ITALICUM E RIFORMA COSTITUZIONALE Perché votare No
Il nuovo Senato… ! La camera alta vede i suoi membri ridotti a 100: 75 saranno designati tra i consiglieri regionali, 20 tra i sindaci (uno per regione) e 5 nominati per sette anni dal Presidente della Repubblica in carica. ! Non rappresenterà più la nazione, ma le «istituzioni territoriali». ! Ogni senatore decadrà dall’incarico quando terminerà la consiliatura regionale, o il mandato municipale. ! Ogni regione avrà almeno due rappresentanti; dieci regioni ne avranno solo due.
…e i suoi problemi ! Le delegazioni regionali saranno rinnovate in modo asincrono. ! Un consigliere regionale è espressione di un territorio limitato e infraregionale, cui rimane legato per la sua carriera politica. Lo stesso vale per il sindaco-senatore. ! Una vera Camera delle regioni richiede l’elezione diretta, mentre l’elezione di secondo grado apre la via ai localismi e agli egoismi territoriali: i senatori eletti avrebbero dato rappresentanza a tutto il territorio regionale e a tutti i comuni. ! Più che dei territori, il nuovo Senato sarà espressione proporzionale dei voti dati alle diverse forze politiche: i senatori si organizzeranno per gruppi di partito, e non per regione. ! I parlamentari nominati dal Presidente della Repubblica, per alti meriti e per aver «illustrato la Patria» nella sua interezza, sono nominati nel Senato delle autonomie locali e non nella Camera, rappresentante l’Italia tutta.
Bicameralismo ! La riforma non abolisce il bicameralismo perfetto. ! Il bicameralismo paritario come lo conosciamo resterà tale e quale per tutte le leggi di rango costituzionale, le leggi elettorali e le funzioni di Governo. ! Inoltre, le due Camere lavoreranno insieme su tutta la normativa d’indirizzo riguardante gli enti locali, ossia le Regioni, i Comuni e le Città metropolitane, e soprattutto sull’attuazione delle politiche dell’Unione Europea. ! Ogni altra legge, di competenza della sola Camera dei Deputati, potrà comunque essere richiamata dal Senato, che potrà disporre di esaminarla, qualunque sia il tema.
Processo legislativo ! Con la nuova riforma avremo 8 processi legislativi diversi. ! Ogni diverso argomento avrà il suo peculiare percorso legislativo, le sue tempistiche e le sue scadenze. ! Con la composizione variabile del Senato potremmo avere per la seconda lettura delle leggi un’assemblea diversa da quelle che le ha approvate in prima lettura.
Costi della politica ! Il Senato, ad oggi, costa circa 540 milioni all’anno. Abolire 315 senatori, ma non i loro futuri vitalizi, riduce i costi del Senato - rappresentati da personale, servizi, edifici - solo di circa 50 milioni. ! Inoltre, il senatore non elettivo ha comunque un costo per la trasferta e la permanenza a Roma, nonché per l’esercizio delle funzioni. ! In ogni caso: questo risparmio avviene a fronte di uno spreco notevole. Il Senato rimarrebbe in funzione nella forma che abbiamo illustrato: inutile nella migliore delle ipotesi, inefficiente arma di battaglia politica nella peggiore. A fronte di un risparmio di 50 mln, comporterebbe uno spreco di risorse pubbliche per 490 mln. ! Risparmi con certezza maggiori si avrebbero – anche mantenendo il carattere elettivo – riducendo la Camera a 400 deputati, e il Senato a 200. Avremmo in totale 600 parlamentari, invece dei 730 che la legge Renzi-Boschi ci consegna.
L’Italicum ! L’Italicum riproduce i vizi del Porcellum già dichiarati costituzionalmente illegittimi. ! Eccesso di disproporzionalità tra i voti e i seggi attribuiti con il premio di maggioranza, che viene per di più dato a un singolo partito. ! Lesione della libertà di voto dell’elettore, con il voto bloccato sui capilista: capilista che possono anche essere candidati in più collegi. ! Un singolo partito con pochi consensi reali nel paese potrà avere in parlamento una maggioranza blindata di 340 seggi, mentre tutti gli altri soggetti politici, che pure assommano nel totale maggiori consensi, si divideranno i seggi rimanenti.
Stabilità e governabilità ! La fiducia verrebbe data dalla sola Camera dei deputati, ma questo non è un fattore di stabilità. ! Nell’intera storia repubblicana il diniego della fiducia ha fatto cadere soltanto due governi (i due governi Prodi). Lo stesso governo Renzi è nato con una manovra di palazzo. ! La governabilità dipende non dal numero delle camere, ma dalla coesione della maggioranza che sostiene il Governo. ! La governabilità non si assicura dando un potere blindato con artifici aritmetici a chi ha una minoranza – anche ristretta – di consensi reali nel paese. Sarà pur sempre un governo al quale la parte prevalente del corpo elettorale ha negato adesione e sostegno.
Equilibrio tra i poteri ! Abnorme premio di maggioranza, nomina dei capilista, candidature plurime: il leader del partito di maggioranza potrà controllare la nomina del Presidente della Repubblica, e avere una enorme influenza sulla Corte Costituzionale. ! Anche in caso di sfiducia, il Premier avrebbe sufficiente forza per impedire la formazione di un nuovo Governo, condizionando così il potere di scioglimento delle Camere del presidente della Repubblica. ! Il Premier godrà di un controllo assoluto sull’attività legislativa e un’influenza determinante sulle stessa autorità di garanzia.
Sovranità popolare e partecipazione ! La nuova legge elettorale, l’Italicum, espropria la sovranità al popolo e la consegna a una minoranza parlamentare, che solo grazie al premio di maggioranza si impossessa di tutti i poteri. ! Il quorum per il referendum è stato eliminato, ma solo se la proposta viene avanzata da 800.000 firme anziché 500.000.
Autonomie ! Con la riforma del Titolo V, si sostituisce alla frammentazione un neocentralismo statalista. ! Non è accettabile che il governo passi sulla testa delle popolazioni locali nella gestione del territorio sotto l’etichetta di opere di interesse nazionale o simili.
I peccati originali ! Senza il premio di maggioranza del Porcellum, dichiarato incostituzionale dalla Corte, non ci sarebbe stata una maggioranza a favore della riforma. ! Contrariamente alla Carta unitaria del 1948, la sua legittimità è scarsa. ! Anziché frutto della volontà autonoma del Parlamento, la riforma è stata scritta sotto dettatura del Governo. ! Dieci membri della minoranza PD appartenenti alla Prima Commissione sono stati sostituiti d’imperio, durante la discussione sull’Italicum.
Altri atti mancati ! Se la volontà era quella di rafforzare l’esecutivo, è una palese contraddizione non aver attribuito al Presidente del Consiglio il potere di nomina e revoca dei ministri, oltre che la “sfiducia costruttiva” (come nel cancellierato tedesco). ! La forma di Governo e i poteri del Presidente della Repubblica non vengono cambiati esplicitamente attraverso la Riforma, bensì surrettiziamente grazie alla legge elettorale.
Ora o mai più? ! La costituzione è già stata modificata e integrata 36 volte, e ci sarà la possibilità di cambiarla ancora in futuro. ! Su revisione del Titolo V, abolizione del bicameralismo perfetto, riduzione del numero dei parlamentari, abolizione di province e CNEL, c’è già ampio accordo tra le forze politiche.
Se vince il No… ! Lo stesso Premier afferma che le elezioni saranno nel 2018. ! Lo scioglimento delle Camere è comunque prerogativa del Capo dello Stato, che presumibilmente rimanderebbe il Governo alle Camere, con l’esito di un probabile Renzi bis, o di un governo tecnico.