ARCHITETTURE DELLA PARTECIPAZIONE Il RUOLO DEL PROGETTISTA E IL CASO DELLʼEX CASERMA PIAVE DI TREVISO
Elena Borghese Marco Mercanzin Relatrice: Prof.ssa S. Marini Correlatore: Prof. M. Rossetti
Vorrei che fosse comprensibile che un’operazione di questo genere non è un’operazione doveristica, seriosa, politica nel senso autoreferenziale. No! È un’operazione divertente, divertente perchè è veramente creativa. C’è un dialogo fitto che rimbalza da tutte le parti, che raccoglie, che trasforma e che tende poi a concludersi in figure che vengono date come sintetica rappresentazione di quello che è stato detto e che sono però il germe di quello che diventerà il progetto. Conosco tanti altri che fanno partecipazione e dicono che si annoiano da morire, annoiando tutti da morire, per cui la partecipazione su quella strada non avrà mai successo, perchè diventa un compito noioso, un compito pedante e la partecipazione non può essere pedante, non può essere noiosa. La partecipazione deve essere una strada verso la gioia del creare lo spazio, dell’identificarsi con la creazione dello spazio. G. De Carlo, “30 anni dopo”, AALTA FILM, 2003
ARCHITETTURE DELLA PARTECIPAZIONE
IL RUOLO DEL PROGETTISTA E IL CASO DELLʼEX CASERMA PIAVE DI TREVISO
PROLOGO ATTO PRIMO INCERTEZZA DEL RUOLO FATTORI DELLA PARTECIPAZIONE LʼATTIVA IO E SPETTA AL PROGETTISTA ARC IVIO RUOLO DELLʼARC ITETTO CONCLUSIONI
ATTO SECONDO AUTODETERMIA
IO E DEL RUOLO
PERC TREVISO SCENOGRAFIA ATTORI SPETTACOLO I TERVISTE CONSIDERAZIONI
ATTO TERZO COPIO E O CA OVACCIO PREMESSE COPIO E O CA OVACCIO SCELTA DEL RUOLO SCENEGGIATURA
EPILOGO
PROLOGO
“Un momento. Questo gesto fermo, la mano all’altezza della testa, indica che la persona ha qualcosa da precisare o da obbiettare.” Bruno Munari, Supplemento al dizionario italiano, 1958
PROLOGO
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PROLOGO
1960
“Dico subito che secondo me, l’architettura del futuro sarà caratterizzata da una partecipazione sempre maggiore dell’utente alla sua definizione organizzativa e formale. Oppure -facendo uno sforzo per non confondere troppo quello che accadrà con quello che vorrei accadesse- dirò che secondo me gli architetti contemporanei dovrebbero fare di tutto perché l’architettura dei prossimi anni sia sempre meno la rappresentazione di chi la progetta e sempre più la rappresentazione di chi la usa.” (...) “Penso che mi si obietterà subito che allora sto descrivendo un’utopia. Si tratta di un’obiezione giusta, perché infatti l’architettura della partecipazione è un’utopia; però è un’utopia realistica, e questo fa una grande differenza. L’utopia, così come è comunemente intesa, è un’immagine impossibile perché deriva da una completa alterazione del contesto; nel senso che non tiene conto delle variabili che costituiscono la realtà alla quale la nuova immagine si contrappone. Se invece di tiene conto di tutte le variabili in gioco e si suppone che le loro relazioni possano essere diverse -perché di fatto potrebbero esserlo- allora l’utopia è realistica. Nel nostro caso il contesto è costituito da forze che sono espresse attraverso la violenza e di forze che sono state esaltate attraverso la stessa violenza; per cui il sistema delle relazione tra queste forze è artificiale. È artificiale infatti che le volontà della burocrazia, della politica, della finanza, dei sistemi di informazione istituzionali, ecc…, siano elementi determinanti per l’organizzazione dello spazio fisico, mentre la volontà delle classi sociali più povere e diseredate (che sono la maggioranza della popolazione) sia un elemento che non conta nulla. Se una contro-immagine dell’organizzazione dello spazio fisico, senza omettere alcuna delle forze che agiscono nel contesto e tenendo conto non solo delle loro energie attuali ma anche delle loro energie potenziali, sconvolge l’immagine che deriva dalla pesante situazione artificiale, allora quella contro-immagine è un’utopia realistica. È un’utopia che diventerà realtà quando le energie latenti si saranno tutte liberate e sovvertiranno la condizione di sopraffazione che attualmente le comprime.” G. De Carlo, L’architettura della partecipazione, 1971
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2010
PROLOGO
DISSENSO CONSENSO
AMMINISTRAZIONE ARCHITETTI
POPOLAZIONE
SOGGETTI INTERESSATI
VARIE FASI
FONDAZIONE ASSOCIAZIONE
PROCESSO PRIVATI
FONDI
PROGETTAZIONE PARTECIPATA TEMPO IMPIEGATO
PUBBLICI
METODI COSTRUTTIVI
STRUTTURE STRUTTURE TEMPORANEE/ TEMPORANEE EPERMANENTI PERMANENTI
AUTOCOSTRUZIONE
WORKSHOP
DIVERSE CARATTERISTICHE DEL LUOGO
"We do not present a standard version of participation: we even contest that a standard, unique, version of participation could be possible. The danger with a normative technique in that it sees the user (once again) as a standard, there to be subjected to common methods. Instead, one has to accept that with multiple users, multiple desires and multiple contexts, multiple forms of participation are necessary.” Peter Blundell-Jones, Doina Petrescu and Jeremy Till, Architecture and Participation, ed. Taylor & Francis, 2005
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PROLOGO
QUAL È IL RUOLO DELLʼARC ITETTO ELLA PROGETTA IO E PARTECIPATA “Cominceremo quindi con definire l’incoerenza che si produce tra il campo dell’architettura e le vicende della realtà, attraverso un esame dei comportamenti del suo protagonista, cioè dell’architetto. Nessuna connotazione di mestiere umano ha avuto significati così ampi e tanto ambigui quanto quella dell’architetto. La parola è stata usata per indicare il capo muratore, come dio (supremo “architetto” dell’universo). E questa illimitata latitudine di significato ha pesato enormemente sul destino di chi si è fregiato del titolo poiché lo ha incastrato tra il frustante sospetto di corrispondere al minimo e l’esaltato vanità di pervenire al massimo. Nelle varie epoche storiche, secondo l’uso che il potere intendeva farne, l’architetto è stato più capo muratore o più dio: se non proprio capo muratore, capo cantiere, come per esempio alla soglia tra Medioevo e Rinascimento; se non proprio dio, supremo sacerdote e custode di segreti di stato, come nell’antico Egitto dalla prima dinastia alla conquista di Alessandro. In ogni caso, in tutte le epoche, qualunque fosse l’importanza del suo ruolo, l’architetto è stato soggetto alle ragione del potere. Dovendo disporre di soldi, materiali, terreno e autorità per agire, ed essendo il potere l’unica forza capace di fornirgli questi mezzi, l’architetto doveva per definizione identificarsi col potere a al limite trasformarsi in una sua appendice operativa. (…) La mancanza di struttura disciplinare ha dunque salvato l’architettura dalla specializzazione ma l’ha, nello stesso tempo, gettata in quello stato d’inconsapevolezza e di vaghezza che è all’origine dei suoi mali contemporanei.” G. De Carlo, Il pubblico dell’architettura, in “Parametro”, n°5, 1971
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The belly of an architect, P. Greenaway
PROLOGO
“Il momento dell’elaborazione della soluzione non tende più a un prodotto unico e finito, ma a una sequenza di ipotesi che continuano ad affinarsi passando attraverso le critiche e i contributi creativi degli utenti. (Il compito del progettista non è più di sfornare soluzioni finite e inalterabili, ma di estrarre le soluzioni da un confronto continuo con chi utilizzerà la sua opera. La sua immaginazione sarà tutta puntata a svelare l’immaginazione dei suoi interlocutori e la soluzione uscirà dal contatto tra le due, passando attraverso una concatenazione di alternative sempre più aderenti alla natura del problema che si affronta).”
Giancarlo De Carlo
G. De Carlo, L’architettura della partecipazione, 1971
“We should instead try to organise a climate where a kind of friendly organisation is able to emerge spontaneously. (...) If you remove such centralised authority, you generate an area of creative freedom; and believe me, if you leave people free to desgin something, or to propose an idea, tweleve peope will produce at least twelve different ideas. (...) So our aim must be to define a place of freedom, to determinate the circustamnces for self-affirmation and low energy. (...) We are the architects, and I don’t want to escape frm the responsability of being or deciding etc., but I do not want decide it alone.” L. Kroll, Animal town planning and homeopathic architecture, in Peter Blundell-Jones, Doina Petrescu and Jeremy Till, Architecture and Participation, ed. Taylor & Francis, 2005
“JL: Do you trust in a collective open design process? Or: We do trust in a collective open design process, where the energies of every actor that flow in the different phases - converge into common aims. City users, municipality, architects, urbanists, activists, whoever feels to be part of that specific area should find the right phase and the useful energy to participate. Since a more inclusive way of inhabiting public spaces is needed, administrations should be more collaborative to let changes be visible in acceptable times. There is a role often indispensable and that is the coordinator. It could be a local association, a cultural operator, a neighborhood association, basically someone who is deeply rooted into the area and that has some kind of vision. They should be able to empower each actor to stoke with its knowledge. As architect, we could fit in many of these roles, but our best task should be designing devices that stimulate the collective imagination. We should also encourage new ways of using public spaces. Thus, devices must change and adapt to the different conditions of each phase. Essentially, it’s not a matter of controlling/ fixing the space, it’s more an issue of giving basic infrastructures to let living patterns grow and develop freely”
Lucien Krollv
Lucien Kroll
Orizzontale
Intervista a Orizzontale, in Building the city together, Raumlaborberlin, 2015
JL: Do you trust in a collective open design process? etc: A collective design moment is very interesting to follow, because that is when you understand the power of a group creating together, where the collective intelligence emerges. It crushes the selfhood, allows to listen to each other, forces you to find a an agreement behind a common goal and creates something you would never have imagined alone. These moments are difficult to obtain spontaneously, everybody seeks something different, everybody is here for different reason. The important is to bring people to a same final result. As a mediator would guide a debate by helping giving it some sense without interfering in point of views, the “building matrix” helps to catalyse collective open design process. We trust in exploring how to think together. Intervista a Collectif Etc, in Building the city together, Raumlaborberlin, 2015 Collectif Etc
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ATTO PRIMO
“Che vuoi? Le estremità delle cinque dita si riuniscono rapidamente e formano un cono con il vertice in alto. La mano può restare ferma o essere scossa più o meno velocemente, secondo che la domanda è fata con gentilezza o con impazienza.” Bruno Munari, Supplemento al dizionario italiano, 1958
ATTOPRIMO INCERTEZZA DEL RUOLO
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ATTO PRIMO
FATTORI DELLA PARTECIPAZIONE LʼATTIVA IO E SPETTA AL PROGETTISTA
ARC IVIO RUOLO DELLʼARC ITETTO CO CLUSIO I
FATTORI DELLA PARTECIPAZIONE
SCENOGRAFIA
Carenza di fondi Sfiducia nelle amministrazioni Lentezza burocratica Comunicazione Spazi abbandonati
SPETTA
In realtà la partecipazione trasforma quell’atto imperativo, che finora è sta prende avvio dallo svelamento dei bis formulazione di ipotesi organizzativ gestione dove anzichè concludersi, si di verifiche e rimodellazioni che retro sollecitando la loro continua ripropos
G. De Carlo, Il pubblico dell’architettu
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ACOLO
a la progettazione architettonica da ata, in un processo. Un processo che sogni degli utenti, passa attraverso la ve e formali, approda a una fase di i riapre in una ininterrota alternanza oagiscono sui bisogni e sulle ipotesi, sizione.”
ATTO PRIMO
FATTORI DELLA PARTECIPAZIONE LʼATTIVA IO E SPETTA AL PROGETTISTA
ARC IVIO RUOLO DELLʼARC ITETTO CO CLUSIO I
ATTORI
Progettista Amministrazione Popolazione
ura in Parametro n° 5/1971
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ATTO PRIMO
FATTORI DELLA PARTECIPAZIONE LʼATTIVA IO E SPETTA AL PROGETTISTA
ARC IVIO RUOLO DELLʼARC ITETTO CO CLUSIO I
“Un’operazione di architettura passa per tre momenti: la definizione del problema, l’elaborazione della soluzione, la valutazione dei risultati. (...) La parteciapzione implica la presenza degli utenti lungo tutto il corso dell’operazione. Questo fatto genera almeno tre fondamentali conseguenze: ogni momento dell’operazione diventa una fase del progetto; anche l’ ”uso” diventa un momento dell’operazione e quindi una fase del progetto; i diversi momenti sfumano uno nell’altro e l’operazione cessa di essere lineare, a senso unico e autosufficiente” G. De Carlo, L’architettura della partecipazione, 1971
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GESTIONE
REALIZZAZIONE
PROGETTAZIONE
PROMOZIONE
INTERESSE VERSO UN LUOGO
NECESSITÀ SOCIALE
PROCESSO
ATTO PRIMO
FATTORI DELLA PARTECIPAZIONE LʼATTIVA IO E SPETTA AL PROGETTISTA
ARC IVIO RUOLO DELLʼARC ITETTO CO CLUSIO I
ATTORI
SCENOGRAFIA SPETTACOLO Le variabili si condizionano reciprocamente attraverso relazioni non consecutive. “Non per la partecipazione. Se camLeesistono variabiliricette si condizionano reciprocamente attrabiano i partecipanti e le ragioni per cui si incontraverso relazioni non consecutive. no, cambia la partecipazione: bisogna inventarla ed “Non esistono ricette per la partecipazione. Se camesprimerla ogni volta da capo”. biano i partecipanti e le ragioni per cui si incontraG. de Carlo, no, cambia la partecipazione: bisogna inventarla La progettazione partecipata, in Avventure Urbane, progettare la città ed con gli abitanti, M. Sclavi, esprimerla ogni2002 volta da capo”. G. De Carlo, La progettazione partecipata, postfazione in M. Sclavi, Avventure Urbane. Progettare la città con gli abitanti, 2002
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ATTO PRIMO
FATTORI DELLA PARTECIPAZIONE LʼATTIVA IO E SPETTA AL PROGETTISTA
ARC IVIO RUOLO DELLʼARC ITETTO CO CLUSIO I
LʼATTIVA IO E SPETTA AL PROGETTISTA
POPOLAZIONE
FONDI
L’analisi diretta di situazioni documentate è il miglior modo per descrivere la situazione contemporanea nel contesto della progettazione partecipata. La definizione dei requisiti che identificano i campioni selezionati è determinata sia dalla necessità di omologazione di questi, sia, in via maggioritaria, dal tema stesso dell’analisi. Risulta quindi necessario specificare che le coordinate spaziali e temporali che inquadrano i seguenti risultati sono compresi nel contesto europeo della progettazione partecipata degli ultimi 15 anni. Più nel dettaglio, si è stabilito di indagare progetti riferiti ad un interesse pubblico e finalizzati alla realizzazione concreta di uno spazio (escludendo quindi la progettazione partecipata legata alla redazione di piani urbanistici). Delle tre variabili fino ad ora esposte, quella relativa agli “attori” si dimostra la chiave di lettura corretta. Il primo fattore che identifica la diversa successione di eventi compresa nel processo partecipato è infatti l’attuatore di quest’ultimo, ovvero una figura riconducibile alle classificazioni di Amministrazione, Popolazione e Architetto. Non da meno, l’interesse della nostra ricerca è volta all’indagine delle dinamiche dei soggetti presenti e dei ruoli entro i quali essi sono descrivibili. Colui che avvia la dinamica studiata è quindi la base di confronto che più chiaramente permette di interpolare le successive informazioni. Egli non è da considerarsi colui che avvia il processo progettuale in senso stretto, ma bensì colui che legge una determinata necessità sociale di ambito architettonico ed attiva, in via diretta come indiretta, un sistema che condurrà alla risposta di tale necessità. Mentre per quanto riguarda Popolazione ed Amministrazione una richiesta architettonica come espressione di una necessità sociale è debita, è da notare come l’Architetto, oltre a svolgere il compito di formalizzare tale richiesta, talvolta si prenda a carico la formulazione della richiesta stessa.
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PROGETTO
SITO
0%
50%
50%
PUBBLICO
PRIVATO
COSTRUITO
100% SCOPERTO
0% 20%
TEMPORANEO
0% DITTA PRIVATA
100%
100% PERMANENTE AUTOCOSTRUZIONE
20% CUBATURA
60%
IN USO
80% CUBATURA 0
20%
ABBANDONATO
SENZA DESTINAZIONE
ATTO PRIMO
FATTORI DELLA PARTECIPAZIONE LʼATTIVA IO E SPETTA AL PROGETTISTA
ARCHITETTO
AMMINISTRAZIONE
FONDI
FONDI
SITO
PROGETTO
PROGETTO
SITO
0%
70% 30% PUBBLICO
ARC IVIO RUOLO DELLʼARC ITETTO CO CLUSIO I
100%
PRIVATO
PRIVATO
PUBBLICO
40%
0% 20%
TEMPORANEO
60%
TEMPORANEO
DITTA PRIVATA
55%
COSTRUITO
80%
PERMANENTE
AUTOCOSTRUZIONE
15% IN USO
60% 40% CUBATURA CUBATURA 0
100%
SCOPERTO
PERMANENTE
50%
60%
45%
DITTA PRIVATA
COSTRUITO
50%
40%
SCOPERTO
AUTOCOSTRUZIONE
70% 15%
0%
ABBANDONATO SENZA DESTINAZIONE
IN USO
60% CUBATURA
65%
35% ABBANDONATO
SENZA DESTINAZIONE
40% CUBATURA 0
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ATTO PRIMO
FATTORI DELLA PARTECIPAZIONE LʼATTIVA IO E SPETTA AL PROGETTISTA
ARC IVIO RUOLO DELLʼARC ITETTO CO CLUSIO I
LEGGERE LA PARTECIPAZIONE
POPOLAZIONE
ARCHITETTO
AMMINISTRAZIONE
Interesse verso un luogo
Interesse verso un luogo
Interesse verso un luogo
Promozione
Promozione
Promozione
Progettazione
Progettazione
Progettazione
Realizzazione
Realizzazione
Realizzazione
Gestione
Gestione
Gestione
PARTECIPAZIONE DELLA POPOLAZIONE
PARTECIPAZIONE DEGLI ARCHITETTI
PARTECIPAZIONE DELLA POPOLAZIONE
PARTECIPAZIONE DEGLI ARCHITETTI
Presente tra il 60% e l’80% dei casi Presente in meno del 60% dei casi 20
PARTECIPAZIONE DELLA POPOLAZIONE
PARTECIPAZIONE DEGLI ARCHITETTI
ATTO PRIMO
FATTORI DELLA PARTECIPAZIONE LʼATTIVA IO E SPETTA AL PROGETTISTA
ARC IVIO RUOLO DELLʼARC ITETTO CO CLUSIO I
LEGGERE IL PROCESSO
LEGGERE LEGGEREILILPROCESSO PROCESSO LEGGERE LEGGERE ILILPROCESSO PROCESSO LEGGERE IL PROCESSO LEGGERE IL PROCESSO POPOLAZIONE
ARCHITETTO
POPOLAZIONE POPOLAZIONE POPOLAZIONE AMMINISTRAZIONE POPOLAZIONE TRAZIONE AMMINISTRAZIONE POPOLAZIONE TRAZIONE
AMMINISTRAZIONE POPOLAZIONE TRAZIONE Necessità collettiva
se verso uogo se verso
uogo se verso uogo ozione
ozione
ozione
tazione
tazione
Progettazione Progettazione Workshop di
zazione
Realizzazione
azione
Realizzazione autocostruzione
autocostruzione Workshop di
Workshop di Workshop di autocostruzione Realizzazione autocostruzione
ARCHITETTO ARCHITETTO ARCHITETTO ARCHITETTO ARCHITETTO
AMMINISTRAZIONE AMMINISTRAZIONE AMMINISTRAZIONE AMMINISTRAZIONE AMMINISTRAZIONE
ARCHITETTO
AMMINISTRAZIONE
Ricerca della necessità
Ideazione da parte di pochi Necessità Ideazione da collettiva Ideazione parte di pochi da Ideazione da Interesse verso Necessità parte di pochi parte di Necessità collettiva un luogo pochi daScelta Ideazione collettiva Interesse verso parte di del luogo un luogo pochi Ideazione daScelta Interesse verso parte didel luogo un luogo pochi Scelta Scelta Promozione Scelta del luogo Fondazione del luogo del luogo Scelta associazione NecessitàPromozione del luogo collettiva Fondazione Scelta Necessità associazione Promozione del luogo collettiva Fondazione Fondazione associazione Necessità Progettazione associazione collettiva
tazione
zazione ione
Ideazione da parte di pochi
Ricerca della necessità Ricerca della Ricerca della Ricerca della necessità necessità necessità Ricerca della Indagine sullanecessità popolazioneRicerca della Indagine sulla popolazione Indagine sulla Indagine sulla popolazione Indagine sulla popolazione popolazione Indagine sulla Convocazione popolazione architetto Indagine sulla popolazione Convocazione
Gestione
ione
Workshop di Gestione
Obbligo di partecipazione
necessità
Fondazione associazione Fondazione associazione
architetto Convocazione Convocazione Convocazione architetto architetto architetto Convocazione architetto
Fondazione associazione
Convocazione architetto
Scelta del luogo
Ideazione della necessità Ideazione collettiva della necessità Ideazione collettiva Ideazione della della necessità necessità collettiva collettiva
Scelta del luogo Scelta del Sceltadel del Scelta luogo luogo luogo Scelta del luogo
Scelta del luogo
Bando di idee Bando
Obbligo di partecipazione Obbligo di partecipazione
Concept Concept Concept Concept Concept Concept
Progettazione
di DELLA Workshop DEGLI DEGLI PARTECIPAZIONE PARTECIPAZIONE PARTECIPAZIONE POPOLAZIONEautocostruzione ARCHITETTI ARCHITETTI DELLA DEGLI DEGLI POPOLAZIONE ARCHITETTI PARTECIPAZIONE PARTECIPAZIONE ARCHITETTI PARTECIPAZIONE DELLA DEGLI DEGLI POPOLAZIONE ARCHITETTI ARCHITETTI
Autocostruzione Autocostruzione Autocostruzione Autocostruzione
Gestione Gestione
Gestione Gestione Gestione
Progettazione Progettazione
Autocostruzione
autocostruzione Workshop di autocostruzione PARTECIPAZIONE PARTECIPAZIONE PARTECIPAZIONE
Scelta del luogo
di idee Scelta del Bando Bando luogo di idee di idee Scelta del Bando Obbligo di Scelta del luogo Bando Bando partecipazione di idee luogo di idee di idee Bando di Scelta del Obbligo di Obbligo di Partecipazione intervento luogo partecipazione Obbligo di partecipazione scelta specifico partecipazione Scelta del Obbligo di dall’architetto Bando di luogo partecipazione Partecipazione intervento Obbligo di scelta specifico Bando di Scelta del partecipazione dall’architetto Partecipazione Bando di luogo intervento Ideazione Bando di Partecipazione scelta intervento specifico della intervento scelta dall’architetto specifico necessità Ideazione specifico Bando di dall’architetto collettiva della intervento Obbligo di necessità specifico Partecipazione partecipazione Ideazione Bando di collettiva Partecipazione scelta della intervento scelta dall’architetto Partecipazione Obbligo di necessità specifico dall’architetto partecipazione scelta collettiva Partecipazione dall’architetto Obbligo di Partecipazione scelta Obbligo di partecipazione scelta dall’architetto Partecipazione partecipazione dall’architetto Partecipazione scelta scelta Obbligodall’architetto di partecipazionedall’architetto
Concept
Gestione
ione
AMMINISTRAZIONE
Progettazione Autocostruzione Progettazione Progettazione Costruzione Autocostruzione appaltata Costruzione Costruzione appaltata appaltata
Progettazione
Non realizzato Non realizzato
realizzato NonNon realizzato Non realizzato Non realizzato Non realizzato
Costruzione Costruzione appaltata appaltata Costruzione Costruzione appaltata appaltata
Gestione Gestione
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ATTO PRIMO
FATTORI DELLA PARTECIPAZIONE LʼATTIVA IO E SPETTA AL PROGETTISTA
ARC IVIO RUOLO DELLʼARC ITETTO CO CLUSIO I
ARC IVIO
CASI EUROPEI REALIZZATI NEGLI ANNI 2000 1 JARDIN DE TA SOEUR, Bordeaux, 2003 ORMA D PAR , Londra, 2005 3 PASSAGE 56, Parigi, 2006 4 LE BISTROT DU PORCHE, Nantes, 2008 ERI A MA GRU DSC ULE, Berlino, 2008 EIC AUMOPER, Berlino, 2009 7 PRINZESSINENGÄRTEN, Berlino, 2009 8 OPEN LIBRARY, Magdeburg, 2009 ARDI DE MAI , Montpellier, 2010 10 PARCO UDITORE, Palermo, 2010 11 CANTIERE BARCA, Torino, 2011 OUS LE PAR I G, Strasburgo, 2011 EMMA GE ERATOR, Berlino, 2012 14 GIARDINO CASTRUCCIO, Roma, 2012 15 CAFÉ SUR PLACE, Bordeaux, 2012 I DERGARTE LIC TE ERG EG, Lipsia, 2012 17 JARDINS POSSIBLES, Marsiglia, 2013 18 PARCHETTO FERONIA, Roma, 2013 19 STAZIONE SANBA, Roma, 2014 AC LARGO MILA O Cinisello Balsamo, 2014
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ATTO PRIMO
FATTORI DELLA PARTECIPAZIONE LʼATTIVA IO E SPETTA AL PROGETTISTA
ARC IVIO RUOLO DELLʼARC ITETTO CO CLUSIO I
JARDIN DE TA SOEUR Bordeaux, 2003
COMMITTENZA: PROGETTO: giardino temporaneo: Bruit du Frigo, giardino permanente: Celine Pétreau (architetto), Alise Meurice (paesaggista) PRODUTTORE: Bruit du frigo con associazioni, artisti, altri collettivi, abitanti, municipalità COSTO: 180 000 euro DIMENSIONE: 1 ettaro CRONOLOGIA: durata del progetto 2003-2006; apertura ufficiale del giardino temporaneo 2006, inizio del progetto giardino permanente 2010 STATO: opera permanente Nel 2003 Bruit de Frigo, in collaborazione con il centro sociale Bordeaux Nord e alcune associazioni di quartiere e degli abitanti, per rispondere alla necessità locali di avere degli spazi verdi pubblici, hanno lavorato su un’area abbandonata di circa un ettaro per la crezione di un giardino temporaneo, durante un workshop di una giornata. Questa azione, portata avanti principalmente per uno scopo dimostrativo, ha spinto gli abitanti a proseguire il progetto trasformandolo in giardino permanente. Un collettivo composto da associazioni e abitanti del quartiere è stato fondato per proporre al Comune di Bordeaux un’idea. Gli abitanti, affiancati dal team di architetti, ha presentato un progetto basato sull’autocostruzione degli arredi, in collaborazione con artisti locali. Circa 130 abitanti del quartiere, 35 tra ragazzi e adolescenti del centro sociale di Bordeaux Nord, 50 bambini della scuola materna e membri del collettivo hanno partecipato al lavoro di costruzione. Nel 2010, la città di Bordeaux ha lanciato un concorso di idee per completare i lavori del giardino e di un parco giochi. Lo studio è stato affidato alla squadra di Celine Pétreau (architetto) e Alise Meurice (paesaggio). Il giardino ha ancora una gestione collettiva di quartiere.
A. Lambertini, Urban Beauty! Luoghi prossimi e pratiche di resistenza estetica, Bologna, 2013, Ed. Compositori. http://www.bruitdufrigo.com/index.php?id=75 http://www.jardindetasoeur.org/?page_id=5 http://www.bordonor.org/jardin-de-ta-soeur/
ORMA D PAR Londra, 2005
COMMITTENZA: North Fulham New Deal for Communities (ente pubblico) PROGETTO: Kinnear Landscape Architects, abitanti del quartiere PRODUTTORE: Balfour Beatty Civil Engineering Ltd COSTO: 2 000 000 £ (finanziamento pubblico) DIMENSIONE: 2,1 ettari CRONOLOGIA: concorso indetto nel 2005, incarico assegnato nel 2006, costruzione eseguita nel 2007/2008 STATO: opera permanente
La realizzazione del Normand Park fa capo ad un piano di riqualificazione urbana atto a realizzare una rete di parchi in luoghi strategici della città. Lo studio KLA, vincitore del concorso, ha presentato un’idea di progettazione partecipata in un quartiere (Fulham) dove la coesione sociale si dimostrava assente. La partecipazione è stata effettuata costituendo tre laboratori artistici, nei quali gli abitanti hanno interagito tra loro e con artisti locali, divisi in base all’età delle persone coinvolte (bambini, giovani, anziani). Da queste attività si sono redatti elaborati più o meno specifici utilizzati come indirizzo per la progettazione vera e propria. La riqualificazione si è dimostrata efficacie ed il metodo partecipativo ha lasciato in eredità un’associazione di quartiere (the Friends of Normand Park) che tuttora si adopera per il mantenimento dell’area.
A. Lambertini, Urban Beauty! Luoghi prossimi e pratiche di resistenza estetica, Bologna, 2013, Ed. Compositori. http://kland.co.uk/projects/normand-park/ https://www.lbhf.gov.uk/Images/Normand%20Park%20Management%20Plan%20 2008-2018_tcm21-181305.pdf
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ATTO PRIMO
FATTORI DELLA PARTECIPAZIONE LʼATTIVA IO E SPETTA AL PROGETTISTA
ARC IVIO RUOLO DELLʼARC ITETTO CO CLUSIO I
PASSAGE 56 Parigi, 2006
COMMITTENZA: Atelier d’architecture autogérée PROGETTO: Atelier d’architecture autogérée PRODUTTORE: Atelier d’architecture autogérée, associazioni locali e abitanti COSTO: 90 000 euro DIMENSIONE: 200 m2 CRONOLOGIA: inizio progetto 2006, inizio lavori 2007, fine lavori 2009 STATO: opera permanente
AAA sono un un gruppo di giovani architetti il cui interesse verte sugli spazi residui della città. Passage 56 è situato in un quartiere a nord-est di Parigi, famoso per la sua multiculturalità e la densità urbana. Il progetto si sviluppa in un vecchio passaggio pedonale, chiuso nel 1980 a causa della costruzione di un immobile. L’area, non adatta ad una nuova costruzione, è rimasta abbandonata. L’idea è frutto della cooperazione di architetti, abitanti del quartiere, associazioni locali e municipalità che insieme hanno deciso di creare uno spazio di gestione collettiva che poteva ospitare varie attività. Immediatamente tutti i partecipanti al progetto hanno occupato l’area con installazioni e arredo temporaneo autoprodotto con materiali di riciclo, creando, così, anche il luogo in cui potevano svolgersi gli incontri per portare avanti l’ideazione delle fasi successive. Il risultato è una costruzione in legno sospesa tra i due edifici adiacenti, che ospita un giardino pensile e alcuni ambienti per attività di gruppo. L’opera è quasi totalente autosufficiente dal punto di vista energetico: è dotata di pannelli solari, sistema di raccolta stoccaggio e riuso delle acque piovane.
F. Nicolao, La fessura del quartiere Saint Blaise, in “Abitare”, n. 508, Dicembre 2010 http://www.urbantactics.org/projects/passage%2056/ passage56html.html http://www.publicspace.org/en/works/f250-passage-56-espace-culturel- ecologique https://56stblaise.wordpress.com/ http://www.spatialagency.net/database/aaa
LE BISTROT DU PORCHE Nantes, 2008
COMMITTENZA: PROGETTO: Bruit du Frigo PRODUTTORE: Bruit du frigo, associazioni locali e abitanti del quartiere COSTO: / DIMENSIONE: / CRONOLOGIA: 19 aprile - 5 maggio 2018 STATO: opera temporanea
Nel 2006 il comune di Nantes inizia un’opera di riqualificazione del quartiere Breil-Malville situato a nord della città. Parte del progetto prevedeva la demolizione del “Porche Raimu”, dove il collettivo Bruit du frigo, con sostegno di alcune associazioni locali, installa un Bistrot che funge anche da atelier di progettazione collettiva. L’opera si realizza e funziona grazie alla collaborazione di tutti gli abitanti dell’edificio e del quartiere, che mettono a disposizione sia le cucine che il loro tempo. Il Bistrot ha una doppia funzione: far conoscere e creare legami tra le persone, diventare un vero e proprio atelier di progettazione dove gli abitanti possono sviluppare le proprie idee per il quartiere. L’iniziativa ha avuto un riscontro positivo e il collettivo Bruit du Frigo ha raccolto tutte le idee degli abitanti trasformandoli in elaborati grafici da presentare al comune.
http://www.bruitdufrigo.com/index.php?id=83 http://www.citizen-nantes.com/article-18527700.html http://bruitdufrigo-nantes.blogspot.it/ http://urbanites-inattendues.over-blog.com/article-un-bistrot- pour-imaginer-l-avenir-d-un-immeuble-d-habitations-bruit-du-fri- go70197293.html
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ATTO PRIMO
ERI A MA
FATTORI DELLA PARTECIPAZIONE LʼATTIVA IO E SPETTA AL PROGETTISTA
ARC IVIO RUOLO DELLʼARC ITETTO CO CLUSIO I
GRU DSC ULE
Berlino, 2008
COMMITTENZA: Stattbau Berlin - Stadtentwicklungsgesellschaft mbH PROGETTO: Die Baupiloten, Susanne Hofmann Architects BDA, popolazione PRODUTTORE: autocostruzione partecipata, laboratori carcerari e programmi di recupero di persone svantaggiate COSTO: 290 000 euro DIMENSIONE: 1705 m2 CRONOLOGIA: primo progetto e realizzazione 2003, secondo progetto e realizazione 2006-2008 STATO: opera permanente Il progetto è il restauro di un edificio scolastico, edificato all’inizio del ‘900, affidato al collettivo Baupiloten. La progettazione dell’intero intervento è stata partecipata, interagendo con la popolazione in senso lato: dai futuri occupanti (bambini e ragazzi) alle associazioni di genitori, dagli isegnanti agli abitanti del quartiere. A seconda di quali figure partecipavano, gli architetti hanno utilizzato sistemi differenti per poter utilizzare al meglio le loro proposte e le loro richieste. Il restauro si è compiuto in due fasi di progettazione e costruzione differenti, una prima ha recuperato 1100 mq con una spesa complessiva di 140 000 euro, la seconda i rimnenti 605 per un investimento di 150 000 euro. Anche la realizzazione dell’opera ha visto una profonda azione partecipativa: sono intervenuti infatti molti artigiani locali, alcuni a titolo gratuito, volontari, programmi di recupero dei detenuti o di strutture per l’accoglienza di persone disagiate. L’ottimo risultato ha avuto un impatto positivo sul piano di coesione sociale di un quartiere multietnico.
http://www.erika-mann-grundschule.com/ http://www.baupiloten.com/projekte/erika-mann-grundschule-2/ http://www.baupiloten.com/en/projekte/erika-mann-primary-school-3/ http://www.bdp.it/aesse/content/index.php?action=read_school&id_ m=10278 http://www.archdaily.com/27714/erika-mann-elementaryschool-die-bau- piloten
EIC
AUMOPER
Berlino, 2009
COMMITTENZA: PROGETTO: Jan Liesegang, Matthias Rick (ideatori), Raumlaborberlin, Musiktheater im Revier, Grillo-Theater, Ringlokschuppen , Mülheim PRODUTTORE: Raumlaborberlin, Musiktheater im Revier, Grillo-Theater, Ringlokschuppen, Mülheim, circa 60 abitanti, Impresa di costruzioni privata COSTO: 420 000 euro (Fondazione Arts NRW) DIMENSIONE: 1 000 m2 CRONOLOGIA: iniziativa teatrale e realizzazione struttura giuno luglio 2009, torneo di boxe ottobre 2010 STATO: opera permanente
L’idea nasce dalla volontà di due architetti, i quali progettarono di recuperare una stazione della metropolitana berlinese realizzando una struttura finalizzata ad accogliere eventi di varia natura richiedendo la partecipazione della popolazione. Il primo evento, che mise in moto la costruzione degli apparati architettonici necessari, è stato una manifestazione teatrale (teatro dell’opera), tenutasi nell’estate del 2009, alla quale hanno collaborato diverse figure professionali assieme a circa 60 abitanti del quartiere. Successivamente l’ultimo evento rilevante risale all’autunno del 2010 e si è trattato di un torneo di incontri di boxe. Ad oggi la struttura è inutilizzata, ad ecceione di sporadici eventi, non sempre autorizzati. Il progetto voleva, facendo leva sulla partecipazione della popolazione, riattivare e riqualificare una struttura urbana degradata attraverso la dimostrazione delle sue potenzialità espresse con eventi comprendenti trasversalmente più fenomeni artistici. Nonostante il successo dell’iniziativa teatrale progettata come innesco, la partecipazione alla realizzazione sia dell’evento sia della struttura della popolazione e lo stanziamento di ingenti fondi, ad oggi la situazone di inutilizzo non sembrerebbe essersi risolta.
http://raumlabor.net/eichbaumoper/ https://de.wikipedia.org/wiki/Eichbaumoper http://raumlabor.net/eichbaum-countdown/ http://www.publicspace.org/en/works/f030-eichbaumoper
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ATTO PRIMO
FATTORI DELLA PARTECIPAZIONE LʼATTIVA IO E SPETTA AL PROGETTISTA
ARC IVIO RUOLO DELLʼARC ITETTO CO CLUSIO I
PRINZESSIENEGÄRTEN Berlino, 2009
COMMITTENZA: PROGETTO: Marco Clausen, Robert Shaw PRODUTTORE: Marco Clausen, Robert Shaw, abitanti del quartiere COSTO: / DIMENSIONE: 5 300 m2 CRONOLOGIA: percorso collaborativo iniziato nel 2009 ed ancora in corso STATO: opera permanente
Prinzessinen gärten è un orto urbano autogestito situato in un area abbandonata di proprietà pubblica ottenuta in concessione dalla fondazione che si adopera della gestione dello stesso. Il progetto è frutto esclusivamente della volontà di Clausen e Show, i quali hanno avviato il processo sperando poi nella collaborazione di eventuali abitanti interessati. Il progetto è stato vincente ed in poco tempo la popolazione multietnica del quartiere è diventata parte attiva. L’orto ad oggi produce una quantità considerevole di ortaggi venduti ai supermercati vicini attraverso una rete di fiducia instaurata nel corso degli anni. Questa vendita permette il mantenimento dell’opera e l’assunzione a tempo pieno di 13 persone, aiutate ancora da moltissimi volontari aderenti all’associazione fondata per la gestione.
A. Lambertini, Urban Beauty! Luoghi prossimi e pratiche di resistenza estetica, Bologna, 2013, Ed. Compositori. http://prinzessinnengarten.net/ http://www.nationalgeographic.de/aktuelles/meldungen/die-bio-bauernvon-kreuzberg
OPEN LIBRARY Magdegurb, 2009
COMMITTENZA: City of Magdeburg Department of Building and Construction, Bürgerverein Salbke-Fermersleben-Westerhüsen e.V. PROGETTO: KARO*, Architektur+Netzwerk, abitanti del quartiere PRODUTTORE: impresa di costruzioni privata COSTO: 235 000 euro (finanziamenti pubblici) DIMENSIONE: 488 m2 CRONOLOGIA: concorso di progetto e progettazione 2005/2007, realizzazione dell’opera 2008/2009 STATO: opera permanente
L’opera nasce per volontà dell’amministrazione pubblica, la quale ha indetto nel 2005 un bando finalizzato alla realizzazione di una biblioteca pubblica. Il progetto vincitore è un edificio totalmente aperto che gestisce all’interno solamente la custodia dei volumi. Il gruppo di architetti responsabili avviano una fase di progettazione partecipata con la cittadinanza, che si conclude con il modello in scala 1:1 della proposta. Vennero infatti utilizzate delle cassette di plastica come moduli per costruire insieme alla popolazione un progetto reso poi definitivo dalle competenze specifiche proprie degli architetti. La realizzazione finale poi, disponendo comunque di un finanziamento pubblico dedicato, è stata eseguita da un’impresa costruttrice terza.
http://www.publicspace.org/en/works/f084-open-air-library http://www.archdaily.com/39417/open-air-library-karo-architekten http://www.karo-architekten.de/cms/wp-content/uploads/2007/08/LZ- projekt-information-dt.pdf http://www.karo-architekten.de/architektur-projekte/52 http://www.architetturaecosostenibile.it/architettura/progetti/in-europa/opern-air-library-biblioteca-595/
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ATTO PRIMO
ARDI
FATTORI DELLA PARTECIPAZIONE LʼATTIVA IO E SPETTA AL PROGETTISTA
ARC IVIO RUOLO DELLʼARC ITETTO CO CLUSIO I
DE MAI
Montpellier, 2010
COMMITTENZA: Comune di Montpellier, Service Paysage et Nature et Démocratie Locale de la Ville de Montpellier PROGETTO: COLOCO, associazioni locali PRODUTTORE: COLOCO, Comune di Montpellier, associazioni locali COSTO: 55 000 euro (fondi pubblici) DIMENSIONE: 1 200 m2 CRONOLOGIA: progettazione collettiva aprile-settembre 2010; preparazione del cantiere settembre 2010; costruzione 8-9 ottobre 2010 STATO: opera permanente Nell’ambito di un piano di riqualificazione della città, lo studio di architetti ha individuato un luogo dove ci fosse già presente una volontà di recupero e riqualificazione da parte della popolazione. In questo caso si trattava di un parcheggio abbandonato. L’approccio per la rifunzionalizzazione, dovendo tener conto della presenza di associazioni locali già interessate allo sviluppo dell’area, è stato fortemente improntato sulla partecipazione. Diversi appuntamenti di discussione tra gli architetti e gli abitanti del quartiere tenutisi nell’arco della primavera/estate 2010 hanno condotto alla stesura di un progetto che, con i finanziamenti pubblici destinati al programma di riqualificazione, è stato realizzato in sole 48 ore con la collaborazione di abitanti. Ad oggi il giardino è gestito e curato da un’associazione formata dalle stesse persone del quartiere che hanno partecipato alla sua creazione.
A. Lambertini, Urban Beauty! Luoghi prossimi e pratiche di resistenza estetica, Bologna, 2013, Ed. Compositori. http://www.coloco.org/300510/3836322/galerie/jardin-demain
PARCO UDITORE Palermo, 2010
COMMITTENZA: cittadinanaa, U’Parco PROGETTO: G. Quattrocchi, T. Sorvillo, A. Bonica, M. Provenzano (CFRS) , M. Leone, P. Valenza, G. Barbera, M. Speciale (UNIPA), Christiane Blais, Giovani Callea (U’Parco) PRODUTTORE: Associazione Parco Uditore, U’Parco, Corpo Forestale Re- gione Sicilia COSTO: 100 000 euro (finanziamento pubblico) DIMENSIONE: 9 ettari CRONOLOGIA: fondazione dell’associazione 2010, apertura del parco 2012 STATO: opera permanente
Il lotto si mostrava come un’area incolta di dubbia destinazione. Degli studi condotti dalla facoltà di Agraria dell’università di Palermo hanno identificato la consistenza floristica del lotto ipotizzandone la destinazione a parco. Questo ha innescato l’interesse della popolazione che ha iniziato a richiedere la conversione del lotto istituendo l’associazione come sistema di pubblicizzazione della questione. Diversi docenti dell’università palermitana, in collaborazione con i cittadini interessati, hanno quindi redatto un progetto che si è poi realizzato grazie al lavoro di molti volontari ed ai fondi stanziati dalla Regione, che ha accolto la destinazione d’uso proposta dalla cittadinanza. Ad oggi il parco è co-gestito dal Corpo Forestale e dall’Associazione ‘U Parco, quindi dalla cittadinanza.
A. Lambertini, Urban Beauty! Luoghi prossimi e pratiche di resistenza estetica, Bologna, 2013, Ed. Compositori. http://www.parcouditore.org/ http://www.uparco.org/ http://livesicilia.it/2015/05/15/riapre-il-parco-uditore-volontari- solo-grazie-a-noi_627827/
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ATTO PRIMO
FATTORI DELLA PARTECIPAZIONE LʼATTIVA IO E SPETTA AL PROGETTISTA
ARC IVIO RUOLO DELLʼARC ITETTO CO CLUSIO I
CANTIERE BARCA Torino, 2011
COMMITTENZA: Collettivo a.titolo Torino, progetto situa.to PROGETTO: Collectif Etc, Yakafaucon, a.titolo, popolazione PRODUTTORE: Collectif Etc, Yakafaucon, a.titolo, popolazione COSTO: / DIMENSIONE: / CRONOLOGIA: Ideazione progetto e workshop esplorativo settembre 2010, primo workshop di progetto e costruzione giugno 2011 STATO: opera permanente Il collettivo a.titolo nel 2010 mette in atto un progetto artistico-sociale di riqualificazione della periferia urbana della città di Torino. Il progetto, situa.to, prevede di scovare dei luoghi atti al recupero per la rinfunzionalizzazione volta all’aggregazione sociale. Nel settembre dello stesso anno, 30 giovani under 30 selezionati dal progetto partecipano a seminari e lezioni sull’argomento per poi iniziare la ricerca dei luoghi adatti. Vengono identificate 9 location, la prima delle quali è il Cantiere Barca. Trattasi di un edificio commerciale monopiano, realizzato dall’amministrazione negli anni ‘80 come opera di urbanizzazione secondaria, mai adoperato ed oggi in totale stato di abbandono e degrado. Lo stabile è dotato di porticato ed è adiacente ad un’area verde. Nell’anno successivo al primo workshop esplorativo, i giovani selezionati interagiscono con la popolazione del luogo scoprendo che essa da tempo si interessa alle sorti di quello spazio che percepisce come proprio. Nel giugno del 2011 viene quindi organizzato un workshop di una settimana aperto alla collaborazione della gente, degli studenti e di altri collettivi. Il risultato è la costruzione e la riappropriazione dello spazio, che da allora continua ad ospitare eventi ed altri workshop che mantengono viva l’interazione sociale. A. Lambertini, Urban Beauty! Luoghi prossimi e pratiche di resistenza estetica, Bologna, 2013, Ed. Compositori. http://raumlabor.net/cantiere-barca/ http://www.domusweb.it/it/architettura/2013/09/17/raumlabor_bar- ca_2013.html
OUS LE PAR I G Strasburgo, 2011
COMMITTENZA: INSA Strasbourg PROGETTO: Collectif Etc (con studenti) PRODUTTORE: Collectif Etc (con studenti) COSTO: 2 000 euro DIMENSIONE: 150 m2 CRONOLOGIA: progettazione gennaio 2011, realizzazione durante workshop gennaio 2011 STATO: opera permanente
Nel 2008 il governo francese indice PlanCampus, un programma di finanziamento per la riqualifica dei poli universitari nazionali. La facoltà di ingegneria di Strasburgo (INSA) si interfaccia alla città attraverso un parcheggio asfaltato ora in disuso e si valuta l’ipotesi di sperimentarne nuove funzioni con l’ausilio di questo piano governativo. Per due mesi si è svolto quindi un workshop nel quale gli architetti del Collectif Etc collaborando con gli abitanti del quartiere (in questo caso un campus, quindi studenti) hanno progettato sia dei moduli di arredo urbano, talvolta polifunzionali, sia la loro disposizione del piazzale area di progetto. Tale arredo è stato realizzato dagli stessi partecipanti al workshop in materiale ligneo, così da poter costruire un prototipo in scala 1:1 del progetto di conversione e valutarne l’effettivo funzionamento. Nonostante pensata come azione temporanea, il risultato è stato talmente efficace che si è optato per mantenere stabile quest’arredo. Lo stesso Collectif Etc è tornato successivamente e, con l’appoggio degli studenti, si è deciso di asportare parte dell’asfalto come atto simbolico volto ad annullare la possibilità che si possa tornare ad instaurare la funzione precedente.
A. Lambertini, Urban Beauty! Luoghi prossimi e pratiche di resistenza estetica, Bologna, 2013, Ed. Compositori. http://www.collectifetc.com/realisation/a-nous-le-parking-2/ http://divisare.com/projects/185219-collectif-etc-a-nous-le-parking
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ATTO PRIMO
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ARC IVIO RUOLO DELLʼARC ITETTO CO CLUSIO I
EMMA GE ERATOR Berlino, 2011
COMMITTENZA: PROGETTO: Raumlabor PRODUTTORE: Popolazione locale COSTO: / DIMENSIONE: variabile CRONOLOGIA: progettazione autunno 2011, utilizzazione 2012-2013 STATO: opera temporanea
EMMA/GENERATOR è un dispositivo di tavoli mobili e componibili che si trasforma in base alle necessità. Per la prima volta fu progettato e costruito dallo studio tedesco Raumlabor, in occasione del Geneve Generator Workshop nel 2011, laboratorio di progettazione per bambini. Successivamente, capitone le potenzialià e grazie a un progetto di finanziamento pubblico, il collettivo Raumlabor ha iniziato un viaggio nel quartiere popolare Mariannenquarter a Berlino Kreuzberg, innescando delle attività collettive di riqualificazione. Questa operazione durò circa un anno e mezzo, dal 2012 all’autunno 2013. La struttura, facilmente costruibile dalla popolazione con materiale di scarto e riciclo, è un ottimo dispositivo per riunire la popolazione e creare dei momenti di confronto con l’obiettivo di discutere delle problematiche del quartiere, ma anche di organizzare eventi.
A. Lambertini, Urban Beauty! Luoghi prossimi e pratiche di resistenza estetica, Bologna, 2013, Ed. Compositori. http://raumlabor.net/emmagenerator-geneve/ http://bellali.polimi-cooperation.org/2014/04/08/urban-beautythe-generator-emma-geneve/
GIARDINO CASTRUCCIO Roma, 2012
COMMITTENZA: PROGETTO: Città delle Mamme, Filoverde, DRIM, popolazione locale PRODUTTORE: Città delle Mamme, Filoverde, DRIM, popolazione locale COSTO: 1500 euro (fondo cooperativo) DIMENSIONE: 300 m2 CRONOLOGIA: riqualificazione settembre 2011, gestione saltuaria fino ad oggi STATO: opera permanente
Il giardino Castruccio è un’area verde pubblica, destinata a tale scopo dal piano di lottizzazione che ha edificato l’intorno. Fin dalla realizzazione del quartiere (1998/2000) la società incaricata non ha mai completato la realizzazione del giardino. Dal 2009 in poi, però, gli abitanti, sentendo la necessità di uno spazio verde, si sono mossi per ottenere dal comune un’area che di diritto dovevano avere a disposizione. Non ricevendo risposta si sono organizzati per autofinanziarsi, risistemare e restaurare quello che ormai era uno stralcio di boscaglia. Dopo numerose richieste hanno ottenuto a titolo gratuito la gestione del giardino, tenuto aperto grazie al lavoro di volontari. Il progetto, come anche la realizzazione, sono stati aperti alla partecipazione di chiunque avesse volesse parteciparvi. Tuttora offre al quartiere varie possibilità, tra le quali quella di ospitare eventi aperti alla cittadinanza.
http://ilgiardinodicastruccio.blogspot.it/ http://www.cittadellemamme.it/cosa-facciamo-progetti/
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ATTO PRIMO
FATTORI DELLA PARTECIPAZIONE LʼATTIVA IO E SPETTA AL PROGETTISTA
ARC IVIO RUOLO DELLʼARC ITETTO CO CLUSIO I
CAFÉ SUR PLACE Bordeaux, 2012
COMMITTENZA: associazione di quartiere Yakafaucon PROGETTO: Collectif Etc, Yakafoucon PRODUTTORE: Collectif Etc, Yakafaucon COSTO: 2 000 euro DIMENSIONE: 500 m2 CRONOLOGIA: progetto e realizzazione marzo 2012 STATO: Opera permanente
Place Dormoy si presentava come un piazzale alberato in pieno centro urbano in totale stato di abbandono, divenuto poco accessibile a causa di alcune attrezzature da cantiere (container, cataste, reti protettive) lasciate sul posto. L’associazione di quartiere Yakafaucon dal 2008 si batte per migliorare gli spazi pubblici, eseguendo lavori di piccola entità, come il rinverdimento dei viali pedonali. Interessata fin dal 2010 a recuperare la funzione aggregativa del piazzale, l’associazione propone l’ipotesi di unirla ad un cafè associativo che stava per aprire in un edificio affacciato al Dormoy. Riuscita a negoziare l’usufrutto del piazzale, l’associazione stessa invita, nel marzo 2012, il collettivo di architetti per avviare un workshop di progettazione e costruzione. Nel giugno dello stesso anno l’associazione è riuscita ad inaugurare il café collettivo per il quale il piazzale era stato ripensato. Si tratta di un piccolo locale di 65 metri quadrati coperti che, supportato dallo spazio esterno, è diventato la fucina principale di eventi culturale del quartiere.
A. Lambertini, Urban Beauty! Luoghi prossimi e pratiche di resisten- za estetica, Bologna, 2013, Ed. Compositori. http://www.collectifetc.com/realisation/cafe-sur-place/
I DERGARTE
LIC TE
Lipsia, 2012
ERG
EG
COMMITTENZA: Comune di Lipsia PROGETTO: Die Baupiloten, Susanne Hofmann Architects BDA, popolazione PRODUTTORE: Impresa di costruzione locale COSTO: 1 700 000 euro DIMENSIONE: 972 m2 CRONOLOGIA: assegnazione incarico e progettazione partecipata 2009, termine dei lavori estate 2011 STATO: opera permanente
Il collettivo die Baupiloten si è imposto come caposaldo la natura partecipata del progetto. Essendo un asilo, la parte estetica ed espressiva dell’architettura è stata realizzata seguendo i feedback e le proposte lasciate dai bambini (la struttura è atta ad ospitarne un centinaio), mentre per quanto riguarda la parte meramente funzionale sono stati presi in considerazione gli indirizzi lasciati dal futuro corpo amministrativo. Il metodo di partecipazione sviluppato dal collettivo varia a seconda dell’interfaccia con la quale deve rapportarsi, prendendo da essa la componente più valida che può fornire. In questo caso, rapportandosi appunto con dei bambini, la scelta delle ispirazioni di base della progettazione (l’ispirazione formale ad argomenti fantastici o naturalistici, l’estetica che ne deriva, il rispetto per la natura circostante) è stata indirizzata dalle proposte dei bambini stessi. La partecipazione è stata quindi gestita in un paio di incontri, dal cui prodotto il team di progettazione ha poi formalizzato un progetto definitivo.
http://www.domusweb.it/it/interviste/2013/05/7/la_forma_segue_il_ racconto.html http://www.baupiloten.com/en/projekte/kindergarten-lichtenbergweg-2/ http://www.baupiloten.com/en/of ceteam/lichtenbergweg-kindergarten/
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ATTO PRIMO
FATTORI DELLA PARTECIPAZIONE LʼATTIVA IO E SPETTA AL PROGETTISTA
ARC IVIO RUOLO DELLʼARC ITETTO CO CLUSIO I
JARDINS POSSIBLES Marsiglia, 2013
COMMITTENZA: Marseille-Provence 2013, Capitale européenne de la culture e Théâtre du Merlan PROGETTO: COLOCO, Collectif Sa PRODUTTORE: COLOCO e Collectif Sa , insieme agli abitanti e varie realtà associative COSTO: 380 000 euro previsti DIMENSIONE: / CRONOLOGIA: programma pubblico emanato nel 2011 inizio progetto 2012, realizzazione parziale 2013 STATO: opera incompiuta
Il progetto Jardins possibles rientra nel complesso quadro di manifestazioni di Marseille-Provence 2013, Capitale européenne de la culture. É un progetto di rinnovamento urbano per il complesso di Saint-Barthélemy-Picon-Busserine, a Marsiglia Nord. Il quartiere, costruito negli anni sessanta, è stato successivamente abbandonato dalle istituzioni diventando così una zona molto povera e degradata. Attraverso esperienze di costruzione progressive in quattro tempi, scanditi da workshop, il progetto Jardins Possibles avrebbe dovuto agire come motore per la trasformazione di spazi del quotidiano. In una prima fase si riesce a portare avanti diverse iniziative come giardinaggio condiviso, camminate guidate, cucina collettiva e si decide dove installare la “Manifattura delle Possibilità”. Portare avanti un processo partecipato è stato un desiderio degli architetti durante tutto il tempo della progettazione. Questo non ha prodotto nessun risultato finale, a causa di un mancato accordo tra i soggetti interessati.
A. Lambertini, Urban Beauty! Luoghi prossimi e pratiche di resistenza estetica, Bologna, 2013, Ed. Compositori. http://www.marseille-renovation-urbaine.fr/uploads/media/FICHE_JARDINS_POSSIBLES-B.pdf http://www.merlan.org/accueil/detail/jardins-possibles-safi-et-coloco/
PARCHETTO FERONIA Roma, 2013
COMMITTENZA: cittadinanza, Associazione culturale Feronia, Pics-LUS PROGETTO: M. L. Olivetti, A. Lambertini, A. Metta, F. Careri, LAC, MAAC (Uni-Roma3), F. Guynot de Boismenu (Università LaVillette), G. Valenzuela (Università de Talca), F. Vadepied, M. Gontier (Wagon Landscaping), P. Di Monte, I, Gràvalos (Estonoesunsolar) PRODUTTORE: Team PICS-LAC, Associazione culturale Feronia, studenti Uni-Roma3, abitanti del quartiere COSTO: 7 500 euro (sponsor privati, raccolta fondi abitanti) DIMENSIONE: 1,5 ettari CRONOLOGIA: prima risistemazione 2006, ideazione di progetto gennaio 2013, Workshop di esplorazione aprile 2013, Workshop di costruzione maggio 2013 STATO: opera permanente Il lotto si mostrava come un’area a verde pubblico mai attrezzata o progettata e quindi trasformatasi in boscaglia e discarica abusiva. Nel 2006 il Comune di Roma ne ipotizza la vendita per la realizzazione di un parcheggio e questo mette in moto la popolazione che prende coscienza delle potenzialità dell’area verde. Nello stesso anno viene fondata l’Associazione culturale Feronia per difendere la destinazione d’uso dell’area. Gli abitanti del quartiere si adoperano quindi per risistemare parte del lotto disboscando e costruendo un’area attrezzata provvisoria. Dopo l’insistenza dei cittadini, il comune prevede nel 2012 l’installazione di un’area gioco. Nel 2013 l’università di Roma sceglie il parco come oggetto di due workshop: il primo di mappatura e il secondo di progetto-costruzione. Questa attività prende piede grazie all’interesse della cittadinanza che supporta l’iniziativa. Vengono quindi autocostruiti sentieri e arredi finalizzati alla riqualificazione dell’intero lotto. I fondi, per quanto esigui, sono stati reperiti in via privata senza il contributo del Comune o di altri enti pubblici.
A. Lambertini, Urban Beauty! Luoghi prossimi e pratiche di resistenza estetica, Bologna, 2013, Ed. Compositori. http://paesaggiocritico.com/2013/12/05/parchetto-feronia-dal-seme- al-parco-in-una-settimana/ http://parchettoferonia.blogspot.it/ http://articiviche.blogspot.it/2013/12/parchetto-feronia-pietralata- roma.html
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ATTO PRIMO
FATTORI DELLA PARTECIPAZIONE LʼATTIVA IO E SPETTA AL PROGETTISTA
ARC IVIO RUOLO DELLʼARC ITETTO CO CLUSIO I
STAZIONE SANBA Roma, 2014
COMMITTENZA: WALLS PROGETTO: Orizzontale, studenti scuola superiore, abitanti del quartiere PRODUTTORE: Orizzontale, abitanti del quartiere COSTO: / DIMENSIONE: / CRONOLOGIA: laboratorio di progettazione e costruzione aprile 2014 STATO: opera temporanea
La Stazione SanBa è parte del progetto di riqualificazione del quartiere San Basilio di Roma ideato dal team creativo WALLS, che si occupa di arte pubblica contemporanea, e portato avanti grazie a finanziamenti pubblici. Stazione SanBa, in particolare, è il risultato del laboratorio di Design Urbano organizzato da Orizzontale con gli studenti di un istituto superiore. Il risultato, ideato e costruito dai ragazzi stessi, nasce dopo un momento di confronto pubblico e di critica riguardante lo stato di abbandono in cui verte il quartiere. È una stazione immaginaria, in legno, che manifesta il desiderio dei cittadini del quartiere di non essere esclusi dal circuito cittadino. La struttura costruita, nata per essere un intervento di abbellimento pubblico temporaneo, adesso è diventata un luogo di aggregazione del quartiere.
http://www.orizzontale.org/progetti/stazione-sanba http://www.progettosanba.it http://spettacoliecultura.ilmessaggero.it/roma/stazione_sanba_murales_riqualificazione_san_basilio-376130.html
AC LARGO MILA O Cinisello Balsamo, 2014
COMMITTENZA: PROGETTO: Orizzontale, HubOut, abitanti del quartiere PRODUTTORE: Orizzontale, abitanti del quartiere COSTO: / DIMENSIONE: 90 m2 CRONOLOGIA: concorso di assegnazione settembre-ottottobre 2013, realizzazione aprile 2014 STATO: opera temporanea
ZAC è stato un esperimento artistico tenutosi a Cinisello Balsamo che prevedeva la partecipazione della popolazione. Sono stati chiamati quattro gruppi di progettisti (non solo architettonici) ed è stato chiesto loro di individuare una zona della città che necessitasse di un intervento o potesse esprimere qualsiasi cosa e di proporla alla popolazione. Quest’ultima ha avuto il compito di decidere quale progetto approvare. Vincitrice è risultata la proposta del gruppo Orizzontale, costituito prevalentemente da architetti, il quale ha identificato un piazzale abbandonato di un ex-autosalone come obiettivo del lavoro, immaginandone la possibile riconversione in piazza. La progettazione e costruzione dello spazio e degli oggetti è stata svolta assieme alla popolazione in un workshop collettivo tenutosi nell’aprile del 2014 della durata di due settimane. Il materiale è stato reperito totalemente a titolo gratuito (scarti industriali, avanzi di saloni espositivi, materiale abbandonato da attività fallite). Il risultato è stato la piena riqualificazione del piazzale (ora di proprietà comunale) il quale è stato poi assegnato alla gestione di un’associazione, fondata ad hoc dalla popolazione, fino al 2017, anno in cui sarà redatto nuovamente il piano regolatore e con esso sarà destinata una funzione allo spazio.
http://www.zoneartistichecondivise.it/ http://www.orizzontale.org/progetti/zac-costruire-largo-milano http://zac-orizzontale.tumblr.com/
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ATTO PRIMO
FATTORI DELLA PARTECIPAZIONE LʼATTIVA IO E SPETTA AL PROGETTISTA
ARC IVIO RUOLO DELLʼARC ITETTO CO CLUSIO I
CASI EXTRA EUROPEI IG LI E New York, 1999 LA Y 5 DEL JULIO (ESPACIOS DE PAZ), Caraces, 2014
CASI STORICI VILLAGGIO MATTEOTTI Terni, 1969 M M Leuven, 1970
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ATTO PRIMO
FATTORI DELLA PARTECIPAZIONE LʼATTIVA IO E SPETTA AL PROGETTISTA
ARC IVIO RUOLO DELLʼARC ITETTO CO CLUSIO I
IG LI E
New York, 1999 COMMITTENZA: Friends of the High Line PROGETTO: Diller Sco dio+Renfro, James Corner Field Operations PRODUTTORE: impresa costruttrice privata COSTO: oltre 230 000 000 $ DIMENSIONE: 2,33 km, circa 25 000 m2 CRONOLOGIA: proposta dell’associazione 1999, approvazione del progetto 2002, inizio lavori 2006, tranches di conclusione dei lavori 2009/2011/2015 STATO: opera permanente
La riqualificazione del binario ferroviario sopraelevato detto “high line” è il risultato di un processo messo in atto dall’interesse della popolazione. È stata infatti la volontà partecipativa espressa attraverso l’associazione Friends of the High Line ad impedire l’abbattimento del tratto di sopraelevata obbligando l’amministrazione ad optare per la riqualificazione stando alla nuova funzione proposta dall’associazione stessa. Già definita quindi la funzione, è stato assegnato il progetto agli studi di architettura e paesaggio Diller Sco dio+Renfro e James Corner Field Operations, i quali hanno previsto un progetto realizzabile in tre fasi protratto dal 2006 al 2015. Solo la prima di queste fasi è costata oltre 150 000 000$, finanziata per un terzo dallo stato e per due terzi da fondazioni private interessate ai possibili risvolti economici portati dalla riqualificazione.
http://www.thehighline.org/ https://en.wikipedia.org/wiki/High_Line_(New_York_City)/
LA Y 5 DEL JULIO (ESPAZIO DE PAZ) Caraces, 2014
COMMITTENZA: Comisión Presidencial del Movimiento por la Paz y la Vida PROGETTO: PICO Estudio, popolazione locale PRODUTTORE: PICO Estudio, popolazione locale COSTO: oltre 200 000 $ DIMENSIONE: 240 m2 CRONOLOGIA: progettazione e costruzione Luglio-Agosto 2014 STATO: opera permanente
Petare è l’unico dei 5 progetti promossi dalla Comisión Presidencial del Movimiento por la Paz y la Vida Venezuelana che si attua recuperando un volume urbano. Si tratta di un edificio ad un piano con tetto abitabile situato su un terrapieno avente una pianta di 120 metri quadrati. La struttura si presentava come un edificio al grezzo autocostruito abusivamente e poi abbandonato per decenni. La rinconversione ha attuato una rifunzionalizzazione creando nel piano coperto sale adibite alla gestione di attività artistiche e sulla terrazza di attività sportive. La partecipazione della popolazione si è resa necessaria fin dalla progettazione, nella quale gli architetti si sono impegnati a condividere le idee e ad accogliere le proposte degli abitanti attraverso la formazione di gruppi ai quali interfacciarsi con l’aiuto di un portavoce. Mentre per la gestione sono stati assegnati degli incarichi definiti, per quanto riguarda la costruzione l’aiuto e la collaborazione sono giunti in via privata quasi per caso. È proprio grazie a questa volontà di apertura con la gente che anche altri gruppi (artistici, privati, etc. ) hanno collaborato trasversalmente ampliando il campo di interesse dell’opera.
http://picoestudio.tumblr.com/espaciosdepaz https://drive.google.com/ le/d/0B33DoLf1wQY9ZmNyZ2lMdXczd1E/view
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ATTO PRIMO
FATTORI DELLA PARTECIPAZIONE LʼATTIVA IO E SPETTA AL PROGETTISTA
ARC IVIO RUOLO DELLʼARC ITETTO CO CLUSIO I
VILLAGGIO MATTEOTTI Terni, 1969
COMMITTENZA: Società Terni PROGETTO: Giancarlo De Carlo, futuri abitanti PRODUTTORE: COSTO: / (finanziatori Ceca-Gescal) DIMENSIONE: circa 20 ettari (progetto originale) CRONOLOGIA: inizio lavori 1972, inizio progetto 1969, chiusura cantiere 1975 STATO: operta permanente
L’idea era la totale trasformazione del vecchio quartiere “Italo Balbo”, costruito negli anni ‘30 per gli operai delle acciaierie e negli anni divenuto inadeguato per le nuove esigenze: era necessario aumentare la densità degli alloggi e renderli più a misura d’uomo. Il progetto venne assegnato all’architetto G. De Carlo che accettò con la clausola di poterlo realizzare in modo partecipato con i futuri abitanti. Il quartiere Matteotti è, così, il primo esempio italiano di architettura ideata all’insegna della partecipazione attiva. Per tutto il periodo della progettazione, l’architetto G. De Carlo e il sociologo D. De Masi lavorarono con una squadra di architetti, urbanisti e sociologi. Insieme ascoltarono la popolazione, incontrarono tutte le famiglie e raccolsero le loro reali esigenze. Successivamente proposero loro, durante una mostra didattica, una serie di alloggi, per illustrare le tipologie possibili. Del villaggio progettato venne costruito circa un terzo, a causa della mancanza di fondi. La parte realizzata consta di quattro grandi corpi di fabbrica, organizzati in serie, e un quinto edificio di quattro piani, fuori schema. Le singole abitazioni, dotate di giardini e orti, sono disposte su un vasto e articolato sistema di blocchi lineari residenziali e di servizi integrati (asilo nido, ritrovi, biblioteca, sala cinema-teatro, ambulatorio, zone sportive, attività commerciali), collegati da distinti percorsi di traffico automobilistico e traffico pedonale sopraelevato. Ogni alloggio è dotato di ampia terrazza e tetto-giardino (giardino pensile), autorimessa al coperto e doppi servizi. G. De Carlo, L’architettura della partecipazione, a cura di S. Marini, Macerata, 2013, Quodlibet Abitare. F. Buncuga, Conversazioni con Giancarlo De Carlo: architettura e libertà, Milano, 2000, Elèuthera.
M M
Louvain en Woluwe, 1970 COMMITTENZA: studenti di medicina de l’Université Catholique di Lovanio PROGETTO: Lucien e Simone Kroll PRODUTTORE: COSTO: / DIMENSIONE: / CRONOLOGIA: assegnazione incarico 1969, progettazione e costruzione 1970-1972 STATO: opera permanente
Nel 1968, per motivi politici, l’università francofona di Lovavio venne chiusa e venne stanziato un finanzimento per costruire una nuova sede in Vallonia. Nella cittadina Lovain en Woluwe, Lucien Kroll, costruisce cinque edifici del nuovo campus: il municipio, la stazione della metropolitana, la mensa universitaria, il centro ecumenico e la “maison médical”, conosciuta come MéMé. Gli studenti, venuti a conoscenza della decisione di costruire un nuovo centro universitario, organizzarono immediatamente proteste chiedendo di poter scegliere loro stessi l’archietto che progetterà gli alloggi studenteschi. Assegnarono il progetto allo studio Kroll, sperando in un metodo progettuale più democratico. L’architetto, infatti, avviò un processo partecipato. L’edificio, costruito in moduli, può sembrare in apparenza un caos di trame, materiali e colori, ma è il risultato di un grande studio che unisce artigianato e moduli prefabbricati, ascoltando l’esigenze dei futuri abitanti. L’edificio ha un aspetto frammentato sia per i metodi costruttivi con cui è stato realizzato, sia perchè ognuna delle sue parti è stata curata da un architetto diverso del team dell’ufficio. Kroll, inoltre, decise di separare la struttura dai rivestimenti e dai tamponamenti, in modo da avere la possibilità di creare un’architettura più personalizzata e che rispondesse più facilemnte alle richieste di tutti.
S. Kroll, L. Kroll, Simone & Lucien Kroll : une architecture habitée, sous la direction de Patrick Bouchain, 2013, Actes Sud. L. Kroll, Buildings and projects, introduction by Wolfgang Pehnt, 1988, Londra, Thames and Hudson. http://www.domusweb.it/it/architettura/2010/12/03/lucien-kroll-una-utopia-interrotta.html
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ATTO PRIMO
FATTORI DELLA PARTECIPAZIONE LʼATTIVA IO E SPETTA AL PROGETTISTA
ARC IVIO RUOLO DELLʼARC ITETTO CO CLUSIO I
ATTIVA Architetto
Prinzessinengarten
Parco Uditore
Giardino Castruccio
Café sur place
Parchetto Feronia
Stazione Sanba
Jardin de ta soeur
Paasage 56
Le bistrot du porche
Identificazione del dito Diffusione interesse
PARTECIPAZIONE NEL PROCESSO
Popolazione
POPOLAZIONE
Progettazione
Costruzione
Finanziamento
Gestione
Pubblico Privato
Edificio di interesse
Edificio residenziale Edificio storico Edificio ex novo Infrastruttura Cubatura Temporaneo Permanente
1.500 €
2.000 €
6 mesi
P
T 7.500 €
00 m
?? €
P
180.000 €
2
00 m
2 mesi
.000 m
2
2
2
10
00 m
1 mese
.000 m
3 anni
P
2
15
1 mese
P
P
10.000 €
m2
6 mesi
2
00
1 mese 2 anni
??
00 m
2
m
2
0€
.000
3
P
P
36
90
5
300 m
3
5.
2
Auto-costruzione
2
Progetto
CARATTERISTICHE DEI PROGETTI
Scoperto
T
?? €
?? €
E
FATTORI DELLA PARTECIPAZIONE LʼATTIVA IO E SPETTA AL PROGETTISTA
ATTO PRIMO
ARC IVIO RUOLO DELLʼARC ITETTO CO CLUSIO I
ATORE DEL PROCESSO
0€
.000 m
.7
2
05 m
Open Library
00
m2
Jardin de Main
.2
2.000 €
?? €
0€
97
00 m
Jardins possibles
2 m2
7 mesi
P
2.720.000 €
P 290.000 €
P
P
3 anni
P
3 anni
T
2 anni
T
Kindergarten Lichtenbergweg
325.000 €
5.500 €
3 anni
21
Erika-Mann Grundschule
1 mese
2
P
3 anni
1 anno
1 mese
2 mesi
1
420.000 €
0 m2
Normand Park
1
9
50 m
P
T
ZAC Largo Milano
2
Emma Generator
5
05 m
À nous le parking
1
1
.7
Cantiere Barca
2
Eichbaumoper
AMMINISTRAZIONE
2
ARCHITETTO
1.700.000 €
Non realizzato
37
ATTO PRIMO
FATTORI DELLA PARTECIPAZIONE LʼATTIVA IO E SPETTA AL PROGETTISTA
ARC IVIO RUOLO DELLʼARC ITETTO CONCLUSIONI
IL RUOLO DELʼARC ITETTO
Il ruolo che l’architetto si trova ad affrontare è la somma di vari fattori, riconducibili o quantomeno dipendenti dall’approccio con il quale egli si pone al processo partecipato, condizionato da differenti interessi pregressi e quindi da differenti scopi. Alla base di questo ragionamento è da porsi una cultura architettonica e tecnica fondamentale che distingue la professionalità stessa. Interessi di ricerca o autodeterminazione professionali discriminano gli estremi dei comportamenti dei progettisti, determinando una continua oscillazione tra una variabilità quasi infinita di posizioni intermedie spesso di difficile lettura. Sono queste, quindi, le condizioni che definiscono l’effettivo ruolo assunto dall’architetto nella questione partecipata: da “regista”, inteso come orchestratore generale interessato al risultato in quanto tale e al valore di questo, ad “autore”, inteso come personalità condizionante posta al di sopra e non all’interno della partecipazione stessa. Esiste la possibilità che il compito dell’architetto nel contesto partecipato si limiti ad una risoluzione di prassi. Le condizioni nelle quali è evidenziabile questa tipologia di approccio sono riconducibili sostanzialmente a due casi. Nel primo il contributo dell’architetto si limita all’apporto di nozioni tecniche atte all’informazione o al consiglio degli altri soggetti; nel secondo la dinamica della questione riconduce allo svolgimento di una commissione progettuale ove la natura partecipata passa in secondo piano, non influenzando nè l’approccio nè il risultato. ”Tutti noi architetti, scultori, pittori dobbiamo rivolgerci al mestiere” “In rari momenti l’ispirazione e la grazia dal cielo, che sfuggono al controllo della volontà, possono far sì che il lavoro possa sbocciare nell’arte, ma la perfezione nel mestiere è essenziale per ogni artista” W. Gropius, Manifesto programmatico del Bauhaus, 1919
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ATTO PRIMO
FATTORI DELLA PARTECIPAZIONE LʼATTIVA IO E SPETTA AL PROGETTISTA
ARC IVIO RUOLO DELLʼARC ITETTO CONCLUSIONI
TEC ICO REGISTA
Se viene considerato l’interesse come volto ad una dinamica di insieme, la posizione dell’architetto può descriversi nella gestione delle relazioni e del campo di azione dei diversi personaggi coinvolti. Si dà così valore alle loro interpretazioni, perchè si è interessati alle relazioni fra queste e al risultato che esse possono essere in grado di generare, considerando la situazione così come si presenta e lavorando per svilupparla al meglio. L’architetto assume quindi un ruolo di riferimento, realizzando un progetto che gestisce e regola le varie componenti senza cercare di prevaricarle, poichè esse stesse sono ritenute una parte fondamentale del risultato.
AUTORE
Qualora la volontà dell’architetto sia quella di sviluppare il progetto unicamente come momento di verifica di una propria ricerca personale, risulta chiara la volontà autoriale con la quale egli intende intervenire. Non interessandosi quindi al contesto stesso, ma bensì alla declinabilità verso possiblità estremamente condizionate, si dimostra la volontà di apporre una sigla al conseguente risultato. La questione non presuppone direttamente un’accezione negativa, che si verifica infatti solamente in caso il contributo si dimostri prettamente autoreferenziale. Spesso questo approccio è collegato ad un uso propagandistico del progetto che può riferirsi o alla situazione partecipativa o esclusivamente all’apporto dato dall’architetto stesso.
39
ATTO PRIMO
FATTORI DELLA PARTECIPAZIONE LʼATTIVA IO E SPETTA AL PROGETTISTA
ARC IVIO RUOLO DELLʼARC ITETTO CONCLUSIONI
REGISTA
Passage 56 - AAA, 2006
40
Largo Milano (ZAC)
ATTO PRIMO
FATTORI DELLA PARTECIPAZIONE LʼATTIVA IO E SPETTA AL PROGETTISTA
ARC IVIO RUOLO DELLʼARC ITETTO CONCLUSIONI
AUTORE
- Orizzontale, 2014
Eichbaumoper - Raumlabor, 2009
41
ATTO PRIMO
FATTORI DELLA PARTECIPAZIONE LʼATTIVA IO E SPETTA AL PROGETTISTA
ARC IVIO RUOLO DELLʼARC ITETTO CONCLUSIONI
SOVRAPPOSIZIONI
Cantiere barca - Torino, 2011-2013
Data la natura permeabile e mutevole generata da tali contesti partecipativi, si verifica talvolta la compresenza di diversi architetti o progettisti interessati al medesimo processo secondo attitudini differenti. Essi interagiscono collaborando, organizzandosi complementariamente, succedendosi, addirittura variando la natura del proprio approccio ma comunque coesistendo grazie alla capacità di adattamento di un processo dichiaratamente aperto e flessibile.
42
ATTO PRIMO
FATTORI DELLA PARTECIPAZIONE LʼATTIVA IO E SPETTA AL PROGETTISTA
ARC IVIO RUOLO DELLʼARC ITETTO CONCLUSIONI
CONCLUSIONI PROPAGANDA RIGENERA ZIONE ASSOCIAZIONISMO SPERIME TA IO E RICERCA CUBATURA ZERO POLITICA TEMPORA EIT AUTOCOSTRUZIONE COLLETTIVI WORKSHOP ESPLORAZIONE URBA NA INFORMAZIONE FACILE O RISPETTO DELLE COMPE TENZE GIOCO MODA ARCHITETTO IN CERCA DI IDENTITÀ STRATEGIA POLITICA Dallo studio di vari casi di progettazione partecipata svolti in Europa negli anni 2000, si evince una generale confusione di ruoli e di identità. La popolazione, sempre più sensibile a tematiche di impegno sociale e ambientale e grazie ai nuovi sistemi di informazione facile, pretende di essere la protagonista, a volte indiscussa, dello sviluppo urbano. Dall’altro lato il progettista, spesso orfano del suo ruolo tradizionale, cerca di adattarsi al nuovo scenario utilizzando o sfruttando la partecipazione e occupandosi, a volte, di tematiche di cui non è specialista. In questa modo si perdono di vista competenze e obiettivi, oltre a creare scenari nuovi in ambito architettonico: - una buona percentuale è caratterizzata da progetti di autocostruzione, a basso costo e di parchi. - Nelle comparazioni dei risultati, si nota come gli architetti, talvolta, utilizzano questo metodo come ricerca e sperimentazione personale, attivando loro stessi il processo, realizzando opere temporane finanziate da privati. - Con la diffusione della partecipazione, la figura del progettista assume delle configurazioni diverse: lavora in collettivi, organizza workshop, sviluppa una collaborazione tra università e popolazione. - Non si può avere la certezza di quanto questo metodo di progettazione venga messo in atto per moda e quanto per necessità. -Risulta chiaro che esistono casi in cui la partecipazione è usata come propaganda da tutti gli attori: amministrazione, popolazione e progettisti.
43
ATTO SECONDO
“Leggere. L’indice della mano destra scorre un immaginario testo stampato sulla sinistra come su una una pagina.” Bruno Munari, Supplemento al dizionario italiano, 1958
ATTOSECONDO AUTODETERMINAZIONE DEL RUOLO
45
ATTO SECONDO
PERC
TREVISO SCENOGRAFIA ATTORI SPETTACOLO I TERVISTE CONSIDERAZIONI
EX CASERMA PIAVE TREVISO
1,
Ex Caserma Piave
Area Ovest. Ex Officine e deposito Superficie coperta: 2390 m2 Superficie scoperta:2670 m2 Ex Caserma Piave, Treviso
46
ATTO SECONDO
PERC
TREVISO SCENOGRAFIA ATTORI SPETTACOLO I TERVISTE CONSIDERAZIONI
,6 km
Piazza dei Signori
1,7 km Stazione Treviso Centrale
Piazza dei Signori, Treviso
47
ATTO SECONDO
PERC
TREVISO SCENOGRAFIA ATTORI SPETTACOLO I TERVISTE CONSIDERAZIONI
PERCHÉ TREVISO PROCESSO E CARATTERISTICHE DEL SITO
POPOLAZIONE
ARCHITETTO
Ideazione da parte di pochi
Necessità collettiva
AMMINISTRAZIONE
Ricerca della necessità
Bando di idee Obbligo di partecipazione
Capannone abbandonato Scelta del luogo
Ideazione della necessità collettiva
Indagine sulla popolazione
Vicino al centro città Fondazione associazione Qualità formali in contrapposizione con la scarsa qualità architettonica
Workshop di autocostruzione
Bando di intervento specifico
Partecipazione scelta
Scelta del luogo Obbligo di partecipazione
Convocazione architetto
Concept
Progetto
48
Scelta del luogo
Partecipazione scelta dall’architetto
ATTO SECONDO
PERC
TREVISO SCENOGRAFIA ATTORI SPETTACOLO I TERVISTE CONSIDERAZIONI
TREVISO CASO TIPO ITALIA O RECUPERO CAPANNONE INDUSTRIALE ABBANDONATO UALIT MEDIOCRI DELLʼEDI I CIO PRIMA PERIFERIA CAREN ZA DI FONDI FORTE SFONDO POLITICO IDE TIT MARCATA DINAMICHE DI OCCUPAZIONE DAL BASSO INCERTEZZA SISTEMAZIONI PROVVISORIE REALIZZATE MEDIANTE RICICLO CO N F I G U R A Z I O N E PROCESSO DIFFICOLTÀ DI INTERPRETAZIONE DEL RUOLO Si tratta quindi di movimenti dal basso, su spinte spesso individuali o volontaristiche, che solo gradualmente si trasformano in “campane a sfondo collettivo”, proponendosi perciò in una dimensione comunitaria e quindi politica, verso l’affermazione di un “bene comune”. Quello che ci interessa cercare nel mondo del “riciclo” è proprio questo passaggio da pratiche - favorite dai tempi di crisi e dall’aguzzar l’ingegno, ossia la creatività indotta che le crisi comportano - a metodi e strumenti che possano proporsi come “nuovi paradigmi” per imprimere una svolta al lavoro attorno alle trasformazioni delle nostre città e dei nostri territori. Ciò suggerisce di riaprire il dialogo dell’azione progettuale con il tessuto sociale e territoriale, non solo e non tanto in termini di pratiche di partecipazione e concertazione (che spesso si sono rivelate inefficaci e vuote), ma proprio nel senso dell’innesco di “azioni” sperimentali che aprano la strada a un rinnovamento “creativo” delle situazioni urbane e territoriale. E le occasioni per tali “azioni” risiedono spesso oggi nei domini del non-programmato, del temporaneo, dell’emergenziale. Ritratta dunque di capire se da queste occasioni si possano ricavare metodi e pratiche trasferibili su un piano più generale e strategico. R. Bocchi, Appunti su bricolage, riciclo, merz-bau e pratiche urbane dal basso, in People meet in the re-cycled city: la partecipazione attiva dei cittadini al progetto di recupero, riuso, re-cycle dell’edificato abbandonato e dei paesaggi del rifiuto, collana Recycle Italy, n. 09, a cura di A. Paolelle, 2014
49
ATTO SECONDO
50
PERC
TREVISO SCENOGRAFIA ATTORI SPETTACOLO I TERVISTE CONSIDERAZIONI
ATTO SECONDO
PERC
TREVISO SCENOGRAFIA ATTORI SPETTACOLO I TERVISTE CONSIDERAZIONI
51
ATTO SECONDO
52
PERC
TREVISO SCENOGRAFIA ATTORI SPETTACOLO I TERVISTE CONSIDERAZIONI
ATTO SECONDO
PERC
TREVISO SCENOGRAFIA ATTORI SPETTACOLO I TERVISTE CONSIDERAZIONI
53
ATTO SECONDO
PERC
TREVISO SCENOGRAFIA ATTORI SPETTACOLO I TERVISTE CONSIDERAZIONI
U A MA O PER U SORRISO CIVICO63 YABASTA LIBERA.MENTE EDUCATORI A R ITA ARTURAN ASS. URBANISTI FARE-SAPERE MOVING SCHOOL VISO VENETO FACTORY LEAPS CASA ARTIGIANA LA FORNACECOOP AISL DISABILI PASSIONE E PERCORSI AR TATTIVA CONGREGA RECUPERO TRADIZIONI LOG GIA DEGLI IRREALISTI ASS.ECO-FILOSOFICA DI BALAR SI POTREBBE APRISOGNI E IMI CARTACARBONE MUSI DRAMA COMMEDIANTI DI MARCA FUCINA DEL CORAGO TEATRO DEI SOGNI ESTIVAL DEI SOG I E DELLE EMO IO I VENETO FOTOGRAFIA COLLETTIVO ZTL CS DJANGO COLLETTIVO STUDENTI MEDI TERRA I MOVIME TO DOYOUDADA LA PULPERIA EARL TV SALA KABULA IT CA GRUPPO5 GAS MDE TARVISIUM GOIOSA CITTADINI NON ORGANIZZATI ABITANTI DEL QUARTIERE NEGOZIANTI DELLA ZONA COMUNE DI TREVISO U IVERSIT IUAV UNIVERSITÀ CA’ FOSCARI ULSS9 TREVISO SMART ORDINE APPC CONFCOMMERCIO CNA CARITAS ITALIA NOSTRA UISP CRI BANCA ETICA ARBAU BERTONCINI BOASTUDIO FEBO CLINICAURBANA GIACOMI RIGHETTO-BIOEDILIZIA
54
ATTO SECONDO
PERC
TREVISO SCENOGRAFIA ATTORI SPETTACOLO I TERVISTE CONSIDERAZIONI
55
ATTO SECONDO
56
PERC
TREVISO SCENOGRAFIA ATTORI SPETTACOLO I TERVISTE CONSIDERAZIONI
ATTO SECONDO
PERC
TREVISO SCENOGRAFIA ATTORI SPETTACOLO I TERVISTE CONSIDERAZIONI
57
ATTO SECONDO
58
PERC
TREVISO SCENOGRAFIA ATTORI SPETTACOLO I TERVISTE CONSIDERAZIONI
ATTO SECONDO
PERC
TREVISO SCENOGRAFIA ATTORI SPETTACOLO I TERVISTE CONSIDERAZIONI
59
ATTO SECONDO
PERC
TREVISO SCENOGRAFIA ATTORI SPETTACOLO I TERVISTE CONSIDERAZIONI
TIME LI E TIME-LINE A M M I N I S T R A Z I O N E
1992
1994
2003
2013
Elezione Elezione Elezione Amministrazione Amministrazione Amministrazione Democrazia Lega Nord Lega Nord Cristiana
Elezione Amministrazione Centro Sinistra
n. partecipanti
60
D J A N G O
50
12 occupazioni di spazi abbandonati
2009
2009
2012
Ragazzi sgomberati da Spazio giovani del comune
Nasce Facciamoci Spazio
Muore Alberto Dubito, attivista di Facciamoci Spazio
40 30 20
Nascita ZTL
10 0
E X
Anni ‘90 Occupazione da parte di immigrati
Prima asta
Seconda asta
Terza asta
Accordo comune - Ater Progetto social housing
Varie attività svolte da Django all’interno della Caserma 2014 ZTL occupa Ex Caserma Piave
21/02
Febbraio 2015 Pubblica amministrazione organizza progettazione partecipata alla Caserma con collaborazione IUAV
27/03 10/04
15/04 05/05 08/05 14/05
Gruppo di lavoro
2013
Gruppo di lavoro
2011
Gruppo di lavoro
2009
Gruppo di lavoro
2007
Gruppo di lavoro
60
Abbandonata Cessione del dai militari Demanio al Comune
Anni ‘90
Gruppo di lavoro
P I A V E
1989
Open Space Technology
C A S E R M A
Anni ‘80
ATTO SECONDO
PERC
TREVISO SCENOGRAFIA ATTORI SPETTACOLO I TERVISTE CONSIDERAZIONI
RISULTATO “I risultati forniscono indicazioni insieme di contenuto e di metodo, sulle funzioni da insediare e su oggetti che potrebbero sostenerle.” “Obiettivo: una trasformazione dell’intera area (ex officina più ex caserma) in un grande centro di produzione e servizi innovativi per le categorie sociali più deboli, con spazi che uniscano imprenditoria giovanile, impresa sociale e volontariato. Un centro in cui produzione, creatività e aggragazione si combinano in vari modi.”
21/05 24/05 27/05 03/06 08/06 11/06 19/06 29/06 09/07 16/07 10/09 11/09 17/09 19/09 10/10 10/11 17/11 23/11
Dicembre 2015
Gennaio 2016
Approfondimento
Approfondimento
Approfondimento
Terzo Open Day
Seminario
Gruppo di lavoro
Seminario
Seminario
Secondo Open Day
Primo Open Day
Gruppo di lavoro
Gruppo di lavoro Sopralluogo
Gruppo di lavoro
Firma convenzione IUAV
Gruppo di lavoro
Gruppo di lavoro
Pulizia collettiva
Gruppo di lavoro
Conclusione Sgombero percorso attrezzatura partecipato con comunale da parte IUAV. dell’amministrazione Consegna report all’amministrazione
Giugno 2016 Gruppo Open Piave, nato durante il percorso partecipato ufficiale, continua la progettazione partecipata.
Presentazione Bando manifestazione di interesse
61
ATTO SECONDO
PERC
TREVISO SCENOGRAFIA ATTORI SPETTACOLO I TERVISTE CONSIDERAZIONI
I TERVISTE
1 2 3
Assessore Comune di Treviso - L. M.
62
Si è interessata agli avvenimenti relativi all’ex caserma Piave in via diretta, in qualità di assessore, proponendo il percorso partecipato come soluzione ad uno stato di occupazione irregolare in essere.
Ritiene che il percorso partecipato abbia rappresentato un caso unico nel suo genere, ovvero un’occasione di svolta per la città. Afferma che il processo in quanto tale è servito principalmente a formare un gruppo eterogeneo di cittadini interessati al recupero dello spazio urbano in oggetto, in secondo luogo a legittimare l’interesse espresso dall’occupazione attiva. Continua ad appoggiare il gruppo nonostante il percorso sia concluso, con l’intento riuscire ad arrivare alla formulazione di un bando di concessone a titolo gratuito dell’area.
Amministrazione: Afferma che molteplici componenti amministrative si sono mostrate contrarie opponendosi radicalmente alla questione. Popolazione: Descrive positivamente l’impegno della cittadinanza partecipante, sottolineando però come l’approccio politicizzato alla questione di alcuni di questi favorisca l’opposizione delle componenti amministrative contrarie alla vicenda. Architetti: Riconosce in alcuni architetti la capacità di guidare il gruppo esprimendone la volontà nonchè di formare/informare sulle possibilità sia tecniche che architettoniche relative al recupero dell’area.
1 2 3
Per quale ragioni ha deciso di prendere parte alla progettazione prtecipata?
Cosa pensa del percorso di progettazione partecipata e del conseguente risultato?
Come descriverebbe il contributo dei soggetti partecipanti?
1 2 3
ATTO SECONDO
Membro ZTL - F.U.
1 2 3
PERC
TREVISO SCENOGRAFIA ATTORI SPETTACOLO I TERVISTE CONSIDERAZIONI
Funzionario amministrativo - R.B. E’ stato invitato a partecipare in qualità di rappresentante dell’amministrazione. Ha accettato perchè personalmente interessato alle dinamiche sociali che si instaurano in queste modalità di recupero urbano.
Specifica che l’utilità primaria del percorso partecipato è stata quella di formare una parte di cittadinanza consapevole ed informata che condivida l’interesse al recupero del bene. Specifica come alcune lungaggini amministrative rischino di nuocere a questa tipologia di processi.
Amministrazione: Afferma come, eccezion fatta per un paio di componenti, l’amministrazione si sia mostrata contraria o quantomeno assente in tale processo. Popolazione: Si esprime nel complesso positivamente, annotando però come il contrasto diretto avuto con alcuni membri dell’amministrazione da parte del gruppo ha rischiato di compromettere la buona riuscita del percorso. Architetti: Evidenzia che ci sono stati molteplici casi di architetti intervenuti nel processo alla ricerca di ottenere un incarico privato di natura autoriale. Evidenzia come il processo stesso li abbia esclusi particolarmente velocemente. Sottolinea l’importanza del ruolo coordinativo tenuto dal professor A. Mariotto. Afferma che la specificità professionale degli architetti partecipanti è stata percepita propositivamente.
Appartenente al gruppo “Zone Temporaneamente Liberate”, ha partecipato al processo in quanto parte attiva nell’occupazione, iniziata come espressione del bisogno pubblico di uno spazio sociale negato alla cittadinanza dall’amministrazione.
Ha percepito il percorso partecipato come imposto dall’amministrazione in quanto tentativo di congelare e risolvere l’occupazione dello spazio in analisi. Riconosce come il processo partecipato abbia però reso collettiva la volontà di recuperare il bene secondo fini specificatamente sociali e, di conseguenza, abbia formato un gruppo di persone coeso.
Amministrazione: Descrive l’amministrazione come assente se non contraria alla volontà di recupero. Popolazione: Ritiene importante il valore dell’eterogeneità del gruppo formato e della coesione di questo in quanto dimostrazioni di una parte di cittadinanza attiva. Architetti: Esprime come non essenziale l’apporto specifico degli architetti partecipanti in quanto non intervenuti nelle realizzazioni concrete già compiute nel corso dell’occupazione.
63
ATTO SECONDO
PERC
TREVISO SCENOGRAFIA ATTORI SPETTACOLO I TERVISTE CONSIDERAZIONI
1 2 3
Membro ZTL - N.V.
Appartenente al gruppo “Zone Temporaneamente Liberate”, ha partecipato al processo in quanto parte attiva nell’occupazione, iniziata come espressione del bisogno pubblico di uno spazio sociale negato alla cittadinanza dall’amministrazione.
Riguardo al percorso partecipato lo definisce come una valida soluzione per rendere legalmente legittima l’occupazione di fatto attuata. Ritiene sia stato utile per formare un gruppo di persone competenti ed interessate.
Amministrazione: Descrive l’amministrazione come assente quando non ostacolante, eccezion fatta per un solo soggetto del quale specifica il fatto di essersi adoperato a favore dell’iniziativa.
Popolazione: Ritiene un valore aggiunto sia l’eterogeneità del gruppo formato sia la coesione finalizzata ad un interesse comune. Sottolinea che non tutta la popolazione trevigiana è favorevole a questo tipo di iniziative. Architetti: Considera interessante e propositiva la figura professionale degli architetti attivi nel gruppo, descrivendone l’operato di formazione/informazione svolto. Evidenza come abbiano partecipato alcuni architetti in cerca di operare autorefenzialmente specificando come il gruppo stesso, assieme i vincoli della situazione, li abbia rapidamente esclusi.
1 2 3 64
Membro Coop Ails - E.B. Entrato nel processo su invito dell’assessore con la quale era in contatto per reperire uno spazio necessario all’associazione di cui è membro. Ha partecipato con l’intento di ottenere nel contesto oggetto del processo partecipato lo spazio di cui sopra.
Si è dimostrato entusiasta del percorso partecipato ritenendo che abbia fornito una condizione nettamente migliore nella quale sviluppare il suo progetto personale. Evidenzia che il processo in quanto tale ad oggi è servito principalmente a formare un gruppo coeso di persone interessate a recuperare lo spazio urbano in questione.
Amministrazione: Non esprime un particolare giudizio a riguardo. Popolazione: Ritiene importante il fatto che un gruppo di persone di varia natura stia collaborando attivamente per creare un nuovo spazio di socializzazione in una città come Treviso. Architetti: Descrive come in molteplici situazioni le competenze professionali degli architetti presenti si siano dimostrate indispensabili nonostante non è stato particolarmente interessato dalle questioni prettamente specifiche.
1 2 3
1 2 3
ATTO SECONDO
1 2 3
PERC
TREVISO SCENOGRAFIA ATTORI SPETTACOLO I TERVISTE CONSIDERAZIONI
Architetto, Clinicaurbana - V.N.
Ha partecipato al percorso poichè le dinamiche da esso espresse e la natura del luogo erano affini ai temi di ricerca propri dello studio nel quale opera.
Sottolinea come il processo sia servito principalmente a formare un gruppo di persone coeso e collaborativo, evidenziando come le proprie proposte avanzate siano state accolte contaminando l’operato del gruppo di popolazione già occupante.
Amministrazione: Descrive l’apporto amministrativo per lo più assente. Popolazione: Ritiene interessante la natura del gruppo formato, con parte del quale prevede una futura collaborazione. Architetti: Sostiene sia fondamentale il supporto professionale offerto dalle figure presenti.
Architetto, Boastudio - C.Z. Entrato nel processo sia perchè interessato al tema della progettazione partecipata sia perchè consigliato in via personale dal mediatore Andrea Mariotto.
Ritiene che il processo sia servito principalmente a formare sia un gruppo di persone sia un piano di “progettualità”, ovvero funzioni da collocare nel sito.
Amministrazione: l’ha descritta come assente. Popolazione: Asserisce che il grado di coinvolgimento è stato inizialmente alto per poi ridursi ad un numero limitato di associazioni e soggetti effettivamente interessati al processo. Ritiene sarebbe stato necessario organizzare con scadenza bimestrale un Open-Day per ravvivare il coinvolgimento e la consapevolezza della cittadinanza la quale, infatti, spiega come non sia stata sensibilizzata a dovere. Architetti: Afferma che gli architetti sono aumentati durante il percorso, dimostrandosi ricettivi rispetto ai temi della progettazione partecipata, mentre alcune Associazioni, basandosi sulle forze di poche persone, non sono riuscite a dare continuità all’impegno.
65
ATTO SECONDO
PERC
TREVISO SCENOGRAFIA ATTORI SPETTACOLO I TERVISTE CONSIDERAZIONI
CONSIDERAZIONI
66
ATTO SECONDO
PERC
TREVISO SCENOGRAFIA ATTORI SPETTACOLO I TERVISTE CONSIDERAZIONI
METODO Incontri verbali
RUOLO DELLʼARC ITETTO Tecnico
Profitto personale
ARRU
ARCHITETTI ARRUOLATI
TEMPISTICHE Lunghe
RISULTATO Formazione gruppo
Dalle varie interpretazioni della vicenda raccontate dai partecipanti al processo, dall’analisi del report ufficiale e dall’osservazione diretta di alcuni incontri è stato possibile ricostruire in maniera critica la storia della Caserma Piave. Quasi la totalità delle persone coinvolte, sia progettisti che popolazione comune, prendeva parte ad un processo partecipato per la prima volta. Dalle interviste si evince come tutti i partecipanti al processo abbiano ritenuto che il risultato del percorso partecipato sia stato quello di aver formato un gruppo di persone con interessi comuni e non un prodotto architettonico, del quale non si sono realmente interessati. Durante gli incontri le attività pratiche di aggregazione svolte sono state esclusivamente quelle dedicate alla pulizia e alla conoscenza del sito e nessuna strettamente legata alla progettazione. Gli intenti progettuali sono stati discussi in riunioni e incontri verbali. Al processo partecipato del’ex Caserma Piave sono intervenuti molti architetti, spinti da interessi vari e, di conseguenza, con atteggiamenti diversi nei confronti del progetto. Dopo le prime riunioni alcuni di loro hanno abbandonato il processo partecipato, in quanto più interessati ad un lavoro autoreferenziale ed un profitto personale. Gli architetti rimasti si sono riuniti in un gruppo di lavoro (ARRU), con lo scopo di fornire consulenza alla popolazione, aiutandoli e guidandoli negli aspetti più tecnici. Nel gruppo formatosi, ci sono stati degli architetti che parallelamente hanno assunto un ruolo diverso nei confronti della popolazione: accolte le richieste e le necessità, hanno lavorato insieme ad essa mettendo a disposizione il loro sapere tecnico e compositivo ed accompagnandola dall’ideazione alla realizzazione. In questo caso hanno svolto un ruolo educativo, mostrando alla popolazione nuovi modi per rispondere alle loro necessità. Ad un’altra minoranza di progettisti, l’ex Caserma Piave ha offerto l’occasione per approfondire tematiche affini alla ricerca personale condotta, interessati al recupero di capannoni abbandonati attraverso lo sviluppo si attività artigianali e collettive.
67
ATTO SECONDO
PERC
TREVISO SCENOGRAFIA ATTORI SPETTACOLO I TERVISTE CONSIDERAZIONI
A
METODI DI PROGETTAZIONE
I N O I Z
ZIONE IZZA NALE L A U SIO VIS DIMEN I i ento d e di TR rum e
VISUALIZ ZA GRAF ZIONE ICA
m stru sione per i v e pr volgere i coin i attori di i ipal rinc ritorio nella p ne d i p p to zio ter m un truzione di za a a r n cos scenario di t co i o uno biamnet pi ivo d am t e c r ita se e ei s à n ti it pan i
ve et me r dis ifica tazi cu de ss ba lle io di te pr o
D DI IAL RE pr str og u
IA DI GIUR DINI A CITT
E AC GY P S LO O er
strumen t o d perme i confro n O t o coinvolg tte il ime TE PEN n t o gr C a n d i g s HN rupp di l’o trum id pers o i n r e , c inc gan en o n partec on iz i acnhe panti g tr d a l’o rup i s e lingu edi b e s ie divers in us t e cr ter c e pa ati e rte v c
EARCH RE S NCE U T FU NFERE i CO ento d
o di ment stru ocrazia IO dem n cui un OR E tiva i a L iber di cittadini AT UA del o p te p r TT to dione gru ratti a so i ad en taz che est mato t ta i chia rsi su è pa te d lle rime esp teresse en de n re di ne di i ettivo si zio coll a m zi pa i ic
NI O I Z A L RE
ASC O L T ATTIV O O
ELECTR O N I MEET C TOW ING N
68
base d strument i tutti g i di in li L dag partecip P AB i n a t R e a , s OG OR i ess a i v o l t i ad no E st un proge t t p ru o o all pa rog m compre rte e nssi a o n di un pr ela con ci oble e ma bo s tra ipo ra sfo te di r s fis
* Definizioni tratte dagli strumenti di Avventura Urbana http://www.avventuraurbana.it/index.php/meeting/
I HOP D RKS E WO STRUZION O
TOC to di AU strumenzione e a gett l pro NE zione de tizza IO A cre ato su IZ IV o bas con AT di i gett o libero d pro pprocci to e de e fasi en ne ve na u ivers io pre di le d e ne tivo del ico di un p i t o s zio la s re o roce p si e te ti gianal arti en i m ual tt
progetta E st tazion zione IN SPO e di verifica c get e d e v o e r r p he p O p e F h c r OR S e ifica razione la rappresen vede OG TO tazi M ver configu inf stru T d e o o e di di l l l l o v e r n o spaz d er e rm m o a i la p ncreta i o f nt ne e sull i a t t o raverso rs l’e ca az co ttrave sch o to etta io a ma spo ch izzi sa dir he paz modello in s t si e un a reale ne atic ad riale l a o tta sc m ett ri ip e rido g pr feri o com og e
INIZIO PROCESSO Febbraio 2015
O P M TE
Sopral luo
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AMMINISTRAZION E AVVIA U N PROCESSO PAR TECIPATO
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FASE COSTRTUTTIVA INISTRATIVA FASE AMM LE ROGETTUA FASE P
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Dicembre 2015 di
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AMMINISTRA ZIONE AVVIA UN PROCESS O PARTECIPA TO
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Ca r Esp l o, V il os ll a i g z gio ion Ma e t i te n ot f or ti m at iva
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G. De Carlo, “30 anni dopo” AALTA FILM, 2003
Giugno 2016
Co n c es si o
"Non se ne parla perché la partecipazione è difficile per tutti, rallenta il processo produttivo. Ci vuole tempo per fare la partecipazione, ci vuole buona volontà e ci vuole apertura mentale."
Cantiere Barca
ollettiva delle scelte proge ttuali grafica c
BANDO DI MANIFE STAZ I NE O DI INTE RESS E
PROGETTAZIONE
“La fiducia è aumentata, difatti, e siamo arrivati ad un certo punto a parlare di come dovevano essere le loro case e allora io ho cominciato a fare degli schizzi, avevo dei grandi fogli di carta e facevo degli schizzi. Dicevo: “è questo che intendete? è quest’altro che intendete?” e loro dicevano si o no, a seconda. Questo è stato un esercizio molto eccitante.”
ne del Termi esso proc ufficiale cipato parte
e nizion Defi izioni cond diche ic giur
“A parte il primo momento di sgomento (...), è poi invece diventato molto tonificante sentire questo parlare di architettura, finalmente, parlare di case, parlare dello spazio, parlare delle cose dalla gente.”
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ATTOTERZO COPIONE O CANOVACCIO?
71
ATTO TERZO
“Scrivere. La mano destra finge di scrivere sulla mano sinistra, o viceversa.� Bruno Munari, Supplemento al dizionario italiano, 1958
72
ATTO TERZO
PREMESSE COPIONE O CANOVACCIO ? SCELTA DEL RUOLO SCENEGGIATURA
D. De Masi: “Facemmo questa indagine, ascoltammo un campione rappresentativo di lavoratori ai quali chiedemmo: “Si deve fare la casa per voi, come la volete?”. La casa che venne fuori, il tipo di casa che venne fuori da questa intervista fu sconfortante, debbo dire la verità, perché i lavoratori chiedevano una casa molto simile a quella che già avevano, soltanto con qualche piastrella in più, insomma un po’ più ricca. Diciamo che tutto sommato chiedevano la casa del medico condotto, dell’avvocato di Terni, questo era tutto. Ci dicemmo che era impossibile avere da loro delle idee innovatrici se prima non hanno un minimo di formazione su come si è costruito in altre parti del mondo. G. De Carlo: “ Sono partito con una mostra. Nella mostra c’erano sette progetti di case, case modeste ma non tuguri, che consentivano alla gente di vivere bene.” D. De Masi: “Si incaricò De Seta di cercare una serie di case e di villaggi completamente diversi dal modo di costruire a Terni e di abitare a Terni.” G. De Carlo: “E questo era per dare alla gente qualcosa da giudicare che non fosse quello degli schemi normali dell’INA-Casa che venivano fatti. Naturalmente gli operai quando hanno visto questa mostra si sono insospettiti. Era naturale che si insospettissero. Dissero: “Ma perché ci mostri queste cose? Tanto queste cose non le avremo mai!” e io dissi “Perché non le avrete mai?” e loro hanno detto “Perché costano care!” e io ho detto “Ma chi l’ha detto che costano care?”. E poi cosa vuol dire che costano care? Ho subito buttato avanti questa idea, che poi è un’idea costante che io sviluppo il più delle volte quando io discuto queste cose: il costo non va visto soltanto sul costo dei materiali e delle lavorazioni per arrivare alla fine dell’edificio, va visto in un arco di tempo molto ampio che comprende la manutenzione, la gestione e comprende anche il benessere sociale che è importante e costa anche quello.” “30 anni dopo”, AALTA FILM, 2003
73
ATTO TERZO
PREMESSE COPIONE O CANOVACCIO ? SCELTA DEL RUOLO SCENEGGIATURA
PREMESSE Nella vicenda precedentemente descritta numerose questioni sono emerse concatenandosi in una confusa relazione di cause ed effetti, le quali hanno poi condotto alla necessità di istituire il conseguente processo partecipato oggetto di studio. Delle diverse lenti con le quali risulta possibile la lettura di tali relazioni, d’ora in avanti sarà utilizzata quella finalizzata alla progettualità in senso stretto. Interlacciando in tal modo i punti focali espressi in maniera esplicita ed implicita dalla popolazione durante il processo, dal manufatto stesso e dal contesto economico-sociale teatro della vicenda, si mostra evidente una molteplicità di soluzioni vincolanti la mentalità stessa con la quale ci si trova costretti ad affrontare l’atto progettuale. Tenendo presente come caratteri fondamentali l’interesse della popolazione (fattore scatenante dell’intera questione), il riuso quale inevitabile tipo di intervento e la flessibilità funzionale espressa in qualità di programma funzionale stesso, è possibile sbilanciarsi verso almeno quattro diversi modi di agire. La prospettiva a lungo termine sottende la volontà di riqualificazione se non ridisegno in funzione della città dell’area in un ipotesi di progetto che, rispondendo inizialmente alla questione partecipata, inneschi un effetto a volano visibile nel lungo periodo nel quale la presenza fisica del manufatto ad oggi esistente non risulta affatto vincolante. La prospettiva contingente si adopera per rispondere esclusivamente alla situazione in atto, coscente della mancanza di qualità architettonica del manufatto e quindi intenzionata ad elaborare al meglio una soluzione finalizzata alla rapida e possibile realizzazione in funzione dell’utilizzo prestabilito in un arco di tempo definito. Il riuso nelle condizioni in cui esso si trova previe semplici opere manutentive risulta essere la soluzione alla quale la popolazione tende amaggiormente principalmente per mancanza di conoscenza di alternative. La demolizione si presenta come ipotesi limite del ragionamento sviluppato dalla relazione di investimento, degrado e tempo.
74
SPAZIO ABBANDONATO
INCERTEZZA FUNZIONALE
CARENZA DI FONDI
Forma di capitale latente Frequente cambio di destinazione d’uso
Scarsa qualità del manufatto architettonico
Interesse della popolazione
Flessibilità
Esistono reali soluzioni tecniche che la consentono?
Qualità formale della corte: potenziale aggregativo
Riuso
Costo sostenibile?
Pretesto di avvio? Riqualificazione Temporaneità dell’interesse
Mancanza di consapevolezza della popolazione
Necessità reale o politica?
PROSPETTIVA A LUNGO TERMINE
Occasione persa di recupero? Relazione INVESTIMENTO/ DEGRADO/ TEMPO
RIUSO DIRETTO
DEMOLIZIONE
PROSPETTIVA CONTINGENTE
ATTO TERZO
PREMESSE COPIONE O CANOVACCIO ? SCELTA DEL RUOLO SCENEGGIATURA
1 Intervento di ricostruzione parziale o totale
che prevede uno stravolgimento architettonico consentito da un ingente investimento. di manutenzione straordinaria 2 Intervento e di rigenerazione pianificato per l’utilizza in un arco di tempo prestabilito e con budget contenuto. immediato conseguente a 3 Utilizzo ridotti interventi di manutenzione ordinaria distribuiti nel tempo.
4 Demolizione.
ento tim s e Inv
ento stim Inve
NUOVA ARCHITETTURA
e zion erva s n i co to d Sta
CONDIZIONE DI PARTENZA
one vazi ser n o ic to d Sta ento stim e v In
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ento stim Inve
20 ANNI
DEGRADO AVANZATO
DEMOLIZIONE
one vazi ser n o ic to d Sta
75
ATTO TERZO
PREMESSE COPIONE O CANOVACCIO ? SCELTA DEL RUOLO SCENEGGIATURA
COPIONE PROGETTO
VALORE SPAZIO
COSTRUZIONE DI VALORE DELLO SPAZIO
INTERESSE DELLA POPOLAZIONE
-incontri con la popolazione -scelta funzione
VALORIZZAZIONE DELLO SPAZIO OCCUPATO, POSSIBILE VALORE NEL TEMPO
PARTECIPAZIONE
ARCHITETTO PROGETTO ARCHITETTONICO: CHIARA INFLUENZA DEL PROGETTISTA
PARTECIPAZIONE AVVIO DEL PROGETTO
Il progettista, nel processo qui illustrato, assume l’atteggiamento definito “Autore”. Grazie all’interesse iniziale della popolazione, inizia un processo partecipato per discutere gli interessi comuni. L’architetto somma ai risultati ottenuti, tematiche e problematiche riguardanti lo sviluppo urbano e architettonico, proponendo un progetto, con una chiara influenza, che ha come obiettivo il recupero dello spazio abbandonato. Ipotizza una crescita di valore, matariale e non, dello spazio, iniziando un nuovo ciclo di vita dell’edificio e modificandone il modo di utilizzo. La partecipazione è l’elemento scatenante del progetto, ma non necessariamente presente in tutte le fasi di esso. Il progetto architettonico e la partecipazionei si sommano accrescendo il valore l’una dell’altra.
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PARTECIPAZIONE + PROGETTO ARCHITETTONICO
FASI 1.Demolizione della volumetria priva di valore architettonico 2. Nuovo intervento 3. Conseguente nuova relazione con il tessuto urbano e popolazione
Inizio nuova discussione partecipata
50 ANNI
ATTO TERZO
PREMESSE COPIONE O CANOVACCIO ? SCELTA DEL RUOLO SCENEGGIATURA
CANOVACCIO
VALORE EDIFICIO
PROGETTO
INTERESSE DELLA POPOLAZIONE
RECUPERO DELL’EDIFICIO SCELTO DALLA POPOLAZIONE -incontri con la popolazione -scelta funzione
Scelta guidata dell’approccio
Processo di progettazione
TEMIRNE DEL VALORE CON IL TERMINE DELL’INTERESSE PARTECIPATO
20 ANNI
PARTECIPAZIONE
ARCHITETTO
PARTECIPAZIONE AVVIO DEL PROGETTO
PROGETTO ARCHITETTONICO INVESTIMENTO SULLA PARTECIPAZIONE COME CAPITALE
PROCESSO = PROGETTO ARCHITETTONICO
FASI 1.Eliminazione degli elementi superflui e recupero strutturale-tecnologico degli elementi rimanenti 2. Riquaificazione sfruttando l’edificio esistente, secondo le nuove esigenze 3. Gestione dell’edificio nella vita utile prevista da progetto
PARTECIPAZIONE ATTIVA NEL PROCESSO
Il progettista, ponendosi come “Regista”, segue l’intero processo partecipato, lavora con la popolazione per definire gli interessi, gli obiettivi e le possibili soluzioni, mostra varie alternative e adotta metodi di progettazione collettiva. Decide, infatti di sfruttare a pieno l’interesse delle persone e il loro relativo attaccamento all’edificio, investendo la partecipazione come capitale per riqualificare il luogo, ridandogli vita per una durata limitata al bando di concessione. A questo scopo cerca di proporre delle soluzioni realizzabili nell’immediato, economiche e che rispondano direttamente alle esigenze emerse. La partecipazione è l’elemento scatenante del progetto ed è presente per tutta la durata del processo. Il progetto architettonico coinciderà, quindi, con il processo stesso.
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ATTO TERZO
PREMESSE COPIONE O CANOVACCIO ? SCELTA DEL RUOLO SCENEGGIATURA
COPIONE
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ATTO TERZO
PREMESSE COPIONE O CANOVACCIO ? SCELTA DEL RUOLO SCENEGGIATURA
CANOVACCIO
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ATTO TERZO
PREMESSE COPIONE O CANOVACCIO ? SCELTA DEL RUOLO SCENEGGIATURA
COPIONE
SCALA 1:500
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ATTO TERZO
PREMESSE COPIONE O CANOVACCIO ? SCELTA DEL RUOLO SCENEGGIATURA
CANOVACCIO
SCALA 1:500
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ATTO TERZO
PREMESSE COPIONE O CANOVACCIO ? SCELTA DEL RUOLO SCENEGGIATURA
SCELTA DEL RUOLO: COPIONE
RISPOSTA IMMEDIATA ALLE ESIGENZE DELLA PARTECIPAZIONE TEMPISTICHE PROPORZIONATE AL PROBLEMA FORTE IDENTIFICAZIONE DELLA POPOLAZIONE AL MANUFATTO CARENZA DI FONDI NEL BREVE PERIODO Nella situazione trevigiana sussiste un problema di tempo, maturato durante il lungo processo fino ad ora svolto, che rende inopportuni ragionamenti a lungo termine poichè sia la loro natura, sia l’ingenza economica che richiedono, impedirebbe di rispondere rapidamente alle richieste espresse dalla partecipazione, peraltro limitate all’arco di un ventennio. Non di meno, nel corso del processo, la popolazione attiva ha instaurato un legame di identificazione col manufatto, seppur non di pregio, incrementandone il valore sociale. In tale condizione riteniamo opportuno che l’architetto assuma il ruolo di regista, permettendo alla popolazione di ottimizzare il manufatto in questione in tempi e costi ammissibili, sfruttando così appieno l’affettività al sito scaturita dalla partecipazione stessa.
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ATTO TERZO
PREMESSE COPIONE O CANOVACCIO ? SCELTA DEL RUOLO SCENEGGIATURA
“UN CENTRO IN CUI PRODUZIONE, CREATIVITÀ E AGGREGAZIONE SI COMBINANO IN VARI MODI”
VALORIZZARE LE CARATTERISTICHE SPAZIALI E AGGRAGATIVE OMOGENEITÀ ESTERNA REVERSIBILITÀ FLESSIBILITÀ* POCO INVASIVO COSTI MODERATI COSTRUIBILE ANCHE IN PARTE PARTICOLARE ATTENZIONE VERSO GLI SPAZI COMUNI INTEGRAZIONE NEL CONTESTO URBANO MATERIALI A CHILOMETRO ZERO SFRUTTARE INTERESSE DELLA POPOLAZIONE COME CAPITALE LATENTE CONCESSIONE VENTENNALE RIUSO
* Durante il processo di progettazione partecipata si è deciso di realizzare un centro che può dare spazio alle varie associazioni molto etorogenee che sono intervenute. Questa funzione-non funzione necessita di grande flessibilità spaziale per consentire alle persone, con obiettivi differenti, che coesistono e che si susseguiranno negli anni, di trovare sempre uno spazio che risponda positivamente alle loro esigenze. L’incertezza funzionale è una caratteristica sempre più presente a cui il mondo della progettazione deve adeguarsi.
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ATTO TERZO
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PREMESSE COPIONE O CANOVACCIO ? SCELTA DEL RUOLO SCENEGGIATURA
ATTO TERZO
PREMESSE COPIONE O CANOVACCIO ? SCELTA DEL RUOLO SCENEGGIATURA
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ATTO TERZO
PREMESSE COPIONE O CANOVACCIO ? SCELTA DEL RUOLO SCENEGGIATURA
DISEGNARE LA CORTE SPAZIO CHIUSO
Area abbandonata
Abitazioni private Unico ingresso all’area
PERCORSI
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Spazi formalmente chiusi con potenziale aggregativo
ATTO TERZO
PREMESSE COPIONE O CANOVACCIO ? SCELTA DEL RUOLO SCENEGGIATURA
OMBRE
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ATTO TERZO
PREMESSE COPIONE O CANOVACCIO ? SCELTA DEL RUOLO SCENEGGIATURA
SPAZIO ESTERNO
SCALA 1:100
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ATTO TERZO
PREMESSE COPIONE O CANOVACCIO ? SCELTA DEL RUOLO SCENEGGIATURA
SPAZI INTERNI
SCALA 1:100
89
ATTO TERZO
PREMESSE COPIONE O CANOVACCIO ? SCELTA DEL RUOLO SCENEGGIATURA
SEZIONE TRASVERSALE - PROGETTO
SEZIONE TRASVERSALE - STATO DI FATTO
19
14
20
13
18
15
17
16
21 28
12
22
11
28
10
23
24 9 25 8 26 7 27 6 28 5 4 3 2 1
90
ATTO TERZO
PREMESSE COPIONE O CANOVACCIO ? SCELTA DEL RUOLO SCENEGGIATURA
SISTEMA PARETE MOBILE A LIBRO - SEZIONE ORIZZONTALE 1
Magrone di fondazione
2
Trave rovescia di fondazione
3
Terra di riporto
4
Canalizzazione in c.a.
5
Ghiaia di fiume
6
Pavimentazione in cls grezzo
7
Pavimentazione in battuto di cemento
8
Infisso in acciaio vetro singolo
9
Massetto di sottofondo
29 29
30 30
31 31
SISTEMA PARETE MOBILE BASCULANTE - SEZIONE ORIZZONTALE
10
Architrave in c.a.
11
Laterizio forato
12
Intonaco cementizio
13
Cornicione prefabbricato in c.a.
14
Trave in c.a.
15
Solaio tipo “bausta” 16+4
16
Massetto di pendenza
17
Pannello in polistirene espanso sp. 100 mm
18
Ghiaino lavato
19
Guaina bituminosa ardesiata sp. 10 mm
20
Conversa in acciaio inox sp. 8/10
21
Anta a telaio in profilo pressofuso in acciaio a “L” 120x120 mm
22
Profilo pressofuso in acciaio a “T” 120 mm
23
Sistema frangisole a ginocchio
24
Pavimentazione interna in battuto di cemento resinato
25
Massetto di sottofondo sp. 80 mm
26
Infisso scorrevole tripartito in alluminio in vetrocamera singola
27
Profilo scatolare in acciaio inox 100x100 mm
28
Rivestimento esterna flottante in legno naturale
29
Pannello in polisitrene espanso sinterizzato sp. 50 mm
30
Lamiera in acciaio zincato 8/10
31
Pannello in multistrato fenolico
32
Pannello fonoimpedente: cartongesso, massa plastomerica e polietilene reticolato
33
Profilo scatolare in alluminio 50x100 mm
34
Tirante di chiusura in cavo di acciaio
29 29
32 32
31 31
SISTEMA FRANGISOLE A GINOCCHIO - SEZIONE VERTICALE 34 34
33 33
28 28
23 23
22 22
SCALA 1:5
91
ATTO TERZO
PREMESSE COPIONE O CANOVACCIO ? SCELTA DEL RUOLO SCENEGGIATURA
REPERIMENTO MATERIALI Infissi
Pannello isolante
Pannelli di legno
Sistema frangisole
Partizioni mobili
90 92
ATTO TERZO
PREMESSE COPIONE O CANOVACCIO ? SCELTA DEL RUOLO SCENEGGIATURA
Bolzano
Sondrio
Belluno Trento Pordenone
200 km
100 km 50 k m
Bergamo
40 k m
Villorba 30 k m
Darfo Boario Terme
10 k m
Ponte di Piave
Treviso
Villa del Conte
Vicenza
Brescia
20 k m
Motta di Livenza
Verona
Padova
Mantova
Cremona
Rovigo
Parma
Ferrara
93
ATTO TERZO
PREMESSE COPIONE O CANOVACCIO ? SCELTA DEL RUOLO SCENEGGIATURA
LIMITI DI UN’ARCHITETTURA FLESSIBILE
La flessibilità richiesta da queste nuove realtà architettoniche è stata ben recepita dalle soluzioni compositive e tecnologiche, le quali hanno saputo adattarsi alle nuove esigenze. Il potenziale di questa libertà acquisita rimane latente a causa del vincolo imposto dalle soluzioni impiantistiche definite in distribuzione dell’energia elettrica, disruzione idrica e riscaldamento. Mentre per le prime due esistono soluzioni tecnologiche che consentono un grado sufficiente di adattabilità alla flessibilità compositiva, per quanto riguarda il condizionamento climatico degli ambienti la questione si complica, poichè non esistono soluzioni in grado di seguire le mutazioni spaziali permesse dai sistemi precedentemente descritti.
94
ATTO TERZO
PREMESSE COPIONE O CANOVACCIO ? SCELTA DEL RUOLO SCENEGGIATURA
95
EPILOGO
“Insisto. L’indice batte ritmicamente con violenza e rapidità sul palmo dell’altra mano.” Bruno Munari, Supplemento al dizionario italiano, 1958
EPILOGO
97
EPILOGO
12 ella popolazione Necessità d di disporre di uno spazio
AMMINISTRAZIONE DISINFORMATA
DIMOSTRAZIONE CONCRETA DEI RISULTATI
AMMINISTRAZIONE CONSCIA DELLO STRUMENTO E DELLE POTENZIALITÀ
POPOLAZIONE DISINFORMATA
POPOLAZIONE DISINFORMATA
Ba nd o
Realizzazione e gestione del nuovo spazio
di a
Pres e n t a zion ed el p rog ett o
98
ARCHITETTO CONSCIO DELLO STRUMENTO E DELLE POTENZIALITÀ
ARCHITETTO CONSCIO DELLO STRUMENTO E DELLE POTENZIALITÀ
ne zio a n eg ss
ione staz nife a im e od ress nd nte i i Ba d
e del gruppo delle Definizion persone interessate e dell’ipotesi attuativa
Coinv olgim ent op Ingre opo sso laz deg ion li a e. rch ite t ti PARTECIPAZIONE ATTIV Pr A DE d o L L pr ell’ pos ’ ARC FINALIZZATA ALLA o a ge m ta HIT REDA tta m ET ZION TO zio i ED PROGETTO ARCH IU ITETT n N ONI CO
ne : po one ta a i m ta raz ecip t rt s ni pa e
ma aser ex C e zione ion pola o paz p u c ella Oc ed art p da
23 Necessità della popolazione di disporre uno spazio
La po p all’am olazion e min ist rich p proge roces razion iede s ttaz eu ione o di n par tec ipa ta
ia vv av ndo ne ne re zio po fica o i pr ual iq
Am il p mi un roc nist ’ar es ra ea so da r
ione. olaz pop nto ime itetti. olg arch inv ione Co caz nvo Co
ARCHITETTO CONSCIO DELLO STRUMENTO E DELLE POTENZIALITÀ
e del gruppo delle Definizion
AMMINISTRAZIONE CONSCIA DELLO STRUMENTO E DELLE POTENZIALITÀ
RICHIESTA DIRETTA DI PARTECIPAZIONE IN CASO DI NECESSITÀ
persone interessate e dell’ipotesi attuativa
ASSUNZIONE DELLA PARTECIPAZIONE COME STRUMENTO OPERTIVO VALIDO
Pres enta zion e de l p rog ett o
POPOLAZIONE CONSCIA DELLO STRUMENTO E DELLE POTENZIALITÀ
Re a l izz az de i l n on u e
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“Quando il villaggio Matteotti ha iniziato a prendere forma e si è avvicinato a essere finito, i futuri abitanti del villaggio, e anche quelli che avevano aspirato ad avere qualcosa nel villaggio ma aspettavano eventualmente un altro stralcio, erano cresciuti durante l’operazione (...). Erano cresciuti con il crescere di quella casa, quindi avevano acquisito anche un senso dei loro diritti circa il giudizio sullo spazio, sullo spazio fisico. Questo era un fortissimo cambiamento. Hanno incominciato a pensare che forse avrebbero avuto diritto a discutere anche altri aspetti dello spazio nel quale si trovavano, per esempio lo spazio di lavoro. ” G. De Carlo, “30 anni Dopo” , AALTA FILM, 2003
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LE QUERCE NON FANNO LIMONI
TUTTO FUMO E NIENTE ARROSTO
La partecipazione coinvolge varie materie, mescolandole e rendendone spesso difficile la distinzione. L’architetto, come gli altri professionisti, dovrebbe occuparsi del proprio ambito: l’architettura.
Un processo partecipato dovrebbe attivarsi e concludersi dando una soluzione alle necessità che l’hanno generato, non inseguendo in modo autoreferenziale la partecipazione stessa.
L’APPARENZA INGANNA
CHI SEMINA RACCOGLIE
La progettazione partecipata, coinvolgendo non esclusivamente persone del settore, rischia di essere fraintesa. Non è necessariamente sinonimo di autocostruzione, di architettura temporanea o, esclusivamente, di sperimentazione. Essa è un metodo di progettazione in senso lato.
Parlare di architettura è difficile. Per coinvolgere attivamente le persone alla progettazione è necessario educarla consapevolmente alla cultura architettonica.
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OGNI PROMESSA È DEBITO
ACQUA E CHIACCHIERE NON FAN FRITTELLE
In un percorso partecipato è facile perdere di vista l’obiettivo. Se lo scopo è quello di realizzare un’architettura, ogni operazione propria del processo dovrebbe essere finalizzata ad essa.
Per portare a termine l’obiettivo, non è sufficiente discuterne, bisogna adottare anche metodi più pratici: disegnare, realizzare plastici. Le parole, da sole, non sono in grado di far figurare alle persone l’architettura.
IL TEMPO È DENARO
NON C’È REGOLA SENZA ECCEZIONE
Non è facile far cooperare in tempi brevi molte persone. E’ quindi necessario progettare il processo stesso, ricordando che il maggior costo della partecipazione è proprio il tempo.
Non esistono regole universali per la progettazione partecipata. Ogni contesto è differente, definisce nuove dinamiche e nuove esigenze.
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Bibliografia
Sitografia
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UniversitĂ IUAV di Venezia Corso Magistrale Architettura e culture del progetto a.a. 2015-2016 Elena Borghese matr. 280128 Marco Mercanzin matr. 280092