Educazione Civica 3

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Per una nuova cittadinanza E ducazione ambientale E ducazione alla salute e al benessere E ducazione stradale EDUCAZIONE CIVICA

EDUCAZIONE CIVICA

Per una nuova cittadinanza E ducazione ambientale E ducazione alla salute e al benessere E ducazione stradale

Un ricco quaderno operativo per ciascuna classe della Scuola Primaria finalizzato all’approfondimento della disciplina di recente introdotta nelle scuole di ogni ordine e grado con la legge 92 del 20 agosto 2019.

Ciascun volume è strutturato in quattro sezioni dedicate ai seguenti nuclei tematici: dignità umana, identità e appartenenza, alterità e relazione, partecipazione. Una parte finale è riservata alle verifiche per la valutazione dello studente.

PER UNA NUOVA CITTADINANZA 3

La mia autobiografia 4 Razza? …Umana 6 C’è bisogno di regole 7 Il giovane gambero 8 …La storia continua 10 Ciò che conta davvero 11 Il gatto e la gabbianella 12 Siamo tutti bambini 14 …E abbiamo tutti gli stessi diritti 15 Il diritto al gioco e al riposo 16 La Costituzione italiana 17 L’emblema della Repubblica italiana 18 Fratelli d’Italia 19 Storia a… due 20 Quando ride un bambino 21 Il treno dei massaggi 22

EDUCAZIONE AMBIENTALE 23

Casa - mondo… 24 Nel bosco 25 Panorami d’Italia 26 Un mondo d’arte e di storia 27 Il bosco non c’è più! 28 I tre pini 30 Difendiamo il bosco! 32 I Vigili del Fuoco 35 Pericolo incendi 36 Calamità naturali 38 La Protezione Civile 39

EDUCAZIONE ALLA SALUTE E AL BENESSERE

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Ciò che mi fa stare bene ........................... 41 Le tagliatelle di nonna Pina ....................... 42 Merendine ................................................ 43 Per mangiare bene ................................... 44 Per nutrirsi bene ....................................... 46 Cinque pasti per crescere bene ................ 48 La fame nel mondo ................................... 50 L’UNICEF .................................................. 51 Il cibo non va buttato! 52

EDUCAZIONE STRADALE 53

Impariamo ad essere pedoni prudenti 54 Per attraversare sicuri 55 Un pedone davvero imprudente! 56 Click! 57 Chi lavora sulla strada? 58 Cruciverba della strada 59 Chi cerca trova! 60 Ricapitoliamo 61 Senso unico 62 Doppio senso 63 Tante strade 64 Le vittime della strada 65 Il linguaggio dei segnali 66 Forme geometriche 67 Forme e colori 68 Segnali veri, segnali solo… divertenti 69 Divertiti un po’ 70 Giochiamo ancora un po’ 71 La storia di Codicino 72 La tua città 74 Il piedibus è arrivato! 76

Verifiche 77

INDICE

PER UNA NUOVA CITTADINANZA

Per l’insegnante

L’uomo è un buon cittadino se, nell’ambito delle attuali trasformazioni sociali e culturali, ha consapevolezza del valore della persona umana e dei suoi diritti e doveri, così come sono codificati nelle Carte e nelle Convenzioni a livello locale, nazionale e internazionale. Il valore della multiculturalità e del rispetto del “diverso” costituisce, in tutto questo, il necessario punto di partenza per imparare a vivere insieme e costruire in armonia qualsiasi società. Lo studio della Costituzione Italiana e dei simboli della nostra Nazione dà modo di conoscere le istituzioni locali e nazionali e di analizzare i valori sui quali la nostra comunità si costruisce: la libertà, il lavoro, la solidarietà, la collaborazione e la pari dignità di tutti.

LA MIA AUTOBIOGRAFIA

Se tu volessi presentarti e farti conoscere, come ti descriveresti? Quali fatti della tua vita racconteresti? Prova a pensarci e scrivi quale potrebbe essere il titolo e quale l’indice della tua “autobiografia”.

Titolo: Indice:

Come inizieresti la tua autobiografia? Pensa a un modo simpatico.

DISEGNA QUI COME VORRESTI LA COPERTINA DEL TUO LIBRO

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Prosegui il lavoro fatto nella pagina precedente facendoti conoscere ancora meglio: disegna e completa.

LE COSE CHE MI PIACCIONO DI PIÙ

LE COSE CHE RIESCO A FARE MEGLIO

O.A.: approfondire la conoscenza di se stessi, documentando i propri interessi e le proprie capacità.

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5 PER UNA NUOVACITTADINANZA

RAZZA? ...UMANA

Leggi il racconto.

Era il lontano 1933 e, nonostante fosse una delle menti più brillanti dell’intero pianeta, Albert aveva dovuto lasciare la Germania e fuggire in America. Solo perché ebreo. Solo perché la furia delirante nazista aveva stabilito che erano gli ariani l’unica razza pura del mondo. Arrivato in America, Albert dovette rispondere ad alcune semplici domande: nome, cognome, eccetera eccetera. Prassi normale. Alla domanda “Razza?”, Albert prima aggrottò serio le sopracciglia, poi, rilasciando un sereno sorriso, rispose: – Io appartengo all’unica razza che conosco, quella umana. L’impiegato bloccò la mano nella quale teneva la penna, si grattò impacciato la testa e cancellò con una grossa X lo spazio che avrebbe dovuto compilare. Era solo un “uomo” chi gli stava dinanzi: Albert Einstein.

Ricerca su più dizionari il significato del termine “razza” e riportalo con parole tue. 2

Nel 1950, diciassette anni più tardi, L’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura) fu la prima realtà ad affermare ufficialmente che non ha senso parlare di razze per gli uomini. Esiste semplicemente la “specie umana”.

Quali sono quindi le espressioni che è errato usare, ma che ancora oggi si sentono spesso nominare?

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O.A.: superare il concetto di “razza” acquisendo la consapevolezza di una comune appartenenza biologica.

C’È BISOGNO DI REGOLE

Leggi il racconto.

Questa è la storia di Scoppietto, un personaggio davvero particolare che viveva all’interno di una Ferrari rossa fiammante. Scoppietto abitava proprio dentro il motore della prestigiosa automobile ed era nientemeno che la scintilla che scoccava dentro al cilindro dei pistoni. Era un tipo davvero “scoppiettante” e carico d’energia, uno che, come si dice, fa scintille! Proprio per questo l’avevano scelto, per la sua grande voglia di… scoppiare! Scoppietto, in effetti, era davvero incontenibile: avrebbe voluto scoppiare e dividersi in mille schegge impazzite verso tutte le direzioni possibili, ma questo non si poteva fare. Perciò gli avevano messo attorno un freddo e rigido cilindro metallico che gli impedisse di schizzare dappertutto e lo indirizzasse verso i pistoni. Solo così la sua preziosa energia non si disperdeva inutilmente ma diveniva quella “forza lavoro” che faceva vincere le gare al famoso cavallino rampante della Ferrari.

Che cosa ne sarebbe dell’energia del combustibile di un motore se non vi fosse il cilindro a contenerla?

Con l’aiuto dell’insegnante, fai una ricerca, scopri come funziona il motore di un’automobile e riflettete in classe.

Così è anche con la tua energia e voglia di vivere: è una cosa bellissima ma va “direzionata” con l’aiuto di regole perché possa costruire qualcosa di bello e non disperdersi inutilmente.

Quali sono, secondo te, le principali regole da rispettare per realizzare qualcosa di bello e importante nella vita?

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O.A.: percepire le regole come necessarie al fine di realizzare se stessi.

IL GIOVANE GAMBERO

Leggi il racconto.

Un giovane gambero pensò: “Perché nella mia famiglia tutti camminano all’indie tro? Voglio imparare a camminare in avanti, come le rane, e mi caschi la coda se non ci riesco!”. Cominciò a esercitarsi di nascosto, tra i sassi del ruscello. Urtava dappertutto, si ammaccava con la corazza e si schiacciava una zampa con l’altra. Ma un po’ alla volta le cose andarono meglio. Quando fu ben sicuro di sé, si presentò alla sua famiglia e disse: – State a vedere! – e fece una magnifica corsetta in avanti.

– Figlio mio – scoppiò a piangere la madre, –ti ha dato di volta il cervello?

I suoi fratelli però non facevano che sghignazzare.

Il padre lo stette a guardare severamente per un pezzo, poi disse: – Basta così, se vuoi restare con noi cammina come gli altri gamberi. Se vuoi fare di testa tua, il ruscello è grande: vattene, non tornare più indietro.

Il bravo gambero voleva bene ai suoi, ma era troppo sicuro di essere nel giusto, per avere dei dubbi.

Il suo passaggio destò subito la sorpresa di un crocchio di rane… – Il mondo va a rovescio – disse una rana.

– Non c’è più rispetto – disse un’altra rana. Ma il gamberetto proseguì diritto per la sua strada. A un certo punto si sentì chiamare da un vecchio gamberone: – Che cosa credi di fare? Anch’io, quando ero giovane, pensavo di insegnare ai gamberi a camminare in avanti. Ed ecco che cosa ci ho guadagnato: vivo tutto solo, e la gente si mozzerebbe la lingua piuttosto che rivolgermi la parola. Finché sei in tempo, rassegnati a fare come gli altri.

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Il giovane gambero non sapeva che cosa rispondere e stette zitto. Ma dentro di sé pensava: “Ho ragione io”. E, salutato gentilmente il vecchio, riprese fieramente il suo cammino. Andrà lontano? Farà fortuna? Noi non lo sappiamo, perché sta ancora marciando con il coraggio e la decisione del primo giorno. Possiamo solo augurargli, di tutto cuore… buon viaggio!

Gianni Rodari, Fra i banchi, Einaudi Ragazzi

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Rispondi.

Che cosa voleva imparare il giovane gambero?

Che cosa fece?

Che cosa gli dissero i fratelli e il padre?

Chi incontrò lungo il suo viaggio?

Che cosa gli disse il vecchio gambero?

C’è qualcosa in te e nella tua vita che ti rende simile al giovane gambero? Racconta. 3

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O.A.: considerare le differenze come risorsa.

...LA STORIA CONTINUA CITTADINANZA

Secondo te, che cosa farà il giovane gambero? Chi incontrerà? Che cosa deciderà? Continua tu il racconto, poi fai il disegno.

O.A.: considerare le differenze come risorsa.

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CIÒ CHE CONTA DAVVERO

Leggi il racconto.

Mi chiamo Monica, ho dieci anni e frequento la terza Primaria qui in Italia. Siamo venuti qui per il lavoro di mio padre, ma abbiamo molta nostalgia dei nostri parenti lasciati in Camerun. In Camerun abbiamo lasciato i nostri nonni, i nostri zii e i nostri cugini. In Camerun abbiamo lasciato i nostri campi di cacao e di banane. Noi speriamo di tornare al più presto nel nostro Paese, dove non ci sono persone che non ti vogliono perché sei nera. Quando siamo arrivati, abbiamo avuto una bella accoglienza, ma con il passare del tempo io ho capito che alcuni erano gentili con me solo perché glielo avevano detto i genitori e le maestre. Noi dal futuro ci aspettiamo molto e speriamo che quelli che non amano i neri possano capire che il colore della pelle non conta… Dobbiamo dire che tutti dentro abbiamo un cuore che è rosso e un sangue che è rosso… Se la gente capisse che non conta quello che c’è fuori, ma quello che c’è dentro… P. Gabbrielli (a cura di), Sconfiniamoci, La Nuova Italia

Completa.

Monica vive in e frequenta la Il suo Paese natio è il . Quando, insieme alla sua famiglia, è venuta in Italia, ha lasciato

Monica spera di perché

Monica si è accorta che molti a scuola erano gentili perché .

Monica spera che

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O.A.: considerare le differenze come risorsa.

IL GATTO E LA GABBIANELLA CITTADINANZA

Leggi il racconto.

Il gatto nero grande e grosso prendeva il sole sul balcone, facendo le fusa e meditando su come si stava bene sì, a pancia all’aria sotto quei raggi tiepidi, con tutte e quattro le zampe ben ritratte e la coda distesa. Nel preciso istante in cui si girava pigramente per farsi scaldare la schiena dal sole, sentì il sibilo provocato da un oggetto volante. Vigile, balzò in piedi sulle zampe e fece appena in tempo a scansarsi per schivare la gabbiana che cadde sul balcone. Era un uccello molto sporco. Aveva tutto il corpo impregnato di una sostanza scura e puzzolente.

Zorba (il gatto) si avvicinò e la gabbiana tentò di alzarsi trascinando le ali.

– Sono stata raggiunta da un’onda nera. Morirò – stridette accorata la gabbiana.

– Non morire! Riposati un po’ e vedrai che ti riprendi – pregò Zorba avvicinandosi alla gabbiana esausta.

Vincendo la ripugnanza, il gatto le leccò la testa. Mentre le passava la lingua sul collo notò che la respirazione dell’uccello si faceva sempre più debole.

– Senti, amica, io voglio aiutarti, ma non so come.

– Voglio deporre un uovo. Con le ultime forze che mi restano voglio deporre un uovo. Amico gatto, si vede che sei un animale buono e di nobili sentimenti. Per questo ti chiedo di farmi tre promesse. Mi accontenterai?

– Ti prometto tutto quello che vuoi. Ma ora riposa – miagolò impietosito.

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– Promettimi che non ti mangerai l’uovo – stridette aprendo gli occhi.

– Prometto che non mi mangerò l’uovo – ripeté Zorba.

– Promettimi che ne avrai cura finché non sarà nato il piccolo.

– Prometto che avrò cura dell’uovo finché non sarà nato il piccolo.

– E promettimi che gli insegnerai a volare – stridette guardando fisso negli occhi il gatto.

Prometto che gli insegnerò a volare. E ora riposa, io vado in cerca di aiuto.

La gabbiana guardò il cielo, ringraziò tutti i buoni venti che l’avevano accompagnata e, proprio mentre esalava l’ultimo respiro, un ovetto bianco con delle macchioline azzurre rotolò accanto al suo corpo impregnato di petrolio.

Luis Sepulveda, Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, Salani

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Riassumi il brano.

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Secondo te, che cosa significa prendersi cura di qualcuno? Spiega con parole tue.

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O.A.: considerare le differenze come risorsa.

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