Eleonora Vaccari Portfolio + CV

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PORTFOLIO
VACCARI
ELEONORA

CONOSCENZE SOFTWARE

2D SOFTWARES

A utoCAD

Qgis

Procreate

Adobe

Photoshop

Illustrator

Indesign

Premiere Pro

3D SOFTWARES

Sketchup

ArchiCAD

Photoscan

Cinema 4D

MICROSOFT OFFICE

Word

Powerpoint

Excel

CONOSCENZE LINGUISTICHE

Italiano: lingua madre

Inglese: Scritto: Ottimo - Parlato: Ottimo

ETS TOEIC - Total Score 990/990 - C1 di CEFR

INTERESSI

Fotografia, Storia dell’arte, Video making, Graphic design

ELEONORA VACCARI

INFO PERSONALI

Nazionalità: Italiana

Data di nascita: 24.05.1993

CONTATTI

Email: eleonora.vaccari93@gmail.com

Telefono: +39 339 2245534

Indirizzo: Via Giacomo Puccini 9, Carpi (MO) 41012, Italia

ISTRUZIONE

https://it.linkedin.com/in/eleonora-vaccari93

https://www.pinterest.it/eleonoravaccari93/ https://issuu.com/eleonora.vaccari93

2016 | 18 Laurea Magistrale in Sustainable Architecture and Landscape Design, Piacenza

Politecnico di Milano, Scuola di Architettura, Urbanistica, Ingegneria delle costruzioni 110/110 lode

2012 | 16 Laurea Triennale in Scienze dell’Architettura, Mantova

Politecnico di Milano, Scuola di Architettura, Urbanistica, Ingegneria delle costruzioni 98/110

2007 | 12 Maturità classica, Liceo Classico Rinaldo Corso, Correggio (Reggio Emilia) 88/100

ESPERIENZE

2020 novembre Abilitazione alla professione di Architetto - sezione A

2020 marzo - Attività freelance - Disegno 3D, foto manipolazione e rendering, lavoro a progetto

2019 maggio Premio di studio Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi_ Categoria laureati

2019 marzo- Collaborazione presso studio Carteria+, Modena

2020 settembre Disegno 3D, progettazione e riqualificazione di interni

2019 gennaio Partecipazione all’ATA2019 (Architectural Thesis Award) di Archistart

2018 aprile-giugno Internship di 3 mesi a Studiovert, Piacenza

Progettazione e riqualificazione di interni

2015 marzo-luglio Internship di 4 mesi a Studio Zanoli, Carpi (Modena)

Partecipazione a Piano del Colore del centro storico di Concordia sulla Secchia (MO)

2014 ottobre Partecipazione al concorso LOR (Lisbon Open Room) per studenti e giovani architetti

Progettazione di un padiglione multifunzionale a Lisbona, Portogallo

1.Museo

Museo Navale a Barceloneta

Barcellona, Spagna

2.Piscina

Riutilizzo di cava abbandonata come piscina, Stony Creek in Connecticut, US

3.Museo e Hub per Prodotti Alimentari

Riqualificazione di Cascina Fornace, Abbiategrasso (MI) come hub logistico per prodotti caseari e museo

4.Parco Agrourbano

Progetto di un parco agrourbano ad energia sostenibile a Golasecca (VA)

5.Workshop - Plastic bay

Progettazione di cabine per Cite Soleil, Haiti, tramite riutilizzo dei rifiuti plastici

4.TESI. Piacenza - Bettola Agriway

Progetto di riconnessione della Valnure tramite la vecchia ferrovia e agricoltura urbana

3d Renderings

Esempi di renderizzazioni di interni ed esterni

CONTRIBUTI:

Ho lavorato alle analisi preliminari, con visita al sito, alla progettazione di masterplan e dettagli di piante e interni.

Ho curato la grafica di masterplan, sezioni, piante e rendering.

SOFTWARE UTILIZZATI: Photoshop, Illustrator, Indesign, AutoCAD

Museo Navale_ Barcellona

Il progetto consiste nell’attuazione di un Museo navale e della storia del Mar Mediterraneo, e fa parte di un progetto urbanistico di riqualificazione. L’area di progetto si trova a Barcellona, esattamente sulla punta de La Barceloneta. L’idea di partenza deriva dal concetto di erosione, dal prendere l’area ed eroderla tramite l’acqua, a ritmi differenti. La seconda idea è il concetto di inizio e fine, che dà il nome al progetto: esiste una gerarchia tra gli edifici e specialmente l’acqua che invade l’area, in un modo più duro nell’inizio del sito, e in un modo più morbido nella seconda parte.

Il museo è stato pensato come un layer artificiale, che viene aggiunto ad un sito permanente: il segno artificiale (software) viene posato sul segno naturale, la terra esistente (hardware).

Un team di scienziati del Politecnico di Catalogna (UPC) ha analizzato l’impatto che un innalzamento di livello del mare avrà su 43 dei 47 porti in Catalogna: lo scenario prevede un possibile innalzamento di 88-180 cm per la punta de La Barceloneta, quindi una forte possibilità che venga completamente sommersa entro il 2100. Tenendo conto di questi dati, il progetto affronta le difficoltà di un’ipotetica isola sommersa, e di come raggiungere il museo navale quando l’acqua avrà invaso l’area completamente.

Prendendo spunto da diversi tipi di approcci all’acqua, e alla relazione tra essa ed i visitatori, il risultato è un’asse principale che rompe l’area e la sua orizzontalità, che guida lo sguardo verso il punto focale, ovvero il museo. Sono previsti diversi punti di vista/panoramici da cui scorgere il progetto nel suo contesto, sulla rampa di accesso al museo, e sulla torre in punta.

Ci sono differenti percorsi per raggiungere il museo: un percorso veloce sulla terra, e uno più lento attraversando le piattaforme che entrano in acqua, e infine il percorso veloce sotterraneo, quest’ultimo come soluzione alla possibile sommersione. Il masterplan di progetto mostra inoltre i pontili per il noleggio barche, aggiungendo un altro modo di raggiungere la punta dell’area, finora raggiungibile solo a piedi o in macchina. La punta della torre completa il triangolo che forma il progetto.

La reception è situata nello spazio sotto la rampa al centro dell’area, e raggiungendo l’ultimo piano si trova la lunga rampa di accesso sotterraneo al museo: una volta risaliti si entra nel grande spazio espositivo, ovvero l’area centrale. Una seconda reception è nella parte ovest del piano terra, per i visitatori che accedono via terra, con servizi annessi. Il primo e secondo piano contengono lo shop, l’auditorium e una parte espositiva per esibizioni temporanee.

Una particolarità del progetto è il concetto di erosione in prospetto, sia all’interno che all’esterno dell’edificio del museo: invece di finestre convenzionali, la scelta è ricaduta su piccolo fessure per fare entrare la luce, creando l’illusione di essere in una cattedrale o una chiesa dedicata al mare che circonda la penisola.

Segno artificiale + Elemento naturale

2017 2050 2080 2100 Percorso sottoterra Percorso lento Percorso veloce TIMELINE EROSIONE

FREQUENZE SPAZI APPROCCIO ALL’ACQUA

Orizzontale

Assi della città

FREQUENZE SPAZI

APPROCCIO ALL’ACQUA

All’interno

Processo di erosione nel sito

Sotto Sopra

Edificio e paesaggio

STUDIO DELLA RELAZIONE CON L’ACQUA CONCEPT DEL MUSEO
MASTERPLAN E SEZIONE AMBIENTALE 1:500
Second Floor Scale_1:200 PIANTE E SEZIONI
MUSEO_piano terra Sezione BB’ Sezione AA’ MUSEO_primo piano MUSEO_secondo piano

CONTRIBUTI:

Ho curato la scelta del sito considerando il tema, gestito il lavoro di gruppo, lavorato alle analisi, progettazione di masterplan, dettagli e analisi di geologia.

Ho curato la grafica dell’intero progetto.

SOFTWARE UTILIZZATI: Photoshop, Illustrator, Indesign, AutoCAD, Sketchup, QGis

Riutilizzo di cava inattiva come piscina_Stony Creek, Connecticut, US

Il sito di progetto si trova vicino alla città di Branford, in Connecticut, US. Il punto di partenza era ricercare una cava attiva/abbandonata e progettare una soluzione per un riutilizzo e non lasciare la zona a se stessa.

Sono stati analizzati vari componenti paesaggistici, sociali e geologici, partendo da un inquadramento ampio fino ad arrivare ad una scala di piccolo dettaglio. A livello di paesaggio, l’area si trova nel mezzo di una riserva naturalistica, la Branford Trail. La cava è una attiva di granito rosa, che viene estratto su ordinazione: il materiale superficiale prominente è la tillite, sottile quanto l’argilla e non permeabile. Da qui la presenza di diverse paludi nel territorio.

Tenendo in considerazione questi elementi, e la quantità di precipitazioni nella zona, si è deciso di riutilizzare la cava come una serie di piscine utilizzando l’acqua piovana, raccolta dalla cava stessa e dalle zone limitrofe, sfruttando le ampie differenze in altezze. Il progetto considera un lungo periodo di tempo, partendo dall’attuale e arrivando fino a 50 anni più avanti, ccn 5 fasi principali. Queste fasi considerano sia i livelli di connessione tra le piscine e le entrate principali (dalla strada, e la Branford Trail), sia la successione ecologica che avverrà nella cava al termine delle estrazioni: un ritorno di arbusti e cespugli, fino alla loro scomparsa e il ritorno degli stessi alberi della zona. Inoltre si ipotizza la crescita di una palude in un canale di acqua principale che passerà nel centro del sito.

La prima piscina è una di tipo riabilitativa, che tiene conto della quantità di centri riabilitivi nella zona: per ottenere un’acqua abbastanza pulita per terapie mediche è necessario utilizzare la fitodepurazione in diversi livelli, per arrivare a due piscine di tipo artificiale. La seconda piscina invece tiene un atmosfera più naturale, tenendo il più possibile la pietra nuda in vista. Anche in questo caso per purificare l’acqua abbastanza per uso umano, verrà utilizzata la fitodepurazione, con almeno 2 vasche di filtrazione.

Concentrandosi sulla seconda, si sono analizzati vari bisogni di una piscina aperta al pubblico: la necessità di servizi addizionali, e la necessità di renderla raggiungibile nonostante le grandi differenze in altezza. Le altezze sono state risolte tramite diverse scalinate/ponti che collegano le varie zone, e dimezzano le distanze; i servizi vengono posti vicini all’entrata della piscina tramite cabine di legno.

Le vasche di fitodepurazione sono state prese in considerazione ulteriormente, considerano il tipo di piante necessario per i diversi filtraggi (con presenza di ghiaia nella seconda vasca) e il modo di far scendere l’acqua da esse tramite cascate. Essendo poco lo spazio vicino all’entrata in piscina, si è predisposta una spiaggia più ampia in una zona superiore della cava, con pensiline per ombra e una zona ristoro. In queste zone è anche possibile ammirare il sistema di raccolta dell’acqua piovana, che raggiunge la piscina anche da zone intorno.

Infine ci si è concentrati sui belvedere del progetto, utilizzando strutture in acciaio, ricoperte da coperture in legno, per creare un’armonia con il territorio e gli altri elementi artificiali. E’ possibile raggiungere quasi tutte le zone nella cava, e osservare tutti gli elementi aggiunti, o in sviluppo, o passati.

INQUADRAMENTO 1:2000
STONY CREEK QUARRY

BRANFORD_MATERIALI SUPERFICIALI

COMPOSIZIONE GRANITO_STONY CREEK

GEOLOGIA

- inizio della successione ecologica nell’area a nord

+20 ANNI FASE 2

- ricovero del suolo, appare Prunus pensylvanica e Betula populifolia nella zona a nord

+30 ANNI FASE 3

CONNESSIONI

- ricovero del suolo in entrambe le aree, appaiono cespugli, Prunus pensylvanica, Betula populifolia nella zona a sud

+40 ANNI FASE 4

- lenta scomparsa di arbusti nell’area a nord, ricovero del suolo ormai completo

- crescita della palude intorno al canale d’acqua

+50 ANNI FASE 5

- apparizione di frassino, quercia e acero nell’area settentrionale

- crescita costante della palude

- lenta scomparsa di arbusti dalla zona meridionale

+10 ANNI FASE 1
FASI PROGRAMMA_ECOLOGICO E CONNESSIONI
PISCINA NATURALE CONNESSIONE ALLA RISERVA PISCINA RIABILITATIVA SEZIONE FITODEPURAZIONE SEZIONE PISCINA SEZIONE SPIAGGIA E CANALI SEZIONE VASCHE FITODEPURAZIONE_ dettaglio
PISCINA NATURALE_piscina e cascate
prospetto scala 1:20 sezione scala 1:20 pianta scala 1:20 SCALINATA PRINCIPALE
PISCINA NATURALE_vista della scalinata

CONTRIBUTI:

Ho collaborato nelle analisi preliminari, curato la progettazione del masterplan e le analisi di sostenibiltà ambientale.

Ho curato la grafica del masterplan, rendering, piante e sezioni.

SOFTWARE UTILIZZATI: Photoshop, Illustrator, Indesign, AutoCAD, Sketchup

Riqualificazione di Cascina Fornace_ Abbiategrasso

Il sito di progetto si trova a Morimondo, comune nella città metropolitana di Milano. Intorno all’abbazia del paese, si collocano diverse cascine adibite a diversi usi, e il progetto si concentra su una di questa, Cascina Fornace.

L’idea di progetto è una riqualificazione della cascina, adibendola a centro logistico per prodotti agricoli. Dopo un’analisi in dettaglio riguardo alla composizione della fattoria, alla sua storia, e alla funzione presente, è stato deciso di utilizzarla per la produzione, stoccaggio e distribuzione di latte e derivati.

La presenza sul sito di un magazzino di rilevante interesse storico rendeva difficile un riutilizzo degli spazi, quindi al centro logistico è stato aggiunto un museo riguardo alla produzione di latte nella storia, nella zona di Milano. I visitatori sono dunque invitati ad entrare nella cascina per visitare il museo, e a degustare i prodotti.

Nella distribuzione delle funzioni nella cascina si sono tenuti ben presenti i diversi flussi di persone e mezzi all’interno, separando la zona fattoria dalla zona logistica, e dalla zona museo. L’accesso al museo porta prima al parcheggio e poi all’entrata pedonale, impedendo di accedere alla zona di produzione latte: camion addetti al trasporto del latte entrano da una seconda entrata e si incrociano con i turisti.

Per la produzione di latte e derivati della fattoria sono stati scelti due formaggi freschi appartenenti alla zona di Abbiategrasso, stracchino e mascarpone: la scelta è stata anche dovuta alla minore impatto ambientale (water e carbon footprint) dei formaggi, adatti quindi alla piccola produzione.

Riguardo alla composizione generale del progetto, si è tenuto in conto l’impatto ambientale delle nuove costruzioni e riqualificazioni, da ciò sono stati aggiunti molteplici alberi all’area di Cascina Fornace. La vegetazione presente è stata del tutto mantenuta, insieme ad campi ed i pascoli, necessari per le mucche all’interno della fattoria, e gli alberi aggiunti sono stati scelti tra le piante autoctone.

A livello tecnologico, la parte più difficile da realizzare è stato il museo all’interno del magazzino, uno spazio aperto e che doveva mantenere la sua integrità di spazi: la scelta è ricaduta su una copertura totale in vetro, e l’aggiunta di pannelli sottili in legno come oscuranti per le aree in bisogno di più protezione dal sole. Per preservare al meglio la struttura originale, è stata aggiunta una secondaria in legno che sostenesse nuovi pannelli.

SWOT ANALISI
MASTERPLAN 1:500
PIANTE 1:200
SEZIONE/PIANTA 1:50

coltivazioni agricole vendita prodotti agricoli

CONTRIBUTI:

Ho gestito il lavoro di gruppo, lavorato alle analisi, progettazione di masterplan, e dettagli della sostenibilità del progetto

Ho curato la grafica dell’intero progetto.

SOFTWARE UTILIZZATI: Photoshop, Illustrator, AutoCAD, Sketchup

fattoria animali parco giochi ecosostenibile parco educativo sulle energie rinnovabili: energia solare, idrica e biomasse

coltivazioni in serra orti urbani

Progetto di un parco agrourbano ad energia sostenibile_Golasecca (VA)

L’area di progetto si trova a Golasecca, in provincia di Varese. Golasecca si trova vicino al fiume Ticino, all’interno del parco naturale lombardo della valle del Ticino; l’area progettuale è di poco fuori dal centro storico, affiancata dalla strada provinciale e altre strade di minor rilevanza. La zona è raggiungibile quindi sia in auto, sia a piedi dalla zona residenziale poco distante. La zona è di circa 50000 mq, e attualmente consiste di zone erbose non coltivate, e pochi costruiti appartenenti alle residenze adiacenti.

L’idea di progetto iniziale è stata quella di progettare un parco agrourbano che funzionasse quasi interamente tramite l’uso di energie rinnovabili. Si è deciso di collegare l’area progettuale al percorso ciclopedonale che costeggia il Ticino, e di continuare una pista ciclabile anche all’interno del lotto, in modo da ottenere tre tipi di passaggio: strada carrabile al lato ovest, con parcheggio dove posteggiare la macchina prima di entrare nel parco, strada ciclopedonale che attraversa a metà l’area, e percorsi pedonali che distribuiscono alle zone del parco.

Il parco agrourbano è costituito da:

- una zona per la produzione, trasformazione e vendita dei prodotti

- un edificio con laboratori didattici per la comprensione delle energie rinnovabili

- una fattoria con recinto all’aperto per l’allevamento di bovini

- una serie di serre didattiche con pannelli fotovoltaici

- un parco giochi ecosostenibile

- un padiglione/piazza dove osservare all’opera i vari impianti di energie rinnovabili: energia solare, energia idrica e biomasse

Il resto dell’area a sud ovest è stato lasciato ai residenti tramite la progettazione di orti urbani: ad est invece la zona è stata adibita interamente a campi coltivati, scegliendo le coltivazioni più compatibili con l’area lombarda: mais, frumento, segale e soia. I campi sono collegati al parco, infatti sia prodotti sia gli scarti vengono utilizzati per il mantenimento, i prodotti vengono venduti all’interno della zona, mentre gli scarti vegetali sono usati per la produzione di biomasse.

Continuando l’idea di educare riguardo alle energie rinnovabili, il parco è composto da una serie di giochi che sfruttano l’energia cinetica creata dall’uso di questi: questa energia viene portata ad una dinamo che la trasforma in energia elettrica, abbastanza da mantenere in maniera autosufficiente l’illuminazione del piccolo parco.

“Imparare giocando” è lo scopo dei giochi e delle aree didattiche disposte nel parco, per permettere ai bambini di arrivare alla comprensione del concetto di ecosostenibilità.

Per quanto riguarda il tema chiave del progetto, le energie rinnovabili, si è deciso di sfruttare impianti tecnologici che potessero al meglio collaborare con i campi coltivati.

L’energia elettrica utilizzata dall’impianto di microirrigazione e dall’impianto biogas viene fornita da 14 inseguitori solari la cui logica e forma richiama quella del girasole.

L’irraggiamento solare viene catturato dai petali con la stessa potenza di un sistema fotovoltaico tradizionale, a differenza che si stima un rendimento del 45% maggiore causato dal moto rototraslativo dell’impianto.

L’impianto di microirrigazione è alimentato dall’energia elettrica prodotta dagli impianti fotovoltaici che permettono di pompare l’acqua raccolta nelle 4 vasche d’accumulo e impiegarla nel sistema di irrigazione. Tale impiego riduce fortemente i costi energetici dell’avvicinamento della corrente alle fonti idriche disponibili e consente di ridurre la lunghezza delle reti irrigue aziendali, oltre che rispettare l’ambiente tramite l’uso di energia pulita.

Il sistema fotovoltaico alimenta anche l’impianto biogas, il quale, sfruttando il processo di digestione anaerobica dei materiali in ingresso, permette di ottenere biogas e digestato. La biomassa in ingresso deriva principalmente da allevamenti, da produzione agricola o agroindustriale.

VERDE COMUNALE VIABILITÀ

ANALISI FUNZIONALE campi coltivati sistema insediativo residenziale lotto di progetto

verde pubblico_non attrezzato strada urbana sistema insediativo produttivo servizi urbani

PARCO GIOCHI ECOSOSTENIBILE: giochi stessi funzionano come dinamo, l’energia cinetica prodotta dall’uso di questi alimenta l’illuminazione del parco.

PARCO GIOCHI ECOSOSTENIBILE: l’energia prodotta pedalando le biciclette forma giochi d’acqua nella fontana

UTILIZZO DELLE ENERGIE RINNOVABILI: l’energia ricavata dai pannelli solari e la raccolta dell’acqua piovana permettono l’uso della microirrigazione per la coltivazione degli ortaggi.

B A’ A MASTERPLAN 1:500
B’

ENERGIA SOLARE: è stato scelto un sistema di pannelli “a girasole” invece dei classici pannelli per permettere la coltivazione sfruttando il massimo spazio disponibile.

ANALISI PROGETTO ASSONOMETRIE
DEL VERDE GESTIONE DEL SUOLO
GESTIONE
VIABILITÀ_COSTRUITO GENERALE

CONTRIBUTI:

Ho gestito il lavoro di gruppo, collaborato alla scelta del sito in base al tema, curato la progettazione del masterplan e delle linee guida di design.

Ho curato la grafica dell’intero progetto.

SOFTWARE UTILIZZATI: Photoshop, Illustrator, Indesign, AutoCAD, Sketchup

Workshop_ Plastic Bay

L’oggetto dell’elective workshop era la progettazione di una cabina al centro di un’area isolata: il concetto è stato preso in un’angolazione diversa, partendo da un’area isolata in modo diverso: il sito scelto è Port-au Prince, la capitale di Haiti, prendendo in riferimento in particolare il quartiere di Citè du Soleil, dove vive la parte più povera della popolazione.

L’area soffre di sovraffollamento, ed è isolata dal resto della capitale dal punto di vista delle telecomunicazioni e servizi. La baia su cui si trova è uno dei posti più inquinati del pianeta, soprattutto per la quantità di plastica che naviga nelle acque circostanti: l’idea di base è stata di considerare la resilienza dell’area, di prendere dal mare e dare indietro un’ambiente migliore.

In questo entra in gioco la scelta della cabina: essa viene progettata come una singola unità che può essere riprodotta molteplici volte, utilizzando tutti i materiali riciclabili dalla spazzatura presente nel luogo.

Bottiglie di plastica, buste di plastica, e lattine vengono raccolte dal mare tramite Sea Bins, e conseguentemente utilizzati per costruire i muri delle cabine.

In seguito è stato concepito il modulo di cabina, tenendo in considerazione le esigenze degli abitanti del luogo e le tradizioni dei pescatori. Questo modulo può essere poi collegato ad altre cabine uguali, creando nuclei familiari o diverse composizioni a seconda delle volontà.

Sempre grazie ai materiali riciclati, in particolare bottiglie di plastica, è stato ricercato un metodo per permettere il galleggiamento di queste cabine, in modo da formare una città nella città, usando la baia: il concetto di masterplan è così ipotetico, considerando come starà in seguito agli abitanti come utilizzare le cabine e come unirle tra loro.

I problemi maggiori per la cabina si sono rivelati l’elettricità e gli scarichi per l’acqua, che sono stati risolti con l’utilizzo di pannelli solari individuali per ogni elettrodomestico ed un generatore di emergenza. I pannelli solari sono anch’essi composti da bottiglie di plastica, un prototipo già testato in precedenza.

Per il trattamento delle acque e degli scarichi invece è stato scelto un biodigestore, in modo da produrre biogas ed avere un’ulteriore fonte di energia per la cabina.

Un altro aspetto dell’area di cui tenere conto è stata la presenza di una barriera corallina intorno alla baia, facendo presumere che fosse presente anche in essa ma sia stata distrutta dalla quantità di rifiuti presenti: l’idea quindi è quella di circondare la baia e le cabine con una rete metallica, leggermente elettrificata, prendendo spunto dal progetto Biorock. In questo modo è possibile il riciclo dei materiali metallici tra rifiuti, offrendo, una volta ripulita la baia, l’opportunità per i coralli di ripopolare l’area.

ANALISI BARRIERA CORALLINA

barriera in profondità barriera superficiale sito di progetto

ELEMENTI CHIAVE

Nuove connessioni tra la città e la costa

MODULO CABINA

Ricovero degli slums dall’inquinamento, tramite il riciclo dei materiali di rifiuto

Sistema perpetuo per liberare il mare dalla plastica

PICCOLA SCALA MEDIA SCALA GRANDE SCALA

plastica

Buste di plastica

Unità di cabina Piattaforma

Lattine

STRATEGIE
MASTERPLAN CONCETTUALE
x 2 moduli semplici complessi familiari x 3 x 4 x 2 x 2
COMPOSIZIONE MODULI COMPOSIZIONE CABINA E SEZIONE

SOLUZIONI ENERGETICHE

Ridurre l’utilizzo di energia elettrica al minimo Utilizzando la luce naturale

Teto

FLUSSI ENERGETICI ENERGY FLOWS

TRATTAMENTO DEI LIQUAMI: BIODIGESTORE

SEA BIN

Pannelli solari individuali Pannello solare ricavato da bottiglie di plastica Generatore di emergenza Rifornitura di metano Sistema pretrattamento Trattamento postumo

TESI: Piacenza - Bettola Agriway

La Piacenza - Bettola è una vecchia ferrovia che attraversava la città di Piacenza e la Valnure fino a raggiungere il paese di Bettola. Ha continuato a funzionare dal 1933 al 1967, prima di venir dismessa a causa di problemi economici.

L’area è tuttora attraversata dalla Strada Provinciale, ma il tragitto è diventato più lungo e con maggiori difficoltà, di conseguenza ha tagliato fuori i paesi della Valnure eliminando una vera e propria connessione con il centro di Piacenza; mentre alcuni paesi si sono continuati ad espandere, altri si sono ridotti in popolazione a causa della mancanza di opportunità. L’idea dietro il progetto è di creare una nuova mobilità sostenibile per la valle attraverso l’uso di biciclette, connettendo le città tramite la cultura condivisa e le memorie del passato, quindi aggiungendo un intento e un futuro in evoluzione, e reinventando il concetto di “greenway” con l’aggiunta di aree verdi per l’agricoltura urbana

Il nuovo sistema di mobilità non può sostituire l’efficienza in velocità della vecchia ferrovia, l’obiettivo è di utilizzare un veicolo che abbia abbastanza velocità per attraversare l’intera area, ma lasci comunque abbastanza tempo per esplorare e imparare riguardo alle tradizioni della Valnure, la storia della ferrovia e la varietà di paesaggio che è la peculiarità della regione.

Il progetto è diviso in una prima parte di analisi storica, dove viene studiata la storia della ferrovia e l’impatto che ebbe sulla popolazione e l’area: la Piacenza-Bettola nasce come alternativa elettrica all’impianto tranviario originale, e sostituisce i vecchi tram a vapore con nuovi treni elettrici. Era considerata all’avanguardia per gli anni 30 e oggi verrebbe considerata un tipo di metropolitana leggera. Lo sviluppo del trasporto su gomma ne decretò la condanna e la ferrovia venne chiusa nonostante le forti proteste della popolazione. La ferrovia ha lasciato segni forti sul territorio, rappresentati dal taglio nel paesaggio, dalle viste laterali causate dal taglio, dalla folta vegetazione cresciuta al posto del tracciato, e dalle infrastrutture lasciate come ferrovie, viadotti e ponti.

Le analisi continuano con una vista più generale sul territorio della Valnure: viene fatto un confronto tra il paesaggio del 1881 e il 1954, e nella synchronic map si osserva quali rimanenze di questi periodi sono ancora nella valle. Inoltre l’uso del suolo viene delineato per mostrare la varietà di paesaggio, passando dall’urbano al periurbano e campagne, al boschivo raggiungendo Bettola. La conseguente analisi guarda al tracciato originario della ferrovia e allo stato attuale, con fotografie in loco: è possibile vedere che non tutto il percorso è ancora accessibile e che parte è diventato irriconoscibile.

La SWOT analisi prende tutte le informazioni raccolte prima e produce una strategia con 3 azioni da seguire, dove la pista ciclabile deve essere a stretto contatto con l’heritage della valle e con le aree di agricoltura urbana.

Il masterplan mostra il nuovo tragitto dell’Agriway, dove la traccia usa il tragitto originale e dove utilizza piste esistenti, e le aree periurbane scelte adiacenti per l’agricoltura sociale. Per riconoscere al meglio il percorso vengono scelte delle linee guida: il colore delle linee a fianco della strada, il trattamento della vegetazione incolta e degli alberi, la scelta della pavimentazione nei diversi tratti, e le viste importanti della valle. Vengono scelti cartelli per rappresentare al meglio la storia della ferrovia e ad ogni fermata/ stazione vengono poste foto storiche e didascalie con informazioni. Riguardo allo sviluppo dell’agricoltura sociale viene scelto un masterplan generale dove di partenza l’area delle colture è solo il 50% dello spazio disponibile, dedicando le altre aree a verde incolto e prato: a seconda della necessità altre aree verranno aggiunte senza eliminare la biodiversità della zona. I prodotti vengono coltivati dalla popolazione locale e da eventuali volontari, trasportati sulla pista da paese a paese, e poi venduti al mercato biologico di Piacenza. Vengono infine analizzati gli interventi necessari per ogni zona della pista, come affrontare il traffico delle strade, quali cartelli e amenità sono necessari, e come gestire il paesaggio che cambia.

SOFTWARE UTILIZZATI: Photoshop, Illustrator, Indesign, AutoCAD, Sketchup, QGis Ponte curvo di Ponte dell’Olio Stazione di Piacenza S.I.F.T. Stazione Tram di Bettola Ponte della Farnesiana 1932 - Cerimonia di apertura ufficiale

elementi ferroviari

TAGLIO

Il paes aggio è tagliato a metà e cambia sia in piccola che grande scala. Gli effetti possono essere di lunga durata specialmente su campi aperti.

Il taglio crea due lati al pe rcorso e una vista dinamica. Il paesaggio della ferrovia è da considerare sempre in movimento.

VEGETAZIONE INCOLTA

La vegetazione è lasciata a crescere per recuperare le aree tagliate dalla ferrovia. E’ un elemento specifico a questo genere di recupero paesaggistico.

TANGIBLE HERITAGE

L ’architettura per una ferrovia è di solito standardizzata per essere simile in ogni fermata, con rare eccezioni. Il passaggio del tempo ne dona una nuova identità.

Grazzano Visconti Villò Ponte dell’Olio Bettola Biana VISTE LATERALI
stazioni ferroviarie_prima e dopo

LEGENDA

Vigneti

Terre per uso agricolo

Aree boschive

Canali/fiumi Filari Edifici

mappa sincronica

Tranvia (S.I.F.T.)

Ferrovia (F.S.)

Ferrovia (S.I.F.T.)

Strade/Sterrati

Pascoli

LEGENDA

Edifici di recente costruzione

Edifici dall’ortofoto IGMI 1954

Edifici dalla mappa IGM 1881

Strade di recente costruzione

Strade dall’ortofoto IGMI 1954

Strade dalla mappa IGM 1881

Canali di recente costruzione

Canali dall’ortofoto IGMI 1954

Canali dalla mappa IGM 1881

Ferrovia dalla mappa IGM 1881

Vigneti da ortofoto recente

Vigneti dall’ortofoto IGMI 1954

Filari da ortofoto recente

Filari dalla mappa IGM 1881

IGM PRIMO IMPIANTO colleziona la prima mappatura di tutta Italia dall’Istituto Geografico Militare: la prima mappa completa fu preparato tra il 1881 e il 1893. PRIMO VOLO IGMI colleziona tutte le fotografie aeree tra il 1954 e il 1955 urante il volo IGMI-GAI (Gruppo Aereo Rilevatore). Il risultato è un ortofoto geometricamente corretto e georeferenziato.

LEGENDA

COLTIVAZIONI LOCALI

Coltivazioni principalmente della provincia di Piacenza e fonte principale di entrata in agricoltura.

FRUMENTO MAIS

ORZO SORBO

AVENA SEGALE

VIGNETI Uva e vini tipici dell’area Valnure

BARBABIETOLA SOIA COLZA

GIRASOLE

POMODORO

FAGIOLI

PISELLI

CIPOLLA

ZUCCHINA

MELONE

ACQUA: TORRENTE NURE

L’acqua del Nure è utilizzata per coltivazione in minima parte.

Lunghezza: 75 km

Il torrente Nure nasce dall’ appennino ligure fino a sfociare nel fiume Po.

La ferrovia attraversa il fiume a Ponte dell’Olio con un raro esempio di ponte ferroviario curvo.

Edifici/costruzioni

Strade

Canali/Corsi d’acqua

Vigneti

Campi irrigati

Campi non irrigati

Frutteti

Orti/pascoli

Boschi di latifoglie

Boschi di conifere

Boschi misti

Filari

uso del suolo
COLTURE DI CEREALI COLTURE INDUSTRIALI ORTICOLTURE

aree urbane paesaggio periurbano paesaggio agroforestale infrastrutture

rotaie abbandonate tangible heritage intangible heritage

SWOT analisi
1. Progettare una mobilità sostenibile tramite una pista ciclabile 2. Connettere le città e i cittadini tramite la cultura condivisa e le memorie della ferrovia 3. Reinventare la greenway con aree verdi dedicate all’ agricoltura urbana

Entrata Agriway - posizione mappa - localizzazione

Distanza e posizione - indicazioni per servizi

- localizzazione

- segnali per stazioni e città

Segnale stazione - nome della stazione - foto storiche

- tipologia di stazione e dettagli storici

Direzione e servizi - segnali amenità - direzioni agriway - direzioni orti

Direzione città - posizione mappa - foto storiche - info su foto storiche

LEGENDA PERCORSO

limiti amministrativi pista ciclabile esistente - su sede propria pista ciclabile esistente - su strada provinciale nuovo percorso - filari, sterrato nuovo percorso - su strada secondaria nuovo percorso - su strada privata tracciati esistenti connessioni orti comuni esistenti nuovi orti comuni

linee guida Agriway

COLORE: linee giallo paglierino su tutto il tracciato (pavimentazioni esistenti hanno altri colori)

VEGETAZIONE : rimuovere da terra, lasciare ai lati

ALBERI lasciare gli alberi esistenti, aggiungerne solo in tracciato esterno alla ferrovia

PISTA CICLABILE SU SEDE PROPRIA mantienere la strada principale visibile, non cespugli ma piloni (la Strada Provinciale e la ferrovia erano fianco a fianco)

M ATERIALI : usare ghiaia proveniente dalle cave locali (aggiungerne il nome sul tracciato)

PERCORSO ORIGINALE : aggiungere linee rosse e il logo SIFT per segnare la traccia della ferrovia

PAESAGGIO : aggiungere aree di sosta nel percorso originale e in quello nuovo per mostrare punti di interesse

Agriway masterplan cartelli Agriway

colore giallo paglierino e rosso granata sulla pista ciclabile esistente

vegetazione pulire le rotaie, rimuovere erbacce alberi mantenere alberi esistenti, rimuovere specie invasive materiali lasciare materiale esistente

paesaggio : vegetazione incolta, uso possibile per agricoltura urbana

colore giallo paglierino e rosso granata sulla pista ciclabile esistente

vegetazione pulire le rotaie, rimuovere erbacce alberi mantenere alberi esistenti, rimuovere specie invasive materiali progetta continuazione della pista con ghiaia/sterrato

paesaggio : vegetazione incolta, uso possibile per agricoltura urbana

colore giallo paglierino e rosso granata sulla pista ciclabile esistente

vegetazione rimuovere erbacce da terra, lasciare ai lati alberi mantenere alberi esistenti

materiali progetta percorso con ghiaia/sterrato per permettere il passaggio paesaggio : vegetazione incolta, filare, chiusura

colore giallo paglierino sullo sterrato esistente

vegetazione rimuovere erbacce e pulire la vista panoramica alberi mantenere alberi esistenti

materiali pulire tracciato esistente, manutenzione straordinaria dove necessario paesaggio filari paralleli alla strada, momenti d’ombra utili e viste di paesaggio periurbano

colore giallo paglierino e rosso granata sulla pista ciclabile esistente

vegetazione rimuovere erbacce da terra, lasciare ai lati alberi mantenere alberi esistenti, non aggiungere materiali pulire sterrato esistente per agriway

paesaggio : aree di sosta per vista delle colline, con panchine e fontane

colore giallo paglierino sulla pista su sede propria esistente vegetazione campi e aree verdi abbandonate ai lati, utili per orti comuni

alberi mantenere alberi esistenti

materiali pulire tracciato esistente, manutenzione straordinaria dove necessario paesaggio campi paralleli alla strada e aree residenziali, viste di paesaggio periurbano con orti

colore giallo paglierino sulla strada esistente, usata da macchine

vegetazione cespugli e alberi incorniciano la strada, tipica vegetazione collinare.

Rimuovere specie invasive dove necessario

alberi rimuovere alberi per mostrare il paesaggio e la vecchia stazione, piantare nuovi per balanciare

materiali pulire tracciato esistente, manutenzione straordinaria dove necessario paesaggio alberi paralleli alla strada e viste del torrente Nure che accompagnava la ferrovia colore giallo paglierino sulla strada esistente, usata da macchine

vegetazione cespugli e alberi incorniciano la strada, tipica vegetazione collinare.

Rimuovere specie invasive dove necessario

alberi rimuovere alberi per mostrare il paesaggio e la vecchia stazione, piantare nuovi per balanciare

materiali pulire tracciato esistente, manutenzione straordinaria dove necessario paesaggio progettare aree di sosta per mostrare le viste panoramiche del torrente Nure

pascoli

cespugli

Ponte - Ponte dell’Olio

L’idea è di utilizzare cassette di legno per gli orti invece del metodo tradizionale.

Prima di entrare la città viaggiatori vedranno gli orti e lavoratori e si avvicineranno con curiosità. turisti potranno visitare gli orti urbani e lavorare con gli abitanti se lo desiderano.

Gli abitanti coltivano i prodotti con l’aiuto di volontari e rifugiati

I prodotti una volta maturi sono trasportati su bici o camion e portati dove richiesti

- Vicinanza alla pista ciclabile

- Uso di aree verdi abbandonate in città

- Alternare tra aree verdi e aree coltivate

- Area parcheggio per biciclette

- Area per raccogliere i prodotti

Iniziare con 50% orti - 50% prato Espandere orti dove e quando necessario

Alcune aree sono lasciate a crescere spontanee per preservare la biodiversità

orti

pascolo/prato

vegetazione spontanea

I prodotti sono consegnati a negozi ortofrutticoli e al mercato biologico nel centro di Piacenza

- Sistema di manutenzione funzionante

- Cespugli e frutteti per mantenere la biodiversità

agricoltura sociale
CASSETTE DI LEGNO PER ORTI URBANI

INTERVENTO TIPO 1 sterrato con ghiaia alberi aggiunti per ombra cartelli di direzione

PAESAGGIO PERIURBANO PAESAGGIO URBANO

INTERVENTO TIPO 2 strada con ghiaia muro di cemento per separare cartelli con indicazioni

INTERVENTO TIPO 3 pavimentazione in asfalto linee giallo paglierino cartello stazione separato dalla strada principale

INTERVENTO TIPO 7 pavimentazione in asfalto nuova corsia ciclabile cartello indicazioni linee giallo paglierino

INTERVENTO TIPO 6 sterrato con ghiaia alberi aggiunti panchine e fontane cartello direzione

INTERVENTO TIPO 4 uso della pavimentazione esistente in asfalto cartello indicazioni linee giallo paglierino

INTERVENTO TIPO 5 alberi aggiunti rimozione materiali/spazzatura cartello indicazioni città

PAESAGGIO COLLINARE

INTERVENTO TIPO 6 sterrato con ghiaia alberi aggiunti panchine e fontane cartello direzione

INTERVENTO TIPO 1 sterrato con ghiaia alberi aggiunti per ombra cartelli di direzione

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