Iter Magazine (Concept)

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iter

Londra

IL MONDO DI RENZO PIANO

Bruxelles New York

benigni e dante al parlamento europeo

Donatella Versace per h&M

anno 0 - n.0 - novembre 2011 - bimestrale

p.i. spa - sped. in a.p. - d.l. 353/03 art. 1, comma 1, dcb verona.



ITEREDITORIALE

ITER n.0 : Novembre 2011

Editoriale

un secolo e mezzo fa nasceva l’Italia. epursattamente Oltre che delinearsi i confini dello Stivale, si definivano quelli di un popolo che se molto vario, ha dato i natali a grandi personalità, regalandoci una storia di

cultura, arte e innovazioni davvero unica. In concomitanza con l’anniversario, dunque, vogliamo celebrare il Bel Paese dedicandogli questo magazine, omaggiando una terra ricca di bellezze e tradizioni. Attraverso i nostri articoli, le nostre rubriche ed interviste percorreremo assieme un lungo viaggio nell’Italia di oggi, nel suo folclore e innova2ioni, curiosità ed eventi. Un viaggio attraverso tutto ciò che rende il "made in Italy", garanzia di sicurezza ed eccellenza nel mondo, beneficiando della poliedricità di una nazione che si dimostra costantemente al passo coi tempi, mantenendo però salde le radici in una tradizione millenaria che ha ottenuto l’eccellenza lavorando sull’esperienza. Quale titolo allora poteva essere più appropriato, per un viaggio tanto geografico, quanto culturale, se non "Iter", un termine latino che indica sia il viaggio, inteso come spostamento territoriale, sia il percorso, inteso in senso concettuale? Numero per numero cercheremo di intrattenervi, di informarvi e di appassionarvi, con una veste grafica nuova, moderna e raffinata, che vestirà elegantemente le pagine di una rivista disegnata su misura per voi, nostri affezionati clienti. Buona lettura da tutta la redazione di ITER.

Luca Cagliani Caporedattore iter


Indice

itermoda

Il successo di Milena Canonero L’ABITO FA IL MONACO 04 Versace per H&M L’ALCHIMIA TRA LUSSO E “LOW COST”

itercultura

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Attualità e cultura BENIGNI E DANTE IN EUROPA 12 150 anni dell’Unit d’Italia IL DESIGN ITALIANO E IL TRICOLORE

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ITERSPECIALE: Renzo Piano PROGETTARE IL MONDO 20 RUBRICA: Eventi e mostre COSE DA FARE 28

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ITERindice

ITER n.0 : Novembre 2011

itercucina

Italian Cuisine World Summit MADE IN ITALY ENJOYED IN HONG KONG 32 Arte contemporanea nelle terre del Chianti ARTE E VINO 38 Intervista allo chef Alessandro Borghese COOK AND ROCK 42 Alimentazione biologica AMORE PER IL BIO 48 RUBRICA: Antichi sapori RICETTE DELLA TRADIZIONE 52

itermovimento

L’idrogeno decolla dall'Italia RAPID 200-FC 56 Tecnologia e sicurezza BRAIVE, L'AUTO DEL FUTURO

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Il successo di Milena Canonero

L'abito fa il monaco M

ilena Canonero, celebre costumista italiana, è nata nel 1946 nella prima capitale Torino, evidente segno di buon auspicio, visti i numerosi traguardi raggiunti nel corso della sua vita professionale. Studia arte e storia della moda a Genova, subito dopo si trasferisce in Inghilterra e come designer ha l’opportunità di incontrare molti registi; ma fatale resta l’incontro con Stanley Kubrick con il quale collaborerà in svariate occasioni. È Kubrick ad affidarle il primo incarico di costumista per “Arancia Meccanica” e in seguito

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per film “Barry Lyndon” con bastoncino? Come banalmenil quale si aggiudica il primo te si pensa, la costumista Oscar. In una delle sue inter- non ha usato questi ultimi viste Milena spiega come per rimandarci a un’immanacque la creazione dei ve- gine translata di Charlot, mastiti per “Arancia Meccani- essendo questo un film molto inglese, ca”, abiti grotla bombetta, teschi ed esaselemento di coperati,nati dalTRE VOLTE stume very brila lettura del roPREMIO OSCAR tish e simbolo manzo di AnPER I MIGLIORI dell'istituzione thony Burgess britannica, poe dalle visioni COSTUMI sata sul capo del di Kubrick lecattivo della gate agli aspetti della nostra società, vista gang acquistava un gusto siin modo decisamente grot- nistro e lugubre, dissacrantesco. Come dimenticare il do la rispettabilità inglese e crudele e sadico Malcolm incutendo terrore. McDowell con bombetta e Per il film “Barry Lyndon”,


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Immagine tratta dal film “Marie Antoniette”.

invece, la Canonero si è ispirata alla pittura, palesando il proprio gusto per i tableaux-vivants, guardando a pittori minori del settecento: a Thomas Gainsborough e Joshua Reynolds per l’atmosfera inglese, a pittori tedeschi come Menzel per le scene a lume di candela. Ne nascono costumi di una ricchezza straordinaria e per la prima volta viene allestito un laboratorio per i costumi di un film in Gran Bretagna. Nel 1981, la Canonero ha vinto il suo secondo Oscar e un BAFTA Award per i suoi costumi del duramente acclamato “Momenti di

gloria”: Il guardaroba disegnato, composto da bianchi da tennis, maglioni Oxford e flanelle su misura, ha scatenato una tendenza verso tale tradizionale “preppie” del tipo di abbigliamento nel mondo della moda. Canonero stessa era anche incaricata di creare la sua linea basata su costumi del film, e ha vinto il premio prestigioso del settore della moda Coty. Ha conseguito a questo successo uno altrettanto stimolante: il candidato all’Oscar del 1984 di “Out of Africa”, i suoi costumi contribuirono a lanciare un safari-chic di tendenza,

Milena Canonero mentre riceve il premio Oscar.

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Immagine tratta dal film “Out of Africa”.

con un leggero tessuto kaki, forme rilassate e anche accessori come il cappello di Panama in voga a metà degli anni 1980. Gli anni successivi consacrarono definitivamente Milena che prese parte ad una gran quantità di pellicole da NOVEMBRE 2011

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“Dick Tracy” come costumista a “Fortune Tango nudo” come produttrice, ma il suo più recente successo è sicuramente nella chiave pop di una coloratissima, morbida, smaltata “Marie Antoinette” diretta da Sofia Coppola nel 2006. Qui la costumista si è

mossa in direzione opposta ai tableaux-vivants e ci ha regalato una moderna contemporaneità del personaggio della capricciosa austriaca conquistando qui la sua terza statuetta.



Donatella versace per h&M

L'alchimia

tra Lusso e ' Low Cost''

S

ognate da tempo un vestito a stampa tropicale firmato Versace? Vorreste rubare a Lady Gaga il suo look più recente, ultima testimonianza della passione sconfinata che le celebrities nutrono per questa griffe? I vostri desideri fanno a pugni con un budget risicato? No problem; il 17 novembre verrà lanciata in Italia e all’estero la speciale collezione disegnata dalla talentuosa Donatella Versace per H&M. La collaborazione è forse soprattutto la conferma della felice intuizione avuta da H&M anni fa: e cioè che è NOVEMBRE 2011

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genio. Versace per H&M non è solo un grande evento commerciale, anche se da pochi giorni la collezione è stata lanciata in 300 punti vendita sparsi per il mondo ed è facile intuire quanto lunghe siano state le UN prime code fuori e dentro i "COMPENDIO" DELLO negozi. E non sarà neppure solo un evento mediatico. STILE Anche se l’innaugurazione VERSACE a New York con la sfilata PER H&M della collezione disegnata da Donatella Versace attile e quello del "fast fashion", rerà cantanti, top model, definizione che per altro a attrici e star. Margareta van den Bosch, Nella suggestiva location oggi creative advisor di scelta dal direttore creativo H&M, non è mai andata a della maison (un molo sulpossibile avvicinare, pur se soltanto per una stagione, un attimo fuggente nel mondo della moda, due universi apparentemente lontani, quello del lusso sartoria-


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Donatella Versace e Margaretha Van den Bosch. NOVEMBRE 2011

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Alcuni capi H&M della collezione 2011.

le rive dell’Hudson River) ci pagnato H&M in un viaggio sarà tutta la Manhattan che straordinario, che culmiconta, da Uma Thurman a nerà nell’evento sul Hudson Blake Lively, da Jessica Alba River. La stilista ha estratto a Linda Evangelista, He- per noi l’essenza del marchio lena Christensen, Terry Ri- Versace, che prenderà vita in chardson, Souna sfilata maphia Coppola, gica e indimenNON È UN tutti per vedeticabile» , ha ESPERIMENTO re la colleziospiegato MaMEDIATICO, ne “low cost” gareta van den MA UN NUOVO di un marchio Bosch. Una sidel lusso e per gnora discreta PUNTO DI assistere alla ma implacabiPARTENZA performance le, che ha già di Prince, amico di lunga accompagnato molti altri data di Donatella. stilisti in simili “incursioni” «Da quando ha iniziato a nel mondo del fast fashion. disegnare la collezione, Do- La collezione disegnata da natella Versace ha accom- Donatella è fatta da 40 capi NOVEMBRE 2011

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per la donna più 20 accessori, da 20 capi da uomo più 10 accessori e da una piccola collezione casa composta da due cuscini e delle lenzuola. La stilista ha dato vita a un vero e proprio “compendio” dello stile Versace: creazioni riprese dagli archivi della maison dal passato fino ai giorni nostri. Per la donna ci sono pezzi simbolo del brand italiano, come gli abiti drappeggiati in maglina metallizzata, in crêpe di seta con bottoni dorati, con pannelli stampati multicolor e il classico giubbotto in pelle con borchie Versace. Donatella Versace, che del


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progetto con H&M ha parlato con grande trasporto fin dalla sua anticipazione, alcune settimane fa a Milano, è sembrata più serena, sicura di sé, in pace con gli alti e bassi del passato. Sorridente accanto alla figlia, anche lei preda dell’entusiasmo della “contaminazione” di mondi solo apparentemente lontani. Non è stato solamente esperimento stilistico, dunque. Nella città di New York, dove si è tenuta l'esclusiva inaugurazione della nuova linea, Donatella Versace ha trovato un nuovo trampolino di lancio.

Invito all'inaugurazione della collezione

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attualità e cultura

Benigni e in Dante Europa

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a declamazione del Canto dantesco ad opera di Roberto Benigni è stato il momento centrale del convegno promosso dall'Università per stranieri di Perugia e organizzato in collaborazione con la Rappresentanza permanente d'Italia presso l'Unione Europea e i gruppi politici Pdl e Pd al Parlamento europeo, a Bruxelles il 9 novembre scorso. L’attore toscano Roberto Benigni 59 anni, protagonista, nell’ambito delle celebrazioni dell’150esimo anniversario dell’Unità d’Italia, di un evento sulla lingua italiana, si è dilettato in una “Lectura NOVEMBRE 2011

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del premier Silvio Berlusconi. Il premio Oscar cita quindi «lo strepitoso modello belga», quello di un Paese senza governo da quasi un anno e mezzo, dove però tutto sembra funzionare perfettamente. Ma l’excursus "LA LINGUA all’estero dura poco, Benigni ITALIANA COME torna presto in Italia, «il Paese della resurrezione, del FATTORE DI miracolo permanente». Un IDENTITÁ Paese «sanissimo, meraviNAZIONALE" gliosamente sano, che ne ha passate tante», ma che ha ora in stampelle e con un’in- l’occasione di vivere «un mogessatura al piede sinistro, mento straordinario, perché si scusa e ne approfitta per la speranza si manifesta nelironizzare sulla crisi politi- la disperazione compiuta». ca italiana e sulle dimissioni Benigni cita quindi alcune

Dantis” infarcita di richiami all’attualità. «Viva l’Italia» è il grido, pronunciato in italiano, francese e fiammingo, con il quale Benigni entra in scena. L’attore, presentatosi


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L’attore premio Oscar, Roberto Benigni NOVEMBRE 2011

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delle eccellenze, delle invenzioni, degli artisti che nei secoli hanno fatto grande l’Italia, «un caso raro di nazione nata prima dello stato». Cita naturalmente Dante del quale legge il 26esimo Canto dell’Inferno. Tra la lettura delle terzine e le loro parafrasi, l’attore rievoca la grandezza della nazione italiana, della sua cultura e della sua lingua; tema, quest’ultimo, scelto appositamente per rappresentare in sede europea il percorso storico che ha portato alla formazione della nazione italiana. Prima e dopo l’unita’ politica del 1861 - si legge in una nota dell’Universita’ per Stranieri – è la lingua italiana quale fattore d’identita’ e unita’ nazionale, nonche’ veicolo espressivo primario di un patrimonio civile e culturale che, nel presente, conserva inalterata la sua altissima attrattivita’”. Al termine, a Bruxelles, è una standing ovation per Dante, per la lingua italiana e per Benigni. Oltre al premio Oscar Benigni, altre personalità sono intervenute per approfondire il rapporto tra la lingua italiana e le molteplici valenze da questa assunte nel corso del travaglio politico e civile che ha condotto all’unione nazionale. NOVEMBRE 2011

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Intervento di R. Benigni al Parlamento Europeo



150 anni d'unità d'italia

Design italiano e il Tricolore

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l 2011 è un anno storico in cui si festeggiano i 150 anni dell' Unità d'Italia, proclamata ufficialmente il 17 marzo 1861 quando Vittorio Emanuele II è stato nominato Re. Come logo dell'anniversario sono state scelte tre bandiere tricolore che rappresentano i giubilei del 1911, 1961 e 2011, in un collegamento ideale tra le generazioni. Tutti i settori quindi, da quello culturale a quello pubblicitario, sono coinvolti nella celebrazione di questa importante ricorrenza nazionale ma, più di tutti, sono i prodotti di design, NOVEMBRE 2011

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architettura,arredamento e moda che trovano espressione compiuta e concreta. I marchi del design italiano celebrano questo evento con le riedizioni di alcuni pezzi celebri delle loro collezioni in edizione limitata vestiti del tricolore: gioielli, borse, capi d’ abbigliamento, sedie, tavoli, divani, letti . Far rivivere la storia è importante. Tra questi, il designer Gaetano Pesce che, per Cassina, ha creato una collezione di tavoli tricolore. La forma del tavolo, particolarmente frastagliata, vuole ricordare la forma della nostra penisola, mentre, la

bandiera tricolore viene riproposta fedelmente nella finitura verniciata del tavolo. Altra notizia interessante è che ogni tavolo costituisce una piccola parte della colle

FAR RIVIVERE LA STORIA CON OGGETTI MADE IN ITALY zione realizzata, in quanto appartenente alla serie Sessantuna, composta da 61 tavoli, richiamo esplicito della data 1861 (anno dell’Unità


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Anello “Gomitolo” in diamanti di Damiani Italia NOVEMBRE 2011

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d’Italia). I sessantuno tavoli messi l’uno accanto all’altro vanno a ricostruire la sagoma dello stivale. I tavoli sono numerati a seconda dell’ordine storico in cui, i territori nazionali sono entrati a far parte dello Stato. Altri Brand di spicco che hanno partecipato all’iniziativa, creando oggetti a tiratura limitata sono Adrenalina che ha rivisitato alcune tra le sue più celebri sedute vendute in tutto il mondo come Sexychair, Shift e ATA, rivestendole con tessuto tricolore, in onore della bandiera ed Edra che, grazie all’opera dei designer Fernando e Umberto Campana, ha progettato la seduta Vermelha: una poltrona confortevole, realizzata con una struttura in acciaio verniciato. Il rivestimento, molto particolare, è stato creato attraverso l’intreccio di 500 metri di cordacolorata di rosso, bianco e verde, con anima in acrilico e rivestimento superiore in cotone. Il lavoro è particolarmente lungo, in quanto di fattura artigianale minuziosa in ogni suo particolare che ancora una volta sottolinea la qualità dei prodotti made in italy. Anche le parti che risultano in eccesso, sono una scelta voluta per creare NOVEMBRE 2011

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Tavolo Limited Edition “Sessantuna”di Cassina

un’insolita imbottitura comoda e piacevole. Rosso Ciliegia, invece, ha presto parte alle celebrazioni nazionali ideando “150”, la linea di giochi da tavolo creata dagli studenti del Politecnico di Design di Milano per una sfida ad alto tasso di design. Si tratta di 4 giochi classici che sono stati riletti in chiave contemporanea: “4 nuovi modi di stare insieme e divertirsi in modo alternativo e originale, 4 eleganti oggetti d’arredo Made in Italy al 100% e in materiale ricilabile”. Ecco quali sono. SCACCHI 150 di Davide Abagnale e Davide Airoldi reinterpreta il caratteristico piano da gioco degli scacchi con una lamina d’accia io inox che sfida le leggi di gravità e trasforma lo storico gioco da tavolo in una partita tutta in verticale. ”Un nuovo design per un gioco classico che obbliga a

Due sedute di Adrenalina Poltrona “Vermelha” per Edra


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Scacchi, Tris e Dama 150 realizzati per Rosso Ciliegia

confrontarsi in un vero e gnifica avere la possibilità proprio faccia a faccia”, dico- di giocare anche in verticale e diagonale su diversi piani, no i designer. Altro gioco è TRIS 150 di incrementando l’esperienza Alessandro Arienti ed, il col- di gioco" . lega Alessandro Boni. Il OTHELLO 150 di Guido Albano e Amnuovo Tris bra Bechini. rivoluziona UN'INIZIATIVA Questa rivisile regole del tazione re-ingioco divenPER OMAGGIARE terpreta il fatando 3D per L'ITALIA moso gioco garantire ATTRAVERSO da tavolo in sempre un IL DESIGN un’inedita vevincitore. Il ste interagià divertente gioco da tavolo moltplica mente in acciaio inox. Infial cubo le sue caratteristiche, ne, DAMA 150 di Riccardo per una sfida in tre dimen- Berlinghieri e Gabriele Bosioni che non accetta parità. nomelli sfrutta un comples“Una dimensione in più si- so sistema di incastri e inci-

sioni nati da una lamina d’acciaio inox che, grazie a un’avanzata tecnologia nella lavorazione del metallo, si trasforma in un oggetto pensato anche per stupire, non solo come gioco, ma anche come componente d’arredo ad alto tasso di design. Insomma, una grande iniziativa e un’occasione unica per lasciare un omaggio all’Italia attraverso il design, un inno all’Italia, alla sua dignità e bellezza, un invito a guardare al futuro tutti insieme, con le nostre diversità e specificità.

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Speciale: renzo piano

Progettare il mondo


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enzo Piano, 73 anni si è laureato nel 1964 al Politecnico di Milano, ed è considerato tutt'ora l’ambasciatore dell’architettura nel mondo. Dall’affermazione da giovane architetto con Richard Rogers per il Beaubourg, le realizzazioni del maestro ligure non hanno mai subito una battuta d'arresto, spingendolo a realizzare musei, aereoporti, stadi e architetture iconiche in tutto il mondo.

"L'ARCHITETTURA NON ESISTEREBBE SENZA LA CURIOSITÁ SOCIALE" Piano si è sempre definito un «uomo del fare» ma ha sempre avuto molti amici intellettuali, «uomini del pensare». A legarli un'«affascinazione complementare» perché l'architettura «non esisterebbe senza quella parte nascosta dell'iceberg che è la radice umanistica e la curiosità sociale», afferma l’architetto genovese vincitore del premio Nonino di quest’anno. «Un premio letterario e filosofico, mi sono sorpreso quando mi hanno chiamato per dirmi NOVEMBRE 2011

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Centre Georges Pompidou, o Beaubourga, Parigi.

che mi avevano scelto». ITER lo ha intervistato per riferirvi opinioni e impressioni in merito al premio ricevuto e, cogliendo l’occasione, ha raccolto anche notizie interessanti riguardo al suo ultimo progetto: l’Auditorium mu-

sicale di Bologna. Architetto Piano, ci spieghi che cos’è questo aspetto umanistico che si riscontra dietro l’architettura. L’architettura è prevalentemente luogo pubblico, costruzione di città, luogo di civiltà e di incontro, quindi


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avamposto contro la barbarie. La curiosità e la radice umanistica sostengono e reggono il tutto, la città ma anche l’edificio. La radice umanistica fa pensare all’Italia. Che rapporto ha con l’Italia, lei che vive fra Parigi e New York? L’italianità non è un passaporto o un luogo fisico. È proprio quell’eredità umanistica, è quella mescolanza di arte, scienza, letteratura, musica, tecnica. Essere italiani è come stare sulle spalle di un gigante: ti fa cogliere la complessità delle cose, te le fa vedere da lontano. Questa attitudine,

in tanto nel dibattito politico, di rinunciare a questa unità, a questo capitale. La forza è proprio nel tenere insieme Nord e Sud, Est e Ovest, in tutte le loro manifestazioni. L'Italia contemporanea è davvero un paese con difficoltà nella costruzione di luoghi d'identità collettiva? Si, ma ritengo che dipenda dai meccanismi decisionali. Anche all'estero si discute tanto di un progetto prima della sua realizzazione, anni ed anni, con il massimo grado di democrazia, Centro culturale Jean Marie Tjibaou, confrontando tutte le posiNuova Caledonia. zioni, ma alla fine arriva un punto in cui si decide e da quel momento si va avanti. questo tratto, è tanto più ri- Questo momento della deconoscibile, anche in Euro- cisione manca in Italia e renpa, quanto più ci si allonta- de difficile trovare oggi, mona e si guarda da lontano. menti di sintesi. Ha riflettuto durante le ri- I giovani dovrebbero aiutare correnze e i festeggiamenti- in questo rapporto, ma l’Itaper l'unità del lia non prenostro paese? mia i giovani "L'ITALIANITÁ È Penso che l'utalenti. Lei lo nità nazionale UN'EREDITÁ dice da tempo. sia un capitale È così. I giovaUMANISTICA, i mp or t a nt e , ni talenti venNON È UN generato dalla gono penalizLUOGO FISICO" complessità, zati in Italia. tenuto insieOggi, ma anme da queste radici così me- che ieri. Io ho fatto la mia carticce e profonde che affonda- riera altrove. no nel Mediterraneo, una Il Beaubourg, lei aveva 33 zuppa di culture. Mi fa orro- anni. Come fu accolto? re l’idea, che affiora di tanto Io e Rogers la spuntammo NOVEMBRE 2011

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presentato

Renzo Piano, Building Workshop a Genova.

signora Claude, per dichiararci architetti francesi. Allora per costruire bisognava essere Grand Prix de Rome. La grande stagione francese dei concorsi cominciò dopo, con la legge Mitterrand. Quello fu l’inizio della frana che poi ha fatto così bene all’architettura francese. Che cos’è il progetto? su 681 partecipanti. Progettare è saper interpreIl nostro punto di forza fu tare, necessità e bisogni. quello di essere scelti da una È falso che i buoni progetti giuria internazionale, ma siano quelli che si fanno in all’inizio non fummo ben vi- totale libertà. L’architetto sti nemmeno lì. deve nutrirsi della pura forFu necessario un decreto za della necessità, prenderdel presidente Pompidou, su la e farla volare. suggerimento della moglie, la Lo scorso Aprile è stato NOVEMBRE 2011

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Renzo Piano al LACMA di Los Angeles, 2005. NOVEMBRE 2011

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presentato uno degli ultimi progetti che la vede protagonista: il grande Auditorium Musicale di Bologna. Come è nata l’idea di questo suo ultimo progetto? L’idea è stata concepita dal Maestro Claudio Abbado, che vive a Bologna da quando dirige l’Orchestra sinfonica Mozart. Un’idea grandiosa che renderà l’auditorium il centro propulsore del progetto più ampio di rigenerazione urbana, una sorta di grande magnete in grado di attrarre e generare attività. Il Giardino del Cavaticcio si trasformerà in un luogo di incontro su cui si affacceranno tutte le principali attività culturali, rendendo Bologna, una vera e propria cittadina della musica. A cosa vi siete ispirati per la sua progettazione? Sembrerà un’astronave. O meglio, visto che il materiale principe sarà il legno, una gigantesca arca. Per la musica. Quindi: un grande Stradivari, per avere un’audio di altissima qualità. C’è un aspetto scientifico che ispira il progetto e che ha a che fare con l’acustica, studiata dal giapponese Yasu Toyota, il più grande acustico vivente: poiché il suono per sua natura tende a diffondersi ed espandersi NOVEMBRE 2011

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verso l’alto, ed è in questo modo che esprime tutta la sua bellezza, il progetto asseconda questa natura fisica del suono verticalizzando lo spazio della sala. L'ambiente potrà accogliere 1800 spettatori, e sarà caratterizzato da una forma circo-

lare. Questa organizzazione dello spazio migliora la qualità della ricezione del suono perché tutti stanno alla medesima distanza dall’orchestra e quindi stanno ‘addosso’ al suono instaurando un rapporto più fisico con la musica. Ciò permette inol-


ITERSPECIALE Magnani, su un’area parzialmente liberata dalla demolizione dell’ Ex Cinema Embassy. Il recupero della settecentesca Palazzina Magnani rappresenta un’importante riacquisizione alla

"PROGETTARE È SAPER INTERPRETARE NECESSITÁ E BISOGNI"

Renzo Piano, tavole di progetto

tre agli spettatori di vedersi negli occhi, e non nella nuca come avviene all'interno delle sale tradizionali. Si crea così, durante l’ascolto della musica, un senso di appartenenza e di circolarità emotiva che aumenta anche psicologicamente la parteci-

pazione degli spettatori. Che impatto avrà l'architettura sul territorio? L’edificio sarà interamente rivestito in legno: sia all’interno che all’esterno, sempre per motivi acustici. L’Auditorium sorgerà accanto all’antica Palazzina

città, di un luogo storico ancora poco noto ma pur tuttavia ricco di suggestioni materiali. Inoltre la Palazzina, che sarà collegata all’Auditorium attraverso un percorso interrato e un percorso aereo, ospiterà le attività legate alla presenza e al lavoro degli artisti: i camerini , le sale trucco, le aeree comuni in cui provare e gli spazi dedicati allo studio della musica. Le soluzioni progettuali individuate in questo Studio di Fattibilità, sono state sviluppate con la favorevole partecipazione dell’attuale Amministrazione Comunale e ci auguriamo che il prossimo sindaco di Bologna troverà i finanziatori ed esecutori necessari alla realizzazione di questo importante progetto culturale. NOVEMBRE 2011

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Mostre &eventi

Cose da fare

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10° GIORNATA MONDIALE DELLA FILOSOFIA Dove: PESCARA Quando: 23 NOV 2011

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In occasione dell’anniversario della Giornata Mondiale della Filosofia istituitadall’UNESCO, l’Associazione Culturale Nuova Acropoli ha organizzato, per il giorno 23 novembre, uno spettacolo-conferenza dal titolo “Il mito della caverna ieri e oggi”, che si svolgerà presso la sua sede a Pescara. Attraverso letture, foto, immagini, analisi e riflessioni, la serata si presenta come un’ occasione singolare per rivisitare in una chiave moderna il racconto descritto dal filosofo greco Platone nel VII libro de “La Repubblica”. L’ingresso è libero.


ITERCULTURA

16° EDIZIONE DE “L’ARTIGIANO IN FIERA” Dove: RHO (Fieramilano) Quando: 3-11 DIC 2011

Grande passione, cura minuziosa e fedele tradizione. Sono questi i valori che da ben 16 anni contraddistinguono il lavoro di Alessandra Guerrieri e di Francesco Spagnolo che, per il XVI anno del Grande Presepe Artistico di Salice Salentino, sono ben lieti di presentare al pubblico la più Grande Rappresentazione Artistica dei Vangeli dell’Infanzia di Gesù e del Calvario. Il presepe occuperà un’area di circa 130 mq che ospiterà 24 stupendi scenari realizzati con estrema precisione in Cartapesta Ambientale e preziose statuette di 30 cm.

Anche quest’anno la città di Milano si veste a tema per le feste natalizie e torna uno degli appuntamenti più attesi del periodo che è ormai giunto alla sua XVI edizione. Migliaia di oggetti fatti a mano e prodotti originari di ogni parte del mondo riempiranno gli stand della Fiera di Rho che ospiterà la creatività di circa 3.000 artigiani proventienti da 110 nazioni differenti; proprio l’artigianalità dei prodotti fa sì che la qualità sia garantita e le novità non mancheranno: i saloni “Abitare la casa”, “Moda e Design” e la nuova area “Passione Creativa”.

16° EDIZIONE DEL GRANDE PRESEPE ARTISTICO Dove: SALICE SALENTINO (LE) Quando: 1 DIC 2011 - 2 FEB 2012

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Inaugurata dal presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti, il 18 novembre verrà aperta al pubblico la mostra fotografica “Italia a colori 1861-1935”. Ospitata dal Palazzo Incontro e strutturata da Reinhard Schultz, l’esposizione raccoglie 140 immagini inedite provenienti dalle collezioni di privati e da archivi di tutta Europa, accomunate da una caratteristica unica: i colori. La mostra presenta un’immagine inedita della storia d’Italia per chiudere in modo eccelso i festeggiamenti dei 150 anni dell’Unità del nostro Paese.

MOSTRA FOTOGRAFICA: L’ITALIA A COLORI Dove: ROMA Quando: 18 NOV 2011 - 8 GEN 2012

MODIGLIANI IN MOSTRA AL MAGA Dove: CUNEO Quando: 19 NOV 2011 - 8 GEN 2012

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Sabato 19 novembre la Fondazione Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea by Silvio Zanella Onlus, inaugura la sua nuova sede museale allestendo una mostra in omaggio al grande Amedeo Modigliani. Maurizio Sabatini presenta un’allestimento sobrio e raffinato costituito da 20 opere dell’autore livornese e completano la mostra 50 splendidi disegni provenienti dai più rinomati musei e dalle più rilevanti collezioni italiane e internazionali e oltre 250 documenti originali che ripercorrono la vita del grande artista.



italian cuisine world summit

Made in Italy

enjoyed in Hong Kong Prodotto in Italia, gustato a Hong Kong. E’ stato questo lo slogan che ha animato l’imponente Italian Cuisine World Summit che si è tenuto nella vibrante ex colonia britannica della Cina meridionale. NOVEMBRE 2011

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ITERCUCINA

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ong Kong, otto milio- forum di Google e le e-mail. ni di abitanti e almeno Per il resto è una realtà molmille grattacieli, è stata per to concreta perché è contiuna settimana capitale della nuo lo scambio di idee, cricucina italiana in Estremo tiche, richieste, complimenOriente grazie al primo ti e dolori. Ne sono fondatoSummit asiari Mario Caratico di una cumella, chef del cina, la nostra, gruppo Hyatt, L'IDEA: che i cinesi ae Rosario ScarFAR COMUNICARE dorano al pari pato, giornaliI CUOCHI ITALIANI sta che si dividella cucina NEL MONDO giapponese. de tra MelbouTutto merito rne e Buenos del GVCI, il Aires. L’idea è Gruppo Virtuale Cuochi semplice: mettere in comuItaliani, virtuale perché i nicazione, fino a formare mille iscritti, traguardo ta- una massa critica, quei cuogliato una decina di giorni chi che cucinano italiano fa, dialogano attraverso un nel mondo, con un corolla-

rio di produttori, distributori e giornalisti. Il tutto senza aspettarsi nulla dalle autorità e dettando sovente loro il modo di comportarsi. Emblematico il caso di Hong Kong. La kermesse era articolata in due cene di gala, in apertura e in chiusura, un convegno/degustazione, soprattutto di prodotti pugliesi, e una quindicina di cene in dieci ristoranti sparpagliati nella metropoli. Ecco qui strappare applausi Massimo Bottura dell’Osteria Francescana di Modena che ha cucinato al Ristorante Grissini nel Grand Hyatt Hotel, Marco Sacco del Pic NOVEMBRE 2011

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colo Lago di Mergozzo (Verbania), ospite del Ristorante "Va Bene", Giovanni Grasso della Credenza (San Maurizio Canavese, Torino) al Ristorante Gaia, Ivan Musoni del Ca’ Vegia di Salice Terme (Pavia) al Ristorante Angelini nell’Hotel Shangri La Hotel. E ancora: Giacomo Gallina del Gold di Milano è stato guest master chef al Sabatini all’interno del Royal Garden Hotel, mentre Antonio De Rosa e Domenico Maggi hanno portato i sapori della Puglia. Matteo Scibilia infine, della Osteria della Buona Condotta a Ornago alle porte di Milano, ha dispensato ogni consiglio utile per confezione un signor risotto alla milanese. Guai non citare i cuochi ospit ant i Michele C amolei (Osteria), Claudio Dieli (The Mistral), Vittorio Lucariello (Angelini), Giandomenico Caprioli (Isola), Luca Signoretti (Sabatini), Paolo Federici (Va bene), Marco Av it abi le (hotel Hyatt in Asi a), Alessandro Angelini (Joia), Michele Senigaglia (Spasso), Andrea Oreste Delzanno e Paolo Monti (Gaia). E tutto quello che di buono possiamo ammirare oggi, ebbe inizio solo vent’anni fa quando la proprietà del NOVEMBRE 2011

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Ristorante Grissini A fianco: Mario Caramella

Grand Hyatt Hotel decise che nella sua struttura, nuova di pacca, non avrebbe trovato posto un ristorante francese bensì uno italiano. Non vi era nulla e i pionieri di allora sono stati premiati ora, Gabriele Colombo che aprì il Grissini, Pino Pia-

no, ristoratore napoletano, che con il Va Bene segnò il debutto di un posto italiano fuori dai grandi hotel, e Umberto Bombana con il Toscana, ora chiuso perché il Ritz Carlton riparirà in un nuovo grattacielo, alto quasi mezzo chilometro. Mario


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Caramella, che sarebbe poi passato al Grissini, arrivò per quarto, al Mistral che faceva cucina mediterranea di ispirazione francese nei sotterranei dell’Holiday Inn. Si scontrò con manager di impronta svizzera, abituati a pasta e pizza, tenne duro e la

vinse anche perché a suo favore parlava l’incasso a fine giornata. Ha detto Caramella: «Se oggi qui si mangiano autentici prodotti italiani, è per merito nostro che puntavamo i piedi. Abbiamo lottato per avere i tartufi bianchi, i nostri formaggi,

le nostre verdure, i vini, le verdure. Minacciavamo di andarcene, ma la richiesta di Italia nel piatto era tale che la spuntavamo». A Caramella ho chiesto le tre cose che un ristorante italiano all’estero deve avere

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Immagini del ristorante "Otto e Mezzo Bombana"

per essere considerato tale. mi dallo stereotipo che a Netta la risposta: «Un cuoco New York preparava pasta italiano e non uno che ha al pomodoro, magari con le studiato in Italia; l’olio extra polpette. vergine di oliva; pasta e riso Ad esempio, Marco Torre, al dente, nulla di precotto. neo-sposo e attuale executive-chef al GrisC’è un quarto sini, sanremepunto: non u"OGGI se, è cresciuto sare aglio tritaSI MANGIANO professionalto. Noi italiani mente da Paodiamo sapore AUTENTICHE lo & Barbara al cibo con l’aITALIANITÀ nella città dei glio ma non lo PER MERITO NOSTRO" fiori e ha avumangiamo, to esperienze però all’estero il 90% delle bruschette han- da Arnolfo in Toscana e da no l’aglio a pioggia sopra». Ezio Santin alla Cassinetta Verissimo ed è altrettanto poco fuori Milano, questo vero che i cuochi italiani ora perché si sappia che chi va nel mondo sono lontanissi- all’estero è uno di peso, non NOVEMBRE 2011

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Cantina e sala del ristorante Otto e Mezzo Bombara.

un cuochino in fuga. Così come a Hong Kong segna un passo in avanti l’apertura un anno fa del Domani, ristorante che si ispira direttamente alla cucina di Mauro Uliassi a Senigallia. Tra le tante novità del Summit è stato inaugurato “The


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Italian Wine List Awards”, premio pensato per individuare le migliori italian wine list di Hong Kong. Il primo premio è andato a “Otto e Mezzo Bombana”, che vanta una lista pensata dal bravissimo Danilo Nicoletti. Alla cena, sponsorizza-

ta dalla regione Piemonte, organizzata in suo onore erano presenti il console generale di Hong Kong e Macao Alessandra Schiavo, Andrea Ferrero Presidente del Consorzio Di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Roero, i rappresentati

dell’Enoteca Regionale Piemontese e il presidente del consorzio vini Pietro Ratti. Il ristorante "Otto e Mezzo Bomabana" è stato appena premiato e inserito tra i venti migliori ristoranti asiatici meritandosi la tredicesima posizione in classifica. NOVEMBRE 2011

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arte contemporanea nelle terre del chianti

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Arte e vino

rende forma il progetto “Pievasciata Borgo d’Arte Contemporanea”, ovvero l’arte incontra le terre del vino. Siamo a Pievasciata, una delle tante località che compongono il Comune di Castelnuovo Berardenga, in provincia di Siena, territorio di confine, a sud del capoluogo, sospeso tra Chianti Classico e Crete Senesi. Quattro nuove opere d’arte, installate lungo le strade che s’inoltrano in queste colline, punteggiate dalle chiome degli olivi e disegnate dalle geometrie dei vigneti, arricchiscono questo angolo di terra rendendolo NOVEMBRE 2011

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ancor più attraente per una idonei e, identificati i provisita che non sia solo dedi- prietari, è stata scritta loro cata alla degustazione vino una lettera dalla Provincia o al piacere della tavola. di Siena e dal Comune di Il progetto “Pievasciata BAC”, Castelnuovo Berardenga, sollecitato e curato da Pie- nella quale si informava del ro Giadrossi, progetto e si inè partito a setvitava a collabotembre di un rare, o donando UN PERFETTO anno fa e oggi un’opera o metCONNUBIO ci offre i suoi tendo a disposiFRA ARTE, COLORI, zione un angolo primi frutti. “Dopo un'adei loro terreni, LUCE E NATURA nalisi attenta comunque dane dettagliata do una mano. del territorio, effettuata con Dopo un anno questo è il riil presidente della Provincia sultato: quattro opere sono di Siena, Simone Bezzini già state installate, due su – spiega Giadrossi – sono terreni di proprietà pubblistati localizzati alcuni siti ca e due su terreni privati”.


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Giadrossi è molto soddisfatto per questo buon inizio. "Credo che Comune e Provincia abbiano percepito che qui nel Chianti non si può vivere puntando solo sul vino e che occorrono nuove iniziative che contribuiscano a qualificare l’attrattività di questi luoghi”. Il progetto prevede l’installazione di almeno una dozzina di opere nel borgo e dintorni. “Sono convinto – afferma Giadrossi – che la nostra idea contribuirà sicuramente ad aumentare la visibilità del territorio ed anche la presenza di turisti italiani e stranieri; non solo, ma

certamente favorirà le visite al borgo da parte delle scuole della Provincia.” Piero Giadrossi cura l’aspetto artistico del progetto, situato proprio a Pievasciata,

LE TERRE DEL CHIANTI, CENTRO DI ARTI MULTICULTURALI che raccogliere opere ed installazioni lungo un percorso di circa un chilometro, in un perfetto connubio fra le opere, la terra, gli alberi,

i suoni, i colori, la luce e ogni altro elemento naturale; qui l’opera dell’uomo non ha inteso prevaricare la natura, ma si limita ad integrarla ed esaltarla,così c om e l e qu att ro nu ov e opere da poco realizzate. “L’invito che faccio – afferma ancora una volta Giadrossi – è rivolto ai privati e a chiunque ritenga di avere la possibilità di installare un’opera sul proprio terreno, purché sia visibile dalla pubblica via: contattatemi per valutare insieme come fare per realizzare un’installazione e quale artista contattare. Intanto, approfitto per ringraziare tutti coloro che hanno dato una mano alla realizzazione di queste quattro opere, in particolare Annalisa Giovani, assessore alla cultura del Comune di Castelnuovo Berardenga, e Claudio Casini geometra della Provincia e tutti gli sponsor, pubblici e privati.” Pievasciata si sta così trasformando in un centro d’arte contemporanea che riesce a integrare felicemente arte e natura, coinvolgendo artisti testimoni di una multiculturalità che non può che far bene ad un territorio già famoso in tutto il mondo per il suoi vini, i suoi borghi antichi, le sue specialità gastroNOVEMBRE 2011

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Opera 1: “Chianti Classico”

Opera 3: “Incomunicabilà”

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Opera 2: “Omaggio al Palio”


ITERCUCINA nomiche e il suo paesaggio, sempre più anch’esso opera d’arte da preservare. Opera 1 “Chianti Classico” di Edi Susilo (Indonesia). Blocco unico di lava vulcanica di 3 metri di altezza. Posizionato su terreno della Provincia, sulla S.P. 408 al bivio per San Sano. Opera 2 “Omaggio al Palio” di Sandro Bessi (Italia). Cavallo in acciaio corten tagliato a laser, di dimensioni 1:1 posizionato sulla S.P.9. Il cavallo verrà illuminato la notte. Opera 3 “Incomunicabilità” di Piero Giadrossi (Italia). Due cabine telefoniche originali inglesi e due manichini, uomo e donna, che si telefonano invece di aprire le porte e parlarsi. Posizione su terreno della Provincia che ha provveduto a ricostruire il muro e pavimentare il sito. Ubicata di fronte alla Pieve di San Giovanni Battista. Opera 4 “Gli struzzi metropolitani” di Yu Zhaoyang (Cina). Proposta tramite computer graphics dall’artista cinese, è stata realizzata dalla Essemme di Colle Val d’Elsa in metallo ed ancorata ad una base in cemento. L’idea dell’inserimento nei cipressi (gli originali guardavano nelle finestre di un grattacielo) è di Alessandro Pinciani.

Opera 4 “Gli stuzzi metropolitani”

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Intervista allo chef Alessandro borghese

Cook and Rock!

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ronico, piacevole da seguire, godereccio, e soprattutto eccellente in cuc i n a . St i a m o p a r l a n d o di Alessandro Borghese lo chef mediatico più seguito del momento. Intrattiene, ogni giorno su Real Time, i cuochi in erba a suon di rock ‘n roll e piatti semplici ma gustosi. Ma chi è Alessandro, il cuoco che tanto piace alle donne italiane con il suo sguardo a metà tra l’orientale e il mediterraneo? Nonostante provenga da una famiglia raffinata (è figlio di Barbara Bouchet e dell’imprenditore Luigi Borghese) è un tipo piutNOVEMBRE 2011

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tosto alla mano. Quando lo incontriamo, si presenta insieme alla moglie e bastano un paio di caffè per farci parlare come due amici di vecchia data ritrovati.

LA CUCINA È UN PARADISO DOVE LIBERARE LA PASSIONE E LA FANTASIA Come è nata la tua passione per la cucina e quando hai capito che saresti potuto diventare uno chef? Alla domanda su cosa avrei

voluto fare da grande, ai tempi della scuola, ho sempre risposto: il cuoco. Sono cresciuto aiutando mio padre in cucina la domenica mattina per preparare il gustoso ragù, tipico della tradizione partenopea. Sono nato a San Francisco, e ancora adesso ci torno per andare a salutare mia nonna; già a dieci anni aiutavo a preparare dei saporiti strudel di mele. Per anni ho preparato la mia torta di compleanno a tema! Tra le tante ce n’è una a forma di tavola da surf, come lo sport che amo praticare d’estate in California. La cucina è


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Chef e conduttore televisivo, Alessandro Borghese NOVEMBRE 2011

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radiso dove dare libero sfogo alla passione, al talento, alla fantasia, allo studio. Un luogo unico che è diventato, come diceva mio padre: un rifugio che ti sostiene come una madre, una compagna, una carriera. Parlaci in breve della tua carriera da chef Dopo il diploma all’International School di Roma mi sono imbarcato sulle navi da crociera e per i successivi tre anni ho lavorato tra fornelli e piatti da lavare. La mia sveglia iniziava a suonare alle 5.30 del mattino, e dovevo abituarmi fin da subito agli odori della cucina e agli ordini del capo chef che dovevano essere eseguiti senza sgarrare! Una volta sulla terra ferma, sono iniziati i miei corsi e le mie tante esperienze come cuoco nelle cucine Europee, Americane e Italiane. Navigare per il Mondo da un emisfero all’altro dona estro e ispirazione. La mente si allarga e aiuta la creatività. Viaggiare è stato fondamentale per la mia crescita umana e professionale, ho gestito più di un ristorante. E oggi sono un cuoco a tempo pieno che lavora sia in televisione dal 2004 e sia per la mia società - il “Lusso della semplicità” - di catering per grandi eventi privati e aziendali, la NOVEMBRE 2011

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mattina molto presto, dopo aver letto i quotidiani e aver preparato la colazione per mia moglie, vado nel mio laboratorio di cucina e organizzo il mio team ai menu per i banqueting e i catering da preparare per gli eventi richiesti. Sono anche som-

melier, mi sono appassionato ai vini durante gli anni del liceo, leggevo “Wine Spectator” e prendevo appunti circa la complessità del vino. Un buon piatto senza il vino giusto non è completo!. Come sei arrivato in TV? Ci stavi già pensando?


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Pura fortuna! A volte il destino ci cambia i giorni senza chiedere il permesso. Nel 2004, mi sono trovato di fronte una scelta, da un lato si stava cercando un cuoco a cui affidare un programma e dall’altro mi era stato chiesto di partire per la Cina e

gestire un noto ristorante. Ho seguito il talento e oggi conduco diversi programmi tutti i giorni in TV. Per quale motivo voi cuochi recentemente siete diventati dei personaggi? È merito solo della Tv? Siamo stati relegati nelle

cucine con il grembiule sporco di sugo per tanti anni, poi c’è stato il ribaltone e siamo diventati fin troppo di moda, tanto che ci sono molti ciarlatani in giro. Credo non sia merito solo della Tv, perché cucinare piace alle persone, rientra nella quotidianità, è una cosa grazie alla quale ti puoi rilassare. La gente è stufa di politica, vuole farsi due risate e imparare qualcosa di costruttivo e forse adesso si è accorta di avere un grande patrimonio gastronomico che gli altri sfruttano meglio di noi. Che significa? Tutto il mondo viene in Italia per mangiare, ovunque ci sono chef che hanno fatto i soldi con la cucina italiana. Era ora che anche noi cuochi del Bel Paese ci accorgessimo di ciò che abbiamo. Che cosa pensi del celebre chef Gordon Ramsay? Adoro Gordon, sono solo meno biondo e molto più tranquillo di carattere. È un amico, apparentemente un pazzo scatenato che in realtà è una persona splendida. Anche se io non sposo la sua filosofia del “si lavora meglio sottopressione”. Chi è stato il tuo mentore in cucina e da dove prendi ispirazione? Ho avuto tanti maestri e di NOVEMBRE 2011

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ognuno ricordo qualcosa in e l’arte. Quando cucino la particolare; a ventidue anni musica è sempre presente, il ho seguito alcuni stage di mio spiedino Rocket Queen cucina nella capitale fran- è nato mentre ascoltavo il cese, uno proprio presso brano dei mitici Gun’s and un ristorante molto impor- Roses, da cui appunto prende il nome. tante di Parigi. Quali sono le Ricordo bene tue passioni, il discorso di LE PAROLE oltre la cucina? benvenuto del CHIAVE? “Sono un mocapo chef baUMILTÀ, STUDIO tociclista con sato sull’umill’ipod sempre tà, lo studio e E TENACIA acceso che ama la tenacia; soleggere gli auno parole che mi accompagnano tutti i tori della Beat Generation e giorni ancora oggi. L’ispira- che adora fare surf nella Baia zione, a volte, può nascere della sua città di nascita, San anche dalle proprie passioni, Francisco. Sono affascinato come per me sono la musica dalla tecnologia, a me piace NOVEMBRE 2011

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essere connesso con il mondo, mi piace ispirare, insegnare e intrattenere attraverso il mio sito o collegato direttamente con il mio social network. Oggi abbiamo la fortuna di avere alla mano, il più moderno mezzo di comunicazione della nostra


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epoca. In rete esistono molte realtà che ci permettono di lavorare in ogni luogo con una batteria carica. Se dovessi dare un consiglio a chi ti segue, quali sono i segreti per stupire in cucina? Direi che è necessario sor-

prendere, anche nella semplicità, perché c’è tanta omologazione in giro, e spesso chi mangia è distratto e non si sofferma su cosa sta ingerendo. Dunque bisogna studiare e sperimentare tutti i giorni. Anche per preparare un piatto semplice ci

vuole testa. Devi conoscere tutti gli ingredienti necessari e trovare quali si legano meglio per trovare il giusto abbinamento ed ottenere un risultato ottimo. Far da mangiare non è facile, è una grande responsabilità e ci vuole molta intuizione. NOVEMBRE 2011

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alimentazione biologica

Amore per il Bio

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ggigiorno, nei pro- scienza generale circa l’imgrammi televisivi, sui portanza della qualità di giornali, nelle sala d’attesa quello che si ingerisce, per del medico oppure in In- la salute della mente e del ternet, si sente sempre più corpo. Ecco che allora i cibi discutere di alimentazione prodotti secondo i principi dell’agricolsana e di cibi tura biologica biologici. sono necessaL’aumento di ORA LA CUCINA riamente uscimanipolazioBIOLOGICA ti dalle nicchie ne industriale È FACILE, VELOCE seminascoste degli alimenti e la incremen- E PER TUTTI I GUSTI di negozi ed erb or ister ie to drammatispecializzate co delle allergie collegate all’assunzione, dov’erano sino ad ora coninsieme al cibo quotidia- finati, per comparire sugli no, di coloranti, pesticidi e scaffali dei supermercati. conservanti di vario tipo, ha Ma cosa si intende esattainnescato una presa di co- mente per cibo biologico? E NOVEMBRE 2011

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quali sono i benefici che se ne possono trarre? E qual è la cucina che ne deriva? La cucina biologica utilizza solo i prodotti che derivano dalla coltivazione omonima, ossia quel sistema di coltivazione di cereali, frutta e verdura che non fa ricorso all’uso di fertilizzanti sintetici e di pesticidi. Residui di entrambi questi composti sono infatti normalmente contenuti in quantità più o meno ridotte negli alimenti prodotti con un’agricoltura chimica che ogni giorno finiscono nei nostri piatti. Parecchie patologie, che spaziano da leg-


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gere intolleranze alimentari a casi di cancro e ad altre malattie degenerative, sono infine state scientificamente correlate con l’accumulo nel nostro organismo di questo tipo di veleni. È ovvio che la possibilità che oggi si ha di ricorrere ad alimenti

“puliti”, facilita un cammino individuale e collettivo di recupero della salute. Il recupero poi è anche planetario, perché un’agricoltura che non fa uso di sostanze chimiche non inquina le falde acquifere, non stermina miliardi di microrgani-

smi e insetti utili, non lascia depositi di metalli pesanti, non sterilizza i terreni e non ne provoca l’erosione. Ma l’alimentazione e la cucina biologiche che ne derivano non hanno solo questa pur grande finalità. L’analisi della situazione nutritiva at NOVEMBRE 2011

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tuale che è derivata da questo strumento si è spinta un po’ più in là. Si è affermato che il ritorno ad un’alimentazione sana non può essere distinto dallo scopo di ripristinare condizioni ottimali di perfetta forma fisica e mentale. Per realizzare questa condizione gli esperti consigliano pasti a base di prodotti sì biologici, ma anche integrali. Si è visto, infatti, che la pasta, il riso, i biscotti, il mais e il pane, utilizzati nella loro forma integrale, ossia quando non sono stati sottoposti a processi di raffinazione sbiancanti, demineralizzanti e devitalizzanti, sono un'ottima ricetta per una salute duratura. Varie scuole di cucina naturale, come ad esempio la macrobiotica, hanno sviluppato in questo senso un insieme di conoscenze veramente interessanti, sia dal punto di vista nutrizionale che da quello del gusto. NOVEMBRE 2011

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Grazie al supporto di ricettari ben calibrati è possibile oggi fare in modo che questo tipo di cucina non sia più di difficile esecuzione e che soddisfi tutte le esigenze di ogni famiglia, riuscendo anche a rispettare i tempi veloci della vita moderna

e adattandosi ai gusti di tutti, grandi e piccini. “Come e cosa mangiare fa parte delle più importanti decisioni quotidiane. La salute, il benessere e la consapevolezza del mondo sono prodotte direttamente da questi elementi”.

EVENTI

Bolzano, città capoluogo dell’omonima provincia, collocata in una valle abbracciata dalle alte montagne che la circondano, apre le porte a “Biolife 2011 – Sapori e Profumi, Salute, Sostenibilità”. Dal 18 al 20 Novembre 2011 la

città altoatesina sarà votata al biologico. Per questa tre giorni il programma stilato è davvero molto intenso e si articola tra convegni, degustazioni e dibattiti.



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antichi sapori

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Ricette

della tradizione Bruschette al lardo e rosmarino

Ingredienti

(per 4 persone) 200 g di Lardo di Colonnata Un filoncino di pane (tipo baguette) 4 pomodori cigliegino Un rametto di rosmarino Pepe macinato fresco q.b.

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Preparazione: Affettate il pane ricavando 16 fettine alte 1cm. Ponete le fette di pane a tostare in forno a 200° fino a che diventeranno dorate (basteranno pochi minuti), poi estraetele e lasciate intiepidire per un attimo. Affettate finemente il lardo. Lavate e dividete in quarti i pomodori e tritate il rosmarino; disponete il lardo sul pane tostato, dopodichÊ cospargetelo di pepe macinato; posizionate su ogni bruschetta un pezzetto di pomodoro e il rosmarino tritato grossolanamente. Servite immediatamente.


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Pizzocheri valtellinesi

Preparazione pasta: Mescolare le due farine, impastarle con acqua e lavorare per circa 5 minuti. Con il mattarello tirare la sfoglia fino ad uno spessore di 2-3 millimetri dalla quale si ricavano delle fasce di 7-8 centimetri. Sovrapporre le fasce e tagliarle nel senso della larghezza, ottenendo delle tagliatelle larghe circa cinque millimetri. Cottura e condimento: Cuocere le verdure in acqua salata, le verze a piccoli pezzi e le patate a tocchetti, unire i pizzoccheri dopo 5 minuti (le patate sono sempre presenti, mentre le ver-

ze possono essere sostituite, a secondo delle stagioni, con coste o fagiolini). Dopo una decina di minuti raccogliere i pizzocheri con la schiumarola e versarne una parte in una teglia ben calda, cospargere con formaggio di grana grattugiato e Valtellina Casera a scaglie, proseguire alternando i pizzoccheri e il formaggio. In una pentola soffriggere il burro con l’aglio lasciandolo colorire per bene, prima di versarlo sui pizzoccheri. Senza mescolare servire i pizzoccheri ancora bollenti con una spruzzata di pepe macinato fresco.

Ingredienti

(per 4 persone) 400 g di farina di grano saraceno 100 g di farina bianca 200 g di burro 250 g di formaggio Valtellina Casera 150 g di formaggio in grana da grattugia 200 g di verze 250 g di patate Uno spicchio di aglio Pepe macinato q.b.

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Filetto al pepe verde

Preparazione: Per preparare il filetto al pepe verde per prima cosa legate il filetto con dello spago, schiacciate con il pestacarne un cucchiaio di grani di pepe verde sgocciolati dalla salamoia e fateli aderire premendoli sulla superficie delle 4 fette di carne. Sciogliete una noce di burro in una padella e fate scottare i filetti a fuoco allegro 2 minuti per lato, dopodichĂŠ toglieteli e conservateli al caldo. Deglassate il sughetto rimasto con il brandy, e unite la senape. Versate poi nella pentola la panna fresca, il resto del NOVEMBRE 2011

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pepe verde, il sale e fate addensare leggermente il tutto a fuoco moderato. Ponete di nuovo i filetti qualche secondo in padella a insaporire con il sughetto. Disponete i filetti al pepe verde su piatti da portata scaldati, servendoli ben caldi e cosparsi della salsa di cottura. Consigli: Se preferite sentire l’aroma del pepe verde, ma non il suo gusto piccante, evitate di pestare i grani col pestacarne e limitatevi ad aggiungerli interi alla preparazione della salsa.

Ingredienti

(per 4 persone) Un bicchierino di brandy 1 grossa noce di burro 4 fette di filetto di manzo (circa 150-200 gr l’una) 150 ml di panna 2 cucchiai di pepe verde in grani in salamoia 2 cucchiai di senape Sale q.b.


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Torta al cioccolato e pere

Ingredienti

(per 4 persone) 100 g di amaretti 170 g di burro 200 g di cioccolato fondente 200 g di farina mezza bustina di lievito 700 gr di pere 4 uova 350 ml di vino bianco moscato 100 g di zucchero

Preparazione: Sbucciate le pere, tagliatele a quarti, togliete i semi e la parte dura centrale e adagiatele in un tegame largo senza sovrapporle, versate a filo il vino bianco e fate cuocere a fuoco allegro fino alla completa evaporazione del liquido di cottura. Nel frattempo tritate il cioccolato fondente e scioglietelo a bagnomaria, aggiungete 100 gr di burro a pezzetti; mescolate per sciogliere il tutto e lasciate intiepidire. Intanto in un mixer sbattete il restante burro con 50 gr di zucchero e i tuorli d’uovo, fino ad ottenere una

bella crema liscia e chiara, alla quale aggiungerete il composto di cioccolato fuso ormai tiepido. Versate il composto ottenuto in una ciotola capiente e unite gli amaretti sbriciolati finemente, la farina e il lievito setacciati con cura. Montate gli albumi a neve ferma e una volta pronti, incorporate il resto dello zucchero sbattendo per qualche secondo ancora. Unite delicatamente gli albumi monatati a neve al composto di cioccolato e amaretti, mescolando dal basso verso l’alto, per incorporare aria e non smontare l’amalgama. Dividete l’impasto in due parti e versate la prima metà in una tortiera imburrata e infarinata del diametro di 22-23 cm, quindi coprite il tutto con le pere che a loro volta coprirete con il resto della preparazione. Mettete la vostra torta in forno preriscaldato a 180° per almeno 40 minuti. Una volta pronta, lasciate riposare per circa 10 minuti la torta nella tortiera per farla raffreddare, in modo che non si afflosci, quindi toglietela dallo stampo con delicatezza e spolveratela con dello zucchero a velo. Servitela tiepida o, ancora meglio, fredda.

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L'idrogeno decolla dall'italia

Rapid 200-fc

Un aereo che non inquina? Da oggi il sogno è diventato realtà. Il primo velivolo al mondo alimentato ad idrogeno si chiama Rapid 200-Fc, ed è stato interamente realizzato in Italia da un team di lavoro italo-europeo. NOVEMBRE 2011

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È

stato battezzato "Rapid 200-fc", è italiano ed è il primo prototipo di aereo al mondo propulso ad idrogeno. Nato da un progetto italo-europeo e coordinato dal professor Giulio Romeo, il velivolo ad emissioni zero è stato presentato al pubblico nel luogo più adatto ad accogliere gli sguardi verso il futuro: lo spazio Stazione Futuro delle Officine Grandi Riparazioni, uno degli eventi principali in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia. L’aereo supertecnologico ha un’ apertura alare di 10 metri e nel corso della fase sperimentale messa in

atto lo scorso anno, ha superato un test di volo di 40 minuti con buoni risultati. Ottime le prestazioni: è in grado, infatti, di raggiungere una velocità di 145-150 chilometri/h e possiede una autonomia di circa un' ora. Alimentato mediante generazione di corrente ad alto potenziale, in un sistema di ionizzazione e di ri-combinazione dell’idrogeno che ha per prodotto finale circa 100-110 Amps di corrente elettrica a 200-240 V, possiede, inoltre, per garantire la sicurezza delle operazioni di volo, una seconda fonte di energia costituita

da un pacco di batterie ai polimeri di Litio da 20 kW in grado di garantire potenza supplementare o alternativa durante il decollo e durante il rullaggio iniziale. Per la messa a punto del velivolo, del sistema energetico e di quello elettrico, sono state coinvolte dieci enti ed aziende a vario titolo nel progetto “Enfica Fc” (ENvironmentally Friendly Inter City Aircraft powered by Fuel Cells) portato avanti della Comunità Europea. Il team è costituito dal Politecnico di Torino(Capofila, Skyleader (Cz) (realizzazione del velivolo), Intelligent

Il prototipo del veivolo Rapid 200-fc

Giulio Romeo è un docente al dipartimento di Ingegneria Aeronautica e Spaziale del Politecnico di Torino dal 2001. Laureatosi al Politecnico in Ingegneria Aeronautica nel 1973, è attivo nel campo dell'insegnamento dal 1980 ricoprendo una cattedra fissa da poco più di un decennio. Da quasi 40 anni da il suo contributo alla ricerca aeronautica partecipando a progetti italiani e internazionali. NOVEMBRE 2011

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Torino 2011

Stazione futuro

La Stazione Futuro Torino 2011 è una mostra allestita all’interno delle Officine Grandi Riparazioni dal 17 marzo al 20 novembre. Curata da Riccardo Luna, direttore di Wired, la mostra accompagna i visitatori in un viaggio alla scoperta dell’Italia che ci attende nel nostro futuro.

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Attraverso ologrammi, realtà aumentata e video in 3D sono esposte tutte le innovazioni che permetteranno di vivere una nuova rivoluzione industriale fortemente legata alla diffusione di massa di internet e alle nuove scoperte scientifiche già oggi in fase di sperimentazione nei laboratori dei centri di ricerca. Nell’allestimento, che ricostruisce lo spaccato di una ideale Città delle Idee, ognuna delle 12 tematiche (internet, energia, chimica verde, rifiuti, territorio, cibo, salute, casa, lavoro, spazio, mobilità e tessuti) è rappresentata in un’ isola espositiva costituita da blocchi di elementi cubici comunicanti tra loro che permettono al visitatore di scegliersi il proprio percorso partecipando in modo attivo e creativo all'evento.

Energy (Uk) (progetto e realizzazione delle Fuel Cells ad H), APL (Uk) (ha curato i serbatoi e l’alimentazione ad alta pressione), Mavel Elettronica (progettazione e realizzazione di inverter e controllo elettronico della potenza), Università di Pisa (prove in laboratorio del sistema elettrico). Il progetto è stato selezionato dal comitato di programmazione aeronautica e spaziale della Comunità Europea tra diverse centinaia di progetti presentati, con un costo di 4.5 milioni di euro di cui 2.9 finanziati dalla Commissione Europea. I buoni risultati ottenuti finora fanno presupporre che, a breve, sarà già possibile utilizzare a bordo di velivoli da trasporto dei sistemi ausiliari alimentati ad idrogeno. Tra i sistemi analizzati sembrano di possibile realizzazione l’APU (Auxiliary Power Unit), il sistema di retrazione dei carrelli di atterraggio, il sistema di condizionamento dell’aria, il sistema di antiglaciazione delle superfici portanti e, tra i vantaggi di un velivolo di questo tipo, vi è anche la sua estrema silenziosità che è una caratteristica che potrà migliorare fortemente la qualità di vita nei pressi degli aeroporti.


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Il prototipo del veivolo Rapid 200-fc

Ma qual è l’obiettivo accarezzato dal gruppo di lavoro? Portarlo a diventare presto un vettore funzionante ad idrogeno che possa essere utilizzato per voli intercity e intra-regionali: “L’obiettivo di questo programma -spiega infatti Romeo- è quello di costruire un aeroplano funzionante ad idrogeno sfruttando al meglio la tecnologia mobile per creare un velivolo in grado di collegare le città in volo, eliminando totalmente l’impatto sull'ambiente”. “Il piano di lavoro finanziato dalla Ce, inoltre, si articola in due studi: Il primo

studio prevede la modifica di un aeroplano leggero biposto con motore elettrico alimentato completamente ad idrogeno. Su questo velivolo, i test di volo mira-

COLLEGARE LE CITTÀ IN VOLO ELIMINANDO L'IMPATTO AMBIENTALE no ad individuare vantaggi tecnici e miglioramenti di rendimento ottenuti dalla nuova generazione di potenza elettrica”. “In parallelo

-conclude Romeo- si stanno svolgendo, collaborando con i partner Israel Aircraft Industry, Universite’ Libre de Bruxelles ed Evektor, studi di tipo prettamente teorico che, nella fase iniziale, non avranno immediata applicazione pratica, a causa dei limiti tecnologici attuali non indifferenti, ma che mirano a permettere di utilizzare concretamente i propulsori ad inquinamento zero per equipaggiare i velivoli del segmento regional o intercity da 20-30 passeggeri, prima di aspirare a progetti ancora più estesi.”

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TECNOLOGIA E SICUREZZA

Braive

l'auto del futuro A

lla Conferenza Mondiale dei veicoli Intelligenti, il Vislab, il laboratorio dell’Unità di Parma che studia la guida autonoma, torna a far parlare di sé, presentando il prototipo di quella che è stata definita l’auto del futuro. Questo concentrato di tecnologie chiamato Braive, realizzata da scienziati italiani guidati dall’ingegnere elettronico Alberto Broggi, è un’ autovettura derivata dalla Hyundai Sonata sulla quale sono stati installati numerosi sensori (10 telecamere per una visuale a 360°, 3 laser a singolo pia-

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no, 1 laser a 4 piani, 16 fasci laser, DGPS e IMU) per la percezione dell’ambiente circostante e un innovativo sistema drive-by-wire grazie al quale il veicolo può

IL FUTURO DELL'AUTO È MADE IN ITALY guidare autonomamente. I moderni sensori permettono di rilevare ostacoli, ad esempio i pedoni, e suonare il clacson; se la distanza si

rivela critica l’auto frena da sola. Tra le grandi innovazioni proposte dalla vettura troviamo lo Stop&Go che permette di gestire la guida in colonna in totale autonomia: il sistema interviene regolando la velocità di spostamento del veicolo in base a quella del veicolo precedente che verrà seguito anche in termini di traiettoria, agendo sullo sterzo. Numerose altre caratteristiche rendono quest’auto davvero unica: spegnimento automatico degli abbaglianti quando sopraggiunge un veicolo in direzione inversa, riconoscimento di


ITERMOVIMENTO

Alberto Broggi, ingegnere a capo del progetto NOVEMBRE NOVEMBRE 2011 2011 | PAG| 61PAG 63


tutti i cartelli stradali italiani, controllo della distanza di sicurezza e relativo cruise control; l’auto è anche provvista di ricerca e calcolo automatico dei parcheggi. La presentazione in ambito internazionale del veicolo intelligente BRAiVE (acronimo di BRAin drIVE) è avvenuta alla Conferenza Mondiale dei Veicoli Intelligenti tenutasi a Xi’an in Cina. Durante la manifestazione il VisLab è stato premiato con l’Institution Lead Award, conferito dall’organizzazione americana IEEE (Intelligent Transportation System Society) e destinato ai gruppi che si sono dimostrati punti di riferimento nel settore della ricerca sulla mobilità intelligente. “BraiVe è un progetto di assoluta eccellenza, un concentrato di tecnologia studiato minuziosamente sia negli interni che negli esterni” sottolinea all’ADNKRONOS il rettore dell’Univer-

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sità di Parma Gino Ferretti e l'obiettivo del laboratorio VisLab è quello di realizzare, al termine del progetto, un’ auto in grado di compiere un percorso impostato su mappa, anche di conconsiderevole difficoltà, in maniera autonoma, sicura e

Interni dell'automobile Braive

con ampie garanzie di affidabilità, con lo scopo finale di rimpiazzare l'uomo che, a causa dei suoi frequenti errori alla guida, provoca il 93% degli incidenti stradali, il quale potrà godersi il viaggio in tutta tranquillità e sicurezza.




iter Numero 00 | Novembre 2011

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