Per non dimenticare
Mariagrazia Bertarini • Alessandra Sala
Il piacere di apprendere
Con il desiderio che dalle gemme degli alberi dei Giusti possano sbocciare fiori di solidarietà e amore e che il vento trasporti i loro delicati petali in ogni villaggio, città e Paese di questo nostro mondo.
Gli alberi della vita
Direttore di collana: Mariagrazia Bertarini
Testi: Mariagrazia Bertarini • Alessandra Sala
Redazione: Francesca Bugiolacchi
Correzione di bozze: Micaela Di Trani
Art Director: Letizia Pigini
Progetto grafico: Romina Duranti, Valentina Mazzarini
Illustrazioni: Alida Massari
Impaginazione: Carmen Fragnelli
Responsabile di produzione: Francesco Capitano
Referenze iconografiche: Shutterstock, Alamy
Font: leggimi©Sinnos - www.sinnos.org
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Stampa: Tecnostampa - Pigini Group Printing Division Loreto – Trevi 24.83.417.0
ISBN 978-88-468-4515-3
Mariagrazia Bertarini • Alessandra Sala
Il piacere di apprendere
Educ Ability
Per non dimenticare
cap. 1 • Oskar Schindler
Uno scapestrato dal cuore d’oro
cap. 2 • Ida Lenti Brunelli
per amore
cap. 3 • Leopold Socha
cap. 4 • Irena Sendler
cap. 5 • Nicholas Winton
cap. 6 • Miep Gies
cap. 7 • Chiune Sugihara Le tre disobbedienze
cap. 8 • Hannie Schaft
cap. 9 • Ali Sheqer Pashkaj
Il frutto della salvezza
cap. 10 • Zofia Chojnacka
La chiromante p. 82
cap. 11 • Gustav Schröder
Il capitano coraggioso p. 90
cap. 12 • Catherine Duleep Singh
La principessa indiana p. 98
cap. 13 • Gino Bartali
Questa bici non si tocca! p. 106
cap. 14 • Andrée Geulen
Grembiuli per tutti p. 114
cap. 15 • Khaled Abdul-Wahab
Banchetti da re p. 122
cap. 16 • Julius Bauman
Il campo estivo p. 130
cap. 17 • Le scolare di Rorschach
Quattordicenni coraggiose p. 138
Per non dimenticare
Il Giardino dei Giusti tra le Nazioni
è un luogo dedicato a uomini e donne non ebrei che, durante il periodo nazista hanno rischiato o perso la loro vita per salvare persone di fede ebraica.
Donne e uomini che in ogni tempo e in ogni luogo hanno fatto del bene salvando vite, battendosi per l’affermazione dei diritti umani e difendendo la dignità delle persone.
Per non dimenticare
Nel mondo, e anche in Italia, esistono molti Giardini dei Giusti.
Il primo tra tutti fu voluto e promosso da Moshe Bejski e realizzato nel 1962.
Si trova sul Monte della Memoria o del Ricordo a Gerusalemme, in Israele.
Il giardino fa parte del grande memoriale Yad Vashem che in italiano significa “un monumento e un nome”.
Yad Vashem è stato costruito per documentare e tramandare la triste storia delle persecuzioni del popolo ebreo durante la Shoah e per mantenere vivo per sempre il ricordo dei sei milioni di ebrei sterminati dal regime nazista.
Nel giardino, ogni Giusto viene ricordato con un albero.
Un albero che cresce, cambia colore e forma attraverso le stagioni, perché, come dice il poeta Khalil Gibran, “gli alberi sono poesie che la terra scrive in cielo”.
E niente di meglio che un albero poteva ricordare, con le sue radici sprofondate nella terra e i suoi rami rivolti al cielo, i gentili, ovvero le persone non ebree che durante il periodo nazista hanno messo a repentaglio sé stesse e le proprie famiglie per salvare o anche solo alleviare il dolore del popolo ebreo.
Sul tronco di ogni albero dedicato a un Giusto, è affissa una targa con il suo nome e la sua nazionalità.
Nel 2012, il Parlamento Europeo ha istituito la Giornata europea dei Giusti che si celebra ogni anno il 6 marzo, data della scomparsa di Moshe Bejski.
Con il passare degli anni, il concetto di Giusto ha incluso non solo i gentili, ma anche tutti gli uomini e le donne che hanno salvato vite umane nei genocidi, tutelato la dignità e i diritti umani.
Il 7 dicembre 2017, il Governo italiano ha istituito la Giornata dei Giusti dell’umanità come solennità civile in Italia e ha stabilito che venga celebrata il 6 marzo di ogni anno, come nel resto d’Europa.
Tu e la tua classe come avete celebrato, o come celebrerete, quest’anno la Giornata dei Giusti dell’umanità?
Capitolo 1
Oskar Schindler
Uno scapestrato dal cuore d’oro
A scuola ero un vero e proprio disastro e, prima di riuscire a prendere uno straccio di diploma, ne combinai di tutti i colori.
Una volta, arrivai perfino a falsificare i voti della pagella!
Da adulto, per far carriera nel lavoro, mi iscrissi al partito nazista e, da mediocre venditore, diventai un imprenditore di successo.
Oskar Schindler
Non mi facevo molti scrupoli e, quando lo Stato iniziò a confiscare le imprese di proprietà degli ebrei, io ne approfittai e acquistai per pochi spiccioli una fabbrica a Cracovia.
La mia vita mi sembrava perfetta, o almeno così credevo, fino a quando incontrai Itzhak Stern.
Solo allora scoprii il vero significato dell’amicizia.
Itzhak era una persona all’apparenza modesta, che faceva il contabile nella fabbrica di un mio amico.
In realtà era un importante leader della comunità ebraica polacca, vicepresidente dell’Agenzia Ebraica per la Polonia Occidentale e membro del Comitato Centrale Sionista.
Frequentandolo, capii che non potevo assistere alla persecuzione degli ebrei senza fare nulla e le parole dello scrittore
James Joyce diventarono il mio credo: “La vita
è come
un’eco: se non ti piace quello che ti rimanda, devi cambiare il messaggio che invii”.
Oskar Schindler
Grazie alle mie conoscenze e alle mie abilità diplomatiche, riuscii ad assumere millesettecento operai, di cui mille erano ebrei.