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FIRENZE: LE PIAZZE DEGLI ANNI ‘70

Comunic A zione


N°2

I QUADERNI FIORENTINI pubblicazione quasi quadrimestrale In attesa di autorizzazione/registrazione finito di stampare a dicembre del 2015 presso : Tipografia “il Bandino” , Ponte a Ema FI


COMUNICAZIONE …è tutto e tanto. È la parola e l’ascolto. È trasmissione , contatto, partecipazione . È l’abbraccio,il bacio,lo schiaffo. È danza, recitazione , pittura... è musica. È trovarsi , incontrarsi , scambiare emozioni , sentire , urlare , ammutolirsi . Piangere , fare a botte , raccontare un sogno. È lottare insieme , difendere un pensiero. È condividere . È l’idea che circola, che provoca, che conferma


Travis e Marco, Controradio,via dell’Orto

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’era una controradio 1 che duro’ pochi mesi al castello di Montalbano. Ospitava anche altre ‘testate’ come Radiosfera e Radiostrega. Poi un po’ di silezio. Quindi 4 o 5 matti , tra cui il sottoscritto, pensammo di farla riparlare . L’idea fu di Raffaele . Riunioni all’albergo occupato di via calzaioli . C’erano (e potevano mancare?) anche un po’ di nn e tanti altri compagni di strada appena conosciuti . Comprammo le apparecchiature con 500mila lire e trovammo casa nella ex sede dell’Mls in via dell’Orto. Cosi (in pillole) nacque controradio 2. Ora siamo alla 3, 4, oppure 5. S.F.


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ontro corrente . I contro consumi . Le contro vacanze . La controinformazione . Le controinchieste . La stampa alternativa. E infine , per rimanere sempre a Firenze : “ Contro radio “ (concepita nel ‘77 in un albergo occupato in Via de’ Calzaiuoli e nata l’anno dopo, nel 1978). E perchè “ Contro”? Perchè contro era il modo di essere e vivere la quotidianità di giovani negli anni ‘70 del secolo scorso . Un essere contro che ci poneva in opposizione e alternativa al sistema.


La controinformazione e le controinchieste ,di LC poi anche della parte più democratica della “società civile” ,bisognosa e desiderosa di verità,determinarono con questa nuova forma di comunicazione , le lotte per i diritti . Queste caratterizzarono tutti gli anni dopo con la conquista : nel 1970,dello Statuto dei Lavoratori ; nel 1974 con la vittoria del SI al referendum sul divorzio ; nel 1975 la conquista del voto ai 18 anni ; la legge in materia di aborto; la parità tra uomo e donna ...e tutti gli altri diritti che , da allora sono “diritti acquisiti”. S.L.


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ltra forma discutibile , erano le scritte sui muri , una forma moderna e diretta. Con poche parole , visto il rischio, si sintetizzavano le aspirazioni ,i desideri , le volontĂ e le cazzate del movimento . A.F.


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a libertà non è star sopra un albero non è neanche il volo di un moscone , la libertà non è uno spazio libero... libertà è partecipazione . G.G


GUARDARE o VEDERE ? SENTIRE o ASCOLTARE ? Si guarda sempre qualcosa che già c’è; sentire è sempre involontario; ascoltare è sempre volontario. Vedere è il nostro e vostro compito. Il futuro non si può guardare .


... in quegli anni , nei giorni luminosi della nostra formazione , una malattia gioiosa si è accasata dentro me , mai più mi sarebbe stato sufficiente il godimento passivo o i piaceri puramente sensoriali , per me da allora niente ha potuto competere con l’euforia contagiosa dei sogni collettivi … (Antonio)

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...penso che la musica era la principale fonte di comunicazione , una dinamo che dispensava energia per ogni nota e dava occasione di poter vedere persone ( no gente ) e scambi di sensazioni . Ho conosciuto delle persone che ancora conosco per un mancato e lontano concerto di Jimmy Smith allo Space La musica permetteva altresi di dividere esperienze e momenti di vita insieme . Storico momento e’ stato il lontano concerto dei Deep Purple a Bologna

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ma e ridi se amor risponde piangi forte se non ti sente , dai diamanti non nasce niente , dal letame nascono i fior.



L

a civiltà umana è suddivisa in classi sociali , ognuna delle quali ha un nome storico, valido per ogni epoca, anche se nel corso del tempo chi detiene gli strumenti per manipolare l’opinione pubblica ha voluto modificare , prima nella forma e a seguire nella sostanza, il criterio di appartenenza. Quindi oggi possono sembrare anacronistiche definizioni come ‘padroni’ ‘proletari’ ‘borghesia’ ‘ceto medio’, ma ciò non toglie che ciascuno possa , anzi debba, riconoscersi in una di queste .


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rimavera del 74, è in corso il processo all’anarchico Marini , per l’omicidio di un provocatore fascista. La sera, nella sede del collettivo anarchico, il ciclostile , manovrato da un paio di compagni , lavora a pieno ritmo, sfornando centinaia di volantini da distribuire l’indomani davanti alle scuole . Nell’altra stanza, dopo aver liberato il tavolo da riviste , fogliacci e posacenere strapieni , mi accingo a preparare la matrice per il manifesto con cui tappezzare la città. Fermo il foglio di lucido con le puntine , direttamente sul tavolo e prendo i pennelli e il tubetto di “rosso coprente”. Il tubetto è stato lasciato aperto da qualche compagno distratto e il contenuto si è pietrificato. Non ce n’è un altro e i negozi sono già chiusi da un po’. Dopo una breve serie di colorite imprecazioni , taglio il tubetto con le forbici , pulisco un posacenere di bronzo e ci metto il blocco di colore risecchito. Provo a sbriciolarlo con un martello, ma i pezzetti schizzano via come proiettili . Copro il tutto con un fazzoletto, più o meno pulito e continuo a martellare . Segue ...


Tolgo il fazzoletto quando ormai è a brandelli , il colore è ridotto a una polvere rossastra. Dopo vari tentativi , riesco, con un po’ d’acqua bollente a renderlo cremoso. Prendo il pennello e faccio una prova; funziona . Comincio a copiare da una foto di pessima qualità il ritratto di Marini , visto di profilo e aggiungo sotto la scritta “MARINI LIBERO” e la A cerchiata. Ci vuole un’oretta poi ho finito, sono soddisfatto, asciugo il colore con un phon e lo porto al compagno che si occupa della stampa. Dopo un paio d’ore , arrivano una cinquantina di manifesti , freschi di stampa; disegno e scritta blu elettrico su carta bianca. Era l’unico colore in quantità sufficiente . Per dare un tono coloriamo a mano, con dei pennarelli , l’angolo in alto a sinistra di nero e di rosso. L’odore del diluente si mescola a quello dell’alcool denaturato del ciclostile . Parto con Stefano per l’affissione nelle vie del centro, prendo la vecchia scopa e il secchio con la colla, allungata con la farina, per risparmiare . La notte fiorentina ci accoglie , tra lampioni e ombre , fa ancora freddo e per le strade s’incontra solo qualche ubriaco. Iniziamo l’affissione , con l’occhio vigile che non arrivi un’auto della polizia. Poi , soddisfatti , torniamo a casa. Domattina ci aspetta il volantinaggio. M.R ...





Accontentarsi nel proprio privato e della propria situazione , oppure unirsi ad altri per trovare un punto minimo di soddisfazione che accomuni una collettività sociale vasta.La prima cosa da fare è capire chi è il vero “nemico”, le armi che possiede (sia quelle che ha usato, sia quelle che sta usando , sia quelle che potrà usare) e lo scopo che persegue . Schematizzando, questa riflessione propone come nemico il Sistema capitalistico, che per raggiungere il suo scopo, - una distribuzione sempre più iniqua della ricchezza e delle risorse a favore di una minoranza sfruttatrice e privilegiata (che accumula capitale) a scapito della massa popolare degli sfruttati (destinata a produrre e consumare) usa l’ignoranza, la divisione , i falsi miti; ha usato e potrà usare la menzogna e la violenza. Segue ..


ualcosa però non sta funzionando nel capitalismo moderno e l’avidità dei suoi controllori lo ha fatto entrare in un giro vizioso che , attualmente , sta creando troppi poveri (più di quanti ne muoiono), ma prima o poi , a causa Q della decimazione della forza-lavoro e il conseguente progressivo azzeramento di prospettive (leggi: investimenti) si

ritorcerà contro il sistema di accumulo stesso. Ciò porterà inevitabilmente ad uno scontro cruento che segnerà anche la fine dell’accontentarsi . Ora, se si divulga la consapevolezza di far parte della massa degli sfruttati , nonchè che questa massa finirà per soccombere se si presenterà a quello scontro nelle condizioni di divisione attuale , bene; altrimenti non rimarrà che la rassegnazione , irreversibile . M.J.





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a possibile che questa sia la fortezza a b.go S. LORENZO.? Che flash!!! Ricordi la neve entrata dal tetto rotto nella camera da letto padronale? Un lo dite a i’ Poggio che compare .. Fortezza di Live anzi dei Bargellini Ultimo dell’anno 1976


Credo si sia sempre contato. E tanto. Si conta anche adesso. Conta quello che fai ,quello che dici ,quello che senti , quello che trasmetti ... E non solo quello che gli altri ti permettono o no di fare . Conta quello che ti lasci dietro le spalle ,che siano minuzzoli di pane o pepite d’oro o semplici testimonianze . Conta sempre e conti sempre . Anche se non vuoi . Anche se non puoi .

Daniele Locchi


La memoria conta veramente - per gli individui , le collettività, le civiltà - solo setiene insieme l’impronta del passato e il progetto del futuro, se permette di fare senza dimenticare quel che si voleva fare , di diventare senza smettere di essere , di essere senza smettere di diventare .” - Italo Calvino, agosto 1975 -


I' vocio

Gli “antichi “ sms


Pio Baldelli

del cinema, docente di teoria e tecnica delle comunicazioni di massa. Voce libera e trasverSsuetorico sale dell’ opposizione. Chi frequentava l’ università negli anni Settanta-Ottanta ricorda ancora le lezioni nell’ ateneo fiorentino con le aule stracolme di studenti alla facoltà di Magistero dove

chiamava in cattedra con lui esponenti del mondo politico, del cinema, della cultura, del teatro (da Dario Fo a Marco Bellocchio, a Nanni Moretti). In ateneo ha organizzato per la prima volta una sfilata di moda, come evento di comunicazione. Giornalista pubblicista è stato fra i primi studiosi in Italia a interessarsi delle comunicazioni di massa, a indagarne le fenomenologia. Come avevano fatto anche Pierpaolo Pasolini e Adele Cambria, aveva prestato la sua firma per dirigere il quotidiano «Lotta Continua» negli anni incandescenti della morte a Milano dell’ anarchico Pinelli. Fu denunciato per diffamazione dal commissario Luigi Calabresi: Pio Baldelli fu anche processato e condannato per alcuni articoli usciti su «Lc», di quelle udienze sono rimasti storici i resoconti firmati da Camilla Cederna. Tra gli scritti di Baldelli, il volume «Informazione e controinformazione» è stato considerato alla fine degli anni Sessanta e in tutti gli anni Settanta, uno dei testi fondamentali sul tema della comunicazione. Prima di arrivare a Firenze, aveva insegnato all’ ateneo di Cagliari, era stato allievo di Aldo Capitini e da sempre, Baldelli era teorico convinto della non violenza. Studioso attento ai movimenti giovanili, a tutto il nuovo che si affacciava alla società: quando nascono le prime radio libere, a metà degli anni Settanta, la casa di Baldelli in via dell’ Oriolo a Firenze, si affolla di gente, registi, scrittori, giornalisti, giovani pubblicitari interessati a organizzare iniziative legate alle prime radio. Come aveva fatto con «Lotta Continua», Baldelli presta volentieri il suo nome per dirigere le prime emittenti alla ricerca di un direttore responsabile. Per diverso tempo guida ad esempio, Controradio.



... si poteva comunicare anche con il modo di vestire che ci permetteva di riconoscerci già da lontano. Con il modo di portare i capelli e altri modi che ci univano oltre alla giovane età. Come cavalieri medievali che avvicinandosi ad un castello, guardandone la forma delle mura, capivano se era aria oppure no. Altro mezzo tecnico di comunicazione era: il ciclostile , quante risme smazzettate , sono arrivato due volte terzo, non ho mai vinto, il ciclostile d’oro. Dai cinesi , avevamo preso l’idea del TAZEBAO, forma arcaica ma efficace .


a prima o poi ci sarĂ una nuova M generazione di giovani che svegliadosi dal torpore , nel quale il potere li ha intrappolati , rovsteranno nelle soffitte impolverate dei loro genitori e troveranno uno zaino e un sacco a pelo e a questo punto andranno “lungo la stradaâ€? a riprendere il cammino interotto.

Jack Kerouac


Eravamo tutti esseri umani finchè la religione ci ha separato e il denaro ci ha classificato.


GRAZIE a tutti coloro che hanno partecipato condividendo le foto e le emozioni sul gruppo delle piazze del ‘77. A coloro che contribuiscono con dialoghi e ricordi , idee e pareri , con gioia e incazzatura. Grazie alla preziosa Lelli per il suo lavoro grafico e di impaginazione e al suo tempo dedicatoci . A tutta la redazione e all’ associazione tutta, grazie . Come per gli altri numeri precedenti la vendita degli stessi e dell’ultimo nato permetterà all’ Associazione Firenze , le piazze degli anni ‘70 la pubblicazione dei prossimi , e la organizzazione di eventi .


CONDIVIDI, condividere . Questo Quaderno dedicato alla comunicazione mostra tante foto di condivisione . Fisica, fra giovani , all’aperto, nelle piazze , ovunque . Vuole aiutare a riflettere su cosa siano la condivisione e l’informazione nell’era dei social networks, di quanto siano esse decadute dal ruolo di risorsa essenziale per vivere una cittadinanza attiva, per disegnare il proprio futuro in una società migliore . Non dimenticate di condividere guardando negli occhi degli altri .

“Firenze , graffiti piazzale caduti nei lager 05” di I, Sailko. Con licenza CC BY-SA 3.0 tramite Wikimedia Commons

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