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Dall’argilla alla ceramica

Agricoltura e allevamento fanno nascere nuove necessità: per esempio quella di contenitori dove riporre latte, semi, frutti. L’argilla è un tipo di terra molto fine che mescolata all’acqua si trasforma in un impasto morbido, facile da modellare con le mani. L’uomo e la donna del Paleolitico l’avevano già usata per realizzare le statuette dette “Veneri”; ora si rivela molto adatta a fabbricare recipienti.

Con l’argilla gli uomini e le donne del Neolitico realizzano vasi, scodelle e anche stoviglie per cucinare.

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Le tecniche di lavorazione sono due: 1 l’uomo e la donna modellano la forma del vaso scavando con le mani un blocco d’argilla; 2 l’uomo e la donna preparano con l’argilla dei rotolini, sovrappongono a formare il vaso e poi lisciano le pareti con le mani (tecnica del colombino). Asciugandosi al sole, l’argilla si indurisce e il contenitore è pronto. Per velocizzare l’asciugatura, a un certo punto gli uomini e le donne iniziano a usare il fuoco: si accorgono così che l’argilla cotta (ceramica) è più resistente e impermeabile all’acqua. Nascono allora i primi forni, scavati nel terreno, e un nuovo materiale: la ceramica.

S T E A M

Prendi un blocchetto d’argilla e modella un vaso con la tecnica del colombino. Sul vaso fresco puoi anche tracciare delle decorazioni incidendo l’argilla con un bastoncino, come facevano nel Neolitico.

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