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Evviva la matematica
EVVIVA LA MATEMATICAi
Avevamo appena preso il quaderno a quadretti quando… Toc! Toc! Qualcuno bussa alla porta. – Avanti! – dice la maestra. La porta si apre ed entra un clown. – È qui che si fa matematica? Credevo di avere sbagliato aula. Noi clown facciamo sempre dei pasticci. Ha tirato fuori tante palle colorate e si è messo a lanciarle e a riprenderle. – Quante sono? – Sono sette – ha detto Paolo. Poi il clown ha tirato fuori dalle tasche altre palle colorate, le ha distribuite e ci ha insegnato a lanciarle. Io riesco a lanciarne due, Giulia tre e la maestra Ursula, che è grande, quattro. Secondo me, non ci sono modi migliori dei giochi e delle sorprese che inventa ogni giorno la maestra Ursula per imparare la matematica.
M. Vago, La scuola delle sorprese, Piemme Junior
�della storiaIl filo rosso
PENNE E PIUME IL TEMPO DELLA SCRITTURA
Hai mai ricevuto una sorpresa inaspettata? Racconta brevemente.
NUOVI COMPAGNI DI VIAGGIO:GLI UCCELLI
NEL NIDO IL TEMPO DEL RACCONTO
Il testo completo si trova nella Guida insegnantE.
Arrivavano da diverse parti del mondo. Si vedevano i cigni dal lungo collo che volavano bassi sfiorando l’acqua del lago; li seguivano le anatre in una formazione a V, starnazzando per incitare i più piccoli dello stormo a volare. Gli aironi color della cenere erano partiti tutti insieme dalla radura vicino alla palude: erano rimasti qualche tempo in piedi, ad aspettare tutti. I fenicotteri rosa formavano una macchia di colore nel cielo e, quando planarono nel luogo dell’appuntamento, disegnarono un cuore grande; dai mari i bianchi stormi dei gabbiani seguirono il corso dei fiumi per incontrare gli altri uccelli. Il luogo dell’appuntamento si stava colorando di becchi e piume: tutti erano in attesa del gufo saggio che li aveva chiamati in assemblea. Ma il gufo era ancora nascosto nella cavità più profonda del vecchio castagno. Ecco i pavoni, dalle fantastiche code variopinte; le cince che chiacchieravano rumorosamente; l’usignolo dal canto melodioso che rappava con i pappagalli, accompagnati dal battito ritmico del becco dei picchi. Le colombe e i canarini arrivarono in ritardo, perché, in gabbia da molto tempo, non erano più capaci di volare. Le grida dei falchi, dominati dalle aquile reali, svegliarono il gufo, che si presentò e iniziò a parlare.