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Nota dell’Autore

Ludolinguistica. Imparare una lingua con giochi di parole è il secondo di tre volumi basati sul volume unico Ludolinguistica e Glottodiddattica pubblicato simultanenamente in Italia (Perugia, Guerra edizioni) e in Canada (Welland, Ontario, éditions Soleil publishing inc.) nel 2010. Quasi un decennio dopo, l’autore ha deciso di aggiornarlo rivedendo ogni capitolo, aggiungendo nuove attività e aggiornando i riferimenti bibliografici.

Il primo volume, Ludolinguistica è presentato dall’autore e include i capitoli su: 1. l’acronimo e la sigla, 2. l’acrostico e il mesostico, 3. l’anagramma, 4. il rebus, 5. il crucipuzzle, 6. il cruciverba, 7. la parola nascosta, 8. l’intruso, 9. il tris, 10. faccio la valigia.

Il terzo volume, Ludolinguistica. Parlare e scrivere con creatività, presentato da Luca Serianni, Università degli Studi di Roma, La Sapienza, contiene capitoli su: l. il titolo camuffato, 2. l’onomastica umoristica, 3. l’umorismo, 4. l’intervista impossibile, 5. i problemi di logica, 6. l’enigma e gli indovinelli, 7. una immagine vale mille parole, 8. il calendario storico, 9. la lettura.

Tutti e tre i volumi ripetono la “Prefazione” originale di Tullio De Mauro e la “Postfazione” di Stefano Bartezzaghi del volume unico (Mollica: 2010). Il capitolo introduttivo “Ludolinguistica e Glottodidattica”, rivisto e aggiornato, scritto dall’Autore, appare in ogni volume. Se si dà un rapido sguardo, in una edicola o in una qualsiasi libreria, alle novità o alla sezione dedicata ai giochi, si nota immediatamente una grande quantità di pubblicazioni dedicata a passatempi con giochi di parole. Tutti questi giochi sono per passatempo e svago e si basano sulla conoscenza della lingua; le “nostre” attività accentuano l’apprendimento e/o la revisione del lessico, della grammatica e della cultura della lingua madre, straniera o seconda.

Nell’ultimo decennio gli autori di libri di testo per l’insegnamento delle lingue straniere hanno utilizzato solo sporadicamente i giochi con le parole, al fine di introdurre una certa varietà negli esercizi e rendere l’acquisizione di una seconda lingua un’attività più gradevole e motivante.

I due giochi di parole che hanno riscosso più successo tra gli autori di manuali per l’apprendimento di una lingua, e che sono presenti in alcuni libri di testo e negli esercizi, sono i crucipuzzle (vedi Capitolo 5, “Il crucipuzzle” nel primo volume, Ludolinguistica. I giochi linguistici e la didattica dell’italiano) e le parole incrociate (vedi Capitolo 6, “Il cruciverba” nello stesso volume). Altre attività presenti nei tre volumi (gli indovinelli, i proverbi, i labirinti, gli scioglilingua, i problemi di logica, il calendario storico per promuovere la conversazione in classe, ecc.) sono purtroppo assenti in libri di testo disponibili sul mercato.

Le finalità dei tre volumi sono: 1. contestualizzare, storicamente e teoricamente, gli elementi di ludolinguistica oggetto di trattazione; 2. includere numerosi esempi che gli insegnanti possono utilizzare subito in classe; 3. fornire, in relazione ad ogni elemento, una varietà di applicazioni glottodidattiche che consentiranno allo studente • di “giocare” con la lingua, • di scoprire come è fatta e quali sono i suoi legami interni, • di ammirarne la bellezza, • e, allo stesso tempo, di apprezzare la cultura che in essa si riflette; 4. fornire agli insegnanti una varietà di attività integrative, da utilizzare come materiale aggiuntivo, a completamento delle attività di base presenti nei libri adottati e che talvolta, per varie ragioni, non rispondono ai reali bisogni del gruppo classe; 5. indicare volumi che gli insegnanti possono consultare per ulteriori approfondimenti o acquistare per la loro biblioteca professionale; 6. identificare alcuni degli autori che hanno lasciato un segno indelebile nello sviluppo della ludolinguistica.

L’obiettivo dei tre volumi è di migliorare l’insegnamento e di motivare lo studente attraverso la ludolinguistica. I suggerimenti che figurano in “Applicazioni glottodidattiche” non sono in ordine di difficoltà; l’insegnante, che conosce meglio di tutti il bagaglio linguistico dei suoi studenti, ha l’opportunità di scegliere quelli a loro più adatti.

Le attività ludolinguistiche vanno utilizzate adeguatamente: il loro impiego è fondamentale per la motivazione e per la sfida; non dovrebbero mai essere adoperate come attività di riempimento, come semplici tappabuchi.

Le tecniche di ludolinguistica offrono delle attività complementari che possono essere facilmente utilizzate insieme ad altre tecniche in qualsiasi programma di insegnamento di lingua straniera.

Non abbiamo voluto abbinare le applicazioni glottodidattiche alle attività proposte dal Common European Framework Reference for Languages: Learning, Teaching, Assessment del Consiglio d’Europa (trad. italiana, Quartapelle e Bertocchi, 2007, ristampa; vedi anche Vedovelli, 2002; Mezzadri, 2004) volendo lasciare al docente la scelta di inserire, adottare, adattare e integrare nelle sue lezioni giornaliere quelle attività che meglio si addicano al bagaglio linguistico dei discenti.

La pubblicazione del Ludolinguistica e Glottodidattica (Mollica 2010) ha scatenato una serie di studi, di saggi, di tesi e di conferenze sul tema del gioco nella glottodidattica. Non ci sorprendono, quindi, le numerose richieste di informazioni che riceviamo con molta frequenza tramite messaggi elettronici, Inoltre, i lettori sono invitati a consultare il sito dell’Autore: www.ludolinguistica.com dove si possono scaricare gratis attività di ludolinguistica.

Abbiamo cercato di facilitare il compito degli insegnanti interessati ad ulteriori ricerche su un tema particolare inserendo dei riferimenti bibliografici alla fine di ogni capitolo; là dove i riferimenti bibliografici non esistono significa che l’Autore non ha trovato altre fonti e quindi il contenuto di quei capitoli è originale.

Il docente che decide di integrare, adottare o adattare queste tecniche nel suo programma di studi deve tener conto: • dell’età dello studente • dei suoi interessi • della sua conoscenza (o abilità) linguistica.

Ricordiamo la definizione che Haim G. Ginott (1995) dà all’importante ruolo che svolge l’insegnante:

Sono arrivato ad una conclusione spaventosa. Sono io l’elemento decisivo nell’aula.

È il mio approccio personale che crea l’atmosfera. È il mio umore giornaliero che fa il tempo. Come insegnante, ho il potere tremendo di rendere la vita del discente infelice o felice. Posso essere un attrezzo di tortura o uno strumento di ispirazione.

Posso umiliare o lodare, far male o fare guarire. In tutte le situazioni è la mia reazione che decide se una crisi sarà intensificata o indebolita e il fanciullo umanizzato o disumanizzato (traduzione dell’Autore).

Più convincente e di gran lunga più importante del curriculum o dei metodi o perfino del contenuto, la formazione dell’insegnante è la chiave del successo di un programma di studio. Un cattivo insegnante incide poco, malgrado il miglior programma possibile a sua disposizione, mentre un ottimo insegnante trascende una materia povera o un’organizzazione imperfetta e, con un metodo tutto suo, impone lo sviluppo intellettuale del discente.

Siamo fermamente convinti che l’insegnante debba creare in classe un’atmosfera di successo e sottolineiamo quelli che devono essere i suoi obiettivi: • motivare • divertire • insegnare rinverdendo quanto Orazio (65 a.C.-8 a.C.) auspicava nella sua Ars poetica.

Ringraziamenti

Alcuni dei capitoli presenti in questo volume sono stati pubblicati come saggi in riviste scientifiche o come capitoli in libri. Tutti sono stati rivisti, aggiornati e ampliati rispetto alle versioni originali. Vorrei ringraziare pubblicamente le Case Editrici e i curatori per il permesso accordatomi alla pubblicazione nel presente volume.

Per una lettura del presente volume prima di andare in stampa vogliamo ringraziare: Carlo Cipollone di Roma; Paola Begotti, Università di Venezia, Ca’ Foscari; Elena Costa di Imola; Rosanna Bonafede, scrittrice, Bologna; Caterina Braghin, Università di Genova; Edvige Costanzo di Rogliano; Mariapia D’Angelo, Università di Pescara; Ro erto Dol i, Università per Stranieri di Perugia; Erika Frisan, Università di Verona; Moni a Gardenghi di Imola; Carla Marello, Università degli Studi di Torino; Elisa etta Pavan, Università di Padova; Si onetta Rossi, Roma; Marilisa Sassi, Roma; Marika Triola, consolato generale d’Italia a Londra.

Un particolare ringraziamento a Beatri e Loreti, responsabile editoriale, al disegnatore Mar ello Carriero e al personale della Eli per il loro impegno editoriale e cura professionale apportati alla nuova edizione dei tre volumi.

Anthony Mollica

Riferimenti bibliografici

Mezzadri Mar o. 2004, Il Quadro comune europeo a disposizione della classe. Un percorso verso l’eccellenza, Prefazione di J.L.M. TRIM, Collana di Biblioteca italiana di glottodidattica diretta da

Anthony Molli a, Perugia, Edizioni Guerra-Soleil. Molli a Anthony. 2010. Ludolinguistica e Glottodidattica. Prefazione di Tullio De Mauro. Postfazione di Stefano Bartezzaghi. Perugia, Guerra Edizioni, 2010/Welland, Ontario, Canada, éditions Soleil publishing. inc., 2010. Quartapelle Fran a e Berto hi Daniela. 2007 (ristampa), Quadro comune europeo riferimento per le lingue: apprendimento, insegnamento, valutazione, Milano, La Nuova Italia-Oxford; traduzione italiana di Council of Europe, 2001, Common European Framework of Reference for Languages:

Learning, Teaching, Assessment, Strasbourg, Council of Europe. Vedovelli Massi o, 2002. Guida all’italiano per stranieri. La prospettiva del Quadro comune europeo per le lingue, Roma, Carocci editore.

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