Promosso da Associazione culturale SpazioAmbiente
Provincia di Macerata Assessorato all’Ambiente
Con
il
patrocinio di Ministero dell’Ambiente Ministero dell’Istruzione Uff. Scolastico Regione Marche Regione Marche
Provincia di Ascoli Piceno Medaglia d’oro al Valor Militare per attività Partigiane
Comune di Fermo
Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale delle Marche Legambiente Marche
Con
il
contributo di
Con la collaborazione Unieda Università del Tempo Libero Porto Sant’Elpidio
The International Association of Lions Club Distretto Leo 108/A
Si ringrazia Distretto 108/A Italy We Serve
Il vento, insieme all’acqua alla terra e al fuoco, è uno degli elementi primordiali rinvenibile in molte religioni e antiche credenze, un agente o un Dio i cui favori gli uomini dovevano ingraziarsi se volevano riuscire nelle imprese che si apprestavano ad intraprendere, soprattutto i naviganti per non finire come Ulisse che a pochi passi dalla meta venne travolto dalla tempesta dei venti che egli stesso trasportava in un otre. Dalla leggenda alla realtà, il vento protagonista di eventi catastrofici dall’antica eruzione di Pompei alla recente nube di Cernobyl in cui anche se in maniera indiretta, la direzione del vento è stata determinante per lo svolgersi degli eventi. Oltre al volto feroce però l’antico nume ha anche un volto amico dell’uomo: dall’impollinazione delle piante, alla navigazione, ai mulini olandesi fino ad arrivare ai moderni impianti eolici. In questa fase di passaggio in cui l’energia derivante dal petrolio sta saturando l’aria con gas che alterano il clima, è da auspicare il ritorno degli antichi dei, la riscoperta del rapporto con gli agenti primordiali: il SOLE , IL VENTO, L’ACQUA, LA TERRA come chiave di salvezza dell’umanità. Guarda caso a ogni elemento corrisponde un tipo di energia in armonia con il pianeta e la vita degli uomini: ❋ al SOLE corrisponde l’energia fotovoltaica; ❋ al VENTO l’energia eolica in grado di tramutare l’energia cinetica delle pale mosse dal vento in energia elettrica; ❋ all’ACQUA l’energia derivante dall’idrogeno; ❋ alla TERRA l’energia geotermica. La scienza è in continua evoluzione, i limiti di oggi domani potranno essere superati, ad esempio per l’energia eolica molti studi sperimentali cercano di utilizzare i forti venti ad alta quota della troposfera, importante è fare da subito ciascuno la propria parte, anche con semplici gesti, basti pensare alle diverse modalità per attuare il risparmio energetico, per far questo però è necessaria innanzitutto l’informazione.
Carlo Migliorelli Assessore all’Ambiente Provincia di Macerata
Il lavoro e l’impresa (devono) hanno la responsabilità di valorizzare i territori che ospitano le loro attività attraverso il miglioramento sociale, economico e ambientale. Questa filosofia ispira le aziende della famiglia Calamante che si impegna con costanza in azioni importanti tese a promuovere l’arte, la cultura e le attività di pubblica utilità. La sensibilità nei confronti dell’ambiente fa parte integrante del concept e viene manifestata attraverso progetti e realizzazioni di ripristino che oltrepassano il concetto di recupero diventando una autentica risorsa a disposizione di tutta la comunità. Giuseppe ed Enrico Calamante
Il vento se ne va a passi tardi attraverso i tronchi a raccogliere le ultime foglie. Hermann Hesse
Ambiente e Solidarietà
Lo scopo di questa iniziativa, giunta al quarta edizione, è quello di incentivare un percorso di educazione all’Ambiente attraverso lo sviluppo fantasioso di una fiaba, un racconto o una poesia, che avesse avuto per protagonisti Noi, la Natura e l’Ambiente in cui viviamo. Quest’anno il protagonista è il Vento. L’Associazione culturale SpazioAmbiente crede fermamente nella fantasia dei bambini e nella necessità di creare sempre maggiori occasione per educare al rispetto ed alla tutela dell’Ambiente. I tanti lavori degli alunni delle scuole primarie della Marche, che negli anni ci sono pervenuti, hanno raccontato l’incapacità dell’uomo di essere “custode” dell’Ambiente. Questi giovanissimi scrittori si sono dimostrati giudici severi verso l’indifferenza dei “grandi”, i quali, con le loro azioni non sanno guardare ad un futuro più ecologico. Come nelle passate edizioni, il ricavato della vendita del libro, che raccoglie tutti i lavori partecipanti al concorso, sarà devoluto per cofinanziare un progetto di solidarietà. Il libro sarà venduto ad offerta e tutto il ricavato sarà devoluto per sostenere il progetto del Distretto 108/A dell’Associazione Lions International “Adottiamo il villaggio Wolisso” in Etiopia. Grazie a tutti i bambini e le bambine che hanno condiviso le loro storie e le loro emozioni, e ci ricordano che tutti abbiamo il diritto di vivere in un mondo migliore, con il loro lavoro regaleranno un sogno e la speranza ad altri bambini meno fortunati.
Robertino Perfetti Presidente SpazioAmbiente Ideatore del progetto “C’era una Foglia”
Ringraziamenti Un ringraziamento personale a Mariantonietta Di Felice, Sergio Sadotti, Carla Scodanibbio e Maurizio Ferracuti per la loro indispensabile collaborazione, agli illustratori ed amici che con il loro lavoro hanno permesso l’elaborazione e produzione di questo libro: Alfonsina Ciculi Simona Castellani Simonetta Palmucci Giulio Perfetti Lorenzo Sabbatini Laura Staffolani Un grazie particolare a Ezio Angelini, Carla Cifola, Alessandri Luciano, Francesco Costa, Lello Francesconi, Gianni Tedesco, Gaia Tedesco, Guido Graziani e Erminio Copparo. A tutte le insegnanti e gli alunni delle scuole primarie delle Marche che hanno aderito all’iniziativa e che ci hanno regalato le loro emozioni e le loro storie, grazie!
Finito di stampare nel mese di aprile duemilasette presso la tipografia Artelito - Camerino
La nostra associazione, il Lions Clubs International, trova condensata nel suo motto, WE SERVE, la ragione stessa del suo esistere. Il nostro scopo primario è infatti quello di essere al servizio dell’umanità che soffre, pronti ad intervenire ovunque ce ne sia bisogno e ci venga richiesto. Una delle attività di servizio che ci vede coinvolti in questi anni è la costruzione di quello che abbiamo chiamato “il Centro Lions della Solidarietà”, nell’ambito della realizzazione del progetto noto come “Adottiamo il villaggio di Wolisso”. A Wolisso, a 130 Km a sud di Addis Abeba stiamo infatti realizzando un centro di formazione professionale: qui, grazie alla guida e all’insegnamento di formatori italiani ed etiopi, molti ragazzi impareranno un mestiere e, una volta formati, giovani fabbri, falegnami, elettricisti, fornai… saranno in grado di lavorare e sostenersi, di cambiare radicalmente il corso e la qualità della loro vita. Ringraziamo di cuore gli amici di Spazio Ambiente, che hanno voluto collaborare con noi e sostenerci nella realizzazione del nostro progetto. Un grazie particolare vogliamo inoltre rivolgerlo ai piccoli, grandi artisti che, con creatività ed entusiasmo, hanno dato vita a questa iniziativa, e permesso la realizzazione di questa pubblicazione. Tutti insieme sicuramente stiamo collaborando per migliorare le condizioni di molti.
Il Governatore del Distretto Lions 108/A Italy Lions Ezio Angelini La Coordinatrice del Service “Adottiamo il villaggio di Wolisso” Lions Carla Cifola
Distretto 108/A Italy We Serve
Testi e immagini contenuti in questo libro non possono essere riprodotti senza l’autorizzazione dei singoli autori.
SpazioAmbiente
Scuola Primaria
IV Novembre Macerata
Illustrazione di Maurizio Ferracuti
Chi trova un amico trova un tesoro Su una bianca nuvola leggera e paffutella vivevano due angeli: Zeus e Artemide. La loro casa era di zucchero filato: era piccola, confortevole e ... dolce. Il vento era il loro più grande problema. Mentre dormivano il vento spostava la nuvola e al risveglio non sapevano dove si trovavano. Spesso quando uscivano di casa il vento spostava la loro nuvola e li faceva faticare due ore per ritrovarla. Quando c’era vento forte si spostavano i mobili e le immondizie si appiccicavano alla casa. Zeus e Artemide erano veramente stufi di tutto questo. Dissero al vento:- Smettila di darci fastidio, non hai mai fatto niente di buono per noi!- Il vento capì che avevano ragione. Siccome gli angeli erano dei gran chiacchieroni il vento sentì che desideravano andare in vacanza e pensò di far loro una bella sorpresa. Una notte il vento sospinse la nuvola degli angeli sopra la città si Roma. Appena si svegliarono gli angeli non credevano ai loro occhi! Era da tanto che desideravano vedere questa città, ma non ci erano mai riusciti perché il vento li portava sempre da altre parti. Il vento vide che gli angeli erano felici, ma si sentivano soli. Allora pensò di portarli in un posto pieno di nuvole. Li portò vicino alla bocca di un vulcano: era un posto molto caldo, quindi molti angeli ci andavano a scaldarsi. Tutte le loro nuvole formavano una città sospesa nell’aria. Il vento portò dei semi sulla terra del vulcano per far nascere delle piante per abbellire la città degli angeli. Gli angeli furono veramente molto contenti e decisero di fare un regalo al vento. Zeus e Artemide modellarono una nuvola a forma di ciambella e gonfiarono dei palloncini. Il vento capì subito che quello era un “ventacanestro” e iniziò a giocarci. Fece tanti canestri con i palloncini e gli angeli lo applaudirono tantissimo. Così vissero felici e contenti in amicizia.
Autore: Classe seconda A Scuola primaria IV Novembre - Macerata
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Non si vive senza vento Nella città di Animals, capitale degli Stati Uniti degli Animali, c’era vento per 365 giorni l’anno. Le case avevano la forma delle famiglie di animali che ci abitavano: case a forma di cane, a forma di volpe, a forma di ippopotamo, a forma di rana, a forma di pinguino, ecc… In cima ad ogni casa c’erano tante girandole di ogni colore. Servivano per produrre l’elettricità che faceva funzionare gli elettrodomestici. Le auto avevano una vela sopra al tettino. In questo modo il vento le faceva camminare. Con gli aquiloni si spostavano facilmente sugli skateboards e sui monopattini. Un giorno il cinghiale Soffius trovò un piccolo retino nel pacchetto delle “Patatine per cattivi” che aveva appena comprato. Nelle istruzioni del retino c’era scritto come ingrandirlo. Appena lo ingrandì il vento sparì. Siccome fin da piccolo a causa del vento aveva sempre preso dei terribili raffreddori, Soffius pensò che era una buona idea far smettere di soffiare il vento. Anzi poteva farsi pagare dai cittadini per soffiare, cosa in cui dopo anni di starnuti era bravissimo. Sarebbe diventato stramiliardario! Così andò dai cittadini e fece loro la proposta: -Posso soffiare per farvi avere l’elettricità, basta che voi mi paghiate. I cittadini accettarono perché senza vento non potevano far funzionare gli elettrodomestici e non potevano spostarsi comodamente. Soffius cominciò a soffiare per arricchirsi. Il cane Rex non si era mai fidato di Soffius e quindi lo andò a spiare. Scoprì tutto, ma non sapendo che fare decise di andare a comprare un pacchetto di “Patatine per buoni”. Aprendo il pacchetto trovò delle piccole forbici che, seguendo le istruzioni, si ingrandivano. Rex prese le forbici e fece dei grandi buchi nel retino, così il vento tornò nella città. Soffius andò in galera dopo aver restituito i soldi a tutte le famiglie. Il retino venne definitivamente disintegrato e le “Patatine per cattivi” furono bruciate.Per ringraziarlo furono fatte le “Patatine Rex”. Tutto tornò normale nella ventosa città di Animals. Autore: Classe seconda B Scuola primaria IV Novembre - Macerata
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Scuola Primaria Paritaria
Maestre Pie Venerini Ancona
Illustrazione di Alfonsina Ciculi
Il Vento e Jack C’era una volta un ragazzo che si chiamava Jack. Lui era un ragazzo serio, aveva i capelli neri, gli occhi azzurri e il naso regolare. Era un bambino povero e questo lo aveva reso molto sensibile, la sua grande ricchezza era la sua fantasia. Lui viveva in una casa povera dove della luce neanche si vedeva l’ombra; per illuminare la casa la sua famiglia usava delle candele, la sua non era l’unica casa che avesse bisogno di energia elettrica. Il ragazzo un giorno andò a fare una passeggiata e per caso finì nei quartieri ricchi dove c’erano case lussuosissime e belle. Osservando bene vide che chi abitava all’interno di esse consumava molta energia: giochi elettronici, televisori da tutte le parti, luci che si accendevano con battiti di mani o con la voce. Poiché occorreva molta energia per queste case tecnologiche non ne rimaneva per le case povere, compresa la sua. Jack si rattristò e si sedette su di una panchina, ma improvvisamente sentì una voce che lo chiamava. Lui subito si spaventò, poi con un po’ di coraggio chiese alla voce chi fosse: - Io sono il vento! - disse la voce in tono amichevole. Jack allora si rassicurò, ma era stupito! Non era strano che il vento parlasse? Ma il bambino, come fosse una cosa normale, iniziò a dialogare con lui. Il vento gli chiese perché fosse così triste, il bambino rispose che le case belle dei ricchi consumavano troppa energia e così le case povere non ne avevano. Chiese al vento se volesse aiutarlo nel far capire agli uomini che non bisogna sprecare energia elettrica cosicché fosse possibile avere energia in tutti i quartieri della città, compresi quelli poveri. Il vento rispose che potevano provarci insieme. Iniziarono allora a progettare un piano e il vento decise di farsi aiutare anche dai suoi amici: Scirocco, Libeccio, Maestrale e Bora. Mettendo delle eliche sopra i tetti di ogni casa si poteva accumulare ener-
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gia. Il movimento delle pale poteva essere trasformato in energia e così, se ogni casa produceva energia da aggiungere a quella già distribuita dalla città avrebbe permesso che anche le case più in periferia potessero essere raggiunte! I venti potevano soffiando cambiare la vita di Jack semplicemente essendo se stessi. Ma sfortunatamente c’era un antagonista: Tramontana! La Tramontana non voleva avere nessun tipo di contatto con il mondo umano; capo dei venti, era per di più cattiva e scontrosa. Decideva lei se attivare i poteri dei venti oppure no, ed era decisa a non aiutare nessuno, tantomeno Jack. I venti erano disperati, ma il vento e Jack ebbero un’idea: se la Tramontana avesse dato il permesso ai venti di soffiare avrebbe potuto dominare tutto il mondo! Parlarono con l’ambiziosa Tramontana che alla fine accettò. Tutti i venti così iniziarono a soffiare. Le eliche costruite da Libeccio, vento che sapeva modellare anche il più forte dei metalli, cominciarono a girare. Come per magia il piano funzionò e tutte le case ora avevano energia a sufficienza. Gli uomini così pensarono di utilizzare l’energia accumulata; alcuni cittadini proposero di illuminare tutta la città fino all’ultima casa che si vedeva all’orizzonte. Dopo giorni di lavoro tutte le case, anche quelle povere, ebbero la luce. Ora anche Jack aveva l’energia elettrica nella sua casa ed era contentissimo. Tutti gli uomini erano cambiati; perfino nelle strade c’erano dei pali con attaccati dei manifesti con su scritto: dobbiamo sprecare meno energia! Ma la Tramontana si aspettava il dominio totale e quando si accorse di essere stata presa in giro si infuriò: fece scomparire tutti i venti dimenticando che se il capo dei venti uccideva i suoi compari era destinato a morire, mentre gli altri avrebbero potuto soffiare liberi per sempre! Jack si ritrovò di nuovo nella panchina, soffiava una leggera brezza, i venti stavano riposando e…il mondo, grazie alla sua tristezza, era ormai cambiato!
Autore: Classe quinta A Scuola Primaria “Rosa Venerini” Istituto Maestre Pie Venerini - Ancona
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E… via col vento C’era una volta… o ci sarà una volta… dove? In un posto qualunque del mondo, una bambina alla quale non piaceva affatto il vento. Non lo sopportava proprio quando le faceva i dispetti: le spettinava i capelli che a lei piaceva tenere sciolti e liberi; si arrabbiava quando le faceva volar via il cappello che lei doveva poi rincorrere; quando le sollevava i vestiti; quando le mozzava il fiato mentre camminava; quando le rovesciava i suoi ombrellini preferiti rompendoglieli e la faceva bagnare tutta. Soprattutto non sopportava il forte vento che durante la notte ululava e faceva sbattere le serrande della sua camera, spaventandola. Proprio in una di queste notti la finestra del salotto si spalancò e il vento, come un serpentello, pianin pianino si intrufolò nella camera della bambina. La trovò rannicchiata nel suo letto che stringeva forte a sé il suo orsetto di peluche mentre i suoi occhi erano serrati per la paura. Alla bambina sembrò di sentire nel sibilio una voce che pronunciava il suo nome: -Sofiaa!! Poi sotto le lenzuola qualcosa le faceva il solletico e la faceva rabbrividire. D’improvviso le coperte si sollevarono, la bambina spalancò gli occhi e vide una morbida nuvoletta che la sollevò e la mise a cavalcioni sulla sua schiena. In quel momento la finestra si aprì e… fffscccc volarono via. Sofia urlava terrorizzata: -Mettimi giù brutto ventaccio cattivo! Il vento sorrideva e, dispettoso, come suo solito, più la bambina urlava più lui aumentava la sua corsa.
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Il vento, allora, decise di calmarsi per tranquillizzare Sofia e, invece di correre all’impazzata, andava su e giù infilandosi tra le nuvole e uscendone subito dopo. Quel gioco a Sofia cominciava a piacere e così chiese al vento: -Dove mi stai portando?- e il vento rispose: -Guarda di sotto e lo scoprirai da sola!Sofia prese il coraggio a due mani e, con la coda dell’occhio, guardò in basso. Vide una immensa distesa blu che si muoveva dolcemente e dei puntini argentati che comparivano e scomparivano velocemente. Non fece, però, nemmeno in tempo a rendersene conto che si ritrovò sulla cresta di un’onda. Il vento la faceva saltare di qua e di là e si divertiva a sollevare le onde che schizzavano sul viso di Sofia bagnandola. Che divertimento!!- le sembrava di essere sulla tavola da surf e sfidava le onde che si accavallavano su di lei. Saltando saltando tra un’onda e l’altra Sofia si ritrovò distesa sulla sabbia mentre sentiva su tutto il corpo un pizzicorino: era ancora quel dispettoso vento che le voleva fare un altro scherzo. D’improvviso una folata di vento caldo la sollevò e… sempre più in alto… Sofia si accorse che stavano sorvolando il deserto. Il vento le chiese: -Ti piace giocare a dama?- Sofia rispose: -Sì, mi piace tanto, ma perdo sempre!Il vento le rispose: -Qui siamo nel posto giusto, vedrai che di sicuro vinceremo! Il vento cominciò a soffiare forte e disse a Sofia: -Aiutami, soffia anche tu!-
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La bambina cominciò a soffiare con tutto il fiato che aveva in gola e si divertiva un mondo a vedere le dune che si muovevano come le pedine di una dama: si spostavano da sinistra a destra, davanti e indietro. Sofia era “sfiatata” il vento decise allora di cambiare direzione. Si tramutò in vento gelido del Nord e… via di corsa sulle montagne a giocare con la neve. Il vento soffiava forte e Sofia lo aiutava per quello che poteva e insieme fecero sollevare tanta neve che non solo impedì ai maestri di sci di portare a termine la loro bella fiaccolata ma addirittura si spensero tutte le fiaccole. Tutto divenne buio ma Sofia non ebbe il tempo di aver paura che si ritrovò a sorvolare quella che dall’alto sembrava una città. Sofia cercava di intravedere qualcosa ma non riusciva a distinguere nulla perché tutto era avvolto da una fitta nebbia: - Cosa c’è laggiù?- chiese Sofia. Il vento le rispose: -È una città inquinata dagli uomini, dove l’aria è diventata irrespirabile.Sofia allora urlò: -Aiutiamoli, soffiamo forte così spazzeremo via tutta quella brutta nebbia. Soffia il vento, soffia Sofia alla fine la nebbia andò via. Ora era tutto pulito e splendente e pochi istanti dopo Sofia poteva vedere sotto di sé una splendida campagna che con le prime luci del giorno sembrava tempestata di diamanti.
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Da lassù Sofia cominciò a intravedere tante girandole bianche, così urlò: -Quante girandole! Fermati, fermati, andiamo a giocare!Il vento si fermò e cominciò con un leggero soffio a far girare la prima girandola, con un soffio un po’ più forte si mosse la seconda poi la terza… fino a che tutte le girandole cominciarono a muoversi vorticosamente. Sofia era agitatissima e correva per la campagna a braccia aperte zig-zagando tra quei pali. Ma ad un tratto la felicità della bambina si spense perché il vento la chiamò e le disse: -Mi dispiace tanto ma il mio viaggio finisce qui.Sofia disperata gli chiese: -Perché non vuoi più stare con me?Il vento facendosi serio cominciò a spiegare: -Finora ci siamo divertiti, abbiamo giocato, abbiamo girato il mondo ma io non servo solo al divertimento devo anche lavorare! Queste che tu chiami “girandole” sono delle macchine che producono energia eolica!-Energia cosa? Spiegati meglio!Il vento riprese a parlare: Quando faccio girare queste eliche carico delle grosse pile che sono nascoste in questi pali, così, quando gli uomini hanno bisogno di energia, sfruttano la mia forza che è gratis, non inquina ed è altrettanto potente quanto quella elettrica.
Autore: Classe quarta Scuola Primaria “Rosa Venerini” Istituto Maestre Pie Venerini - Ancona
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C’era una volta… il vento Il vento era sempre solo, senza amici e non si vedeva mai. Scorreva per la città, per i paesi nel cielo blu, nessuno lo vedeva ma tutti lo sentivano. Il piccolo Mordgan pensò che era ora di farsi dei compagni, ma i bambini del suo paese non volevano frequentarlo perché dicevano che era diverso da loro. Certamente qualcosa di strano c’era in lui. Mordgan amava la natura in modo appassionato a tal punto che le parlava. Durante una passeggiata fra i campi, il bambino sentì gridare le foglie tra loro: ”Vento, vento non riusciamo a muoverci, aiutaci, ti prego e diventeremo tue amiche.” Le vecchie del paese asserivano che quando il vento fischiava significava che era felice, mentre quando urlava era triste perché si sentiva solo. Mordgan pensò di aiutare le foglie e parlò al vento: “Vento fammi un piacere , ascolta le foglie, così potrò avere delle amiche con cui giocare!” Il vento, però, non si mosse e le nuvole nere oscurarono il cielo. Le foglie erano impietrite dalla paura ma Mordgan continuò: ”Vento mangia le nuvole nere, sputa le nuvole bianche,crea energia nuova di zecca” e aggiunse ”invece di formare uragani, mangiateli e trasformali in animali del Polo Nord.” Il vento sentendo queste strane richieste si mosse verso il bambino che continuò la sua preghiera. “Spazza le foglie nere e trasformale in foglie nuove”. “Invece di alzare la polvere rinfresca la gente quando sente caldo!” Il vento s’incuriosì e si affacciò tra le nuvole nere per osservarlo meglio. Il piccolo disse: “Vento brezza soave, fai alzare le onde del mare, rendi il mare tempestoso e pieno di pesci, così i pescatori potranno portare a casa la ricchezza per tutti.” Le foglie non credevano che un bambino così piccolo potesse avere dei pensieri così profondi e generosi; ma soprattutto che avesse tanto coraggio. Il vento non era certo così benevolo! “Vento, amico sconosciuto” replicò Mordgan ”Asciuga i panni e le case
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tristi ed umide!” “Per i poveri che hanno solo un focherello, alzati con la tua potenza e fallo diventare sempre più vivo.” Le foglie appese agli alberi si rivolsero a Mordgan: ”Piccolo amico suggerisci al vento di non portare uragani in città ma di esprimere la sua forza in pianura, affinché possiamo muoverci e sentirci vive!” Il vento a questo punto non ne poté più di tacere e incominciò a fischiare, segno che era felice che qualcuno lo tenesse in considerazione. Passò del tempo e le foglie diventarono amiche del vento e Mordgan ne fu felice. Egli era riuscito a far muovere le foglie e a far fischiettare allegramente il vento. Il vento, infatti, aveva staccato le foglie per giocare insieme a loro ogni giorno librandosi nel cielo. Mordgan era diventato il loro spettatore principale. Il vento e le foglie si divertivano un mondo ad arruffargli i capelli color castagna, segno che era per loro un vero amico. Mordgan era entusiasta, correva per il prato a perdifiato e li rincorreva cantando a squarciagola. Non stava nella pelle al solo pensiero che finalmente aveva incontrato degli amici sinceri ed amorevoli. Poi, dato che era un bambino educato e di buon cuore, ringraziò il vento dicendogli: ”Caro vento ci vediamo domani, ora ci sono tanti lavori che ti aspettano ed io devo portare al mondo un messaggio che ti riguarda.” Il vento s’incuriosì oltremodo, ma tacque. “Racconterò ai grandi e ai piccini, al sole e alle montagne, che tu asciughi i panni stesi ai balconi; che urli nelle orecchie ma non stordisci”. Infine disse: ”Parlerò di come gonfi le nuvole nel cielo soffiando a tutto l’universo”. “ D’estate ti fai sentire piacevole, fai volare l’aquilone, strisci sulla pelle e così ti senti libero di volare; perché tu, mio onorevole amico, sei il Vento e hai il potere di far sognare!”
Autore: Classe terza A Scuola Primaria “Rosa Venerini” Istituto Maestre Pie Venerini - Ancona
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Scuola Primaria
Castelnuovo Recanati
Illustrazione di Laura Staffolani
Il vento di tramontana Tanto tempo fa l’atmosfera era inquinata dallo smog delle auto. Un giorno il vento di Tramontana, freddo, secco e piuttosto forte, vista la gravità della situazione decise di pulire l’atmosfera dalla nebbia del gas micidiale. Scese dalle Alpi con la sua forza violenta e soffiando da nord spazzò via tutto l’inquinamento. L’atmosfera, ormai pulita, ringraziò il vento e diventarono amici fedeli. Così, insieme, decisero di esplorare tutte le città per liberarle dall’inquinamento e, a poco a poco spazzarono via tutto il sudiciume. Un brutto giorno, mentre viaggiavano al di sopra della grande e maestosa città di Milano, incontrarono il vento del Nord Ovest, gelido e tagliente: il Maestrale. Era un vento molto forte, con la sua potenza stava capovolgendo i cassonetti, spandendo nei parchi puliti e nei viali cartacce, bottigliette, lattine…
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L’atmosfera e il vento di Tramontana, appena si accorsero, divennero furibondi, si misero a combattere con grande forza contro il vento possente e malvagio. La lotta divenne furiosa, il Maestrale prendeva sempre più forza e rapidamente stava spazzando via il vento di Tramontana e l’aria pulita, ma non era detta l’ultima parola! All’improvviso comparì il vento del Sud, il Phon furbo e caldo, che andò in aiuto dei suoi amici, sparse qua e là un po’ di polvere magica; spinse il Maestrale lontano e alla fine dovette scappare e rifugiarsi con gran fretta nelle Prealpi. Il vento volenteroso aiutò a mettere a posto tutto quello che era stato messo a soqquadro, formarono un trio grande e forte, che incuteva paura agli altri venti. Oltre a questo, i tre amici continuarono a spazzare via lo sporco che le auto e gli uomini provocavano nell’atmosfera, rendendola pulita e più respirabile.
Aurore: Classe terza Scuola Primaria Castelnuovo - Recanati
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Scuola Primaria
G. Mameli Macerata
Illustrazione di Lorenzo Sabbatini
Caro vento Caro vento, ci diverti trasformando le nubi in incredibili forme, intrecci le fronde stanche dei vecchi alberi, spettini i prati verdi, spazzoli le spighe di grano, solletichi le perpetue onde cullando le barche silenziose. La tua voce da lupo, addolcita dal frusciare delle foglie, addormenta la città. Ci porti il dolce profumo dei boccioli appena nati, facendo affiorare i ricordi, del tempo vissuto. Ci porti il lieve peso, di dune infuocate e lontane, portando via con te i nostri freddi pensieri per farci rivivere l’ingenuità della nostra infanzia. Ci porti la speranza di una nuova amicizia con la terra e ci spingi a continuare il nostro cammino per scoprire gli infiniti segreti che ci circondano. Autore: Classe quinta Scuola primaria “G. Mameli” - Macerata
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Il vento baluffo C’era una volta, tanto tempo fa, il vento Baluffo. Lui era simpatico, infatti raccontava sempre barzellette divertenti alle nuvole, faceva le smorfie al sole, era gentile con le persone e le rinfrescava quando era caldo. Baluffo aveva però due nemici: Smog e Inquinamento. Erano sempre arrabbiati, non si lavavano mai, anzi, avevano proprio paura dell’acqua!!! Il loro maggior divertimento era rovistare nei cestini per trovare tante cose interessanti: lattine, bottiglie usate, merende non finite, bucce di frutta…. I due si divertivano a giocare a palla con i rifiuti e, quando erano stanchi, li buttavano nei fiumi e li guardavano arrivare fino al mare. Smog amava respirare l’aria sporca di città e lo si trovava spesso in mezzo al traffico oppure vicino alle fabbriche. Baluffo aveva sentito dei bambini lamentarsi del fatto che, quando erano fuori a giocare, sentivano una gran puzza. Il vento così ebbe un’idea: aiutare i bambini a risolvere il problema. Chiamò il sole e le nuvole e con loro fece un piano. Arrivato il giorno stabilito, Baluffo iniziò a soffiare forte, sempre più forte fino ad alzare nell’aria tutto lo sporco che i due avevano seminato. I bambini, vedendo tutte queste cose volare, iniziarono a prenderle e le gettarono negli appositi cassonetti. Smog e Inquinamento erano talmente arrabbiati che decisero di fare una battaglia contro Baluffo ma arrivarono le nuvole che fecero scatenare un gran temporale. Smog e Inquinamento, terrorizzati, scapparono via, mentre nel cielo uscì il sole e venne l’arcobaleno. I bambini uscirono fuori a giocare, felici di poter sentire finalmente il profumo dei fiori.
Autore: Classe seconda Scuola primaria “G. Mameli” - Macerata
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Re Vento e Regina Aria Tanto tempo fa, quando non esistevano ancora le industrie che inquinavano, il buco dell’ozono e tante altre schifezze, il Re Vento e la Regina Aria si divertivano a giocare felici nel cielo blu. Erano una bellissima coppia: lei con lunghi capelli di nuvole e lui con possenti muscoli. La sera prima di andare a dormire lui le sussurrava una dolce ninna nanna: « Dormi mio dolce amore, il vento ti accarezza il cuore, come una farfalla si posa sulla tua spalla, con un filo di ragnatele ti protegge dal freddo della sera » Con il passare degli anni però la vita di Regina Aria diventava sempre più difficile, infatti era costretta ad assorbire tutti i fumi degli scarichi delle macchine che diventavano sempre di più, gli odori delle fogne e i vapori delle industrie che buttavano fuori dai loro camini sostanze tossiche che le impedivano di respirare. Era diventata pallida e triste e non voleva più giocare tra le nuvole. Il Re non sapeva cosa fare e, per non vedere la triste sorte della Regina, se ne andava girando tra le isole del mondo a fare un po’ di danni, finché un giorno gli venne un’idea! E se con l’aiuto dei suoi fratelli Uragano e Ciclone avesse provato a dare una pulitina? Certo, avrebbe fatto tanti danni e forse molti uomini sarebbero morti, ma la sua Aria sarebbe tornata pura e il suo mondo avrebbe potuto ricominciare evitando tanti sbagli.
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Ma sì, si poteva provare!!! Con tutta la loro potenza Re Vento, Uragano e Ciclone si abbatterono sulle zone più inquinate del mondo per dare una bella pulita. Da quel giorno la Regina Aria tornò ad essere più limpida e serena e poté tornare a vivere felice la grande storia d’amore con il suo Re Vento e le nuvole sue amiche per ricordarle questa storia recitano questa filastrocca: «Oggi il vento forte tira, sembra che scateni tutta la sua ira, in alto mare disturba i marinai affannati e così li rende sempre più infuriati. Col vento del marzo pazzerello ci son foglie che girano a mulinello. Porta via il cappello alla ragazza Che è costretta a rincorrerlo fino in piazza. È lento, è violento, va a stento, cosa sento? È il vento!»
Autore: Classe quarta Scuola primaria “G. Mameli” - Macerata
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Scuola Primaria Paritaria
S. Cuore Pesaro
Illustrazione di Lorenzo Sabbatini
Il Vento buono e le Foglie C’era una volta, in un tempo lontano, un vecchio bosco con al centro una quercia secolare. In un freddo giorno d’autunno, poche erano le foglie rimaste sui rami tra le quali due che erano diventate amiche. Una mattina, un forte Vento soffiò e staccò una delle due foglie, però l’amica le tenne la mano e il Vento portò via anche lei. Dopo molto tempo che volavano, una cadde a terra, ai piedi di un pino e l’altra continuò il suo viaggio, ma promise all’amica che l’avrebbe ritrovata. Il Vento continuò il suo viaggio percorrendo le vie del cielo e il Signore che da tempo ascoltava le preghiere di un gruppo di bambini, gli chiese di raggiungere al più presto una città che si chiamava Felicilandia. Questa città aveva le strade invase dai rifiuti e l’aria piena di smog e di gas nocivi; i bambini non potevano andare fuori a giocare e per uscire dovevano indossare delle mascherine per poter respirare. In una via secondaria c’era una piccola casa in mezzo a un giardino circondato da un alto muro. In quella casa abitava un bambino ammalato che non aveva mai visto altro che il suo spoglio giardino, dove, a causa dell’aria inquinata, non era mai cresciuto neanche un fiore. Il Vento, reggendo sempre la foglia, cominciò a soffiare sempre più forte spazzando via tutta la sporcizia dalle strade e ripulendo l’aria che tornò limpida e fresca. I bambini cominciarono a uscire dalle loro case festeggiando il vento e ringraziando il Signore di averli ascoltati. Ma il vento non aveva ancora compiuto la sua opera; volando veloce sulle colline poco distanti, raccolse tutti i semi che trovò; tornando in città li portò in tutti i prati, fermandosi un momento anche nel giardino della piccola casa, proprio mentre venivano spalancate le finestre per far entrare il sole e l’aria pulita.
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Quei semi donati con tanto affetto cominciarono subito a germogliare e fu come se la primavera fosse scoppiata in tutti i suoi profumi e colori. Il Vento, dopo un ultimo passaggio sulla città, tornò al pino recuperando la piccola foglia che era rimasta lì. Le due amiche furono molto felici di rivedersi e di raccontarsi le loro avventure. Il Vento buono le riportò ai piedi della quercia e riprese il suo volo verso nuove terre per spazzare altre strade, purificare l’aria e raccogliere e spargere altri semi e tanta felicità.Ma sì, si poteva provare!!! Con tutta la loro potenza Re Vento, Uragano e Ciclone si abbatterono sulle zone più inquinate del mondo per dare una bella pulita. Da quel giorno la Regina Aria tornò ad essere più limpida e serena e poté tornare a vivere felice la grande storia d’amore con il suo Re Vento e le nuvole sue amiche per ricordarle questa storia recitano questa filastrocca:
Autore: Classe quarta Scuola Primaria Sacro Cuore - Pesaro
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La Foglia e il Vento: due amici alleati per la vita Un giorno Marco, il vento, andò a distubare il sonno tranquillo di Timmy, la foglia. Timmy si svegliò subito, ma chiese: -Vento, perchè mi hai svegliato?Il vento Marco rispose: - Dobbiamo andare a lavorare, il mondo ha bisogno di energia alternativa. L’inquinamento sta distruggendo tutto: persone, natura e animali..... La foglia Timmy, ancora assonnata, si rivolse a Marco lamentandosi: - Oggi è Domenica! Non bisogna lavorare, ci pensino gli altri!! Marco, prendendo Timmy per il picciolo e agitandola con forza, gridò: - Muoviti, non trovare scuse, oggi è Mercoledì. - Ok! Calmati.....! Calmati Marco e portami all’acqua. Ho una magnifica idea! Forza, soffia come non hai mai soffiato verso un torrente, io ti seguirò... -Va bene! - rispose Marco. In un battibaleno il vento cominciò a soffiare e spinse Timmy in acqua. Dall’acqua la foglia continuò a seguire il vento e sentire una corrente che la trascinava ed esclamò: - Aiutamiiiiii!!!!! Marco, questa corrente è troppo forte...ecco la mia idea! Forse, caro Marco, se soffi a pieni polmoni possiamo ricavare da questo liquido trasparente l’energia alternativa che stiamo cercando. Timmy si sentiva un po’ bagnata e chiese a Marco di aiutarla a ritornare a riva, uscire dall’acqua e asciugarla con il suo soffio delicato!!! Mentre Marco asciugava Timmy, squillò il cellulare: - Emergenza! Nel paese Fogliento non c’è più energia, si richiede l’intervento del vento!!! Il vento soffiò e la foglia lo seguì. Insieme raggiunsero Fogliento.
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Trovarono la città tutta buia, la gente infreddolita, la natura rovinata dall’inquinamento, gli animali tutti quasi morti....uno spettacolo orribile. Marco e Timmy si guardarono, poi il vento esclamò: - Forza Timmy, non c’è tempo da perdere. Dobbiamo fare qualcosa... Costruiamo lungo i torrenti dei mulini a vento, io soffierò forte e le loro pale muoveranno l’acqua... Timmy guardò Marco perplessa e timidamente domandò: - Ma ci riusciremo? - Forza, Timmy, è l’unica speranza che abbiamo per aiutare questo paese... Si misero al lavoro. Quando tutto era pronto, Marco cominciò a soffiare forte forte e, all’improvviso, le pale dei mulini si mossero... ... il paese s’illuminò, la natura riprese a crescere rigogliosa, gli animali cominciarono a risvegliarsi... le persone ripresero la loro attività quotidiana con la certezza che l’energia alternativa è una fonte più rispettosa della vita. Marco e Timmy batterono un cinque ed esclamarono: - Ce l’abbiamo fatta! Ora possiamo ritornare a Boscolandia e lasciare questo paese bello e felice.
Autore: Classe seconda Scuola Primaria Sacro Cuore - Pesaro
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Una fiaba dedicata al vento C’era una volta, in una piccola città di montagna, un albero ricco di foglie sempreverdi e fiori con varie sfumature dei colori dell’arcobaleno. In questo albero vivevano tante foglioline, quattro di loro erano le più piccole ma le più curiose. Sventolina, Cristallina, Trottolina e Canterina svolazzavano tutto il giorno per le vie della città. Una mattina, dal Sud, arrivò Freschino il vento che dava il buongiorno agli abitanti con la sua energia. Le quattro foglioline volevano scoprire l’origine del vento e quella fu la mattina giusta. Durante la notte un fulmine colpì la centrale elettrica causando un blackout. La città era al buio e le persone erano nel panico. Le quattro foglioline volevano aiutare le persone, ma non sapevano come fare. Sventolina suggerì di andare nella Foresta Nera a cercare Freschino che le poteva aiutare con la sua energia. Freschino annuì ma disse anche che per far tornare l’energia in città non poteva fare tutto da solo ma aveva bisogno dei suoi fratelli Caldino, Umidino e Gelidino. Si incontrarono sulla cima del monte Everest, luogo segreto delle loro riunioni. Tutti insieme, con la loro forza, crearono una nuova energia alternativa alla potenza dell’acqua. Nella città si riaccesero le luci e i cittadini capirono che potevano sfruttare l’energia del vento. I cittadini, insieme alle foglie, fecero festa perchè le foglie scoprirono l’origine del vento, i cittadini l’energia alternativa e i venti trovarono nuove amiche, molto curiose.
Autore: Classe terza Scuola Primaria Sacro Cuore - Pesaro
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Scuola Primaria
S.Andrea Fermo
Illustrazione di Maurizio Ferracuti
La parola al vento …..Ffff fr fr ssss uhuuu fr fr ffff ssss …… È lui, sì, il prepotente arriva con voce felpata, soffia, fischia, sibila, tra le canne s’insinua e zufola tra i rami vellutati, ma ad un tratto s’ infuria, arruffa, scompiglia, scapiglia i capelli, alza i vestiti, sfila i cappelli. Ti assale, ti schiaffeggia e tu quasi morente, sei un nulla impotente. Ai bambini indaffarati a tirar calci impegnati, stretti stretti in tondi crocchi manda polvere sugli occhi. Ma che forte questo vento! Aumenta, impazza, schianta, rompe, travolge, sconvolge, urla, sbatte, sbatacchia, solleva, trascina, rovescia, strappa, sradica, estirpa, stralcia, irrompe, rovina con la sua forza diabolica; il mondo è stretto nella sua morsa in preda alla sua folle corsa.
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Ma tu, Eolo, da sempre temuto, in pugno i venti hai tenuto; dacci una mano, e con i tuoi interventi chiama a raccolta tutti i venti: tramontana, maestrale, bora, grecale, libeccio, scirocco…… ……a tutti dai un magico tocco. Noi uomini siam pronti, con pale torri e generatori, ma tu regola forza, velocità e motori. Così del vento l’energia diabolica diventerà una ricca energia eolica. Bravo Eolo, ci hai dato una mano e l’uomo moderno può rimanere sano. Ora tocca a noi l’ambiente conservare, perché lassù sulle montagne, non solo le fattorie di animali, ma anche quelle del vento potremo trovare. Attenti allora! Siamo attenti! L’energia non mancherà, ma l’ambiente cerchiamo di non deturpar!!!
Autore Classe terza A Scuola Primaria S. Andrea - Fermo
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Scuola Primaria
Vincenzo Monaldi Fermo
Illustrazione di Simonetta Palmucci
Domande al vento Vento, tu come sei? Io sono invisibile, volubile e sottile ma sono anche forte, veloce e violento. Di solito che cosa fai? Io soffio e sfioro ogni cosa. Soffio sul mare e formo le onde, asciugo i panni e sventolo le bandiere, stacco le foglie dagli alberi e porto via i palloncini. Sollevo le cose e le scaravento qua e là. Faccio girare le girandole e i mulini a vento. Che cosa ti piace? Mi piace volare e far volare gli aquiloni e le foglie, mi piace soffiare sulle vele e giocare con i fiori e con le nuvole, mi piace far muovere le cose. Che cosa non ti piace? Non mi piace stare fermo perché mi sento soffocare. Non mi piace soffrire... Chi sono i tuoi amici? I miei amici sono le nuvole, la pioggia, i fulmini, il sole. Sono le falene, le mosche, le farfalle e le libellule. Miei amici sono i volatili: il falco e la fregata, l’usignolo e l’upupa, perché volano con me. Miei amici sono tutti i venti e qualche volta giochiamo e formiamo vortici d’aria. Ma la mia migliore amica è una nuvola che si chiama Olga.
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Vento, mi aiuti a far volare il mio aereoplanino di carta? SĂŹ, volentieri. Ora lo prendo, gli faccio fare ventimila capriole, sfiorando le foglie e i fiori degli alberi. Lo faccio volteggiare venti volte, volare nel cielo, vicino al faro, sul mare. Lo porto in una scuola in Africa dove un bambino lo prende e lo tira di nuovo. Infine lo faccio ritornare a Fermo e lo vedrai scendere in picchiata su questa ghianda. Che bel gioco, grazie vento!
Autore: Classe seconda Scuola elementare “Vincenzo Monaldi� - Fermo
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Scuola Primaria
S.Michele Lido Fermo
Illustrazione di Lorenzo Sabbatini
Scienziatina e il vento della vita Una mattina di febbraio Scienziatina, la bambina tanto brava in scienze, salì con la sua classe sul pulmino giallo della scuola per andare in piazza a Fermo a vedere uno spettacolo teatrale. Appena aperte le porte del pulmino entrò un gran vento che fece tremare i vetri e spettinò i capelli a tutti i bambini. La piazza era in gran subbuglio: vasi di fiori caduti a terra, panni stesi che volavano per aria, immondizia rovesciata, i grembiuli dei bambini che si gonfiavano come vele. Scienziatina osserva pensierosa tutta la scena, fino a quando viene colpita in faccia dall’ala di un piccione. Decide allora di cercare un modo per controllare il vento. Comincia a pensare ad un grande tubo da connettere ad una centrifuga, in modo da trasformare il vento in energia buona. Si guarda intorno e vede l’arco della piazza: è proprio della dimensione che le occorre…decide di trasformarlo in un arco regolatore. Tornata a casa va nella sua cantina - laboratorio, fa il progetto e capisce che ha bisogno d’aiuto. Scienziatina chiede alla mamma di aiutarla a costruire una macchina, ma la mamma non è capace. Però ha letto sul giornale che a Fermo c’è una nuova università di robotica. Il giorno dopo propone il problema a scuola, e la classe decide di chiedere aiuto all’università. I bambini e gli insegnanti partono con il pulmino giallo per incontrare le persone che lavorano all’università. Spiegano il progetto, tutti si entusiasmano e accettano la sfida di costruire una macchina che trasforma il vento cattivo in energia buona. Si lavora insieme un mese intero nel laboratorio di robotica, e alla fine viene fuori una macchina con tante luci colorate, pale per il vento, palline colorate effetto neve. Appena accesa emette rumori meccanici, e dopo un po’ produce musica dolce. La macchina viene montata sotto l’arco della piazza. In due stanze del palazzo del comune, proprio sopra l’arco, vengono montati dei pannelli solari. Nella prima stanza l’aria viene riscaldata, e in quella vicino l’aria viene raffreddata. Poi viene tolta la parete che divide le stanze e si scontrano le masse d’aria calda e fredda: da questo scontro nasce un vento forte che viene immesso con un tubo nella macchina. Il giorno stabilito per provare
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la macchina c’era un forte vento: tenendosi il cappello Scienziatina, insieme a tutto il gruppo di lavoro, fa un gran respiro, chiude gli occhi e preme il pulsante rosso dell’accensione nascosto a terra. Si accendono le luci, le ventole girano sempre più velocemente, si formano palline colorate, una musica dolce si diffonde dall’arco. Il vento si placa e nei tubi viene raccolta energia positiva che viene portata verso la piazza: nella gelateria si mette in funzione la macchina che fa i gelati e comincia a produrre gelato per tutti. In pizzeria si accendono i forni e arriva pizza calda. Nei bar si accendono le macchine per il caffè, la cioccolata calda e i cappuccini, mentre i frigoriferi rinfrescano le bibite. Scienziatina e i suoi amici sono felicissimi e festeggiano passando per tutti i negozi e provando tutto. Intanto, prima dell’arco, stanno arrivando due nostre vecchie conoscenze: i due ladri che avevano rubato la macchina ad energia solare a Scienziatina l’anno precedente. Hanno finito di scontare la loro condanna in prigione e sono appena usciti. Litigano, però. Uno ha le occhiaie e rinfaccia il fatto che non dorme da tre mesi perché l’altro ha russato sempre. Lo insulta pure e gli dice che non è capace neanche di rubare una macchina. L’altro è furioso perché ha preso tante botte ogni volta che provava a rubare il dolce della domenica. Continuando a camminare si ritrovano sotto l’arco regolatore mentre la macchina è accesa. Vengono investiti dalle luci colorate, una forte energia provoca una musica prima forte, poi, piano piano, si calma. I due ladri si irrigidiscono, poi cominciano a tremare, poi a ballare. Alla fine escono dall’arco e …. Sono trasformati! I volti sono sorridenti e gli occhi brillano felici. Per la prima volta si sentono amici e si stringono la mano. Poi corrono ad aiutare le vecchiette a portare i sacchi della spesa, puliscono la piazza dalle cartacce in terra e regalano sorrisi a tutti. E così fu chiaro che regolando l’energia, non spegnendola, si può avere un mondo pulito e gente capace di abitarlo. Autore: Classe quarta Scuola Primaria San Michele Lido - Fermo
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L’ avventura di Celestino C’era una volta un giovane vento che si chiamava Celestino Del Nord. Viveva sulle nuvole ed era molto triste perché, soffiando ogni giorno in luoghi diversi, non poteva avere mai un amico. Infatti, ogni volta che si fermava doveva ripartire, un po’ perché gli altri amici venti lo spingevano via e un po’ perché quando si fermava a giocare con un prato fiorito o con i bambini in un campo da pallone, combinava guai. Non riusciva, infatti, a regolare bene il suo soffio, così i fiori a volte finivano per perdere i propri petali o il pallone volava fuori area di gioco. Le mamme, poi, avevano paura che, a causa della presenza di Celestino, i propri figli potessero beccarsi il raffreddore o che loro stesse potessero prendersi il mal di testa. Insomma, solo d’estate Celestino poteva sperare in un po’ più di comprensione da parte degli umani, poiché solo allora il suo soffio significava godere di un po’ di fresco. L’autunno seguente Celestino, diventato più grande e quindi più potente, ritornò a soffiare più forte e così la gente era sempre più convinta a non volerselo sentire girare intorno. Sconsolato Celestino si spinse in un luogo ai confini del mondo dove c’era una grande distesa di prati e di campagna che non aveva mai conosciuto il soffio di un vento. Da queste parti viveva un uomo di nome Alessandro a cui piaceva inventare tante cose, che non sempre, però riusciva ad utilizzare. Egli era povero e non ce la faceva a sfamare la sua famiglia, anche perché per poter vendere la farina doveva macinare a mano il grano che aveva e questo significava molta fatica !
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Un giorno, mentre tornava a casa, Alessandro sentì molta aria in faccia ed un forte lamento, era Celestino che arrivava e strillava tutta la sua tristezza e solitudine. Spaventato e pieno di meraviglia per quella forza fresca che sentiva soffiargli addosso, il povero contadino si nascose dietro un albero. Dopo un po’ cercò di fare amicizia con quella potente creatura invisibile che ora muoveva tutto, l’erba, le chiome degli alberi e la polvere. Così il contadino chiese al vento: “Chi sei!... Come ti chiami?” Ed il vento rispose“ Celestino Del Nord!!” Fecero amicizia e si raccontarono le loro storie. Un giorno Alessandro fece vedere a Celestino una delle sue invenzioni, il mulino e fu allora che le pale cominciarono a girare, proprio perché Celestino si era avvicinato! “ Evviva, ora si che potrÒ macinare tanto grano!” disse. Nacque tra loro una grande amicizia. Finalmente Celestino poteva sentirsi importante ed utile ed il contadino ebbe una vita più felice perché con tanti bei soldi ricavati dalla vendita dei sacchi di grano, riuscì a sfamare la sua famiglia e a comprare tanti giocattoli ai suoi figli.
Autore: Classe seconda Scuola Primaria San Michele Lido - Fermo
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Scuola Primaria
Capodarco Fermo
Illustrazione di Simona Castellani
La foglia e il vento… C’era una foglia che abitava in un albero di città. Qui lo smog aumentava ogni giorno di più a causa degli scarichi inquinanti delle centrali termoelettriche alimentate con il petrolio o con il carbone. La foglia non respirava più: i suoi stomi erano ricoperti da una patina grigiastra. Un giorno arrivò il vento. Proveniva dal Polo Nord. Arrivò in città spazzando via lo smog infernale e ripulì ben bene la fogliolina. Grazie, mio eroe, mi hai salvato! Potresti far capire agli uomini che tu sei utile anche per produrre energia?- chiese gentilmente la foglia. Il vento le rispose: -Ci posso provare! Anzi, ci proverò sicuramente. Con una folata volò in alto e, da lassù, vide un mulino su un colle. Allora pensò di far girare le pale di quel mulino. Ci provò e ci riuscì. Gli uomini videro le pale girare e capirono che era stato il vento a muoverle. Decisero così di costruire dei generatori eolici. Misero alcuni generatori ad asse verticale, altri, in posti diversi, ad asse orizzontale. La forza del vento fece girare le pale e l’energia di movimento si trasformò in energia elettrica. Si produsse così tanta energia pulita che lo smog rimase in seguito solo un brutto ricordo. La natura diventò di nuovo viva: i fiori cominciarono a sbocciare con dei colori caldi e luminosi; le foglie luccicavano di un bel verde smeraldo, quasi sorridevano; gli uccelli cantavano volando.
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Le persone respiravano a pieni polmoni; i bambini correvano felici per i prati. Utilizzando l’energia eolica, gli uomini risparmiavano circa il 60% rispetto a quanto spendevano prima per produrre energia. Una parte del risparmio fu investita nella ricerca di carburanti non inquinanti da usare per gli autoveicoli, mentre il 4% del risparmio venne inviato all’UNICEF per ridurre il problema della fame tra i bambini dei paesi in via di sviluppo. Di giorno, di notte, quando il vento si svegliava, oltre che accarezzare la faccia dei bambini, faceva il suo lavoro: creare energia. Il vento divenne l’eroe mondiale. Fu costruito, al centro della città, un monumento di forma astratta che rappresenta il vento. Sotto, in una targa, ancora oggi c’è scritto: “IN ONORE ALL’ELEMENTO SUPERIORE: IL VENTO, MOTORE DI ENERGIA PULITA, RINNOVABILE E A BASSO COSTO”. Era autunno e la piccola foglia, amica del vento, svolazzava di qua e di là per la via. Si fermò per leggere quanto era scritto sulla targa ed esclamò:- Solo con il mio amico super eroe vento avremo uno sviluppo sostenibile nel pianeta Terra!Poi se ne andò, baciata dal primo vento autunnale.
Autore: Classe quinta Scuola primaria Capodarco - Fermo
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Scuola Primaria
Salvano Fermo
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Illustrazione di Giulio Perfetti
Il Sogno di Giulio C’era una volta un bambino di nome Giulio che viveva in Olanda nella sua casa con i suoi genitori, vicino alla costa. Da sempre Giulio era affascinato dal movimento delle pale dei mulini che assecondavano il soffio del vento; amava sentire la brezza del Mare del Nord sul suo viso, quando, ad occhi chiusi, correva inseguito dal suo cane. Un giorno stava appunto giocando con Birillo quando una folata di vento freddo, il Maestrale, lo avvolse in un abbraccio e, sorvolando pianure e città, lo trasportò fino in Germania, a Colonia, atterrando sulle sponde del mitico fiume Reno. Mentre Giulio era svenuto ebbe come un sogno premonitore: gli sembrò di vedere il suo futuro… una voce sconosciuta gli disse: “Giulio, tu dovrai far conoscere a tutto il mondo ogni cosa sul tuo amico vento. Come si forma, cosa può fare, cosa può causare! Gli uomini stanno perdendo la loro dignità e stanno distruggendo il loro pianeta. Tu ami il vento, fallo conoscere e forse, con la sua forza, riuscirà a salvare il pianeta Terra. Un tempo questo fiume, il Reno, era incontaminato; le sue acque custodivano antichi tesori, narravano storie di coraggiosi eroi, di draghi, nani e antichi popoli….. ora invece… hanno perso la loro magia e si possono ascoltare solo tristi storie: di industrie, di fabbriche, di rumori assordanti! Giulio, questa sarà la tua missione: far tornare il buon senso agli uomini e ricordar loro che devono rispettare la Natura, prima che sia troppo tardi…” Dopo un po’ Giulio si svegliò: vide le pale dei mulini, l’ondeggiare dei tulipani e si accorse così che era ritornato a casa sua. Si ricordò del “sogno” e lo tenne nel suo cuore, senza scordarsene mai. Fu così che studiò con passione, si impegnò a fondo e diventò uno scienziato famoso in tutto il mondo, invitato a congressi e conferenze. Fece sapere a tutti l’importanza di creare un’energia pulita e quanto, nel fare ciò, fosse importante l’aiuto del vento. Il sogno di Giulio era diventato realtà! Autore: Classe terza Scuola primaria “Salvano” - Fermo
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C’era una volta… il vento In un paese molto inquinato come il nostro, c’era un uomo che andò a pescare e pescò un piccolo pesciolino rosso che gli sussurrò: “ Ti prego… lasciami…, se lo farai io esaudirò tutti i desideri che vorrai!” L’uomo, nel sentire il pesciolino parlante rimase per un attimo immobile come una statua, poi si riprese e balbettò alcune parole: “Dammi solo cinque minuti, cinque minuti per pensare….!” Siccome lui non aveva abbastanza energia per la casa esclamò: “ Vorrei diventare il Dio del vento e mi chiamerò Eolo. Userò il vento per far muovere le pale dei mulini, macinare i cereali, spremere le olive, pompare l’acqua dei fiumi e dei pozzi per far muovere le macchine e soprattutto per emanare l’energia nel paese, così l’aria non sarà più inquinata”. Il pesciolino fu liberato e come accade nelle più belle fiabe l’uomo si trasformò in Eolo e si mise al lavoro per far tutto ciò che aveva promesso. Viaggio per anni ed anni, visitando molti paesi, un giorno vide degli anziani che macinavano il grano ,spremevano le olive e segavano la legna decise così di aiutare quella povera gente che lavorava faticosamente. Eolo, che fin da piccolo era appassionato delle forze del vento, si ricordò dell’energia cinetica contenuta in quello spostamento di masse d’aria che potesse essere trasformata in energia meccanica grazie a delle pale che ruotano. Inventò così delle macchine che trasformarono le sue forze in energia elettrica: erano una specie di capanno con sopra delle pale che girano e sfruttano l’energia del vento con un generatore. Da allora Eolo ancora gira da un paese all’altro costruendo i suoi mulini, con la speranza che il mondo diventi sempre più pulito.
Autore: Classe quarta Scuola primaria “Salvano” - Fermo
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Raggio per torna a splendere… Il paese Raggioper era famoso in tutto il mondo per il suo ottimo clima ed era visto come una delle mete preferite dai turisti in cerca di relax. Un giorno nel cielo azzurro apparve in lontananza una nuvoletta grigia, ma nessuno se ne preoccupò. La nube si piazzò sul cielo di Raggioper e non se ne andò più. Dopo alcuni giorni, alla prima nuvoletta se ne aggiunsero altre e altre ancora fino a coprire tutto il cielo, tanto che non filtrava più nemmeno un piccolo e debole raggio di sole, non si muoveva una foglia e l’aria era irrespirabile. Gli abitanti, presi dal panico, si rinchiusero nelle loro case e i turisti vagavano per la città in cerca di qualcuno che li ospitasse e si prendesse cura di loro. Il sindaco Ambrogino Testa di Sole, convocò in assemblea tutti gli abitanti e li rassicurò che avrebbe interpellato tutti gli scienziati esperti in questo campo, e che avrebbero provveduto certamente a far ritornare il cielo blu e l’aria pulita. Tra i vari esperti il migliore si rivelò Eolo e a lui fu affidato l’incarico di far ritornare Raggioper quello di una volta. Vagando con il suo elicotterino Acquasplash fra le nuvole grigie in cerca della soluzione, Eolo cominciò a sentirsi debole e una mattina cadde ammalato. Si recò dal suo amico dottor Foglia Sana, ma con grande stupore lo trovò steso immobile sotto un albero. Gli chiese: «Caro amico, cosa ti è successo?» lui rispose: «Eolo sono sfinito! Manca il sole, non c’è aria e ho consumato tutte le energie!». «Per la mia malattia non c’è cura che tenga» continuò Foglia Sana, «ma tu bevi il contenuto di quella boccetta e vedrai che per un po’ ti sentirai meglio». Recuperata l’energia, Eolo decise di intraprendere un viaggio e di andare a trovare luoghi di alta e bassa pressione. Ritrovò l’alta pressione lontano dall’abitato, sopra l’oceano. Entrò dentro con il suo Acquasplash e catturò con un pallone gigante tutta l’aria. Riprese il viaggio di ritorno con il pallone pieno e l’elicottero traballante. Finalmente arrivò in vista di Raggioper con il pallone che scalpitava
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per essere aperto. Giunto sopra la città lasciò via libera all’alta pressione che si diede subito da fare. Spazzò via tutte le nubi grigie e con esse l’aria inquinata. Il cielo tornò pulito e limpido e gli abitanti increduli interrogarono Eolo sul fatto. Eolo spiegò che tutto era stato causato dai fumi delle auto, delle fabbriche, dei riscaldamenti e quant’altro. Tutti chiesero che cosa fare per evitare che si ripetesse l’accaduto. Fecero un’indagine tra la gente per vedere se ci fosse qualcuno disposto a rinunciare alla macchina, ai prodotti delle fabbriche o a riscaldarsi durante i mesi freddi e dare spazio alle bici, alle cose fai da te, e a coprirsi di più e ritornare al focherello di una volta. Non si trovò nemmeno una persona disposta a fare delle rinunce. A Foglia Sana, che oltre ad essere medico era an-che inventore, fu chiesto di trovare qualcosa per risolvere il problema. Pensa che ti ripensa, inventò un aerogeneratore strano che al posto dell’energia elettrica produceva aria pulita. Le pale fatte a forma di tubo, catturavano l’aria inquinata e la riciclavano in aria fresca e respirabile che poi veniva diffusa su tutto il paese. Altri paesi, venuti a conoscenza dell’invenzione la acquistarono a basso prezzo e tutti ebbero aria respirabile in quantità. Fu sconfitto così l’inquinamento e tornò ad arieggiare su ogni luogo.
Autore: Classe quinta Scuola primaria “Salvano” - Fermo
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Scuola Primaria
Marina Palmense Fermo
Illustrazione di Giulio Perfetti
Soffione e i suoi amici C’era una volta un vento molto potente e gagliardo di nome Soffione che aveva tre amici: il sole Splendente, che insieme all’aiuto di Soffione asciugava i panni delle donne della città, la foglia Filla, che mandava ossigeno in città e cibava gli alberi, ed infine la nuvola Bianchina, che faceva cadere la pioggia, facendo crescere le piante. Soffione si divertiva a pulire le strade e l’aria, ad aiutare le Fattorie del Vento a produrre energia pulita, che poteva essere utilizzata anche dalle industrie, a far correre le barche più veloci della luce. Questi quattro amici erano inseparabili e vivevano in una città chiamata Irideitor, ma venne rinominata Inquineitor poiché da un po’ di tempo vi regnavano due fratelli: Macchia Nera, una grande macchia di petrolio, e Fumone, un grande nuvolone nero formato da quella strana sostanza inquinante chiamata “smog”. Macchia Nera aveva “conquistato” gran parte del mare causando la morte di molti pesci e uccelli, mentre suo fratello Fumone dava origine a polvere e a nuvole che ammutolirono Soffione. Il vento era molto dispiaciuto degli “umani”, perché essi avevano preferito arricchirsi facendo amicizia con Macchia Nera e Fumone, invece che con lui: era talmente triste che non voleva più parlare con nessuno. Splendente e Bianchina iniziarono a preoccuparsi, così chiamarono la fogliolina Filla e si misero alla ricerca del loro amico vento. Lo trovarono nascosto nella grotta di una montagna che stava sospirando al pensiero che gli uccelli non avrebbero più potuto cavalcare il vento, che l’acqua, da cristallina, effervescente e fresca, si stava trasformando in stagnante e torbida, che il cielo stava perdendo la sua limpidezza. Gli dissero di non essere preoccupato, perché in un modo o in un altro lo avrebbero aiutato.
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I tre amici tolsero lo “smog” dalla bocca di Soffione in modo che potesse soffiare molto forte e spingere Bianchina a piovere; contemporaneamente il sole riscaldava la foglia facendole produrre molto ossigeno, quanto bastava per far respirare tutti. Splendente mandava tanti di quei raggi che si riattivarono subito i pannelli solari posti sopra le case. Soffione, furibondo, urlò a Macchia Nera e a Fumone di andarsene, ma ebbe un secco rifiuto. Allora il vento energicamente soffiò via, senza pietà, i due fratelli e senza pensarci su due volte, perché avevano reso la sua città e il Mondo intero tetri e stagnanti. Macchia Nera e Fumone furono scaraventati dentro le on-shore e le off-shore per essere ripuliti. Umiliati dalla sconfitta decisero di non inquinare più le città, specialmente Irideitor. Da quel giorno la città fu salva e gli umani, i Potenti del Mondo, capirono che era meglio utilizzare energia pulita.
Autore: Classe quinta Scuola Primaria Marina Palmense - Fermo
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L’ amico vento C’era una volta sulla Terra un paese meraviglioso che si chiamava White City. In quel luogo incontaminato l’acqua era limpida come il cristallo, l’aria era pulita e leggera, la terra rigogliosa e ricca di alberi verdi, di fiori profumati e colorati come arcobaleni. Anche le case erano dipinte con i toni più belli che diventavano splendenti al tramonto. I bambini di quel paese nascevano e crescevano sani e forti. Agli abitanti non mancava proprio nulla. Pensate! Avevano imparato a produrre tutto ciò di cui avevano bisogno, grazie all’energia di un gran mulino a vento posto sulla sommità di una collina. Grazie a tutto questo gli uomini vivevano beati, tranquilli e in armonia fra di loro. Ma un triste giorno arrivò un tiranno disumano che con forza ed arroganza prese in mano il potere. Quando vide che tutto funzionava con l’energia del vento, riaffiorò nella sua mente un ricordo terribile. Nella sua infanzia era accaduto un fatto increscioso: mentre stava giocando in giardino, una forte raffica di vento aveva spazzato via tutti i suoi giochi tra cui, purtroppo, anche il grande aquilone che aveva costruito con tanta passione, e altrettanta fatica, insieme a suo padre. Il tiranno allora decise che tutte le macchine avrebbero funzionato solo con l’energia prodotta da petrolio, gas e carbone! Così, dopo un po’ di tempo, l’aria si fece irrespirabile e divenne grigia come la cenere; lungo le rive dei laghi, dei fiumi e dei mari c’erano depositi di sostanze inquinanti e maleodoranti; la terra era ormai ricoperta da uno strato di sostanze nocive, depositate lì dalle piogge acide. Il paese mutò radicalmente il suo aspetto e prese il nome di Black City.
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I suoi abitanti avevano smarrito il sorriso: nel loro cuore non c’era più gioia di vivere ma soltanto angoscia e tristezza. Ad un certo punto, tutti i bambini del paese, preoccupati del loro futuro, si recarono dal despota e gli chiesero a gran voce: - Per amor del cielo, lei deve fermare subito questa catastrofe! Per colpa sua il nostro paese sta andando in rovina e ben presto noi non riusciremo più a vivere! Il tiranno ascoltò in silenzio le richieste dei bambini: le loro parole riuscirono ad aprire la sua mente ed arrivarono al suo cuore. In quel momento l’uomo rivelò l’episodio avvenuto nella sua infanzia. I bambini ascoltarono e capirono. Tuttavia ricordarono che il vento, forza naturale e inesauribile, può essere un amico per l’ambiente e per gli uomini poiché è in grado di fornire energia senza rilasciare né scorie né gas nocivi! Il tiranno, quindi, resosi conto di ciò che stava facendo, prese la decisione di ripristinare l’uso del vecchio mulino a vento per produrre di nuovo energia pulita. Da quel momento il paese ritornò ad essere il luogo splendido e incantevole di una volta.
Autore: Classe quarta Scuola Primaria Marina Palmense - Fermo
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Un inventore nocivo Tanto tempo fa, su una collina,sorgeva una piccola e magica città dove tutto ciò che serviva alla gente veniva fatto funzionare grazie alla forza del vento: le macchine venivano sospinte da potenti folate così come le moto che potevano correre più veloci della luce; anche i mulini, le barche, le fabbriche sfruttavano l’energia pulita del vento. Inoltre esso spazzava via il fumo delle sigarette e i germi e i batteri che proliferavano quando l’aria è stagnante. In quella città il cielo era sempre limpido e terso.La gente era felice di tutto ciò che offriva questo amico generoso e pulito.Inoltre il vento era anche una fonte di energia rinnovabile e mai e poi mai avrebbe abbandonato i suoi amici cittadini. Ma un brutto giorno uno scienziato malvagio,spregevole e senza cuore inventò un liquido inquinante al quale diede il nome di petrolio. Il petrolio era nero,infiammabile e molto potente;di questo liquido “prezioso”le persone inoltrarono subito richiesta e fu così che lo scienziato fece soldi a palate e diventò extra-ricco. La gente era molto soddisfatta del nuovo prodotto: infatti, grazie a questo liquido, le macchine andavano veloci come aerei, le fabbriche producevano un’abbondante quantità di prodotti ogni ora e così le persone si “tolsero il peso” di aspettare il vento tutti i giorni. Nel frattempo esso viaggiava sconsolato per il mondo e pensava a cosa stavano facendo gli abitanti della sua amata e adorata città. Saranno tristi o felici senza di me? Certamente non hanno più bisogno del mio aiuto, quegli ingrati! - diceva tra sé e sé.Intanto la magica città era diventata sporca e inquinata: così le piante si seccarono, i fiori appassirono e nel mare molti pesci morirono; i frutti diventarono marci, le piogge diventarono acide e il cibo era tutto avariato.
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La gente rischiava di morire di fame! Essa, pertanto,cominciò a reclamare la presenza del vento al posto della nuova e potente (ma puzzolente e dannosa!) fonte di energia. A questo punto della nostra storia lo scienziato iniziò a non guadagnare più niente e, demoralizzato, si ritirò dalla scena. Così il vento, sentendo le grida di disperazione dei suoi concittadini, ritornò al suo antico lavoro; ma prima, grazie al più grosso sforzo di polmoni che mai avesse sostenuto, fece finire lo scienziato dentro ad una grossa pozza piena di orrendo petrolio. E questo rimase per sempre…il suo unico lavoro “sporco”!
Autore: Classe terza A Scuola Primaria Marina Palmense - Fermo
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Indice Introduzione (Carlo Migliorelli) Presentazione (Robertino Perfetti)
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Scuola Primaria IV Novembre (Macerata) Chi trova un amico trova un tesoro Non si vive senza vento
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Scuola Primaria Maestre Pie Venerini (Ancona) Il Vento e Jack E.. via col vento C’era una volta ‌ il vento
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Scuola Primaria Castelnuovo (Recanati) Il vento di tramontana
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Scuola primaria G. Mameli (Macerata) Caro vento Il vento Baluffo Re Vento e Regina Aria
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Scuola Primaria paritaria S. Cuore (Pesaro) Il Vento buono e le Foglie La Foglia e il Vento: due amici alleati per la vita Una fiaba dedicata al vento
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Scuola primaria S. Andrea (Fermo) La parola al vento
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Scuola Primaria Vincenzo Monaldi (Fermo) Domande al vento
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Scuola Primaria S.Michele Lido (Fermo) Scienziatina e il vento della vita L’avventura di Celestino
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Scuola Primaria Capodarco (Fermo) La foglia e il vento…
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Scuola Primaria Salvano (Fermo) Il Sogno di Giulio C’era una volta… il vento Raggioper torna a splendere
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Scuola primaria Marina Palmense (Fermo) Soffione e i suoi amici L’amico del vento Un inventore nocivo
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