Quindicinale iscritto al registro della Stampa presso il tribunale di Teramo n. 13/03 del 22/05/03
ANNO 8 N.204 12 aprile 2014
“Insieme a te�
il quinto album di Daniele Falasca
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ACQUISTO SPAZI PUBBLICITARI ELETTORALI A PAGAMENTO Eidos News s.r.l. comunica che intende pubblicare sul proprio periodico e sul proprio sito di informazione www.eidosnews.it messaggi elettorali a pagamento per le elezioni di maggio 2014 (Legge N° 28/2000 “legge della par condicio”) per info rivolgersi ai numeri:
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“Insieme a te”
il nuovo album di Daniele Falasca su Chi è Daniele Falasca? Sono un musicista/compositore e insegnante di musica, per passione. Sin da piccolo ho respirato buona musica grazie a mio nonno (fisarmonicista) che mi faceva ascoltare brani di qualità, che con il loro stile classico e jazz mi hanno regalato l’impostazione su cui si è basato il mio studio e la mia produzione successiva, dopo anni di esperienza in esibizioni dal vivo. Guidato da ottimi insegnanti come Giuseppe Pagni e Vincenzo Di Sabatino ho scelto di dedicarmi dopo il conservatorio alla composizione, dalla quale sono nati quattro album, con un quinto in arrivo. Negli ultimi anni ho portato avanti allo stesso tempo la mia scuola di musica “MusicaHdemia”, attualmente in sede in Via Manzoni, in prossimità del bar Falasca. Diversi sono stati gli alunni che hanno riportato successi come lo stesso Gianluca Ginoble del quale sono stato anche insegnante di pianoforte. Insieme a lui, altri allievi hanno seguito i corsi della scuola e attualmente frequentano conservatori e licei musicali con ottimo profitto, grazie all’impostazione professionale a cui sono stati abituati.
Parlaci del tuo album e degli artisti che hanno collaborato con te “Insieme a te” racchiude una serie di brani in stile World Music e ogni pezzo è articolato su ritmi differenti che vanno dal samba al tango moderno, dalla salsa allo swing, con un’attenzione alla melodia che già avevo messo in primo piano nei precedenti CD e che “rimane impressa nella mente fin dal primo ascolto” (F.Bosso). Ho lavorato in quintetto con i professionisti che si esibiscono con me live, tra cui Fabrizio Mandolini, che ritengo il miglior sassofonista soprano in circolazione, Glauco Di Sabatino alla batteria, il giovane allievo della mia scuola Pierluigi Fidanza alla chitarra e Amin Zarrinchang al contrabbasso, iniseme ad altri talenti abruzzesi quali Gianluca Caporale al clarinetto e al sax tenore e Bruno Marcozzi alle percussioni. A questo ensemble già ricco di professionisti di spicco si aggiungono le due stupende voci Alessia Martegiani e Dante Francani, che hanno registrato tre bonus track cantate inserite all’interno dell’album. Io stesso ho scelto di eseguire la mia musica con la fisarmonica, prodotta dalla ditta Brandoni per la quale sono endorser
e che mi garantisce un suono elegante e subito riconoscibile, oltre che con il pianoforte che sentirete nella traccia conclusiva in solo, dalla quale l’album stesso prende il nome e che viene eseguita anche dall’intero gruppo con uno stile differente. Seguendo la mia tradizione di dedicare le mie composizioni a chi più mi è caro e mi sostiene ogni giorno, ho destinato gran parte dell’opera alla mia maggior fonte di ispirazione, la mia ragazza Fiorella. Inoltre due dei brani: “Beba do samba” e “Mandolo” sono dedicati rispettivamente al batterista Glauco Di Sabatino e al sassofonista Fabrizio Mandolini.
Cos’è Musicraiser e come ti ha aiutato a portare avanti il tuo nuovo progetto? Musicraiser è un’intelligente iniziativa il cui obiettivo è sostenere un’artista nella produzione di un progetto attraverso il crowdfounding, ossia il sostegno economico da parte dei suoi fans che ottengono ricompense esclusive come il CD in anteprima con dedica, Nuovo CD + CD 2013, un mese di lezioni gratis di piano o fisarmonica presso MusicaHdemia e tante altre ricompense. Questa operazione è diventata celebre negli Stati Uniti ma è ancora poco nota in Europa, nonostante sia di grande aiuto agli artisti che vogliono realizzare le proprie idee come nel mio caso in cui ho già autoprodotto il 70% del progetto (tra cui incisione con alcuni dei migliori musicisti abruzzesi, missaggio e masternig) e ora mancano solo la stampa e la promozione che spero di portare a termine con il vostro supporto
attraverso Musicraiser. Per partecipare questo è il link della mia pagina Musicraiser: www.musicraiser.com/projects/2199 per i meno informatizzati si può donare a mano presso la scuola MusicaHdemia tutti i pomeriggi dalle 15 alle 20, avrete la vostra ricompensa insieme al nuovo album. per info concerto del Daniele Falasca DUO, TRIO, QUARTET o QUINTET: stampa.danielefalasca@gmail.com www.facebook.com/daniele.falasca 3926098255 Daniele. di Filippo Testa
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Parte il progetto “Rispettare l’Ambiente” I proprietari dei cani dovranno dotarsi del kit per raccogliere le feci del loro fido animale. Intanto il Comune pronto ad inasprire le sanzioni nei confronti di chi è autore di atti vandalici
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iro di vite da parte dell’amministrazione comunale di Roseto contro gli incivili, soprattutto i proprietari dei cani che non hanno al seguito il kit per raccogliere le feci del fedele amico. Il Comune ha presentato una campagna di sensibilizzazione nel rispetto di un’ordinanza che risale al 2012 che obbliga chi va a spasso per la città col proprio cane di avere con sé tutto il necessario per la raccolta delle deiezioni dell’animale, evitando che marciapiedi e parchi vengano sporcati. Chi verrà sorpreso senza il kit sarà contravvenzionato con un’ammenda che va da 50 a 150 euro, anche se il sindaco Enio Pavone ha annunciato che
intende inasprire le sanzioni. Soprattutto dopo gli episodi di vandalismo che si sono registrati in città. In alcuni casi, infatti, sono stati divelti i paletti con la nuova segnaletica. Affidato alla polizia municipale il controllo sul territorio per prevenire le azioni vandaliche. Comunque parchi, luoghi
pubblici (lungomare, vie interne, a ridosso delle scuole), zone di passeggio hanno già una cartellonistica particolare, sistemata in questi giorni dai volontari dell’Associazione Nonni Vigili. Una cinquantina le tabelle segnaletiche già piazzate, altre saranno sistemate nei prossimi giorni. Fondamentale è la collaborazione nata con i Consigli di Quartiere e con alcune associazioni del territorio, commercianti, albergatori e balneatori. I kit potranno essere acquistati, oltre che nei negozi dedicati alla cura degli animali, anche in tutte quelle strutture che aderiranno all’iniziativa e che esibiranno in vetrina un logo che indichi la possibilità di approvvigionarsi di paletta e sacchettino.
Roseto, artigiani “condannati” a pagare Anche la Corte di Cassazione riconosce la plus valenza sui terreni espropriati per la lottizzazione dell’area artigianale e la realizzazione dell’autoporto. Concesso solo un piccolo sconto sulla rivalutazione monetaria
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rischio 200 posti di lavoro, oltre ad un indotto che ne potrebbe risentire in maniera irreversibile. Le piccole imprese che operano nella zona artigianale di Roseto, a ridosso dell’autoporto, tremano e soprattutto temono di dover chiudere i battenti perché impossibilitati a pagare la differenza stabilita anche dalla Corte di Cassazione sulla valutazione dei terreni espropriati. Ci sono aziende, come nel caso del gruppo Arangiaro, che dovranno sborsare somme intorno agli 800mila euro, altre tra i 200 e i 400mila. Una vera e propria mannaia sul futuro di molte aziende che speravano in una sensibile riduzione sulla rivalutazione dei terreni che all’epoca vennero acquistati, dopo la lottizzazione del Comune, per un prezzo di circa 25 euro, ma che il Consulente Tecnico d’Ufficio ha
rivalutato con una plus valenza del 300 per cento stabilendo un prezzo di 83 euro. Gli imprenditori sono arrabbiati, se la prendono soprattutto con l’allora amministrazione comunale che li aveva esortati ad acquistare quelle aree perché dopotutto non si sarebbe corso alcun rischio. Anche se nel contratto di acquisto pare ci sia una postilla che prevedesse un “salvo conguaglio”. Un conguaglio che molti hanno sempre detto
di essere disposti a riconoscere ma chiaramente non di cosiffatte proporzioni. Le 22 aziende che operano in quella zona sono quasi tutte a conduzione familiare e alcune hanno degli operai assunti. Ovviamente, se costrette a pagare un esborso complessivo di circa 5milioni di euro (la Cassazione ha concesso uno sconto del 10 per cento sulla rivalutazione monetaria) significherebbe la fine per molte di esse. Intanto, il Comune, nei confronti del quale avevano avviato l’azione risarcitoria gli ex proprietari delle aree espropriate ha dato il via libera al pagamento della prima trance di 2milioni e 400mila euro circa. La legge impone contemporaneamente all’Ente di rivalersi sugli imprenditori. Ma si sta già pensando a come evitare un’azione severa per fare in modo che le attività continuino ad esercitare.
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Successo per la terza edizione
“Premio Donna Roseto”
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anno partecipato in tanti alla manifestazione “Premio Donna Roseto 2014, il riconoscimento che viene assegnato ormai da tre anni alle donne che
si sono distinte in vari campi. In 400 hanno voluto esserci alla cena di beneficenza, nell’ambito di questa manifestazione organizzata dal Comune di Roseto, con la collaborazione delle associazioni Asd Pattinaggio di Gabriella Felicioni e Abruzzo Amnore Onlus. A ricevere il Premio Donna 2014 sono state Anita Di Giuseppe, atleta, docente, preside e deputato, per “le sue capacità professionali e doti umane che l’hanno resa sempre protagonista”; Dorina Di Marco, ballerina e insegnante di danza, “per la leggerezza del passo, l’eleganza del movimento, sintesi del-
le sue doti artistiche”; Liliana Di Tecco, una vita spesa nel sociale, al fianco dei più bisognosi, “per la sensibilità e la nobiltà d’animo dispensate con amore”. A consegnare i riconoscimenti il sindaco di Roseto degli Abruzzi, Enio Pavone, il vice-sindaco e assessore alla cultura ed al turismo, Maristella Urbini, ed il presidente del Consiglio comunale, Nicola Di Marco. La serata di beneficenza ha permesso di raccogliere importanti fondi che serviranno a “mettere in tavola” il pranzo di Pasqua per i più bisognosi e a dare una mano al Banco Alimentare di Roseto.
‘Piano di Markting territoriale e di sviluppo turistico di Roseto degli Abruzzi. Università degli Studi ‚G. D’Annunzio Chieti – Pescara
DISCORSO PER LA GIUNTA COMUNALE di Alessandro Fasciocco
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l discorso in questione ha per oggetto il territorio di Roseto, che necessita di proiezioni e prospettive di sviluppo turistico-territoriale che possa permettere di valorizzare e promo-commercializzare le risorse locali. A roseto mancano parcheggi, manca un’offerta deguata di case vacanze, nonchè un polo turistico di attrazione ed una gestione strategica che possa permettere di destagionalizzare i flussi turistici. Appunto per questo, presento qualche idea, qualche spunto che però comporta dei costi non indifferenti per la realizzazione. Innanzitutto a Roseto manca un polo sportivo polifunzionale, nell’ottica di un’offerta diversificata ed integrata, che potrebbe essere realizzato a sud di Roseto nei pressi dell piscina comunale, sfruttando il terreno inutilizzato per realizzare un’unica grande struttura che potrebbe offrire una gamma di servizi molto più ampia, in grado di soddisfare un maggiore target di turisti. Oltre a ciò sarebbe possibile anche creare un polo di attrazione in una località di marginalizzazione economica. La struttura potrebbe essere realizzata con materiali biocompatibili, che comporterebbero scarsi costi di manutenzione, e che integrata con il contesto territoriale, con l’isolamento termoacustico,nonchè con la sostenibilità energetica della struttura,
potrebbe garantire una discreta flessibilità nell’uso e nell’organizzazione. Una seconda idea concerne la valorizzazione del territorio collinare poichè realizzando aree picnic o comunque un’area ricreativa all’avanguardia, incentiverebbe il turismo verde nel periodo estivo, continuamente alla ricerca di una destinazione verde che possa coniugare la fruizione del patrimonio ambientale con la ricerca di una vacanza attiva che garantirebbe un mix di relax ed autenticità. Una terza idea, un po’più difficile da realizzare, sarebbe quella di una sala bowling, o quantomeno di un’area di divertimento nel campo inutilizzato dell’Arena 4 palme in modo da valorizzare Roseto anche nel periodo invernale, poichè uno degli obbiettivi principali è quello di evitare la migrazione giovanile verso località
limitrofe più sviluppate quali Pescara ed Alba Adriatica che sta divenendo sempre più una realtà. Infine menziono l’attività estiva, che necessita di forte innovazione, poichè diversi lidi organizzano eventi passati di moda, o non organizzano affatto. Secondo il mio modesto parere, un aiuto ai lidi posti in luoghi strategici sarebbe opportuno, poichè l’idea di far riaffiorare il fervore turistico passato necessita di fondi, adibiti alla loro ristrutturazione. Un’idea di questo genere potrebbe garantire la realizzazione di lidi con piscine, aree fitness, ed offerte turistiche integrate e diversificate. In questo modo sarebbe possibile far pubblicità positiva di Roseto, e come sappiamo i turisti portano altri turisti, di conseguenza la soddisfazione dell’uno è la soddisfazione dell’altro. Il problema che rimane è quello dei parcheggi, ebbene il terreno inutilizzato situato nei pressi del porto, potrebbe essere adibito alla realizzazione di un parcheggio di grandi dimensioni, e la possibilità di fruire di un bus navetta per gli spostamenti non comporterebbe problemi per spostarsi da un posto all’altro di Roseto. Concludo con una frase dell’economista tedesco Hirschman:”la motivazione è un termine generale che descrive l’interazione dei bisogni e dei comportamenti volti ad affrontarli e a soddisfarli”.
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“Basket for fibrosi cistica” A Roseto prevista una raccolta fondi in occasione di Modus FM - Moncada Agrigento del 23 marzo
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i rinnova anche quest’anno l’appuntamento con “Basket for Fibrosi Cistica”, la campagna nazionale di sensibilizzazione e raccolta fondi sviluppata dalla Lega Italiana Fibrosi Cistica Onlus (LIFC) in partnership col mondo del basket. Per questa edizione LIFC godrà della collaborazione della Serie A Beko e della Lega Nazionale Pallacanestro (LNP), per un totale di 47 palasport dal 16 marzo al 6 aprile. Uno di questi sarà il Pala Maggetti, che domenica 23 marzo riserverà una postazione all’iniziativa in occasione della gara fra la Modus FM Roseto e la Moncada Agrigento. Attraverso la partnership con la Serie A Beko e la LNP, LIFC vuole sensibilizzare il pubblico del basket non solo sulla fibrosi cistica ma anche sull’importanza dello sport come terapia. Le manifestazioni sportive possono rappresentare dei
veicoli particolarmente adatti a veicolare la causa della LIFC, sia perché occasione di festa e momento di partecipazione, sia perché un’adeguata attività sportiva risulta terapeutica per i pazienti FC. La campagna è supportata dall’attore Marco Bocci in qualità di testimonial dello spot realizzato per
veicolare la raccolta fondi. Bastano 5 cifre per scendere in campo a fianco dei pazienti con Fibrosi Cistica per vincere insieme questa partita: 45592 è il numero solidale attivo dal 17 marzo all’ 8 aprile. Il ricavato di questa iniziativa sarà de-
stinato al progetto “Telemedicina per pazienti adulti con FC” che, grazie ad un sistema di telemedicina “portatile”, consentirà di monitorare costantemente i parametri clinici dei pazienti che aderiranno al programma. Tutto ciò potrà garantire un intervento tempestivo in caso di insorgenza di infezioni e/o riacutizzazioni, limitando al massimo i giorni di ricovero. I primi a scendere in campo il 16 marzo sono stati i Volontari della LIFC Veneto, presenti durante la sfida tra Tezenis Verona ed Expert Napoli. E’ possibile consultare il calendario completo delle partite per seguire i Volontari LIFC nei palasport al link http://fibrosicistica.it/?post_ type=campagne&p=6563 Ai Volontari LIFC, alla Serie A Beko, alla LNP, a tutte le loro società sportive ed all’attore Marco Bocci va il vivo ringraziamento della LIFC per aver reso possibile questa iniziativa.
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PUNTURE I ROSBURGHES di LUIGI BRACCILI luigi.braccili@virgilio.it
* RITORNA IL CAVA-MULTE * RISERVE : STRANI DESTINI * RAPAGNA’ VAI AVANTI * UN ROSETANO IN NAZIONALE * CE LA GIOCHEREMO
RAPAGNA’ VAI AVANTI Ma certo non puoi farlo da solo come ti ha insegnato l’inventore di Cicciolina che oggi non è più …nessuno. Sei sempre presente, questo sì, ed anche a tue spese, ma, essendo stato parlamentare, non puoi pensare di andare avanti da solo. Le scene dei digiuni non vanno più, la presenza è importate e tu non sei assente. Suvvia, non perdere tempo con le megalomanie. Stai con i piedi per terra e trovati alleati amici.
IL RITORNO DEL RECORDMAN E’ vero, segnatevelo, ritorna il …terrore delle multe. Sì proprio lui Tarcisio Cava, lui che ha scelto il nome di un santo buono, (Tarcisio), torna in servizio. Il suo record è scritto a caratteri cubitali. In 28 minuti è riuscito a firmare furtivamente perché la vittima non ne sapeva nulla ben 35 multe. Tutto questo lo ha fatto senza mai raddrizzare il cappello sulla fronte, tanto da essere scambiato per un bandista di Monteapagano, ormai in disuso. Fiori certo non ne riceverà, ma per i multati…a tradimento dovrà pensarci il prefetto che nel caso dovrà dimenticare il proprio non incoraggiante cognome (Crudo). Speriamo bene.
UN ROSETANO IN NAZIONALE Si chiama Jacopo Dezi, 22 anni, rosetano verace, escludendo l’ospedale dove è nato. Ha dato i primi calci non nella Rosetana, ma nella A.S. Roseto, la squadretta di Cerè. Oggi è titolare della Nazionale Under 21. Chi scrive queste note è stato amico dei nonni e può parlare del calciatore con estrema sicurezza. Tribuiani, “detective” giuliese, lo portò a Napoli e lì ebbe tanto successo che varie squadre si misero in fila per averlo. A Crotone, in serie B, ha fatto sfracelli ed ora va avanti, anche in azzurro con Di Biagio.
ARRIVANO I NUDISTI AL BORSACCHIO Strani destini per le due riserve naturali della nostra provincia. All’ombra della Torre di Cerrano le “vongolare” non potranno pescare, lo dice il presidente dell’Amp Benigno D’Orazio, mentre la travagliata riserva del Borsacchio pare sia destinata ai nudisti. E’ tutto da verificare, è vero, ma che i destini delle due zone protette, quella pinetese e l’altra rosetana, non sono chiari. Pensate un po’ quali sono i destini riservati alle due zone protette per le quali non vengono lesinate battaglie, polemiche e manifestazioni varie.
CE LA GIOCHIAMO Si è vero, è stato un bruttissimo derby ed averlo perso non è un disonore: per quanto riguarda i seggiolini buttati sul “parquet” va sottolineato quello che ha fato il neo americano chietino Deloach che alla fine è andato a fare il “maciste” sotto il settore rosetano vedendosi arrivare in testa seggiolini di plastica. Ora vogliamo parlare di delinquenza, fate voi, ma non esagerate. Mancano cinque partite: Agigento, Treviglio e Firenze in casa, Matera e Ferrara fuori. Tutti dicono: ce la giocheremo. Noi ci crediamo.
GIOVEDI’ 27 MARZO 2014 ORE 22,00
“Tribute Ben Harper” Voice Diego Merletti
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E I Z I S O I R U C Notizie)
(tra Curiosità &
11 a cura della redazione Cerchi Concentrici Promotor
Perché via Di Vittorio si chiama così?
Rimanendo sempre nella zona di Campo a Mare, quella posta a sud e che ormai abbiamo individuato come Inferiore, c’è una via che non è possibile raggiungere direttamente dalla S. S. 150, perché parte da dietro una serie di case in prima fila poste sull’arteria principale, ma da viale Pietro Nenni. Anche la toponomastica in questo caso si rifà alla politica, esattamente a un sindacalista molto conosciuto dalle masse operaie. Giuseppe Di Vittorio (Cerignola, 11 agosto 1892 – Lecco, 3 novembre 1957) è stato un politico, sindacalista e antifascista italiano. Fra gli esponenti più autorevoli del sindacato italiano del secondo dopoguerra, a differenza di molti altri sindacalisti non aveva origini operaie ma contadine, poiché nato in una famiglia di braccianti, il gruppo sociale più numeroso in Puglia alla fine dell’Ottocento. Sindacalista dal 1911, aderì al partito socialista e, nel 1913, divenne membro del Comitato centrale dell’Unione sindacale italiana. Partecipò alla Prima Guerra Mondiale come seguace dell’interventismo rivoluzionario. Dopo il conflitto fu attivo protagonista del sindacalismo pugliese a Cerignola
e a Bari. Deputato socialista (1921), fu tra gli organizzatori delle formazioni antifasciste degli arditi del popolo. Nel 1923 aderì al partito comunista, per il quale fu eletto deputato (1924). Arrestato nel 1925, fu condannato dal Tribunale speciale a dodici anni di carcere ma riuscì a fuggire in Francia, dove rappresentò la Confederazione Generale del Lavoro Italiana all’Internazionale dei sindacati rossi; fu poi organizzatore di brigate internazionali della guerra civile spagnola. Di nuovo in Francia nel 1939, fu arrestato dai Tedeschi (1941) e consegnato al governo fascista che lo confinò all’isola di Ventotene. Liberato il 25 luglio 1943, s’impegnò nella Resistenza. Nel giugno 1944 fu il principale promotore del patto di unità sindacale fra comunisti, socialisti e cattolici firmato a Roma. Nel 1945 divenne segretario generale della CGIL. Deputato alla Costituente e nelle due prime legislature, fu sostenitore di un sindacato più attento ai problemi delle riforme economiche e sociali del Paese che a un rivendicazionismo puramente salariale. Dal 1949 fu presidente della Federazione sindacale mondiale. (InfoWeb)
Il dipinto di Raffaello Celommi a Pescara: particolare Nello scorso numero abbiamo parlato dell’opera di Raffaello Celommi realizzata nel 1940 e che ebbe come modello il rosetano Tonino Sperandii. Ci ritorniamo solo per riproporre il riquadro con la firma e la data, dal momento che nello scorso numero, per un problema di stampa, la raffigurazione appariva interamente scura, senza che si leggesse nulla.
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(tra Curiosità &
La Scuola Media di Morro d’Oro in visita a Cinecittà (R. e p.) «Nell’ambito del progetto di cinematografia, condotto dallo sceneggiatore Pietro Albino Di Pasquale, le classi terze della Scuola Media di Morro d’Oro hanno visitato il cosiddetto “triangolo del cinema” di Roma: Istituto Luce, Scuola Nazionale del Cinema, Cinecittà. L’itinerario, curato dalla prof.ssa Splendora Cameli, si è rivelato particolarmente interessante e formativo. Gli alunni hanno appreso linguaggi specifici, assistito ad una lezione di danza e recitazione dell’illustre Gabriella Borni, incontrato giovani registi e attori, come Giorgio Cantarini (il bambino ne La vita è bella), scoperto il backstage di un teatro di posa, ammirato suggestive gigantografie in bianco e nero dell’iconografia cinematografica, seguito da vicino le maestose scenografie in progress di Everest, film diretto da Baltasar Kormakur presto nelle sale. L’uscita ha fornito inoltre l’occasione di visitare la mostra Gemme dell’Impressionismo ed ammirare i capolavori
della collezione impressionista e post impressionista della National Gallery of Art di Washington, per la prima volta in Europa al Museo dell’Ara Pacis di Roma».
Avviato a Roseto con successo il “Walking 2014”, un modo intelligente di passeggiare con gli altri
Buona l’adesione dei partecipanti al primo incontro dei gruppi di cammino avviati a Roseto degli Abruzzi dall’associazione sportiva e di promozione sociale “Atletica Vomano”, che nonostante le avverse condizioni atmosferiche, si sono ritrovati sul lungomare Celommi, per percorrere di passo circa 4 km tutti assieme. Gli incontri proseguiranno con cadenza settimanale, ogni giovedì, con ritrovo davanti il lido “La Lucciola”, lungomare Celommi, dalle ore 20:30. I “gruppi di cammino” con partecipazione libera, vengono accompagnati da volontari “walking
leader” che l’associazione Atletica Vomano metterà a disposizione dei partecipanti a titolo gratuito. Il “walking leader”, oltre a condurre e motivare il gruppo, avrà il compito e le competenze per dare consigli utili ai partecipanti, affinché una passeggiata in gruppo possa diventare una idonea attività fisica, in grado di migliorare in modo evidente lo stato fisico delle persone. Per maggiori informazioni rivolgersi al promotore dell’iniziativa, Gabriele Di Giuseppe al cellulare 329.61.99.742 oppure scrivendo all’indirizzo di posta elettronica: gabrieled@inwind.it.
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(tra Curiosità &
Il terrore che incutevano i volantini distribuiti dai tedeschi durante la II Guerra Mondiale La guerra, si sa, è qualcosa di atroce. L’uomo s’imbarbarisce e il terrore diventa il pane quotidiano. Così, durante la II Guerra Mondiale - quando tra luglio del 1943, cioè dopo la caduta di Mussolini, e fino al giugno del 1944, vale a dire quando Roseto fu liberata dalle truppe alleate sotto il comando inglese (tra cui Canadesi e Neozelandesi) - nella nostra zona stanziò l’esercito teutonico e tutti avevano paura di finire imprigionati, per poi essere deportati nei campi di concentramento in Germania. In più gli ex alleati dell’Italia pretendevano il massimo della collaborazione, invitando a segnalare (spesso attraverso il tradimento) quelle persone e quelle bande che si schieravano contro l’esercito germanico. Il volantino che qui viene pubblicato, firmato dal “Comando Supremo delle truppe tedesche” va letto in tutti i suoi passaggi, per capire come la vita di ogni Rosetano fosse costantemente in pericolo. È bene che lo facciano tutti, in modo particolare i giovani, se possibile aiutati dagli insegnanti, perché le tragedie, nella storia, si sono spesso ripetute. Aumentare in ognuno di noi gli anticorpi per difenderci dall’idea folle della guerra è un dovere civico.
Il 34esimo numero di Chorus, marzo 2014, è in edicola e sul Web È uscito il nuovo numero di Chorus, il 34esimo, datato marzo 2014. L’editoriale è dedicato alla I Guerra Mondiale, che in questo anno avrà le celebrazioni del secolo trascorso dal suo inizio. A cent’anni dalla I Guerra Mondiale (1914-2014) è il titolo del fondo, con il sottotitolo che dice “La Grande Guerra è stato un momento non solo tragico e drammatico, ma di vero cambiamento esistenziale dell’uomo, che da quel momento in poi non sarà più lo stesso”. A seguire c’è un intervento di Gianpaolo Massetti (docente di Scuola Superiore) dal titolo L’inizio della libertà, “Un articolo molto interessante che prende spunto dall’editoriale dello scorso numero «Dall’Umanesimo all’Immanesimo» e che cerca di dare una risposta al fatto che l’uomo, nel corso dell’ultimo secolo, stia perdendo la sua centralità”. Infine il direttore di Controaliseo, Ugo Centi, espone un’idea urbanistica semplice, ma efficace: Abbelliamo le vie a mare di Roseto, il cui catenaccio riporta “Quanto gli antichi agrimensori de Le Quote tracciarono il solco fondatore della Città, lasciarono uno stradone, un ‘viale’ si direbbe, dalla chiesetta dell’Annunziata (allora S. Filomena) al mare. Quella scelta è stata poi negata dalle successive urbanizzazioni. E non fu saggio rinunciarci”. Il giornale è disponibile: a) sul sito www.williamdimarco.it, cliccando “Riviste” nel menù in alto, poi Chorus e poi ancora n° 34; b) sul sito www.eidosnews.it, nella sezione “Leggimi”. Per riceverlo a casa basta segnalare il proprio indirizzo di posta elettronica a chorus@williamdimarco.it.
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(tra Curiosità &
Presentazione del libro di Genovino Ferri e Giuseppe Cimini sabato 29 marzo ore 18, Villa Comunale «L’Analisi Reichiana, la sua storia, la sua attualità, il suo sguardo ineguagliato sulla centralità del setting terapeutico. Il libro rende viva e prolifica l’intuizione psicanalitica del grande Wilhelm Reich, aggiungendovi nuove, illuminanti connessioni traducibili in quel legame vivo ed inestricabile tra corpo e psicoanalisi. Un corpo che si fa psiche sin dalla sua apparizione intrauterina (relazione tra un corpo ”in fieri” e un corpo “parziale”), dove trovano origini le prime patologie. Un corpo sempre parlante, quindi sempre leggibile, ascoltabile, osservabile, nella sua semiologia elementare e complessa, nella sua trasformazione in tipi caratterologici. Ogni lettore potrà ritrovarvi il proprio corpo o parti di esso». Con queste
parole i due autori, Ferri e Cimini, introducono parte del loro libro che ha riscosso un notevole successo negli ambienti legati agli studi psicanalitici. Il volume è uscito prima in Brasile, luogo dove spesso Genovino Ferri si reca per delle conferenze, molto seguite e che rientrano in un quadro di incontri internazionali. Oltretutto il medico rosetano è oggetto dei nostri “Ricordi”, proprio in questo numero. La presentazione del libro L’Analisi Reichiana - La psicanalisi nel corpo e il corpo in psicanalisi, edito da Alpes, avverrà sabato 29 marzo alle ore 18:00, presso la Villa ComunalePonno di Roseto degli Abruzzi. Saranno presenti gli autori, unitamente a Giovanni Giorgio, docente di Filosofia teoretica presso la Pontificia Università Lateranense di Roma.
L’associazione Abruzzo Amore insieme alla redazione di Eidos Simpatica e sicuramente gradita la cena che ha visto protagonisti il gruppo dirigente dell’associazione “Abruzzo Amore” e la nostra redazione di “Eidos News”, versione cartacea e “on line”. Si potrebbe dire “tutti insieme appassionatamente”, tanto per citare un film musicale in voga negli anni ‘60, proprio per sottolineare l’armonia della serata e il fine di mettere insieme due gruppi che nell’ultimo periodo si sono distinti, in modo particolare “Abruzzo Amore”, per aver organizzato cene di beneficenza, utilissime per raccogliere fondi e destinarli a chi ne ha realmente bisogno. Un grazie a tutti i partecipanti e anche a coloro che non sono potuti intervenire, dati gli impegni, ma che hanno fatto sentire ugualmente la loro presenza. Adesso di nuovo a lavoro per i prossimi impegni.
Interessanti le pubblicazioni della Sovrintendenza per i Beni Archeologici d’Abruzzo, curati dalla rosetana D’Emilio Diverse sono le pubblicazioni che la Sovrintendenza per i Beni Archeologici d’Abruzzo pubblica periodicamente. Molti di questi sono curati dalla rosetana Loredana D’Emilio, da tempo responsabile dei “Servizi educativi” della Sovrintendenza stessa. I lavori rientrano quasi tutti nel progetto “Un’esperienza didattica” e servono non solo a far conoscere le nostre bellezze monumentali ai tantissimi studenti della regione, ma anche a portare a conoscenza della collettività dei lavori di recupero o di restauro che vengono allestiti o conclusi nei numerosi siti di interesse archeologico presenti in Abruzzo. La pubblicazione qui riportata, intitolata Il Museo va a Scuola, è stata stampata nel 2011 ed è divisa in tre sezioni, in cui si analizzano i materiali rinvenuti nei luoghi posti sotto osservazione, per poi porre l’attenzione sulle tecniche e le varie fasi di lavorazione, grazie anche a delle dettagliate schede. La Sovrintendenza, sempre con la supervisione della D’Emilio, ha prodotto una pubblicazione digitale dal titolo “Le Terme di Teate - Guida interattiva” al cui interno vi è l’interessante video “La Civitella - Rosso e nero”. Di seguito il link per accedervi: www.incontriamocialmuseo.org/media/libri.
CI PIACE
Recuperati 150mila euro Dalla Regione in arrivo 150mila euro per il Comune di Roseto, somma che era stata anticipata per il pagamento della ditta che aveva eseguito negli anni scorsi i lavori di sistemazione di pannelli fotovoltaici sui tetti di alcuni edifici pubblici. Nel 2009 il Comune di Roseto aveva ottenuto un finanziamento per l’installazione di 3 impianti fotovoltaici per la scuola di Cologna Spiaggia e le scuole medie “Fedele Romani” e “G.D’Annunzio”. Per realizzare gli impianti furono spesi circa 150 mila euro di cui 100 mila euro tramite il finanziamento della Regione e 50 mila euro a carico del Comune di Roseto, il qua-
le contribuì alla propria quota di cofinanziamento riconoscendo alla ditta installatrice dell’impianto il corrispettivo tramite l’incentivo GSE (Gestore Servizi Energetici) generato dalla produzione di energia elettrica da parte degli impianti stessi. Per garantire il co-finaziamento il Comune sottoscrisse in pratica una convezione con lo stesso GSE. Nonostante ciò, per poter pagare nei tempi previsti dalla legge le ditte che avevano realizzato gli impianti sui tre edifici scolastici, l’amministrazione comunale era stata costretta ad anticipare 150 mila euro. La somma recuperata verrà utilizzata per interventi di manutenzione sul territorio.
NON CI PIACE
Ancora una discarica a cielo aperto per colpa degli incivili Una vera e propria discarica a cielo aperto creata in meno di una settimana. Quintali di rifiuti abbandonati all’aria aperta a conferma che al grado di inciviltà non c’è mai fine. E’ lo scenario che si presenta in prossimità del ponte dell’autostrada A14, all’altezza di Grasciano, lungo la strada che dal bivio di Cologna porta all’area industriale di Mosciano. Tra Comuni che confinano a ridosso di questa discarica: Roseto, Notaresco e Mosciano. L’area di risulta ricade però sul territorio notareschino e quindi la competenza in materia di igiene spetta all’amministrazione guidata dal sindaco Diego
Di Bonaventura, con la collaborazione della Provincia di Teramo. Sacchi neri della spazzatura, persino un frigorifero, pannolini, un vecchio divano, secchi di plastica. C’è davvero di tutto. L’area, essendo completamente al buio, favorisce l’azione degli incivili. In questo punto, infatti, già in passato gli organi competenti sono dovuti intervenire per rimuovere i quintali di sostanze di risulta che erano state abbandonate. Tra l’altro la strada nelle ore di punta è anche piuttosto trafficata in quanto in tanti la usano come scorciatoia per chi arriva dalla Teramo-mare o è diretto nell’area industriale di Mosciano. Un vero e proprio squallore.
Si procederà con un bando per la cessione del traliccio di Montepagano e chi se lo aggiudicherà avrà solo l’onere di portarlo via dalla collinetta. E’ questa la proposta emersa in occasione della riunione del Consiglio di Quartiere del borgo antico di Roseto, a cui hanno partecipato anche esponenti dell’amministrazione locale per fare il punto della situazione dopo il via libera alla rimozione arrivato dal comando generale dell’Arma dei Carabinieri. Nel corso dell’assemblea i residenti hanno sollecitato gli amministratori a trovare la soluzione più idonea. I lavori per portare via quella struttura di metallo avrebbero un
costo di circa 28mila euro, soldi che l’Ente non ha in cassa. E così si è pensato di procedere con un bando, coinvolgendo ditte anche della zona che, a quanto pare, sarebbero disposte a partecipare per aggiudicarsi la struttura che verrebbe smontata pezzo pezzo e rimontata altrove. Nel corso della riunione si è anche parlato del campanile di Montepagano. Le campane sono silenti da diverso tempo per impedire che i rintocchi possano far vibrare lo stesso campanile con il rischio di un cedimento strutturale. Il Comune ha assicurato che entro l’estate inizieranno le opere di messa in sicurezza di tutta la struttura.
CI PIACE
Traliccio e campanile di Montepagano, ecco le novità
Un tratto di lungomare di appena un chilometro con una cinquantina di palme e delle aiuole di oleandri. Da tempo non vengono eseguiti lavori di manutenzione. Le palme andrebbero potate (secondo gli operatori turistici di Cologna Spiaggia non accade da almeno tre anni), le aiuole di oleandri sistemate, il muretto del lungomare in alcuni punti avrebbe anche bisogno di interventi urgenti dopo che alcune piastrelle, forse a causa dell’usura del tempo o per l’azione dei vandali, si sono staccate. E a proposito di palme, gli operatori locali chiedono anche un intervento di disinfestazione o di prevenzione contro il famelico punteruolo rosso. Un albero è stato già attaccato, in prossimità del
camping Nino, sul finire dello scorso autunno. E c’è il rischio che possa registrarsi un’epidemia. Ecco perché si chiedono interventi urgenti di manutenzione. Inoltre se le condizioni meteo dovessero persistere, per il prossimo fine settimana e soprattutto in occasione delle festività di Pasqua in tanti inizieranno ad affollare il sabato e la domenica il lungomare colognese. Del problema è stato interessato l’assessore alla manutenzione Fabrizio Fornaciari che dovrà ora dare una risposta in tal senso. Per evitare che il tratto di lungomare di Cologna Spiaggia dia l’idea di essere lasciato al suo più totale abbandono.
NON CI PIACE
Da Cologna un invito al Comune: potare le palme del lungomare
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Matteo Renzi
e i politici sono credibili?
Certamente no... ma l’Italia merita fiducia
di William Di Marco
Da anni si è di fronte a un continuo “face lifting” dei nostri politici, ma la sostanza è sempre la stessa e certamente non sono due rughe in meno che cambiano una persona
QUALE CREDIBILITÀ... - Dobbiamo credere a questa politica e ai loro artefici? La domanda è estremamente complessa, ma ha allo stesso tempo una risposta nitida e semplice, vale a dire: NO. Non è possibile prestar fede a persone che hanno deciso di stare dalla parte sbagliata, che sanno di doversi confrontare con un sistema che fa acqua da tutte le parti e che se è ancora in piedi è grazie al contributo di chi vi è dentro. E come se i pesci dovessero, in un ipotetico referendum, scegliere tra l’acqua e l’aria: non avremmo dubbi su che cosa indirizzerebbero la loro preferenza. E tutti quelli che vorrebbero “aria nuova” (nel senso metaforico e reale), non avrebbero mai voce in capitolo. Abbiamo sempre scritto che chi va a Roma (nel senso politico), da quel momento assume un atteggiamento di un conservatorismo retrivo di tipo reazionario, poiché da dentro le cose non potranno essere minimamente modificate. Da anni si è di fronte a un continuo face lifting dei nostri politici: la sostanza è sempre la stessa e certamente non sono due rughe in meno che cambiano una persona. In tal caso, e non ci stancheremo mai di ripeterlo, il mondo politico si divide in due: chi vuole che le cose restino eternamente così e chi vorrebbe realizzare - da fuori il centro del potere romano - la grande trasformazione dell’Italia, eleggendo da subito un’Assemblea Costituente che possa riscrivere da capo la Costituzione e le regole democratiche, redatte da tantissimi giovani, desiderosi di mutare realmente le cose attraverso la conoscenza di ciò che avviene all’estero, specialmente
oggi che molti di loro stanno toccando con mano cosa significa l’efficienza di uno Stato straniero. MA GLI ASPETTI POSITIVI CI SONO - Tuttavia a questa politica, in questo preciso momento storico, va anche dato un minimo di credito, perché il disfattismo fine a se stesso serve solo a distruggere, senza vedere mai in positivo il futuro. Renzi è come gli altri politici, tant’è che per arrivare a dov’è adesso in poco tempo ci ha raccontato che il mondo funzionava in un altro modo, per poi virare di 180° e dire esattamente il contrario. Allora perché dargli fiducia? Il problema non è se credergli o meno, ma vedere se ha qualcosa di diverso rispetto agli altri. In sostanza è come se si dividesse il mondo in modo manicheo tra buoni e cattivi. Una volta visto che i cattivi sono la stragrande maggioranza, cercare tra questi il meno peggio. Renzi dalla sua ha che: è giovane (fattore non secondario in un mondo spesso imbalsamato dal vecchiume formalistico), ha voglia di fare, vive un dinamismo che spesso lo aiuta a oltrepassare i laccioli burocratici, ha delle idee prevalentemente liberali (determinanti in questo preciso momento storico) ed è riuscito, cosa forse più importante di tutte le altre, a superare il macigno che ha affossato l’Italia negli ultimi 70 anni, cioè la contrapposizione ideologica fascismocomunismo. E poi alcuni segnali positivi li cogliamo: a) l’ottimismo del premier è contagioso, almeno per chi gli sta attorno; b) la ripresina di quest’anno potrebbe trasformarsi in breve in qualcosa di più consistente; c) il rientro (speriamo!) nel circolo produttivo di risorse finanzia-
rie, grazie all’abbattimento dei contributi e agli aumenti salariali, è cosa buona; d) l’utilizzo di alcuni investimenti importanti, come quelli dell’edilizia pubblica ristrutturata (sarà?), potrebbero rimettere in moto il comparto edile, limitando oltretutto il consumo del territorio; e) l’Expo Universale 2015 di Milano - dedicato alla nutrizione, campo in cui l’Italia è leader indiscussa - dovrebbe avere il compito di fungere da volano, grazie ai venti milioni di visitatori, molti dei quali verranno per la prima volta nel nostro Paese, tant’è che c’è circa il 25% di prenotazioni di stand (questi sono grandi complessi espositivi) in più rispetto al passato e alla stessa manifestazione cinese del 2010 a Shanghai. Tanti di questi indicatori ci spingono a essere ottimisti, nonostante la zavorra e il “pinocchismo” (le bugie e le incoerenze) dei nostri politici e dei loro partiti. LE FRASI “COERENTI “ DI RENZI “Mi ricandido a sindaco per i prossimi 5 anni” (23-12-2013); “Il rimpasto di governo non è all’ordine del giorno, l’idea che uno vinca il congresso e chieda posti di governo è quanto di più vecchio e stantio si possa immaginare” (14-12014); “Enrico stai sereno. Nessuno ti vuol fregare il posto”, lanciato proprio da Renzi per rassicurare Letta (17-12014); “Non voglio andare al governo senza passare dal voto popolare. Sono tantissimi i nostri che dicono: ma perché dobbiamo andare? Ma chi ce lo fa fare?” (9-2-2014); “Un rimpastino? A me continua a non interessare. Ma se insistono, allora sarebbe come fissare la data delle elezioni” (11-2-2014). Poi sappiamo come è andata a finire.
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Genovino Ferri Le tante storie ascoltate dai suoi pazienti lo hanno sempre affascinato, perché la mente umana è così straordinariamente ricca che non si finisce mai di imparare. Ma anche quante persone salvate dal baratro di William Di Marco
La sua è stata una ricerca continua nel trovare le risposte esistenziali dell’uomo. E tutto ebbe inizio dai banchi di scuola, quando l’obiettivo era diventare chirurgo, ma poi lo studio della mente lo coinvolse in un viaggio così pieno e intenso, che perdura tuttora. Senza dimenticare che tutto può accadere nella vita, anche incontrare chi sapeva dove fosse stato imprigionato Aldo Moro...
L
Genovino Ferri
’immagine è questa: attraversare la strada principale del paese su un filo steso da un lato all’altro delle case che vi si affacciano. E poi chiedersi: è una descrizione di un sogno o di un avventato e complicato gioco funambolico? È qualcosa che, sprigionandosi, trova spazio solo nel mondo onirico, lasciando una traccia, invisibile ad occhio nudo, ma percepibile da chi sa cogliere i segni forti della vita? Il cammino di Genovino Ferri, per tutti Gino da quando aprì gli occhi, iniziò da piccolo con l’asta del giocoliere, che sa di servirsene per trovare il modo per non cadere dal filo. Certamente è una questione di equilibri e di meditazioni, ma queste vanno cercate nell’ambiente circostante per farne l’ubi consistam della propria esistenza e incamminarsi nel complicato sentiero degli anni che si hanno davanti. Bisognava attingere energie di moderazione e sapere usare il bilancino per evitare gli eccessi. Così la figura paterna torna spesso in superficie, con papà Nicola che fu sindaco all’inizio degli anni ‘60, grazie al suo essere l’ago della bilancia di una situazione abbastanza curiosa e storica per quel periodo. Si creò una coalizione di centro-sinistra, formata da socialisti, comunisti e repubblicani, a cui apparteneva per l’appunto il primo cittadino Ferri, che sperimentò una via nuova con una qualche visibilità a livello regionale, in quanto era una prova per estromettere la Democrazia Cristiana dal potere locale. Anche in quel caso occorreva equilibrio e papà Nicola ci mise del suo. Come quando comprò un pezzo di terra di fronte alla sua attività di ferramenta, locale in cui era in affitto, per poi costruire il futuro della sua famiglia con una palazzina che fungerà da “nido” pascoliano per i congiunti. Insomma, era inevitabile che Gino attingesse da tanti piccoli e significativi input la cosa più importante per cui negli anni ha dedicato i suoi numerosi e proficui studi sulla mente umana. Potremmo dire “alla ricerca dell’equilibrio perduto” che è difficile individuare tenendo lo sguardo sempre puntato in alto, trasognando realtà che non esistono, senza pertanto immedesi-
marsi nella vita quotidiana. Invece il nostro protagonista, ad un certo punto della sua esperienza professionale, riporta quella visione diacronica a una dimensione “umana” e sincronica, si ricorda degli equilibri dell’infanzia e si mette a relazionare con la concretezza dei gesti e delle persone, perché come sottolinea spesso “l’intelligenza del corpo, delle parole che diciamo, del linguaggio attraverso i vocaboli che usiamo, delle zone del fisico che attiviamo in uno specifico momento, ecco sono tutti aspetti di una straordinaria importanza che ci parlano e che vanno solo colti”. Genovino ci è riuscito, mettendosi costantemente alla prova con se stesso e approdando a traguardi e studi sempre più importanti e complessi, tant’è che, per ciò che ha fatto e continua a fare, è molto più conosciuto al di fuori dei confini regionali e nazionali rispetto a quello che si sa di lui nella nostra zona. Ecco perché lasciare il microfono aperto è un dovere per informare i suoi concittadini, ma anche un piacere per ascoltare un eloquio fatto di viaggi nell’inconscio che non possono far altro che affascinare l’ascoltatore. Nato a... Roseto degli Abruzzi il 1° settembre 1950, lì (cerca di indicare dalla finestra del suo studio, nda), di fronte a dove abito ora. In pratica, per chi è di Roseto, la rivendita di ferramenta e vernici che aveva mio padre e che poi ha continuato a gestire mio fratello Francesco, all’inizio era di fronte a dove è oggi, cioè accanto alla Farmacia Chicco, nei locali dove adesso c’è un forno. Davanti c’era l’attività e dietro avevamo la casa in cui vivevamo. Eravamo in affitto e appena ci fu l’occasione i miei genitori acquistarono un appezzamento di terra, sempre su via Nazionale in quel quartiere che allora era conosciuto come Villa Ardente. Fu così che nel 1963 venne eretta una palazzina, in cui sotto mio padre trasferì il negozio e sopra furono costruiti tre appartamenti dove oggi ci abito io, mio fratello Francesco, il primogenito nato nel 1940, e mia sorella Maria Teresa, di cinque anni più giovane. Mio padre
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Il papà di Genovino, Nicola, davanti la sua ferramenta di via Nazionale
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Roseto, 1956. Da sin. Maria Teresa, Genovino e Francesco Ferri con la madre Igina Di Carlo davanti alla ferramenta di famiglia in via Nazionale
Nicola e mia madre Igina Di Carlo, anche lei di Roseto, sono state figure di riferimento molto importanti nella mia vita. Quando ero ragazzino, vivemmo un’esperienza particolare in famiglia, in quanto papà divenne sindaco di Roseto e in verità nessuno se lo aspettava. Apparteneva a un piccolo raggruppamento, il Partito Repubblicano, e siccome nacque una coalizione anomala, con socialisti e comunisti, scelsero Nicola Ferri in qualità di primo cittadino, grazie al suo ruolo di ago della bilancia. Evidentemente lo stress fu molto, per lui che aveva anche un’attività in proprio, tant’è che poco dopo ebbe un primo ictus che mi ricordo bene, perché avevo tra i 16 e 17 anni. Rimase disabile e negli anni subì altre complicazioni. Il bambino Genovino, ormai Gino per tutti, cresceva in una zona in espansione. Intanto molti mi chiedono il perché del mio nome. Così si chiamava mio zio morto alcuni anni prima che nascessi e mio padre volle rinnovarlo. Accanto però volle metterci anche Valentino, perché la tragedia di Superga, in cui scomparve tutta la squadra del Torino, era avvenuta poco prima la mia nascita, esattamente il 4 maggio del 1949. Lui che era granata, volle onorare il grande Mazzola. E a proposito del calcio, abitando vicino al “Campo dei preti” della parrocchia del S. Cuore, anch’io sono cresciuto in quell’ambiente. Certo, andavamo anche in collina, giocavamo tra i campi, eravamo spesso al mare, ma l’oratorio per noi era tutta un’altra cosa. Ci dilettavamo nel calcio, nella pallacanestro, con le biglie e seguivamo padre Narciso e padre Franco. Oggi posso dire che quel luogo è stato un punto di comunità in cui emergeva un senso profondo di appartenenza e di aggregazione, dove il tempo trascorreva facendo relazione. Per noi ragazzini era solo il campo dei giochi, ma dietro c’era ben altro. E poi lì ho conosciuto i miei amici di sempre, quelli con cui ancora oggi mi vedo. Ho contatti un po’ in tutto il mondo, ma quei compagni di allora sono inamovibili. Insomma, eravamo una piccola banda con Fabrizio Di Febo, Domenico Di Crescenzo, Marcello e Gianni D’Amario, Tonino Crisanti, Alberto Savini e tanti altri. Il bello è che quell’attaccamento e quel “timbro” è rimasto intatto negli anni. La scuola per lei è stata centrale. È vero, ad iniziare dalle Elementari. Intanto i primi due anni ero sempre all’oratorio, esattamente nella scuola del Centro Guerrieri. Poi dalla III in poi ci trasferimmo alla sede di Via Piemonte, che avevano ultimato proprio in quegli anni. Alle Medie frequentai la Romani e i compagni di classe erano, tra gli altri, Enzo Lallone, Umberto Sperandii, Domenico Barbetta e Enrico Taraschi. Dopo
Roseto, Scuola Elementare di via Piemonte. Gino nella foto di rito della III classe
venne il tempo del Liceo Scientifico a Pescara e lì, dopo i primi anni, entrai in crisi. Iniziai a farmi mille domande sul perché della vita e non mi accontentavo di vedere in superficie, volevo andare in profondità. Entrai in analisi, grazie anche ai consigli del medico di famiglia, il dott. Giuseppe Mazzoni, vero punto di riferimento. Mi fece conoscere un suo amico, il prof. Di Giulio, uno psichiatra che veniva ai bagni a Roseto. Ma non avevo ancora le idee chiare su quello che avrei fatto. Appena dopo la licenza liceale ero a un bivio: Giurisprudenza o Medicina. Scelsi la seconda facoltà a Chieti, perché mi convinsi che il mio futuro sarebbe stato fare il chirurgo. Mi misi sotto, ma avevo ancora tanti interrogativi da chiarire e volevo delle risposte. Non le trovavo nella religione, anche se mi chiedevo del perché della fede. E da lì che iniziai a fare del dubbio e della diffidenza uno strumento di studio, a intuire le mille sfaccettature dell’intelligenza della vita. Ricordo che questa mia inquietudine partiva da lontano. All’età di otto anni, eravamo a tavola, chiesi a mio padre il significato della vita, così in modo diretto. Lui mi guardò e mi disse: “Mangia”. Fu lapidario, ma io volevo andare oltre. Anche per questo, quando frequentavo la facoltà, entrai in analisi. La famiglia la sosteneva in questo percorso universitario? Devo ringraziare tantissimo i miei, anche se per sei anni ho ricevuto un assegno di studio che mi ha aiutato tantissimo. Finito Medicina, la mia strada sembrava spianata per fare il chirurgo. Invece conosco il dott. Vittorio Craia, uno psicoterapeuta, che mi dice di fare l’analista, per le qualità che vedeva in me. Rifletto un po’ sul mio futuro e capisco che questa seconda strada mi avrebbe preso e intrigato di più, così nel 1977, dopo Chieti, sono a Bari, dove mi avvicino al neuropsichiatra Federico Navarro. Nacque un innamoramento immediato: io avevo trovato un padre sotto il profilo professionale e lui vedeva in me un delfino. Così iniziai a frequentare Napoli e l’ambiente legato all’Analisi Reichiana (in pillole, un percorso di consapevolezza che agisce sull’unità psicocorporea che vede il corpo, e non solo la mente, oggetto di studio e analisi, nda). Intanto andavo avanti con la specializzazione e riuscii a entrare al Centro di Igiene Mentale di Teramo, vincendo il concorso nel 1979, che mi diede la possibilità di stare nelle istituzioni. Nel 1991 vinsi il concorso di aiuto responsabile in Psichiatria all’ospedale di Atri, fino a quando nel 2007 divenni direttore del reparto. Ma nel 2011, per divergenze gestionali, andai via. E si aprì una nuova strada... Sì, poiché nel 2012 ho aperto uno studio dal nome “Analysis”, sito proprio nel centro di Atri. Ho chiesto ad amici, allievi, giovani
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Roseto, dicembre 2013, festa di laurea di Chiara Ferri. Da sin. Andrea Pavone, marito di Francesca Ferri con in braccio Beatrice e in basso l’altro figlio Nicolò, Patrizia Maggetti, Chiara Ferri e il fidanzato Adrian Calderon, infine Genovino Ferri
San Paolo di Brasile, 2006. Genovino Ferri partecipa come relatore a un convegno internazionale di Psicoterapia Corporea
psicoterapeuti di offrire delle prestazioni a prezzi sostenibili, considerando il ridimensionamento dell’ospedale della città e della crisi economica in atto. In altre parole, molti mettono le ore a disposizione, io la mia competenza gratuita, gli allievi prendono solo un gettone di presenza, così che alla fine una decina di persone sono riuscite a ottenere un risultato eccellente: in un anno duemila prestazioni, numeri veramente unici. E la sua vita privata? Il 3 aprile del 1979 mi sono sposata con Patrizia Maggetti e abbiamo avuto due figlie: Francesca, nata in quell’anno, e Chiara nel 1987. Entrambi hanno voluto seguire gli studi di Medicina e oggi la prima è psicoterapeuta, mi ha dato la gioia di due nipoti ed è anche lei coinvolta nel discorso di “Analysis”. Chiara è al Gemelli di Roma e sta continuando la sua professione in ospedale. Lei non ha smesso mai di studiare. Nella sua scheda si legge: “Psichiatra, Analista Reichiano, Training di Formazione in Analisi Reichiana con Federico Navarro, Direttore della Scuola Italiana di Analisi Reichiana (SIAR), Membro della New York Academy of Science, Membro del Comitato Scientifico Internazionale di Psicoterapia Corporea, Trainer Internazionale di Analisi Reichiana” ed altro. È stata un po’ la mia forza, anche perché amo questa professione che reputo meravigliosa. Fare relazione è una specie di principio attivo della nostra vita e mi indigno quando vedo le cose che non funzionano. Spesso in ospedale osservavo scene in cui al Pronto Soccorso arrivavano giovani scompensati, bisognosi di aiuto psicologico, mentre erano lasciati lì senza nessun ausilio. In tutti questi anni ho visto molte persone disperate e ho cercato di aiutarle. Non so di preciso, ma credo di aver salvato molte vite umane, ormai perse e con un’unica prospettiva: quella di morire. Anche qui c’è da andare in profondità. Il suicidio è un grande istinto e appello alla vita. Chi tenta di farla finita, in definitiva vuole stare meglio, perché non ha più risposte. Il punto è trovare una delle mille soluzioni, e per farlo occorre entrare in contatto con il paziente in quel preciso istante. Attualmente per lei cosa bolle in pentola. Ci sono molte iniziative. Intanto faccio da supervisore a dei gruppi di analisti e questa attività mi porta in giro per il mondo, da Berlino a San Paolo in Brasile, da Atene a Roma. Poi c’è la Scuola di Specializzazione Reichiana del Miur a Roma. I miei contatti sono più a livello internazionale, dove, per le mie specializzazioni, sono più conosciuto che in Italia. Un esempio? L’ultimo mio libro è uscito prima in Brasile e poi nel nostro Paese.
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Los Angeles, Usa, 2006. Il dott. Ferri a spasso per le vie della città americana, dopo aver partecipato a un seminario internazionale in qualità di relatore
Con tanti pazienti ci sarà un aneddoto da raccontare... Ero a Bari e da alcune settimane avevano rapito Aldo Moro. Ad un certo punto entra in ospedale un paziente con dei problemi. Racconta, in quei giorni concitati, di sapere il nascondiglio del presidente della Democrazia Cristiana. Per calmarlo, mi informai e chiesi il suo nome. “Mi chiamo Gino Ferri” mi disse e io, per metterlo a suo agio: “Proprio come me”. Scoppiò il putiferio, si credeva che lo stessi prendendo in giro e dovettero intervenire i carabinieri. E in tutto questo girovagare, Roseto che ruolo ha. È la città dove vivo ed è importante per me. Non ha prezzo una passeggiata sul lungomare, anche se devo dire che, essendo una realtà molto giovane, Roseto paga il prezzo di una mancanza di stratificazione storica, come invece può averla un paese come Atri. Da questa parte dell’Adriatico, cioè l’asse Ancona-PescaraBari, la cultura stenta ad affermarsi. È una differenza che noto con l’asse, per esempio, Firenze-Roma-Napoli. Dobbiamo crescere, ma c’è tempo per farlo. Un’ultima domanda, la più difficile: che cos’è per lei la felicità? Più di felicità, parlerei di “piacere” e “ben-essere”. Il primo mette in evidenza un aspetto relazionale, il rapportarsi con l’altro, mentre la felicità è qualcosa che è centrata su se stessi. Il “benessere” crea un’esperienza verso il bene, in cui tutto parte dalla persona, dall’essere. Oggi c’è molta paura, perché la comunicazione ha preso il posto proprio della relazione, facendo emergere una depressione mascherata. La chiacchierata finisce, lo sguardo si rimette in sintonia con l’ambiente circostante, il sorriso del “piacere” si affaccia sul volto dell’analista: “Domani mi attende una giornata sugli sci”. Il mondo è grande e aspetta l’accademico per i suoi convegni. Ma Roseto e il suo territorio è forse il suo luogo del “ben-essere”.
Roseto, via Nazionale di fronte all’ex ristornate “Il Delfino”, 20 ottobre 1990. Da sin in piedi: Marcello D’Amario, Fabrizio Di Febo, Domenico Di Crescenzo, Alberto Savini, Genovino Ferri, Giuliano Mariani. In basso da sin. Gianni D’Amario e Tonino Di Sante
Pubblicati: 1 Eleonora Filippone Thaulero; 2 Pasquale Zeppilli; 3 Sandro De Simone; 4 Domenico Di Battista.
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CUORE DI MAMMA di MARIO GIUNCO
Il mito di Medea, barbara, maga, assassina. E anche recidiva
“
Vile, scellerato! Non so trovare nel mio linguaggio altra parola che pareggi la tua vita! E tu sei qui, davanti a me, tu, che mortalmente io odio. No, non è coraggio questo, dopo il male che mi hai fatto, venirmi di fronte e guardarmi, è imprudenza, la peggiore peste che vi sia nell’uomo. Eppure hai fatto bene a venire, Giasone. Sarà un sollievo, un respiro di leggerezza per l’anima mia oltraggiarti e sarà una tortura per te ascoltarmi. Io ti salvai e per te tradii il la mia casa, più innamorata che saggia, ti liberai da ogni altro timore. E ora tu, scellerato e vile, mi abbandoni e ti congiungi in nuove nozze, tu che anche figli avevi avuto da me. Se almeno tu fossi rimasto ancora senza figli, sarebbe stato più perdonabile. Dov’è andata la fede nei giuramenti? Credi che nuove leggi siano state istituite fra gli uomini? Io non so se credi questo, ma certo sai bene di essere verso di me traditore e spergiuro. Quante volte prendesti questa mia mano, quante volte mi pregasti per le mie ginocchia! E fui toccata ogni volta da un miserabile, e fui ingannata in ogni speranza, e tutto fu vano! Dove vado io ora? Alla casa di mio padre, che io ho tradito, come ho tradito la mia patria per venire con te? Ma che ammirevole e fedele sposo il mio, il giorno che me ne andrò, sventurata, da questa terra, cacciata in esilio, deserta di amici, sola con i figli soli! E quale titolo di gloria per lo sposo novello che i suoi figli vadano mendichi per il mondo: i suoi figli e io, io che ti salvai!” (trad. M. Valgimigli). Di tutte le eroine tragiche, di tutte le donne tradite e abbandonate, che si vendicano in maniera terribile, Medea è uno dei primi e ragguardevoli esempi. E’ il personaggio più complesso e ricco di articolazioni che Euripide, il grande tragediografo del V secolo, potesse creare. Il dramma, in scena per la prima volta nel 431 avanti Cristo, nel corso dei secoli ha subito innumerevoli rifacimenti e variazioni, tra cui quella cinematografica di Pasolini, con la cantante Maria Callas splendida protagonista. Per i greci il teatro era l’equivalente di un giornale, era argomento di dibattito, mito, rito, storia insieme. Medea era la straniera, la barbara – perché “balbettava”, non pronunciava bene il greco, proveniva da una terra misteriosa, la Colchide, situata sulla costa del Mar Nero – e praticava la magia. Aveva abbandonato il padre e seguito a Corinto Giasone, da cui aveva avuto due figli. Ma era stata ripudiata, il
marito aveva deciso di sposare la figlia del re, per succedergli al trono. Da qui la vendetta, la decisione di uccidere i figli, dopo essersi assicurata nuove nozze e un sicuro asilo in Atene. Ma è una decisione piena di contrasti interiori, di dubbi, di ripensamenti, che Euripide, educato alla scuola dei sofisti, rende così: “Cari figli, invano per voi soffersi affanni e pene. Quante speranze, infelice, in voi avevo riposte! Priva di voi, ho davanti a me una vita assai penosa e dolorosa. Perché, figli, mi guardate così! E’ l’ultimo vostro sorriso per me. Perché devo io, per punire il loro padre, fare male ai miei figli e procurare a me stessa un male due volte più grande? No, non posso. Via questo pensiero. Ma poi? Vorrò io diventare oggetto di risa e di scherno, lasciando impuniti i miei nemici? Debbo avere coraggio. E vergogna di questa viltà. La mia mano non tremerà. Non fare questo! Lasciali, sventurata, lasciali andare, risparmia i tue figli. Anche lontani da me, purché vivi, mi daranno conforto. Ma no, per gli dei della vendetta, non sarà mai che abbandoni i miei figli all’oltraggio dei nemici. Tutto è deciso, perché tutto è ormai inevitabile”. Medea uccide la nuova sposa di Giasone – che nel film di Pasolini si suicida, presa dal senso di colpa per aver sottratto il marito ad una donna già in difficoltà, una straniera – e i figli, allontanandosi da Corinto. Oggi, a distanza di duemilacinquecento anni, di fronte a fatti di cronaca che lasciano sgomenti, Massimo Recalcati – patinato psicoanalista, di cui il recentissimo “Non è più come prima. Elogio del perdono nella vita amorosa” (ed. Cortina), con copertina nera e rosa secca sullo sfondo e banalità, quante banalità, che però fanno vendere – parla di “complesso di Medea”. A differenza di Euripide, che teneva lontani gli dei dalla sua tragedia, che polemizzava contro l’intellettualismo ottimistico di Socrate, per cui sarebbe bastata la conoscenza del bene e del male per cercare il bene ed evitare il male (“Sapete qual è la differenza tra il bene e il male? Una sola: che il male lascia traccia e il bene no” sentenzia lo scrittore Donato Carrisi a “Il sesto senso”, Rai3) e che faceva pendere la bilancia della colpa dalla parte di Giasone, reo di aver ingannato la donna per un “letto migliore”. Per il mito (e la cronaca), Medea non termina i suoi giorni ad Atene. Anche da questa città è costretta a fuggire, per aver tentato di uccidere un figlio del nuovo marito. Buon sangue non mentiva.
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Conclusa la XV edizione de
La Cultura in cammino
in cui il focus è stato “La televisione e le nuove tecnologie” In un salone delle conferenze del Centro Piamarta molto affollato, si è parlato di come ancora oggi la televisione sia centrale nella diffusione delle notizie. Presenti molti studenti, tra cui la classe III A della Scuola Media “D’Annunzio” di Roseto, protagonista di un bel progetto di Tg
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i è conclusa la XV edizione del ciclo invernale de “La Cultura in cammino”, che ha trattato il tema “L’attualità del giornalismo”. L’ultimo incontro, tenutosi venerdì 28 febbraio presso il “Centro Piamarta” di Roseto degli Abruzzi, ha analizzato gli aspetti de “La televisione e le nuove tecnologie”. Ospiti della serata sono stati due giornalisti: Umberto Braccili della Rai e Lino Nazionale di Teleponte, con una speciale partecipazione degli alunni della classe III A della Scuola Media “D’Annunzio” di Roseto. In apertura si è parlato della funzione storico-letteraria della televisione, sottolineando quanto i mass-media in generale siano stati fondamentali nello sviluppo della questione della lingua. Le tappe più importanti del percorso di unificazione linguistica partono dai tre grandi poeti del Trecento, vale a dire Dante, Petrarca e Boccaccio, per approdare a Pietro Bembo, che prediligerà la lingua colta fiorentina, e continuare poi con Alessandro Manzoni de I Promessi Sposi. Dopo di ciò, un forte contributo allo sviluppo dell’italiano come lo conosciamo noi oggi è arrivato proprio dalla
televisione. Il primo ad intervenire è stato Umberto Braccili che, oltre a riferire del progresso tecnologico avutosi in campo giornalistico, ha raccontato la propria esperienza lavorativa prima in radio, poi nel quotidiano Il Centro ed infine in Rai, dove tuttora esercita la sua professione. Ha inoltre rivelato la vera identità del giornalista, paragonandolo ad un artigiano che è costretto ad acquisire giorno per giorno la fiducia dei cittadini. Lino Nazionale, collaboratore della televisione regionale Teleponte e del quotidiano La Città, ha invece sottolineato, grazie alle sue competenze specifiche, il progresso dell’immediatezza delle notizie attraverso le nuove App. Gli esperti hanno raccontato di come i recenti Social Network siano fonte di notizie, malgrado alcune informazioni distorte. Infatti è compito del giornalista verificare l’affidabilità di queste ultime. Durante l’incontro si è parlato anche dell’evoluzione del montaggio nell’ambito televisivo: nonostante l’avvento del digitale, vengono attualmente impiegate in buona parte della produzione televisiva le procedure analogiche, in quanto richiedono un tempo di lavora-
di Noemi Romanelli
Ilenia Secone Seconetti
zione breve. Le nuove tecnologie stanno facilitando i collegamenti in tempo reale, tuttavia la qualità video e audio alle volte lascia a desiderare per via di molti filmati amatoriali che spesso vengono utilizzati, presi a prestito da canali specifici come “YouReporter.it”. Al termine della serata Umberto Braccili, in collaborazione con gli studenti della III A e della docente Roberta Concordia, ha presentato un telegiornale locale redatto dagli studenti. E a proposito delle nuove tecnologie, che poi era il tema della serata, cosa poteva accadere? Che il video ha fatto le bizze e non è stato il caso di farlo partire. Ma per quel poco che si è riusciti a vedere, il lavoro è risultato di ottima fattura. Complimenti, quindi, anche ai giovani cronisti.
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Federica e Sabatino a passo di danza nell’élite di
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ontinuano le soddisfazioni professionali per Federica Angelozzi e Sabatino D’Eustacchio, i due ballerini rosetani che da anni lavorano con dedizione nel mondo della danza, condividendo insieme sacrifici e passione. Di recente infatti sono approdati, in veste di insegnanti degli aspiranti ballerini, nel programma “Amici”, condotto da Maria De Filippi. In particolare Sabatino è ballerino professionista e assistente coreografo di Garrison, mentre Federica è assistente coreografa di Kledi Kadiu. Sempre insieme sono attualmente docenti per la “Kledi dance” di Roma e del “World dance movement”.
Inoltre hanno tenuto corsi di danza alla “Broadway dance Center” di New York, all’Harmonique di Parigi e al “Tanzen” di Praga e sono Direttori artistici della “B dance project” di Roseto degli Abruzzi. “Quest’anno i ballerini della “B dance project” hanno conquistato ottimi risultati”, dicono i due ballerini, “al concorso di danza nazionale Romadancecontest, svoltosi a Roma lo scorso 9 febbraio. Nello specifico i protagonisti sono stati B Babay Crew 3* classificati hiphop enfant, Two B crew 3* classificati hiphop junior, Bd Project 3* classificato contemporaneo senior, Antonio Colleluori vincitore del 3* posto contemporaneo solisti senior. Non possiamo che essere
di Biancamaria di domenico
soddisfatti”. Inoltre i corsi di avviamento professionale BD Project e B One Crew sono stati ospiti della serata “Kledi dance” al teatro Orione Roma lo scorso 7 febbraio. La famiglia della “B dance project” non si ferma e sta già lavorando allo spettacolo di fine anno, previsto per il 5 luglio. Tante le sorprese in programma e… il meglio deve ancora arrivare! Infine, Sabatino e Federica precisano che “senza il loro fantastico staff, composto da Pamela Marini, Diletta Centola, Marianna Ciferni, Massimo Felicioni, Jacopo Paone e Andrea Martella; senza dimenticare il prezioso supporto dei genitori degli allievi della scuola Bdp, tutto questo non sarebbe possibile”.
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ti Maggit di Luca
foto: Mimmo Cusano
BATTERE LA CAPOLISTA PER CONQUISTARE I PLAYOFF Roseto-Agrigento, domenica 23 marzo 2014 ore 18, al PalaMaggetti.
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Tony Trullo
opo il derby perso in trasferta a Chieti, il Roseto guarda avanti e punta decisamente a conquistare un posto nei playoff promozione. La stagione regolare del campionato è stata ammazzata – a sorpresa – dall’Agrigento di coach Ciani. La squadra siciliana non era partita con i favori del pronostico (tutti per Omegna) ma ha giocato in modo irresistibile, avendo dalla propria anche la fortuna (che, si sa, aiuta gli audaci) per vincere quasi sempre anche le gare punto a punto. Merito della società che ha resistito dopo un brutto inizio di torneo, lasciando a coach e giocatori il tempo di diventare una squadra fortissima. Una parabola che ricorda un po’ quella del Roseto Basket 1997/1998, partito con 4 sconfitte consecutive e poi arrivato a vincere il Campionato e la Coppa Italia di Lega. E sarà proprio l’Agrigento a rendere visita al Ro-
Nika Metreveli
seto, domenica 23 marzo 2014 alle ore 18, al PalaMaggetti. La capolista ha 40 punti in classifica e – dopo il ritiro di Lucca – vanta una striscia strepitosa di 18 vittorie consecutive. La seconda classificata, Omegna, ha 30 punti: questo significa che i siciliani possono stappare lo champagne della matematica promozione (che comunque non dovrebbe essere in dubbio) proprio al PalaMaggetti. Al Roseto il compito di rimandare i festeggiamenti siculi per alimentare la classifica degli Sharks e proiettare Legion e compagni in una zona dei playoff che sia più alta dell’attuale ottavo posto (il penultimo disponibile) a quota 24 punti. Agrigento è squadra tosta e compatta, capolista nonostante abbia ingaggiato un solo straniero (Vaughn), ben allenata e composta da giovani brillanti (Mian) e veterani abituati a categorie superiori (l’asse play-pivot composto da Piazza e Mocavero, in passato visti ri-
Il basket e la cultura dei campanili senza frontiere
Nicolas Stanic
spettivamente a Teramo e Campli). Il Roseto, che ha rinunciato a tesserare Demitrius Conger per le lungaggini che il ricorso all’Alta Corte del CONI avrebbe comportato, molto probabilmente giocherà le ultime 5 gare di stagione regolare confermando Kevin Sowell. Adesso sta a coach Tony Trullo lavorare al consolidamento di una squadra che ha una rotazione di ben 10 giocatori, badando a far sì che l’abbondanza non diventi un problema. Il Roseto ha la fortuna di avere in squadra il miglior straniero del campionato, Legion, e i primi due tiratori da 2 punti del torneo (escluso Conger): Legion e Bisconti. Nika Metreveli, a patto di giocare in modo grintoso, può essere l’addizione immarcabile in Silver e Totò Genovese l’arma tattica che apre le difese: al coach il compito di armonizzare il tutto, magari riportando pure Sowell a un livello accettabile e consono allo status di “americano”.
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foto: Mimmo Cusano
ti Maggit di Luca
MANDIAMO ALEX LEGION ALL’ALL STAR GAME! Dipende dal voto dei tifosi rosetani. Ecco come fare.
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lex Legion, fuoriclasse statunitense per la DNA Silver e miglior giocatore del Roseto Sharks 2013/2014, è stato inserito dagli organizzatori nella lista degli stranieri votabili per partecipare all’All Star Game che si svolgerà a Mantova, giovedì 17 aprile 2014. La gara vedrà di fronte la selezione dei migliori italiani di DNA Gold e Silver e quella dei migliori stranieri. Gli italiani saranno guidati da Buscaglia, coach del Trento, squadra di Gold, mentre gli stranieri saranno allenati da Morea, coach del Mantova, squadra di Silver. I componenti del quintetto base italiano e straniero saranno decisi dai tifosi di basket, che potranno supportare i propri beniamini su un sito internet fino a lunedì 24 marzo 2014. Quindi è possibile votare, selezionando i due quintetti, il rosetano Alex Legion, che si meriterebbe questa convocazione visto lo strepitoso campionato finora giocato. Infatti, analizzando le statistiche della DNA Silver, Alex Legion è oggi il miglior realizzatore in assoluto del campionato con 550 punti e il 2° per media punti realizzata (22, contro i
22,9 di Mike James di Omegna). Legion è poi il 3° miglior rimbalzista della Silver, con 9,9 rimbalzi di media, dietro Amoroso del Nord Barese (11) e Rossi del Treviglio (10,9). Particolare non trascurabile: Legion è un esterno, un “2” che gioca “3” e che piglia più rimbalzi di tutti i “5” del campionato, esclusi i due che gli sono davanti! Ma non basta. Il Legionario è anche il 2° miglior tiratore da 2 punti del campionato, con il 62,6%, ed è addirittura 2° nella classifica dei rimbalzi difensivi con 203, a soli 7 rimbalzi dal primo, Amoroso. Legion è poi anche il primo per numero di canestri da 2 punti segnati (164, contro i 147 del 2°, James) e il 4° per canestri da 3 punti. Dulcis in fundo, il numero 8 degli Sharks è 2° per valutazione complessiva, dietro James. Insomma: numeri alla mano, Alex merita questa convocazione, che può avvenire se tanti tifosi voteranno per lui andando al link: http:// lnpstat.azurewebsites.net/AllStarGame2014.aspx . Si può votare una volta ogni 24 ore, fino a lunedì 24 marzo 2014. Forza, allora: Rosetane e Rosetani, votate Alex Legion per l’All Star Game 2014!
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L’ASD Pedale Colognese
si affaccia nel mondo del ciclismo amatoriale Una nuova società ciclistica è stata costituita a Cologna Spiaggia grazie all’iniziativa di uno sponsor-ciclista
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el panorama ciclistico amatoriale locale, c’è una nuova realtà che si sta facendo strada. L’ASD Pedale Colognese nel 2014 ha fatto il suo debutto nel settore, ma si è già fatta apprezzare per la vivacità degli atleti che compongono la formazione, trascinata proprio dallo sponsor ciclista, Peppino Barlafante. Il patron delle aziende metalmeccaniche Glm e Mta, spinto dalla passione per lo sport del pedale, ha dato vita nella sua Cologna Spiaggia ad una società di appassionati con la quale condividere i momenti degli allenamenti, delle gare e dei dopo gara. L’ASD Pedale Colognese si presenta a questa stagione agonistica con un team carico ed entusiasta di mettersi alla prova. Il suo parco
atleti è composto da una ventina di atleti, che si divideranno tra strada e mountain bike. Quasi tutti i ciclisti sono di Cologna Spiaggia. Tra questi i fratelli Bartolacci, con il più grande, Pietro (classe ‘79), presidente della società, ottimo passista che sa difendersi egregiamente sia in salita che in volata; il più piccolo, Loris (classe ‘85), velocista che nelle condi-
di Piergiorgio stacchiotti
zioni ideali difficilmente manca l’obiettivo. Senza dimenticare l’ex dilettante classe ‘83 Danilo Di Curzio, che è stato un plurivincitore nella Categoria Juniores. Questa è l’intera rosa 2014 dell’ASD Pedale Colognese: Bartolacci Pietro, Bartolacci Loris, Malatesta Piero, Di Vittorio Gianluca, Di Curzio Danilo, Malatesta Simone, Pomante Stefano, Di Giosia Roberto, Goglia Roberto, Maiorani Gianluca, Maiorani Domenico, Maiorani Andrea, Di Angeloantonio Marco, Del Sordo Flaviano, Barlafante Peppino, Barlafante Tonino, Barlafante Domenico, Di Sabatino Mauro e Di Silvestro Marco. Per rimanere sempre aggiornati sui risultati dei neroverdi colognesi, basta collegarsi sul pagina Facebook “ASD Pedale Colognese”.
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RACCONTO DEL PASSATO
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L’ex Prefetto in pensione di Tiesse
Alle volte delle confidenze lasciano veramente allibiti e più uno crede di farsi grande con quello che dice, più meriterebbe... la Siberia
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coraggiato, avvilito per questa umanità irriconoscente, un ex Prefetto in pensione, oggi in villeggiatura a Roseto, siede vicino a me, sotto l’ombrellone al mare. Si ritiene abbandonato dagli amici, alle ultime elezioni non ha avuto i voti sufficienti che si aspettava per la Camera dei deputati. “Se solo mi avessero votato - dice sconsolato - tutti quelli beneficiati da me, di voti ne sarebbero avanzati! Non c’è più religione, non c’è più riconoscenza per il bene ricevuto!”. E così continua: “Quando ero Prefetto, tutti mi ossequiavano e mi temevano. Quanto bene ho fatto! Gente che è stata ricoverata in clinica a spese della Provincia, anche se poveri non erano! Gente nei guai, ma grossi, che si rivolgeva a me per essere salvata, amici alle prese col fisco, con la giustizia... Quanti ne ho sistemati, sia pure immeritatamente! Al barone Rossi (nome di fantasia), quello della “Import-Esport” con villa e yacht, gli facevo pagare
meno tasse di un rivenditore ambulante, mi avrà votato? Al tempo dell’ammasso dei generi alimentari avevo a cena, a casa mia, degli amici compreso il Comandante della Finanza e da lui venni a sapere che l’indomani avrebbero fatto un improvviso “bliz” nelle cantine del comm. Pastelli, amico mio, dove lui aveva diverse cisterne di olio finissimo, che in verità non mi faceva mancare mai. Preoccupato per l’amico, mi diedi subito da fare, lo rintracciai al Circolo e lo informai del pericolo che correva: confisca e galera. Il poverino corse subito alla fattoria, radunò tutti i contadini e per tutta la notte spostò, nascose, sotterrò tutto, poi con apposite pompe fece travasare l’olio dalle cisterne incanalandolo nel vicino ruscello verso il fiume. Un lavoraccio per tutta la notte, ma l’indomani all’arrivo della pattuglia, fu salvo!”. Poi rivolgendosi a me: “Lei crede che mi abbia votato?”. Ormai l’ex Prefetto è in vena confidenziale e continua: “Io proprio non capisco la gente! Ultimamente
facevo parte della “Commissione risarcimento danni” a seguito dell’alluvione di due anni fa, fui io stesso a suggerire alla locale industria “Vetroresina” che costruisce barche da diporto, a fare domanda per danni subiti da allagamento. Forse avrà dovuto ripulire e ramazzare il capannone da un po’ di fango, ma fui io stesso a guidargli la pratica e riuscii a fargli ottenere 180 milioni di lire per risarcimento. Non avrebbe mai guadagnato tanti soldi col solo lavoro! Lei crede che alle urne si sia ricordato di me? Probabilmente - gli rispondo - avrà votato per un candidato che gli prometteva di più! “Proprio non si capisce questa gente!!”. Io lo guardavo con commiserazione, ero anch’io affranto, deluso da chi è preposto a direttive e responsabilità. Se un uomo pubblico posto alle alte cariche dello Stato si comporta così! Io personalmente, non l’avrei deluso: avrei votato per lui, ma non per il Parlamento italiano, bensì per il trasferimento immediato in Siberia a cavar patate!
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L’8 marzo all’Istituto Moretti
di Roseto è stata un’occasione per riflettere sull’attuale condizione della donna Nell’aula magna della scuola si sono svolte diverse attività e la giornata è stata dedicata a Malala Yousafzai, una giovane ragazza pakistana candidata al Premio Nobel per la pace, dato il suo impegno nella battaglia per l’affermazione dei diritti civili e all’istruzione delle donne pakistane di Francesca Amelii
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a giornata mondiale della donna ricorre ogni anno per ricordare a tutti le conquiste sociali, economiche e politiche ottenute nel corso degli anni dalle donne e per non dimenticare le discriminazioni e le violenze di cui sono state oggetto e, purtroppo lo sono tuttora. In onore di questo gli alunni dell’Istituto “V. Moretti”, con l’aiuto di alcuni docenti, hanno organizzato una manifestazione presso l’aula magna della scuola, in cui sono state presentate molteplici attività. Questa giornata è stata dedicata a Malala Yousafzai, una giovane ragazza pakistana candidata al Premio Nobel per la pace, dato il suo impegno nella battaglia per l’affermazione dei diritti civili e all’istruzione delle donne pakistane. Per tale ragione nell’ottobre 2012 è stata gravemente ferita da uomini armati saliti sul pullman scolastico, con cui lei si recava a casa da scuola. Nel 2013 scrive un libro intitolato “IO SONO MALALA”, di cui alcune ragazze hanno letto i passi più salienti. Altri ragazzi hanno spiegato il significato della giornata dell’8 marzo; si è approfondito il concetto di femminismo, termine con cui viene indicato un movimento politico, culturale e sociale che ha rivendicato e rivendica ancor’oggi pari diritti e dignità
tra donne e uomini e sono state narrate le varie vicende che hanno portato al suffragio universale nei vari Paesi del mondo. Degli alunni hanno interpretato la storia di alcune suffragette americane che nel Novecento lottarono per i diritti delle donne, intraprendendo uno sciopero della fame all’interno del carcere dove furono recluse. Sono state interpretate diverse poesie sui vari ruoli che la donna ricopre ed è stato proiettato un cortometraggio, dai tratti forti, che trattava il tema della violenza. Questo video ha dato modo ai ragazzi di riflettere sui vari aspetti affrontati durante la giornata. Le diverse attività sono state intervallate da alcuni momenti spensierati, con l’ascolto di tre brani di Edith Piaf, Mina e Serge Lama, interpretati dalla studentessa Denise Montefiore e accompagnati dal giovane chitarrista Antonio Di Gabriele. Durante la mattinata sono state distribuite delle mani in cartoncino, realizzate dai ragazzi con su scritto “TOUCHE PAS” ovvero non toccare; a fine rappresentazione queste mani simboliche sono state piantate dagli alunni nei giardini dell’istituto. Questa giornata è stata senz’altro molto interessante, perché ha permesso ai ragazzi di conoscere o approfondire delle tematiche che a volte vengono ignorate.
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All’Istituto Moretti di Roseto si è parlato
d’amore e di tematiche sessuali “L’approccio dei giovani alle tematiche sessuali” era il titolo dell’incontro, che ha visto come relatore il dott. Giuseppe Collevecchio, ginecologo ed esperto in Sessuologia clinica. Si è parlato anche di come i giovani percepiscono l’amore
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ercoledì 26 febbraio 2014, presso l’istituto V. Moretti di Roseto, il dott. Giuseppe Collevecchio - medico chirurgo, specialista in Ostetricia e Ginecologia, nonché in Sessuologia Clinica - ha tenuto una conferenza a tre classi terze della scuola. Inizialmente il relatore ha introdotto il concetto di fisicità, sottolineando l’importanza (soprattutto nei soggetti in tenera età) di prender coscienza con il proprio corpo, per non sentirsi solo come un insieme di stimoli e bisogni. Per esplicare meglio l’importanza dell’amore nella vita, il dott. Collevecchio ha nominato lo psicologo austriaco Renè Spitz, che è stato il primo a descrivere i comportamenti di quei bambini che vengono separati dalla persona che si prende cura di loro, senza trovare un valido sostituto. Tali comportamenti sono: lamentele, rifiuto del contatto fisico, tendenza a contrarre malattie. In un secondo momento l’esperto ha introdotto i temi della sessualità e dell’amore, facendo notare come la mitologia
greca abbia influenzato i nostri rapporti emotivi. “L’unica cosa che può dare un innamorato alla sua amata è la propria mancanza”. Questa è una delle frasi scritte da Jacques Lacan a cui il dott. Collevecchio ha dato rilevante importanza per far meglio comprendere quanto sia essenziale la curiosità all’interno di un rapporto. Questo senso di volersi rapportare all’altro è dovuto anche dalla nostra composizione ormonale, che è specifica per il maschio e per la femmina, ma non in un modo così netto, al punto che in ogni persona ci sono aspetti che ci fanno riconoscere nel soggetto di sesso opposto. Successivamente sono stati enunciati alcuni degli elementi fondamentali su cui un rapporto si dovrebbe sviluppare. Essi sono: umiltà, pazienza, tolleranza, capacità di attendere, di soffrire, di dialogare e di chiedere aiuto, e soprattutto di eliminare radicalmente i “fantasmi del non detto” cioè tutte quelle cose nascoste per paura della reazione dell’altro.
di Celine Speca
Alla domanda relativa alla relazione diretta tra sesso e amore, il dottor Collevecchio ha risposto che i due sono strettamente legati. Il sesso senza amore è solo un esercizio fisico che prima o poi diventerà monotono e banale. L’amore senza sesso è un esercizio mentale asettico; come in ogni cosa, bisogna trovare il giusto equilibrio tra i due elementi. Infine il dibattito ha visto partecipi gli studenti, sempre molto attenti. La domanda più gettonata è stata quella riguardante l’amicizia e l’amore: esse possono coincidere? In merito il dottore ha dato una risposta, specificando che ogni individuo deve seguire la propria strada, senza prefissarsi un percorso, lasciando correre gli eventi. Il relatore, in ultimo, ha concluso l’incontro affermando che la conoscenza aiuta molto a trovare la felicità e che lui percepisce gli innamorati come due elementi che non vivono a tempo con il resto del mondo, ma in una dimensione tutta loro, senza seguire alcuna regola morale.
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JACOPO DEZI
ROSETO IN NAZIONALE
di Luca Maggitti
Il giovane calciatore rosetano, controllato dal Napoli e attualmente in forza al Crotone, è stato convocato per uno stage di 3 giorni con l’Italia da Mister Cesare Prandelli
Jacopo Dezi intervistato da Luca Maggitti
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ntrare nella storia della propria città a soli 22 anni, per meriti. È quello che è successo al rosetano Jacopo Dezi, calciatore convocato dal Commissario Tecnico Cesare Prandelli per uno stage con la maglia dell’Italia, che si è svolto a Roma dal 10 al 12 marzo 2014. Una chiamata storica, seguita a quella con l’Italia Under 21 che era già stata salutata come una grandissima soddisfazione dal giovane calciatore di proprietà del Napoli e militante in Serie B con il Crotone, dove la squadra partenopea lo ha mandato a farsi le ossa dopo l’esperienza della scorsa stagione in Prima Divisione a Barletta. Prima ancora c’era il Giulianova, società nella quale Jacopo è cresciuto, firmando il suo primo contratto da calciatore professionista all’età di 17 anni.
Ebbe occhio lungo l’allora direttore sportivo dei giallorossi, Pino Greco, che insieme al mister del Giulianova diede fiducia a questo ragazzo dal fisico gracile ma dai piedi buoni, in grado di ben figurare come centrocampista già in quella Prima Divisione, nel corso delle 19 presenze che portarono il Napoli a interessarsi a lui. La scorsa stagione a Barletta c’è stata la salvezza della squadra ai playout e Dezi non ha tradito le attese, giocando 29 gare e segnando 7 gol. Nell’attuale campionato, salito di una categoria e schierato in campo da mister Massimo Drago, Jacopo sta giocando molto bene. Finora, 25 presenze e 3 gol oltre a 2 gare in Coppa Italia. Il rendimento lo ha portato a vestire d’azzurro lo scorso 5 marzo, convocato da mister Gigi Di Biagio per la trasferta contro
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Jacopo Dezi con il popolare Foto Tony l’Irlanda del Nord. Il piccolo ma volitivo rosetano è partito dalla panchina, entrando in corsa e servendo, all’88° minuto, l’assist che ha consentito a Trotta di siglare il 2-0 che ha chiuso l’incontro. Neppure il tempo di gioire per quanto fatto in Azzurro con gli Under che, appena tornato in Italia e sbarcato all’aeroporto di Milano, un messaggio del suo procuratore Diego Nappi gli ha annunciato la convocazione di Mister Prandelli, che lo ha voluto a Roma per uno stage riservato ai giovani più interessanti militanti in Serie A (22 convocati) e Serie B (9). Il giovanotto coi capelli da rockstar non ci ha creduto subito, temendo fosse uno scherzo anche quando gli ha fatto i complimenti il vice presidente del Crotone, Gualtieri, e capendo che era tutto vero soltanto quando è arrivato il documento ufficiale. Una convocazione che è un sogno che diventa realtà e che Jacopo ha dedicato alla sua famiglia (papà Nico-
la, mamma Manuela e il fratello maggiore Alex) e al suo procuratore. Dopo lo stage, tornato a Crotone, Jacopo ha ripreso a lavorare sodo per continuare a dare il consueto apporto alla sua squadra. Il rosetano non vive di sogni per cui, dopo i giorni capitolini in Nazionale, il suo obiettivo è tornato ad essere la salvezza della compagine calabrese, che peraltro viaggia a gonfie vele e potrebbe anche aspirare a traguardi più alti. Jacopo Dezi, che ha come giocatore simbolo Alex Del Piero e come giocatore da imitare nel proprio ruolo Marek Hamsik, punta a giocare in Serie A ed a continuare il suo impegno quotidiano, affinché le convocazioni con la Nazionale maggiore possano ripetersi. Intanto, quando ha un paio di giorni liberi, torna nella sua Roseto degli Abruzzi per godersi il mare, gli amici di sempre e quella quotidianità semplice, fatta magari di una colazione e di una passeggiata.
INFORMATIV A PER I CITTADINI
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Legge Regionale del 10 agosto 2012 n. 41 (BURA), che disciplina la materia funeraria e di polizia mortuaria cambia in modo radicale gli assetti dei compiti e delle funzioni in merito al trattamento del caro estinto. Ad esempio ora, per il periodo di osservazione, il trasporto del defunto – dall’ospedale a casa - è consentito prima delle 24 ore, previa documentazione. A riguardo, l’azienda Antonio Ruggieri S.r.l. garantisce il servizio di trasporto a costi contenuti, determinati in base all’impegno e, soprattutto, mette a disposizione presso i locali della sua azienda una sala di commiato a titolo gratuito. Inoltre, per ceneri e cremazioni ci sono tariffe ben definite, non elevate, se non inferiori a quelle di un funerale normale. La nuova Legge Regionale permette di conservare le ceneri privatamente o, se lo si desidera, è possibile disperderle in luoghi adatti. La nuova regolamentazione definisce, quindi, in modo chiaro le procedure in ambito mortuario. Pertanto è opportuno rivolgersi sempre a strutture specializzate che offrono servizi adeguati per tutte le esigenze, diffidando da chi non conosce le procedure e alimenta i costi ingiustificatamente.
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Buona partecipazione per la prima cena sociale del
Comitato di Quartiere
Borsacchio
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ei giorni scorsi, si è svolta presso il ristorante del Lido d’Abruzzo, la prima cena sociale del Comitato di Quartiere Borsacchio. Nutrita la partecipazione dei soci che, oltre a divertirsi e cenare insieme, hanno approvato il bilancio e programmato i nuovi obiettivi per il 2014. Alla cena hanno inoltre partecipato l’Istituto di vigilanza “Metropolis Security” che ha illustrato il progetto “Controllo del vicinato – sicurezza a costo zero” e l’Associazione onlus “Prossimità alle istituzioni” che si occupa di educazione alla legalità attraverso lo sport. Il Comitato intanto è già al lavoro per gli eventi del 2014,
dopo il successo della “Befana del Borsacchio”, il 27 aprile il quartiere si riempirà di profumi e colori che solo la natura ci regala, con la manifestazione “Borsacchio in fiore”, un’esposizione di fiori, piante, animali e prodotti della terra. Inoltre in collaborazione con l’Ass. Prossimità alle istituzioni e la Società sportiva Atletica Vomano, si svolgeranno durante la manifestazione i “Giochi di Primavera”, che coinvolgeranno in attività ludiche-sportive tutti i bambini e ragazzi presenti. L’appuntamento quindi è per domenica 27 aprile, al “Borsacchio in Fiore” per vivere una giornata tra i colori della natura.
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I 25 anni di carriera di
Daniela Musini
L’ambasciatrice dannunziana in Italia e all’Estero, festeggia un suo personale anniversario: le sue nozze d’argento con il Vate. In questa intervista la poliedrica artista racconta la sua carriera di successi in giro per il mondo, all’insegna di Gabriele d’Annunzio e di Eleonora Duse
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l 12 marzo si chiudono le celebrazioni del 150° anniversario della nascita di Gabriele d’Annunzio. E proprio in questo anno speciale per il Poeta, Daniela Musini, acclamata “ambasciatrice dannunziana” in Italia e all’Estero, festeggia un suo personale anniversario: le sue “nozze d’argento” con il Vate. In questa intervista la poliedrica artista racconta i 25 anni della sua carriera di successi in giro per il mondo, all’insegna di Gabriele d’Annunzio e di Eleonora Duse. Daniela Musini e Gabriele d’Annunzio: quando è nato l’amore? L’ amore per d’Annunzio è scoppiato quando, a 14 anni, mio zio Dario, che è stato un po’ il mio mentore culturale, mi ha dato da leggere “Il Piacere”, capolavoro dannunziano, che lessi di nascosto perché negli anni Settanta era ancora considerato, ora mi viene da sorridere, un “libro proibito”. Fu una folgorazione e da allora il Vate, sia come protagonista assoluto della Cultura del suo tempo che come personaggio dalla lussureggiante esistenza, divenne il fulcro attorno a cui hanno sempre gravitato gran parte dei miei interessi artistici e culturali. Magari non tutti ricordano che sei stata campionessa televisiva al quiz nazionale Telemike. Raccontaci di questa esperienza. Nel 1988 la mia passione per l’Imaginifico mi rese famosa in tutta Italia perché divenni Campionessa per 4 settimane del celebre quiz condotto da Mike Bongiorno, presentando come materia proprio Gabriele d’Annunzio. Quell ‘anno si celebravano i 50 anni della morte del Poeta e io contribuii ad accendere i riflettori su di lui facendo conoscere, attraverso le mie risposte, la sua Vita e i suoi capolavori; vinsi ben 228 milioni e conseguii una fama incredibile. Cuba, Stati Uniti, Giappone, Russia, difficile elencare tutti i paesi nei quali hai portato la poesia del Vate. Se dovessi condensare in immagini, aneddoti, episodi, cosa potresti raccontare? Prima di rispondere a questa domanda dobbiamo fare un passo indietro. Dopo l’esaltante esperienza televisiva, intensificai ed approfondii i miei studi dannunziani che mi portarono al conseguimento di 2 lauree (in Lingue e Letterature Straniere prima e in Lettere poi) le cui due tesi erano su tematiche dannunziane. Ma anche la mia carriera di attrice, così come quella di scrittrice e autrice teatrale è nata e si è sviluppata all’insegna del Vate e mi ha riservato successi insperati e ben 10 premi nazionali ed internazionali alla carriera, appunto. Il
L’attrice scrittrice e pianista rosetana Daniela Musini
tutto ebbe inizio Nel 1996 quando debuttai a Pescara contemporaneamente come autrice teatrale e come attrice protagonista, grazie al regista William Zola che mi commissionò la prima delle mie 9 opere teatrali dedicate all’ L’Imaginifico e mi volle anche come prima attrice. E da allora una stupenda escalation che mi ha visto interpretare l’opera dannunziana e la figura di Eleonora Duse, sua straordinaria Musa, in tutto il mondo, esibendomi anche in veste di pianista. Ricordi vivissimi ed emozioni indimenticabili sono eternati da centinaia di articoli che la stampa mi ha riservato e altrettanto foto con cui ho riempito ben 7 album! Non saprei dire quale sia stata la performance che più mi abbia emozionato: Berlino, Istanbul, Ankara, Kyoto, Lione, Colonia, San Pietroburgo, Varsavia, L’Avana, Minsk, Philadelphia e Pittsburgh mi hanno riservato tutte un’accoglienza straordinaria e standing ovation finale. Però se proprio dovessi scegliere un evento memorabile, citerei Pittsburgh, la città dove morì la Duse e dove il 1° giugno 2012 misi in scena il mio testo teatrale “Gabriele ed Eleonora. Una passione scarlatta” in cui interpretavo la Duse. Ebbene il City Council di quella città con cerimonia ufficiale proclamò la data della mia performance “Eleonora Duse’s day”. Ricono-
49 scimento prestigioso, esperienza indimenticabile!!! Una donna dalle grandi passioni, tra queste c’è sicuramente la scrittura e la figura di d’Annunzio e della Duse sono presenti, ma ci sono anche altri grandi personaggi. Sì anche il mio operato di scrittrice è stato influenzato dal mio amore per d’Annunzio e la Duse, amore ampiamente ripagato visto che con il mio saggio “I 100 piaceri di d’Annunzio. Passioni, fulgori e voluttà” ho vinto 8 premi letterari e con “Mia Divina Eleonora” altri 5. Ma poi la mia attività è proseguita con una succulenta biografia di Lucrezia Borgia e con un’ altra su Messalina di prossima pubblicazione. Daniela Musini, attrici, scrittrice, pianista, autrice teatrale, ma c’è anche l’insegnamento. Adoro il mestiere del docente! Insegnare, trasmettere Cultura, stimolare curiosità ed interessi, essere guida e modello per giovanissimi (i miei alunni hanno dagli 11 ai 14 anni) è bellissimo, coinvolgente, impegnativo. Insegno Musica e questa versatile disciplina mi consente di spaziare e di attraversare trasversalmente mondi fantastici come il Teatro, la Poesia, l’Arte, insomma tutto il mio universo artistico. Con i miei alunni adotto lo stesso ‘modus operandi’ che ho utilizzato con le mie figlie: tanto amore, entusiasmo, comprensione, ma regole precise e inderogabili. Nella scuola invoco maggiore disciplina e più impegno e i miei studenti lo sanno benissimo e mi ammirano e mi stimano proprio per questo. Cerco di trasmettere loro i valori in cui credo fermamente e che sono i cardini su cui ruota il mio percorso professionale ed esistenziale: onestà
intellettuale ed etica, impegno, serietà, rigore, entusiasmo, tenacia. Mi guardano come modello e ne sono orgogliosa: tutta la mia carriera e i prestigiosi traguardi raggiunti sono solo frutto di studio, capacità personali e volitività. Niente raccomandazioni, amicizie o pseudotali, privilegi e percorsi facilitati e lo posso dire a gran voce! Quanto conta per Daniela Musini la carriera? La carriera nella mia vita ha un ruolo importante ma non fondamentale. Prima vengono gli affetti, poi il resto. Ho un compagno splendido, Nino, due figlie meravigliose, un fratello ed una sorella con i quali coltivo un rapporto speciale e due nipotini che sono la luce dei miei occhi. Nessun successo, nessun riconoscimento, nessun applauso valgono più di loro. Anzi, sto riducendo la mia attività per dedicare loro più tempo e più energia... Quali sono i progetti futuri? Per coerenza con quanto appena detto, in questo 2014 diraderò i miei spettacoli soprattutto all’Estero perché allestire recital/concerto in giro per il mondo è gratificante ma anche molto stressante; posso anticipare con gioia che per il 2015 si stanno profilando 3 tappe internazionali strepitose. Nel frattempo sto preparando un nuovo spettacolo, dal titolo emblematico di “Hymne à l’Amour” incentrato sull ‘Amore declinato in tutte le sue sfumature, dalla passione alla tenerezza, dallo struggimento alla sensualità, attraverso le più intense poesie di Autori immortali e brani eseguiti al pianoforte che puntano dritto al cuore.
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Fotografare è porre sulla stessa linea di mira la mente, gli occhi ed il cuore. È un modo di vivere. Henry Cartier-Bresson
fotografia Autore: Angelo Stama, 52 anni, Roseto Titolo DELL’OPERA: ROSETO VISTA TRA I FIORI Luogo: Roseto degli Abruzzi Apparecchiatura: Smartphone Nokia N8 Parametri di SCATTO:
Lunghezza focale: 5,9 mm Esposizione: 1/750 sec – f/2,8– iso 105 Misurazione: Automatica
di ELIO D’ASCENZO
L’AUTORE RACCONTA... Fotografia scattata lungo gli antichi percorsi. In tutte le cose della natura esiste qualcosa di meraviglioso.
Se volete pubblicare una vostra foto particolare inviatela a fotografia@eliodascenzo.it La silhouette è una delle immagini più particolari ed interessanti, per la propria capacità di descrivere un soggetto, annullando quasi del tutto il numero di dettagli utili per la sua identificazione. La tecnica è abbastanza semplice, in quanto basta misurare l’esposizione sul punto più luminoso dello sfondo e porre il soggetto davanti ad esso, ovviamente in zona d’ombra. Comunque al di la dei tanti bla bla…di regola non è necessaria tanta attenzione, poiché già lavorando in automatico, l’esposimetro verrà “ingannato” dalla forte luminosità dello sfondo, a tal punto che i dettagli presenti nelle parti in ombra risulteranno molto scuri. Più difficile invece è effettuare una ripresa in cui lo sfondo molto luminoso non vada a discapito della buona lettura delle zone in ombra. Ma qui poi diventa un’altra storia… Dai uno scatto al giorno provare, creare...
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Politica a Pineto: facciamo il punto
Una panoramica sulle opposizioni politiche al PD, in gara per ottenere la poltrona di primo cittadino. Abbiamo così ascoltato il candidato sindaco della lista civica “Pineto PartecipAttiva”, Marta Illuminati, e quello di “Futuro In Pineto”, Gianni Assogna
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l 19 gennaio 2014, le primarie del PD a Pineto favorirono, come candidato, Robert Verrocchio. Al suo nome, le fazioni politiche della città hanno risposto con la candidatura di Marta Illuminati per la lista civica “Pineto PartecipAttiva”, tendenzialmente di centro sinistra, e con quella di Gianni Assogna per la lista “Futuro In Pineto” di centro destra. Per capire meglio quali sono i loro progetti finalizzati a riportare la città di Pineto ai fasti, li abbiamo incontrati di persona e abbiamo raccolto le loro dichiarazioni. Marta Illuminati, candidato sindaco per “Pineto PartecipAttiva”. “Il nostro programma parte dal punto del bilancio della democrazia partecipativa. Come metodo di governo abbiamo sposato uno che affronta tutte le tematiche, dalle sociali, passando per la sicurezza idrogeologica, fino a quelle sportive. Coinvolgeremo in questo i cittadini di Pineto. Il nostro è un programma aperto in divenire, tanto che abbiamo ideato l’iniziativa ‘A Pineto vorrei’, un programma che raccoglie le idee dei cittadini di cui c’è già una bozza che continua ad integrarsi. Noi
agiremo andando due volte l’anno nei quartieri: nella prima ondata di riunioni si recepiranno le istanze dei cittadini che indicheranno le loro priorità. Nel mentre, l’amministrazione comunale si prenderà alcuni mesi di tempo per vedere come reperire i fondi al fine di concretizzare le opere, considerando finanziamenti e progetti. Alla fine di queste tornate, il quartiere voterà l’opera. Que-
di MARTINA FRANCHI
sto è un metodo che abbiamo ripreso da Grottammare che governa in questo modo, vittoriosamente, da vent’anni. Oltre a ciò, stiamo portando avanti idee sul turismo e sul dissesto idrogeologico e su questo ci siamo avvalsi di un geologo. Bisognerà intervenire ripristinando i canali e le aperture ed applicando il piano di pulizia rurale. Troppo cemento e niente contropartita, un costo, per intenderci. Il paradosso è che, tra i nuovi insediamenti, abbiamo solo sei appartamenti di edilizia popolare e in un momento di crisi come questo non è da sottovalutare. Quante rotonde e quanti campi da calcetto a Pineto? (Sorride Marta). Le nostre proposte per Pineto riguardano innanzitutto l’urbanistica, in particolare la riqualificazione e la ristrutturazione: riteniamo che il 50% di case in più non hanno portato a nessuna economia. Per ciò che concerne il turismo abbiamo proposto l’albergo diffuso e la filiera corta per Mutignano (progetto che da consigliera nell’amministrazione comunale, volevo portare avanti, ma, nonostante avessi trovato anche i finanziamenti dal ministero, non me l’hanno promosso). Altro punto cardine è la rivalutazione del rapporto
53 con il Parco Marino, visto come un’opportunità lavorativa, che non sia interesse personale di qualcuno ma che si preoccupi del nostro mare: per un mare pulito bisogna eventualmente controllare anche le fognature. Noi non siamo ambientalisti a senso unico: sia l’urbanistica che l’ambientalismo sono un aiuto al turismo e sono tematiche che vanno trattate in concomitanza. Altro tasto dolente a Pineto sono le strutture sportive ferme dagli anni ‘70 desuete e abbandonate, che non aiutano il turismo. Noi come movimento ci siamo tolti la casacca di partito e l’abbiamo messa al servizio di una lista civica dove ‘uno vale uno’ e l’abbiamo fatto per allargare la piattaforma. Siamo un gruppo molto armonico che ha attratto molti giovani. Chiunque può venire a consultarsi nel nostro gruppo e accettiamo qualsiasi apertura, in base però alla nostra carta di intenti, i programmi prima di tutto”. Gianni Assogna, candidato sindaco per “Futuro In Pineto”. “Inizio col fare una breve premessa sulla mia legittimazione all’interno del panorama politico pinetese: il mio nome è uscito dopo una serie di consultazioni che ha visto concordi su questa posizione, sia forze politiche presenti sul territorio sia forze della società civile. Non vogliamo precluderci nessuna via, quindi, se la mia persona dovesse essere sostituita da personaggi di rilievo assoluto, io non avrei nessuna difficoltà a rimettere in discussione tutte quelle che sono le alleanze, fermo restando che siamo quasi fuori tempo massimo. Il nostro progetto politico nasce laddove cade l’amministrazione di Monticelli ed è pronto ad essere ampliato ed integrato, quindi siamo aperti a tutto. La prima cosa che ci siamo preposti di fare
è rivedere in maniera chirurgica il bilancio comunale, un bilancio non malato, come ci hanno fatto credere, ma florido, tant’è che ha consentito agli ex amministratori comunali delle spese oggi risultate folli: si è speso troppo e male. Sono gli indicatori inconfutabili che si trovano nel rendiconto dell’esercizio finanziario (che io custodisco come una reliquia) - atto ufficiale approvato dal consiglio comunale – a dimostrare che nel quinquennio 2008-2012 la pressione tributaria è raddoppiata. Il comune di Pineto nel 2012, rispetto al 2008, ha avuto un flusso finanziario di 2,7 milioni di euro in più: dove sono andati a finire questi soldi? Cosa ne ha avuto il paese? Non siamo stati ben amministrati: i denari ci sono e sono stati spesi malissimo. Nessuno si è accorto che i servizi dal sociale alla manutenzione sono decaduti? Questa è malagestio. Nel concreto, noi andremo a recuperare le risorse e le indirizzeremo alla manutenzione e
alla messa in sicurezza del territorio, ridaremo le risorse al sociale intervenendo in modo mirato sulle scuole. Si potrebbe altresì tagliare sulla gestione del contenzioso legale, evitando l’assistenza legale, giovandosi di un avvocato tra gli amministratori. Il nostro intento è anche avvalere l’amministrazione comunale di una delega alle politiche giovanili: il Comune risparmierebbe soldi se si avvalesse di tutti i giovani - laureati e professionisti - e delle associazioni di Pineto che hanno tanta voglia di fare. Questo poi andrebbe a favorire anche la loro occupazione lavorativa, rendendoli attivi e coinvolgendoli in progetti che possono essere promossi accedendo ai finanziamenti europei. Altro pallino del nostro programma è quello della disabilità, vogliamo cercare di stabilire una convenzione con un privato per cercare di elevare la qualità della vita di queste persone. Noi lavoreremo per ottenere questo, se i pinetesi ci daranno la fiducia. Ma se entro 24 mesi non avremo un segno tangibile di cambiamento, tornerò a casa a lavorare. Dal 1992 ad oggi l’amministrazione pinetese è stata di sinistra e se continuano su questa strada sarà la naturale prosecuzione di un disastro! Il nome della nostra lista è emblematico del nostro programma: vogliamo cambiare il futuro invertendo la marcia e la tendenza. Vorrei chiudere con una simpatica precisazione: a Pineto tutti mi ritengono atriano e quindi pensano che potrei sentirmi ‘svantaggiato’. Io rispondo col dire che sono pinetese da ben quattro generazioni, sono nato a Pineto e il cognome che porto parla per me. Sono pinetese più del mio principale avversario!”. Il prossimo numero vi attende con l’approfondimento di altri gruppi politici.
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Auguri per il Battesimo del piccolo
TOMMASO
IN BOCCA AL LUPO... TI ASPETTIAMO ALL’ARRIVO...
Eccoci tutti insieme a salutare Stefano ...che, finalmente, dopo aver dedicato tanti anni al lavoro, se ne va a godere la sua seconda giovinezza! Nel ringraziarti per la tua amicizia ti diciamo “Ad Maiora”!
LORY, ALE E ALY
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