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Le Alpi

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Mappa per esporre

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L’orografia

Le Alpi sono una lunga catena montuosa che si estende come un grande arco da est a ovest, nel nord della penisola. Segnano il confine dell’Italia con il resto d’Europa. I Paesi europei hanno suddiviso di comune accordo la catena in due grandi parti: Alpi Occidentali e Alpi Orientali, separate da una linea immaginaria che collega il Passo dello Spluga al Lago di Como.

Sulle montagne più alte la temperatura è rimasta per secoli sotto lo zero; la neve si è accumulata e ha formato i ghiacciai. I ghiacciai cambiano forma, si muovono e quando scivolano verso il basso trasportano detriti. In questo modo formano valli larghe e arrotondate con una forma a U: le valli glaciali. Quando si sciolgono, i ghiacciai danno origine a ruscelli e torrenti. Quando l’acqua incontra una conca, forma dei laghi alpini. L’acqua scava il terreno con molta più forza del ghiacciaio e crea valli strette e ripide a forma di V: le valli fluviali. Le Alpi Occidentali ospitano le montagne più alte della catena, che superano i 4 000 metri: il Monte Bianco, il Monte Rosa, il Cervino e il Gran Paradiso. L’altitudine e la forma appuntita delle loro cime (o vette) è dovuta alle rocce che le compongono, molto resistenti agli agenti atmosferici.

■ Una veduta del Monte Cervino.

Carta geografica

Osserva la carta e sul quaderno scrivi in quali gruppi sono suddivise le Alpi Occidentali e in quali le Alpi Orientali.

Agenti atmosferici: sono le piogge, la neve e il vento.

Le Alpi Orientali sono meno elevate e hanno numerosi passi che le attraversano da un versante all’altro. Qui si estendono le Dolomiti, montagne spettacolari con pareti a strapiombo. In questa parte della catena si incontrano anche diversi altopiani, cioè zone pianeggianti di alta montagna. A sud della catena alpina si estendono le Prealpi. Sono montagne che digradano verso la zona collinare e hanno cime più

basse e arrotondate di quelle delle Alpi. ■ Una veduta dell’altopiano di Siusi in Trentino-Alto Adige.

Le piante

Gli animali

■ Il lago Limides, e, sullo sfondo, il Monte

Lagazuoi nelle Dolomiti. A queste altitudini elevate cresce la genziana.

■ Lo stambecco vive nelle praterie d’alta quota e sulle pareti rocciose. Negli ambienti di montagna ci sono estese foreste, che variano a seconda dell’altitudine. Nelle zone meno elevate ci sono boschi di latifoglie, come i castagni e le querce. Più in alto crescono invece le conifere, come i larici, i pini e gli abeti. Oltre i 2000 metri, non ci sono più alberi, ma prati. Più in alto ancora sono diffuse piante fiorite, come la genziana e la stella alpina; sulle rocce crescono il muschio e i licheni. Oltre i 3000 metri di altitudine la vegetazione scompare: qui si estendono i nevai e i ghiacciai perenni.

Sulle Alpi vivono camosci, cervi e caprioli, oltre a volpi, orsi e lupi. Questi sono animali diffusi anche in altre zone montane; lo stambecco, invece, vive solo sulle Alpi. Questo grande erbivoro ha corso il rischio di estinguersi: in passato è stato intensamente cacciato e nell’Ottocento sopravviveva solo in Valle d’Aosta. In seguito, è stato dichiarato animale protetto e ne è stata favorita la riproduzione anche in altre zone dell’arco alpino. Numerosi sono gli uccelli rapaci, come le aquile reali, i falchi, le poiane, i gufi.

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