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Una fettina di sole

Una volta non c’era la Luna. Di giorno c’era il Sole, più luminoso che mai. E di notte non c’era niente al di fuori del buio. Di giorno la gente doveva mettersi gli occhiali con le lenti scure per non restare accecata dalla luce abbagliante. Se uno si dimenticava a casa gli occhiali scuri non riusciva neanche ad aprire gli occhi. Di notte non si vedeva niente. Ma niente di niente. Si vedeva solo il nero della notte. Nient’altro. E la gente che era ancora in giro, dopo il tramonto, doveva tornare a casa a tentoni. E per ritrovare la strada di casa ci voleva un sacco di tempo. Non si poteva andare avanti così! – Aiutaci, Sole – disse la gente. Il Sole ascoltò, cercò un’idea e la trovò. Tagliò dalla sua pancia luminosa una fettina sottile sottile, luminosa anche lei, ma meno di lui. Quando venne l’ora del tramonto, prima di andar via, il Sole appese la fettina nel cielo della notte. Quella fettina c’è ancora oggi, serve a guidare chi va in giro di notte e si chiama Luna.

G. Campello, È autunno-Una storia al giorno, Edizioni EL

IO

LAVORO sulla struttura leggenda

Segna con una parentesi di fianco al testo: l’introduzione lo sviluppo la conclusione La leggenda segue generalmente questo tipo di struttura: Introduzione: all’inizio del racconto il fenomeno di cui si vuole spiegare l’origine non esiste o ha un aspetto diverso. Sviluppo: accadono fatti straordinari che spiegano i cambiamenti. Conclusione: al termine della storia il fenomeno si presenta come ai giorni nostri.

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