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La conclusione

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TUTTO IN UN ISTANTE

Dopo aver trovato un approdo, i pirati gettarono l’ancora e sbarcarono. Il paesaggio era velato, con toni predominanti di grigio e di blu. La giornata era fredda e tirava un vento tagliente come un rasoio. Una pioggerellina fitta e fastidiosa lavava i volti dei pirati, obbligandoli a chiudere gli occhi. Nel cielo non c’erano uccelli, ma solo grandi nubi grigie che si spostavano veloci. Il silenzio era interrotto solo dal monotono frangere delle onde sulla spiaggia. Il gruppo di Mongard si addentrò in un bosco tanto fitto che la luce del sole vi penetrava a fatica. In quella specie di penombra i pirati si muovevano con cautela, come intimoriti da un presentimento. All’improvviso Mongard sentì un leggero fruscio provenire dalle foglie davanti a lui e si arrestò di colpo. – Fermi! – ordinò agli uomini. Tutti si bloccarono senza capire che cosa stava accadendo. Il fogliame tutto intorno fremette. Poi successe tutto in un istante. E nessuno di loro poté farci nulla. Circondati!

S. Ruiz Mignone, L’isola dei vichinghi, Edizioni EL

racconto d’avventura

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IL TESORO DEL CAPITANO

I due ragazzi si avviarono verso la barca legata a un tronco d’albero sporgente sul fiume. Caricarono la sacca con i viveri, le pale e gli zaini e presero il largo remando. – Ce l’hai la mappa? – chiese Frank all’amico. – Certo, – rispose Anthony – non potevo mica lasciarla a casa! La barca scivolava veloce sulle acque del fiume. Le rive si facevano sempre più lontane da una parte e dall’altra. Davanti ai loro occhi attenti scorrevano alberi verdi, cespugli fioriti, qualche tronco vecchio e contorto. Dopo quasi un’ora di viaggio, la corrente diminuì d’intensità e, poco dopo, videro un’ansa del fiume che si allargava sulla sinistra mostrando lingue di sabbia di fianco a un canneto di palude. – Ci siamo – disse Anthony. – Accostiamo. Lavorando con i remi spinsero la barca a riva, facendola fermare dolcemente.

Scesero, scaricarono il materiale, legarono la barca a un masso e si avviarono verso il bosco, che appariva fitto e scuro davanti a loro. Prima di inoltrarsi tra gli alberi, Frank tirò fuori la mappa, l’aprì e la mostrò all’amico. Era molto chiara. Dovevano raggiungere la caverna di Capitan Storm e il percorso era lì, davanti ai loro occhi. Si guardarono sorridendo, poi si diedero un cinque deciso. – Andiamo a prenderci questo tesoro! – fece Anthony avviandosi verso un sentiero appena visibile nella macchia del bosco. – Ci sono molte difficoltà, vero? – chiese Frank un po’ timoroso. – Certo, non sarà una passeggiata – spiegò l’amico riaprendo la mappa – però gli indizi sono evidenti: al bivio a destra... poi sotto il monte Pipistrello... subito dopo, il torrente che scende dal nevaio... – Poi la torre maledetta... – aggiunse Frank con voce tremante. – Ma a quel punto ormai è fatta, Frank. Andiamo.

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