Cantina Marilina
Al mio arrivo mi accolgono Marilina e Federica le figlie di Angelo Paternò, io con la mia macchina fotografica e loro con quella passione e desiderio di farmi vedere il loro lavoro, che poi è ciò che amano fare, mi dicono - dai vieni, ti mostriamo l’azienda andiamo a fare un giro! Che entusiasmo e allora io inizio a fare mille domande e ascolto questa bellissima storia di famiglia... Tutto inizia nel 2001 quando il papà enologo decide di avviare la propria produzione di vino dopo aver lavorato per grandi aziende vitivinicole in Sicilia. Sentiva la necessità di esprimere in totale libertà la passione per il vino e si innamora della zona del territorio di Pachino, per la terra calcarea, che dona ai vini un sapore equilibrato e mantiene le proprietà del vitigno così come sono in natura e per l’alta vocazione vitivinicola dell’area, da secoli. Marilina con gli occhi che le si illuminano mi dice – guarda questa è una vite ad alberello secolare è storico e questi altri alberelli vicino sono anche molto antichi è la “muscatedda” sono in via di estinzione quasi non ne esistono più, ormai hanno una resa bassissima ma sono bellissimi. Questo è un vecchio frutteto, anticamente si usava tenere la vite tra gli alberi di frutta, per arricchirsi e nutrirsi a vicenda, da questo viene fuori un passito con dei sentori di frutta e profumi incredibili.
L’azienda si estende su 60 ettari di cui 35 vigneti e i restanti frumento, tutto in biologico, la filosofia dell’azienda è green, tutto è stato percepito per avere un minimo impatto ambientale anche la cantina e il metodo di produrre i vini è una rivisitazione dei tradizionali metodi, tutto è incentrato sull’assoluto rispetto della terra. Si percepisce la vera filosofia di vita passeggiando tra i filari quando Federica mi porta a vedere gli animali e ci dirigiamo verso lo steccato dove ci sono anche delle caprette appena nate, qualche pecorella e una mula, Luna, quanto amore. Federica afferma che non sarebbe possibile vivere in campagna senza animali, ci sono anche le galline, certo non potevano mancare loro, qualche papera, i tacchini e poi ci sono Franco e Gino, due enormi cani bianchi parte integrante della famiglia.
Nel frattempo arriva la mamma Lina che si definisce il tutto fare dell’azienda e che personalmente dalle prime parole scambiate credo sia il collante di tutto. Produce le loro buonissime marmellate che hanno chiamato “la marme Lina”, e come la più tipica delle mamme del sud, insiste che resti a pranzo e devo dire che è anche un ottima cuoca.
Durante il nostro giro arrivano degli ospiti per la degustazione, la cantina è infatti aperta giornalmente ai visitatori. Mentre Federica si prende cura dell’ospitalità, delle degustazioni e degli eventi, Marilina della parte amministrativa e della comunicazione ma fondamentalmente fanno tutto insieme è una bellissima famiglia molto unita. Angelo, da quando le figlie sono parte integrante del suo progetto di vita e “di viti” si diverte moltissimo a creare i vini e si dedica ormai solo al proprio lavoro di enologo. Il vino vegano era un desiderio di Marilina. Qualche anno fa durante una vendemmia senza dirle niente, le fece una grande sorpresa, dopo qualche mese finita la fermemtazione e il vino ormai era quasi pronto per essere affinato portò Marilina in cantina e le disse ecco questo è il vino che desideravi, non c’è nessun nessun derivato animale usato durante la vinificazione, scegli il nome. Così nascono i vini Flo (il nome da Flora, dea della primavera, dei fiori e della fioritura per il forte legame con la Natura) un nero d’Avola e un moscato bianco.
Il motto della famiglia Paternò è “Family, where life begins and love never ends”, il senso di famiglia, l’unione, l’armonia, la genuinità si respira nell’aria qui, i prodotti stessi rappresentano la famiglia. Il rosso di Federica, un doc Eloro Pachino riserva solo 1500 bottiglie e Il bianco di Marilina un grecanico 1000 bottiglie; sono tutte numerate a mano, come opere d’arte. L’olio d’oliva di Lina e con simpatica ironia L’aceto di Angelo, aceto di Nero d’Avola.
Lasciamo Federica con gli ospiti e con Marilina andiamo in cantina, le dico, che buon odore fanno le cantine, così lei inizia a parlarmi dei suoi ricordi d’infanzia, con un papà enologo sono cresciute tra vigna e cantina. Mi racconta che ricorda benissimo gli odori e i profumi, sono ancora impressi nella sua memoria di quando giocavano in cantina o tra i vigneti. Così nascono anche i vini Fedelie, vini frizzanti, vinificati con il metodo ancestrale risalente a un lontano passato <un tempo era questo il metodo utilizzato per ottenere vini frizzanti. Ciò dimostra che il domani è il nostro ieri> L’ etichetta creata da un’ illustratrice, rappresenta loro da bambine che giocano tra i filari. Fedelie è dedicata a Federica, alla sua personalità e sono vini frizzanti, freschi e colorati.
Quasi tutti i vini sono vinificati nelle vasche di cemento, come si faceva una volta nei vecchi palmenti. Il cemento non solo mantiene una temperatura fresca e costante, senza ricorrere ad una refrigerazione artficiale e quindi con nessun impatto ambientale seguendo la filosofia green dell’azienda ma mantiene il vino neutro e inalterato, consentendo un alto valore di purezza dell’espressione del luogo. Andiamo a far visita alla stanza dei tesori, abbiamo scoperto che la chiamiamo allo stesso modo io e Marilina, la stanza delle barrique e delle botti, le bottaie, dove mi fa degustare un Passito di Noto, un moscato doc del 2010, una vera chicca. Mi emoziono, con sentori e profumi davvero incredibili, miele, canditi, agrumi quasi si percepisce anche la croccantezza di frutti secchi, colore e gusto intenso, yum che delizia, ecco perchè si chiama Pioggia di Stelle! Arriva Angelo, facciamo la foto di famiglia perché presto dovrà tornare al suo lavoro.
Un bellissimo ritratto di famiglia e concludo la mia visita con un pranzo fra le donne della cantina Marilina.
â&#x20AC;&#x153;La famiglia, dove tutto inizia e lâ&#x20AC;&#x2122;amore mai finisceâ&#x20AC;?