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L’extraterrestre solitario
Si chiamava Plink 48, l’ultimo abitante del pianeta Plonk, intorno alla stella Plenk, nella galassia Plunk. Un bel giorno se ne andò pure lui, lasciando il suo povero Plonk disabitato. Fece rotta verso la Terra, di cui aveva sempre sentito parlare. Arrivato in meno di un millennio di viaggio, parcheggiò l’astronave sotto un pino, ma il colore verde smeraldo della sua pelle, le sue sette braccia, i tredici occhi e le orecchie sotto le ascelle attirarono inesorabilmente gli abitanti del luogo, che subito accorsero per non perdere la novità. L’indomani i giornali titolarono: C’È VITA SUL PIANETA PLONK? Non ti dico la sorpresa di Plink 48 che dopo aver fatto colazione con otto cornetti, un cappuccino e una fetta di salame con la marmellata si mise tranquillo a sfogliare i giornali. Tanto fu sorpreso che rilesse i titoli due o tre volte! – Davvero c’è vita su Plonk? – borbottò. – E io che me ne sono andato. Sciocco che sono! Io sono qui e la vita è lassù! Gli bastò mezzo secondo per prendere la decisione: sarebbe tornato al suo paese. Saltò sull’astronave e arrivederci ai terrestri. Di lui e di Plonk non si seppe più nulla.
A. Valente, Favole dell’ultimo minuto, Gallucci
IO
LAVORO sulla struttura racconto fantastico
Segna con una parentesi di fianco al testo: l’introduzione lo sviluppo la conclusione Metti in ordine le frasi chiave delle sequenze per ricostruire la trama, cioè l’ordine cronologico dei fatti. Plink 48 arriva sulla Terra.
Plink 48 riparte per il suo pianeta. I giornali della Terra informano che su Plonk c’è vita. Plink 48 abbandona il suo pianeta Plonk perché non c’è più nessuno.