Mozart in Jeans SMART - sample

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MUSICA IN JEANS SM A R T Competenze ed esperienze musicali TOMO A Parte 1 - Teoria musicale • La musica è un linguaggio e, come tale, è strutturata in princìpi e regole di scrittura e si basa su una grammatica e una sintassi ben precise. Conoscere la teoria musicale permette di cantare, di suonare, di leggere e di scrivere la musica con sicurezza. Parte 2 - Strumenti e voci • La musica si fa con gli strumenti e le voci: tutti diversi tra di loro, ciascuno con una propria, singolare caratteristica. Possono esprimersi da soli o in formazioni musicali, come il quartetto, la banda, l’orchestra, il coro. Parte 3 - Storia della Musica • Il testo presenta l’evoluzione di forme e generi musicali nel tempo, dagli antichi canti gregoriani alla produzione moderna, dalle meraviglie dell’opera lirica al musical del Novecento, ma anche i grandi compositori, le sale da concerto e i teatri, la danza e il balletto, la musica popolare ed etnica.

Didattica inclusiva Lezioni digitali Esercizi interattivi Libro digitale Accesso immediato da smartphone e tablet attraverso le App

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L’orchestra di classe Brani antologici con spartito animato, metronomo, diteggiatura, regolazione della velocità Lezioni digitali di acustica, teoria e storia della musica

TOMO B L’orchestra di classe – Il metodo coordinato • Il metodo coordinato L’orchestra di classe propone 50 step, originali e progressivi, scritti per flauto, glockenspiel, tastiera e chitarra, da suonare su basi musicali, da soli o contemporaneamente. Sono stati concepiti polifonicamente: l’orchestra è infatti un insieme strumentale che suona contemporaneamente note diverse (e non le stesse, identiche note!). Antologia vocale e strumentale • Il testo propone cinque concerti tematici, ciascuno costituito da una selezione di brani da cantare e da suonare, sempre su basi musicali, trascritti in tonalità adeguate alle caratteristiche degli utenti dell’opera.

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Questo volume, sprovvisto del talloncino qui a lato, è da considerarsi SAGGIO-CAMPIONE GRATUITO, fuori commercio (vendita e altri atti di disposizione vietati: art. 17, c. 2 L. 633/1941). Esente da I.V.A. (D.P.R. 26-10-1972, n. 633, art. 2, lett. d). Esente da bolla di accompagnamento (D.P.R. 6-10-1978, N. 627, ART. 4, N.6). La messa in commercio di questo volume senza il talloncino triangolare è passibile di denuncia per evasione fiscale.

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Onorio Zaralli

MOZART IN JEANS

SM A R T

Impariamo a comporre


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©2021 Edizioni Bulgarini – Firenze, Italy www.bulgarini.it info@bulgarini.it

Distribuzione esclusiva: Eli – Loreto (AN) www.elionline.com

I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o parziale con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i Paesi.

È vietata la riproduzione, anche parziale, o a uso interno didattico, con qualsiasi mezzo, non autorizzata.

Prima edizione: gennaio 2021 Ristampa:

5 4 3 2 1 2021 2022 2023 2024 2025 Nell’eventualità che illustrazioni di competenza altrui siano riprodotte in questo volume, l’editore è a disposizione degli aventi diritto che non si sono potuti reperire. L’editore porrà inoltre rimedio, in caso di cortese segnalazione, a eventuali non voluti errori e/o omissioni nei riferimenti relativi. Nel rispetto della normativa vigente sulla trasparenza nella pubblicità, le immagini escludono ogni e qualsiasi possibile intenzione o effetto promozionale verso i lettori.

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Premessa Mozart in Jeans Smart, ossia il nostro primo incontro con la composizione musicale. Conosceremo una dimensione musicale del tutto nuova: l’espressione creativa individuale. Apprenderemo l’affascinante mestiere del compositore, diventando noi stessi autori di musica. È davvero possibile tutto questo? Noi crediamo di sì. Per questo abbiamo ideato un

metodo basato su un approccio alla composizione semplice e immediato: una serie di esercizi e proposte laboratoriali distribuiti in 24 schede per imparare, giorno dopo giorno, ad armonizzare un brano, a trascriverlo, a ideare ritmi e melodie originali, per farne, magari, la suoneria del nostro cellulare. Come? Partendo dall’osservazione, ossia dall’analisi, e imparando, sul campo, a rico-

noscere e utilizzare le regole della scrittura musicale. A comporre e scomporre frasi e periodi. A ideare profili ritmici, adeguandoli a una melodia. A saper scegliere timbri strumentali appropriati. Il tutto, con il gusto della curiosità e dell’esperimento. Da una ricetta antica, un metodo nuovo Questo metodo, oggi innovativo anche per

il supporto digitale previsto, in realtà vuole recuperare l’antica dimensione artigianale dello scrivere musica. Per dirla con Verdi, che di scrittura musicale se ne intendeva di certo, abbiamo voluto fare qualcosa di assolutamente innovativo tornando all’antico. Per questo diciamo che è un metodo efficace: perché affonda le sue radici nella nostra tradizione musicale, di assoluto prestigio. Lo abbiamo strutturato pensando a voi, perché a voi è diretto. Per alcuni aspetti è parallelo a quello che vi ha permesso, fin dai primi anni della scuola primaria, di imparare a leggere e a scrivere in italiano. Oggi, a 11-13 anni, siete tutti in grado di elaborare un tema, una relazione; o, almeno, di scrivere un semplice biglietto di auguri. Perché allora non pensare che questo possa essere possibile anche in musica? Occorre solo passione, curiosità e un po’ di applicazione. Siamo però certi che i risultati che saprete raggiungere ricompenseranno il vostro impegno. L’AUTORE


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Lezione 5

LA TEORIA IN PRATICA: VIDEOLEZIONE

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– La tabella dei simboli musicali – Sintesi da sfogliare

La scrittura musicale

SCHEDE DI COMPOSIZIONE Schede 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22. 23. 24.

Prima di iniziare Scriviamo la prima frase Diamo varietà ritmica alla prima frase Inseriamo qualche «nota di passaggio» Il periodo e i suoi pilastri armonici Come scegliere le note per una melodia Simmetria e asimmetria della melodia Le qualità della melodia Nascita di un tema Melodie formate da scale e arpeggi Melodie puntate Forte e piano Da un «pilastro» all’altro I «pilastri» del modo minore Il ritmo armonico Il ritmo: strumenti e tecniche Le scale per la melodia I mattoncini della melodia Il ritmo della melodia La forma della melodia Tipologie di accompagnamento Armonizzare una melodia Sviluppare un’idea musicale Orchestrazione

6 10 12 14 16 19 22 24 27 31 34 37 41 45 48 50 54 58 60 63 67 72 75 78


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Comporre musica è un mestiere affascinante e in queste pagine potrai inoltrarti, sempre guidato, nell’entusiasmante percorso che ti porterà a ideare ritmi, melodie e a trascriverli correttamente. Il videocorso Mozart in Jeans Smart, che accompagnerà ogni scheda, renderà il mondo della composizione ancora più appassionante e accessibile.

Lezione 1 • Il fenomeno sonoro

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Scheda 1

MOZART IN JEANS SMART

VIDEOLEZIONE 1

Prima di iniziare Scrivere e comporre musica n Tutte le funzioni della musica In relazione alla musica, noi viviamo esperienze diverse. Possiamo infatti: ascoltarla; eseguirla, ossia suonarla o cantarla; studiarne la storia, i protagonisti; analizzare il suo impiego nella vita quotidiana, le sue funzioni sociali; considerarla come fenomeno sonoro e, dunque, verificare le leggi acustiche che regolano la propagazione del suono, la vibrazione di una corda ecc.; • infine, studiarne la teoria, misurando intervalli, scrivendo scale maggiori e minori, costruendo battute musicali ecc.

• • • • •

n Le analogie con l’italiano Quasi mai, però, pensiamo di comporre musica originale. La nostra musica. Certamente, non è un’operazione facile. Nei conservatori, il corso di composizione si estende più o meno per dieci anni e a esso si accede quando già si è completato (o quasi) un corso strumentale che non dura mai meno di cinque-sette anni. Dunque, la nostra proposta potrebbe sembrare presuntuosa; tuttavia anche scrivere in italiano non è una cosa da poco. I grandi scrittori sono come i grandi compositori, con la differenza che usano la parola invece dei suoni. Ora, poiché come la lingua italiana, anche la musica è un linguaggio, ci chiediamo: perché non siamo in grado di scrivere un breve, ma corretto, brano musicale? La risposta è semplicissima: perché non abbiamo mai imparato a farlo.

Gli ingredienti della composizione n Comporre musica Il compositore è un po’ come un cuoco che si accinge a preparare un bel piatto. Dobbiamo perciò conoscere innanzitutto i nostri ingredienti. Quando ci proponiamo di scrivere musica, dobbiamo ricordarci di certi aspetti che abbiamo incontrato nella parte dedicata alla teoria musicale: • ritmo; • velocità; • melodia; • armonia; • timbro; • forma; • genere.

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Mozart in Jeans Smart


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Ritmo È una scelta fondamentale. Il nostro brano sarà binario o ternario? Meglio il tempo di 2/4 o un 6/8? In alcuni casi la scelta è obbligata: se, per esempio, vogliamo scrivere un valzer, dobbiamo per forza adottare il tempo di 3/4, perché non esiste il valzer in 4/4. Allo stesso modo, se dobbiamo scrivere una marcia, non possiamo adottare il 3/4, perché la marcia non è in tempo ternario. Velocità Quale che sia il ritmo scelto, la velocità del brano ha la sua importanza. Possiamo avere un 4/4 lento, un 4/4 andante o un 4/4 allegro con fuoco. In ogni caso, l’effetto musicale che ne deriva è ogni volta diverso. Melodia Che dire: la melodia è l’ingrediente che probabilmente identifica più di ogni altro un brano musicale. Potremmo, infatti, scrivere tanti valzer, uguali quindi per ritmo, velocità e addirittura armonia. Tuttavia, per non essere identici, debbono proporre melodie diverse. Armonia Come abbiamo già visto, è l’impalcatura della composizione. Regge l’intera struttura musicale così come i pilastri reggono la struttura di una casa. Ovviamente, armonia e melodia debbono essere compatibili l’una con l’altra. Timbro È il «colore» della musica. La stessa melodia ha un «colore» diverso se eseguita dalla chitarra o dalla tromba. E proprio come i colori di un quadro, i timbri della partitura si mescolano tra loro, dando origine a un «impasto timbrico», si chiama proprio così, ogni volta diverso. Quando scriviamo un brano, dobbiamo perciò pensare a quale strumento esso è destinato. Forma Quando scriviamo in italiano, scegliamo se scrivere un tema, o una poesia, o una lettera, o un bigliettino con un breve messaggio. Ogni forma ha la sua identità e richiede un certo tipo di scrittura. Lo stesso avviene in musica. Dobbiamo scegliere una forma: una canzone, un coro, un inno, una sigla televisiva, una suoneria per il cellulare ecc. Genere A chi, a che cosa è destinato il brano che vogliamo comporre? Ad accompagnare una liturgia religiosa? A sostenere la nostra squadra allo stadio? A una festa per il compleanno di un amico? Bene, a seconda della sua destinazione, il nostro brano sarà di genere diverso: avremo musica religiosa, d’intrattenimento, da ballo ecc.

Gli attrezzi per il nostro corso n Che cosa serve per comporre A un cuoco servono piatti, mestoli, posate, bilance. A noi occorrono: • fogli pentagrammati, matita e gomma; • un flauto, con il quale provare i suoni; molto meglio una tastiera, anche se di piccole dimensioni; • pazienza, studio, fantasia.

Scheda 1 • Prima di iniziare

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Ci sono poi altri «attrezzi» più tecnologici: i software per la notazione musicale. A questo proposito vediamone due, assolutamente gratuiti e ricchi di funzioni interessanti:

• il Finale NotePad:

• il MuseScore:

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Prerequisiti Pensare di comporre partendo da zero sarebbe un’impresa impossibile. Per il percorso che intendiamo tracciare occorre possedere alcuni requisiti, e cioè:

• conoscenza della scrittura musicale, saper distinguere una croma da una minima, saper impiegare un diesis o un bemolle, sapere che una misura di 4/4 non può contenere cinque semiminime; • conoscenza della teoria, in modo particolare degli intervalli e delle scale. Intervalli e scale sono davvero fondamentali per la composizione musicale; • conoscenza dell’armonia, soprattutto degli accordi maggiori, minori e di settima. Un consiglio, quindi: ripassate bene le pagine del Corso in cui vengono trattati questi argomenti. Essi rappresentano il necessario da mettere nello zaino prima di intraprendere il nostro viaggio.

Scheda 1 • Prima di iniziare

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MOZART IN JEANS SMART

Scheda 2

VIDEOLEZIONE 1

TASTIERE ON LINE www.virtualpiano.net www.virtualpiano.eu

Scriviamo la prima frase Proviamo a scrivere una frase musicale. Da dove iniziare? Seguiamo queste semplici indicazioni: • la frase è di 4 misure; • il tempo è di 4/4; • utilizziamo solo semibrevi. Con questi dati, potremmo scrivere un qualcosa di simile:

& 44 w

w

G Ascolto 1

#w

bw

Se proviamo a eseguire questa frase, il risultato, in effetti, non ci sembra molto incoraggiante. C’è qualcosa di sconnesso, di casuale, di incoerente. Ma, proviamo a scrivere:

& 44 w

G Ascolto 2

w

w

w

Se suoniamo le nostre battute, non ci sembrerà certo il brano più bello di questo mondo, ma il risultato sarà gradevole: i suoni risultano ora ben associati gli uni agli altri, si «armonizzano» perfettamente. Questo non avviene per caso. Se osserviamo, infatti, abbiamo scritto i suoni che formano l’accordo perfetto maggiore: in questo caso, di Do maggiore. Analizziamo:

& 44 w

w

w

w

I

V

III

I

I numeri romani posti sotto le figure di valore indicano i gradi dell’accordo: • I grado: Do • III grado: Mi • V grado: Sol Ecco spiegata la «coerenza» della melodia: i tre suoni appartengono tutti a una identica «struttura» musicale che si chiama accordo. Come fossero tre persone appartenenti alla stessa famiglia, o tre atleti appartenenti allo stesso club: è ovvio che stiano bene insieme. 10

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#4 & 4w

Proviamo ora a scrivere la stessa frase in un’altra tonalità, per esempio in Sol maggiore. Prima domanda: Quali sono i gradi che compongono l’accordo di Sol maggiore? Risposta: Il I, il III, il V, come in qualsiasi altra tonalità. Seconda domanda: Nella scala di Sol maggiore, a quali note corrispondono il I, il III e il V grado? Risposta: Rispettivamente al Sol, al Si, al Re. A questo punto, non sarà difficile scrivere la stessa frase nella nuova tonalità di Sol maggiore:

I

w

w

w

V

III

I

Come si vede, la frase è identica a quella scritta in Do maggiore. Utilizza suoni diversi, questo è ovvio. Ma i suoni corrispondono sempre agli stessi gradi dell’accordo perfetto maggiore: il I, il III, il V.

A questo punto, prova tu 1

Scrivi la stessa frase, nella tonalità di Fa maggiore.

& b 44 w I

V

III

I

Potrebbe sembrarti banale pensare che una melodia possa essere formata soltanto dalle note di un accordo. E invece è un procedimento diffusissimo, anche tra i grandi compositori. Osserva:

œ.

œ œ J œ œ œ

& 44

G Ascolto 3

œ.

œ

œ œ œ œ œ J

Œ

Ó

(Wolfgang Amadeus Mozart, Concerto per flauto, arpa e orchestra in Do maggiore KV 299 – Allegro)

O anche:

œ

b ˙ & b b 43

G Ascolto 4

˙

œ

œ

œ

œ

˙.

(Ludwig van Beethoven, Eroica, sinfonia n. 3 in Mi bemolle maggiore – I movimento)

In entrambi i casi, si tratta della successione dei suoni dell’accordo: nel primo caso, dell’accordo di Do maggiore (Do – Mi – Sol); nel secondo, di Mi bemolle maggiore (Mi bem. – Sol – Si bem.).

&2 44

œ. I

œ œ œ œ œ œ. œ œ œ œ œ œ J J Œ Analizza e scrivi sotto ogni suono il grado a cui corrisponde nell’accordo di cui fa parte. V

...

...

...

...

...

...

...

...

...

Ó

...

Scheda 2 • Scriviamo la prima frase

11


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Scheda 3

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VIDEOLEZIONE 2

Diamo varietà ritmica alla prima frase Dopo aver scritto la nostra prima frase, passiamo ora a considerarne il profilo ritmico. Ci troviamo di fronte a un profilo di assoluta omogeneità: si tratta infatti di quattro note tutte ritmicamente uguali!

& 44 w

G

semibreve Ascolto 5

w

w

w

semibreve

semibreve

semibreve

Come agire per dare un po’ di «varietà»? Potremmo, per esempio, scomporre ogni semibreve in 4 semiminime. Così:

& 44 œ

œ

G Ascolto 6

œ

œ

œ

œ

œ

œ

œ

œ

œ

œ

œ

œ

œ

Non ci sembra però una gran soluzione. Abbiamo suddiviso le figure originarie (semibrevi) in figure più piccole (semiminime). Ma se il nostro scopo era quello di dare varietà ritmica alla frase, siamo al punto di partenza: la frase è ancora del tutto omogenea, troppo uniforme. Proviamo allora ad agire solo su due misure: la prima e la terza. Così:

& 44 ˙

G Ascolto 7

œ

œ

w

Il risultato appare ora decisamente migliore. Potremmo trovare tante altre combinazioni, con un consiglio però: rispettiamo sempre una certa simmetria nella scrittura, proprio come abbiamo fatto nell’esempio proposto.

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˙

œ

œ

w

œ


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Ancora da Mozart, un esempio di frase formata dalla ripetizione della stessa nota su figure di diversa durata:

b w & b b 44

˙

œ.

G Ascolto 8

œ J

œ

Œ

Ó

(Wolfgang Amadeus Mozart, Sinfonia concertante per violino, viola e orchestra in Mi bemolle maggiore KV 364 – I movimento)

E un ulteriore esempio dove le note vengono ripetute nella figurazione della sincope.

j b 4 œJ œ œ œ œJ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ j b & 4 J # œ œ œ œ œj œ J J J

G

(Wolfgang Amadeus Mozart, Sinfonia in Sol minore KV 183 – I movimento)

Ascolto 9

A questo punto, prova tu

1

Prova a completare questa frase, seguendo il profilo ritmico proposto per la prima semifrase.

& 44 œ

• prima soluzione

& 44 œ

• seconda soluzione

& 44

• terza soluzione

& 44

• quarta soluzione

œ œ

œ

œ

œ

œ œ œ œ

œ œ

˙ œ œ ˙

Scheda 3 • Diamo varietà ritmica alla prima frase

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Scheda 4

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VIDEOLEZIONE 2

Inseriamo qualche «nota di passaggio» Continuiamo a elaborare la nostra semplicissima frase. Prima abbiamo agito sul profilo ritmico, ora proviamo a inserire qualche nota estranea, che però potrà servire a dare maggiore varietà alla melodia. Sembra quasi di scolpire un pezzo di legno che, progressivamente, acquista forma, varietà e, vogliamo sperare, bellezza. Riprendiamo la nostra solita frase:

& 44 w

w

G Ascolto 10

w

w

Prima la variamo ritmicamente, così:

& 44 œ

G Ascolto 11 œ

œ œ

œ

˙

œ

œ

œ

œ

œ

œ

œ

˙

œ

˙

Ora vogliamo fare qualcosa proprio dal punto di vista melodico. Come agire? Per iniziare, potremmo trasformare qualche nota, alzandola, per esempio, di un grado:

semifrase 1

& 44 œ

œ

G Ascolto 12

œ

œ

œ

œ

˙

semifrase 2

œ

œ

œ

œ

œ

Abbiamo cambiato le note indicate dal cerchietto. Come si vede, abbiamo mantenuto la simmetria della scrittura. Questa frase si divide infatti in due semifrasi: la prima è formata dalle battute 1 e 2; la seconda, dalle battute 3 e 4, tra esse simmetriche. Noi abbiamo alzato di un grado la terza semiminima della prima battuta di ciascuna semifrase, proprio per rispettare la simmetria originaria. 14

Mozart in Jeans Smart


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A questo punto, prova tu 1

Prova a elevare le note indicate dal cerchietto di una terza.

& 44 œ 2

œ

œ

œ

œ

œ

˙

œ

œ

œ

œ

˙

Adesso proviamo una variante. Alziamo le stesse note ma in maniera diversa: quelle della prima battuta della semifrase di una terza e quelle della seconda battuta di un grado.

Osserva come abbiamo agito nella prima semifrase e, rispettando il criterio della simmetria, completa la seconda semifrase:

terza

& 44 œ

œ

œ

seconda

œ

œ

œ

˙

œ

œ

œ

œ

˙

˙

œ

œ

œ

œ

˙

Come si sente, la differenza musicale c’è.

3

Prova questa ulteriore combinazione.

& 44 œ

œ

œ

œ

terza superiore

quarta inferiore

terza superiore

quarta inferiore

Il grande Mozart non ci lascia mai soli con i nostri esempi. Osserva:

## # 6 œ . œ œ œ & 8

œ J

œ. œ œ œ

G Ascolto 13

œ J

œ

j œ œ

œ J

œ

œœ œ

œ J

(Wolfgang Amadeus Mozart, Sonata per pianoforte KV 331 – Andante grazioso)

I quadratini sopra le note indicano quelle che non appartengono all’armonia, ma che servono a caratterizzare questa dolcissima melodia. Mozart, infatti, avrebbe potuto scrivere anche così:

## # 6 œ & 8

œ œ J

œ J

œ

œ œ J

œ J

œ

j œ œ

œ J

œ

œ J œ

œ J

G Ascolto 14 La melodia, assolutamente corretta dal punto di vista armonico, sarebbe però risultata troppo uniforme, e perciò meno interessante.

Scheda 4 • Inseriamo qualche «nota di passaggio»

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Scheda 5

MOZART IN JEANS SMART

VIDEOLEZIONE 2

Il periodo e i suoi pilastri armonici Finora abbiamo considerato la frase. Ora è il momento di estendere il nostro discorso a un elemento più completo della scrittura musicale: il periodo. La frase, in effetti, per quanto bella e corretta, è un’unità «semplice». Non riesce a dare completezza al discorso. Esattamente come se io dicessi: «Oggi ho il pomeriggio libero». La frase è sicuramente corretta. Ma non dice molto. Se invece dico: «Oggi ho il pomeriggio libero; ne approfitterò per andare in bicicletta», questo periodo, formato da due frasi, esprime un pensiero più completo. Il periodo musicale che noi prendiamo in considerazione: • sarà formato da due frasi; • si estenderà quindi per 8 misure (4+4); • poggerà non più su un unico accordo, ma almeno su due. Ovviamente, le due frasi non potranno essere identiche, proprio come in italiano. Sei io dico: «Oggi è una bella giornata, oggi è una bella giornata», non ho formato un periodo, ma ho solo ripetuto una stessa frase per due volte. Non basta però che le due frasi siano diverse: debbono avere anche una relazione logica. Ancora una volta, come in italiano: «Oggi è una bella giornata, voglio andare il bicicletta», sono due frasi tra loro coerenti. Ma: «Oggi è una bella giornata, anche il castoro è un roditore», sono sì due frasi grammaticalmente corrette, ma che non mostrano alcuna coerenza tra loro e dunque non possiamo metterle insieme per formare un periodo. Restando sempre al paragone con la lingua italiana, alla frase «Oggi è una bella giornata» potremmo far seguire diverse frasi: • «sarebbe bello andare al mare»; • «andiamo tutti in bicicletta»; • «speriamo che anche domani sia bel tempo» e così via. Allo stesso modo, in musica, a una frase musicale ne possiamo aggiungere diverse, a condizione però che siano sempre correlate tra loro. Ecco dunque lo «scheletro» di un periodo:

& 44 16

frase 1

Mozart in Jeans Smart

frase 2


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Consideriamo un altro fatto: scrivere una melodia di 8 misure che possa basarsi su un unico accordo è quasi impensabile. Il risultato sarebbe di una noia mortale. Eccone un esempio (da evitare!):

& 44 ˙

˙

G Ascolto 15

œ œ ˙

œ œ œ œ ˙

˙

˙

œ œ œ œ

˙

˙

œ œ w

Cosa fare allora? Dobbiamo trovare almeno un altro accordo, che agisca da secondo pilastro armonico, per far sì che la melodia possa variare e risultare senz’altro più gradevole. Ma come scegliere questo secondo accordo? In altri termini: se stiamo scrivendo una frase in Do maggiore è chiaro che il primo «pilastro» sarà l’accordo di Do maggiore. Ma il secondo accordo, quale deve essere? La risposta più logica, dal punto di vista musicale, è questa: il secondo accordo sarà quello che si basa sul V grado della scala della tonalità d’impianto, ovvero della tonalità con cui è scritto il brano. Per essere più chiari, se la tonalità d’impianto è il Do maggiore, avremo: Do I

Re II

Mi III

Fa IV

Sol V

La VI

Si

VII

Dunque, per sorreggere il nostro periodo, utilizzeremo l’accordo di Do maggiore e l’accordo di Sol maggiore.

A questo punto, prova tu 1

Rifletti e rispondi.

• nella tonalità di Re maggiore avremo: 1° accordo Re maggiore – 2° accordo

......................................................................

• nella tonalità di Fa maggiore avremo: 1° accordo Fa maggiore – 2° accordo

......................................................................

• nella tonalità di La maggiore avremo: 1° accordo La maggiore – 2° accordo

......................................................................

• nella tonalità di Sol maggiore avremo: 1° accordo Sol maggiore – 2° accordo

......................................................................

Scheda 5 • Il periodo e i suoi pilastri armonici

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Osserviamo questo periodo: esso è costituito da 8 misure, formate da 2 frasi (4+4). Prima frase in Do maggiore, seconda frase in Sol maggiore (corrispondente appunto al V grado della scala di Do maggiore). Ovviamente, la conclusione del periodo deve essere nella tonalità d’impianto. Osserviamo infatti che nell’esempio l’accordo finale è quello di Do maggiore. Do

& 24 œ

œ œ œ

œ

œ

œ

Sol

˙

œ

G Ascolto 16

œ œ œ

œ

œ

frase 2 - accordo di Sol maggiore

frase 1 - accordo di Do maggiore

œ

Do

˙

Do magg.

A questo punto, prova tu 1

Prova ora a trasportare il periodo osservato qui sopra nella tonalità di Fa maggiore.

Fa

Fa

& b 24 œ œ œ œ

˙

Innanzitutto, quale sarà l’accordo corrispondente al V grado nella nuova tonalità? • il Sol • il Do • il Re Vediamo come scrive Mozart, proseguendo il tema già presentato nella scheda n. 3 a p. 13: Mi b maggiore (I grado)

b w & b b 44

˙

œ.

œ œ J

œ

˙

frase 1 Sib maggiore (V grado)

b &bb

˙

œ

œ

G Ascolto 17

œ J ‰ œJ ‰ Jœ ‰ œ ‰ œj ‰ j ‰ j ‰ œ J œ œ œ œ œ œ J

frase 2

18

Mozart in Jeans Smart

(Wolfgang Amadeus Mozart, Sinfonia concertante per violino, viola e orchestra in Mi bemolle maggiore KV 364 – I movimento)


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Scheda 6

MOZART IN JEANS SMART

VIDEOLEZIONE 3

Come scegliere le note per una melodia Tentiamo adesso di costruire una melodia. Dobbiamo distribuirla all’interno di un periodo di 8 misure, in tempo di 4/4, nella tonalità di Do maggiore. Ecco lo schema, con i consueti pilastri armonici I – V – I. Do maggiore

Sol maggiore

Do maggiore

& 44 frase 1

frase 2

A questo punto, la domanda che sorge è: quali note scegliere in base all’armonia? La cosa più semplice da fare è quella di utilizzare, per ciascuna frase, le note che compongono il relativo accordo. Così, per la frase 1, utilizzeremo le note Do, Mi, Sol, che formano l’accordo di Do maggiore; per la frase 2, le note Sol, Si, Re, che formano l’accordo di Sol maggiore. In tal modo, armonia e melodia risulteranno perfettamente compatibili l’una con l’altra. Potrà sembrare un procedimento banale, ma non lo è affatto. Osserviamo.

# . & #C˙

œ

G Ascolto 18

œ

œ

œ

œ

˙.

œ

œ

œ

œ

œ

˙

Ó

(Wolfgang Amadeus Mozart, Sinfonia in Re maggiore KV 161 – Allegro moderato)

Siamo nella tonalità di Re maggiore e Mozart propone, in apertura della sua Sinfonia, una melodia che altro non è che la successione delle note dell’accordo di Re maggiore: Re, Fa#, La. Torniamo al nostro periodo. Per le prime 4 battute potremmo dunque utilizzare i suoni dell’accordo di Do, distribuendoli in figure a nostra scelta, per esempio:

& 44 ˙

˙

G Ascolto 19

˙.

œ œ œ œ œ w Scheda 6 • Come scegliere le note per una melodia

19


001-049_MozartJeans_Smart.qxp 13/01/21 18:53 Pagina 20

& 44 ˙

Ora andiamo avanti, cercando le note giuste per le restanti 3 misure. Dico 3, e non 4, perché sappiamo che il periodo concluderà in Do maggiore, quindi nell’ultima misura metteremo un bel Do. Ora dobbiamo «mischiare» i suoni Sol, Si, Re, i suoni cioè dell’accordo di Sol maggiore che sorregge la seconda frase. Certo, potremmo mettere 3 semibrevi, così:

˙.

˙

G Ascolto 20

œ œ œ œ œ w

w

w

w

˙

Ó

Ma si vede a prima vista che è una soluzione banale. Non ha alcuna relazione con la prima frase. È come una risposta affrettata o distratta o addirittura illogica: • «È nato prima Napoleone o Garibaldi?» • «Certamente, sono d’accordo anch’io!» Potremmo, semmai, tentare di rispettare, per quanto possibile, lo stesso profilo ritmico, per dare maggiore unità al periodo.

& 44 ˙

˙.

˙

G Ascolto 21

œ œ œ œ œ w

˙

˙

˙.

œ œ œ œ œ ˙

Ó

Osserviamo sempre il nostro Mozart: le 2 frasi che seguono sono perfettamente simmetriche sotto il profilo ritmico. La prima è in Do maggiore; la seconda in Sol maggiore. Dunque, pie-

namente rispettato lo schema armonico I/V/I.

& 44 ˙

˙ frase 1

˙ ˙

&

G

frase 2 Ascolto 22

˙ ˙

˙ ˙

œ œ

Œ Œ

œ ‰ œJ ‰ Jœ ‰ Jœ ‰ œJ ‰ œJ ‰ J œ ‰ Jœ ‰ Jœ ‰ Jœ ‰ Jœ ‰ Jœ ‰ J

(Wolfgang Amadeus Mozart, Sinfonia in Do maggiore KV 162 – Allegro assai)


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A questo punto, prova tu 1

Scegli la frase che ti sembra più adatta a completare questo periodo.

& 44 ˙

œ. œ œ œ ˙ J

˙ œ œ œ œ

Ó

• frase A

&œ

˙

œ

œ

œ

˙

œ

œ

œ

˙

œ

œ

œ

˙

˙

œ.

j œ œ

œ

˙

Ó

œ.

œ œ J

œ

˙

Ó

• frase B

&˙

œ

œ

• frase C

&˙

œ

˙

2

˙

Indica quali sono i pilastri armonici che sorreggono questo periodo.

˙ 4 &4

œ

œ

w

...

&˙

œ

œ

w

j ‰ œ ‰ œ ‰ œJ ‰ œ J J j ‰ # œj ‰ œj ‰ Jœ ‰ œ

w ˙

Ó

Attenzione! Non sono state volutamente indicate le alterazioni in chiave previste da questa tonalità, per non annullare l’efficacia di questo esercizio.

Scheda 6 • Come scegliere le note per una melodia

21


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Scheda 7

MOZART IN JEANS SMART

VIDEOLEZIONE 3

Simmetria e asimmetria della melodia Le regole fin qui esposte servono innanzitutto a comprendere come è strutturato un periodo musicale. Ma l’arte, si sa, ha le sue eccezioni. Osserviamo, per esempio, questo periodo. Esso mostra un profilo melodico assolutamente simmetrico:

# 4 œœ & 4œ œ

frase 1

# œœ & œ œ

frase 2

œ œ Œ œœ

j j œ ‰ œ ‰ œJ ‰ Jœ ‰ Jœ ‰ Œ

Œ

semifrase b)

semifrase a)

Œ

G Ascolto 23

j ‰ œj ‰ œ ‰ œ ‰ œ ‰ Œ œ J J J

semifrase a)

œ ‰ œ ‰ œ ‰ œj ‰ œj ‰ Œ J J J

œ œ œœ

Œ

œ ‰ œ ‰ œ ‰ œj ‰ œj ‰ Œ J J J

semifrase b)

(Wolfgang Amadeus Mozart, Sinfonia in Sol maggiore KV 74 – Allegro)

Se rappresentiamo questo periodo graficamente, la simmetria della melodia risulta ancora più evidente: 2 frasi, tra loro identiche, composte da 2 semifrasi tra loro simmetriche. Ovviamente, però, non possiamo pensare che tutto debba essere sempre e soltanto simmetrico!

Lo stesso Mozart, in quest’altro esempio, propone due semifrasi, diverse nella conclusione: • la prima, leggera e puntata; • la seconda, più melodica e legata. 22

Mozart in Jeans Smart


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œ œ

˙. 4 b & 4

œ.

G Ascolto 24

semifrase a)

œ.

œ

œ.

.

œ œ

˙.

… puntata

œ

semifrase b)

œ

œ

œ

… legata

(Wolfgang Amadeus Mozart, Sinfonia in Fa maggiore KV 76 – Allegro maestoso)

A questo punto, prova tu 1

Indica se le melodie sono «simmetriche» (S) o se sono «asimmetriche» (A).

• prima melodia: ....

#4 & 4œ

œ. œ œ

œ

œ

œ

œ

Œ

œ

œ. œ œ

œ

œ

œ

œ

œ

œ

˙

Ó

œ

œ

˙

Ó

œ œ œ œ œ œ ˙

œ

Œ

‰ j œ œ œ œ œ œ

œ

œ

œ

œ

Œ

• seconda melodia: ....

# & 44 ˙ # & ˙

˙

œ

œ

˙

œ

œ

œ

œ

œ

œ

œ

• terza melodia: ....

# & 44 œ .

œ œ J

œ

œ

œ

˙

œ

• quarta melodia: ....

# & 44 ˙ . 2

& 44 œ

‰ j œ œ œ œ œ œ

œ

˙.

Completa questa melodia, sapendo che la seconda semifrase è identica alla prima, ma parte dal grado inferiore, ossia dal Si (già segnato nel pentagramma). Se ci riuscirai, avrai composto qualcosa di molto simile al celebre duetto Là ci darem la mano, tratto dal Don Giovanni di Mozart.

œ œ œ

œ

œ

˙.

œ Scheda 7 • Simmetria e asimmetria della melodia

23


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Scheda 8

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VIDEOLEZIONE 3

Le qualità della melodia Per comporre una melodia non basta scrivere delle note che siano coerenti con l’armonia. Ci vuole dell’altro. La melodia deve possedere alcune qualità che possano renderla non soltanto corretta dal punto di vista musicale, ma anche capace di coinvolgere emotivamente chi ascolta. La prima qualità: la melodia deve risultare familiare a chi ascolta e, allo stesso tempo, deve anche saperlo sorprendere. Sembrano due qualità antitetiche, in parte lo sono. Ma se noi ascoltiamo la musica di Mozart, di Rossini e di Vivaldi, le cui melodie sembrano possedere davvero il dono dell’immortalità, abbiamo la netta sensazione di trovarci di fronte a «melodie familiari». Ci sembra cioè di averle già ascoltate o, quantomeno, di avere una certa familiarità con esse. In verità non si tratta tanto di familiarità, quanto, piuttosto, di non estraneità. A che cosa è dovuto tutto questo? Probabilmente all’uso di incisi musicali facilmente «memorizzabili», dall’impatto diretto e immediato. Poi, al loro sviluppo melodico assolutamente coerente. Osserviamo.

• Mozart:

b &b C Ó

frase 1

œ œ œ

Œ

œ œ œ

œ œ œ

œ

Œ

œ œ œ

œ œ œ

œ œ

inciso

bb œ œ fraseŒ 2 œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ Œ œ œ # œ œ œ œ œ œ œ œ &

G Ascolto 25

(Wolfgang Amadeus Mozart, Sinfonia in Sol minore KV 550 – Allegro molto)

• Rossini:

## # # 2 Π4 &

œ œ œ inciso

œ œ œ

œ œ œ

œ

œ

## # # œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ &

G Ascolto 26 24

Mozart in Jeans Smart

œ œ œ

œ œ œ

œ œ

œ œ œ œ œ œ œ J

(Gioacchino Rossini, Guglielmo Tell – Ouverture, finale)


001-049_MozartJeans_Smart.qxp 13/01/21 15:17 Pagina 25

• Vivaldi:

& b 38 œ . œ œ œ œ . œ œ œ œ . œ œ œ œ œ œ œ . œ œ œ œ . œ œ œ œ . œ œ œ œ ‰

G

inciso (Antonio Vivaldi, L’Autunno, da Le Quattro stagioni – III movimento)

Ascolto 27

In tutti e tre gli esempi, si può notare la ripetizione dell’inciso che consente al brano di catturare l’attenzione di chi ascolta e di imprimersi con forza nella sua memoria. La seconda qualità: la melodia deve avere momenti di tensione che poi si risolvono in momenti di quiete. Non deve cioè essere statica e monotona. Al contrario, deve essere qualcosa «in movimento» e, dunque, avere momenti di tensione e punti in cui questa tensione, finalmente, si scioglie, ossia «risolve», conclude:

& 44 ˙

œ

G Ascolto 28

œ

œ

œ œ ˙ tensione

œ

œ

œ œ œ œ œ

œ

œ

Œ

riposo

Se proviamo a eseguirla con il nostro flauto, possiamo avvertire, sul Fa contrassegnato dal quadratino, un senso di sospensione, di tensione, appunto. Tensione che si scioglie del tutto a conclusione della frase, sul Do contrassegnato dal pallino. La terza qualità: la melodia deve avere un «centro», una nota cioè attorno alla quale essa deve ruotare. Pensate che, ai tempi del gregoriano, questa nota si chiamava repercussio, proprio perché tornava spesso. Una melodia senza alcun centro ha un’identità poco chiara, confusa. Negli esempi precedenti, notiamo infatti che: • nel frammento di Mozart, il centro è il Re (nella prima frase) e il Do (nella seconda frase); • nel frammento di Rossini, il centro è il Si; • nel frammento di Vivaldi, il centro è il Fa. La quarta qualità: la melodia deve essere eseguibile. Sembra banale e superfluo indicare questa qualità. In realtà, però, è fondamentale. Scrivere una melodia meravigliosa per flauto, utilizzando note che il flauto non è in grado di emettere; scrivere una canzone stupenda per una voce maschile, che prevede suoni che risulterebbero acutissimi anche per una donna sarebbe imperdonabile e anche ridicolo. Per evitare questo errore, il compositore deve informarsi su qual è il range, ossia l’arco sonoro degli strumenti per i quali scrive o dei cantanti, insomma la loro estensione. Qual è la loro nota più bassa e quale la più alta. Ma non basta: deve anche sapere qual è la zona sonora più bella, la zona armonica migliore insomma, nella quale i suoni sono più intensi, più espressivi, più naturali.

Scheda 8 • Le qualità della melodia

25


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Se dobbiamo scrivere per flauto dolce, dobbiamo tener conto: • della sua nota più bassa e di quella più acuta; • della sua migliore zona armonica.

w

& 44 w

w

w estremi sonori

zona armonica migliore

A questo punto, prova tu

1

Tra queste due melodie, indica quale, a tuo parere, ha maggiori possibilità di risultare «familiare»:

• melodia 1

& 44 ˙

œ

œ œ œj ‰ Œ

œ œ œ

˙

œ

œ

œ œ œ œ œ œ

˙

Ó

• melodia 2

&Œ

œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ

2

Œ

Scopri la nota «centro» di questa melodia.

& C ˙. &˙

œ œ œ œ œ

œ

œ œ œ

œ œ œ

œ œ œ

œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ ˙

œ

˙

œ

œ œ œ œ œ œ

œ œ œ œ œ œ œ œ

Nota «centro»: …… ; rispetto alla scala della tonalità del brano è il …… grado. (Wolfgang Amadeus Mozart, Concerto in Do maggiore KV 299 per flauto arpa e orchestra – Rondò)

26

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Scheda 9

MOZART IN JEANS SMART

VIDEOLEZIONE 3

Nascita di un tema Vediamo ora come nasce un tema musicale. Gli ingredienti sono diversi, e questo lo sappiamo già: fantasia e razionalità, capacità di «inventare» un inciso, una frase, e competenza tecnica per poterla sviluppare melodicamente e armonicamente:

• si parte dall’ambito tonale, ossia dalla tonalità. È fondamentale: è come per uno scrittore sapere dove e quando ambientare la vicenda del suo racconto o, per un architetto, sapere dove verrà costruita la casa che si prepara a progettare, cioè se al mare, in montagna oppure in un quartiere cittadino; • decisa la tonalità, sappiamo già quali sono i gradi «forti» attorno ai quali far girare la melodia: per il momento, fermiamoci ai gradi I, III e V; • stabiliamo un tempo per le misure, 4/4, 2/4, 6/8 ecc., e un andamento: allegro, andante, adagio ecc.; • indichiamo la lunghezza della frase e del periodo. Per ora manteniamo le misure «classiche»: semifrase di 2 misure, frase di 4 misure, periodo di 8 misure; • stabiliamo anche i pilastri armonici: quali misure sono rette dall’accordo costruito sul I grado della scala della tonalità in cui prevediamo di scrivere il brano; quali misure, invece, sono rette su altri accordi, e su quali. Osserviamo questo periodo:

## 4 & 4œ

frase 1

œ.

œ J œ œ œ œ œ.

semifrase a)

&

## ˙

œ œ œ œ œ œ ˙

G Ascolto 29

œ œ J

œ

œ.

œ œ œ œ œ œ J

semifrase b)

œ œ œ œ œ œ œ

œ

Œ

œ œ

frase 2

semifrase a)

œœœœ œ

semifrase b) (Wolfgang Amadeus Mozart, Concerto per corno in Re maggiore KV 412 – Allegro)

È un periodo molto regolare: 8 misure che racchiudono 2 frasi di 4 battute ciascuna. Come può generarsi un periodo di questo tipo?

Scheda 9 • Nascita di un tema

27


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Nella mente di Mozart, probabilmente in un attimo: più il tempo necessario per scriverlo che quello per pensarlo. Vediamo di scoprire come, dalle note «forti», possa scaturire una melodia così elegante. Ecco l’«embrione» della prima frase:

## 4 w & 4 I

w

w

V

V

w I

Mozart antepone un levare iniziale, per dare più leggerezza alla prima semifrase; ovviamente, lo mantiene anche per la seconda:

# & # 44 œ

˙

œ

œ

˙.

˙

œ

G Ascolto 30 levare

œ

œ

˙

levare

Già appare qualcosa. Ma è troppo «scolastico», non c’è arte. Ecco allora un altro passaggio per variare la melodia:

# & # 44 œ

˙

G Ascolto 31

œ œ œ œ ˙.

˙

œ

œ œ œ œ ˙

A noi sembra già molto bello. Ma non a Mozart. Manca di eleganza. Infatti lo «slancio» della semiminima in levare perde di efficacia nella seconda battuta. Perché? È chiaro: perché c’è una minima ben ferma e un disegno di crome che inizia in battere. Troppo rigido, dov’è la leggerezza iniziale? Ecco allora che Mozart introduce un nuovo levare, riducendo il valore della minima:

# & # 44 œ

œ.

œ J œ œ œ œ ˙

Œ

œ

œ.

œ J œ œ œ œ ˙

Cosa manca a questa frase per essere perfetta? Occorre alleggerire i pilastri armonici. Quelle minime del La e del Re sembrano troppo pesanti per un disegno così alleggerito: come portare due grossi scarponi da montagna quando si indossa un abito da cerimonia. Come fare, allora? È semplice (per Mozart!): • il La-minima, che poggia sull’accordo del V grado (guardiamo l’«embrione») si trasforma proprio nell’articolazione delle note dell’accordo, in successione inversa: Mi – Do – La (invece che La – Do – Mi: ma dal punto di vista armonico è la stessa cosa); • il Re-minima si trasforma, e questa è una vera finezza, nel Fa#, preceduto dal Mi, che è una «appoggiatura». Cosa c’entra il Fa#? C’entra, eccome! Non è forse il terzo grado dell’accordo di Re maggiore: Re – Fa# – La? 28

Mozart in Jeans Smart


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Dunque, con questa soluzione Mozart dà leggerezza alla frase e, allo stesso tempo, non la conclude decisamente sul Re, ma la lascia aperta alla frase successiva. Se avesse concluso sul Re, avrebbe messo un punto; in questo modo, ha impiegato un punto e virgola: assolutamente geniale! Osserviamo quest’altro esempio:

Ÿ. œ ˙ œ œ œ & 43 œ

G

œ

Ÿ ˙ œ . œœ œ œ

œ œ œ œ

œœ

œ. œ œ œ œ œ œ ˙ J

Œ

(Wolfgang Amadeus Mozart, Sinfonia in Do maggiore KV 73 – Minuetto)

Ascolto 32 Rispetto al primo esempio, si tratta di una composizione meno matura. Mozart, al tempo, aveva 15 anni e, in effetti, la melodia risulta più elementare. Come sempre, un periodo regolare di 8 misure, distribuito in 2 frasi da 4 misure ciascuna. Ecco i pilastri armonici, da cui ricaviamo l’«embrione» della nostra melodia:

Ÿ. œ Do œ œ œ ˙ 3 œ &4 Do

I

I

œ

Ÿ ˙ œ . œœ œ œ

Sol

Sol

V

V

œ Doœ œ œ

Do œ . œ œ Solœ œ œ œ ˙ J

Do

œœ

I

I

V

Œ

I

Dunque:

& 43 ˙ .

G Ascolto 33

˙.

˙.

˙.

˙.

˙.

˙.

˙.

Partendo da questo «embrione», si sarebbero potute sviluppare tante melodie diverse. Intanto diamo varietà alle minime, utilizzando gradi che siano sempre coerenti con i rispettivi pilastri armonici:

˙.

& 43 ˙ .

˙.

˙.

˙.

˙.

˙.

˙.

G Ascolto 34 Poi iniziamo a elaborare:

œ œ & 43 œ

G Ascolto 35

˙.

œ œ œ

˙.

œ œ œ

˙.

œ œ œ

˙.

Scheda 9 • Nascita di un tema

29


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Niente male, come inizio. Ma siamo lontani dall’eleganza del minuetto. Cosa fare? Basta aggiungere un po’ di «ornamenti» e il minuetto è pronto:

Ÿ. œ ˙ œ œ œ 3 &4 œ

Ÿ

œ

œ œ œ œ

œ œ œ. œ œ ˙

G Ascolto 36

trillo

++

œœ

trillo

œ . œ œ œ+ œ œ œ ˙ J

acciaccatura doppia

Œ

appoggiatura

A questo punto, prova tu 1

Completa la frase, scegliendo le misure che ritieni più adatte.

• inizio della frase

# j & # 68 œ

œ œ œ j œ œ

œ œ œ œ

(Wolfgang Amadeus Mozart, Concerto in Re maggiore KV 412 per corno e orchestra – Allegro)

• scelte possibili:

A B C

œ J

œ œ œ œ œ œ

œ J

œ.

œ J

œ.

œ.

œ. œ

œ œ.

œ œ œ

œ.

œ œ

œ.

Tutte e tre le ipotesi possono funzionare dal punto di vista armonico. Quale delle tre sarà stata adottata da Mozart? Ricerca l’eleganza del disegno, scarta la banalità!

2

Inserisci le note nella melodia, scegliendole tra quelle proposte.

# 3 & 4œ

˙

œ

œ

œ

œ

œ

Re - La - Si

#

œ

& œ

œ

Fa - La - Re

30

Mozart in Jeans Smart

œ

œ œ œ Sol - Si - Do

Ÿ

œ.

œœœ

Ÿ

œ.

œœœ

œ

Do - Mi - Sol

Œ

œ La - Do - Sol

(Wolfgang Amadeus Mozart, Piccola Serenata Notturna – Minuetto)


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Scheda 10

MOZART IN JEANS SMART

VIDEOLEZIONE 3

Melodie formate da scale e arpeggi Non dobbiamo credere che un brano musicale sia formato da una serie di melodie necessariamente complesse. Alcune volte troviamo della poesia autentica in passi strumentali (o vocali) che, a prima vista, sembrerebbero addirittura banali. Non è raro, per esempio, imbatterci in «melodie» formate da frammenti di scala, o da arpeggi, ossia dalle note di un accordo eseguite in successione. Il risultato può essere assolutamente banale o di grande intensità espressiva: dipende dal contesto e dall’autore. Torniamo, però, alla musica. Mozart scrisse lo stupendo Concerto per clarinetto nel 1791, l’anno della sua morte. Dunque, nella piena maturità. Potremmo pensare che un musicista al culmine della sua esperienza preferisca scrivere melodie super-elaborate. E invece no. Osserviamo la semplicità di questo tema:

Clarinetto in La

œ. 3 &b 4

œ J œ œ

œ

Œ

frammento di scala discendente

Cl.

&b

œ.

G Ascolto 37

œ œ œ J

œ œ œ.

Œ

œ.

œ J œ œ

œ

Œ

Œ

Œ

Œ

frammento di scala discendente

œ J

œ œ œ œ œ

j œ

œ.

œ œ

frammento di scala discendente (Wolfgang Amadeus Mozart, Concerto per clarinetto e orchestra in La maggiore KV 622 – Adagio)

Attenzione! Lo spartito riporta la melodia nella tonalità di Fa maggiore perché così viene

«letta» dallo strumento solista, che è uno strumento «traspositore», cioè uno strumento che quando suona la nota Do, per esempio, in realtà emette un suono che corrisponde a un’altra nota. Il clarinetto in Si bemolle è uno strumento traspositore perché quando suona la nota Do, emette il suono Si bemolle.

Scheda 10 • Melodie formate da scale e arpeggi

31


050-096_MozartJeans_Smart.qxp 13/01/21 15:24 Pagina 96

.......................................................................................................................................................................... .......................................................................................................................................................................... .......................................................................................................................................................................... .......................................................................................................................................................................... .......................................................................................................................................................................... .......................................................................................................................................................................... .......................................................................................................................................................................... .......................................................................................................................................................................... .......................................................................................................................................................................... .......................................................................................................................................................................... .......................................................................................................................................................................... .......................................................................................................................................................................... .......................................................................................................................................................................... .......................................................................................................................................................................... .......................................................................................................................................................................... .......................................................................................................................................................................... .......................................................................................................................................................................... .......................................................................................................................................................................... .......................................................................................................................................................................... .......................................................................................................................................................................... .......................................................................................................................................................................... .......................................................................................................................................................................... .......................................................................................................................................................................... .......................................................................................................................................................................... .......................................................................................................................................................................... .......................................................................................................................................................................... .......................................................................................................................................................................... .......................................................................................................................................................................... .......................................................................................................................................................................... .......................................................................................................................................................................... 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Mozart in Jeans Smart


Musica_Mozart SMART.qxp_Layout 1 14/01/21 08:14 Pagina 1

MUSICA IN JEANS SM A R T Competenze ed esperienze musicali TOMO A Parte 1 - Teoria musicale • La musica è un linguaggio e, come tale, è strutturata in princìpi e regole di scrittura e si basa su una grammatica e una sintassi ben precise. Conoscere la teoria musicale permette di cantare, di suonare, di leggere e di scrivere la musica con sicurezza. Parte 2 - Strumenti e voci • La musica si fa con gli strumenti e le voci: tutti diversi tra di loro, ciascuno con una propria, singolare caratteristica. Possono esprimersi da soli o in formazioni musicali, come il quartetto, la banda, l’orchestra, il coro. Parte 3 - Storia della Musica • Il testo presenta l’evoluzione di forme e generi musicali nel tempo, dagli antichi canti gregoriani alla produzione moderna, dalle meraviglie dell’opera lirica al musical del Novecento, ma anche i grandi compositori, le sale da concerto e i teatri, la danza e il balletto, la musica popolare ed etnica.

Didattica inclusiva Lezioni digitali Esercizi interattivi Libro digitale Accesso immediato da smartphone e tablet attraverso le App

App Musica in Jeans Smart

L’orchestra di classe Brani antologici con spartito animato, metronomo, diteggiatura, regolazione della velocità Lezioni digitali di acustica, teoria e storia della musica

TOMO B L’orchestra di classe – Il metodo coordinato • Il metodo coordinato L’orchestra di classe propone 50 step, originali e progressivi, scritti per flauto, glockenspiel, tastiera e chitarra, da suonare su basi musicali, da soli o contemporaneamente. Sono stati concepiti polifonicamente: l’orchestra è infatti un insieme strumentale che suona contemporaneamente note diverse (e non le stesse, identiche note!). Antologia vocale e strumentale • Il testo propone cinque concerti tematici, ciascuno costituito da una selezione di brani da cantare e da suonare, sempre su basi musicali, trascritti in tonalità adeguate alle caratteristiche degli utenti dell’opera.

BULGARINI

MOZART IN JEANS Onorio Zaralli

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MOZART IN JEANS SMART – Impariamo a comporre Laboratorio guidato di avvio alla composizione musicale. PER LO STUDENTE

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Impariamo a comporre

Pacchetto CD per l’insegnante Risorse per il Docente

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Questo volume, sprovvisto del talloncino qui a lato, è da considerarsi SAGGIO-CAMPIONE GRATUITO, fuori commercio (vendita e altri atti di disposizione vietati: art. 17, c. 2 L. 633/1941). Esente da I.V.A. (D.P.R. 26-10-1972, n. 633, art. 2, lett. d). Esente da bolla di accompagnamento (D.P.R. 6-10-1978, N. 627, ART. 4, N.6). La messa in commercio di questo volume senza il talloncino triangolare è passibile di denuncia per evasione fiscale.

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Sul sito www.bulgarini.it trovi tutte le informazioni dettagliate riguardanti questo libro.

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