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| | URBAN LANDSCAPE | Itinerari nel verde a Mosca | Green Itineraries in Moscow | | MAGGIO - MAY 2020

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Mensile / Monthly magazine € 10,00

€ 5,00 (Italy only)

LISBONA

Settecento rivisitato

Revisiting the 18th-Century in Lisbon

ARABIA SAUDITA MediaGroup spa - Poste Italiane spa - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art.1, comma 1, DCB Milano Printed in Italy

Un teatro a specchio

Doing it with Mirrors in Saudi Arabia

NUOVE IDEE PER LA CUCINA

NEW IDEAS FOR THE KITCHEN





FILOMURO PortacollezioneFilomuro,modelloBiplan,rivestita con pannelli in laminato ceramico Laminam

www.garofoli.com


Firme

STEFANO BENEDETTI Milanese, classe 1982, si è laureato in Scienze dello Spettacolo con una tesi sulla mitologia applicata al cinema hollywoodiano d’avventura. Dopo aver collaborato con diverse realtà teatrali milanesi, oggi lavora come educatore e insegnante di recitazione e regia presso scuole medie e licei. È membro fondatore del magazine Cultweek, per cui scrive in qualità di redattore per la sezione Cinema. Born in Milan in 1982, he graduated in entertainment and the performing arts with a thesis on the application of mythology to the Hollywood adventure film. After collaborating with several Milanese theatres, he now teaches acting and directing in secondary schools and colleges. He is a founding member of the magazine Cultweek, where he is responsible for the cinema section. p. 40 MIRIAM PISTOCCHI Architetta, laureata alla Saad di Ascoli Piceno, dal 2018 collabora con Dontstop Architettura. Scrive per diverse testate italiane. Tra i suoi interessi, gli ambiti di intersezione tra architettura, urbanistica e società. She graduated at the SAAD in Ascoli Piceno, and since 2018 has worked as an architect with Dontstop Architettura. She writes for various Italian publications. Her interests include the crossovers that exist between architecture, urban planning and society. p. 78 UMBERTO ZANETTI Livornese, classe 1957, è laureato in Ingegneria Civile al Politecnico

4 ABITARE 594

di Milano. Ha fondato lo studio ZDAZanetti Design Architettura impegnato in Italia e all’estero in progetti di abitazione, social housing, spazi per l’ospitalità e di lavoro. A Milano-Cascina Merlata, ha in corso il progetto residenziale Up Town. Per la rivista Area ha curato i numeri dedicati alle città di Mosca, L’Avana e Buenos Aires ed è autore della guida On The Road City - Moscow. Born in Livorno in 1957, he graduated in Civil Engineering at Politecnico di Milano. His studio ZDA-Zanetti Design Architettura works in Italy and abroad on residential projects, social housing and spaces for hospitality and work. He is currently working on the Up Town residential project in Milan-Cascina Merlata. He edited the special issues of the Area magazine on the cities of Moscow, Havana and Buenos Aires and is the author of the guidebook On The Road City – Moscow. p. 102 EMANUELE PICCARDO Architetto, fotografo, curatore. Esperto di architettura radicale, ha svolto l’attività di critico sulle figure marginali della sperimentazione architettonica: Paolo Soleri, Mario Galvagni, Vittorio Giorgini, Leonardo Ricci. Nel 2013 ha vinto il Graham Foundation Grant. Attualmente indaga le sperimentazioni nel deserto americano tra land art, architettura, cinema e fotografia. Architect, photographer, curator. An expert in radical architecture who has worked as a critic on marginal figures in architectural experimentation: Paolo Soleri, Mario Galvagni, Vittorio Giorgini and Leonardo Ricci. In 2013

he won the Graham Foundation Grant. He is currently involved in experimental work in the American desert in the fields of land art, architecture, cinema and photography. p. 110 ROY GARDINER Fotografo di architettura, si muove tra Londra e Melbourne, sua città natale. Con il suo lavoro esplora la natura dell’esperienza umana del tempo nell’ambiente costruito. Lavora solo in analogico; collabora con architetti come David Chipperfield, Aires Mateus, Christ & Gantenbein; fotografa per riviste come Wallpaper*, Monocle e Cereal. Melbourne-born architecture photographer based between London and Melbourne. His work aims to interrogate the nature of human experience of time within the built environment. He works entirely with analogue processes and regularly collaborates with architects such as David Chipperfield, Aires Mateus, Christ and Gantenbein whilst continuing to photograph for editorial publications such as Wallpaper*, Monocle and Cereal. p. 146



bellaria .falmec.com

ad Designwork / photography Contratticompany

design Marco Zito

BELLARIA. PURIFICA L’ARIA, ILLUMINA LA VITA.

Bellaria, lampada di design e purificatore d’aria, sanifica l’ambiente, eliminando batteri, allergeni e sostanze inquinanti presenti negli spazi domestici e lavorativi, per ripristinare nell’aria l’equilibrio ionico tipico degli ambienti naturali incontaminati. La sua tecnologia è racchiusa in un prezioso guscio di vetro di Murano, soffiato a mano, disponibile in quattro colorazioni.


Sommario

40

Il nuovo "palco” dello studio milanese Giò Forma: una sala concerti nel deserto saudita / The new "stage" by Milan-based studio Giò Forma: a concert hall in the Saudi desert.

13

Orizzonti

28

Libri

30

Fossile pombalino a Lisbona

A Pombaline Fossil in Lisbon

txt paolo lavezzari photos do mal o menos

40

Visuali amplificate Visual Extensions

txt stefano benedetti

50

Geometrie a sbalzo sull’orizzonte Geometries Jutting out over the Horizon

60

La stazione di ABDR Architetti Associati contribuisce a rigenerare Casablanca / The station by ABDR Architetti Associati in Casablanca helps to regenerate a section of the city.

txt fabrizio gallanti photos javier agustín rojas

60

Arabeschi per l’alta velocità

Arabesques for the High-Speed Railway txt matteo zambelli photos benoit bost

70

Un mini-chateau a colori

A Colourful Mini-chateau

txt irene guzman photos ercole salinaro

74

Eden privato nello Yucatán

A Private Garden of Eden in the Yucatán txt laura cardia photos apertura arquitectónica / josé miguel gonzales

78

Spazi inventivi a Cape Town Inventive Spaces in Cape Town

txt miriam pistocchi photos david southwood

78

Douglas&Company nobilita una villetta a un piano dal volume elementare nella capitale sudafricana / In the South African capital Douglas & Company ennoble a home with an elementary structure.

594 ABITARE 7


Sommario

102

Il processo di rigenerazione in atto a Mosca ha creato parchi e piazze / The process of regeneration under way in Moscow has created parks and suqares.

82

Una scuola su pilotis A School on Stilts

txt sara banti photos arcangelo piai

94

Stai bene in questi spazi?

Do You Feel Good in These Spaces? txt alice piciocchi photos carlo carossio

102

Mosca, natura in città Moscow, Nature in the City

txt umberto zanetti

110

Mario Galvagni, architetto radicale Mario Galvagni, Radical Architect

110

L'eredità di un maestro italiano d'avanguardia, autore di opere di grande forza espressiva / The legacy of an avanguarde italian master, author of works of great expressive force.

txt emanuele piccardo photos fulvio rosso

116

Gioco di incastri

Interlocking Puzzle txt clelia bonardi

120

Kitchen Stress Test

128

Rassicuranti anticipazioni

txt silvia botti photos marco varoli

Reassuring Previews txt mia pizzi

146

Dubai

photo rory gardiner

128

La ricerca sulla componibilità delle cucine è ormai a livelli sartoriali come quella sulle finiture / Modular kitchens and also the finishes can be tailored ever more precisely to need.

8 ABITARE 594



Staff

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Mensile / Monthly magazine € 10,00

€ 5,00 (Italy only)

LISBONA

Settecento rivisitato

Revisiting the 18th Century in Lisbon

ARABIA SAUDITA

Un teatro a specchio

Doing it with Mirrors in Saudi Arabia

NUOVE IDEE PER LA CUCINA

NEW IDEAS FOR THE KITCHEN

Aurora Arquitectos apartment in Lisbon (photo Do mal o menos) p. 30

è pubblicata da / is published by RCS MediaGroup S.p.A. Presidente e Amministratore delegato Urbano Cairo Consiglieri Marilù Capparelli, Carlo Cimbri, Alessandra Dalmonte Diego Della Valle, Uberto Fornara, Veronica Gava Gaetano Miccichè, Stefania Petruccioli Marco Pompignoli, Stefano Simontacchi Marco Tronchetti Provera

Direttore responsabile Editor in chief Silvia Botti Capiredattori Managing editors

Collaboratori Contributors

Sara Banti Architettura, attualità, sito web Architecture, news, web site

Apertura Arquitectónica Stefano Benedetti Clelia Bonardi Benoit Bost Laura Cardia Carlo Carossio Marco Consoli Do mal o menos Ali Filippini Elena Franzoia Fabrizio Gallanti Rory Gardiner José Miguel Gonzales Irene Guzman Gabriella Kuruvilla Paolo Lavezzari Arcangelo Piai Emanuele Piccardo Alice Piciocchi Miriam Pistocchi Javier Agustín Rojas Fulvio Rosso Ercole Salinaro David Southwood Marco Varoli Matteo Zambelli Umberto Zanetti

Chiara Maranzana Sistema multimediale Multimedia system Design consultant Mia Pizzi Curators Alice Piciocchi Web and events Roberto Ricci Infographic and maps Graphic Staff Fabio Grazioli Caposervizio digital Digital senior editor Elena Liberatore Caposervizio paper Magazine senior editor Segreteria di redazione Editorial secretary Monica Guala Ricerca fotografica Photo research Progetto grafico Graphic design Antonio Meda

Direttore generale News Alessandro Bompieri Rivista internazionale a periodicità mensile edita in lingua italiana e in lingua inglese e diffusa in tutto il mondo, fondata da Piera Peroni nel 1961. An international magazine published monthly in Italian and English, founded by Piera Peroni in 1961 and sold all over the world. via Angelo Rizzoli 8 – 20132 Milano tel. +39 0225843420 redazione@abitare.rcs.it

Federazione Italiana Editori Giornali

Unione Stampa Periodica Italiana

Stampa Rotolito, Seggiano di Pioltello (MI). Printed in Italy Abbonamenti Italia Per informazioni telefonare allo 0263798520 o scrivere a RCS MediaGroup spa, Servizio Abbonamenti, via Angelo Rizzoli 8, 20132 Milano, fax 0225883625, abbonamenti@rcs.it, www.abbonamentircs.it Il servizio è aperto da lunedì a venerdì con orario continuato dalle 8.30 alle 18.30. L’abbonamento andrà in corso dal primo numero raggiungibile e può avere inizio in qualsiasi periodo dell’anno. Il cambio d’indirizzo è gratuito: comunicare, almeno 30 giorni prima, il codice abbonato, nome, cognome, indirizzo completo. Abbonamenti estero / Worldwide subscription “Abitare” (USPS 343030) is published by RCS MediaGroup S.p.A. in 10 issues per year. Please contact Fastmag srl, via Portuense 1555, Commercity Isola N/47, 00148 Roma (RM), tel. +39 0665000808, e-mail sub@fastmag.it, www.fastmag.it. Arretrati Rivolgersi al proprio edicolante oppure ad arretrati@rcs.it o al numero 02-25843604. Il pagamento della copia, pari al doppio del prezzo di copertina, deve essere effettuato su IBAN IT 97 B 03069 09537 000015700117 Banca Intesa - Milano intestato a RCS MediaGroup S.p.A., comunicando via e-mail l’indirizzo ed il numero richiesto.

John Foot Proof-reader Shanti Evans David Lowry

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GETTY IMAGES/ISTOCKPHOTO

Orizzonti

È bastata qualche settimana di lockdown per rivedere i delfini nuotare nei porti, le balene avvicinarsi alle coste, i cerbiatti avventurarsi nei centri urbani. Grazie alla riduzione del traffico, come era prevedibile, l’inquinamento è diminuito. In Europa, per esempio, si sono registrati cali di biossido di azoto nell’aria delle città attorno al 45% (a Parigi addirittura il 54). Quello che forse nessuno si aspettava era di vedere per la prima volta nella storia il prezzo del petrolio andare sotto zero. Buone notizie per chi ha festeggiato il 50° anniversario della Giornata della Terra il 22 aprile scorso. Una grande celebrazione virtuale, la più grande di tutti i tempi, che per 24 ore ha collegato in 193 paesi le centinaia di milioni di cittadini, di imprese, di agenzie e di associazioni impegnati ogni giorno a dare vita al movimento planetario a difesa della natura. Ma ora che stiamo faticosamente cercando di tornare alla vita di prima, che succederà? Ci ricorderemo che il 2019 è stato l’anno più caldo di sempre in Europa? Che la temperatura degli Oceani continua a salire? E saremo capaci di riflettere sul fatto che c’è un’evidente correlazione geografica tra le zone del mondo più colpite dal coronavirus e quelle più inquinate? Silvia Botti It only took a few weeks of lockdown for dolphins to start reappearing in ports, for whales to begin swimming closer to the shore and for deer to start venturing into city centres. When traffic levels fell, so did pollution levels, quite predictably. Europe, for example recorded a reduction of around 45% in the amount of nitrogen dioxide in the air, with levels falling by as much as 54% in Paris. What no one expected, though, was that oil prices would plummet to below zero for the first time in history. That was great news for anyone celebrating the 50th anniversary of Earth Day on 22 April, in what was the biggest ever virtual party: a 24-hour-long gathering across 193 countries of hundreds of millions of citizens, businesses, companies and associations involved in defending the planet’s natural environments on a daily basis. But what will happen now, as we painstakingly attempt to return to the lives we had before? Will we remember that 2019 was the hottest year ever recorded in Europe? That ocean temperatures will keep on rising? Will we be able to reflect on the fact that there is an evident correlation between the parts of the world worst affected by the coronavirus pandemic and the most polluted areas? 594 ABITARE 13


Orizzonti

A lato, da sinistra, la moschea, la chiesa, la sinagoga. Sotto, la chiesa e la moschea. Beside, from left, the mosque, the church, the synagogue. Below, the church and the the mosque.

DAVID ADJAYE

UNA CASA PER TRE RELIGIONI A HOUSE FOR THREE RELIGIONS

UNA CHIESA, UNA MOSCHEA E UNA SINAGOGA si fronteggiano in un grande giardino. Accade nella Casa della famiglia di Abramo progettata da David Adjaye, che sorgerà sull’i­ sola Saadiyat ad Abu Dhabi. «Ho sempre visto queste tre religioni come molto diverse – dice il progettista – ma è solo quello che siamo indotti a credere. Attraverso questo progetto ho sco­ perto incredibili sovrapposizioni tra le diverse fedi». Puntando sulle analogie anziché esaspe­ rando le differenze, Adjaye ha disegnato tre cu­ bi, ciascuno con il proprio orientamento ma tutti arricchiti con colonnati e volte che ne san­ ciscono la vocazione sacra. Il complesso inter­ religioso è completato da un centro visitatori aperto anche ai non credenti. (Alice Piciocchi)

A CHURCH, A MOSQUE AND A SYNAGOGUE face each other in a large garden. This will happen in the Abrahamic Family House designed by David Adjaye on the Saadiyat island in Abu Dhabi. “I’ve always seen these three religions as very different,” says the architect, “it’s what we’re led to believe, but then you discover these incredible connections and overlaps that sit with these distinct differences.” Focusing on similarities rather than highlighting differences, Adjaye designed three cubes, each with its own orientation but all embellished with colonnades and vaults that underscore their sacred vocation. The interreligious complex is completed by a secular visitor centre, with the intention of being open to non-believers too.

NUMBERS

Anno in cui nacque lo spam: il primo maggio la DEC inviò un messaggio per pubblicizzare un nuovo computer a tutti i 393 contatti di ArpaNet (antesignana di Internet) della costa ovest degli Stati Uniti. The year in which spam was created: on 1 May the DEC sent out a message to publicise a new computer to all 393 contacts on ArpaNet (a forerunner of the Internet) on the west coast of the United States.

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WWW.ARTPRISM.FR

Orizzonti

PIUARCH

PERCORSI NEL VERDE PLENTY OF GREENERY

SARÀ LO STUDIO MILANESE PIUARCH a realizzare entro tre anni il nuovo edificio del Campus Human Technopole, l’istituto italiano di ricerca per le scienze della vita situato nell’ex area Expo di Milano. Il progetto consiste in una sequenza ininterrotta di spazi fluidi e flessibili, per un totale di 35mila mq, che dall’area verde esterna ar­ riva all’atrio vetrato e alla piazza coperta. Gli uffici e i laboratori sono suddivisi in due blocchi compatti, mentre 3mila mq di terrazze e giardini pensili permettono la ge­ stione delle acque piovane e connotano il profilo dell’edificio. (Irene Guzman) OVER THE NEXT THREE YEARS THE MILAN STUDIO PIUARCH will build the new Headquarters of Human Technopole, the Italian scientific research centre in the former Expo 2015 area in Milan. The design consists of an uninterrupted sequence of fluid, flexible spaces, covering an area of 35,000 sqm stretching from the exterior green area to the glazed atrium and covered plaza. The offices and laboratories are divided into two compact blocks, crossed by a system of walkways that connect the levels overlooking the inner plaza. Meanwhile, 3,000 sqm of terraces and roof gardens suitably manage rainwater and give character to the building.

ORA ÏTO

E-BIKE SUPERLEGGERA

ULTRALIGHT E-BIKE

DOPO ESSERSI CIMENTATO CON UN TRAM, una metropolitana e uno yacht, il designer francese Ora Ïto ha disegnato con linee fluide quella che l’im­ prenditore Marc Simoncini – fondatore del social Meetic e ora di una start­up digitale dedicata alla mobilità urbana sostenibile – definisce come la Te­ sla delle e­bike. Prenotabile dal sito, offre una tripli­ ce modalità di guida con autonomia di 70 chilome­ tri, e come l’auto integra tecnologie smart (il display sul manubrio visualizza dati, meteo, GPS e antifur­ to) e una leggerezza da primato conferita dal telaio di alluminio e carbonio: 14 chili. (Ali Filippini) HAVING TRIED HIS HAND AT DESIGNING A TRAM, a metro and a yacht, French designer Ora Ïto has now come up with a streamlined bicycle that Marc Simoncini (founder of the online dating service Meetic and now of a digital start-up for sustainable urban mobility) has called the Tesla of e-bikes. It can be ordered on the website, and has three riding modes, an autonomy of 70 km, and the kind of smart technology features now found in cars (a touch screen on the handlebars gives information on the weather and GPS). Its aluminium and carbon frame makes it one of the world’s lightest electrical bikes: 14 kilos.

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Refresh Butler il nuovo maggiordomo per la vera cura degli abiti che amate di piĂš. Una porzione del vostro armadio nata per prendersi cura al meglio dei vostri vestiti: rinfrescarli, asciugarli, igienizzarli. E anche voi vestirete in modo impeccabile. 02 66047147 info@frigo2000.it frigo2000.it


Orizzonti

FARABOLA ARCHIVE

FLASH DELL’ITALIA DEL DOPOGUERRA

A SNAPSHOT OF POST-WAR ITALY

GLI SCATTI DELL’ARCHIVIO FOTOGRAFICO FARABOLA, vero patrimonio artistico e culturale dell’Italia del Dopoguerra, sono ora consultabili e acquistabili sul portale francese Art Photo Limited, specializzato nella vendita di fotografie d’arte in edi­ zione limitata. Raccolte dal fotoreporter Tullio Farabola – nel 1945 fondatore insieme al padre dell’agenzia che porta il suo nome – le immagini raccontano un secolo di storia italiana: dal grande cinema allo sport. Molto ben documentato anche lo svi­ luppo delle città italiane dal 1950. (Clelia Bonardi)

COURTESY AF

The photographs in the Farabola archive, an artistic and cultural legacy of post-war Italy, are now available for consultation and purchase from the French portal Art Photo Limited, which specialises in the sale of limited edition art photos. The collection was put together by photo-reporter Tullio Farabola, who founded the agency with his father in 1945. The pictures give an account of a century of Italian history: its film stars and its sporting exploits. The archive also admirably documents the way Italy’s cities developed from 1950 onwards.

Marcello Mastroianni a / in Milano.

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ANNIVERSARY

CERAMICHE CON UNA STORIA CERAMICS WITH A HISTORY

SE L’OTTANTESIMO COMPLEANNO DI MARAZZI era stato fe­ steggiato nel 2015 con il nuovo headquarters a Sassuolo, l’ottanta­ cinquesimo è un ritorno alle radici. Perché Crogiolo è stato il primo insediamento industriale, poi centro di ricerca e di sperimentazione, e ora è il nome di una nuova e ricercata collezione di piastrelle di ceramica e grès. Composta da sette linee, realizzate in una ricca gamma cromatica, non a caso propone l’estetica della lavorazione artigianale d’antan, ricca di riferimenti storici, in pennellate imper­ fette, capace di dar “voce al potere narrativo delle superfici e del materiale”. Tutto ciò è reso possibile da processi produttivi e solu­ zioni d’avanguardia. (Mia Pizzi) HAVING CELEBRATED ITS 80TH BIRTHDAY IN 2015 with a new headquarters in Sassuolo, Marazzi is now marking 85 years in the business by going back to its roots. Crogiolo was its first industrial plant (later a centre for research and experimentation) and is now the name of a classy new collection of ceramic and stoneware tiles. The seven lines come in a wide range of colours, and (not coincidentally) the tiles are reminiscent of craft techniques of days gone by, with their historical references and imperfect brushstrokes that give “voice to the narrative power of the surfaces and of the material”. All made possible by the advanced manufacturing processes and solutions employed.



PAOLO FERRARI

AD Comoli Ferrari & C. S.p.A Cerchiamo un punto di osservazione

CARLO ALBERTO CARNEVALE MAFFÈ

L’unico modello economico sostenibile

GIANNI MASSA

Nuovi luoghi (materiali/immateriali) nuovi stili di vita

MAURIZIO MELIS

Nuove geografie del lavoro (e del valore)

FABIO SOTTOCORNOLA

La vita vera dentro un palazzo digitale (o viceversa)

PAOLO MARTINEZ

Come crearsi un ruolo nel futuro quotidiano

il Forum del FUTURO QUOTIDIANO

6 Eventi web dal 8 Maggio al 17 Giugno

Inquadra il QR per il programma e le iscrizioni SMART EXPERIENCE sarà l’espansione dell’HUB Made in Italy che Comoli Ferrari ha creato, rivolgendosi non solo agli operatori del settore ma considerando olisticamente l’impatto delle tecnologie sulla vita di tutti i giorni: il Forum del FUTURO QUOTIDIANO, pay off di SMART EXPERIENCE, ospiterà infatti professionisti, studiosi, ricercatori imprese, startup, associazioni, scuole e università, ordini professionali, creativi e progettisti, analisti ed in particolare i media, per creare una nuova sensibilità a nuove opportunità di crescita. Un punto di osservazione decisamente interessante per sviluppare tecnologie e sistemi sempre più al servizio dell’uomo. Con IT’S ELETTRICA e SMART EXPERIENCE vogliamo contribuire a costruire col sorriso un futuro a cui sorridere. E continuare a correre. Smile the Future continua ad essere il nostro claim.


Orizzonti

AARON HARGREAVES / COURTESY FOSTER+PARTNERS

Sotto, Foster + Partners, visore protettivo. A destra, la maschera di Decathlon riadattata per collegarsi a un respiratore e il visore di Studio Den Den. Sotto, Albert Rhee (CannonDesign), cabina per tamponi. Below, Foster + Partners, face visor. Right, the snorkelling mask turned into a breathing device and the visor by Studio Den Den. Below, Albert Rhee (CannonDesign), modular cabin to give swab tests.

EMERGENCY

DESIGNERS PER COVID 19

CORONAVIRUS DESIGNERS GARA DI CREATIVITÀ tra i designer in occasio­ ne di Covid 19. Foster + Partners ha sviluppato in open­source il progetto di un visore protetti­ vo da produrre con le macchine per il taglio la­ ser. Con una tecnica simile Studio Den Den di Brooklyn ha sfornato centinaia di visori per gli abitanti di New York, grazie al crowdfunding. A Brescia, Renato Favero (medico) e la start­up Isinnova hanno trasformato in dispositivo re­ spiratorio una maschera da snorkeling di Deca­ thlon. La valvola di raccordo con il respiratore, a disposizione in open­source, si stampa in 3D. Infine l’architetto di Chicago Albert Rhee (ma­ rito di un’infermiera) ha disegnato una cabina modulare per fare i tamponi ai pazienti, facile da allestire e da disinfettare. (AP)

THE RACE TO COME UP WITH THE MOST CREATIVE way of fighting Covid-19 is on. The Foster + Partners Studio has developed on an open-source basis a protective visor that can be made using a laser-cutting machine. Studio Den Den in Brooklyn used a similar technique to make hundreds of visors for New Yorkers in a crowdfunding operation. In Brescia doctor Renato Favero with the start-up Isinnova turned a snorkelling mask made by Decathlon into a breathing device. The connection valve between the respirator and mask, developed on an open-source basis, can be made with any 3D printer. Finally, Chicago-based architect Albert Rhee (he is married to a nurse) has designed modular cabin to give patients swab tests. It is easy to assemble and to disinfect.

FRAME PHOTO LAB

FLASH Base di marmo e top di ceramica smaltata a mano per la scatola Rammenti di Gumdesign, prodotta da Alfaterna Marmi e Maioliche Vietresi. Marble base and handglazed ceramic top for the Rammenti box by Gumdesign, produced by Alfaterna Marmi and Maioliche Vietresi.

21 ABITARE 594


COURTESY FILIPPO BOLOGNESE IMAGES

Orizzonti

COURTESY FILIPPO BOLOGNESE IMAGES

Il cortile interno del palazzo torinese è stato “svuotato” per creare la scala monumentale di ingresso al museo. Visitors will enter through the internal courtyard of the Palazzo, where will be installed a monumental staircase.

MICHELE DE LUCCHI + AMDL CIRCLE

GALLERIE D’ITALIA A TORINO

NUMBERS

GALLERIE D’ITALIA IN TURIN BANCA INTESA SANPAOLO APRIRÀ A TORINO la quarta delle sue Gallerie d’Italia, a Palaz­ zo Turinetti. Sarà dedicata alla fotografia, in particolare all’Archivio Publifoto, costituito da circa 7 milioni di immagini, dagli anni Trenta ai Novanta del Novecento. Gli ambienti, ripensati da Michele De Lucchi e Amdl Circle saranno so­ prattutto ipogei. Le sale conferenze, gli archivi e il caveau della banca diventeranno spazi espositivi, così come la galleria voltata sotto i portici di piazza San Carlo. Mostre anche al piano nobile, tra stucchi di gusto settecentesco e viste sulla piazza barocca. Il cantiere durerà un paio di anni. (Laura Cardia)

BANCA INTESA SANPAOLO WILL OPEN the fourth of its Gallerie d’Italia in Turin, at Palazzo Turinetti. It will be dedicated to photography, thanks to the Publifoto Archive, made up of nearly 7 million images, which date from the 1930s to the 1990s. The spaces, designed by Michele De Lucchi and Amdl Circle, will be mainly underground. The conference rooms, the archives and the bank vault will be transformed into exhibition rooms, as will the vaulted gallery under the arcades of Piazza San Carlo. The exhibition space continues on the upper floor, presenting eighteenth-century stuccos and views of the Baroque square. Construction will last a couple of years.

La percentuale rappresentata dai batteri nella vita sulla terra (misurata in termini di biomassa). Le piante sono l’82%, gli esseri umani lo 0,01%. The percentage of life on earth accounted for by bacteria (measured in terms of bio-mass). Plant life makes up 82% of all life, human beings 0.01%.

FLORENT MICHEL / 11H45

REIULF RAMSTAD ARCHITECTS

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SLOW TOURISM IN FRANCIA SLOW TOURISM IN FRANCE

SI CHIAMA LE CHEMIN DES CARRIÈRES il pri­ mo progetto in Francia dei norvegesi Reiulf Ramstad Architects, specializzato nella fruizio­ ne paesaggistica. Il progetto – realizzato con lo studio Parenthèse Paysage – si sviluppa nei Vo­ sgi alsaziani lungo il tracciato abbandonato della ferrovia che collegava Rosheim con Saint­Na­ bor. All’insegna dello slow tourism, il percorso ciclo­pedonale si suddivide in cinque tappe con aree di sosta che valorizzano le memorie ferro­ viarie e la presenza dell’acqua. (Elena Franzoia)

IT IS CALLED LE CHEMIN DES CARRIÈRES the first project in France by the Norwegian Reiulf Ramstad Architects, which specialises in making use of landscapes. The project – created in collaboration with Parenthèse Paysage – is located in the Alsatian Vosges along the now abandoned track of the railway linking Rosheim with SaintNabor. Embracing slow tourism, the new cycling and pedestrian path is divided into five stages featuring rest areas that showcase the railway’s past and the presence of water.


Ceramica italiana. Tutte le forme dell'avanguardia*. * essere all’avanguardia: anticipare (o precorrere) i tempi.

treccani

Ceramics of ltaly, promosso da Confindustria Ceramica – l'Associazione dell'industria ceramica italiana – è il marchio settoriale di Edi.Cer. S.p.A. società organizzatrice di Cersaie (Salone internazionale della ceramica per l'architettura e dell'arredobagno — Bologna, 28 settembre – 2 ottobre 2020— www.cersaie.it)

www.ceramica.info


Orizzonti ENOTA STUDIO

FALDE INTELLIGENTI

SMART PITCHES

MIRAN KAMBIC

IN THE LAST FIFTEEN YEARS, the Ljubljana-based firm Enota has carried out a series of projects for the Olimia hot springs, in Slovenia, modernizing the somewhat old facilities that date from the 1980s. The latest intervention consists of a new roof for the outdoor swimming pool. The architects decided to refer to the area’s rural buildings, echoing the theme of pitched roofs, multiplied through a play of folds. The large roof, dotted with skylights and clad in light coloured wood on the underside, manages to generate a curious sensation, as if the swimming pool were still outside, thanks also to the windows arranged around the perimeter. MIRAN KAMBIC

NEGLI ULTIMI QUINDICI ANNI lo stu­ dio di Lubiana Enota ha realizzato una serie di progetti per le terme Olimia, in Slovenia, ammodernando le strutture degli anni Ottanta. L’ultimo intervento consiste in una nuova copertura per la piscina all’aperto. Gli architetti hanno deciso di riferirsi alle costruzioni rurali della zona, riprendendo il tema dei tetti a falde, moltiplicati attraverso un gioco di piegature. Il grande tetto, punteggia­ to da lucernari e rivestito con legno chiaro all’intradosso, riesce a generare una sensazione curiosa, come se la pi­ scina fosse ancora all’esterno, anche grazie alle grandi finestre disposte sul perimetro. (Fabrizio Gallanti)

MIRAN KAMBIC

GIUSEPPE SALUZZI / F16 STUDIO

FLASH

I rami di legno intrecciati artigianalmente sono integrati da luce a Led. La destinazione di Nest by Landa è l’outdoor, possibilmente su un albero. Hand-woven wooden branches combined with LED lighting. Nest by Landa is designed for outdoor use, ideally on a tree.

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STUDIO INCLUME

FUGGIRE AL LARGO

SAILING OUT OVER THE WATER UNA PICCOLA IMBARCAZIONE PER EVADERE DALLA REALTÀ e regalare mera­ viglia. Lo studio inglese Inclume ha auto­costruito un prototipo modulare di zatte­ ra con materiali riciclati ed ecosostenibili. Il modulo­base con cui è realizzata la curiosa vela è il tetraedro: tanti mini­origami di carta costituiscono questa super­ ficie destrutturata sostenuta da un telaio di canne di bambù, sulla quale i riflessi generati dal sole e dall’acqua creano una texture animata. La base del ponte è composta da una cornice di legno e da assi di vecchi pallet, e si regge su tre vecchi barili riciclati. I remi sono stati recuperati da un club nautico e rimessi a nuovo. (IG) A CHANCE TO BE BLOWN AWAY on a fun-filled adventure away from reality. The UK studio Inclume created this modular prototype of a raft, constructed using a variety of eco-friendly, recycled materials. The basic module used to make its intriguing sail is a tetrahedron: the deconstructed surface is covered in miniature paper origami components attached to a bamboo framework, producing an animated effect when the sun and the water is reflected off it. The deck is made from a timber frame and disused wooden pallets, attached to three disused barrels for buoyancy. A pair of unwanted oars from a boat club were given a new lease of life.

INNOVATION

UN TESSUTO FATTO DI PIUMA A GOOSE DOWN FABRIC

COMPOSTO DI SOLA PIUMA, Thindown è il nuovo tessuto messo a punto dall’azienda chietina Nipi Italia grazie a un macchinario e a un processo pro­ duttivo con brevetto internazionale. Leggero, ste­ rilizzato, ecologico, termico e disponibile in diversi spessori, questo tessuto può essere tagliato e ac­ coppiato a qualsiasi fibra. Nella versione Thindown Recycled la piuma proviene dal riciclo di capi di­ smessi, mentre in Fiberfill si usano quei filamenti di piuma considerati scarti di produzione. (MP) MADE ENTIRELY OF GOOSE FEATHERS, Thin­ down is a new fabric devised by Chieti-based firm NIPI Italia using an internationally patented production process. Lightweight, sterilised, ecofriendly, thermal and available in different thicknesses, the fabric can be cut and combined with any kind of fibre for use in the fashion and furnishings sectors. In the Thindown Recycled version, the down used is recycled from discarded garments, while the Fiberfill version uses down filaments usually considered as waste material. 594 ABITARE 25


Orizzonti

JAMEEL ARTS CENTRE

MUSEO LOW PROFILE A DUBAI IN SIGHT OF NEXT EXPO, Dubai has enriched its cultural offering with the Jameel Arts Centre, a new centre for contemporary art built right in the middle of Dubai Creek, the inlet that hosts the source of water on which the city was built. Dubai is known for its amazing projects but the Jameel Arts Centre is sort of the opposite, an understated statement that stands out because of this contrast. The project is the work of the London firm Serie Architects in collaboration with Waiwai Design. The structure, organised into white cubes joined together by a colonnade, is inspired by traditional Emirati houses, called Sha’abi, and characterised by a sequence of rooms arranged around a courtyard. ROY GARDINER

IN VISTA DEL PROSSIMO EXPO, Dubai ha ar­ ricchito la propria offerta culturale con il Ja­ meel Arts Centre, un nuovo polo per l’arte contemporanea costruito nel bel mezzo della Dubai Creek, l’insenatura che ospita la fonte d’acqua su cui è cresciuta la città. Dubai è nota per i suoi progetti stupefacenti ma il nuo­ vo museo dello studio londinese Serie Archi­ tects, in collaborazione con Waiwai Design, è un po’ il contrario, una dichiarazione di under­ statement che risalta per contrasto. La strut­ tura, organizzata in parallelepipedi bianchi uniti da un colonnato, si ispira alle abitazioni tradizionali degli Emirati, chiamate Sha’abi e caratterizzate da una sequenza di stanze di­ stribuite attorno a una corte. (Marco Consoli)

ROY GARDINER

ROY GARDINER

LOW-PROFILE MUSEUM IN DUBAI

MOROCCO

VILLAGGI OPERAI DA RISCOPRIRE TOMMASO VANGI

WORKERS’ VILLAGES WAITING TO BE REDISCOVERED

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SEMPRE PIÙ REALTÀ STORICHE, architettoni­ che e urbanistiche rischiano di essere annullate dall’avanzare della città contemporanea. Nella Valle dei Fosfati, in Marocco, un team di docenti e studenti di Milano e Firenze, con l’Associazio­ ne Culturale Nostoi e il fotografo Piero Percoco, è incappato nelle cosiddette cités ouvrières (città operaie), dove tale minaccia è palpabile. Questi villaggi nati per lo più attorno alle miniere di fosfati tra gli anni Venti e Sessanta del secolo scorso, ripropongono diversi aspetti urbanistici delle medine, le città storiche marocchine. No­ stoi intende riscoprirle e documentarle. (CB)

MORE AND MORE HISTORIC, architectural and urban sites risk being wiped out by the contemporary city. In the Phosphate Valley, in Morocco, a team of teachers and students from Milan and Florence, with Associazione Culturale NOSTOI and photographer Piero Percoco, stumbled upon the so-called cités ouvrières (worker cities), where this threat is palpable. These villages, born mostly around the phosphate mines, built between the 1920s and 1960s, reproduce various urban aspects of the medinas, historic Moroccan cities. NOSTOI will rediscover and document them.


A sinistra / Left, Biancoshock, BorderLife, 2016. Sotto / Below, Street pills, 2013.

BIANCOSHOCK

IRONIA URBANA URBAN IRONY

QUELLA DI BIANCOSHOCK È UN’ARTE IRONICA E PROVOCATORIA. Questo “artigiano” milanese da ormai 15 anni modifica il paesaggio urbano per rac­ contare il mondo contemporaneo e sensibilizzare l’opinione pubblica. Tra le sue opere più note c’è BorderLife, lo spazio interno di un tombino trasfor­ mato in bagno o mini appartamento. Attraverso l’aggiunta o la sottrazione di dettagli materici e/o cromatici, l’artista modifica oggetti e manufatti del quotidiano stradale e ne cambia la chiave di lettura. Così riesce a dare un nuovo significato al panorama in cui siamo immersi e agli elementi che ne fanno parte. Le sue “modifiche” sono ironiche e a volte disturbanti, pensate per catturare l’attenzione dei passanti e per smuovere emozioni in modo da tra­ smettere un messaggio spesso legato all’attualità: la crisi economica, l’ambiente, la globalizzazione, l’immigrazione, il virtuale. (Gabriella Kuruvilla)

PET ACCESSORIES

GATTO MIO QUANTO SEI COOL DESIGNED FOR COOL CATS IL BRAND NEWYORKESE CAT PERSONS ha affidato allo studio londinese Layer (che fa capo a Benjamin Hubert) l’ideazione di oggetti per i gatti. I diversi pezzi della collezione hanno materiali e colori abbinabili tra loro e sono concepiti per inserirsi negli interni di gusto con­ temporaneo. Il set di plastica per il cibo Mesa Bowl è composto da un vassoio con ciotola rialzata; il letto Canopy Bed è formato da un morbido cuscino su base rigida e una copertura di feltro. (AF)

THE NEW YORK BRAND CAT PERSON commissioned the London-based studio LAYER (owned by Benjamin Hubert) to come up with a set of cat care essentials. The various items in the collection, which come in materials and colours to be mixed and matched, are designed for contemporary interiors. The plastic food set Mesa Bowl comprises a tray with a raised bowl that makes it easier to serve the cat food; the Canopy Bed has a soft cushion on a hard base and a felt cover.

BIANCOSHOCK’S IS AN IRONIC and provocative art. For 15 years now, this Milanese “artisan” has been changing the urban landscape to showcase the contemporary world and raise public awareness. Among his best known works is BorderLife, the space inside a manhole transformed into a domestic space. Through the addition or subtraction of material and/ or chromatic details, the artist modifies objects and artefacts and changes the way we see them. Thus he manages to give new meaning to the landscape in which we are immersed. His “changes” are ironic and sometimes disturbing, designed to capture the attention of passersby in order to convey a message tied to current events: the financial crisis, the environment, globalisation, immigration, the virtual. 594 ABITARE 27


ACHILLE CASTIGLIONI

LE MEMORIE DI GIOVANNA MEMOIRS OF GIOVANNA

Come raccontare vita e opere di Achille Castiglioni senza incorrere nel già detto e ridetto? L’ultimogenita del maestro Giovanna, oggi animatrice del Museo e Fondazione Castiglioni, ci riesce mixando biografia, ricordi personali e aneddoti di storia dei progetti. Il racconto, illustrato da Sara Vivan, ha le dimensioni dei libri a striscia. «Fin da piccola», scrive Giovanna, «mia mamma Irma e mio papà Achille mi hanno regalato molti libri flip-book con animali che corrono o sciatori che finiscono appallottolati nella neve. Non mi sono mai stancata di scorrere quelle pagine tra le dita». Ecco allora i primi due volumetti di Castiglioni in 2 sec., uno dedicato alla luce da tavolo e da parete Lampadina (1971, Flos) e l’altro all’arredo mobile Basello (1987, Zanotta). Fil rouge ovviamente Giovanna bambina. Se basta un nulla per scorrere le 136 pagine, la lettura più meditata delle avventure della piccola suggerisce tanti dei progetti ideati da papà Achille negli ambienti domestici. Tutto nel segno di quella leggerezza che si conferma uno dei tratti caratteristici di casa Castiglioni. (Paolo Lavezzari) How to explain the life and works of Achille Castiglioni without resorting what’s already been said time and again? The master’s youngest child Giovanna, today chair of the Castiglioni Museum and Foundation, manages to do it by mixing biography, personal memories and anecdotes about the history of the projects. The story, completely illustrated by Sara Vivan, is the size of a comic book. “From a young age”, Giovanna writes, “my mom Irma and my dad Achille gave me lots of flip books with animals that ran or skiers who ended up balled up in the snow. I never tired of scrolling those pages between my fingers”. Thus was born “Castiglioni in 2 sec.” – as the first two volumes published by Corraini are titled – one dedicated to the table and wall lamp Lampadina (1971, Flos) and the other to the piece of furniture Basello (1987, Zanotta). The fil rouge, obviously, is Giovanna as a child. While it takes no effort to thumb through the 136 pages, a more meditative reading reveals many of the projects designed by daddy Achille for the home. All epitomising that lightness that here is confirmed as one of the characteristic traits of the Castiglioni home.

Lampadina Giovanna Castiglioni Illustrations Sara Vivian Serie Castiglioni in 2 sec. Corraini Edizioni, 2019 Italian English pp. 136, € 13

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Basello Giovanna Castiglioni Illustrations Sara Vivian Serie Castiglioni in 2 sec. Corraini Edizioni, 2019 Italian English pp. 136, € 13


DESIGN E ANTROPOLOGIA DESIGN AND ANTHROPOLOGY Frassinelli fornisce gli strumenti per applicare l’analisi antropologica al design. Il saggio descrive le abitudini di alcune popolazioni aborigene, così lontane dalla nostra cultura da farci mettere in discussione la nostra idea di benessere: “È più povero chi vorrebbe disperatamente un iPod e non può comprarlo o un aborigeno che, se desiderava un boomerang, poteva costruirselo? La povertà è la frustrazione dei desideri”. (Alice Piciocchi)

KITCHEN

SPAZIO E CIBO NELLA STORIA

SPACE AND FOOD IN HISTORY

Simbolo del quotidiano nelle sue mille sfaccettature e cambiamenti, la cucina è da sempre racconto per eccellenza del “sentirsi a casa”. Il binomio tra cibo e spazio, tra design e arte culinaria ha saputo evolversi nel corso dei secoli in forme sempre nuove, al passo con strutture familiari, economiche e sociali. Un crocevia di culture e stratificazioni che il volume analizza in maniera più che rigorosa, in un excursus cronologico attraverso la storia europea e nord-americana, dalla “cottura primordiale” al lunch box da ufficio, senza tralasciare altri eventuali e altrettanto creativi usi di tavoli e fornelli. Creativo è anche lo stile di scrittura, a tratti letterario e mai banale o chiuso nel tecnicismo, nonostante l’estrema ricchezza di fonti e riferimenti bibliografici. Al centro del libro stampe, incisioni, modellini, quadri a olio, pubblicità, disegni tecnici e progetti dal design avveniristico compongono una curiosa galleria fotografica, che varrebbe già da sola il prezzo di copertina o una pubblicazione a sé. (Stefano Benedetti) A symbol of everyday life and its many facets and changes, the kitchen has always been a key part of “feeling at home”. The combination of food and space, design and culinary art, has evolved over the centuries in ever new forms, in lockstep with family, economic and social structures. A crossroads of cultures and layers that the book analyses in a highly rigorous fashion, in a chronological excursus through European and North American history, from “primordial cooking” to the office lunch box, without neglecting any of the other possible and equally creative uses for tables and stove. Also creative is the writing style, at times literary and never boring or bogged down in technicality, despite the extreme wealth of sources and bibliographical references. At the centre of the book, prints, engravings, models, oil paintings, advertisements, technical drawings and futuristic design projects form a curious photo gallery, which alone would be worth the cover price or a publication of its own.

La cucina. Storia culturale di un luogo domestico Imma Forino Einaudi, 2019 pp. 488, € 36

Frassinelli offers the tools to apply the anthropological analysis to design. The book describes the habits of some Aboriginal populations, who are so far removed from our culture as to make us call into question the bases of our society like the idea of well-being: “Who is poorer, one of us who desperately wants an iPod and can’t buy it or an Aborigine who, if he wanted a boomerang, could build it? Poverty is the frustration of desires.” Design e antropologia Riflessioni di un non addetto ai lavori Gian Piero Frassinelli Quodlibet Edizioni, 2019 pp. 262, € 22

FRONTIERE IN MOVIMENTO BORDERS IN MOTION La geopolitica ai tempi del cambiamento climatico. Ovvero: come l’antropizzazione (e il suo impatto sul paesaggio) può arrivare a ridisegnare i confini naturali tra le nazioni. Il volume, che racconta l’evoluzione dei territori alpini di frontiera, è il risultato di uno studio sul campo durato più di cinque anni, tra notti in rifugio, vedute aeree e analisi di innumerevoli mappe e documenti d’epoca, in buona parte mai resi pubblici fino a oggi. (St.B) Geopolitics in the age of climate change. In other words: how anthropization (and its impact on the landscape) can come to redraw the natural boundaries between nations. relevant. The book, that shows the the evolution of alpine border lands, is the result of fieldwork that lasted more than five years, including nights in mountain huts, aerial views and analyses of countless old maps and documents, many of which were never made public until today. A Moving Border Alpine Cartographies of Climate Change M. Ferrari, E. Pasqual, A. Bagnato Columbia Books on Architecture and the City, 2018 pp. 228, $ 30

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i nterni

FOSSILE POMBALINO A LISBONA A POMBALINE FOSSIL IN LISBON

txt Paolo Lavezzari photos Do mal o menos

L’organizzazione originaria degli spazi è stata rispettata: dall’ingresso due corridoi portano a tutti gli ambienti. Nella pagina accanto, l’edificio in Largo do Carmo, a Lisbona. The original organisation of the spaces has been maintained: from the entrance two corridors lead to all the rooms. Opposite page, the building in Largo do Carmo, Lisbon.

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| Questo interno firmato dallo studio AURORA ARQUITECTOS nel cuore della capitale portoghese valorizza il taglio settecentesco e ogni traccia linguistica del passato, eppure è fortemente contemporaneo. Sullo sfondo total white risaltano solo i bagliori dell’ottone, gli “azulejos” dei bagni e le venature del marmo nero in cucina / This interior design by the Aurora Arquitectos studio in the heart of the Portuguese capital makes the most of the 18thcentury layout and all the stylistic traces of the past, and yet is highly contemporary. The only things that stand out from the total white background are gleams of brass, the azulejos in the bathrooms and the veining of the black marble in the kitchen 594 ABITARE 31


IN UN FUTURO SARÀ POSSIBILE RIPORTARE OGNI COSA ALLO STADIO INIZIALE ONE DAY IT WILL BE POSSIBLE TO RETURN EVERYTHING TO ITS ORIGINAL STATE

FEDELI AL LORO MOTTO “REALIZZARE PROGETTI SPECIALI CON METODI ORDINARI”, Sofia Couto e Sérgio Antunes, alias studio Aurora Arquitectos, hanno ristrutturato diversi interni di edifici storici a Lisbona con l’obiettivo di riaffermare la cultura locale. Più che semplici recuperi sono vere operazioni di ascolto perché, spiegano, «ogni luogo è costituito da strati non solo fisici, ma anche culturali». Non sfugge a questo approccio il loro ultimo lavoro – un intero piano di 300 metri quadrati in un edificio che occupa il lato sud di Largo do Carmo – che ha portato lo studio a confrontarsi nuovamente nel giro di poco con un’architettura pombalina. Al contrario dell’allora trionfante Rococò, la settecentesca e tutta portoghese architettura pombalina – antesignana della prefabbricazione modulare antisismica il cui stile impronta la Lisbona post terremoto 1755 – preferisce un décor rarefatto, grandi finestre e ambienti che fluiscono ininterrotti. «La sfida è saper interpretare, indagare, copiare, distorcere tutti questi dettagli di linguaggio, magari anche ironizzarci, per restituirli al luogo in un modo nuovo e inatteso». E il FAITHFUL TO THEIR MOTTO OF “REALIZING SPECIAL PROJECTS WITH ORDINARY METHODS”, Sofia Couto and Sérgio Antunes, alias Aurora Arquitectos Studio, have renovated several interiors of historic buildings in Lisbon with the aim of reasserting the local culture. Rather than simple refurbishments, they are operations that entail paying true attention to the context because, they explain, “every place is made up of layers that are not just physical, but cultural too.” They have taken the same approach to their most recent project – an entire floor of 300 square metres in a building that occupies the southern side of Largo do Carmo – in which the studio has within a short space of time once again found itself dealing with a Pombaline work of architecture. In contrast to the then dominant rococo, the 18th-century and wholly Portuguese Pombaline style – forerunner of the modular aseismic prefabrication that would characterize the reconstruction of Lisbon after the earthquake of 1755 – preferred a rarefied décor, large windows and fluid, uninterrupted spaces. “The challenge is knowing how to interpret, investigate, copy and distort all these details of language, with perhaps even a hint

Il salone, con doppia esposizione, comunica con una delle camere da letto e la sala da fumo. The living-room, which has windows on two sides, communicates with one of the bedrooms and the smoking-room.

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Protagonista del living è il Soft modular sofa di Jasper Morrison (Vitra). Alle pareti, le applique Aleixo di Eduardo Souto de Moura (O/M). A prominent feature of the living area is the Soft Modular Sofa by Jasper Morrison (Vitra). On the walls, Aleixo luminaires by Eduardo Souto de Moura (O/M).

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La connessione tra cucina e sala da pranzo è sottolineata dallo “sconfinamento” dell’isola con piano cottura e acquaio. The connection between the kitchen and dining-room is emphasised by the continuation of the island unit with hob and sink.

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«LA SFIDA È INTERPRETARE I DETTAGLI DI LINGUAGGIO PER RESTITUIRLI IN MODO NUOVO» “THE CHALLENGE IS KNOWING HOW TO INTERPRET THE DETAILS OF LANGUAGE IN ORDER TO RESTORE THEM TO THE PLACE IN A NEW AND UNEXPECTED WAY”

confrontarsi con l’esistente è un problema non da poco, dato il garbuglio delle limitazioni normative e di budget. Ogni caso fa storia a sé, ma il tema centrale resta «lo sviluppo dei momenti chiave del progetto, gli stessi che risultano nello spazio costruito e danno significato al tutto». Così è anche per questo appartamento in cui l’organizzazione originaria degli spazi è stata rispettata, e ancora oggi fluisce grazie ai due corridoi che dall’ingresso portano a tutti gli ambienti. «Le demolizioni sono state ridotte al minimo e le “cicatrici” lasciate a vista. Le porte che sono state chiuse sono sigillate con stucco e dipinte con pittura muraria così da apparire come fossero dei “fossili”». È una scelta non solo estetica, ma pratica: «Funziona anche come documentazione degli interventi e in un futuro potrà permettere di riportare ogni cosa allo stadio iniziale». Ristrutturare stando un passo indietro: lo stesso vale per le aggiunte. «I nuovi elementi (per esempio le armadiature a parete e l’isola cucina “custom made”, le applique Aleixo di Eduardo Souto de Moura, il divanone di Jasper Morrison per Vitra) sono pensati per non enof irony, in order to restore them to the place in a new and unexpected way.” And dealing with the existing is no walk in the park, given the tangle of regulations and budget limitations. Each case is unique, but the central theme remains “the development of the key moments of the project, the ones that result in constructed space and give meaning to the whole”. It is the same for this apartment in which the original organization of the spaces has been retained, and remains fluid today thanks to the two corridors that run from the entrance to all the rooms. “Demolition has been kept to a minimum and the ‘scars’ left visible. The doors that have been blocked up are sealed with plaster and treated with wall paint so that they look like ‘fossils’.” This is not just an aesthetic choice, but a practical one: “It also functions as documentation of the interventions and one day will allow everything to be returned to its original state.” Renovating while taking a step back. The same is true for the additions: “The new elements ( for example the built-in cupboards and custom-made cooking island, Eduardo Souto de Moura’s Aleixo luminaire and Jasper Morrison’s big sofa for Vitra) are designed not to en-

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Il bagno padronale con il marmo Nero Saint Laurent. In basso, lo sgabello Backenzahn di Philipp Mainzer (E15) nello studio sul soppalco. The master bathroom. Bottom, the studio organized in the raised area with the Backenzahn stool by Philipp Mainzer (E15).

trare in competizione con i più vecchi. Il linguaggio è contemporaneo e intenzionalmente distante. Il distacco è anch’esso un modo per rispettare il passato». Un ossequio rimarcato dall’imperante bianco delle pareti e dal neutrale legno dei parquet, senza per questo che l’ironia di cui sopra non possa trovare anch’essa una voce nell’inatteso soppalco in cucina. Ai materiali sono demandate le note cromatiche: se gli “azulejos” nei bagni fanno colore locale, le venature del marmo Nero Saint Laurent dei piani in cucina e della doccia riecheggiano i bagliori Déco dell’ottone scelto per gli zoccolini, il rivestimento delle porte del bagno padronale e, perché no, la Atollo special edition di Vico Magistretti per Oluce. ○ ter into competition with the older ones. The language is contemporary and intentionally distant. Detachment is another way of respecting the past.” A deference underscored by the prevailing white of the walls and the neutral wood of the parquet, without this meaning that room cannot be found for the aforementioned irony in the unexpected loft in the kitchen. Notes of colour are left to the materials: while the azulejos in the bathrooms are a local touch, the veining of the Noir Saint Laurent marble of the surfaces in the kitchen and the shower echo the Deco gleams of the brass chosen for the bases, the cladding of the doors of the master bathroom and – why not? – a special edition of Vico Magistretti’s Atollo lamp for Oluce. ○

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PLAN

1. Entrance hall 2. Storage 3. Restroom 4. Laundry 5. Bathroom 6. Closet 7. Bedroom 8. Dining room 9. Kitchen 10. Smoking room 11. Living room 12. Office

Project Largo do Carmo Apartment Architects Aurora Arquitectos Project team Sérgio Antunes, Sofia Reis Couto Ivo Lapa, Pedro França Bruno Pereira, Tânia Sousa Rui Baltazar, Dora Jerbic Carolina Rocha, Anna Cavenago Engineers Engiprior, ECWS, Prodetail Client Private individual Timeline 2017-2019 Built area 300 sqm Location Lisbon, Portugal SECTION

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VISUALI AMPLIFICATE VISUAL EXTENSIONS

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a rchitettura

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| “Tutto il mondo è palco” è il mantra dello studio milanese GIÒ FORMA, architetti che spaziano dalle scenografie di grandi eventi agli edifici pubblici. Come la sala da concerti appena realizzata in mezzo al deserto saudita / “All the world is a stage” is the mantra of the Milan-based studio Giò Forma, a group of architects whose work ranges from stage sets for major events to public buildings, and includes the concert hall recently completed in the Saudi desert txt Stefano Benedetti

La sala concerti Maraya è avvolta con pareti riflettenti e quasi scompare nello scenario desertico. The Maraya concert hall is clad of reflective wall surface and almost disappears in its desert surroundings.

CI SONO UNA LOMBARDA, UN TEDESCO E UN TOSCANO IN MEZZO AL DESERTO... A raccontarla così, l’ultima creazione del gruppo Giò Forma sembra una barzelletta. E invece questo studio d’architettura milanese fondato da Cristiana Picco, Florian Boje e Claudio Santucci ha ormai ampiamente dimostrato di prendere il proprio lavoro estremamente sul serio. Sì, perché sotto la scorza da “rockettari” del palcoscenico approdati alla corte dei grandi – dopo l’Albero della Vita disegnato per Expo Milano 2015 e le scenografie per le due prime della Scala 2018-2019 con la regia di Davide Livermore – c’è una cura del dettaglio quasi maniacale unita a una passione per il “servizio del territorio”. Ovvero? «A volte bisogna avere il coraggio di non fare “soltanto” architettura», spiegano. «Non ci interessa lasciare il nostro segno ovunque, per noi a fare la differenza è proprio il luogo. Ci piace pensarci come dei land artist con uno scopo: quello di valorizzare e amplificare ciò 42 ABITARE 594

LOMBARD, A GERMAN AND A TUSCAN ARE IN THE MIDDLE OF THE DESERT... Told in this way, the story of the Giò Forma group’s latest creation sounds like the beginning of a joke. And yet by now this Milan-based architecture firm founded by Cristiana Picco, Florian Boje and Claudio Santucci has amply demonstrated that it takes its work extremely seriously. For under their exterior of “rockers” of the stage who have ended up playing with the big boys – after designing the Tree of Life for Expo Milan 2015 and the scenery for two premières at La Scala in 2018-19 directed by Davide Livermore – lies an almost manic attention to detail combined with a passion for “service of the territory”. Meaning? “Sometimes you need to have the courage to not ‘just’ do architecture,” they explain. “We’re not interested in leaving our mark everywhere. For us the thing that makes the difference is the location. We like to think of ourselves as land artists with a purpose: that of amplifying and making


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Project Maraya Concert Hall Architects Giò Forma Architects Designers and Artists (Florian Boje Cristiana Picco Claudio Santucci) General engineering Gap progetti Project and creative management Black Engineering (Massimo Fogliati Fabio Pavanetto) Event agency MMG KSA Location Al-‘Ula, Saudi Arabia

La sala ha un’altezza di 26 metri, che permette movimenti di scena degni dei maggiori teatri dell’opera internazionali. Può ospitare 550 persone. The hall is 26 metres in height, which means that stage sets can be moved around just as they are in the world’s leading opera houses. It can seat 550 people. GROUND-FLOOR PLAN

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che il luogo racconta». La suggestiva e gigantesca Maraya Concert Hall da poco portata a termine in Arabia Saudita (in soli quattro mesi, grazie alla collaborazione con Black Engineering e una squadra di oltre 1300 elementi al lavoro) è un po’ l’emblema di questa filosofia di Giò Forma. Con i suoi 9740 metri quadrati di pareti riflettenti rappresenta l’edificio a specchio più grande del mondo (c’è già il riconoscimento ufficiale nel Guinness dei primati). Così l’edificio sembra “disfarsi” nello scenario desertico. Un’idea che, spiegano gli architetti milanesi, nasce proprio dal rifiuto di segnare irrimediabilmente un luogo con un landmark fine a sé stesso. Siamo tra l’altro in un’area dall’enorme valore archeologico e paesaggistico, la valle di Wadi Al-Qura nella regione di Al-’Ula, definita “la Petra dell’Arabia Saudita” grazie alle testimonianze monuthe most of what the place has to say.” The evocative and gigantic Maraya Concert Hall recently completed in Saudi Arabia (in just four months, thanks to a collaboration with Black Engineering and a work team of over 1,300 people) is in a way the emblem of this philosophy of Giò Forma’s. With its 9740 square metres of reflective walls, it is the largest mirrored building in the world (and already an official Guinness World Record). Thus the building seems to “melt away” into the desert scenery. An idea that, the Milanese architects explain, stems precisely from the refusal to make an irreparable change to a place with a landmark that is an end in itself. Besides, we are in an area of enormous archaeological and scenic value, the valley called Wadi Al-Qura in the region of Al-’Ula, known as “the Petra of Saudi Arabia” owing to the presence

IL FONDALE DEL PALCO È UNA VETRATA DI 800 MQ CHE CREA UNA SPETTACOLARE SCENOGRAFIA BEHIND THE STAGE IS AN 800-SQUARE-METRE GLASS WALL THAT CREATES A SPECTACULAR BACKDROP

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I L T E AT R O S I C H I A M A M A R AYA , I N A R A B O “ S P E C C H I O ” THE THEATRE IS CALLED MARAYA, THE ARABIC WORD FOR MIRROR

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IL DESIGN DEGLI INTERNI E I MATERIALI UTILIZZATI EVOCANO AMBIENTI SCAVATI NELLA ROCCIA DALL’UOMO E DAL VENTO THE DESIGN OF THE INTERIORS AND THE CHOSEN MATERIALS LOOK LIKE SPACES HEWN OUT OF THE ROCK BY MAN AND BY THE WIND

La concert hall è attrezzata con lounge e salottini. Nell’altra pagina, il ristorante al piano terreno. The concert hall has a lounge and other small sitting rooms. Opposite page, the ground-floor restaurant.

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mentali dell’impero dei Nabatei. «In questo luogo avevamo già realizzato una struttura temporanea, un polo attrattivo per il turismo. Quando ci hanno chiesto di pensare un’architettura permanente, la prima risposta è stata: no, in un posto così bello non si può costruire», raccontano. «Poi è arrivata l’idea dello specchio. Così l’edificio diventa palcoscenico di ciò che lo circonda, che è poi la vera attrazione». Tra l’altro il fondale del gigantesco palco (50x20 metri) è una vetrata di 800 metri quadrati che si può aprire completamente per utilizzare l’ambiente naturale come spettacolare scenografia. Piuttosto essenziale il design degli interni, in cui si sviluppano la lobby d’ingresso, l’area lounge e i Vip box della sala concerti. Qui si è scelto di utilizzare il più possibile i materiali locali (soprattutto la pietra) per evocare una costruzione scavata nella roccia dall’uomo e dal vento. E dalla terrazza-ristorante sul tetto si può ammirare il mutevole effetto della luce sul canyon circostante, a qualunque ora del giorno e della sera. L’obiettivo? «Aggiungere qualcosa al passato, non cancellarlo. Per questo i nostri lavori futuri saranno sempre più in contesti aperti, come le piazze delle grandi città, con la loro storia e i loro riti sociali. I nostri interlocutori sono le nuove generazioni, che ormai hanno visto tutto. Ed è quando hai visto tutto che ritorni all’essenziale. Un essenziale non solo da vivere, ma che emozioni. Proprio come uno spettacolo». ○

of ruins from the Nabataean empire. “We had already built a temporary structure in this location, a centre of attraction for tourists. When they asked us to think about a permanent construction, our first response was: no, you can’t build in such a beautiful place,” they say. “Then came the idea of the mirror. Thus the building became a theatre for what surrounded it, which is the real attraction.” And in fact the backdrop of the gigantic stage (50x20 metres) is an 800-square-metre glass wall that can be opened up completely in order to use the natural setting as spectacular scenery. The design of the interiors, including the foyer, the lounge area and the VIP box of the concert hall, is fairly essential. Here the choice has been to utilize local materials (especially stone) as far as possible to evoke a building carved out of the rock by human hand and by the wind. And from the terrace-restaurant on the roof you can admire the shifting play of light on the surrounding canyon, at any hour of the day and night. The aim? “To add something to the past, not erase it. For this reason our works will in the future increasingly be in open settings, like the squares of big cities, with their history and their social rituals. The people we are designing for are the new generations, who by now have seen everything. And it’s when you’ve seen everything that you go back to the essential. An essential that is not just to be lived, but that stirs the emotions. Just like a performance.” ○ 594 ABITARE 49


GEOMETRIE A SBALZO SULL’ORIZZONTE GEOMETRIES JUTTING OUT OVER THE HORIZON txt Fabrizio Gallanti photos Javier Agustín Rojas


| In una sterminata tenuta della Patagonia una fattoria ottocentesca complessa come un villaggio è stata ripensata da RDR ARQUITECTOS. Per ricavare nuovi spazi d’accoglienza, assicurare unità residenziali più piacevoli e razionalizzare la produzione di carne e lana di pecora / On an immense estate in Patagonia a 19thcentury ranch as complex as a village has been renovated by RDR Arquitectos. In order to create new reception spaces, provide more pleasant accommodation for the staff and rationalize the production of meat and wool a rchitettura


GLI EDIFICI RAVVICINATI TRASMETTONO UNA SENSAZIONE DI COMUNITÀ THE BUILDINGS ARE SET CLOSE TOGETHER TO FORGE A SENSE OF COMMUNITY

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LA TRASFORMAZIONE E AMPLIAMENTO DI UNA FATTORIA fondata da coloni scozzesi alla fine del XIX secolo è stata intrapresa dallo studio svizzero-argentino RDR Arquitectos come l’occasione per aggiornare un modello di insediamento umano unico. I proprietari, discendenti del fondatore, si dedicano ancora oggi all’allevamento di ovini, liberi di muoversi su un territorio amplissimo, come è spesso il caso delle sterminate tenute della Patagonia argentina. Gli obiettivi della committenza erano tre: preservare il patrimonio ambientale e storico, migliorare la qualità della produzione di carne e lana, offrire agli abitanti e ai lavoratori della fattoria condizioni di vita

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The site plan of the Morro Chico farm, showing the main farmhouse (in red), the guest accommodation and the staff quarters (in blue), and the main shed (in green). In the photos, the owners’ residence.

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La planimetria generale della fattoria Morro Chico, con la casa padronale (in rosso), la dépendance destinata agli ospiti e il dormitorio per lo staff (in azzurro), il capannone (in verde). Nelle foto, la residenza dei proprietari.

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THE TRANSFORMATION AND ENLARGEMENT OF A RANCH founded by Scottish colonists at the end of the 19th century has been treated by the Swiss-Argentinian practice RDR Arquitectos as an opportunity to bring a unique model of human settlement up to date. Today the owners, descendants of the founder, still raise sheep, which are free to roam around a vast area, as is often the case with the immense estates of Argentinian Patagonia. The clients had three objectives: preserving the environmental and historical heritage, improving the quality of the meat and wool produced and offering the residents and staff of the ranch better living conditions. The project


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LA GEOMETRIA IRREGOLARE È CONCEPITA PER RESISTERE AI FORTI VENTI THE IRREGULAR GEOMETRY WITHSTANDS THE STRONG WINDS, WHICH CAN OFTEN REACH SPEEDS OF A HUNDRED KILOMETRES AN HOUR HERE

migliori. Si è partiti dall’elaborazione di un piano generale di interventi per rinnovare questo habitat che di fatto è un piccolo villaggio. Oltre al riuso degli edifici storici, si trattava infatti di costruire un padiglione modello per la tosatura (a 25 chilometri dalla fattoria), un capannone per i macchinari, un deposito, un dormitorio per i dipendenti e una residenza per i proprietari. Le strutture originarie, in particolare il vecchio padiglione per la tosatura, sono state restaurate e trasformate in spazi d’accoglienza per ospiti e visitatori. Il complesso è organizzato riprendendo le morfologie tipiche delle fattorie della regione, ossia concentrazioni di edifici ravvicinati tra loro per mitigare gli effetti del clima spesso ostile e per trasmettere una sensazione di comunità, contrapposta alla vastità spropositata del paesaggio. L’uso di pannelli solari e una piccola centrale di teleriscaldamento a legna in sostituzione di quella antica a carbone, così come un nuovo sistema di raccolta delle acque grigie e nere, garantiscono un impatto ambientale sostenibile. Il progetto ha anche ripensato gli spazi aperti e i giardini, che un tempo impiegavano piante non autoctone mentre oggi fanno sfoggio di vegetazione locale, molto più resistente e dalla manutenzione più semplice. La tecnica costruttiva riprende il pragmatismo austero proprio dei capannoni agricoli della zona, che utilizzano una struttura prefabbricata di le-

commenced with the drawing up of a general plan of intervention to renovate the ranch, which has the structure of a small village. In addition to reuse of the historic buildings, in fact, this entailed the construction of a model sheep-shearing shed (located 25 kilometres from the ranch), another shed for machinery and general storage, a dormitory for the staff and a residence for the owners. The original structures, in particular the former sheep-shearing shed, have been restored and converted into reception spaces for guests and visitors. The complex is organized along the lines typical of ranches in the region, with concentrations of buildings set close together to mitigate the effects of the often hostile climate and to forge a sense of community to counter the vast expanse of the landscape. The use of solar panels and a small wood-fired districtheating plant in place of the old one fuelled by charcoal, along with a new system for the treatment of grey water and sewage, ensure sustainability and a reduced environmental impact. The project has also included redesign of the open spaces and gardens, whose once exotic plants have now been replaced with native varieties, which are much hardier and easier to maintain. The construction technique is based on the austere pragmatism typical of barns on farms in the area, which utilize a prefabricated 54 ABITARE 594


La casa padronale ha grandi finestrature per godere il paesaggio durante i periodi in cui è impossibile stare all’esterno. Sopra, la veranda. Il legno riveste sia pareti che soffitti. The farmhouse has large windows so that the view of the surroundings can still be enjoyed when it is impossible to be outside. Above, the veranda. The walls and ceilings are clad in wood.

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In questa pagina, la casa per gli ospiti. Nella pagina accanto, il dormitorio riservato al personale della fattoria. This page, the guest accommodation. Opposite page, the sleeping quarters for staff working at the farm.

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gno molto semplice da assemblare, rivestita di lamiera ondulata d’alluminio. Le variazioni introdotte dai progettisti sono sottili, in generale un migliore isolamento termico, quasi invisibile, e un gioco di forme – soprattutto quelle dei tetti – che si stagliano sulla orizzontalità del suolo. Nelle parti residenziali gli interni sono rivestiti di legno, mentre l’uso di acciaio e lamiera è prevalente negli edifici con funzioni più tecniche. La casa padronale è l’elemento più complesso della fattoria. Disposta su una leggera ondulazione del terreno che permette


wooden structure that is very simple to assemble, clad in sheets of corrugated aluminium. The variations introduced by the designers are subtle, including a general improvement in the insulation, which is almost invisible, and a play of forms – especially those of the roofs – that stand out on the flat expanse of ground. In the residential parts the interiors are lined with wood, while steel and sheet metal predominate in the buildings with a more technical function. The family house is the most complex element of the ranch. Set on a slight undulation of the ground that allows it to offer a view

TELERISCALDAMENTO A LEGNA, PANNELLI SOLARI E UN NUOVO SISTEMA DI RACCOLTA DELLE ACQUE REFLUE GARANTISCONO UN IMPATTO SOSTENIBILE SOLAR PANELS, A SMALL WOOD-FIRED DISTRICT-HEATING PLANT AND A SYSTEM FOR THE TREATMENT OF GREY WATER AND SEWAGE ENSURE A REDUCED ENVIRONMENTAL IMPACT 594 ABITARE 57


di spaziare con lo sguardo fino alla Precordigliera, ha una geometria irregolare concepita per resistere ai venti fortissimi che qui spesso toccano i cento chilometri all’ora. La copertura è composta di grandi elementi su cui si aprono altrettanto ampi lucernari, orientati in funzione dell’irraggiamento solare, o vaste finestrature dalle quali apprezzare il paesaggio, dietro doppi vetri che lasciano il freddo fuori. Il profilo del tetto, rimarcato dalla lucentezza del metallo, diventa un segnale che svetta a chilometri di distanza, quasi a sottolineare il difficile dominio dell’uomo su una natura ostile. ○

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of the precordillera, it has an irregular geometry designed to withstand the very strong winds, which can often reach speeds of a hundred kilometres an hour here. The roofing is composed of large elements onto which open equally large skylights, oriented in relation to the sun rays, or huge expanses of doubleglazing from which to admire the landscape while keeping out the cold. The profile of the roof, emphasized by the shininess of its metal cladding, makes it a landmark visible from a distance of kilometres, as if to underscore the difficulty of human domination over a hostile nature. ○


This page, the new sheep shearing hall, a model building that is 25 km away from the farm. Opposite page, the machinery and equipment storage areas. CELINE FRERS

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In questa pagina, il nuovo padiglione per la tosatura, stabilimento modello realizzato a 25 chilometri dalla fattoria. Nella pagina accanto, il deposito dei macchinari e delle attrezzature.

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STEEL AND SHEET METAL PREDOMINATE IN THE BUILDINGS WITH A MORE TECHNICAL FUNCTION

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txt Matteo Zambelli photos Benoit Bost

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ARABESQUES FOR THE HIGH-SPEED RAILWAY

ARABESCHI PER L’ALTA VELOCITÀ


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| Con la sua campata a ponte la nuova stazione di Casablanca, opera dello studio romano ABDR, risolve uno snodo cruciale e contribuisce a rigenerare un intero pezzo di città. La “pelle” riccamente traforata si ispira alla “mashrabiyya”, il diaframma a griglia tipico dell’architettura islamica / With its bridge span, Casablanca’s new station, the work of the Roman practice ABDR, provides the solution for a crucial junction and helps to regenerate a whole section of the city. Its richly perforated “skin” is inspired by the mashrabiya, the carved latticework screen typical of Islamic architecture

In queste pagine, l’ingresso nord. L’adiacente vecchia stazione diventerà un museo e una vetrina delle eccellenze artigianali marocchine. Nelle pagine precedenti, la grande scalinata di pietra di Guercif che caratterizza l’ingresso sud. These pages, the north entrance. The adjacent old station will become a museum and a showcase for the best in Moroccan crafts. Previous pages, the large staircase in Guercif stone that characterises the south entrance.

LONGITUDINAL SECTION

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L’OFFICE NATIONAL DES CHEMINS DE FER DU MAROC bandisce nel 2012 quattro concorsi per altrettante stazioni dell’alta velocità. I concorrenti possono partecipare solo a due delle quattro gare. Lo studio romano ABDR (fondato da Maria Laura Arlotti, Michele Beccu, Paolo Desideri e Filippo Raimondo) si classifica al secondo posto per la stazione di Tangeri e vince quella di Casablanca, uno snodo particolarmente importante perché collega la città con l’aeroporto. Il bando prevedeva anche la presentazione di un masterplan, perché, racconta Desideri, «Chemins de Fer, con un’apertura culturale di taglio europeo, coglieva la possibilità di una riqualificazione urbana di dimensioni rilevanti finalizzata a creare nuove centralità nelle aree di scambio ferroviario non più utilizzate per motivi logistici». Oggi, rivela l’architetto, questa zona, un tempo abbandonata e degradata, è vitalissima, a testimonianza del fatto che il motore della rigenerazione ha funzionato. Il bando di concorso richiedeva una soluzione “a ponte” per la stazione: caso fortunato, perché la Stazione Tiburti-

IN 2012 THE OFFICE NATIONAL DES CHEMINS DE FER DU MAROC staged four competitions for the same number of stations on its high-speed line. Entrants were allowed to compete in only two of the four competitions. The Roman practice ABDR ( founded by Maria Laura Arlotti, Michele Beccu, Paolo Desideri and Filippo Raimondo) was awarded second place in the one for the station in Tangiers and won the competition for Casablanca, a particularly important junction because it connects the city with its airport. The notice also called for the submission of a master plan, since, as Desideri tells us, “Chemins de Fer, with the cultural openness we might expect of a European country, saw the possibility of a scheme of urban regeneration on a significant scale aimed at giving railway areas that are no longer utilized for logistical reasons a new centrality.” Today, points out the architect, this zone, once neglected and degraded, is very lively, attesting to the fact that the driving force of regeneration has worked. The competition notice asked for a “bridge” solution for the

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Project High-speed line station Casa Voyageurs Architects ABDR Architetti Associati Yassir Khalil Studio Project team Laura Arlotti Michele Beccu Paolo Desideri Filippo Raimondo (ABDR) Yassir Khalil Issam El Mousghi Rizk Lahlou Nasser Lahbabta (Yassir Khalil Studio) Structural engineers Tross Ingénieurs Conseil Plants M.E.D. – Maghreb Etudes et Développement Client O.N.C.F. – Office National des Chemins de Fer Contractor S.G.T.M. - Societé Géneral des Travaux du Maroc

SITE PLAN

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Timeline 2012 (competition) 2016-2019 (construction) Built area 9,762 sqm Parking 8,725 sqm Squares 12,000 sqm Budget 36,160,828 euro Location Casablanca, Morocco


na a Roma, realizzata da ABDR, utilizzava la stessa tipologia, rispetto alla quale lo studio aveva maturato una grande esperienza. Le due pile d’appoggio del ponte sono ubicate in corrispondenza dell’atrio nord, più monumentale perché affacciato verso il centro storico, e dell’atrio sud, rivolto verso la porzione di città da riconfigurare e contraddistinto da svariate attività collaterali tipiche di una stazione (carico-scarico, parcheggio dei veicoli privati, arrivi e partenze degli autobus extraurbani). Sulle due pile grava l’impalcato, realizzato con una struttura reticolare spaziale alla quale è appesa la galleria, che è organizzata su tre fasce: quella a nord contiene i negozi, quella centrale la distribuzione, quella a sud lo spazio d’attesa e la discesa ai binari. La scelta della campata unica, senza pilastri intermedi appoggiati a terra, secondo Desideri è stata “la” soluzione vincente. Anche perché all’epoca non era ancora pronto il piano del ferro, e questa formula avrebbe lasciato a Chemins de Fer una libertà totale nel collocare i binari. station: this was fortunate, because the Stazione Tiburtina in Rome, designed by ABDR, utilized the same model, and was something of which the practice had great experience. The two piers on which the bridge stands are located by the north entrance hall, more monumental in appearance because it faces onto the historic centre, and by the south one, looking onto the portion of city to be reconfigured and characterized by a variety of collateral activities typical of a station (loading-unloading, parking for private vehicles, arrivals and departures of out-of-town buses). On the two piers rests the deck, constructed with a spatial lattice frame from which is hung the gallery, organized into three bands: the one to the north contains the shops, the one in the middle the means of circulation and the one to the south the waiting area and the descent to the platforms. According to Desideri it was the choice of a single span, with no interme-

L’AREA , UN TEMPO DEGRADATA , OGGI È VITALISSIMA THIS ZONE, ONCE NEGLECTED AND DEGRADED, IS VERY LIVELY

CROSS SECTION

L’accesso dal lato sud. Nella pagina accanto, dettaglio del fronte sud-est: si intravedono le due rampe di scale e, al centro, la coppia di scale mobili e il blocco degli ascensori. The access on the south side. Opposite page, detail of the south-east front, showing the two staircases and, at the centre, the two escalators and the lifts.


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La salita pedonale dell’ingresso nord. Nelle altre immagini, l’atrio settentrionale. Nelle pagine precedenti, veduta dell’interno della stazione. The pedestrian ramp on the north entrance. In the other pictures, the north hall. Previous pages, a view inside the station.

Un’altra mossa decisiva, apprezzata dalla giuria e dall’amministrazione locale, è stata l’attenzione al risparmio energetico. ADBR ha ideato infatti delle soluzioni bioclimatiche che innescano dei loop convettivi utili a ventilare e raffrescare gli ambienti in modo naturale. La stazione è stata realizzata senza badare a spese per quanto riguarda i materiali. L’impalcato del ponte è interamente rivestito di pannelli bianchi di Corian i cui motivi geometrici sono stati disegnati da ABDR con l’intenzione di reinterpretare in chiave moderna il motivo tradizionale dell’architettura islamica della “mashrabiyya” (il tipico schermo grigliato), sebbene con una funzione diversa. Un’altra declinazione dello stesso riferimento, realizzata con mattoni di cotto policromo smaltato – anch’essi elementi costruttivi tipicamente marocchini – riveste per 150 metri la galleria commerciale e caratterizza con i suoi colori i due atri della stazione. Infine, tutti i pavimenti sono di marmo, il prezioso marmo scuro dell’Atlantide, «come si usava fare nelle stazioni italiane degli anni Trenta e Cinquanta» ricorda Desideri con rammarico. ○ diate pillars standing on the ground, that won the competition for them. In part because at the time the plan for the tracks was not yet ready, and this formula left the Chemins de Fer with total freedom in their location. Another decisive move appreciated by the jury and the local government was the attention paid to energy conservation. In fact ADBR devised bioclimatic solutions that used convective loops to ventilate and cool the spaces in a natural way. The station has been built regardless of expense as far as the materials were concerned. The deck of the bridge is clad entirely with white panels of Corian whose geometric patterns were designed by ABDR with the aim of reinterpreting the traditional mashrabiya motif of Islamic architecture (with its typical latticework screen) in a modern key, although with a different function. Another feature drawn from the same tradition and realized with glazed polychrome fired-clay bricks – another typically Moroccan structural element – lines the shopping gallery for 150 metres and characterizes with its colours the two halls of the station. Finally, all the floors are paved with marble, the precious dark Atlantide marble “that was used in the Italian stations of the 1930s and 1950s,” recalls Desideri with regret. ○ 68 ABITARE 594

TUTTI I PAVIMENTI SONO DI MARMO COME NELLE STAZIONI ITALIANE DEGLI ANNI TRENTA E CINQUANTA ALL THE FLOORS ARE PAVED WITH MARBLE AS IN THE ITALIAN STATIONS OF THE 1930s AND 1950s


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UN MINI-CHATEAU A COLORI A COLOURFUL MINI-CHATEAU

| A Parigi una storica casa unifamiliare è stata restaurata dall’ATELIER PIERRELOUIS GERLIER, che ne ha anche rivisto l’organizzazione interna rendendola molto funzionale, luminosa e ravvivata da ceramiche marocchine / In Paris an historical town house has been restored by the Atelier Pierre-Louis Gerlier, which has also reorganized the interior, making it functional, filled with light and enlivened by Moroccan ceramic tile txt Irene Guzman photos Ercole Salinaro Situata nel XVII arrondissement, l’abitazione si sviluppa su tre livelli. Sotto, l’area pranzo. Pagina accanto, il piccolo living e la struttura ad archi che separa gli ambienti e dà accesso alla scala a chiocciola.

Situated in the XVII arrondissement, the home is on three levels. Below, the dining area. Opposite page, the living room and the arched structure that separates the rooms and gives access to the spiral staircase.

NEL CUORE DI PARIGI, in una strada pedonale caratterizzata da architetture del XIX secolo, non passa inosservata la facciata in stile neo-barocco di questa casa indipendente “mignon”, una rarità per la capitale francese. L’abitazione di 140 mq su tre livelli, di cui uno seminterrato, versava in uno stato di decadimento avanzato: prima di iniziare la riorganizzazione degli interni, l’Atelier Pierre-Louis Gerlier si è impegnato nel restauro della struttura lignea. Tra le opere realizzate ci sono il rinforzo delle travi divorate dai tarli, l’impermeabilizzazione del tetto e la sostituzione dei travetti del soggiorno. Per quanto riguarda invece il nuovo taglio degli interni, Gerlier ha puntato sull’ampliamento di alcune stanze e sulla sensazione di apertura data dalIN THE HEART OF PARIS, on a pedestrian street lined entirely with 19th-century buildings, the façade in neo-baroque style of this “miniature” independent house, a real rarity for the French capital, does not go unnoticed. The 140-sqm building on three levels, one of them a basement, was in an advanced state of decay: before starting on the refurbishment of the interiors, the Atelier Pierre-Louis Gerlier restored the wooden structure of the house. Among other things this required reinforcement of the old beams, devoured by woodworm, weatherproofing of the roof and replacement of the joists in the living room. As far as the new layout of the interiors is concerned, Gerlier set out to enlarge some of the rooms and create a sensation of openness by letting in more

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L’angolo soggiorno al primo piano. Sotto, l’ingresso e il bagno del seminterrato. Nella pagina accanto, la cucina: il mobile su misura è realizzato con legno Okumè, come strutture e tamponamenti. The living-room area on the first floor. Below, the entrance and the basement bathroom. Opposite page, the kitchen: the custom-made furniture item is in Okumè wood, like the structures and infill panels.

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la maggiore illuminazione naturale, grazie anche alle nuove finestre sulla facciata posteriore. Al piano terreno, l’abbattimento della parete portante tra soggiorno e sala da pranzo ha dato vita a un ampio open space con vista sul giardino. Questo ambiente include un piccolo boudoir, in cui spiccano una vivace libreria verde che incornicia il nuovo camino e un dispositivo-contenitore realizzato su disegno, con due aperture ad arco che danno accesso alla scala a chiocciola. Sorta di spina dorsale della casa, questo elemento ha angoli arrotondati e attraverso i suoi varchi propone collegamenti visivi tra gli ambienti. Il seminterrato ospita le due camere da letto dei bambini, bagno e lavanderia. L’ultimo piano è invece il rifugio dei genitori: per aumentare l’altezza del soffitto è stata inglobata la mansarda sopra la camera da letto, accanto alla quale è stata creata un’ampia stanza da bagno con soppalchi. Le fantasiose mattonelle dei bagni e della cucina, scelte dai proprietari, sono state realizzate da un’impresa marocchina che combina artigianato tradizionale e design contemporaneo. ○ natural light, thanks in part to new windows opened at the back of the house. The demolition of the structural wall between the living and dining rooms has created an ample open space on the ground floor with a view onto the garden. This area includes a small “boudoir”, dominated by a green bookcase that frames the new fireplace and a custom-built set of floor-to-ceiling cupboards with two arched openings that provide access to the spiral staircase. Functioning as a sort of backbone of the house, this element has rounded corners that make it easier to move around it and provides visual connections between the spaces through its openings. The basement houses two bedrooms for the children, a bathroom and a laundry room. The top floor on the other hand is a refuge for their parents: to raise the height of the ceiling the attic has been incorporated into the bedroom, alongside which an ample bathroom has been created with two lofts. The fanciful tiles in the bathrooms and kitchen, chosen by the owners, were made by a Moroccan company that combines traditional craftsmanship with contemporary design. ○

L’ATELIER HA CURATO IL RESTAURO DELLA STRUTTURA LIGNEA E MANTENUTO IL PARQUET ORIGINALE BEFORE STARTING ON THE REFURBISHMENT OF THE INTERIORS, THE ATELIER RESTORED THE WOODEN STRUCTURE OF THE HOUSE

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town house/2

La piscina contribuisce al raffrescamento degli ambienti. Pagina accanto, la facciata coloniale. The swimming pool helps to keep the rooms cool. Opposite page, the colonial faรงade.

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EDEN PRIVATO NELLO YUCATÁN

A PRIVATE GARDEN OF EDEN IN THE YUCATÁN

txt Laura Cardia photos Apertura Arquitectónica / José Miguel Gonzales

| Nella città messicana di Mérida lo studio TALLER ESTILO ARQUITECTURA ha rigenerato con intelligenza un classico lotto urbano coloniale. Il risultato è una sequenza sincopata di ambienti – stanze e cortili – protesa verso la parte più profonda e segreta dell’isolato. Dove si schiude un paradiso verde rinfrescato dalla piscina / In the Mexican city of Mérida the Taller Estilo Arquitectura practice has regenerated with intelligence a classic colonial urban lot. The result is a syncopated sequence of spaces – rooms and courtyards – reaching into the innermost, secret part of the block. Where a verdant paradise cooled by the swimming pool opens up

A MÉRIDA, NELLO STATO MESSICANO DELLO YUCATÁN, sono piuttosto comuni nel centro storico le lunghe strade rettilinee contornate da costruzioni basse dalle piccole facciate, la sola parte visibile di stretti lotti edilizi che si allungano all’interno dell’isolato. Il nuovo progetto dello studio locale Taller Estilo Arquitectura si inserisce in questo contesto. Dietro una facciata storica piuttosto anonima – in linea con le adiacenti – si cela inaspettato un universo esteso e luminoso, in cui architettura coloniale e contemporanea trovano un punto d’incontro. In un percorso fluido e lineare, una doppia sequenza parallela di sale e di patii tra loro comunicanti arriva fino al giardino conclusivo, nella parte più profonda e privata dell’isolato.

IN THE HISTORIC CENTRE OF MÉRIDA, IN THE MEXICAN STATE OF YUCATÁN, it is fairly common to find long straight streets lined with low constructions with small fronts, the only visible part of narrow building lots that extend into the block to their rear. The new project of the local Taller Estilo Arquitectura practice has been inserted into this context. Behind a fairly nondescript historic façade – in line with its neighbours – is concealed an unexpectedly large and well-lit world, in which colonial and contemporary architecture find common ground. Along a fluid and linear route, a dual parallel sequence of intercommunicating rooms and patios extends all the way to the garden at the end, in the innermost and most private part of the block. On one side the living area is like a 594 ABITARE 75


LA ZONA GIORNO È UN UNICO GRANDE AMBIENTE, SCANDITO DA QUINTE THE LIVING AREA IS LIKE A SINGLE LONG SPACE, PUNCTUATED BY WALLS THAT ACCENTUATE THE VISUAL AXES

Su un lato la zona giorno è come un unico lungo ambiente, scandito da quinte murarie che accentuano gli assi visuali, in fuga verso il patio e il giardino. Sull’altro lato un delizioso cortile – uno spazio intimo e segreto – inonda di luce lo studio e una delle due camere da letto. Per un motivo climatico, ma anche compositivo, i due cortili sono considerati a tutti gli effetti ambienti della casa, nella quale si integrano grazie ad ampie vetrate e camminamenti di pietra in mezzo al verde. L’interior design rende esplicito il ricercato dialogo tra passato e presente. Le pareti utilizzano colori chiari e neutri, «uno sfondo perfetto per opere d’arte e pezzi vintage che adattano la loro funzione alla vita domestica», commentano gli architetti. In ogni sala i pavimenti di cemento disegnano motivi diversi, dando a ognuna una propria identità. Il giardino finale cui tende lo sviluppo della casa è un piccolo e intimo eden. Nel verde rigoglioso, la piscina di cemento bianco è costruita su una piattaforma che livella le irregolarità del terreno; non ha solo una funzione estetica, spiegano gli architetti, ma aiuta anche a climatizzare, perché il vento che vi soffia sopra rinfresca gli ambienti interni. La facciata bianca e rigorosa sul giardino porta l’architettura contemporanea nel cuore della Mérida coloniale. ○ 76 ABITARE 594


Sopra e a sinistra, la cucina con la zona pranzo. A destra, il percorso all’aperto che porta al giardino. Nella pagina accanto, la camera da letto padronale. Above and left, the kitchen and the dining area. Right, the open corridor which leads to the garden. Opposite page, the master bedroom.

single long space, punctuated by walls that accentuate the visual axes, receding towards the patio and garden. On the other side a delightful courtyard – an intimate and secret space – floods the study and one of the two bedrooms with light. For reasons of climate as well as composition the two courtyards have been treated to all intents and purposes as rooms of the house, with which they are integrated by means of large expanses of glass and pathways paved with stone in the middle of the vegetation. The interior design makes explicit the desire for a dialogue between past and present. The walls are plastered in pale and neutral colours, “a perfect canvas for artwork and recycled pieces that change their function, adapting it for domestic life,” comment the architects. In each room the cement floors have different patterns, giving each an identity of its own. The garden at the back where the house comes to an end is a small and private paradise. Amidst the luxuriant greenery, the white cement swimming pool has been constructed over a platform to even out the irregularities in the ground. Its function is not just aesthetic, explain the architects, as it also helps to regulate the temperature: the wind flows over it and refreshes the spaces inside the house. The white and severe front onto the garden takes contemporary architecture into the heart of colonial Mérida. ○ 594 ABITARE 77


SPAZI INVENTIVI A CAPE TOWN INVENTIVE SPACES IN CAPE TOWN | Disegnata dallo studio DOUGLAS&COMPANY che firma anche alcuni elementi d’arredo, questa abitazione nasce dalla ristrutturazione di una villetta a un piano dal volume piuttosto elementare. Oggi articolata al suo interno su due livelli, ricchi di angoli intimi e scorci sulla città / Designed by the Douglas & Company practice, right down to some of the furniture, this home was created through the remodelling of a single-storey cottage with a fairly elementary structure. Its interior has now been divided into two levels, abounding in intimate nooks and views of the city txt Miriam Pistocchi photos David Southwood 78 ABITARE 594


town house/3

LA COPPIA DI ARCHITETTI dello studio Douglas&Company ha trasformato una vecchia casa a un piano a Cape Town in un luminoso e accogliente interno contemporaneo. L’intervento, premiato dal Cape Institute for Architecture nel 2019, ha dotato l’edificio di un nuovo livello senza modificare l’altezza della copertura: due nuovi abbaini sul fronte principale regalano un affaccio verso l’oceano. Il proposito degli architetti era quello di sfruttare le potenzialità insite nello spazio e intervenire con poche ma sostanziali modifiche: la vecchia veranda è stata sostituita da elementi più leggeri che lasciano in vista il muro di pietra retrostante; all’interno del primo piano, sebbene sia stata mantenuta la disposizione degli ambienti, il nuovo salotto presenta una doppia altezza ed è completamente aperto verso la sala da pranzo e la cucina in modo da THE PAIR OF ARCHITECTS who make up the Douglas & Company studio has turned an old single-storey house in Cape Town into a light-filled and pleasant contemporary interior. The intervention, which won an award from the Cape Institute for Architecture in 2019, has given the building a new level without altering the height of the roof: two new dormer windows in the main façade offer a view of the ocean. The intention of the architects was to exploit the potentialities already present in the space and intervene with just a few modifications, but substantial ones: the old veranda has been replaced by lighter elements that leave the stone wall behind them visible; on the first level, while the arrangement of the rooms has remained the same, the new lounge is double-height and completely open onto the dining room and the kitchen so as to form a single, extraor-

Sulla facciata principale sono stati aperti due abbaini. Sopra, il volume di metallo della scala che conduce al soppalco. Pagina accanto, la zona giorno è un grande e luminoso open space. Two dormer windows have been created above the main façade. Above, a glimpse of the metal staircase leading to the upper floor. Opposite page, the living-room is a large, light-filled open-plan space.

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LE STRUTTURE A VISTA , I PAVIMENTI, LE PORTE E LE FINESTRE SONO DI PINO DEL SUDAFRICA THE EXPOSED STRUCTURAL ELEMENTS, FLOORS, DOORS AND WINDOWS ARE IN SOUTH AFRICAN PINE

A sinistra, il patio adiacente alla cucina. Sotto, i nuovi abbaini affacciano sull’oceano. Nella pagina accanto, il soppalco, dove si trovano lo studio e una camera da letto. Left, the patio adjoining the kitchen. Below, the new dormer windows give views out over the ocean. Opposite page, the upstairs floor, which has a study and a bedroom.

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generare un unico spazio, straordinariamente ampio e luminoso viste le dimensioni contenute della casa. Il bagno è stato spostato tra la camera da letto e lo studio, mentre al suo posto vi è ora un patio che illumina la cucina. La scala di legno, che ha gli ultimi tre gradini curvi di metallo nero, conduce al piano superiore dove un ulteriore studio e una camera da letto godono di una doppia vista: da un lato l’Atlantico, dall’altro la suggestiva altura di Signal Hill. Lo spazio interno è definito da pochi materiali. Per le strutture a vista, i pavimenti, le porte e le finestre è stato scelto il pino del Sudafrica, il legno da costruzione più diffuso nella regione. Gli architetti ne riconoscono le qualità estetiche al punto da riutilizzare persino le vecchie capriate, rimosse dalla copertura, per alcuni dettagli. La cucina presenta una pavimentazione di cotto che si estende anche nel patio, ampliando visivamente lo spazio verso l’esterno; i ripiani di marmo verde impreziosiscono l’ambiente e dialogano con la pietra del carrello bar McSorley’s Wonderful Saloon nella sala da pranzo, un pezzo di design progettato dagli stessi architetti. Dal loro catalogo è tratta anche la credenza E-1027, un omaggio all’architetta Eileen Gray e alla sua abitazione sulla Costa Azzurra dalla quale il mobile eredita il nome. Gli oggetti sono i principali attori dello spazio e la scelta dell’arredo sembra suggerire una continuità tra classici come la prima sedia di plastica di Charles e Ray Eames (Vitra) o la celebre Butterfly Chair di Arne Jacobsen (Fritz Hansen), e i pezzi firmati da Douglas&Company. ○

dinarily large and well-lit space given the moderate size of the house. The bathroom has been moved to a location between the bedroom and the study, its place now taken by a patio that lets light into the kitchen. The wooden staircase, whose top three steps are curved and made of black metal, leads to the upper floor where another study and a bedroom enjoy views in both directions: the Atlantic on one side and the picturesque rise of Signal Hill on the other. The space inside is defined by just a few materials. For the exposed structural elements, floors, doors and windows South African pine, the timber most widely used for construction in the region, was chosen. The architects have such a high appreciation of its aesthetic qualities that they have even reutilized the old trusses, removed from the roof, for some details. The kitchen has a brick floor that extends out into the patio as well, visually amplifying the space; green marble tops embellish the decor and hold a dialogue with the stone tops of the McSorley’s Wonderful Saloon drinks trolley in the dining room, a piece designed by the architects themselves. The E-1027 Credenza, a sideboard inspired by the architect Eileen Gray and her home on the Côte d’Azur after which the piece of furniture is named, also come from their catalogue. The objects are the main players of the space and the choice of furnishings seems to suggest a continuity between classics like Charles and Ray Eames’s first plastic chair (Vitra) or Arne Jacobsen’s celebrated Butterfly Chair (Fritz Hansen) and the pieces designed by Douglas & Company. ○ 594 ABITARE 81


a rchitettura

La corte interna della scuola elementare Don Milani a Susegana (Treviso), opera dello studio Ricci & Val. The inner courtyard of the Don Milani elementary school in Susegana (Treviso), by studio Ricci & Val.

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UNA SCUOLA SU PILOTIS A SCHOOL ON STILTS txt Sara Banti photos Arcangelo Piai

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La candida facciata modernista è sospesa su colonne d’acciaio blu e solcata da feritoie orizzontali e file di aperture cui danno unità gli spessi aggetti che schermano dall’eccesso di sole. Pagina accanto, vista dalla corte. The white modernist façade stands on columns of blue steel and it is scored by horizontal slits and rows of openings which are unified by the thick overhangs that screen them from direct sunlight. Opposite page, a view from the courtyard.

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| In un paese del Veneto la ristrutturazione e ampliamento di un complesso scolastico diventa occasione per suggerire un maggior dialogo tra l’istituzione e il suo contesto, e per offrire ai bambini spazi stimolanti. Un’operazione perfettamente riuscita grazie al progetto sensibile firmato da studio RICCI & VAL / In a small town in the Veneto region the renovation and extension of a school complex has provided the opportunity to suggest a closer dialogue between the institution and its surroundings, and to offer the children stimulating spaces. A perfectly successful operation thanks to the sensitive project drawn up by the Ricci & Val studio

ADEGUARE UN VECCHIO COMPLESSO SCOLASTICO ALLA NORMATIVA ANTISISMICA e alla necessità di nuove aule è un programma tipico di tanti comuni medio-piccoli, in Italia e non solo. A Ponte della Priula, una frazione di Susegana (Treviso), la ristrutturazione della scuola elementare Don Milani si è trasformata in qualcosa di più – una piccola rigenerazione urbana – grazie alle nuove relazioni intessute tra l’edificio e alcuni vicini punti di riferimento cittadini. Merito dello studio di Conegliano Ricci & Val (Cecilia Ricci e PierAntonio Val), vincitore del concorso e già autore in zona di diversi progetti adattivi particolarmente curati e sensibili al contesto. Il complesso originario, della fine degli anni Cinquanta,

ADAPTING AN OLD SCHOOL COMPLEX TO COMPLY WITH SEISMIC CODES and meet the need for new classrooms is a common programme in many medium-small municipalities, in Italy and elsewhere. At Ponte della Priula, a district of Susegana (Treviso), the renovation of the Don Milani primary school has turned into something more – a small scheme of urban regeneration – thanks to the new relations established between the building and some of the town’s nearby landmarks. Merit of the Conegliano-based Ricci & Val practice (Cecilia Ricci and PierAntonio Val), winner of the competition and already responsible for several projects of adaptation in the area that have been handled with care and shown particular sensitiv594 ABITARE 85


IL SISTEMA COSTRUTTIVO CONSENTE DI FORARE LIBERAMENTE LE SOLETTE, PORTANDO LUCE E ARIA NELLA SCUOLA THE STRUCTURAL SYSTEM ALLOWS A GREAT FREEDOM IN PLAN AND MAKES IT POSSIBLE TO PERFORATE THE SLABS WHEREVER NEEDED, BRINGING AIR AND LIGHT INTO THE SCHOOL’S BLOCK

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UNA CANDIDA FACCIATA MODERNISTA AD ANGOLO A WHITE L-SHAPED MODERNIST FAÇADE

LA GRANDE AREA RETTANGOLARE che separa il nuovo edificio dal vicino Tempio Votivo dedicato ai Caduti del Piave – un sagrato da sempre utilizzato come parcheggio – diventerà una piazza pedonale in continuità visiva con il nuovo edificio (rendering sopra). Anch’essa disegnata dallo studio Ricci & Val, la piazza rappresenta la seconda fase del progetto. THE HUGE RECTANGULAR AREA between the lot of the school and the Votive Temple devoted to the soldiers killed in the Battle of the Piave River – a parvis up to now used as a car park – will be transformed into a pedestrian square in visual continuity with the new building (rendering above). The design of this public space, again by studio Ricci & Val, represents the second phase of the project.

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era composto di due corpi distinti arretrati rispetto alla strada, un ex tracciato della centuriazione romana che da un lato conduce alla stazione dei treni e dall’altro si interseca con la statale Napoleonica. «La prima scelta è stata quella di abbattere uno dei volumi e ricostruirlo sulla via, per rafforzare il fronte urbano», spiega l’architetto Val. «Come seconda mossa si è deciso di rialzare l’edificio su pilotis in modo da creare trasparenze e interrelazioni tra la corte interna, la strada e la piazza adiacente». Quella che Val chiama la piazza è una grande area rettangolare tra il lotto della scuola e il monumento principale di Ponte della Priula, il Tempio Votivo dedicato ai Caduti del Piave. Questo sagrato è sempre stato utilizzato come parcheggio, ma una seconda fase del progetto prevede che diventi una piazza pedonale in continuità visiva con il nuovo edificio. Un modo per rafforzare ulteriormente il ruolo urbano della scuola, già oggi potenziato dalla candida facciata modernista ad angolo, sospesa su colonne d’acciaio blu e solcata da feritoie orizzontali e file di aperture cui danno unità gli spessi aggetti – quasi espressive “sopracciglia” – che schermano dall’eccesso di sole. A segnare il confine tra la città e la scuola è una semplice cancellata: si insinua curvando tra i pilastri e concede un po’ di spazio in più ai passanti, quasi un invito a sentirsi parte di questa istituzione che di fatto in alcune occasioni si apre al pubblico. All’interno il portico si sviluppa in corte, e la corte si articola sullo sfondo in una


Sopra, il Tempio Votivo visto dalla corte della scuola. Sotto, la pianta del piano terreno. Pagina accanto, due immagini del volume come appare dalla strada. Above, The Votive Temple seen from the courtyard of the school. Below, the ground-floor plan. Opposite page, the building as it appears from the street.

ity to the context. The original complex, dating from the late 1950s, was composed of two separate blocks set back from the road, a former route of the Roman centuriation that on the one hand leads to the railway station and on the other intersects with the Napoleonic highway. “The first choice was to demolish one of the blocks and rebuild it on the street, to reinforce the urban front,” explains the architect Val. “As a second step we decided to raise the building on stilts in order to create transparencies and interrelations between the internal courtyard, the road and the adjoining square.” What Val calls the square is a large rectangular area between the lot of the school and Ponte della Priula’s principal monument, the Votive Temple devoted to the soldiers killed in the Battle of the Piave River. This parvis has always been used as a car park, but a second stage of the project envisages its transformation into a pedestrian square in visual continuity with the new building. A way of further reinforcing the urban role of the school, already strengthened today by the white L-shaped modernist façade, standing on columns of blue steel and scored by horizontal slits and rows of openings which are unified by the thick overhangs – resembling expressive “eyebrows” – that screen them from direct sunlight. The boundary between the town and the school is marked by a simple railing: this winds its way between the pillars and concedes a bit more space to passers-by, as if inviting them to feel part of this institution, which is in fact open to the public on some occasions. On the inside the portico extends into the courtyard, and at 594 ABITARE 89


A sinistra, un interno della scuola: l’uso del colore dona vivacità agli ambienti. Sotto, la pianta del primo piano. Pagina accanto, due vedute del portico al piano terreno, interrotto da micro-corti e lucernari-oblò. Left, an interior view. Below, the first-floor plan. Opposite page, two views of the portico on the ground floor, interrupted by microcourtyards and skylights.

«IL NUOVO EDIFICIO CREA TRASPARENZE E INTERRELAZIONI TRA LA CORTE, LA STRADA E LA PIAZZA ADIACENTE» «THE NEW BUILDING CREATES TRANSPARECIES AND INTERRELATIONS BETWEEN THE COURTYARD, THE ROAD AND THE ADJOINING SQUARE»

Project Scuola Don Milani Architects Studio Ricci & Val (Cecila Ricci, PierAntonio Val) Project team Nicole Cardin Enrico Marchesin Elisabetta Vivan (first phase) Emilio Antoniol Mirko Capuzzo Francesca Peltrera Fabio Ronchese (second phase) Structural engineer Gianni Breda Technical Systems Lamberto Borsoi Client Municipality of Susegana Contractor Brussi Costruzioni Year of completion 2019 Built area 3,467 sqm Budget € 3,150,000 Location Susegana (TV)

PLAN

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gradinata all’aperto, per culminare nel prato rialzato ricavato al posto di uno dei due corpi edilizi originari (l’altro è stato conservato, e contiene la palestra e la mensa). Da questa visuale un basso muro di mattoni, in dialogo con le cromie del Tempio, radica a terra il complesso, si trasforma verso la piazza in rampa per i disabili, e nella corte diventa gradinata (rivestita di legno riciclato WPC). Il sistema costruttivo del nuovo edificio – basato su setti murari per irrigidimento sismico, pilastri d’acciaio su tre piani e solai di calcestruzzo bidirezionali a piastra – garantisce una grande libertà in pianta e offre la possibilità di forare le solette. Gli architetti ne hanno approfittato per portare aria e luce all’interno del corpo edilizio attraverso delle micro-corti, e per “ritagliare” persino degli oblò sui pavimenti. «Effetti speciali pensati per sorprendere i bambini. Come anche gli inusuali rosa, azzurri e gialli che donano vivacità agli ambienti, e le luci Led utilizzate per sottolineare volumi e tagli architettonici». ○ the other end the courtyard turns into open terraces, culminating in the raised lawn that has taken the place of one of the two original blocks (the other has been preserved and houses the gym and canteen). From this viewpoint a low brick wall, in dialogue with the colours of the Temple, roots the complex to the ground, becoming a ramp to allow the disabled entry from the square and a flight of steps in the courtyard (paved with recycled WPC). The structural system of the new building – based on dividing walls to provide seismic reinforcement, steel pillars on three floors and bidirectional concrete floor slabs – allows great freedom in plan and makes it possible to perforate the slabs wherever needed. The architects have taken advantage of this to bring air and light into the block through micro-courts, and even to “cut” portholes in the floors. “Special effects to surprise the children. As do the unusual shades of pink, blue and yellow that enliven the rooms, and the LEDs utilized to underline architectural volumes and cuts.” ○ 594 ABITARE 91


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Design accattivante e funzioni intelligenti si combinano negli eleganti vasi bidet AquaClean di Geberit, che fanno di freschezza e comfort parole chiave della quotidianità. Declinati nei tre modelli Mera, Sela e Tuma, sono oggetti altamente flessibili, adatti per ogni contesto abitativo. Con la rivisitazione del modello Sela da parte del designer Christoph Behling, la capacità innovativa di Geberit offre nuove funzioni di benessere, come l’esclusiva tecnologia brevettata WhirlSpray che assicura a ciascuno piacevoli sensazioni su misura, grazie al getto d’acqua pulsante miscelato con aria dalla temperatura regolabile. Il silenzioso vortice per il risciacquo TurboFlush garantisce la massima efficienza nella pulizia del vaso e un programma automatico di decalcificazione assicura una protezione duratura delle ceramiche, mentre la funzione QuickRelease consente di rimuovere sedile e coperchio con un singolo movimento. E, a completare l’esperienza, i comandi a distanza dall’apposito pannello a parete o addirittura dal proprio smartphone tramite l’app dedicata. Attractive design and smart functions come together on Gerberit’s AquaClean shower toilets to bring a new freshness and comfort to the daily routine. Available in the three models Mera, Sela and Tuma, these highly flexible fittings are suitable for use in any home context. Through Christoph Behling’s redesign of the Sela model, Geberit shows off its capacity for innovation, with the introduction of new wellness functions. These include the low-noise TurboFlush, which ensures thorough cleaning of the bowl, and the exclusive, patented WhirlSpray technology, which provides users with a pleasant sense of cleanliness courtesy of its temperature-adjustable, pulsating jet of water mixed with air. The automatic limescale removal programme ensure a long life for the ceramic fittings, while the QuickRelease function allows the seat and lid to be removed with a single movement. To complete the experience, the system can conveniently be controlled remotely using the wall panel or even a dedicated app.

A destra, la versione a pavimento di Tuma: il sedile si può installare anche su ceramiche esistenti senza grandi interventi di ristrutturazione. Nelle altre immagini, il modello di Sela con il pannello a parete. Right, the floor version of Tuma: the seat can also be installed over existing tiles, to avoid the need for major renovation work. In the other photos, the Sela model, with wall panel.


i nterni

STAI BENE IN QUESTI SPAZI?

DO YOU FEEL GOOD IN THESE SPACES?

| Nel dare forma alla propria casa di vacanze in un piccolo paese del Salento, in Puglia, l’architetto LORENZO GRIFANTINI ha pensato in primo luogo al benessere ambientale. Per questo gli interni – affacciati su corti raccolte – hanno soffitti alti quattro metri, pareti molto spesse e altre soluzioni che favoriscono la ventilazione naturale / In shaping his holiday home in a small village in the Salento region of Puglia, the architect Lorenzo Grifantini first thought has been for environmental well-being. For this reason the interiors – facing onto secluded courtyards – have four-metre-high ceilings, very thick walls and other solutions that favour natural ventilation txt Alice Piciocchi photos Carlo Carossio

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Project La torre bianca Architect Lorenzo Grifantini Structural engineers and plants Alessandro Rizzo Francesco Liaci Interior design Lorenzo Grifantini Allegra Figus Client Private individual Location Gagliano del Capo (LE) GROUND-FLOOR PLAN

IL SISTEMA DI SPAZI ESTERNI DIALOGA CON LE ABITAZIONI LIMITROFE THE SYSTEM OF OUTDOOR SPACES INTERACTS WITH THE SURROUNDING HOMES

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È UN AMORE VISCERALE PER IL SALENTO quello che ha spinto l’architetto Lorenzo Grifantini – direttore dello studio londinese DOS Architects – e sua moglie, la stilista Allegra Figus, a cercare per anni in Puglia il terreno ideale su cui costruire la propria casa di vacanze. O, come preferiscono definire questo luogo, un “hub” dove riunire i loro affetti sparsi per il mondo. Sullo sfondo di Gagliano del Capo, un paese immerso nel Parco Naturale Regionale Costa Otranto-Santa Maria di Leuca, e a due passi dallo storico sentiero del Ciolo, è stata da poco completata La torre bianca, una composizione di volumi intonacati di bianco connessi da un sistema di spazi esterni, in perfetto dialogo con le vecchie case limitrofe. L’abitazione è concepita per ospitare diversi nuclei familiari indipendenti, e consiste di due distinti volumi separati dalla corte centrale con piscina. Un blocco contiene la zona living e la torre con le prime due camere da letto; IT WAS A VISCERAL LOVE OF THE SALENTO peninsula that prompted the architect Lorenzo Grifantini – director of the London-based firm DOS Architects – and his wife, the fashion designer Allegra Figus, to spend years looking for the ideal site in Puglia on which to build their holiday home. Or, as they prefer to describe the place, a “hub” in which to reunite their loved ones scattered around the world. Against the backdrop of Gagliano del Capo, a town located in the Costa Otranto-Santa Maria di Leuca Regional Nature Reserve and a few steps from the historic trail known as the Sentiero del Ciolo, they have just completed La torre bianca, a composition of whiteplastered volumes linked together by a set of outdoor spaces, in perfect dialogue with the neighbouring old houses. The building is designed to provide independent accommodation for several families and consists of two distinct volumes separated by the central courtyard with a swimming pool. One block contains the living area and the tower with the

La corte centrale con la piscina separa i due corpi indipendenti che costituiscono la casa. The central courtyard with swimming pool separates the two independent blocks that make up the home.

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l’altro racchiude tre ulteriori stanze, e solitamente rimane chiuso nei mesi invernali. «La sfida principale è stata trovare una configurazione che tenesse conto delle nostre esigenze di privacy, data anche la geometria frastagliata del lotto», spiega l’architetto Grifantini. «La soluzione a corte è risultata essere la più efficiente. Fissato il perimetro della corte centrale, vero cuore della casa, ho giocato con i volumi assecondando i confini e creando piccole corti accessorie negli spazi di risulta». Ogni elemento architettonico, così come ogni passaggio tra stanze e corti, è disegnato in relazione a qualcos’altro: la torre alta dodici metri è in asse con il campanile della chiesa di San Rocco; i muretti perimetrali hanno finestre concepite per godere la vista dei giardini adiacenti; gli ingressi sono allineati in modo da permettere di traguardare il verde retrostante; la cucina si serve di un grande tavolo da pranzo situato nella

first two bedrooms; the other houses three more rooms and is usually closed-up in the winter months. “The main challenge has been to find a configuration that would allow for our need for privacy, given the irregular geometry of the lot,” explains Grifantini. “The courtyard solution proved the most efficient. Once the perimeter of the central courtyard, the true heart of the house, had been fixed, I played around with the volumes, following the boundaries and creating small secondary courtyards in the leftover spaces.” Each element of the architecture, as well as each passage between rooms and courtyards, has been designed in relation to something else: the 12-metre-high tower is in line with the campanile of the church of San Rocco; the boundary walls have windows offering a view of the adjacent gardens; the entrances are aligned in such a way that the greenery at the rear is visible; the kitchen makes use of a large dining table located in the courtyard, under a bamboo per-

Il living e la cucina. L’arredamento è un mix della migliore tradizione artigiana del Salento e delle migliori industrie manifatturiere italiane. The living area and the kitchen. The furnishings combine the best craft traditions of the Salento region with the best in Italian manufacturing.

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IL TRATTAMENTO DELLE SUPERFICI E DEI RIVESTIMENTI RICERCA LA CONTINUITÀ TRA I VARI AMBIENTI THE WALLS AND OTHER SURFACES CREATE CONTINUITY BETWEEN THE DIFFERENT AREAS

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I PARALUMI DI GIUNCO SONO STATI REALIZZATI CON UNA TECNICA CENTENARIA DA MARIO, L’ULTIMO NASSARO DELLA ZONA THE RUSH LAMPSHADES WERE MADE USING A CENTURIESOLD WEAVING TECHNIQUE BY MARIO, THE LAST REMAINING PRACTITIONER OF THIS ANCIENT CRAFT

Nella torre trovano posto due camere da letto e i bagni corrispondenti. In alto, il cortile di servizio. Inside the tower are two bedrooms and their bathrooms. Top, the utility court.

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corte, sotto una pergola di bambù. Il trattamento delle superfici conferma la ricerca di continuità tra interni ed esterni. I pavimenti – delle stanze come delle corti – sono di pietra leccese tipica della zona (Pimar), con una porosità così elevata da assorbire la luce senza rifrangerla; i piani d’appoggio dei bagni e della cucina sono di microcemento bianco (maestranza Dominic Caputo). «Durante la costruzione gli operai mi chiedevano come mai avessi voluto soffitti così alti», ricorda Grifantini. La mia riposta era sempre la stessa: «Stai bene in questo spazio? Perché ciò cui tengo di più è proprio il benessere ambientale». I quattro metri d’altezza dei locali – così come le pareti spesse ben 45 centimetri, la presenza di doppie finestre scorrevoli e l’elevazione di tutta la casa un metro sopra il piano campagna – sono espedienti bioclimatici fondamentali per ridurre la dispersione termica e favorire la ventilazione naturale. ○

gola. The treatment of the surfaces provides confirmation of the quest for continuity between interiors and exteriors. The floors – of the rooms as well as the courtyards – are paved with the typical Lecce stone of the region (produced by Pimar), with such a high porosity that it is able to absorb light without refracting it; the tops in the bathrooms and kitchen are finished with white microtopping (applied by the artisan Dominic Caputo). “During the construction the workers asked me why on earth I wanted such high ceilings,” says Grifantini. “My answer was always the same: ‘Do you feel good in this space? Because what I care about most is environmental well-being’.” The four-metre height of the rooms – along with the 45-centimetre-thick walls, the presence of double sliding windows and the raising of the whole house a metre above ground level – are bioclimatic measures fundamental to reducing thermal dispersion and favouring natural ventilation. ○ 594 ABITARE 101


MOSCA, NATURA IN CITTÀ MOSCOW, NATURE IN THE CITY txt Umberto Zanetti

| Metropoli sempre più internazionale, la capitale russa sviluppa da un decennio un processo di rigenerazione che ha creato grandi parchi, piazze e boulevard rigogliosi. Oggi pienamente godibile, questo network di spazi verdi dimostra di aver migliorato in città microclima, sicurezza, commercio. E in generale la qualità della vita dei moscoviti / An increasingly international metropolis, the Russian capital has been implementing for a decade now a process of regeneration that has resulted in the creation of large parks, squares and lush boulevards. Up and running fully today, this network of open spaces has succeeded in boosting safety and commerce in the city and improving its microclimate. Along with the quality of life of Muscovites in general

IWAN BAAN

landscape

Zaryadye Park

Diller Scofidio + Renfro

2014-2017

Il ponte flottante sul fiume e, sullo sfondo la torre staliniana di Kotelnicheskaya. Nella pagina accanto, vista aerea complessiva dello Zaryadye Park. The bridge suspended over the river, with the Stalinist Kotelnicheskaya Tower in the background. Opposite page, a general aerial view of the Zaryadye Park.

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CON IL SUO “WILDSCAPE” CHE RIPRODUCE LUNGO LE RIVE DEL FIUME MOSCOVA le quattro zone climatiche e vegetali della Russia – taiga, steppa, tundra e pianure alluvionali – Zaryadye Park prende il nome dall’area accanto al Cremlino e alla Piazza Rossa dove sorgeva il quartiere ebraico e si sono poi succedute architetture simbolo dell’epoca sovietica (una torre staliniana e il mastodontico Hotel Rossiya, demolito nel 2007). Data la posizione e il potenziale immobiliare enorme, l’area è stata per anni oggetto di progetti residenziali di super lusso mai realizzati, finché a sorpresa il governo cittadino – guidato dall’architetto capo Sergey Kuznetsov – decide di realizzare qui un grande parco, inaugurato nel 2017 in occasione dei cento anni della Rivoluzione, e oggi pienamente rigoglioso. Per certi strani corWITH ITS “WILDSCAPE” REPRODUCING THE FOUR CLIMATIC AND VEGETATION ZONES OF RUSSIA – taiga, steppe, tundra and floodplain – along the banks of the Moskva River, Zaryadye Park takes its name from the area next to the Kremlin and Red Square in which the Jewish quarter used to be located and where buildings symbolic of the Soviet era once stood (a tower from Stalin’s time and the gigantic Rossiya Hotel, demolished in 2007). Given its position and enormous real-estate potential, the area was for years the focus of schemes of luxury residential development that were never realized, until the city government – under the guidance of its chief architect Sergey Kuznetsov – made the surprise announcement that it had decided to create a large park on the site. Opened in 2017 on the occasion of the hundredth anniversary of the Revolution, it is blooming today. Due to some strange twists of fate, the park was designed by an Ameri-


IWAN BAAN

594 ABITARE 103


La spiaggia urbana Olive Beach, lato di Gorky Park che affaccia sul fiume Moscova. Le superfici lignee dalle diverse angolazioni sono pensate per sdraiarsi e godere la visuale. The Olive Beach, an urban leisure area on the side of Gorky Park facing the Moscova river. The timber surfaces set at different angles are designed for people to lie on and enjoy the view.

Gorky Park

LDA-Meganom-Wowhaus 2011-2018

I GRANDI PARCHI DEGLI ANNI VENTI E TRENTA NASCONO DALLA COLLETTIVIZZAZIONE DELLE TENUTE DI CACCIA ZARISTE THE HUGE PARKS CREATED IN THE 1920S AND ‘30S COME FROM THE COLLECTIVIZATION OF THE TSARIST GARDENS AND HUNTING GROUNDS

si della storia il progetto si deve a uno studio americano, Diller & Scofidio + Renfro, risultato vincitore insieme ai paesaggisti Hargreaves Associates e al consorzio internazionale guidato dai russi di Citymakers. Elemento spettacolare e landmark di Zaryadye Park è il Floating Bridge, la passerella pedonale a V che si slancia per settanta metri sul fiume a quindici metri di altezza, offrendo un punto d’osservazione unico sullo skyline della città. Ampio oltre 14mila metri quadrati (e costato ben 480 milioni di dollari), il parco è un mix di natura e architettura definito da Charles Renfro come «uno spazio pubblico che resiste a qualsiasi tipo di categorizzazione: è allo stesso tempo parco, piazza urbana, spazio culturale e ricreativo». Ma Zaryadye Park è solo il più recente segnale di un cambio di mentalità da parte della capitale russa, concentrata dagli anni Novanta sulla propria immagine di metropoli del nuovo millennio. Infatti, dopo la lunga stagione di abbandono delle grandi aree verdi urbane nell’ultimo periodo dell’Unione Sovietica, dovuta alla scarsità di risorse, e il successivo disinteresse nei primi vent’anni della nuova Russia – più attratta dalla novità di centri commerciali e cinema multisala – dal 2011 l’amministrazione intraprende una serie di importanti interventi sugli spazi aperti, a partire dai parchi storici degli anni Venti e Trenta nati dalla collettivizzazione degli immensi giardini e tenute di caccia zaristi, che lo spirito rivoluzionario trasformò in “luoghi della Cultura e della Ricreazione” funzionali alla formazione dell’Uomo Nuovo sovietico. Il primo a rinascere è stato 104 ABITARE 594

can firm, Diller & Scofidio + Renfro, which won the competition together with the landscape architects Hargreaves Associates and the international consortium headed by the Russian company Citymakers. A spectacular element and landmark of Zaryadye Park is the Floating Bridge, the seventy-metre-long V-shaped footbridge that soars above the river at a height of fifteen metres, offering a unique point of observation of the city skyline. Covering over 14,000 square metres (and costing more than 480 million dollars), the park is a mix of nature and architecture described by Charles Renfro as “a public space that resists easy categorization. It is at once park, urban plaza, social space, cultural amenity, and recreational armature.” But Zaryadye Park is only the most recent sign of a change of mind-set on the part of the Russian capital, focused since the 1990s on its image as a metropolis of the new millennium. In fact, after the long period of neglect of large urban parks in the final years of the Soviet Union, due to a scarcity of resources, and a subsequent lack of interest in the first two decades of the new Russia – more attracted by the novelty of shopping malls and multiscreen cinemas – the administration since 2011 has carried out a series of major interventions in open spaces, commencing with the historic parks created in the 1920s and 1930s by the collectivization of the immense Tsarist gardens and hunting grounds that the revolutionary spirit turned into “places of Culture and Recreation” to meet the needs of the New Soviet Man. The first to rise from the ashes was Gorky Park, designed in 1928 by the architect Kon-


Krasnogvardesky Park

Wowhaus

2017

Il padiglione rosso del Krasnogvardesky Park, dedicato alla pratica dello yoga. Sotto, le pensiline frangisole dello stabilimento balneare sulla spiaggia del Levoberezhny Park.

The red pavilion in Krasnogvardesky Park, used as a centre for yoga. Below, the sun-shade canopy of the bathing establishment on the Levoberezhny Park beach.

Levoberezhny Park Kleinewelt Architekten

2016

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Venti archi luminosi segnano il viale d’ingresso del Sokolniki Park. In basso e a destra, due scorci della Urban Farm al Parco delle Esposizioni VDNKh. I nuovi padiglioni attorno al laghetto sono dedicati ai bambini, che qui sperimentano i cicli della natura e hanno a disposizione laboratori di ceramica e falegnameria. The avenue leading to Sokolniki Park has twenty illuminated arches along its length. Bottom and right, two views of the VDNKh Exhibition Park. The new pavilions around the lake are intended for children, who can learn about the cycles of nature and make use of the pottery and carpentry workshops.

Sokolniki Park Wowhaus 2012

Gorky Park disegnato nel 1928 dall’architetto Konstantin Melnikov, rivisitato dal concept dello studio londinese LDA (2011), seguito dal masterplan dei russi Meganom (2014-2016). Fino al 2018 il parco man mano si completa con il nuovo ingresso verso Leninsky Prospekt, il cinema all’aperto, la pista di pattinaggio, il laghetto Golitsynsky e la spiaggia Olive beach sul lungofiume, tutti a firma dello studio Wowhaus; mentre Rem Koolhaas qui recupera una caffetteria sovietica degli anni Settanta per creare Garage, il polo moscovita dell’arte contemporanea. L’ambizioso percorso verde prosegue sul lungofiume Krymskaya Naberezhnaya, da un lato verso l’isola Bolotnaya e la nuova Fondazione V-A-C di Renzo Piano, dall’altro verso l’Università statale di Mosca, creando un continuum urbano impareggiabile. Nuova vita anche per il parco Sokolniki (1931), grazie agli interventi di Wowhaus, Groundlab e Urbanica nel 2014, e per il Parco delle Esposizioni sovietiche VDNKh (1935-39), oggetto sempre nel 2014 di un piano di ristantin Melnikov and restructured on the basis of the concept of the London studio LDA (2011), followed by the master plan of the Russian practice Meganom (2014-16). The park underwent a gradual process of transformation up until 2018, with the creation of a new entrance on Leninsky Prospekt, an open-air cinema, a skating rink, Golitsynsky Pond and Olive Beach on the riverside, all designed by the Wowhaus studio; while Rem Koolhaas has reclaimed a Soviet cafeteria from the 1970s and used it to create Garage, the Muscovite centre for contemporary art. The ambitious green corridor continues along the embankment called Krymskaya Naberezhnaya, towards Balchug island and Renzo Piano’s new V-A-C Foundation on the one hand, and towards Moscow State University on the other, creating an incomparable urban continuum. New life for Sokolniki Park (1931) too, thanks to the interventions of Wowhaus, Groundlab and Urbanica in 2014, and for the VDNKh All-Russia Exhibition Centre (1935-39), also the subject in 2014 of a scheme of regeneration of the historic gardens, fountains and pavilions of the member 106 ABITARE 594


OGGI GIARDINI, FONTANE E EDIFICI STORICI DEL VDNKH SI FONDONO CON I NUOVI PADIGLIONI TEMATICI TODAY THE HISTORIC GARDENS, FOUNTAINS AND BUILDINGS OF THE VDNKH PARK MERGE WITH THE NEW THEMATIC PAVILIONS

Urban Farm – VDNKh Wowhaus 2015

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Tverskaya Ulitsa

West 8-Strelka KB-Plan B

2017

A sinistra, la Tverskaya: un viale oggi molto piacevole da percorrere, grazie alle nuove aree verdi e pedonali. È considerata gli Champs-Élysées di Mosca. Left, Tverskaya Street: an extremely pleasant boulevard with new pedestrian and green areas. It is considered as Moscow’s Champs-Élysées.

SERYY MARK

A destra, l’anfiteatro ricavato di fronte al Museo del Politecnico: ospita eventi e collega le due diverse quote dello spazio aperto. Pagina accanto, la nuova piazza Krasnye Vorota. Right, the amphitheatre created opposite the Polytechnic Museum is used for events and connects the two different levels of this outdoor area. Opposite page, the new Krasnye Vorota Square.

Museum Park

Wowhaus 2019

qualificazione di giardini, fontane e padiglioni storici delle repubbliche dell’URSS, e dell’integrazione dei nuovi Green Theatre e Urban Farm a firma Wowhaus. Dal 2015, in vista anche di Russia 2018 FIFA World Cup, il governo della città promuove un complesso piano di trasformazione e riqualificazione delle grandi arterie di circolazione, congestionate di traffico e inquinate. Così sotto la direzione di Strelka KB – branca della scuola d’architettura Strelka Institute che si occupa di meta-progettazione e gestione della rigenerazione urbana – prende l’avvio il programma Maya Ulitsa/My Street, che si propone di “reinventare la megalopoli post-sovietica in tre anni”. A partire da interviste e questionari a 45mila cittadini sulla 108 ABITARE 594

states of the USSR, and of the integration of the new Green Theatre and Urban Farm by Wowhaus. In 2015, partly in view of the Russia 2018 FIFA World Cup, the city government embarked on a complex plan of transformation and upgrading of Moscow’s congested and polluted major traffic arteries. Under the direction of Strelka KB – a branch of the Strelka Institute for Media, Architecture and Design that focuses on metaplanning and the management of urban regeneration – the Maya Ulitsa/My Street programme was launched, with the objective of “reinventing the post-Soviet megalopolis in three years”. On the basis of interviews and questionnaires asking 45,000 residents for their views on urban quality, six macro-areas of intervention were identified: the two Garden and Boulevard ring roads, prin-


NEL 2015 MOSCA HA VARATO UN COMPLESSO PIANO DI RIQUALIFICAZIONE DELLE GRANDI ARTERIE CONGESTIONATE DI TRAFFICO IN 2015 THE CITY GOVERNMENT EMBARKED ON A COMPLEX PLAN OF UPGRADING OF MOSCOW’S CONGESTED MAJOR TRAFFIC ARTERIES

Garden Ring, Krasnye Vorota

Michel Desvigne Paysagiste- Strelka KB

2017

qualità urbana, sono state individuate sei macro-aree di intervento – i due anelli dei Giardini e del Bulvar, arterie radiali principali come la Tverskaya e Novy Arbat, alcune piazze e vie storiche – coinvolgendo nel ridisegno urbano una ventina di studi internazionali tra cui West 8, Snøhetta, Topotek 1 e Michel Desvigne, insieme a realtà moscovite come Meganom, Wowhaus e Buromoscow e gli emergenti Plan B, Kosmos e Strelka Architects. In soli 3 anni – dal 2015 al 2017 – vengono rinnovati 200 siti, 92,8 chilometri di strade, ridotte le carreggiate delle automobili, piantati 12mila alberi, installati 7mila lampioni, tracciati chilometri di piste ciclabili. Un processo fondamentale per fare di Mosca una metropoli viva e “green”, di cui gli abitanti tornano a essere protagonisti. ○

cipal radial arteries like Tverskaya Boulevard and Novy Arbat Avenue and several historic squares and streets. Around twenty international studios were involved in the programme of urban redesign, including West 8, Snøhetta, Topotek 1 and Michel Desvigne, along with Muscovite practices like Meganom, Wowhaus and Buromoscow and the emerging Plan B, Kosmos and Strelka Architects. In just three years – from 2015 to 2017 – 200 sites and 92.8 kilometres of roads were renovated, with a reduction in the size of the carriageways, the planting of 12,000 trees, the installation of 7,000 street lamps and the layout of kilometres of cycle lanes. A fundamental process in the transformation of Moscow into a lively and “green” metropolis, whose inhabitants are once again able to play a leading role. ○ 594 ABITARE 109


COURTESY ARCHIVIO MARIO GALVAGNI

a rchitettura

MARIO GALVAGNI ARCHITETTO RADICALE RADICAL ARCHITECT

txt Emanuele Piccardo photos Fulvio Rosso

| Questo maestro italiano da poco scomparso ci lascia in eredità opere di grande forza espressiva, quasi tutte costruite nel Nord Italia. Ma soprattutto un metodo di progetto oggi più che mai attuale, intriso di umanità e di profondo rispetto per il territorio / This recently deceased Italian architect has left behind him works of great expressive force, constructed mainly in the North of Italy. But above all a method of design, steeped in humanity and a profound respect for the land, that is more relevant than ever today

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594 ABITARE 111


In questa pagina e in apertura di servizio, la Casa Sida Callegaro a Torre del Mare (Savona), realizzata da Galvagni nel 1958. Pagina accanto, la Casa Reale sempre a Torre del Mare, 1958-1960. This page and opening page, Casa Sida Callegaro at Torre del Mare (Savona), designed by Galvagni in 1958. Opposite page, the Casa Reale, also at Torre del Mare, 1958-1960.

MARIO GALVAGNI (1928-2020), MILANESE DI NASCITA, SI ERA LAUREATO AL POLITECNICO NEL 1953, dopo gli studi alla Scuola del Libro dell’Umanitaria – la Bauhaus italiana – e all’Accademia di Brera, dove si diplomò in pittura. Sempre a Milano lavorò con grandi nomi come Gio Ponti, Luigi Figini e Gino Pollini, ma molto presto la sua forte identità lo aveva reso autonomo rispetto ai maestri. Oltre che di architettura e pittura si interessava di fisica, tanto che nel 1981 diventò Socio ricercatore della Società Italiana di Fisica. Forse proprio per questa sua eccentricità e tensione sperimentale Galvagni subì l’ostracismo del cenacolo di Casabella, al tempo tra le riviste d’architettura più influenti. Il suo lavoro fu più apprezzato all’estero, dove lo pubblicarono The Architectural Review e L’architecture d’aujourd’hui, mentre il museo Lacma di Los Angeles lo incluse nel 1967 nella collettiva 10 Italian Architects curata da Esther McCoy, dove presentò il suo progetto di mega-struttura Continuous City Ink Drawing, un centro civico per la città di Bellagio (Como). In Italia solo la storica dell’arte Lara Vinca Masini e tardivamente Bruno Zevi si sono interessati all’opera di Galvagni e al suo curioso modo di concepire l’architettura, ben sintetizzato in ciò che lui ha definito Ecologia della forma: “Una libera invenzione del pensiero dell’uomo, una concezione interattiva, una disciplina sedimentata nella storia che le comunità hanno sempre applicato a livello anche inconscio, ma che è insita in ogni località territoriale ed è sempre esistita. È paragonabile a una sorta di codice genetico di tutte le risorse utilizzate in modo interattivo dall’uomo per costruire il proprio ambiente di vita: da quelle materiali a quelle espressive comportamentali, da quelle tecniche e costruttive a quelle dell’arte”. Per Galvagni l’Ecologia della forma si attua attraverso le cosiddette “matrici formali”, ovvero gli elementi

che le comunità locali hanno individuato nel luogo in cui abitano, e che utilizzano per la costruzione del territorio. Sarà compito dell’architetto rielaborarle in un

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OLTRE CHE DI ARCHITETTURA E PITTURA, GALVAGNI SI INTERESSAVA DI FISICA AS WELL AS IN ARCHITECTURE AND PAINTING, GALVAGNI SHOWED AN INTEREST IN PHYSICS

MARIO GALVAGNI (1928-2020) WAS BORN IN MILAN AND GRADUATED FROM THE POLYTECHNIC IN 1953, after studying at the “Scuola del Libro” of the Humanitarian Society – the Italian Bauhaus – and the Accademia di Brera, where he took a diploma in painting. In Milan he worked with some big names like Gio Ponti, Luigi Figini and Gino Pollini, but his strong sense of identity soon took him in a direction of his own. As well as in architecture and painting, he showed an interest in physics, becoming a research fellow of the Società Italiana di Fisica in 1981. This eccentricity and bent for the experimental may have been the reasons why Galvagni was ostracized by the coterie of Casabella, one of the most influential architectural magazines of the day. His work was better received abroad, where it was published in The Architectural Review and L’architecture d’aujourd’hui, while the Los Angeles County Museum of Art (LACMA) included him in the joint exhibition 10 Italian Architects curated by Esther McCoy in 1967, where he presented his design for a megastructure, Continuous City Ink Drawing, a civic centre for the city of Bellagio (Como). In Italy only the art historian Lara Vinca Masini and belatedly Bruno Zevi showed an interest in Galvagni’s work and his curious vision of architecture, aptly summed up in what he defined as Ecology of the Form: “A free invention of human thought, an interactive conception, a discipline laid down in history that communities have always applied, even at an unconscious level, but that is intrinsic to every region and has always existed. It can be compared to a sort of genetic code of all the resources utilized interactively by humanity to construct its living environment: from material ones to expressive and behavioural ones, from technical and structural ones to those of art.” For Galvagni the Ecology of Form could be realized through what he called “formal matrices”, in other words the elements that local communities have identified in the place in which they live, and

that they utilize for the construction of the territory. It was the job of the architect to rework them into a new language

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EMANUELE PICCARDO

IL TEMA TIPICAMENTE ANNI SE T TANTA DELL A CASA PER VACANZE È CENTR ALE NELLE SUE OPERE , COS TRUITE UNICAMENTE IN ITALIA THE THEME OF THE HOLIDAY HOME PLAYED A CENTRAL ROLE IN HIS ARCHITECTURE, WHICH CONSISTED SOLELY OF BUILDINGS CONSTRUCTED IN ITALY

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Casa Beretta a Torre del Mare (Savona), del 1956, dove i setti in facciata evocano i terrazzamenti liguri. Nella pagina accanto, stessa committenza per la Casa Beretta di Brusson (Aosta), 1967-1975. Casa Beretta at Torre del Mare (Savona), 1956, whose façade structure calls to mind Ligurian terracing. Opposite page, Casa Beretta in Brusson (Aosta), 1967-1975, was for the same clients.

linguaggio nuovo, attraverso lo scambio di informazioni e ponendosi in ascolto della natura e dell’uomo (famose le sue interviste ai contadini liguri per scoprirne gli usi e le abitudini). Questa teoria l’architetto la applica già nel 1954 – appena ventiseienne – quando insieme al suo primo committente Pierino Tizzoni dà forma (e persino nome) alla località turistica Torre del Mare in Liguria. Il tema tipicamente anni Settanta della casa per vacanze è centrale nelle sue architetture costruite unicamente in Italia – tra Liguria, Lombardia e Valle d’Aosta – sempre strettamente connesse al contesto da cui traggono la forma: i terrazzamenti coltivati dai contadini, la sezione delle montagne, la luce morbida del Mediterraneo e quella tagliente delle Alpi. All’interno di questi presupposti progettuali si collocano le sue opere più significative come Casa Sida Callegaro e Casa Beretta a Torre del Mare e l’altra casa per la famiglia Beretta a Brusson (Aosta). Tuttavia la sua ricerca riguarda anche le strutture a guscio e la ricerca sulla civiltà contadina della Val Pora (entroterra di Savona) che applicherà agli edifici. La forte carica espressiva di Galvagni – paragonabile a quella di altri due maestri italiani “radicali”: Leonardo Ricci e Vittoriano Viganò – è confrontabile con l’architettura del Mid-Century americano, per il rapporto con il sito in cui si inseriscono, nell’uso di ampie superfici vetrate e per l’articolazione delle forme. Dal 2012 il Comune di Bergeggi (Savona) – grazie alla collaborazione con l’architetto Marco Ciarlo e il fotografo Fulvio Rosso – ha istituito il Parco architettonico di Torre del Mare, proprio per valorizzare questa figura cruciale eppure ancora poco nota al grande pubblico. ○

through the exchange of information and by hearkening to nature and people (his interviews with the country folk of Liguria to find out about their customs and habits are famous). The architect was already applying this theory in 1954 – at the age of just twenty-six – when together with his first client Pierino Tizzoni he gave shape (and even name) to the Torre del Mare seaside hamlet in Liguria. The theme of the holiday home, typical of the 1970s, played a central role in his architecture, which consisted solely of buildings constructed in Italy – between Liguria, Lombardia and the Aosta Valley – and always closely connected to the context from which they derived their form: the terraced hillsides of the farms, the profile of the mountains, the soft light of the Mediterranean and the harsh one of the Alps. It is within these design parameters that his most significant works fall, buildings like Casa Sida Callegaro and Casa Beretta at Torre del Mare and the other house for the Beretta family at Brusson (Aosta). However, he also carried out research into shell structures and the rural culture of the Pora Valley (hinterland of Savona), which he then applied to buildings. The highly expressive character of Galvagni’s work – comparable to that of two other Italian “Radical” architects, Leonardo Ricci and Vittoriano Viganò – is reminiscent of American Mid-century architecture, owing to the relationship with the site on which it is located, the use of ample expanses of glass and the articulation of the forms. In 2012 the municipality of Bergeggi (Savona) – in collaboration with the architect Marco Ciarlo and the photographer Fulvio Rosso – set up the Architectural Park of Torre del Mare, with the aim of drawing attention to this figure of crucial importance and yet still little known to the general public. ○ 594 ABITARE 115


PANORAMA

GIOCO DI INCASTRI

INTERLOCKING PUZZLE

Tra i fiordi norvegesi Jensen & Skodvin Architects progetta una villa di vacanze che si piega al volere della natura Amongst the Norwegian fjords, Jensen & Skodvin Architects has designed a holiday home that submits to the will of nature

Q

UESTA RESIDENZA ESTIVA progettata da Jensen & Skodvin Architects a Storfjord prende forma dalla lettura topografica del sito, la scogliera boscosa di uno dei fiordi più spettacolari della Norvegia occidentale. E vi si mimetizza grazie al suo volume frastagliato, rivestito di scandole di legno. Al livello inferiore sono disposti gli ambienti conviviali, articolati attorno a piccole corti affacciate sull’insenatura. Hanno ampie vetrate che inondano gli spazi di luce naturale, e superfici di cemento a vista e legno di pino. Il primo piano è dedicato alle camere da letto, unità indipendenti che si sviluppano tra gli alberi, collegate da ponti. Il tetto è un’unica vasta terrazza a prato. Nessun albero è stato abbattuto, nessuna roccia è stata fatta saltare per far posto alla casa. La struttura a palafitte di legno lamellare è incernierata al suolo tramite le fondazioni d’acciaio, un sistema flessibile che asseconda la conformazione del terreno e rispetta la presenza di numerose radici d’albero. Ogni elemento è disegnato in situ per non intaccare la natura, che soprintende la scenografia.

txt Clelia Bonardi

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LA VILLA È UN OMAGGIO ALL’ORGANICISMO WRIGHTIANO THE VILLA IS AN HOMAGE TO WRIGHTIAN ORGANICISM

T

HIS SUMMER RESIDENCE designed by Jensen & Skodvin Architects in Storfjord takes its form from a topographical analysis of the site, the wooded cliff of one of the most spectacular fjords in Western Norway. And it blends into the cliff thanks to its irregular volume, clad in wooden shingles. On the lower level are set the common rooms, laid out around courtyards facing onto the inlet. They have large expanses of glass that flood the spaces with light, and surfaces of raw concrete and pinewood. The first floor is devoted to bedrooms, independent units scattered amongst the trees and connected by bridges. The roof is a large terrace planted with grass. Not a single tree has been felled, not a single rock blasted to make room for the house. The structure built on piles of laminated timber is hinged to the ground by steel foundations, a system that follows the configuration of the site and respects the presence of tree roots. Each element has been designed in place so as not to encroach on nature.

Il tetto è una grande terrazza ritagliata tra gli alberi. Sopra, la scala affacciata sul paesaggio. A destra, il soggiorno. Pagina accanto, l’edificio e la sua relazione con la natura. The roof is a large terrace created among the trees. Above, the staircase facing onto the landscape. Right, the living-room. Opposite page, the building and how it relates to its natural surroundings.

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SPICCHI DI CIELO / SLICES OF SKY Ripara dal sole ma può anche compattare le lame della copertura per lasciare spazio alla luce naturale. La nuova pergola bioclimatica di Pratic assicura benessere unendo design e tecnologia It keeps the sun out but can also be compacted into sections to let daylight in. Pratic’s new bio-climatic pergola ensures wellbeing while offering the best in design and technology Strutture per l’outdoor tecnologiche, sostenibili e integrate con il contesto. Sono le pergole bioclimatiche di Pratic, il marchio italiano conosciuto a livello internazionale per la sua open air culture. Ai già noti modelli Opera e Vision si aggiunge la nuova Brera, disponibile in tre varianti per rispondere anche alle esigenze più complesse, con lame compattabili che possono arretrare inquadrando scorci di cielo. Sintesi di design, tecnologia e benessere, queste protezioni solari si distinguono per le lame frangisole orientabili fino a 140 gradi, che permettono di ottenere condizioni ideali, e soprattutto naturali, di ventilazione e luce. In versione autoportante o addossata a parete, inclinata o allineata con l’orizzonte, la struttura di alluminio è personalizzabile in 38 colori certificati Qualicoat Seaside resistenti all’usura del tempo e può essere integrata con automazioni, accessori e complementi come le vetrate della serie Glass – per proteggere gli spazi outdoor da pioggia, vento e freddo – le tende verticali Raso e l’illuminazione Led integrabile nelle lame della copertura.

Hi-tech outdoor structures that are sustainable and blend well into their surroundings. These are the bio-climatic pergolas made by Pratic, the Italian brand known at an international level for its open air culture. The well-established Opera and Vision models are now joined by the new Brera, available in three versions to respond to even the most complex of needs, with blades that can be compacted and re-positioned to create a window to the sky. Blending design, technology and well-being, these sun protection systems are characterised by sunshade blades that adjust through 140 degrees, creating ideal (and completely natural) conditions of light and ventilation. Available in a self-supporting or lean-to version, at an angle to or in line with the horizon, the aluminium structure comes in 38 wear-resistant, Qualicoat Seaside-certified colours, and can be fitted with automatic mechanisms, accessories and complements, such as glazed panels in the Glass series (to keep out the cold, wind and rain), Raso vertical drop awnings and perimeter LED lighting in the roof section.


Pratic f.lli Orioli spa | via A. Tonutti 80-90 – 33034 Fagagna – Udine | +39 0432 638311 | pratic@pratic.it | www.pratic.it


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lifestyle

KITCHEN STRESS TEST txt Silvia Botti photos Marco Varoli

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| L’emergenza sanitaria che ha costretto tutti in casa ha riportato la cucina al centro della nostra vita. E settimane di attività domestica ai fornelli sono uno straordinario banco di prova per capire cosa funziona e cosa no nelle tendenze del settore. Ci aiuta a fare il punto lo chef Giuseppe Iannotti / The health emergency which has obliged us all to stay at home has brought the kitchen back to the centre of our lives. And weeks bent over a hot stove are an extraordinarily effective way of finding out what works and what doesn’t among the tendencies in the sector. The chef Giuseppe Iannotti helps us take stock

SOLO DUE ANNI FA IL GUARDIAN PUBBLICAVA UN PEZZO DAL TITOLO FORTE: “Vivresti in una casa senza cucina? Potrebbe capitarti”. Arwa Mahdawi, corrispondente da New York del quotidiano inglese, raccontava dell’ultima grande tendenza dell’abitare, la fine della cucina domestica. A stimolare certe domande era stata anche una ricerca promossa nel 2018 da UBS Investment Bank dove si ipotizzava che il food-delivery via web sarebbe stato un mega-trend capace di crescere anche di dieci volte nel successivo decennio. Queste le conclusioni cui erano giunti i ricercatori: “Pensiamo sia possibile che entro il 2030 la maggior parte dei pasti oggi cucinati in casa verranno invece ordinati online e distribuiti da ristoranti e cucine centralizzate”. Provati da settimane di vita casalinga forzata nell’emergenza coronavirus e segnati dalla preoccupazione del ripetersi di simili situazioni, oggi sarebbe difficile per chiunque nel mondo occidentale considerare questa la tendenza dominante. La preparazione del cibo è tornata a essere il cuore pulsante della nostra vita, il motore di ogni attività permessa oltre che la sola giustificazione ammessa per uscire di casa. E allora, semmai, chiediamoci quali delle tendenze evolutive della cucina sopravvivranno allo stress test del coronavirus. Lo facciamo con l’aiuto di Giuseppe Iannotti, giovane chef stellato e spirito libero dell’alta cucina, che nel suo ristorante Krèsios a Telese Terme in provincia di Benevento non smette mai di sperimentare. Bada al sodo, Iannotti, e subito ci spiega che la cucina deve essere prima di tutto un luogo accogliente e funzionale: «In genere anche nella mia professione le cucine vengono disegnate senza il contributo di qualcuno che effettivamente ci lavora. I miei banchi hanno altezza 122 ABITARE 594

JUSTTWOYEARSAGOTHEGUARDIANCARRIEDANARTICLE WITH A SHOCKING HEADLINE: “Would you live in a house without a kitchen? You might have to”. Arwa Mahdawi, New York correspondent of the British paper, described the latest major trend in the way we live, the end of the home kitchen. Some questions had already been raised by a research report published by UBS Investment Bank in 2018 which suggested that food delivery over the Web would be a mega-trend, with a potential for tenfold growth over the coming decade. These are the conclusions reached by the researchers: “We think it’s possible that by 2030 most meals now cooked at home will instead be ordered online and delivered from restaurants or central kitchens.” Exhausted by weeks of confinement to the home under the coronavirus emergency and weighed down by worry about the repetition of such situations, it would be difficult today for anyone in the Western world to see this as the dominant tendency. The preparation of food has again become the heartbeat of our lives, the driving force behind every permitted activity as well the sole justification for us to leave our homes. And so, if anything, we should be asking ourselves which of the trends in the evolution of the kitchen will survive the stress test of the coronavirus. We are going to do this with the aid of Giuseppe Iannotti, young Michelinstarred chef and free spirit of haute cuisine, who in his Krèsios restaurant at Telese Terme in the province of Benevento never stops experimenting. Iannotti gets straight to the point and explains to us that the kitchen has first of all to be a comfortable and functional place: “Even my profession kitchens are generally designed without any input from the people who actually work in them. My counters are at a height of 102 centimetres. Normally they are 90/95. That’s no good. That way you’re never


La brigata del ristorante Krèsios al lavoro. Nella pagina accanto lo chef Giuseppe Iannotti e l’edificio che ospita il ristorante a Telese Terme (Benevento). The staff of the Krèsios restaurant at work. Opposite page, chef Giuseppe Iannotti and the building that houses the restaurant at Telese Terme (Benevento).

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Lo chef Iannotti in cucina insieme ai suoi collaboratori. I banchi di lavoro sono alti 102 cm per evitare di piegare la schiena inutilmente. Chef Iannotti in the kitchen with his assistants. The worktops are 102 cm high to avoid them having to bend their backs unnecessarily.

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«DE VE ESSERE UNO SPA ZIO ACCOGLIENTE E FUNZIONALE, DISEGNATO CON IL CONTRIBUTO DI QUALCUNO CHE EFFE T TIVAMENTE CI L AVOR A» “IT HAS TO BE A COMFORTABLE AND FUNCTIONAL PLACE, DESIGNED WITH THE INPUTS FROM THE PEOPLE WHO WORK IN IT”

102 centimetri. Normalmente sono 90/95. Non va bene. Così non si blocca mai la cintola e si piega la schiena. Noi dobbiamo lavorare con le braccia, che stanno in alto». Da professionista, nota particolari incongruenti anche nelle cucine domestiche che sono posti dove si fatica a lavorare, secondo lui. «A cosa servono quattro fuochi che è impossibile usare insieme? Tenetene due e liberate spazio». Sul frigorifero poi è categorico: «Tutti quei ripiani non servono. Ne bastano tre». Ma veniamo alle tendenze.

going to keep your waist trim and your back is always bent. We have to work with our arms, which are high up.” As a professional cook, he notices incongruities in home kitchens too, places that are hard to work in, in his view. “What are you going to do with four burners that it’s impossible to use all at once? Keep two of them and free up space.” When it comes to the refrigerator he is categorical: “There’s no need for all those shelves. Three are enough.” But let’s look at the tendencies.

LA CUCINA GREEN, SANA E SOSTENIBILE. Ecco una tendenza che alla prova più dura si è rivelata forte ed efficace. Escluso per ovvie ragioni uno dei cardini della spesa green – farne poca e spesso – per tutti gli altri l’emergenza è stata un bel motore: il cibo locale ha avuto maggior diffusione, le buone abitudini nella gestione dei rifiuti si sono consolidate, gli orti casalinghi (anche in vaso) si sono diffusi, molti hanno imparato a pianificare per evitare gli scarti e anche a riutilizzare gli avanzi. I ristoratori hanno invece dovuto chiudere in molti Paesi del mondo e anche per loro è arrivato il momento di riflettere sulla sostenibilità. Le attività, alla ripresa, dovranno fare letteralmente i conti e – come sottolinea Giuseppe Iannotti – «dimenticarsi i costi inutili». Per esempio? «La cottura a bassa temperatura, che ormai è una moda. Viene usata per qualunque cosa. E invece la devi usare solo per quello che serve. La lunga cottura consuma moltissimo. Dodici ore a 63 gradi: quanta energia ci vuole? E non è certamente plastic free, con tutti quei sacchetti per il sottovuoto».

GREEN, HEALTHY AND SUSTAINABLE COOKING. This is a tendency that has stood up well to the toughest of tests. With the exclusion for obvious reasons of one of the cornerstones of environmentally friendly shopping – buy little and often – the emergency has given all the others a boost: locally sourced food has improved its distribution, good habits in the handling of rubbish have been reinforced, home-grown vegetables (including in pots) have become more common and many people have learned to plan in order to avoid waste and even to make use of leftovers. Restaurateurs on the other hand have had to close their doors in many countries around the world and for them too the time has come to think about sustainability. The activity, on its resumption, will literally have to do the sums and – as Giuseppe Iannotti stresses – “forget about unnecessary costs.” For example? “Low-temperature cooking, which is now a fad. It’s used for all sorts of things. Instead it should only be used where it’s needed. Cooking things for a long time consumes a lot of power. Twelve hours at 63 degrees: how much energy does that take? And it’s certainly not plastic free, with all those vacuum pouches.”

LA CUCINA TECNOLOGICA, FACILE E CONNESSA. Prigionieri nelle proprie case, tutti hanno sperimentato il vantaggio della tecnologia: dal web e dalle app per fare la spesa e per ogni suggerimento e tutorial su ricette, tecniche, modi e tempi di cottura a ogni genere di elettrodomestico, piccolo o grande, per risolvere problemi e fare grande parte del lavoro. Così l’idea contemporanea di una cucina pensata come una complessa infrastruttura di servizio super accessoriata, facile da usare, gestibile anche a distanza, esce vincente dalla prova del coronavirus. È un’esigenza che si sente anche a livello professionale. Come spiega Giuseppe Iannotti: «Lavorare senza dettagli tecnici, scientifici e tecnologici non va bene». E infatti, accanto al ristorante Krèsios, lo chef ha aperto lo spazio Iannotti Lab, un laboratorio di scienze e tecnologie enogastronomiche dove si fa ricerca e sviluppo: «Uno chef non può creare un nuovo piatto nella routine. I miei studi di ingegneria mi impongono standard lavorativi diversi. La tecnologia – il distillatore, il disidratatore… – è nel laboratorio. Qui creiamo i nostri piatti e facciamo le prove. Con Pere Castells, uno dei padri della cucina molecolare dal punto di vista scientifico, abbiamo deciso di costruire protocolli di ricerca. Alla fine del percorso può

THE TECHNOLOGICAL, LABOUR-SAVING AND WIRED KITCHEN. Prisoners in our own homes, we have all experienced the advantages of technology: from the Web and apps for online shopping and for all sorts of tips and tutorials on recipes and cooking techniques, methods and times to every kind of electrical appliance, big or small, to solve problems and do much of the work. Thus the contemporary idea of a kitchen conceived as a complex and fully equipped infrastructure, easy to use and controllable even from a distance, has passed the test of the coronavirus with flying colours. It’s a need that is felt at the professional level too. As Giuseppe Iannotti explains: “It’s no good working without technical, scientific and technological aids.” And alongside his Krèsios restaurant, in fact, the chef has opened a pace called Iannotti Lab, an experimental laboratory of food-and-wine sciences and technologies where he carries out research and development: “A chef cannot create a new dish as a matter of routine. My engineering studies impose different working standards on me. The technology – the distiller, the dehydrator... – is in the laboratory. That’s where we create our dishes and carry out trials. With Pere Castells, one of the fathers of molecular cuisine from the scientific viewpoint, we decided to draw up 594 ABITARE 125


L A CUCINA PENSATA COME INFR AS TRU T T UR A DI SERVIZIO SUPER ACCES SORIATA , FACILE DA USARE , GES TIBILE ANCHE A DIS TANZ A ESCE VINCENTE DALL A PROVA DEL CORONAVIRUS A KITCHEN CONCEIVED AS A COMPLEX AND FULLY EQUIPPED INFRASTRUCTURE, EASY TO USE AND CONTROLLABLE EVEN FROM A DISTANCE HAS PASSED THE TEST OF THE CORONAVIRUS WITH YING COLOURS

uscirne un piatto nuovo oppure no, ma capiamo meglio una funzione e facciamo esperienza».

research protocols. At the end of the process a new dish may or may not come out of it, but we have understood a function better and gained experience.”

HOME MADE, SANO E GENUINO. Dopo oltre 15 anni di Masterchef, ci siamo tutti un po’ illusi di poter diventare chef professionisti anche tra le mura di casa. Qualcuno ha osato aprire persino un proprio locale, altri si sono dedicati all’altra grande tendenza del momento, l’home restaurant. Ovvero l’offerta di una cucina tradizionale e genuina per amanti dei piatti semplici fatti come una volta. Ma è proprio così? «Fatto in casa non è necessariamente meglio», spiega Iannotti. «Un ragù non può raffreddare a temperatura ambiente, nemmeno un brodo. Una crema pasticcera lasciata all’aria è una coltura batterica. Ci vuole l’abbattitore, l’unico strumento al di fuori del frigo che noi non spegniamo mai. Si corre in abbattitore per la sterilizzazione del cibo. Una preparazione deve raffreddarsi in venti minuti. A casa, si dovrebbe almeno usare il ghiaccio». Ecco, magari gli standard igienici che abbiamo adottato in queste settimane difficili possiamo trasferirli anche alla preparazione dei nostri pasti.

HOMEMADE, HEALTHY AND NATURAL. After over 15 years of MasterChef, all of us labour somewhat under the illusion that we can become professional chefs even in our own homes. Some have even dared to open a place of their own, while others have gone along with the other great trend of the moment, the home restaurant. In other words the offer of traditional and genuine cooking for lovers of simple dishes made the way they used to be. But is that really the case? “Homemade is not necessarily better,” says Iannotti. “A ragù can’t be left to cool at room temperature, nor even a broth. A custard left exposed to the air is a culture of bacteria. You need a blast chiller, the only appliance apart from the fridge that we never turn off. You rely on the blast chiller to sterilize food. A preparation should be cooled in twenty minutes. At home, you ought at least to use ice.” Well, maybe we can apply the standards of hygiene that we have adopted in these difficult weeks to the preparation of our meals as well.

LOCALI DI TENDENZA, MULTIOFFERTA E AFFOLLATI. Prima di tornare a frequentare bar e ristoranti ci vorrà del tempo. E saremo noi per primi a evitare di bere un cocktail al bancone per poi raggiungere il nostro tavolino facendoci faticosamente strada tra file compatte di avventori. Ma dobbiamo essere positivi e seguitare a immaginarci un futuro di relativa normalità. Giuseppe Iannotti è stato il primo a introdurre il Dining bond: paghi ora e mangi quando riapriremo. Ma ci tiene a precisare: «È solo un modo per mantenere i rapporti con la clientela. Infatti il nostro non è offerto a un prezzo speciale, dura due anni e si può usare in qualsiasi momento. È più una priority card». Sul dopo è piuttosto sereno. «Al Krèsios in 150 metri quadrati abbiamo quindici coperti distribuiti su sette tavoli da 180 centimetri di diametro. La mia brigata è composta da otto ragazzi su due cucine da 35 metri quadrati ciascuna». E aggiunge: «Il tavolo da 60x60 non avrà più senso. Stipare decine di persone in cinquanta metri quadrati sarà impossibile. L’imprenditoria di settore dovrà fare molta più attenzione agli spazi tecnici che ai posti a sedere. Dovrà preoccuparsi di celle, magazzini, bagni, fuochi…». Basta fare un giro nel ristorante di Iannotti per capire la differenza. In cucina le piastrelle sono foto-catalitiche, per non assorbire il grasso. Tutti i mobili non hanno gambe, sono appoggiati su uno zoccolo in muratura per non creare ricettacoli di sporcizia. L’alimentazione è rigorosamente elettrica. Non c’è il gas, nemmeno per l’acqua calda. È tutto a induzione perché è facile pulire e garantire l’igiene. Tutte cose cui ora dovremo fare tutti molta più attenzione. ○

TRENDY, MULTI-CUISINE AND CROWDED EATERIES. It’s going to take some time before we start going to bars and restaurants again. And we’ll be the first to avoid drinking a cocktail at the counter only to make our way with difficulty to our table between packed rows of customers. But we have to be positive and go on imagining a future of relative normality. Giuseppe Iannotti has been the first to introduce the dining bond in Italy: pay now and eat when we reopen. But he wishes to make it clear: “It’s just a way of maintaining relations with our customers. In fact ours is not offered at a special price. It lasts two years and can be used at any moment. It’s more of a priority card.” He is fairly unperturbed about what will come after. “At Krèsios we have fifteen places at seven tables with a diameter of 180 centimetres in a dining hall of 150 square metres. I have a staff of eight working in two kitchens of 35 square metres each.” And he adds: “The 60x60 cm table will no longer make sense. Cramming dozens of people into fifty square metres will be impossible. The restaurant business is going to have to pay much more attention to service spaces than to places at table. It’s going to have to think about larders, storerooms, bathrooms, ranges...” All you need to do is take a look around Iannotti’s restaurant to see the difference. The tiles in the kitchen are photocatalytic and do not absorb grease. None of the furniture has legs, each piece is set on a solid base so as not to create traps for dirt. The power supply is strictly electric. There is no gas, not even for heating water. All the cooking is done on induction ranges because it’s easy to clean them and ensure hygienic conditions. All things to which we are all going to have to pay much more attention from now on. ○

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La cucina di Giuseppe Iannotti è creativa e sorprende con giochi gastronomici e tecniche all’avanguardia. Giuseppe Iannotti’s cooking is creative and surprises with its gastronomic tricks and cuttingedge techniques.

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DOIMO CUCINE, Globetrotting Abbinamenti, materiali e finiture sono personalizzati. La cucina nella foto si compone di tre blocchi: elemento a colonna (di Synchroface), a parete con piano cottura, a isola con blocco lavello, unito al precedente da un piano snack. Le basi, di noce scalfito, arrivano a terra con effetto monoblocco.

All the combinations, materials and finishes are personalised. The pictured kitchen is made up of three blocks: a tall element (in Synchroface), with the hob against the wall and the sink in the island unit, the two areas being connected by a snack bar. The base units, in scratched walnut, produce a monobloc effect. www.doimocucine.com

RASSICURANTI ANTICIPAZIONI

REASSURING PREVIEWS txt Mia Pizzi

| Rimandata di un anno EuroCucina, la grande fiera di settore, le aziende vanno oltre e non rinunciano a proporre le loro molte novità. Prosegue la ricerca sulla componibilità delle cucine per una personalizzazione ormai a livelli sartoriali, come quella sulle finiture, con materiali sofisticati e sostenibili. Immancabile l’apporto della tecnologia con una nuova classe di elettrodomestici sempre più intelligenti e facili da usare / With the big kitchen sector fair EuroCucina postponed until next year, firms are getting on with things and coming up with lots of new ideas. Studies continue to be made into creating modular kitchens that can be tailored ever more precisely to need, and into the finishes for the sophisticated and sustainable materials being used. Technology is playing a crucial role in a new generation of much smarter, easier-to-use appliances 128 ABITARE 594


d es i g n

SIGNATURE KITCHEN SUITE, Vino Cantina Performance professionali grazie a zone climatiche separate regolabili per temperatura e umidità, ripiani di legno di faggio per eliminare odori e tutto ciò che può danneggiare il vino. Bussando due volte sul vetro si attiva l’illuminazione interna, per vedere senza aprire la porta della cantina. A professional level of performance is guaranteed by the separate zones with adjustable temperature and humidity, and beechwood shelves to remove smells and anything that could spoil the wine. By knocking twice on the glass door the internal light comes on, without needing to open the door of the appliance. www.signaturekitchensuite.it

POLIFORM, Shape Cura dei dettagli e dei particolari tecnico-costruttivi per questo modello adattabile anche a spazi ridotti. La maniglia integrata può essere centrale o con verso, i piani di lavoro hanno invaso rastremato, il sistema Infinity crea canali attrezzati sospesi. Nelle tall units l’anta è esaltata dalla verticalità della modanatura rastremata (HighShape). Attention to detail and technical construction in this model which can also be adapted for use in more confined spaces. The incorporated handle can be positioned centrally or on either side, the worktops have a tapered recess, and the Infinity system creates wall-mounted equipped channels. On the tall units the front is highlighted by the vertical design of the tapered moulding (HighShape). www.poliform.it

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LUBE, Oltre Design Collection Un’accurata selezione di finiture in abbinamenti ricercati crea interessanti scenografie. Cinque le combinazioni disponibili, che vedono diversi tipi di rovere – grigio, antracite o mielato invecchiato, madera termocotto – abbinati a texture intense effetto bronzo brunito, acciaio nero, ossidato rame spazzolato, ossidato o liquido. A careful selection of finishes in sophisticated compositions produces a series of interesting visual effects. Available in five combinations featuring different types of oak – grey, anthracite or old-effect honeyed, thermo-treated Madeira – combined with intense textures in a range of effects: burnished bronze, black steel, and brushed oxidised or liquid copper. www.cucinelube.it

MODULNOVA, Frame Blade, design Carlo Presotto e Andrea Bassanello Scompaiono le tradizionali colonne di contenimento, sostituite dalle grandi ante terra-soffitto, prive di zoccoli e maniglie. L’anta, alveolare di alluminio rivestito di legno, è ammorbidita dalla cornice che ne sottolinea il profilo. The traditional tall storage units are replaced by large floor-to-ceiling doors with no plinths or handles. The door, in honeycomb aluminium clad in wood, is softened by the surround that emphasises the profile. www.modulnova.it

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SCAVOLINI, DeLinea, design Vuesse La novità è l’effetto pietra. Numerose le possibilità compositive date dalle basi da 80 cm con zoccolo da 7 cm, dagli elementi a giorno e dalle mensole di acciaio, ottone (nella foto) o bronzo che permettono la personalizzazione del progetto. L’apertura delle ante, senza maniglia, è data dal profilo di alluminio incassato con taglio a 40° che ne facilita la presa. A design featuring a new stone effect. Numerous compositions are possible using the 80-cm base units with 7-cm plinth, the open elements and the steel, brass (pictured) or bronze shelves that personalise the design. The fronts are opened, without a handle, by the recessed aluminium trim set at a 40° angle to make it easier to grip. www.scavolini.com

FABER, Soft Edge Linee geometriche, angoli smussati, superficie morbida al tatto, interfaccia intuitiva: la cappa è sintesi di funzionalità e semplicità estetica. A configurazione verticale, è rivestita di Fenix – antigraffio, anti-impronta e idrorepellente – nero, grigio o bianco. Disponibile nelle versioni filtrante o aspirante. Geometric lines, rounded corners, a surface that is soft to the touch, an intuitive interface: this hood beautifully combines functional efficiency and aesthetic simplicity. It is organised vertically, and clad in black, white or grey Fenix, a scratchproof, fingermark-resistant and water-repellent material. It comes in both a filter and an extraction version. www.faberspa.com

ZAMPIERI CUCINE, Y2020, design Sciuto & Centro Design La collezione si arricchisce di elementi coordinati (pareti attrezzate, librerie, tavoli e vetrine) per arredare il living. Nuovi schemi danno vita a differenti composizioni. Nella foto, Y2020 ha basi e vani giorno di MetalSatin ottone, mentre i pensili sono di rovere termico vintage. The collection is enhanced with matching elements (equipped walls, bookcases, tables and glass cabinets) to furnish the living area. New arrangements give rise to different compositions. In the photo, Y2020 has base units and open compartments in MetalSatin brass, while the wall units are vintage thermally treated oak. www.zampiericucine.com

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ELMAR, @home, design C+S Architects Lo spazio è disegnato con le capienti colonne e l’isola di lavoro. Le ante a scomparsa, quando aperte, rivelano elettrodomestici e contenitori, mentre le librerie di legno sottolineano l’estetica lineare, la cui geometria diventa decorazione. La sostenibilità investe processo produttivo e materiali, riciclabili per la quasi totalità. The kitchen features the use of spacious tall units and a work island. The pocket doors open to reveal the appliances and storage areas, while the bookcases emphasise the linear look, its geometry becoming a decorative element. Sustainability is a key feature of the production process and of materials, which are nearly all recyclable. www.elmarcucine.com

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1 CRISTINA RUBINETTERIE, KT521 Leva frontale / Front lever. www.cristinarubinetterie.com

5 ZAZZERI, DA-DA A parete, con comando a croce / Wall-mounted with cross-shaped control. www.zazzeri.it

2 GUGLIELMI, SmartTap Apertura/chiusura dello scarico integrata / Open/close mechanism for the integrated drain unit. www.guglielmi.com

6 FIR ITALIA, KitchenSteel Doccetta estraibile a tre getti / Three-jet pull-out handshower. www.fir-italia.it

3 FANTINI, Icona Deco, design Vincent Van Duysen Doccetta estraibile separata / Separate pull-out handshower. www.fantini.it

7 HANSGROHE, Aquno Select M8 Getti laminare e piatto SatinFlow, doccetta estraibile / SatinFlow laminar and flat jets, pull-out handshower. www.hansgrohe.it

4 GROHE, Zeda SmartControl Comando a pressione / Pressure control. www.grohe.it

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VERY SIMPLE KITCHEN Riccardo Raldi, fondatore e designer di questa nuova realtĂ emiliana, ha trasformato in moduli il banco di lavoro industriale, coinvolgendo gli artigiani del territorio e utilizzando il taglio al laser e la piegatura della carpenteria meccanica. Le saldature sono minime, i profili uniti da bulloni, la verniciatura a polvere, la palette colori illimitata. Riccardo Raldi, the founder and designer of this new concern in the Emilia region, has transformed the industrial work bench into modules, drawing on the skills of local artisans and borrowing laser-cutting and bending techniques from the mechanical carpentry sector. Welding is reduced to a minimum, the profiles are bolted together and a powder coating is applied in an endless choice of colours. www.verysimplekitchen.com

PROTEK+DESIGN, BigFoot Il sistema di arredo brevettato a scomparsa è inserito in un leggero controtelaio di alluminio, integrabile nel muro in fase di progettazione o semplicemente fissabile a parete. Ampia la gamma di colori e attrezzature, dal tavolo all’angolo stiro. This patented hideaway furnishing system is set inside a lightweight aluminium sub-frame, which can be incorporated into the wall at the design stage or simply attached to it. Available in a wide range of colours and additional extras, including a table and a corner for ironing. www.protek-design.it

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FANTIN, Frame Specializzata in arredi di metallo, l’azienda ha progettato, con la direzione artistica di Salvatore Indriolo, questo programma tailor made che comprende cupboard di diverse dimensioni, tavoli e una workstation componibile o completa di lavello, piano a induzione e forno di Barazza. Due moduli abbinati misurano 128 cm di larghezza, 46 le tonalità cromatiche. This firm, which specialises in metal furnishings, has designed this tailor-made programme (with artistic direction from Salvatore Indriolo) that includes cupboards of different sizes, tables and a sectional workstation, or one complete with sink, induction hob and the oven by Barazza. Two combined modules measure 128 cm in width. Available in 46 colours. www.fantin.com

SANWACOMPANY, Diverse Life with Compact, design Kicco Bestetti L’azienda giapponese sviluppa eleganti soluzioni compatte, di volume minimo, con elementi mixabili e mobili. Questo secondo progetto di Bestetti è un sistema multifunzionale modulare capace di transitare con naturalezza dall’area cucina allo studio o al living. This Japanese company develops elegant compact solutions that take up very little space and can be transformed thanks to various mixable, mobile elements. This second design by Bestetti is a multifunctional modular system that works equally well in the kitchen, study or living area. www.sanwacompany.co.jp

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LAGO, 36e8 Marble XGlass, design Daniele Lago Il piano dell’isola di Calacatta Gold – effetto marmo – convive con il top Wildwood, rovere antico con venature tridimensionali. Il supporto di vetro chiaro crea un effetto di leggerezza. La cucina è modulabile anche in composizioni a isola, a parete, lineari o ad angolo. The texture of the island Calacatta Gold – with marble effect – is combined with top in Wildwood, an ancient oak with a threedimensional grain. The clear glass support creates a sense of lightness. The kitchen can also be organised as island, wall, linear or corner compositions. www.lago.it

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1 ALESSI, Plissè, design Michele De Lucchi Bollitore elettrico da un litro / One-litre electric kettle. www.alessi.it 2 SODASTREAM, One Touch Gasatore nella versione elettrica / Electric carbonation device. www.sodastream.it

3 TESCOMA 909120 Bistecchiera elettrica regolabile / Adjustable electric steak grill. www.tescoma.com 4 SMEG, TSF01 Tostapane con espulsione automatica / Pop-up toaster. www.smeg.it 5 BUGATTI, Jacqueline, design Innocenzo Rifino e Lorenzo Ruggieri Bollitore elettrico con modalitĂ smart / Electric kettle with smart setting. www.casabugatti.it 6 KITCHEN AID, K400 Frullatore, ricette preimpostate e pulizia automatica / Blender, pre-set recipes, self-cleaning. www.kitchenaid.it

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DADA, VVD, design Vincent Van Duysen Evidente il contrasto tra l’esilità dei terminali e dei fianchi e lo spessore dei piani di lavoro. Priva di maniglie – la gola come elemento progettuale – è attrezzata con vassoi estraibili, cassetti a giorno e carrelli integrabili nei sotto piano. Il telaio portante di alluminio consente composizioni sospese. The contrast between the slimline end pieces and sides and the thickness of the worktops is clear. There are no handles – the grooved fingergrip is a design feature in its own right – and it has pull-out trays, open drawers and trolleys that fit underneath the worktop. The aluminium support structure can be used to create wall-mounted compositions. www.moltenigroup.com

CESAR, Intarsio, design Garcia Cumini Il sistema a parete The 50’s, di voluta memoria, è attrezzabile con elettrodomestici e vani contenitori e convive con il bancone Williamsburg, in un gioco di contrasti materici e cromatici (sette le essenze; nella foto, il rovere mediterraneo). Due le maniglie, di profilo minimo o geometrico. The intentionally nostalgic The 50’s wall system can contain sections for appliances and storage and is combined with the Williamsburg counter, in an interplay of contrasting materials and colours (seven types of wood; in the photo, Mediterranean oak). The two handles have a minimal or geometric design. www.cesar.it

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ERICK SAILLET

BOFFI, Xila La riedizione del sistema componibile del 1972 di Luigi Massoni – il primo a proporre l’impugnatura senza maniglia – nel progetto di uno chalet nella Savoia francese, realizzato da Boffi Studio Lyon con lo studio di architettura Rémi Giffon. Le basi hanno ante di Durinox, acciaio di particolare resistenza, la cui struttura omogenea conferisce un’estetica vellutata. A new edition of the sectional system designed in 1972 by Luigi Massoni – the first to feature a grip rather than an actual handle – has been used for the design of a chalet in France’s Savoie region, created by Boffi Studio Lyon with the Rémi Giffon architecture practice. The base units have squared-off fronts made of Durinox, a particularly sturdy kind of steel, whose homogeneous structure gives it a velvety look. www.boffi.it

FHIABA, Abbattitori multifunzione Trasferiti dalla cucina professionale al domestico, lavorano con temperature che vanno da -40° a 70 °C, permettendo non solo di abbattere, ma anche di surgelare, cuocere a bassa temperatura, lievitare impasti, preparare gelati, cristallizzare il cioccolato. Undici le funzioni di utilizzo, tra loro combinabili. Transposed from the professional kitchen to the home, the blast chillers operate at temperatures of between -40° and +70 °C, so can be used not only to rapidly chill, but also to freeze food or cook at a low temperature, leaven dough, prepare gelato and crystallise chocolate. They offer a total of eleven combinable work functions. www.fhiaba.com

ERNESTOMEDA, K-Lab, design Giuseppe Bavuso La memoria va al banco di lavoro industriale, attualizzato dall’equilibrio tra elementi tradizionali, soluzioni tecniche innovative e l’ampia scelta di finiture. A legni, marmi e pietre si aggiungono il brevettato Metallix – che potenzia le prestazioni delle superfici metalliche con particolari gradazioni cromatiche – il Flat Matt e l’esclusiva laccatura opaca Zero Gloss. Memory goes to the industrial workbench, brought up to date with a balanced selection of traditional elements, innovative technical solutions and a wide range of finishes. In addition to wood, marble and stone, the model uses the patented Metallix, which improves the performance of the metal surfaces with particular colour grading, Flat Matt and the exclusive Zero Gloss matt lacquer finish. www.ernestomeda.com

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FALMEC, Sintesi In 88 cm di larghezza, ora in versione total black, combina aspirazione e piano a induzione. La cornice di acciaio inox AISI 304 ospita l’apparato filtrante dotato di flap che si aprono automaticamente. Quattro le zone con nove livelli di cottura e funzione High Power Boost, tecnologia Flex Surface (per garantire uniformità e versatilità di cottura), massima silenziosità, classe energetica A++. In a width of 88 cm, this hood, now in a total black version, combines fume extraction with an induction hob. The AISI 304 stainless steel surround houses the filter device, fitted with flaps that open automatically. There are four zones with nine cooking levels and High Power Boost function, Flex Surface technology (for uniform, versatile cooking) and whisper-quiet operation. Energy rating Class A++. www.falmec.it

SUBZERO, PRO 36 Da incasso o freestanding, è totalmente di acciaio, anche all’interno. Professionale, a una porta, con un cassetto frigo e uno freezer, ha due compressori indipendenti e triplo evaporatore per impostare temperature differenziate. Il purificatore (studiato dalla Nasa) filtra odori e virus, rinfrescando l’aria interna ogni 20 minuti. Built-in or freestanding, it is made entirely of steel, including on the inside. Professional, one-door, with fridge drawer and a freezer, it is equipped with two independent compressors and a triple evaporator to set different temperatures. The purifier (developed by Nasa) filters out smells and viruses, refreshing the air inside every 20 minutes. www.frigo2000.net

ELICA, Open Suite, design Fabrizio Crisà La struttura componibile è accessoriata con cappa, luce e un sistema di ripiani. Dalle configurazioni di base (parete o isola cm 80 o 160) è possibile creare una versione personale con ripiani di vetro, metallo e legno. L’altezza è regolabile, i comandi sono frontali o vocali (Alexa, Google Home o app dedicata). The sectional structure is accessorised with a hood, light and shelving system. Starting from the basic configurations (wall or island, 80 or 160 cm), it is possible to create a personal version with glass, metal and wood shelves. It is height adjustable, and has front controls or voice commands (Alexa, Google Home or dedicated app). www.elica.com

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SAMSUNG, Infinite Line È l’unico forno contemporaneamente tradizionale e a vapore. La doppia ventola, l’elemento separatore e la tecnologia Dual Cook permettono di ottenere due forni autonomi. Linee pulite, finitura grafite Grey opaca, guide telescopiche e cotture perfette grazie alla funzione Easy Chef. Controllo a distanza con l’app SmartThings. The only oven that is able to cook simultaneously in the traditional way and with the use of steam. But the dual fan, the partition element and Dual Cook technology effectively turn the appliance into two independent ovens. Clean lines, a matt Grey graphite finish, telescopic runners and perfect cooking thanks to the Easy Chef function. Remote control on the SmartThings app. www.samsung.com

TRUE DESIGN EXTRAORDINARY, Wing Kitchen, design Parisotto+Formenton Mantenendo la stessa estetica, il tavolo Wing si trasforma in isola per la cucina. Un lato è attrezzato con piano cottura con aspirazione integrata, lavello, forno ed elementi storage; l’altro è utilizzabile come piano per il pranzo. The Wing table has been turned into a kitchen island, without changing its look. One side is organised with hob and built-in fume extraction system, sink oven and storage elements, while the other side can be used as a dining surface. www.truedesign.it

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FABITA, Cucinotta, Adriano Design Da sempre alla ricerca dell’innovazione, lo studio torinese propone un elemento più che compatto, tutelato da brevetto di forma. Risolta in meno di mezzo metro quadrato, collocabile ovunque, la minicucina, rivela la sua autosufficienza con piano a induzione, cappa e cassetto. Always on the lookout for new, innovative ideas, this Turin-based studio offers an ultra-compact element, covered by a patent. This mini-kitchen, which takes up just less than half a square metre of space and can be positioned anywhere, is completely self-sufficient, with its own induction hob, hood and drawer. www.fabita.it

WHIRLPOOL, W Collection Frutto dell’impegno di oltre 200 designer sparsi nei Global Consumer Design Centers internazionali, comprende elettrodomestici free standing o da incasso – forni, cassetti sottovuoto, microonde, piani cottura a induzione, cappe e frigoriferi – intuitivi, connessi, caratterizzati da un sobrio design nero e acciaio e dalla tecnologia 6° Senso. Created with the collaboration of over 200 designers in the company’s international Global Consumer Design Centers, a complete collection of free-standing or built-in ovens, sous-vide drawers, microwaves, induction hobs, hoods and refrigerators. Intuitive, connected, characterised by a simple black and steel design and equipped with Sixth Sense technology. www.whirlpool.it

KITCHENAID, Black Collection La collezione comprende tre modelli di forno – multifunzione, a vapore e microonde – una macchina per il sottovuoto e un cassetto scaldavivande. Di colore nero acciaio opaco, con tecnologia Printshield che protegge da macchie e impronte, questi elettrodomestici sono dotati delle più innovative funzioni. The collection comprises three models of oven – multifunction, steam and microwave – a sous-vide machine and a food warmer. In matt black steel, with Printshield technology to protect against stains and fingermarks, these appliances come with the very latest functions. www.kitchenaid.it

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ARCLINEA, Lignum et Lapis + Italia (design Antonio Citterio) + Pocket Il concept permette di mixare diverse collezioni. L’isola monolitica di marmo bianco di Carrara opaco di spessore variabile ospita da un lato il piano operativo, dall’altro la zona pranzo. La parete attrezzata è chiusa dalle ante a scomparsa New Pocket di legno Fossil Oak. Nuovi i pensili (h. 96 cm) con vetro Stopsol e cornice di alluminio anodizzato nero. The concept make it possible to mix different collections. The monolithic island, in matt white Carrara marble of varying thickness, contains the work area and the dining area on the other. The equipped wall is closed off by New Pocket doors in Fossil Oak. The fronts of the new 96cm-high wall units are made of Stopsol glass with surrounds in black anodised aluminium. www.arclinea.it

ABIMIS, Ego Esempio di capacità sartoriale, Ego assolve le esigenze di ergonomia e di funzionalità in un appartamento a Essen, progettato da Edgar Fuchs. Interessante la sagomatura curva della penisola con elementi di cottura professionali (di Prisma), cassetti e scaldavivande. Le colonne di acciaio AISI 304 accompagnano il perimetro in un gioco di differenti altezze. An example of the ability to tailor to individual needs, Ego provides all requirements of ergonomic efficiency in an apartment in Essen by Edgar Fuchs. It features a curved peninsula unit with professional cooking elements (by Prisma), drawers and food warmer. The tall units in AISI 304 are installed around the perimeter in a sequence of different heights. www.abimis.com

LA CASA MODERNA, Tratto Alle spalle dell’isola nella finitura laccata grigio opaco, le colonne rivestite di boiserie (di materico effetto legno) assecondano gli spazi abitativi più problematici grazie a progetti custom made. Nella foto, una delle tante soluzioni della collezione Sistematica. Behind the island with its matt grey lacquered finish, the tall units with panelling (with textured wood effect) are designed as custom-made solutions for problematic interior spaces. In the photo, one of the many solutions in the Sistematica collection. www.lacasamoderna.com

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IKEA, Kungsbacka La nuova anta è frutto della politica green che il brand svedese pratica da anni. Kungsbacka è infatti realizzata con legno riciclato e rivestita di lamina plastica ottenuta da bottiglie in Pet: con 25 pezzi da mezzo litro si ottiene un frontale di 40x80 cm. Un progetto di economia circolare sviluppato con l’azienda trevigiana 3B. The new front is the result of the green policy the Swedish brand has followed for years. Kungsbacka is in fact made of recycled wood coated with a plastic film made of PET bottles: 25 half-litre bottles yield a front panel measuring 40x80 cm. An example of the circular economy at work, developed with the Treviso-based company 3B. www.ikea.com

EUROMOBIL, Lain L’innovazione riguarda l’uso di nuovi materiali, applicati a una delle collezioni più note del brand. Si tratta del melaminico termostrutturato TSS e del brevettato Respet, innovativa pellicola ottenuta dal Pet riciclato, che determina una superficie resistente e inalterata anche nel colore. Innovation is seen in the use of new materials, applied to one of the brand’s best-known collections. This is thermo-structured melamine TSS and the patented Respet, an innovative film made from recycled PET, which produces a tough surface and does not change its colour. www.euromobil.com

BORA, X Pure Il piano cottura a induzione, compatto, con aspirazione integrata del vapore, è controllato con riscontri visivi e acustici e slider verticale touch. Ottimizzati lo spazio per cucinare (le zone anteriori e posteriori di cottura possono essere unite), quello dei cassetti sottostanti e la funzione di mantenimento del calore. Cm 83 x 51,5. The compact induction hob with integrated steam extraction is controlled visually, acoustically and by means of a touch-sensitive vertical slider. Various areas have been optimised: the cooking space (the front and back burners can be combined), the heat maintenance function and the drawer space below. 83x51.5 cm. www.frigo2000.net

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FRANKE, Mythos Nella versione a incasso a filo o a semifilo, la collezione di quattro lavelli si distingue per l’elegante minimalismo: bordo sottile di 6 mm, superficie continua, troppopieno perimetrale, copriscarico a disco piatto. Vaschette e gocciolatoi ne completano la funzione. Cm 34/45/50/70x40. IF Design Award 2020. In both the fully and the semi built-in version, this collection of four sinks is strikingly minimal in design. It features an edge just 6 mm thick, a continuous surface, a perimeter overflow and a drain cover in the form of a flat disk. Also with trays and draining board. Cm 34/45/50/70x40. IF Design Award 2020. www.franke.it

GRUNDIG, GEBS 46000BHP Attraverso l’applicazione brevettata HomeWiz si possono gestire gli elettrodomestici con controllo vocale o remoto, monitorando i consumi, selezionando programmi e ricette. Il forno multifunzione (foto) integra la piattaforma digitale Innit, focalizzata sulla cottura, con un data base di oltre 10mila video ricette. With the patented HomeWiz application appliances can be controlled by voice or remotely, to monitor consumption and select programmes and recipes. The multi-functional oven (pictured) incorporates the Innit digital platform, focusing on cooking, with a database of over 10,000 video recipes. www.grundig.com/it

ARAN CUCINE, Erika Più che un restyling, un ampliamento di potenzialità, con l’aggiunta di nuove soluzioni modulari – oltre 41 le finiture – che trasformano questo best seller in un sistema di arredo. Le librerie di legno chiaro, alternate a elementi chiusi, facilitano l’integrazione con il living. Il piano scorrevole Move-it snack, utilizzabile come tavolo, è inseribile a filo nell’isola. Not so much a restyling exercise, as an expansion of potential, with the addition of new modular solutions – in over 41 finishes – that transform this best seller into a furnishing system. The light wood bookcases, alternating with closed elements, facilitate the integration into the living area. The sliding Move-it Snack top, which can be used as a table, inserts flush with the island unit. www.arancucine.it

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NEW SUBURB “AL JADDAF” BEING CONSTRUCTED

DUBAI

photo Rory Gardiner

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Floor: Vero Walls: Magnifica, Crogiolo Lume Furnishings: Grande Marble Look Calacatta Vena Vecchia, Grande Stone Look Granito Black

85 Years of Human Design Da ottantacinque anni progettiamo ceramiche in cui tecnica e innovazione sono al servizio delle persone. PerchĂŠ il vero design nasce sempre attorno alle emozioni di chi lo vive marazzi.it


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