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L’ uomo di Neanderthal
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UN UOMO FORTE
L’uomo di Neanderthal si era adattato al clima freddo. Il naso, ad esempio, era grosso e allargato, in grado di riscaldare meglio l’aria in entrata verso i polmoni. L’uomo di Neanderthal aveva mani forti con grandi polpastrelli. Anche i suoi denti erano molto resistenti e venivano usati non solo per strappare pezzi di carne, ma anche per tenere fermi gli oggetti durante la loro lavorazione e per conciare le pelli, masticandole.
Circa 250 000 anni fa, in Europa e nell’Asia occidentale si diffuse una specie umana dalle caratteristiche fisiche molto simili all’uomo moderno. Era l’uomo di Neanderthal, così chiamato perché i suoi resti furono trovati per la prima volta nella valle di Neander, in Germania. Era alto circa 170 centimetri, aveva il corpo massiccio, gli arti corti e robusti e un cervello grande.
Quest’uomo visse in un periodo difficile dal punto di vista climatico, caratterizzato da glaciazioni che abbassarono notevolmente la temperatura e ricoprirono di ghiaccio molte zone della Terra.
Viveva in piccoli gruppi, in caverne naturali, in ripari sottoroccia o in accampamenti all’aria aperta, dove le capanne erano costruite con ossa di mammut e pelli di animali.
Cacciava animali tipici degli ambienti freddi (renne, mammut, orsi delle caverne, cervi…) e degli animali uccisi utilizzava tutto: carne, pelli, ossa.
Sapeva costruire utensili in pietra piuttosto elaborati, con lame sempre più affilate: punte, amigdale, raschiatoi, pugnali.
Seppelliva i propri morti, deponendoli anche su letti di fiori, ma non metteva offerte funebri nei luoghi di sepoltura.
Circa 25 000 anni fa l’uomo di Neanderthal si è estinto per motivi non ancora del tutto conosciuti, probabilmente legati alla competizione, nei territori in cui viveva, con l’homo sapiens.
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Il metodo di STUDIO
Per capire meglio di che cosa parla un testo, è utile suddividerlo in paragrafi, cioè in gruppi di frasi che trattano lo stesso argomento.
Dividi il testo in paragrafi, utilizzando i colori indicati.
periodo e luogo di diffusione aspetto fisico abitazioni attività a cui si dedicava culto dei morti estinzione
Per mangiare, difendersi, preparare dei vestiti, costruire ripari, l’uomo capì che non bastavano le mani: servivano attrezzi che potessero aiutarlo ad affrontare i molti problemi pratici. I primi strumenti furono, quindi, quelli che lo aiutavano a procurarsi il cibo e a tagliarlo.
La selce fu il materiale principale usato per ottenere oggetti affilati. Si poteva scheggiare facilmente con l’aiuto di un’altra pietra. Nulla si sprecava: le schegge più piccole che si formavano durante la lavorazione venivano utilizzate come lamette o punteruoli. Dalla scheggiatura si potevano ricavare punte di freccia o di lancia, lame per raschiare la pelle di animali cacciati, oggetti per tagliare.
Il chopper è stato il primo strumento creato dall’uomo. Per realizzarlo l’homo habilis scheggiava le pietre di selce su un solo lato, battendole una contro l’altra.
Il chopper veniva tenuto con il palmo della mano e con esso l’uomo tagliava carni e pelli, schiacciava, scavava... Il nome deriva dal verbo inglese to chop, che significa spaccare
L’amigdala aveva una caratteristica forma a mandorla. Era scheggiata su entrambi i lati e con la lama più tagliente per frantumare le ossa degli animali, tagliare rami, pulire cortecce, triturare semi.
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ANCORA PIÙ ANTICHI
In Africa sono stati rinvenuti degli utensili di pietra che sono stati stimati essere più vecchi di almeno 500 000 anni rispetto a quelli usati dall’homo habilis. Questo ritrovamento dimostra che alcuni ominidi avevano sviluppato l’abilità di costruire semplici strumenti in pietra. Gli archeologi e le archeologhe ritengono che gli strumenti ritrovati servissero per rompere i gusci dei frutti o per scavare nel legno in cerca di insetti. Probabilmente, l’ominide che usò questi utensili potrebbe essere stato un australopiteco del genere di Lucy.
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Per difendersi dal freddo intenso, l’uomo del Paleolitico imparò a utilizzare le pelli degli animali uccisi, dopo averle lavorate. Procedeva in questo modo.
Dopo aver scuoiato gli animali, puliva le pelli con un raschiatoio, per renderle così più morbide.
Poi metteva le pelli ad asciugare vicino al fuoco e le tagliava con degli strumenti appuntiti di pietra per dar loro una forma adatta.
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Infine, con un punteruolo di pietra, forava le pelli lungo i bordi e le univa tra loro usando aghi di osso e, come fili, tendini di animali o striscioline di pelle.
Studio
Ordina le fasi della lavorazione delle pelli. Numera da 1 a 4.
Le pelli erano messe ad asciugare vicino al fuoco.
La pelle veniva forata con un punteruolo e poi cucita con aghi di osso e fili fatti di tendine di animale.
La pelle veniva pulita con un raschiatoio e resa più morbida.
La pelle veniva tagliata con strumenti appuntiti di pietra.
They wear animal skins.
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Elenca gli strumenti che l’uomo usava per preparare le pelli degli animali.
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