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Un tarlo

Una sera di maggio, nel buio della stanza mi parve di sentire un rumore che mi tenne sveglio. Subito pensai: “C’è qualcuno nella stanza”. Accesi la luce: mio fratello dormiva tranquillo, la porta era chiusa, tutto era a posto. “Si vede che me lo sono sognato” e spensi la luce. II rumore ricominciò: un rumore strano, come di qualcuno nascosto nell’armadio che mi spia dalla fessura. Forse un ladro. O un fantasma. Riaccesi la luce: aprii tutti i cassetti, guardai sopra e sotto. In quel momento si aprì la porta ed entrò la mamma. – Perché non dormi? – mi chiese. Allora le dissi di quel rumore che sentivo nella stanza. – Sarà un tarlo – disse. E cominciò a esplorare il vecchio cassettone, mentre io cercavo di immaginare l’animale sconosciuto che aveva quel nome. A un tratto la mamma mi indicò con il dito un mucchietto di polverina gialla vicino a un piccolo foro nel legno. – Vedi? È lui! Lui lavora di notte mentre noi dormiamo. È un bruchino che scava nel legno la sua galleria. – E il mattino esce? – No, il suo riposo è più lungo. E mentre dorme si trasforma. – Si trasforma? E che cosa diventa? – Se tieni d’occhio questo forellino, un giorno lo vedrai, quando uscirà! E un mattino dal buchino della galleria uscì una piccola farfalla che volò sulla trave del soffitto.

M. Lodi, Il cielo che si muove, Editoriale Scienza

IO

CONOSCO il racconto realistico

Il luogo in cui si svolge la vicenda è un ambiente: reale. fantastico. Il tempo è: definito. indefinito. I fatti narrati potrebbero accadere nella realtà? Sì No I fatti sono narrati in ordine cronologico? Sì No

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