre. (…) Il 18 dicembre il Commissario prefettizio Silvestro Lolli decise di sfollare gli uffici municipali a Monte Pagano. (…) Una pattuglia tedesca appostatasi nelle vicinanze del torrente Borsacchio, la notte del 14 gennaio 1944, mitragliò il peschereccio “Camillo”, nel momento in cui alcuni giovani lo stavano spingendo in mare. Lo studente Biagio De Nigris, di Notaresco, si gettò nell’acqua per trovarvi scampo e invece il mattino seguente fu trovato morto per assideramento. (…) Il 21 febbraio il Comandante del Presidio militare tedesco, saputo del ferimento di un loro soldato, ordinò il rastrellamento di tutti gli uomini che si trovavano nell’abitato. Furono fermate e radunate in piazza una sessantina di persone alle quali un interprete spiegò che qualora nessuno avesse rivelato il nome del feritore ne sarebbero state scelte a sorte dieci e passate per le armi. Ma un militare germanico confessò che il ferimento era avvenuto durante una zuffa fra commilitoni avvinazzati e la terribile avventura finì. (…) Rari furono i giorni in cui i bombardieri anglo-americani non solcarono il cielo cittadino. Molto violenta fu l’incursione del 16 marzo. Una formazione aerea di trentacinque apparecchi gettò bombe sulla stazione ferroviaria di Roseto, sul posto di smistamento di Cologna Marina e sui ponti sul Tordino. Il 19 marzo la batteria antiaerea di Cologna, nel corso di un’identica azione, centrò in pieno un bimotore, frantumandolo nel cielo fra Casale Thaulero e Santa Lucia. Né meno impressionante fu il bombardamento del 24 marzo: squadriglie di aerei gettarono centinaia di bombe sui ponti sul Vomano, butterando di crateri i terreni circostanti e uccidendo un ufficiale tedesco. L’ufficiale fu sepolto nel cimitero di Roseto e sulla tomba mani pietose posero una croce con la scritta ‘Milite Ignoto Tedesco’. Il figlio, partito in bicicletta dal suo paese, venne a Roseto per cercare le spoglie del padre. La salma fu esumata l’8 febbraio 1956 e riportata in patria. Nell’azione aerea dell’8 aprile trovò la morte un civile. (…) Il 22 maggio la cittadina subì un’altra sconvolgente incursione ad opera di una possente formazione di bombardieri, che riversò centinaia di bombe sul territorio comunale e provocò la morte di otto civili. Il 7 giugno avvenne l’ultimo bombardamento, che costò la vita ad un contadino, rifugiatosi in un pagliaio.
ROSETO
CI PIACE
“Nel Baule della Nonna” in aiuto della piccola Marta L’Associazione “Nel Baule della Nonna” ancora una volta al centro di iniziative a sostegno di chi è in difficoltà. Grazie alla vendita di un calendario e ad una lotteria è stato possibile raccogliere fondi da devolvere alla piccola Marta, affetta da neuroblastoma, una malattia grave chje necessita di cure molto costose. “Tutti insieme per Marta” lo slogan dell’iniziativa che ha permesso all’associazione di mettere assieme oltre 2500 euro. L’assegno è stato già
consegnato alla famiglia della bimba. L’associazione ancora una volta si è dimostrata sensibile e di essere sempre pronta ad aiutare chi ne ha bisogno, con tanto impegno, visti i tempi difficili. Ma quando un lavoro viene portato avanti con intensità e soprattutto con il cuore, grazie alla responsabile Patrizia Taddei e al suo staff, i frutti si raccolgono facilmente. L’associazione ringrazia tutti gli sponsor, quanti hanno acquistato i calendari e collaborato per la vendita dei biglietti della lotteria.
NON CI PIACE
Via Thaulero e via colombo due strade lasciate al buio Hanno protestato a lungo i residenti e i titolari di attività che operano sul lato mare di via Thaulero e via Colombo, la strada che dalla statale Adriatica porta, attraverso un piccolo sottopasso carrabile, direttamente sul lungomare. Una settimana al buio completo. Ma solo su un tratto di strada. Illuminato all’inizio, senza luci la parte opposta, appena superato il sottovia. Un guasto all’impianto di illuminazione che però non è stato riparato subito. In altre zone di Roseto ci sono stati problemi simili. Nei giorni scorsi una squadra di elettricisti ha provveduto a ripristinare l’illuminazione in alcune vie, riparando il guasto. Ma in via Thaulero e via Colombo la situazione si è protratta più a lungo del previsto, sollevando le lamentele dei cittadini.
PINETO
tizianoabbondanza@gmail.com
Subito dopo l’estate sono stati sistemati i nuovi contenitori per la raccolta differenziata lungo tutto il tratto di pineta litoranea. Adesso si spera tanto che i molti visitatori di questa splendida e unica pineta li usino assiduamente, al fine di lasciare pulito e quindi accogliente l’ambiente. Così tutte quelle persone e persino anche tutti quegli scoiattoli, sempre più numerosi, possano godere a pieno sia d’inverno sia d’estate della tranquillità che il posto suscita.
di TIZIANO ABBONDANZA
CI PIACE
Raccolta differenziata in pineta
È un vero peccato che un sito di così rara bellezza possa risultare abbandonato a se stesso. Il glorioso Hotel Garden, ubicato in pieno centro, dopo la sua chiusura al pubblico risalente a circa 20 anni fa, è divorato dalle erbacce e consumato dal tempo che passa. Fu fatto costruire da un facoltoso signore in completo stile veneziano nei primi anni del Novecento e per Pineto rappresenta il luogo di maggior valore storico, dopo la Torre di Cerrano e la villa Filiani. Si sollecita l’Amministrazione comunale a trovare una soluzione, insieme al proprietario della struttura, in maniera tale da poter essere di nuovo frequentato dai tanti turisti che ogni estate lo ammirano al di là della recinzione.
INFORMATIV A PER I CITTADINI
AR
Legge Regionale del 10 agosto 2012 n. 41 (BURA), che disciplina la materia funeraria e di polizia mortuaria cambia in modo radicale gli assetti dei compiti e delle funzioni in merito al trattamento del caro estinto. Ad esempio ora, per il periodo di osservazione, il trasporto del defunto – dall’ospedale a casa - è consentito prima delle 24 ore, previa documentazione. A riguardo, l’azienda Antonio Ruggieri S.r.l. garantisce il servizio di trasporto a costi contenuti, determinati in base all’impegno e, soprattutto, mette a disposizione presso i locali della sua azienda una sala di commiato a titolo gratuito. Inoltre, per ceneri e cremazioni ci sono tariffe ben definite, non elevate, se non inferiori a quelle di un funerale normale. La nuova Legge Regionale permette di conservare le ceneri privatamente o, se lo si desidera, è possibile disperderle in luoghi adatti. La nuova regolamentazione definisce, quindi, in modo chiaro le procedure in ambito mortuario. Pertanto è opportuno rivolgersi sempre a strutture specializzate che offrono servizi adeguati per tutte le esigenze, diffidando da chi non conosce le procedure e alimenta i costi ingiustificatamente.
Antonio Ruggieri S.r.l.
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NON CI PIACE
Un magnifico hotel abbandonato
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Gli studenti rosetani ricordano il 70° anniversario della Shoah, un drammatico eccidio che non deve mai più ripetersi
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hoah in ebraico significa disastro. Un disastro non può non essere contemplato dall’uomo, soprattutto quando è lui stesso ad esserne artefice, altrimenti si corre il rischio che tutto precipiti nell’oblio. Il 27 gennaio, Giornata della Memoria, alla presenza di personalità autorevoli, quali il vicesindaco del Comune di Roseto degli Abruzzi, nonché assessore alla Cultura Maristella Urbini e l’assessore alla Pubblica Istruzione Alessandro Recchiuti, gli studenti dell’Istituto Statale d’Istruzione Superiore “V. Moretti” di Roseto si sono riuniti per celebrare il ricordo di coloro che per la cupidigia e la perversione dell’uomo sull’uomo hanno visto annientarsi il concetto di persona, svuotando fisicamente e moralmente l’anima di un popolo, quello ebraico. Ricostruendo le cause di un odio cieco e violento che affonda le sue radici nell’esasperazione del pensiero positivista, i professori di Storia dell’Istituto hanno aperto una riflessione seguita da un dibattito, centrato sugli abomini di un passato non così remoto, destinato a ripetersi un giorno se non se ne avvalora il ricordo. “Meditate che questo è stato” scrive Primo Levi. La Giornata della Memoria vuole essere il vessillo attraverso cui tenere sveglie le coscienze, perché come fanno notare gli
di Beatrice Terra
studenti, il nazismo non è l’unica via che conduce a tali aberranti crimini. Sono la negazione della democrazia, la bramosia di potere e il fervore ideologico tanto estremo da eclissare la stessa natura umana a generare mostri. E la storia ci insegna che i folli prescindono da colori politici.
GIOVEDI’ 19 Febbraio 2015 ORE 22.00”
LIVE
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II Felice Cerquone
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La sua forte fibra ancora oggi gli permette di cimentarsi nelle gare podistiche, eppure nacque di appena 900 grammi. Poi una vita da autodidatta lo ha portato a installare il primo computer in una scuola. Era il 1979 di William Di Marco
Da piccolo, durante la guerra, gli esplose un detonatore, provocandogli tantissime ferite in un corpo martoriato dalle schegge. Ma guai a dirlo alla mamma, così fu costretto ad essere salato come un prosciutto. Di Roseto lo colpì subito il mare e le sue marine, che apprezzò quando da ragazzino si recava nel Castelletto del famoso Raffaello Celommi. E con lui parlava per ore, attratto dalla poesia dei suoi dipinti
ricordi S Felice Cerquone
pesso sentiamo parlare di anticorpi e non li riusciamo a immaginare, se non in una sfera medica. Anche in questo caso, però, non ci spingiamo oltre a ciò che ci dicono gli esperti in manuali scientifici o in trasmissioni tematiche televisive, dove vediamo una serie di virus e batteri aggrediti da questa proteina che serve a neutralizzare i corpi estranei. Fin qui la teoria, che apprendiamo con difficoltà se non siamo del campo, ma poi, nella vita di tutti i giorni, ci chiediamo: “Questi nostri protettori li riusciamo a vedere?”. La difficoltà rimane, tuttavia con un po’ di fantasia e di spirito di adattamento, come appunto fanno le sentinelle dell’organismo, qualcosa si schiarisce di fronte a noi. Scrutare all’opera Felice Cerquone significa inoltrarsi nel discorso vero e proprio degli anticorpi. Li ha sempre avuti, non tanto dentro di sé (anche se va detto che nel suo sangue hanno proliferato a iosa), quanto nel modo di essere e di affrontare la vita. Altrimenti non è affatto spiegabile il suo tratto esistenziale del primo vagito, quando venne alla luce con parto naturale: pesava solo 900 grammi (“Compreso tutti gli asciugamani e le bende”, ci spiega oggi con dovizia di particolari). La mamma, che si nutrì pochissimo con la sola insalata e la cui gestazione durò regolarmente nove mesi, credeva di perderlo. Da subito lo allattò con amore; questo nutrimento essenziale lo fortificò e lo preparò per le tante prove che ha dovuto affrontare nella vita. Il suo spirito d’osservazione era ben più acuto rispetto alla norma, al punto tale che apprendeva con velocità e dovizia di particolari. “Sono stato autodidatta in tutte le cose che ho fatto nella vita - spiega mentre ripercorre le tappe del suo percorso - ma così come mi entusiasmavo ad affrontare nuove sfide, allo stesso modo, quando credevo di essere arrivato a un buon punto di apprendimento, cambiavo e mi appassionavo ad altro”. In tal maniera è passato dall’elettricità all’elettrotecnica, dalle radio alle televisioni, dai com-
puter all’informatica, fino a quando si è lasciato solo le cose che non ha mai smesso di fare: leggere, camminare, correre nelle gare podistiche, passeggiare per i sentieri di montagna, andare in canoa. Anzi, la sua età sembra non scritta all’anagrafe, bensì solo nel suo cervello. Così che se ancora oggi va ai Prati di Tivo e raggiunge la Madonnina con i suoi figli, nipoti e amici che non ce la fanno più, lui continua imperterrito, come se le oltre ottanta decadi fossero state cancellate dall’orologio del tempo. E il trucco dov’è? Felice Cerquone non è un mago, ma ha dentro di sé quella fiamma sempre accesa tenuta in vita dagli anticorpi. Sono ancora lì e lo aiutano, sanno cosa fare per renderlo come un quarantenne che ha tanta voglia di apprendere, poiché il motto rimane sempre lo stesso: nella vita bisogna agire. Ecco partiamo proprio da qui. Un padre che non ha fatto in tempo a conoscere e una madre molto forte. È un po’ la sintesi della mia infanzia. Sono nato a Villatorre di Castellalto il 25 febbraio 1933. Papà Agostino era figlio di contadini e lavorava in una fornace del luogo. Purtroppo nel 1934 venne a mancare, quando avevo solo sedici mesi. Ero figlio unico e così poi sono rimasto. Mia madre, Maria Di Gabriele, era anche lei figlia di contadini e faceva la casalinga, fino a quando non avvenne la tragedia del marito. Dopo di che venne fuori tutta la sua indole di donna forte. Non era molto alta, ma aveva una corporatura robusta e non si arrendeva di fronte a nulla. Ha lavorato all’installazione dell’acquedotto del Ruzzo come manovale e venne anche a fare gli scavi a Roseto per la nascente fabbrica di giocattoli Centola. Anzi, la scelsero come capo operaio perché andava più veloce degli altri e i lavoratori maschi a lei dovevano uniformarsi nei tempi. Da piccolino anche lei dava una mano a casa. Era inevitabile e in più avevo una genitrice che non si fermava davanti a nulla. Mi ricordo che con un carretto in legno con le
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Pescara, 3 giugno 1934, Basilica Santuario “Madonna dei Sette Dolori”. Felice Cerquone a 15 mesi
Roseto, inizi anni ‘50. Felice Cerquone nella zona sud del mare rosetano
ruote in ferro, quindi molto difficile da far scorrere, lei partiva in bicicletta trainando questo peso. Andava a Chieti Scalo per comprare dei vetrini usati da dei fotografi. Tornava a casa e con l’acqua calda cercava di ripulirli dallo strato argenteo che avevano, per poi disegnarci dei fiorellini e dei cuori. Poi creava delle cornici e ci poneva al centro delle immagini di santi, in modo che le potesse vendere nelle fiere o dove capitava. Alcuni diventavano dei portaritratti e io ero sempre pronto a darle una mano. Poi all’età di quattro anni lasciammo Villatorre e ci trasferimmo per un breve periodo a Montesilvano in casa di una famiglia di farmacisti. L’esperienza durò pochissimo, in quanto non ci trovavamo bene. Così la tappa successiva fu, nel 1938, a Roseto e mi ricordo la prima casa, un ex pollaio, in via Piave. Allora la strada non aveva nessuna denominazione ed era piena di ghiaia e fango. Tempi di guerra. Fu un periodo molto brutto, perché c’era poco da mangiare e il pericolo di morire era sempre dietro l’angolo. Tant’è che quando vennero i tedeschi dalle nostre parti, era il 1943, sfollammo vicino Villatorre, versante vallata del Tordino. Mi ricordo che rischiai di morire quando alcuni amici mi diedero un detonatore. Erano residui di un aereo caduto e, come altri ragazzini raccoglievano i proiettili delle mitragliatrici e li facevano esplodere, anch’io tentai di fare la stessa cosa, ma mi ferì in moltissime parti del corpo: contai oltre novanta schegge. Tornato a casa non dissi niente a mia madre, che sicuramente mi avrebbe picchiato, come si usava fare allora. Così mi andai a lavare e non essendoci l’acqua, lo feci con un po’ di fango che trovai per strada. Insomma, per non farla lunga, dopo un paio di giorni mi incominciarono a uscire le bolle e mi venne la febbre a 41°. Mia madre credeva che fosse un’allergia, ma fui costretto a dirle tutto. Per evitare il rischio del tetano, mi salò come un prosciutto e con un ago grande usato per le cuciture dei materassi, mi cacciò uno a uno tutte le schegge. Per circa dieci mesi ebbi bisogno delle stampelle. Episodi di guerra ne ho visti altri, come un combattimento aereo tra un velivolo tedesco e uno americano; oppure quando gli Alleati sganciavano le bombe su Bellante stazione: vedevo che le lanciavano da sopra casa nostra e poi la spinta le faceva arrivare sul bersaglio. Iniziò la scuola direttamente a Roseto... Proprio così. La sede della Scuola Elementare era in via Mil-
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Roseto, 15 settembre 1955, chiesa del S. Cuore, sede dove in seguito saranno impiantate le officine del Centro Guerrieri. Il matrimonio di Felice Cerquone e Antonietta Baldassarri
li, ma c’erano diverse case private che venivano impegnate, compresa una sopra la collina dell’attuale palazzetto. Come insegnanti ho avuto i maestri Massimo Mazzoni e la sorella, dopo la Valentini e poi anche Emma D’Ilario, che ci ha voluto veramente bene (qui il nostro interlocutore, che ha vinto tante battaglie esistenziali, si ferma e ha gli occhi pieni di lacrime: deve riprendere respiro. Nel ricordare i fatti del passato, più volte lo stesso si commuoverà, nda). Intanto avevo cambiato casa. Da via Piave eravamo andati prima sulla Nazionale, vicino alla Croce, e successivamente di fronte l’incrocio con la S. S. 150. Poi in via Arno nella casa dei Camilletti. Dopo ancora vicino alla ferrovia in via Trasimeno, fino a quando nel 1956 iniziarono a costruire le case popolari di via Mincio e nel 1960 ce le assegnarono. Tuttora quella è la mia residenza Torniamo alla scuola. Dopo le Elementari, frequentate un anno da sfollato pure a Villa Zaccheo, mi iscrissi al Convento dei Padri Passionisti a S. Marcello di Jesi. Ero attratto da questa vita, poiché facevo il chierichetto alla chiesa di S. Filomena con don Giulio, che mi preparò per affrontare gli esami di ammissione. Rimasi lì fino a 14 anni, poi mi ammalai e decisi di tornare a Roseto. A quel punto dovevo trovarmi un lavoro e iniziai come fabbro da Liberatore Candelori che aveva l’officina dietro a dove per molto tempo c’è stato il mobilificio di famiglia. Ci rimasi per tre anni, ma prendevo poco: cambiai per fare il fattorino dei telefoni. Dovevo andare ad avvisare le persone che ricevevano le telefonate presso l’ufficio. A casa quasi nessuno aveva gli apparecchi. Mi accorsi di prendere ancor meno di prima, così cambiai di nuovo, facendo il rappresentante di caramelle e liquori, poi installando biliardini nei bar. Giravo con una motocicletta per le strade dell’entroterra di Chieti, ma alla fine non mi rimaneva niente in tasca. Cambiai ancora e andai a fare il manovale fino al 1954. Ma l’autodidatta che è in lei non si fermava nell’apprendere. Si riferisce al diploma di III Media. Infatti, quando ero da Candelori, grazie all’aiuto del maestro Lalloni che mi preparò gratis e al quale sono rimasto sempre riconoscente, presi la licenza, sostenendo l’esame a Pescara. Finivo di lavorare e andavo subito da lui. Poi più in là presi un attestato di qualifica da elettrotecnico, frequentando a Roseto le scuole serali. Intanto, in quel periodo, ero diventato manovale con mastro Giorgio e fu lui a invogliarmi a cambiare, poiché già da manovale mi
ricordi
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MALDIVE - MESSICO - AUSTRALIA - USA - SUDAFRICA - KENIA - POLINESIA DUBAI - S. DOMINGO - THAILANDIA - INDONESIA - OMAN - ZANZIBAR - MALESIA SEYCHELLES - MAURITIUS - MADAGASCAR NELLE VARIE DESTINAZIONI SIAMO PRESENTI CON UFFICI DI NOSTRA ASSISTENZA PARLANTI ITALIANO E VILLAGGI 4 STELLE E 5 STELLE IN ALL INCLUSIVE DIRETTAMENTE CON NS GESTIONE E TOUR CON GUIDA ESCLUSIVA DA DICEMBRE 2014 NUOVISSIMA INIZIATIVA DOVE VUOI... QUANDO VUOI DIETRO APPUNTAMENTO SAREMO A DISPOSIZIONE NELLA ZONA DELLA VAL VIBRATA IL GIOVEDI IN ZONA PINETO - ROSETO - MORRO D'ORO E CASTELNUOVO IL MERCOLEDI E IL MARTEDI IN ZONA ISOLA DEL GRAN SASSO E MONTORIO AL VOMANO SPECIALI OFFERTE SPOSI 2015 SRILANKA CON GUIDA ESCLUSIVA + MALDIVE ATOLLO DI ARI 12 GG
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Ricordi 25-
Roseto, 1976, Centro Guerrieri. Felice Cerquone nel suo ruolo di insegnante di Elettrotecnica
Penne (PE), 27 luglio 2013. Felice mentre disputa la gara notturna cittadina
occupavo pure degli impianti elettrici. Nel fare la palazzina dei D’Emilio alla rotonda sud del lungomare di Roseto, lasciai i mattoni e mi misi a fare l’elettricista. L’attestato che avevo preso mi facilitò e rimasi nel campo fino al 1958. Dopo di che aprì un laboratorio di elettrotecnico. Nel frattempo, il 15 settembre 1955, mi sposi con Antonietta Baldassarri di Cellino Attanasio. L’avevo conosciuta da ragazzino: lei lavorava nella fabbrica Centola e una volta la incrociai, le diedi un bacio sulla guancia e le dissi che da grande l’avrei sposata. Abbiamo avuto cinque figli, nell’ordine Anna Maria (25-7-1956), Roberto (3-11-1957), Francesco (3-10-1962), Antonio (18-1-1965) e Piera (12-9-1969). Torniamo al laboratorio e alla sua voglia di studiare quei libri che nel frattempo acquisatava. Volevo sempre sapere cose nuove, al punto che mi comprai dei manuali di elettrotecnica. Le radio non ce le avevano tutte le famiglie, ma già erano abbastanza diffuse, insieme ai primi elettrodomestici. In tal modo aprii un primo laboratorio sulla via Nazionale, di fronte al palazzo di Faga. Nel 1960 mi trasferii nella zona a sud, nei pressi di piazza Ungheria, sempre sull’arteria principale di Roseto. Stava per esplodere il boom dei televisori e io non mi ero fatto trovare preparato. Avevo comprato dei manuali e così iniziai a riparare le tv e anche a venderle. Dove lavoravo bene era nell’installazione delle antenne. E l’autodidatta si arenò? Niente affatto, perché colsi l’occasione al volo quando fecero il primo corso serale di Ragioneria, nel nascente istituto rosetano. Era il 1974 e quel diploma risulterà molto utile. Intanto dal 1963 al 1967 avevo avuto esperienze scolastiche, questa volta dalla cattedra, perché insegnai Elettrotecnica presso il Centro Guerrieri del S. Cuore. Avevo la mia attività di riparatore, in più facevo dei corsi per la riconversione degli operai della ex Monti. Nel 1976 mi mandò a chiamare il Provveditorato agli studi per comunicarmi l’entrata in ruolo come applicato di segreteria. Era il mese di novembre e già il giorno dopo avrei dovuto prendere servizio. Chiesi che - dal momento che stavo facendo un corso agli operai, i quali dovevano sostenere l’esame finale per poter accedere alla Teleco - di ritardare l’assunzione, ma quelli furono categorici. Così rifiutai, per non lasciare da sole quelle persone del corso. Avevo tre giorni per dare una risposta definitiva. A quel punto padre Francesco, il
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Roseto, 11 gennaio 2014. La famiglia Cerquone, mentre festeggia l’80° compleanno di mamma Antonietta. Da sin. Piera, Anna Maria, Roberto, Antonio, mamma Antonietta, Francesco e papà Felice
direttore del Guerrieri, e gli operai fecero in modo che il corso lo finissimo di pomeriggio. Accettai il nuovo incarico, prima dal 1976 al 1985 nella Scuola Elementare “De Amicis”, poi dal 1985 fino al 1991, anno della pensione, mi trasferirono alle Medie “Bindi”, entrambe di Giulianova. E lì venne fuori la sua passione per i computer. Fui il primo, probabilmente in tutta Italia, a introdurre il computer negli uffici scolastici. Era il 1979 e iniziai a programmare la contabilità con un “T 99/4” della Texas Instruments. Era una tastiera che si collegava al televisore. Mi appassionai al settore, cominciai a comprare riviste specialistiche e la nostra scuola fu la prima ad attrezzarsi con un programma da me elaborato. Anzi, qualcuno voleva ricordare questo record che ha Giulianova con una cerimonia del Ministero, che certamente mi avrebbe fatto piacere. E le altre sue passioni? Sono state tante, a iniziare dai quadri. Ero bravo nelle marine e nei paesaggi. Mi ricordo, sempre per la mia voglia di apprendere, che mi recai da ragazzino nello studio di un pittore famoso per chiedergli delle lezioni. Mi disse che non aveva tempo, ma se avessi voluto, potevo andare da lui e vedere come dipingeva. Questo pittore era Raffaello Celommi e il luogo era il bellissimo Castelletto. Mi raccontò molte cose della sua vita privata, anche come amministratore pubblico. Tornado alle passioni, non posso dimenticare la corsa. Inizia a 41 anni con la II Marcia Paganese. Fu un’avventura, io che non avevo mai corso. Feci 24 km del percorso, ma stetti male molti giorni. Oggi continuo e andrò avanti finché ce la farò. Infine voglio ricordare la gioia che mi ha dato la canoa. Tutte quelle che ho avuto le ho costruite da solo, compreso un catamarano e una barca a vela. Senza dimenticar le passeggiate in montagna, che pratico ancora. Roseto cosa le ha dato? E dei giovani cosa pensa? Mi ha dato la gioia, le amicizie, la famiglia, i miei figli che ho educato unendo la teoria e la pratica delle cose. E poi il mare, che amo sin da quando arrivai qui. Per i giovani potrei dire questo: molti sono bravi, ma la loro rovina spesso sono i genitori. Lapidario. Poche parole per esprimere un concetto molto più ampio. D’altronde, chi ha imparato quasi tutto come autodidatta, ha dovuto senz’altro curare l’aspetto pragmatico della vita. E si vede.
Pubblicati: 1 Eleonora Filippone Thaulero; 2 Pasquale Zeppilli; 3 Sandro De Simone; 4 Domenico Di Battista; 5 Genovino Ferri; 6 Concetta Scaccioni; 7 Ettore Alcini; 8 Bruno Zenobio; 9 Mario Di Leonardo; 10 Romano Chiappini; 11 Pietro Iaconi; 12 Francesco Pincelli; 13 Maria Giunco; 14 Sante Mancini; 15 Camillo Mongia;16 Raffaele Longo; 17 Lino Centola; 18 Soflia Di Simone.; 19 Pio Rapagnà; 20 Italo Di Antonio; 21 Antonio Di Felice; 22 Orlando Vagnozzi; 23 Sergio Di Pasquale; 24 Nicola Crisci.
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Morro d’Oro in difesa del servizio “Lo psicologo: un amico a scuola” Presso l’Istituto comprensivo di Notaresco è attivo da diversi anni un innovativo ed ormai noto servizio di psicologa scolastica ad approccio sistemico. Negli ultimi mesi il virtuoso progetto è stato coinvolto in svariate polemiche, mosse da una nascente protesta cittadina in difesa dello stesso. L’ideatore di tale servizio Nicoletta Maggitti, psicologo scolastico e psicoterapeuta sistemico-relazionale e l’APS Chico Mendes che lo sostiene portano alla luce la verità, dopo le informazioni false e lesive diffuse nelle scorse settimane da alcuni esponenti politici. Il servizio nasce da un progetto proposto molti anni fa dalla dott.ssa Nicoletta Maggitti, sperimentato con il sostegno economico dell’APS Chico Mendes è poi stato adottato dall’Istituto comprensivo di Notaresco, ottenendo finanziamenti da parte delle due amministrazioni comunali (Notaresco e Morro d’Oro), da privati, dalla partecipazione a bandi locali e dall’impegno continuo del suo stesso ideatore. La scuola lo accoglie gratuitamente, ricevendo proprio grazie al servizio molteplici riconoscimenti e la sua utenza è cresciuta negli anni, raggiungendo una mole di lavoro enorme, accuratamente registrata e partecipata puntualmente agli enti coinvolti. Tanto che, di fronte alle dichiarazioni del nuovo vice-sindaco circa l’interruzione dei contributi, i cittadini di Morro d’Oro si sono mossi in difesa di un servizio divenuto prezioso. Questo servizio ha attraversato, inoltre, diversi cambi alla dirigenza scolastica ed il susseguirsi di diverse amministrazioni su entrambi i comuni, non sono mai stati sollevati dubbi di natura
normativa, anzi è stato costante vanto della scuola e delle amministrazioni. Non ha mai ricevuto alcun incarico ad personam dagli enti locali, ma solo piccoli e regolari contributi che, seppure verranno a mancare, in alcun modo ne sanciranno la fine: è infatti un servizio istituito e curato unicamente per volontà del suo ideatore, ospitato e promosso dall’Istituto comprensivo di Notaresco ed approvato dai suoi docenti. Nessuna amministrazione potrà deciderne la sospensione, la dott.ssa Maggitti ed i suoi utenti sono già pronti a reperire nuove risorse. La specifica modalità di lavoro e quanto fin’ora costruito insieme al suo territorio sono riportati nell’omonima pubblicazione di Nicoletta Maggitti “Lo psicologo: un amico a scuola. Approccio sistemico e psicologia scolastica Nascita di un servizio” - Lampi di stampa, Milano 2013: testimonianza di un intento comune di fare la differenza sul benessere scolastico, aldilà di qualsivoglia interesse personale. Nel panorama dei continui scandali politici e di fronte alla crescente difficoltà della scuola italiana, resta ferma convinzione di tutti quanti hanno creduto nell’idea della dott.ssa Maggitti - docenti, genitori, dirigenti scolastici, finanziatori ed enti locali - che quanto di buono nasce e cresce a beneficio dei nostri figli non dovrebbe avere colore politico, né essere strumentalizzato, né tantomeno minacciato da interessi personali di altri! Alcuni genitori di Morro d’Oro
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ti Maggit di Luca
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foto: Mimmo Cusano
BATTUTA PIACENZA,
INGAGGIATO JACOPO BORRA Prossimo impegno al PalaMaggetti, domenica 15 febbraio contro lo Scafati
l Roseto procede con passo deciso verso la salvezza, lasciandosi alle spalle la sofferta vittoria contro il Piacenza, arrivata al termine di una gara vietata ai deboli di cuore. Gli Sharks, inguardabili nel primo tempo e andati al riposo sotto di 16 punti, hanno infatti saputo recuperare e vincere, spinti dall’indemoniato tifo del PalaMaggetti, trascinato dalla Curva Nord. La sconfitta lascia gli emiliani ultimi da soli a 8 punti e fa salire il Roseto a quota 16, insieme a Latina e Scafati. Dietro, penultima da sola, c’è Matera a 14. Dunque percorso verso la salvezza ancora difficile e pieno di insidie, ma è certo che il Roseto ha tutte le carte in regola per farcela, sia perché da quando è arrivato Josh Jackson la squadra marcia ad un ritmo superiore alla salvezza (8 vinte e 7 perse), sia perché la dirigenza ro-
Sylvere Bryan
Damier Pitts festeggiato dai tifosi
setana ha fatto un ulteriore sacrificio, ingaggiando il centro Jacopo Borra per rinforzare la squadra nel reparto lunghi. Borra, classe 1990 alto 216 cm, viene dalla A2 Gold di Barcellona Pozzo di Gotto, in cui era il cambio dei lunghi giocando 10 minuti di media con 4 punti e 2 rimbalzi. La scorsa stagione, esperienza in A2 Silver fra
Daniele Cimorosi, Jacopo Borra, Ettore Cianchetti
Il basket e la cultura dei campanili senza frontiere
Omegna (18 minuti a 8 punti e 5 rimbalzi) e Treviglio (15 minuti a 7 punti e 5 rimbalzi). L’arrivo del lungo consentirà a coach Tony Trullo di tenere a riposo dagli allenamenti Sylvere Bryan, infortunatosi nuovamente alla spalla e andato in campo stringendo i denti contro Piacenza. Il centro dominicense potrà quindi lavorare con più calma al suo pieno recupero, scendendo magari comunque in campo già nella prossima trasferta in casa del Treviglio. Al termine del campionato mancano ancora 10 giornate e il Roseto deve cercare quanto prima di guadagnare i punti necessari per agguantare la tanto sospirata salvezza. Dopo la trasferta, gli Sharks torneranno a giocare al PalaMaggetti domenica 15 febbraio contro lo Scafati di Federico Lestini, giocatore che ha iniziato la stagione a Roseto, fungendo da prezioso “sparring partner”.
basket
Lorenzo Bartoli
Roseto
ti Maggit di Luca
Basket
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Story
NEVEN SPAHIJA ALL’ALL STAR GAME NBA Il coach del ‘Roseto più forte di sempre’ sarà il vice dalla squadra dell’Est
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Neven Spahija vince la ACB 2007-2008 in Spagna
even Spahija, il coach croato che allenò il Roseto in Serie A, sarà in panchina alla 64^ edizione dell’All Star Game NBA, che si svolgerà a New York domenica 15 febbraio 2015. L’allenatore di Sebe-
Neven Spahija e Abdul-Rauf con il Roseto 2004-2005
nico, che a Roseto entrò in corsa nella stagione 2003/2004 e nella successiva costruì – con un campione come Mahmoud Abdul-Rauf e altri ottimi giocatori il “Roseto, più forte di sempre” – sarà al fianco di coach Mike Budenholzer, di cui è vice agli Atlanta Hawks, nella squadra dell’Est. Si tratta della prima esperienza alla partita delle stelle per Budenholzer e ovviamente della prima per Spahija, che è alla sua stagione di esordio nel mondo dei professionisti americani dopo aver avuto una carriera europea, da capo allenatore, di livello assoluto. Un vincente più unico che raro, infatti, capace di conquistare campionati e coppe in Croazia, Slovenia, Lituania, Israele, Spagna e Turchia. Non dovrebbe esserci un altro allenatore, nel Vecchio Continente, capace di mietere così tanti successi in così numerosi paesi. Paradossalmente, Roseto è stato uno dei posti in cui Neven è “andato peggio”, visto che prima di arrivare nel Lido delle Rose aveva già vinto Campionato e Coppa di Croazia (2000/2001) con il Cibona Zagabria, campionato in Slovenia con Krka Novo Mesto (2002/2003) e coppe nello stesso paese con l’Olimpia Lubiana (da assistente) ed era il coach della Croazia. Dopo il campionato e mezzo con gli Sharks, il tecnico classe 1962 ha spiegato le ali e vinto ancora molto. Iniziando dalla stagione 2005/2006 con il Lietuvos Rytas Vilnius, conquistando Campionato Lituano e Lega Baltica, oltre a giocare l’Eurolega. Nella stagione 2006/2007 ha vinto il titolo in Israele con il glorioso Maccabi Tel Aviv e la Coppa nazionale, giocando sempre l’Eurolega. Nella stagione 2007/2008, il capolavoro da esordiente nella ACB in Spagna, guidando i baschi del Tau Vitoria:
Mike Budenholzer e Neven Spahija
trionfo in Campionato e Supercoppa, Final Four di Eurolega e secondo posto in Coppa del Re. Ancora Spagna, vincendo l’Eurocup 2010 con Valencia, per poi andare in Turchia, nel 2010/2011, vincendo Campionato e Coppa nazionale con il Fenerbahce Ulker.
Neven Spahija a Roseto la scorsa estate
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SALUTE
LA VISITA MEDICA
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ggi il Sig. Alessandrino decide di rivolgersi ad un medico poiché prossimo agli …anta ed ha qualche problemino da risolvere, anche lui. Ha sentito parlare di un certo Dott. Bonaduce e pertanto si approccia al telefono per conferire per un appuntamento ma questo non risponde mai… E vabbè, armiamoci di pazienza e lo raggiungiamo nell’ambulatorio per farci fissare un appuntamento. Tra la folla urlante si apre la porta e vengo ricevuto “da me medesimo” e riesco miracolosamente (solo per il contesto) ad avere un appuntamento. Finalmente! Mi riceve in tal giorno… In effetti è preciso, lo trovo! Comincio a raccontare la mia storia visto che non mi conosce e mi lascia parlare (chissà se poi sa chi sono!!!). Successivamente mi sottopone a controllo, molto prolungato. Ho pensato che, data l’età sarà un po’ rimbambito. Perciò ci mette tempo per capire quello che ho, ma… tiramm innanz. Mi fa l’ECG, poi il doppler arterioso e via di seguito con tutto ciò che è in suo potere. Alla fine mi consiglia di svolgere alcune indagini per meglio precisare i suoi dubbi (non ho capito subito quali, però!) Cerca di spiegare le sue perplessità derivate dall’ispezione dei “resti del mio corpo” logorato dagli anni ma ancora in grado di rendere pan per
di ALESSANDRO BONADUCE
focaccia. Consiglia di evitare gli strapazzi fisici, non espormi alle intemperie ed altro ancora. Cioè mi vuole morto, o quasi. Ascolto e non commento, altrimenti a che cavolo serviva aver perso tutto questo tempo! Svolgo le indagini proposte non senza qualche difficoltà visto che non ha un buon rapporto con i mezzi informatici e la sua micrografia (quasi patologica) lo espone al rischio di incomprensioni. Infatti vengo sottoposto ad esame cardiotacografico che serve per valutare l’attività cardiaca fetale al termine della gravidanza ma… non mi ero accorto di nulla!!! Ma… mai dire mai. Penso alla gioia di mia figlia nel sapere dell’arrivo di un fratellino e/o sorellina. Naturalmente disdico l’appuntamento visto che il ciclo è regolare… e ritorno dal codardo prescrittore per la traduzione. La traduzione rivela il vero esame che poi viene eseguito dopo aver pagato la “PARCELLA” poiché con la ASL i tempi dell’appuntamento cadevano circa due secoli dopo il decesso. Dopo aver eseguito tutto riprendo l’appuntamento… e mo vediamo cosa trova e cosa devo fare. La prossima volta vi dico “cosa m’ha detto” Intanto godetevi questo dipinto. Non è del Caravaggio ma di un suo seguace. Non lo troverete in un museo italiano.
AD MAIORA DAL BACCHINO MALATO
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106 anni di Altobrando Rapagnà, l’uomo più longevo di Roseto
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a di fatto conosciuto due guerre, ha sofferto la povertà ma ha saputo costruirsi un futuro con la sua famiglia. Ha 106 anni Altobrando Rapagnà, che tutti conoscono come Balduccio. E’ stato un sarto raffinato, sino a tre anni fa. E sotto di lui si sono forgiati i sarti che hanno poi dato vita alla “Monti”, come ha ricordato il figlio Giancarlo in occasione della festa a sorpresa che l’amministrazione comunale, con a capo il sindaco Enio Pavone, ha organizzato per il NONNO di ROSETO, nella sua Montepagano, nei locali del museo. Oltre al figlio Giancarlo, che ha raccontato in breve la storia dell’anziano padre con qualche interessante aneddoto, c’era anche l’altra figlia, Annamaria, donna impegnata nel sociale con la sua associazione che mira a valorizzare il borgo antico rosetano. E poi nipoti e pronipoti, le autorità locali, il parroco don Roberto Borghese, il maestro pasticcere Sandro Ferretti che ha realizzato per l’occasione la torta. Il sindaco ha donato a nome della città una targa. Ma qual è il vero segreto per arrivare e persino superare il secolo di vita? Lo ha svelato il figlio. “Mattina colazione con thè e biscottate”, ha raccontato Giancarlo Rapagnà, “a pranzo e a cena mezzo bicchiere di vino rosso. E poi pesce tre volte a settimana”. A chi chiedeva direttamente a Balduccio come si fa, la risposta è stata secca: “Io non me ne sono neppure accorto”. Accanto a Balduccio anche i bambini di Montepagano che quest’anno riceveranno il sacramento della Comunione. Una festa a sorpresa che lo stesso ultracentenario ha detto di non aspettarsi. Una mente assolutamente lucida ed occhi che hanno lasciato trasparire quell’attimo di commozione nel vedere quel paese che si è stretto attorno a lui. Altobrando Rapagnà da alcuni anni si è conquistato un record che si tiene ben stretto e lo mostra al pubblico con orgoglio. È l’uomo più longevo del territorio, probabilmente dell’intera provincia di Teramo, e i suoi 106 anni lo stanno a sancire in modo categorico. La data di nascita (4 febbraio 1909) sembra da libri di storia ed è così lontano da noi che ha veramente dell’incredibile. Non per niente si riallaccia
alla I Guerra Mondiale e il nostro protagonista rammenta ancora perfettamente alcuni episodi legati a quel conflitto, quando i soldati paganesi, non tornando dal fronte, erano reclamati in Municipio da un folto gruppo di mogli. Ecco, un altro record di Altobrando è ancora la memoria: ricorda tutto, come un moderno computer, lui che di questi aggeggi ne ha solo sentito parlare. Noi della redazione di Eidos, unitamente a tutti i Rosetani e i Paganesi (il festeggiato non dimentica il contestato trasferimento del Comune dalla collina alla marina) ci uniamo in coro per un sentito e caloroso: buon compleanno, recordman. (P. S. Ad Altobrabdo Rapagnà fu dedicata la prima uscita della rubrica “Ricordi” di Eidos n° 168 del 28 luglio 2012).
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L’arte di lavorare il legno
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da tre generazioni
resentato lo scorso 31 gennaio, presso l’Auditorium Sant’Agostino di Atri, elegante nella sua veste grafica, “Una bottega d’arte artigiana – L’opera dei Bosica”, a cura dell’architetto e artista Ireneo Janni, è un volume che raccoglie le opere realizzate dal 1884 al 2014 da Donato, Nicola e Donato Bosica. Un testo che racconta – attraverso il linguaggio fotografico (editing di Teresa Janni e fotografie di Alberto Sporys) – il percorso artistico e professionale di tre generazioni, che si sono susseguite nel campo della lavorazione artistica del legno, realizzando opere di altissimo pregio per committenti privati. Vasta è in particolare la produzione di Donato Bosica, erede della cultura e della professionalità del nonno Donato e del padre Nicola: mobili in stile d’epoca, come scrivanie, sedie, tavoli, armadi, comodini, secretaire e scrigni, frutto di una conoscenza storicotecnica, affinata nel corso del tempo e di una ricerca incessante che dura tuttora. Come ricorda Ireneo Janni, nell’Introduzione al volume, l’intaglio e l’intarsio sono le tecniche predilette da Donato Bosica. «Il primo è usato su legni duri come noce nostrana, mogano etc.; il secondo a completamento delle superfici libere mediante complesse decorazioni di legni colorati, come ebano rosa, palissandro, acero etc…». Così, «l’estetica delle decorazioni, nelle opere di Donato, sembra esprimere un senso di horror vacui (espressione usata dalla critica per indicare un atteggiamento in cui la decorazione diventa imperante, dominio di ogni spazio vuoto di una composizione)». Infatti, in Donato «la composizione delle opere è sempre gestita a ritmi di rigorosi equilibri simmetrici, formali e cromatici, dove l’intarsio diventa protagonista, come un mosaico di pregiatissimi legni, inseguendo comunque come fine ultimo, una grande armonia estetica». E se comprendere il legame antico tra arte e artigianato appare oggi un’impresa ardua, in un mondo sempre più scosso da una moltitudine di sollecitazioni e dall’ansia di comunicare, le opere dei Bosica rappresentano «un esempio mirabile di comunicazione e trasmissione» di saperi dal passato al presente, una «difesa della nostra memoria storica e del nostro patrimonio», perché conservano infine il senso della «contemplazione, dell’unicità e della creatività».
Dona anche tu un pò di
sangue!
di BIANCAMARIA DI DOMENICO
La presentazione del volume “Una bottega d’arte artigiana” è stata coordinata dal Prof. Emilio Marcone. Sono intervenuti il Sindaco Gabriele Astolfi, l’Assessore alla Cultura Domenico Felicione, e la Presidente dell’Associazione “Settembrata Abruzzese”, Gabriella Serafini. Foto dell’evento a cura di Alberto Sporys.
AVIS Comunale di Roseto Via Calabria, 7 – Roseto degli Abruzzi e-mail: avisroseto@gmail.com Cell. 329/7230960 Apertura sede ogni lunedì dalle ore 11,00 alle ore 12,00
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di MARCELLO PERPETUINI
Delitti
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ualche tempo fa intervistammo per il nostro giornale uno dei maggiori psichiatri italiani, Paolo Crepet. Alla mia domanda su cosa fosse e cosa si intendesse davvero per “normalità”, rispose semplicemente che “la normalità non esiste.” Questo breve inciso per introdurre una riflessione a tutto campo su due dei maggiori fatti di cronaca degli ultimi tempi in Italia. L’omicidio di Elena Ceste e l’omicidio del piccolo Loris Stival. Due omicidi certamente diversi tra loro, ma che portano impressi entrambi, non il segno di una normalità mancante, ma quello di una grave e profonda inquietudine psicologica e criminale, dai connotati che arrivano a sfiorare, oltre alla follia, come comunemente viene concepita, anche le nostre paure psicosociali più profonde. Ricordiamo brevemente il caso della povera Elena Ceste. Madre di 4 figli, il più piccolo 6 anni il più grande 14, viene barbaramente uccisa nel mese di gennaio dello scorso anno. Il suo corpo viene ritrovato dieci mesi dopo. Giaceva in un canalone distante circa 800 metri dalla sua abitazione di Castiglione D’Asti. Solo dopo svariati mesi di indagini, qualche giorno fa, si arriva all’arresto di suo marito Michele Buoninconti. Lui dall’inizio si difende dicendo che la moglie sarebbe stata portata via da qualche uomo, probabilmente un amante che avrebbe conosciuto sui social network. Un’aggravante che porta successivamente nei guai Michele è stato il fatto che lui avrebbe più volte dichiarato che la moglie non era quella donna perfetta che immaginava e che ci avrebbe pensato lui a “raddrizzarla”. Al momento di andare in stampa, non sono ancora note le motivazioni esatte che hanno portato gli inquirenti all’arresto di Michele. L’aspetto che però emerge dalle intercettazioni telefoniche è che Michele avrebbe cercato in questi mesi una nuova compagna, e forse l’avrebbe anche trovata in una donna calabrese. Il suo desiderio è quello di trovare una “donna eccezionale”, sue testuali parole, che fosse stata in grado di sostituire la povera Elena. Emerge dal suo profilo psicologico una inquietudine che si mescola in una grande religiosità distorta, con l’esigenza di perfezione che avrebbe caratterizzato i 18 anni di matrimonio con Elena. Ha anche chiesto appena giunto in carcere che gli fosse portata la sua Bibbia. Un omicidio brutale dai connotati malvagi, sia per il legame affettivo e sia per i retroscena che via via si vanno delineando. Una storia inquietante che fa rabbrividire, una madre di quattro figli uccisa probabilmente, da un marito con sensi di onnipotenza. Un uomo per cui la sua donna non poteva avere nessuno spazio ma
in
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doveva invece sottomettersi a lui senza poter essere libera, ad esempio, di fare una visita medica o di andare a fare la spesa. Un omicidio è sempre un atto orrendo, da qualsiasi punto di vista lo si osservi e chiunque possa essere la vittima. Ma una madre che uccide il proprio bambino di 8 anni, non ha nessuna attinenza né con la definizione di madre, né con la propria dignità di essere umano. Veronica Panariello, la madre del piccolo Loris Stival di Santa Croce Camerina, barbaramente ucciso per strangolamento, con delle fascette da elettricista e poi successivamente buttato, anche lui, in un canalone di scolo alla periferia del piccolo paesino siciliano. Secondo il Tribunale del Riesame la donna avrebbe agito con spietata lucidità criminale e con la simulazione del rapimento a sfondo sessuale, avrebbe ucciso suo figlio senza una ragione se non quella che può muovere la mano di una mamma che si trasforma nella peggiore delle streghe. Immaginiamo per un momento il terrore di quella povera creatura che negli ultimi istanti della sua vita cerca un bagliore di salvezza in quel viso che dovrebbe essere lì per rassicurare e non per togliere la vita. Veronica, si dirà poi nelle lunghe ore di trasmissioni televisive, è una giovane donna che ha avuto un passato molto difficile. Avrebbe tentato anche lei in passato di togliersi la vita proprio con delle fascette da elettricista. La sua famiglia di origine, distante affettivamente da lei, rompe ogni rapporto con la figlia quando decide di sposare Davide, il papà di Loris. Ora lui è solo con l’altro figlio più piccolo. La madre in carcere con la peggiore delle infamie. Un paese che non vuole più sentire che Veronica esista. Le telecamere che la incastrano, come nel peggiore dei reality a cui si possa assistere. Tante vite distrutte. Tante famiglie tra loro accumunate da un destino tragico. Un destino rotto probabilmente non da quella “normalità che non esiste”, ma da un male di vivere che di certo colpisce tutti al giorno d’oggi, ma che si accanisce in particolar modo con le persone più fragili, più deboli. Una madre di quattro bambini uccisa forse da un marito padrone e un bambino di 8 anni da una madre che usa la sua lucidità apparente non per amarlo, ma per strappargli la vita che lei stessa le ha donato. Il male di vivere è anche questo. Conduce a non riconoscere più la propria identità, guidati da una rabbia distruttiva ed incontrollata. A non riconoscere più i propri valori affettivi e il ruolo che tutti dovremmo avere in questa nostra vita.
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“Imparati” non si nasce
di GIORGIA PASQUINI
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La scuola dell’architetto Walter Gropius si sviluppò sulle idee radicali del direttore stesso che voleva far avvicinare arte, artigianato e industria
l mondo del design è costellato di date importanti. Una che primeggia è quella dell’anno 1919, quando l’architetto Walter Gropius legò, col filo della tecnologia, arti e arti applicate. Gropius fu il primo direttore di una scuola rivoluzionaria che egli stesso battezzò col nome di “Bauhaus” (casa della costruzione), invertendo i termini che compongono “Hausbau” (costruzione della casa), e che ebbe come prima sede Weimar, vivaio culturale tedesco dell’epoca. Questa nuova scuola andò sviluppandosi sulle idee radicali del direttore stesso che voleva far avvicinare arte, artigianato e industria e, ben presto, divenne famosa per i metodi di insegnamento rivoluzionari, ma soprattutto per i suoi protagonisti - insegnanti e allievi - molto importanti (Paul Klee, Johannes Itten, Marcel Bauer, Vasilij Kandinskij ecc.). Gli studenti venivano formati su teoria e pratica artistica e creavano prodotti di valore artistico, ma con buone potenzialità commerciali: questo era il frutto di un lavoro paritario tra docente e allievo, per colmare il divario tra arte e industria. Successivamente, per tre anni, gli studenti erano seguiti
da un artista e un artigiano in un settore più specifico come la lavorazione dei metalli, l’ebanisteria, la tessitura, la ceramica, la pittura, la tipografia, la fotografia, la stampa, la scultura e l’architettura. Alla base vi era il principio di creare oggetti funzionali progettati e realizzati per la produzione in serie. Tre è il numero del Bauhaus: tre le sedi (Weimar, Dessau e Berlino) e tre i direttori (Walter Gropius, Hannes Meyer e Ludwig Mies van der Rohe). La scuola godeva di un’ottima reputazione e fu in perenne crescita: venne addirittura progettato un carattere tipografico completamente dedicato all’immagine della scuola, semplice, geometrico, senza grazie e maiuscole, che aprì nuove strade al design grafico. Nel 1933 le pressioni naziste ne causarono la chiusura e le figure più significative emigrarono nel Regno Unito e negli Stati Uniti, dove riversarono tutti i loro insegnamenti.
Nutrizione e stile di vita
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“cavolo”
Ma che ci mangiamo questa volta? I cavoli sono ortaggi da inserire assolutamente nella nostra alimentazione, in quanto in grado di rafforzare il sistema immunitario e di ridurre il rischio di infarto; sono grandi antinfiammatori e antiossidanti naturali e sembrano molto importanti anche nella prevenzione del cancro
di Simona Ruggieri
Kcal per 100 gr, 3,2 gr di proteine e 2,7 gr di carboidrati; i grassi sono praticamente assenti, mentre il patrimonio minerale è di grande importanza grazie soprattutto all’alto contenuto di potassio, ma anche di calcio, fosforo, vitamina A e C. Le quantità di tali micronutrienti sono ovviamente mutevoli, e ciò dipende dal terreno in cui vengono coltivati, che può influire anche negativamente nella composizione dell’ortaggio, se ricco di metalli pesanti. I cavoli apportano anche una grande quantità di fibre e grazie alla elevata parte cellulare, hanno un importante potere saziante. Si distinguono per l’odore forte liberato in cottura, dovuto all’alta percentuale di zolfo presente, e per la perdita di molti randi protagonisti invernali e soprattutto dei composti minerali, se cotti mediante cottura prolungata. Si mesi di gennaio e febbraio sono le piante apconsiglia quindi di utilizzare la pentola a pressione, la cotpartenenti alla famiglia delle Brassicacee o Crutura a vapore o il microoncifere e quindi de, per limitare la riduzione prodotti come La ricetta del giorno: delle sostanze benefiche. il cavolo, in tutte le sue vaI cavoli sono ortaggi da inrietà! Ingredienti per 4 persone: serire assolutamente nella Possiamo distinguere il ca360 gr di pasta, nostra alimentazione, in volo nero, il cavolo rosso, il 1 bel cavolfiore, quanto in grado di rafforcavolo cappuccio, il cavolo 30 g di pinoli, zare il sistema immunitacinese e portoghese, il cauna manciata di pangrattario e di ridurre il rischio di volo rapa e il cavolo verza, to, aglio, olio e sale q. b. infarto; sono grandi antinil cavolo broccolo e il cavolo fiammatori e antiossidanti di Bruxelles, e il più conoPulire il cavolfiore, tagliarlo in piccole cime e naturali e sembrano molto sciuto: il cavolfiore, costituicuocere a vapore o in pentola a pressione. Far importanti anche nella preto da foglie esterne di colore scaldare un po’ d’olio con l’aglio (a piacere venzione del cancro. Non verde e peduncoli floreali aggiungere un’alice) e cominciare a far tostare abusare però in caso di dibianchi, consumati sia crudi il pangrattato e i pinoli. Cuocere la pasta in sturbi intestinali, in quanto che cotti. abbondante acqua salata e ripassarla, insieme potrebbero causare gonfioMolto ricchi di acqua, i caai cavoli, nel pangrattato tostato. A piacere re all’addome. volfiori apportano solo 25
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pasta croccante con cavolfiore!
aggiungere del peperoncino!
• PIANI DIETETICI PERSONALIZZATI - soggetti sportivi, in età evolutiva, soggetti patologici (ipertensione, ipercolesterolemia, diabete..) • VALUTAZIONE COMPOSIZIONE CORPOREA • HOLTER METABOLICO
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con il Pros Onlus pinetese c’è un volontariato che funziona di EDDA MIGLIORI
Ciò che accomuna, a prima vista, i componenti di questa associazione è una limpidezza nella sguardo e l’altruismo che non lascia indifferenti
Edda Migliori con il presidente del Pros Anselmo Candelori
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l Pros Onlus Pineto è un’associazione di volontariato e pubblica assistenza che opera a Pineto, in provincia di Teramo e nelle zone limitrofe fornendo assistenza alla popolazione. Ciò che accomuna, a prima vista, i componenti di questa associazione è una limpidezza nella sguardo che scalda subito chi osserva; una limpidezza mista ad orgoglio ed altruismo che non lascia indifferenti. Ma cosa spinge un giovane a mettersi al servizio dell’altro? Gianluca Turilli, volontario da un anno ad esempio racconta: “Con
la mia ragazza abbiamo deciso di frequentare il corso e conseguentemente è nata la scelta di diventare volontari. Il mio desiderio era quello di diventare autista dell’ambulanza, anche se nella vita faccio tutt’altro, ma per essere un buon autista devi essere prima un buon soccorritore”. Altra esperienza di Marialucia Di Cristofaro volontaria da un anno e mezzo che spiega “Ho frequentato il primo corso perché volevo approfondire la conoscenza di base della rianimazione; poi ho frequentato tutti e tre corsi: sanitario, protezione civile, per disabili e anziani e sono diventata volontaria. Consiglio sempre a chiunque di frequentare almeno il corso base”. Cristina Ferretti invece, volontaria da dieci anni, ha iniziato per curiosità e passione da giovanissima appena finite le Superiori e spiega: “È una passione che dura da moltissimi anni ed è innegabile che essere volontari comporta tanti sacrifici perché metti al servizio sabati, domeniche, festività, ma allo stesso tempo hai in cambio una gratificazione enorme nell’aiutare gli altri: quando ricevo un “grazie” io mi sento addosso tutta la soddisfazione del mondo”. Presidente del Pros di Pineto è Anselmo Candelori; con lui cerchiamo di saperne di più su questa associazione. Di cosa si occupa fondamentalmente il PROS? Il Pros, oltre alla possibilità di aiutare chi ha bisogno, ha la peculiarità di operare su diversi fronti: dal supportare chi vive in una situazione disagiata fino ad arrivare alla tutela dell’ambiente, dall’e-
mergenza pura ai diversamente abili o alla nonnina che ha bisogno di un trasporto in ospedale. Come nasce l’idea di ambiti di intervento così vasti? Nasce dalle richieste dei cittadini che poi in sintesi sono i nostri volontari che hanno esigenze di esprimersi in modo differente. In molti magari manifestano il desiderio di contribuire con il lavoro volontario ma non tutti ad esempio se la sentono di salire su un’ambulanza per le emergenze. Si può essere volontari a diversi livelli e forniamo una formazione di diverse tipologie. Da poco vi è stata destinata una nuova sede. Quali sono i programmi per i prossimi mesi? La sede nasce da un progetto del Centro Servizi Volontariato e Rete Ferroviaria Italiana per le stazioni non presidiate; le Ferrovie danno la possibilità di utilizzare queste strutture a condizione che vengano custodite e tenute in condizioni idonee. In questo momento stiamo ristrutturando questa struttura, con non poche difficoltà, ma con l’aiuto dei nostri volontari e del Comune. Quale messaggio vuole lanciare a chi ha il desiderio di dedicarsi agli altri con il volontariato, ma non si è ancora avvicinato ad un’associazione o ad un gruppo? Io posso portare la mia esperienza: sono entrato in Associazione nel 1995 un po’ per gioco ma strada facendo ho capito che è una scelta che ti arricchisce dentro. Il ringraziamento di una persona che hai aiutato ti ripaga più di dieci stipendi, ed è una gratificazione che non ha prezzo. Ci sono delle realtà che hanno davvero bisogno e noi organizziamo regolarmente corsi per formare i volontari; attualmente si sta svolgendo il 26° Corso per volontari soccorritori ma ce ne saranno altri. L’invito è quello di aiutare gli altri mettendosi in gioco in prima persona.
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A Pineto, c’è o non c’è un’opposizione? Scopriamolo insieme...
Abbiamo ascoltato il portavoce degli attivisti del Movimento 5 Stelle che ci ha raccontato cosa hanno fatto, cosa fanno e cosa faranno per Pineto
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irano da giorni, sul social network Facebook, voci e commenti sulla mancanza di opposizione politica a Pineto. Sul Web, si leggono appelli come: “Cercasi disperatamente tracce d’opposizione a Pineto” oppure “A Pineto oltre ad esserci una scarsa partecipazione da parte dei cittadini al confronto pubblico, mancano anche gli strumenti per fare proposte”; appelli, come è ovvio, espressamente rivolti alla minoranza. Per capire se stanno veramente così le cose, abbiamo intervistato Simone Criscuolo, il portavoce degli attivisti del M5S Pineto, rappresentati in Consiglio Comunale dal consigliere di opposizione, Santino Ferretti. Quanto ha fatto per Pineto, fino ad oggi, il Movimento 5 Stelle su una scala da 1 a 10? Darei un 5 a quello che si sarebbe potuto fare ma non si è fatto e questo mi rende personalmente un po’ insoddisfatto. Ma d’altra parte, se si considerano le poche risorse, anche umane; darei un 8 a ciò che abbiamo fatto. In particolare, siamo molto contenti della Mozione sulla Trasparenza che ha impegnato l’Amministrazione a condividere con i cittadini, in maniera appunto trasparente, atti, contratti di appalto, retribuzioni e tutta la documentazione
non soggetta alle restrizioni sulla privacy, cosa che fino a poco tempo fa era pura utopia. Malgrado questo, stiamo ancora aspettando che l’Amministrazione adempia all’impegno preso (visto che la Mozione fu approvata). Qual è l’intervento che vi sta più a cuore? Il nostro obiettivo è migliorare la qualità della vita dei cittadini. Una dimostrazione ne è la mozione presentata qualche tempo fa, affinché il Comune potesse richiedere l’otto per mille del gettito Irpef da destinare ad interventi di edilizia scolastica. Al momento, quello che ci preme di più è cercare di abbassare la tassazione sui rifiuti, perché - forse ce ne siamo dimenticati - la raccolta differenziata ha tra i principali obiettivi proprio quello di ridurre i costi. Invece qui a Pineto è accaduto il contrario: con l’introduzione della differenziata, le tasse sono aumentate! E poi già da tanto tempo, non si parla più di rifiuti ma di materiale di riutilizzo, questo perché ormai la parola “rifiuto” è sinonimo di “business”, quindi fonte di guadagno; quando invece il Comune di Pineto – proprietario dei rifiuti per legge - permette di far guadagnare altri al posto suo. Come risponderesti a chi dice di non avere strumenti per proporre iniziative
di MARTINA FRANCHI
per la città? Risponderei di venire ogni lunedì sera al Palazzo Polifunzionale, dalle 21:00 in poi. Noi attivisti, (circa una decina) siamo lì da settembre e ad oggi, a parte i soliti, non ho visto nessuna faccia nuova. Risponderei inoltre con l’invitarli a passare ogni domenica al nostro gazebo (di fronte alla Chiesa S. Agnese) per informarsi su ciò che il Movimento 5 Stelle sta realmente facendo per la città, per far sentire la loro voce, per suggerire iniziative e perché no, per muovere delle critiche. Abbiamo anche creato una pagina Facebook, Movimento 5 Stelle Pineto, dove si possono lasciare commenti o mandare messaggi in privato, a cui, uno di noi attivisti, sarà sempre pronto a rispondere. Quindi un’opposizione c’è. Ma cosa manca? Mancano i cittadini. Personalmente sono molto deluso dai miei compaesani, sempre pronti alla critica e al lamento, come si legge sul Web e come si sente in città, ma mai disposti a partecipare o a parlare laddove lo ritengono opportuno. Li definirei “muti e asserviti” e questo mi dispiace perché noi abbiamo sacrificato tempo, affetti e denaro (e l’ordine non è casuale!) e non lo abbiamo fatto per un tornaconto personale, bensì per uno collettivo.
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Fotografare è porre sulla stessa linea di mira la mente, gli occhi ed il cuore. È un modo di vivere. Henry Cartier-Bresson
fotografia
Se volete pubblicare una vostra foto particolare inviatela a fotografia@eliodascenzo.it
Autore: Matteo Celani, 17 anni, studente Liceo Saffo, Roseto Titolo DELL’OPERA: Il treno sbagliato può portarti nel posto giusto Apparecchiatura:Canon Eos 600D - Obiettivo Canon 17-50 mm Parametri di SCATTO: Lunghezza focale: 17 mm - 1,6 sec; f/10 - ISO 100 Misurazione Pattern; priorità AV
L’AUTORE RACCONTA...
di ELIO D’ASCENZO
Ho iniziato a fotografare perché mi piace trasmettere emozioni, mi piace inquadrare un bel momento ed è divertente vedere come reagisce una persona di fronte ad una foto. Mi piace fermare il tempo, con la fotografia riesco a far diventare un momento magico, eterno. Un paesaggio un ritratto un azione rimane nel tempo e trasmette emozioni, le stesse che il fotografo ha mentre scatta. Mentre si aspetta un treno si vede passare il tempo davanti, come un treno. Ecco perché ho deciso di usare una lunga esposizione cogliere il momento. Il momento che scorre via, in avanti perché tutto passa, si potrebbe descrivere con la citazione di Orazio “Carpe diem”.
Chi è appasionato di fotografia, prima o poi vorrà provare a fotografare i treni, le stazioni. Luoghi di curiosità, timore, eccitazione per la partenza, nella prospettiva di nuove esperienze, oppure, calma, serenità, certezza per il rientro a casa, il ritornare alle proprie abitudini ed al calore della famiglia. Bravo Matteo per aver catturato questa suggestiva inquadratura. Se non vado errato l’obiettivo che è stato utilizzato dovrebbe avere nella minima apertura, f/32. Con la macchina sul cavalletto si poteva chiudere il diaframma al massimo e di conseguenza il tempo di esposizione sarebbe stato più lento, così da enfatizzare ancor di più la scia del treno. Molto bello il contrasto che si è creato tra il colori caldi dell’illuminazione artificiale e quelli freddi del cielo e del treno. Nel suggerimento in basso, ho provato ad enfatizzare maggiormente la vividezza e riequilibrare l’inquadratura, così da portare l’occhio dell’osservatore, nel terzo di sinistra in basso, verso il cartello di ROSETO, mentre nel terzo centrale a dx osserviamo la staticità, quasi surreale, del palazzo riflesso che non si lascia inghiottire dalla folle corsa del treno. Il treno, le stazioni ferroviarie, ricche di sorrisi, lacrime, immaginazioni, trepidazioni e saluti. Dai! Uno scatto al giorno.Provare, creare…
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LINDA DI CANZIO 70 anni
Lorenzo 18 anni
Tantissimi auguri dalla tua famiglia
“Le rughe segnano il tempo, la giovinezza è sempre dentro di te, nelle tue azioni, nel tuo pensiero e nel tuo essere. Mantieniti sempre così, un anno in più non conta.” Tanti cari auguri da tuo marito Vincenzo, da Ivano, Dorina e la tua amata nipote Bianca.
4 Febbraio 2015
Direttore Editoriale WILLIAM DI MARCO Direttore Responsabile Lino Nazionale 333 7181980 l.nazionale@virgilio.it
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Altobrando Rapagnà
IMPAGINAZIONE E GRAFICA: ANDREA MARZII andreamarzii@ymail.com COORDINAMENTO TECNICO: MASSIMO BIANCHINI (TEL. 329 9480823) FOTO: ELIO D’ASCENZO, EDITORE: EIDOS News S.r.l.
email: info@eidosnews.it
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106 anni vissuti alla grande !!!
Auguri Altobrando per questo grande traguardo, “ad Maiora”; dai tuoi figli Anna Maria, Giancarlo, nipoti e pronipoti tutti. VISITA IL SITO:
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