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L’aria occupa spazio
• un imbuto • una bottiglia vuota • un nastro adesivo largo
Procedimento
1 Metti l’imbuto nella bottiglia.
2 Sigilla molto bene con il nastro adesivo l’imbuto e la bottiglia.
3 Versa dell’acqua nell’imbuto.
Che cosa succede?
• acqua
Perché? La bottiglia in realtà non è vuota! Essa contiene dell’aria che occupa lo spazio e impedisce all’acqua di entrare.
Conclusione
Anche se non è visibile, l’aria occupa uno spazio.
L’aria calda sale
Occorrente
• una bottiglia • un palloncino • una pentola con acqua calda
Procedimento
1 Infila il palloncino sul collo della bottiglia.
2 Chiedi a un adulto di mettere la bottiglia in una pentola d’acqua calda e aspetta 5 minuti.
Che cosa succede?
Perché? .............................................................................................................................................
Conclusione
L’aria, quando è calda, sale
La combustione
L’ossigeno presente nell’aria è indispensabile per la vita degli esseri viventi ed è importante perché permette la combustione. La combustione è il fenomeno che permette alle sostanze di bruciare.
Le sostanze che possono bruciare sono dette combustibili, come la carta, il legno...
ESPERiMENTi Senza ossigeno non c’è combustione
Occorrente
• tre candele della stessa dimensione
• due barattoli di vetro di dimensioni diverse
Procedimento
1 In presenza di un adulto, accendi le tre candele.
2 Copri una candela con il barattolo più piccolo e un’altra con quello più grande.
3 Lascia scoperta la terza candela.
Che cosa noti dopo un po’?
Conclusione
Le fiamme delle candele chiuse nei barattoli di vetro si sono spente prima perché, bruciando, hanno consumato tutto l’ossigeno.
La candela nel barattolo più piccolo, che contiene meno aria e quindi meno ossigeno, si è spenta per prima.
Durante la combustione si sviluppano luce, calore e anidride carbonica. La combustione lascia dei residui: fumo e cenere.
Quando questi residui e l’anidride carbonica raggiungono alti livelli nell’ambiente, provocano l’inquinamento.
Pericoli
Il fuoco è pericoloso: se c’è un fuoco acceso, tieniti a distanza!
Parigi, 19 settembre 1783
CHE SPETTACOLO!
La mongolfiera
MA REGGERÀ?
MA IO NON SO VOLARE…
Tutto era cominciato con Archimede, grande scienziato del III secolo a.C.
IL CORPO CHE IMMERGO NELL’ACQUA TORNA VERSO L’ALTO, PERCHÉ RICEVE UNA
SPINTA UGUALE AL VOLUME DI ACQUA SPOSTATO.
Verso la fine del Settecento due fratelli francesi, Joseph-Michel e Jacques-Etienne Montgolfier, cercano di applicare il principio di Archimede ai gas.
SECONDO ME, IL PRINCIPIO DI ARCHIMEDE VALE
ANCHE PER I GAS, QUINDI ANCHE PER L’ARIA!
CERTO! PERCHÉ L’ARIA CALDA È PIÙ LEGGERA DELL’ARIA FREDDA!
DUNQUE, PER FAR SALIRE UN CORPO
BASTA RIEMPIRLO D’ARIA CALDA!
I due fratelli costruiscono un involucro rotondo con un’apertura, sotto la quale accendono un fuoco. L’aria all’interno del “pallone” si scalda, diventa più leggera e spinge il pallone verso l’alto.
Nel giugno del 1783, i due Montgolfier riescono a far sollevare da terra, grazie all’aria calda immessa attraverso la “gola”, il loro primo pallone aerostatico, fatto di tela e ricoperto di carta.
Ora l’idea è di usarlo come mezzo di trasporto.
MA DOVE LI METTI I PASSEGGERI?
PRIMA BISOGNA TROVARLI, I PASSEGGERI!
Per utilizzare il pallone come mezzo di trasporto, i Montgolfier applicano una cesta chiamata
“gondola”. Dopo il tentativo di settembre con i tre animali, il 19 ottobre nella gondola salgono tre uomini. L’aerostato sale e si sposta; una corda, però, lo tiene ancorato al terreno.
In novembre, viene finalmente realizzato il primo volo libero, cioè con il pallone sganciato da terra, che si sposta per venti minuti nel cielo di Parigi. Il pallone aerostatico è una realtà! Dal nome dei suoi inventori si chiamerà mongolfiera.
Dal lontano 1783, la mongolfiera si è trasformata.
Oggi il pallone è costruito con tessuti sintetici, leggeri ma molto resistenti. Al posto dell’aria calda si usa un altro gas, il propano.
Alcune mongolfiere raggiungono la quota di 20 000 metri, più di un aeroplano!