Reconexión Pedregal | booklet part2

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Indicazioni legislative

Intenzioni amministrative: verso uno sviluppo sostenibile Nel 2000, al fine di creare un organismo in grado di legiferare sui diversi temi ambientali viene fondata la SEDEMA, Secretaria del Medio Ambiente. Questa data è particolarmente importante poiché la fondazione della Segreteria corrisponde alla volontà di dirigere lo sviluppo della città in una direzione sostenibile e di trattare i temi ambientali come interconnessi. Il primo programma climatico PACCM riguarda il periodo 2008-2012 ed ha portato ad un forte miglioramento climatico soprattutto grazie ai programmi informativi e di partecipazione cittadina. Il programma attualmente in vigore è “Reglamento de ley de Mitigacion y Adaptacion al Cambio climatico y desarrollo sustentable del Distrito Federal” e si basa su sei assi strategici: qualità dell’aria, mobilità sostenibile, suelo de conservacion e biodiversità, infrastruttura urbana verde, fornitura e qualità dell’acqua e educazione e comunicazione ambientale. Le volontà dettate da SEDEMA e seguite dalle amministrazioni specifiche sono quelle di rendere Città del Messico una città verde, innovatrice, competitiva e con una buona qualità di vita per i propri abitanti.


Alvaro obregon Coyoacan Tlalpan

4.3 m 2 /ab

7.4 m 2 /ab

8.3 m 2 /ab

Suolo di conservazione Negli anni ‘70, durante il Periodo del Milagro Messicano, il governo crea un piano direttore di sviluppo urbano. Questo, a causa della forte componente informale che caratterizza la città, verrà seguito poco. Nel 1982 si vanno a differenziare in due entità amministrative il suolo urbano e quello naturale, destinato a non essere costruito. Quest’ultimo nel 1986 viene definito come suolo di conservazione del Distretto Federale seguendo i dettami della World Commion on Protected Areas (WCPA) e comprende metà del territorio del DF. Le funzioni a cui deve rispondere quest’area sono quelle di mantenimento della biodiversità, di fauna e flora, e di tutti i relativi benefici apportati ai cittadini dalla presenza di verde. Fondamentali sono le funzioni di ricarica del manto freatico, la cattura di carbonio e la produzione di ossigeno. Il suolo di conservazione inoltre comprende gli unici terreni agricoli di produzione in loco presenti nella Valle del Messico. La necessità di creare il suolo di conservazione durante il boom messicano fu dovuta anche alla volontà di definire un limite all’urbanizzazione che a macchia d’olio andava espandendosi sempre più nella conca. Sul limite di conservazione furono quindi poste delle barriere, mura e recinzioni, non per negare l’accesso al

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suelo urbano asientaentos iregulares suelo de conservacion

1976 1978 1982

58%

Ley desarollo urbano distrito federal Plan director de desarrollo urbano Divisione del teritorio in due entità prevenzione incendi

vigilanza forestale

riforestazione riconversione produttiva

educazione ambientale

protezione specie mais

aree naturali protette

riconversione quartieri informali

mobilità alterinativa nel SC

parco naturale ma per tentare di fermare la costruzione informale. Allo stato attuale il 9% dei territori del suolo di conservazione sono stati comunque occupati illegalmente. Tra gli obiettivi portati avanti dalla Segreteria del Medio Ambiente vi è quello di creare diverse possibilità abitative, al di fuori di questo terreno per coloro che vi risiedono tramite il programma AHI Reconversiones de Asientamientos Humanos Irregulares. Ma i compiti delle SEDEMA sono molteplici; al fine di mantenere e migliorare la biodiversità questa si occupa di gestire la monitoriazione e la vigilanza del SC con guardie forestali e servizi di ronda, creare programmi per la


prevenzione e degli incendi ela riforestazione di aree che hanno subito danni. Il territorio, al fine di essere amministrato in modo migliore viene suddiviso tra aree ecologiche, aree protette e boschi. Il suolo che non si trova sotto vincoli speciali è interessato da programmi di riconversione in aree produttive e protezione delle specie di mais dell’altipiano. Uno dei ruoli più importanti assunti dalla segreteria riguardo al SC è quello didattico. Sono stati attuati dei programmi di educazione ambientale nelle scuole al fine di creare una generazione più attenta verso le problematiche ambientali. Inoltre sono stati distribuiti opuscoli e volantini di sensibilizzazione e promossi i i centri di partecipacion ciudadana: è evidente che trattandosi di una territorio così vasto la presa di coscienza e la conseguente attivazione da parte dei cittadini sia l’unica soluzione per rendere città del messico un luogo più ecologico, sostenibile.

Proface Il ruolo della partecipazione cittadina, come unica via nello sviluppo sostenibile della città, viene promosso dal programma PROFACE. Questo è un forte strumento politico economico per preservare, conservare e restaurare i sistemi ecologici della Valle del Mexico tramite la partecipazione sociale. PROFACE va a definire i principi da seguire nella definizione dei progetti che riguardano le aree naturali e il loro intorno, andando a porre attenzione sul ruolo che avranno i proprietari dei terreni e il coinvolgimento dei vecinos e dei futuri fruitori. Per poter partecipare alle assegnazioni di fondi è necessario che i progetti rientrino almeno in una delle seguentii linee guida: protezione e restaurazione di ecosistemi, riconversione produttiva agricola sostenibile, sviluppo di sistemi di protezion comunitari, opere di conservazione del suolo, opere di conservazione dell’acqua, conservazione degli habitat naturali e della biodiversità. Il programma si suddivide in due poi sottoprogrammi che vanno a definire la gestione dei fondi e le clausole di assegnazione. Il programma attuativo APASO, (Apoyo para la Participación 157

PROFACE 2008

Programma difondi per la conservazione e il restauro dei sistemi ecologici della Valle attraverso la partecipazione sociale

Incentivi per programmi orientati alla protezione e al miglioramento delle condi zioni ecologiche dei suoli di conservazione

Fondi per progetti di riconversione finaliz zati al restauro ecologico e al recupero di sistemi frammentati fruibili dalla popola zione tramite mobilità leggera.


Social en Acciones para la Conservación y Restauración de los Ecosistemas) prevede degli incentivi per programmi di lavoro comunitario e di mano d’opera specializzata orientati alla conservazione alla protezione e miglioramento delle condizioni ecologiche dei suoli di conservazione. Il sistema FOCORE, Fondos para la Conservación y Restauración de Ecosistemas, invece si occupa dello stanziamento di fondi per progetti partecipati di riconversione, finalizzati al restauro ecologico e al recupero di sistemi frammentati fruibili dalla popolazione tramite mobilità leggera. Il progetto nell’area del Pedregal rientra nelle categorie di assegnazione di fondi e utilizzerà questi programmi come finanziamenti principali.

Plan ciclovia La costruzione di una pista ciclabile sopra l’anitica ferrovia Balsas, rappresenta l’intervento più importante effettuato dall’amministrazione riguardo i sistemi di mobilità lenta. La pista, lunga più di 80 km, passa per zone urbane, boschive e rurali, percorrendo il distretto federale la centro storico fino al suolo di conservazione. Gli obbiettivo di progetto riguardano, oltre alla promozione di un sistema di mobilità sostenibile e l’interconnessione tra diversi mezzi di strasporto, il recupero degli spazi comunitari, l’integrazione paesaggistica economica e sociale tra i differenti quartieri che attraversa. Il prgetto si configura come asse connettore di aree naturali, spazi pubblici, centri scolastici, poli culturali e aree commerciali. La pista può essere classificato non solo come un corridoio biologico in cui le aree verdi divengono spazio connettonnettivo , ma come arteria principale della metropoli attraverso la quale è possibile collegare la città con i mezzi di trasporto non motorizzati. La declinazione più interessante riguardo l’utilizzo dell’infrastruttura come spazio pubblico, luogo di incontro sociale ove i cittadini appartenenti alla diverse comunità possono incontrarsi. La ciclovia de Balsas è il più grande parco esistente nel distretto federale con un’estensione di 60 ha e, tramite l’utilizzo di materiali costruttivi permeabili, diviene un’importante baluardo per la ricarica del manto freatico. Il parco lineare propone inoltre la conservazione attraverso la partecipazione sociale ed attività di educazione ambientale. Questa è l’unica pista ciclabile federale che si trova al di fuori del centro storico, e, passando per l’area di progetto, diventa uno degli assi connettivi della strategia d’intervento.


tragitto interazione comunitĂ

PLAN CICLOVIA PARQUE LINEAL 2006

progetti ecologici partecipato

Infrastruttura ciclabile che riutilizza il tracciato della linea ferroviaria dismessa Balsas

ecologia sviluppo sostenibile

A

B

C

D

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A

B

C


Infraestructuras verdes Nel 2012 viene pubblicato il documento “Infraestructura verde y corredores ecológicos de los pedregales: ecología urbana del sur de la Ciudad de México”, che contiene una proposta di strategia da applicare sul territorio del pedregal. Il progetto si propone di creare un rete di strutture puntuali e lineari declinate secondo quattro assi tematici caratterisitici del sistema. Il primo asse riguarda il sistema delle acque che risulta problematico a causa delle inondazioni dell’inquinnamento della falda in tutta la città. Il sistema del terreno roccioso presente nel Pedregal, dovrebbe garantire la permeabilità, ma spesso è stato compromesso a causa dell’iperurbanizzazione. Il progetto si pone come obiettivo quello di lavorare sul trattamento delle acque e sulla loro raccolta e ridistribuzione. La seconda linea strategica riguarda la mobilità sostenibile, oggi assente nell’area a causa di carenze infrastruttturarli adeguate, e propone la diminuzione delle aree di asfalto, e l’induzione di sistemi pedonali e ciclabili associati all’impianto paesaggistico in modo da formare corridoi verdi infrastrutturali. Il terzo punto riguarda il miglioramento e l’accessibilità agli spazi pubblici. Il Pedregal, pur contando su una qualità abbastanza elevata di spazi verdi rispetto alla città, è carenti di punti di incontro. Il progetto propone quindi la creazione di 9 tipologie di spazio pubblico da inserire all’interno dei diversi quartieri presenti sul territorio sfruttando la vita pubblica generata da scuole, mercate e vie commerciali. Infine il progetto si propone di creare un rete di biodiversità che vada a connettere aree residuali, riserve e strade che conservano la vegetazione originaria. Le proposta di piano non ha alcuna forza attuativa ma risulta un importante elemento per quanto riguarda le analisi sul territorio del Pedregal le proposte strategiche; viene presa come base da cui sviluppare il progetto

permeabilità

spazio pubblico

biodiversità

mobilità


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INFRAESTRUCTURA VERDE


Plan estrategico s angel Il Consiglio per la difesa e la conservazione del quartiere Jardines del Pedregal de San Angel, AC, è l’organizzazione no-profit fondata nel 2010, trasparente e aperta alla partecipazione cittadina, che è stata creata dai vecinos per proteggere il proprio patrimonio, consentire il dialogo con le autorità e garantire il rispetto per il quadro giuridico che dirige l’uso del suolo e altri aspetti della vita di quartiere. L’associazione ha redatto il piano strategico per i giardini del Pedregal del 2030, che affronta i temi riguardanti l’utilizzo del suolo, la mobilità, la gestione delle acque, il programma degli eventi culturali e la preservazione del sistema ecologico. Le azioni che risultano più interessanti ai fini del progetto riguardano il sistema del paesaggio e dello spazio pubbico. Il piano promuovere una serie di attività sociali negli spazi aperti per rendere più attrattivi i luoghi di vita pubblica e si mobilità per il miglioramento dei parchi esistenti. Dal punto di vista ecologico invece si occupa di stanziare fondi per migliorare le condizioni di permeabilità dei terreni sia in ambito pubblico che privato e di conserare e ripristinare la vegetazione del Pedregal negli spartitraffico del quartiere e lungo i percorsi pedonali. Vengono in oltre dati degli incentivi economici per i lavori di restauro sullo case dell’epoca della fondazione del quartiere e per la salvaguardia e la creazione di giardini congruenti al paesaggio del Pedregal. Il progetto andrà a sfruttare i fondi offerti per la preservazione della vegetazione e coglierà lo spunto del ripristino degli spartitraffico come corridoi del Pedregal.


PLAN ESTRATEGICO JARDINES DEL PEDREGAL Promuovere gli spazi pubblici come connettori di attività sociali

163 RESTAURO CONSERVATIVO VEGETAZIONE PEDREGAL PERMEABILITA’ TERRENI



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Strategia di progetto

Rafforzamento del sistema ecologico del Pedregal Il Pedregal è un sistema ecologico unico e dal forte impatto ambientale ed estetico. La volontà è quella di rafforzare questo sistema andando ad agire da un lato sui frammenti esistenti dall’altro su corridoi ecologici che vadano a connettere questi frammenti e quindi a ricreare un sistema unitario più resistente. Il lavoro sulle aree ecologiche avviene attraverso lo sfruttamento del programma di fondi APASO, che consente di coprire le spese per la protezione e il continuo miglioramento di queste aree, già in utilizzo nel suelo di conservacion e funzionante. Alla conservazione da parte delle autorità si va ad unire un programma di sensibilizzazione volto ai cittadini: è previsto un ciclo di incontri nelle scuole e durante le riunioni dei vecinos dove vengano esposte le potenzialità della conservazione ecologica e i rischi associati all’inquinamento dell’ambiente. Unitamente a questi incontri vengono proposte delle giornate di raccolta dei rifiuti nelle aree ecologiche e ai loro limitari come volontariato. Il problema dei rifiuti e della raccolta differenziata verrà affrontato anche tramite l’estensione del mercato itinerante di Trueque che prevede lo scambio di prodotti di artigianato locale e di ortaggi della Valle del Messico con rifiuti differenziati grazie a sussidi statali. Viene inoltre preso ad esempio, sfruttato ed esteso, il Plan Estrategico Jardines del Pedregal, che propone incentivi economici agli abitanti che possiedono o intendono creare sulle loro proprietà dei giardini con essenze locali. La possibilità è quella di creare degli eventi a giardini aperti che possano da un lato far emergere il lavoro dei cittadini coinvolti e dall’altro permettere alla popolazione di conoscere e godere del paesaggio del Pedregal. L’azione di maggior rilievo nell’ambito della valorizzazione si sviluppa all’interno della città universitaria: si sfruttano gli spartitraffico che presentano notevoli dimensioni al fine di creare un parco ecologico tematico, rivolto sia alla popolazione che agli studenti. La scelta di collocare il parco nella città universitaria deriva, oltre che dalla conformazione dei verdi e dal posizionamento verso il centro urbano, anche dalle possibilità di azione della UNAM. L’università infatti è un ente con molti fondi e propenso ad azioni di tipo sostenibile (come evidenziano i programmi Pumagua e Serepsa), che però può agire unicamente sul proprio territorio e non in ambito cittadino. Sarà quindi l’università ad accollarsi l’intervento più ingente. L’obiettivo di riconnessione dei frammenti ecologici si sviluppa invece attraverso la creazione di filamenti di vegetazione del


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S

+

Pedregal che assumono la funzione di corridoi di biodiversità. Per raggiungere questo scopo il progetto si appoggia alla rete di spartitraffico esistenti che in molti casi conservano la vegetazione originaria. Il progetto ne prevede quindi il rafforzamento e il completamento nei sistemi lineari esistenti con le piantumazioni consigliate nel documento Bitácora del jardinero del Pedregal. Verranno inoltre disegnate nuove connessioni ecologiche ove il sistema di spartitraffico sia assente, intervenendo sulle aree verdi con vegetazione esotica a lato della carreggiata. Entrambi i sistemi garantiranno la visibilità di un paesaggio ora nascosto sia ai cittadini che agli automobilisti di passaggio. Un ulteriore supporto alla valorizzazione del paesaggio deriva dalla prevista eliminazione di funzioni non congrue all’ecologia, quali parcheggi e mercati informali, nelle aree che debbano essere riconvertite. Le azioni collocate a livello di masterplan strategico sono state studiate in funzione della vocazione di ciascuno spazio infrastrutturale residuale e delle possibilità di intervento sui verdi esistenti.La volontà di riutilizzare ed esaltare il sistema lineare di vegetazione sarà coniugata anche in modo didattico. Se ad oggi il paesaggio pedregalino è pressochè sconosciuto, tramite queste azioni di progetto la popolazione avrà la possibilità di avvicinarsi a questo sistema ecologico di valore.


Riconfigurazione del sistema di spazi pubblici L’area presa in esame presenta da un lato una forte carenza e al tempo stesso irraggiungibilità degli spazi pubblici dall’altro una quantità cospicua di aree verdi difficilmente accessibili e inutilizzate. Il primo obiettivo che si pone il progetto è quello di sfruttare gli spazi pubblici esistenti rendendoli più accessibili ed attrattivi. Le azioni che vengono proposte riguardano da un lato un lavoro sulle barriere, dall’altro una riqualificazione degli spazi stessi. Il primo punto si concretizza nella creazione di varchi nei muri e nelle recinzioni che permettano l’accesso da diversi punti del perimetro dei lotti andando così a garantire un minor tempo di percorrenza per raggiungere le aree. La volontà di creare un sistema perimetrale poroso non viene tuttavia completamente realizzata da questa prima azione. I muri costituiscono infatti delle barriere psicologiche oltre che fisiche soprattutto per quanto relazionati ad un’estetica della difesa e di cultura della paura. L’obiettivo quindi è quello di ridurre l’impatto simbolico di questi elementi, ridipingendoli con i colori sgargianti tipici della cultura messicana, e di creare un arredo urbano integrato, con porzioni di giardini verticali e zone artistiche per la creazione di murales. Ove vi sia una particolare carenza di spazi pubblici di vicinato il progetto propone di far ricorso alle autorità affinchè vengano rese nuovamente pubbliche ed accessibili le aree verdi facenti parte delle calles cerradas. Questa tipologia di quartiere chiuso, a differenza dei barrios cerrados, non detiene legalmente i terreni entro cui si chiude che non siano strettamente quelli della proprietà privata. Questa sarà un occasione per creare da un lato un sistema continuo di spazi pubblici e dall’altro per promuovere l’integrazione sociale. Relativamente alle opportunità di incontro e vita cittadina il lavoro che riguarda il mantenimento e il miglioramento degli spazi pubblici verrà svolto tramite processi di gestione comunitaria. Potrà quindi essere sfruttato il programma FOCORE che stanzia fondi per progetti partecipati per le aree che ancora conservano la vegetazione del Pedregal. La partecipaciòn ciudadana risulta un mezzo vincente di intervento a Città del Messico, poichè sensibilizza la popolazione rendendola più attenta nei riguardi dei luoghi comunitari. Il secondo obiettivo della linea strategica del sistema di spazi pubblici concerne lo sfruttamento di quei luoghi che per varie ragioni sono ad oggi inutilizzati pur possedendo del potenziale. Una delle forti carenze riscontrate riguarda gli spazi di prossimità. Il progetto si propone di andare a sfruttare gli spartitraffico di dimensioni più ampie come parchi lineari. Questo sistema, che viene spesso utilizzato in sud america, è

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già stato impiegato, anche se solo in modo puntuale, all’interno dell’area di progetto. Unendo i parchi esistenti a quelli di nuova costruzione l’intento è quello di creare una rete di spazi pubblici di prossimità molto estesa che vada a soddisfare i bisogni degli abitanti. Anche i quartieri informali in questo modo potranno fruire delle aree verdi. A questo sistema si unisce quello di utilizzo delle aree dedicate a futura costruzione che verrano trasformate in parchi pubblici temporanei. Anche in questo caso viene proposto un lavoro sulle barriere e il posizionamento di arredo provvisorio e facilmente movibile al momento delle edificazioni. Questo obiettivo si coniuga anche nel migliorare la fruibilità di luoghi che ad oggi hanno un accesso limitato. Viene infatti proposto un nuovo sistema di gestione degli spazi sportivi, relativamente abbondanti all’interno dell’area analizzata, che permetta anche ai cittadini appartenenti ai ceti meno abbienti di fruire di queste strutture, in molti casi private, durante alcune fasce orarie. Le aree definite legislativamente ecologiche sono nella gran parte dei casi non accessibili al pubblico. Essendo non proponibile l’apertura di queste aree poichè incompatibile con la funzione di salvaguardia dell’ambiente, il progetto propone di creare dei calendari di attività che, sotto forma di visite guidate, rendano possibile ai cittadini la conoscenza e la visita di questi luoghi. Il sistema degli spazi pubblici risulta quindi scandito tra elementi lineari e puntuali rappresentativi degli spazi di prossimità, e la gestione di grandi aree fruibili temporaneamente.


Promozione di un sistema di mobilità sostenibile Il luogo di intervento è caratterizzato, come del resto tutta la zona conurbata di Città del Messico, da forti cesure viarie, rallentamenti del traffico e dall’inquinamento. A questo va a sommarsi la carenza di sistemi di mobilità collettiva e alternativa che esistono invece nel centro della città. Al fine di disincentivare l’uso dell’automobile a favore di mezzi più sostenibili il progetto suggerisce diverse linee di azione. La prima riguarda il miglioramento dei sistemi di mobilità collettivi poco presenti nell’area e completamente assenti nella zona sud. Il prolungamento della linea di metrobus Indios Verde prevede il collocamento di sei nuove fermate in punti strategici di accesso a grandi aree verdi. Inoltre è prevista la creazione di una nuova linea di autobus urbani che vada a disincentivare l’utilizzo dei colectivos, ad oggi molto utilizzati, che per la bassa capacità e per l’età dei mezzi risultano non sostenibili. Al fine di garantire la possibiltà di utilizzo agevole di mezzi differenti è prevista la creazione di nodi di scambio tramite la sovrapposizione delle fermate relative alle differenti linee; questo metodo verrà applicato per la metro, il metrobus, il pumabus della città universitaria e gli autobus di linea urbani. Le proposte per una nuova mobilità trasformarno il Pedregal in un territorio baluardo degli spostamenti sostenibili e del basso inquinamento. Per assicurare l’accesso a questi sistemi di mobilità pubblica vengono progetatti sei parcheggi scambiatori in prossimità delle strade ad alto scorrimento, parcheggi che permettano di cambiare mezzo una volta giunti nel Pedregal abbandonando la macchina al limitare dell’area. Grazie ad un clima molto mite, con temperature medie annuali tra i 10 e i 19 gradi, l’area si presta molto all’incentivazione dell’uso della bicicletta. L’obiettivo è quello di creare una rete ciclopedonale, costituita in prevalenza da infrastrutture verdi, che vada a connettere gli spazi pubblici e i parchi presenti nell’area. La rete verrà realizzata seguendo tre modalità. La prima è quella dello sfruttamento delle vie del mercato, che ad oggi risultano comunque di difficile fruizione da parte delle automobili. In fase di analisi sono state individuate le vie commerciali di maggiore rilievo situate sugli assi strategici di connessione. Su queste il progetto prevede la chiusura al traffico dalle ore 8 alle ore 20, garantendo però l’accessibilità a coloro che vi risiedono. Si intende andare a riqualificare il manto stradale integrandolo con piattaforme atte a regolare il commercio informale in modo che questo occupi solo su una porzione del manto stradale garantendo almeno una corsia per senso di marcia.

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La seconda modalità attuativa è quella di ridisegnare la sezione stradale delle vie necessarie alla connessione degli spazi pubblici. Viene diminuita la carreggiata, disincentivando così l’uso dell’auto, e ampliata o introdotta ex novo, la zona per pedoni e biciclette a lato strada. Gli spazi residuali infrastrutturali offrono infine la terza possibilità di intervento. Questi, grazie alle loro grandi dimensioni e a seguito della trasformazione in parchi lineari o corridoi ecologici, sono luoghi ideali per il posizionamento di una ciclabile continua e di accesso agli spazi pubblici di prossimità. Particolare attenzione deve essere posta nei punti di possibile conflitto di flusso con le automobili. Vengono innanzitutto diminuite le interruzioni di spartitraffico che consentono l’inversione del senso di marcia mentre per quanto riguarda le interruzioni dovute agli incroci è previsto un sistema di semafori che dia precedenza a biciclette e pedoni. Ove questo sistema si allaccia alle precedentemente descritte aree


di pista ciclabile sono previsiti sovrapassi e sottopassi, soprattutto nel caso in cui le strade da attraversare siano ad alta velocità di percorrenza. Per ciascuna tipologia di intervento, ove possibile, la pista promuoverà una differenziazione di flusso tra pedoni e biciclette in modo tale da consentire alle ultime di viaggiare a velocità maggiore senza slalom e interruzioni. Al fine di aumentare le ricadute di questo intervento è prevista la creazione di un sistema di bike sharing che si integri con il sistema ecobici, presente nel centro, e con quello pumabici, relativo alla città universitaria. La correlazione a questi sistemi di noleggio esistenti è fondamentale poichè sono previste delle connessioni con la rete ciclabile della CU e grazie, alla presenza della ciclovia Balsas, con quella presente nel centro. I nodi di noleggio bici vengono collocati in prossimità dei parcheggi scambiatori, delle fermate degli autobus e alle intersezioni che presentano maggiore flusso e richiesta.

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Il nodo del sistema La strategia prevede la creazione di un parco ecologico all’interno del campus universitario. Qui le reti di ecologia, spazio pubblico e mobilità si sovrappongono andando a creare un sistema più complesso che diviene il nucleo dell’intervento. Questo luogo diviene una sintesi degli interventi effettuati sulla macroarea e, assumendo anche connotazioni didattiche, fornisce alla popolazione gli strumenti per comprendere i sistemi che rendono il Pedregal un luogo unico, ricco di potenzialità, da esaltare e salvaguardare, chiarendo il linguaggio di intervento utilizzato in tutta l’area del Pedregal. Il posizionamento del campus nella zona nord dell’area lo rende il luogo più adatto per la realizzazione di un intervento di questo tipo, poichè esso diviene testata del sistema che si incunea nel tessuto urbano più consolidato. Le uniche due fermate della metropolitana dell’area si collocano nei pressi del campus, nascendo proprio come servizio a questo, e garantiscono un’accessibilità migliore all’area di intervento anche per i cittadini residenti in altre zone della città, visitatori e turisti.


Spazi residuali come occasione d’intervento Identificata come area di intervento con maggiori pregi e possibilità l’area universitaria, ci si è posta il problema di individuare le aree specifiche di intervento. Sono state sovrapposte le aree sottoposte a vincolo e le barriere al fine di individuare le zone di possibile azione più accessibili. La zona del casco viejo, che comprende lo stadio, l’area accademica e la parte sportiva è sottoposta ai vincoli dell’Unesco. Per questo motivo, e per rispetto verso un’area di elevata qualità architettonica, il progetto non si occupa di intervenire in alcun modo su questa parte della CU. La seconda zona protetta riguarda le riserve ecologiche. Essendo la vocazione del progetto di forte conservazione ambientale anche queste non verranno toccate da interventi che ne potrebbero compromettere la salvaguardia. Le aree non sottoposte a vincolo risultano essere quelle di costruzione risalente agli anni ‘70. Gli spazi di queste aree sono però di tipologia pertinenziale, con una vegetazione spesso esotica e senza continuità, caratteristiche che li rendono poco adatti alla realizzazione del progetto. La presenza di barriere forti, quali mura e recinzioni, segna inoltre buona parte dei perimetri delle isole. Non avendo la possibilità di andare ad agire in modo radicale sui sistemi di protezione delle singole facoltà risulta evidente come gli spazi più accessibili, con maggior possibilità di intervento e con caratteristiche paesaggistiche congruenti alla funzione di progetto studiate, siano gli spartitraffico. I verdi residuali, essendo degli spazi che non sono mai stati progettati, conservano la vegetazione storicizzata del Pedregal ed avendo delle dimensioni variabili dai 10 agli 80 metri di ampiezza si prestano ad essere trasformati in parco ecologico.

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Corridoio ecologico resistente Il sistema di spartitraffico che si estende all’interno della città universitaria possiede caratteristiche molto varie sia a livello dimensionale che paesaggistico. La catalogazione effettuata evidenzia come vi siano aree con un carattere boschivo molto forte, altre ricche di arbusti, a prato raso e in cemento. Al fine di creare delle connessioni ecologiche continue vengono proposti degli interventi su quelle aree che oggi non conservano più le tracce della vegetazione storica del Pedregal. Alcune porzioni di spartitraffico, pur non essendo ad oggi fruibili, hanno subito interventi di disegno del paesaggio che hanno stravolto l’habitat originario. Si possono ad esempio incontrare prati a raso in cui spiccano siepi dalle forme geometriche ed alberi esotici. L’utilizzo di questa tipologia di verde nella CU comporta varie problematiche: l’acqua utilizzata per l’irrigazione corrisponde al 30% della disponibilità dei pozzi di acqua potabile, la manutenzione richiede molte ore di lavoro e alti costi. Se all’interno del casco viejo questo utilizzo di risorse è giustificato dalla volontà di mantenere un’opera paesaggistica di alta qualità, negli spazi marginali risulta superfluo se non nocivo voler perseguire l’utilizzo delle essenze del progetto originario. La possibilità di reinserire piante dell’ecosistema preesistente risulta vincente poichè oltre ad aumentare la biodiversità del paesaggio, i costi di manutenzione diminuiranno notevolmente e non sarà necessario prevedere un sistema di irrigazione. Attraverso la ripiantumazione con essenze locali e la cura del paesaggio la volontà progettuale è quella di creare delle ricuciture ecologiche che rendano il sistema di spartitraffico un corridoio resistente della biodiversità. I filamenti ecologici hanno la funzione di connettere i grandi nuclei delle riserve rendendoli parte di un sistema unico più resistente all’urbanizzazione. Il sistema dei corridoi va ad appoggiarsi inoltre ad aree secondarie, quali le zone dedicate a futura costruzione e gli spazi di risulta, che conservano la vegetazione originaria.

giardino tema fiori di campo

gia arb

mon xxx


parete di roccia

parcogiochi skatepark

slackline

parkour

nodo intermodale

libreria botanica

atico punto ristoro tea house

osservatorio bird watching

giardino tematico con orchidee

animal hospital

workshop e riciclo

osservatorio bird watching punto incontro jornadas limpieza giardino didattico per bambini

casette pipistrelli

libreria botanica

osservatorio bird watching punto ristoro tea house

giardino tematico piante grasse

scarti organici fertilizzante

stazione pumabici

ristorazione e bar

riparazione biciclette

ardino tematico bustivo

osservatorio bird watching

punto incontro jornadas limpieza

rettilario e sala polivalente

giardino didattico per bambini

mercato sperimentale promenade sopraelevata

osservare il vulcano

tienda unam

nodo intermodale

espacio escultorico osservare il vulcano giardino botanico Pedregal

punto incontro jornadas limpieza paseo esculturas

giochi d’acqua permeabilitĂ

riserva la cantera

osservatorio con binocolo

silos osservatorio

museo arte espacio escultorico mostra ex cava mostre d’arte temporanee giardino botanico Messico

riconoscimento rocce

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nte

piramide Cuicuilco


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Queste divengono delle zone ecologiche di rafforzamento temporaneo. Non è possibile decidere di trasformare queste aree in riserve permanenti del parco poichè è necessario garantire alla CU una futura espansione entro i propri confini. Appoggiandosi al Plan Rector para Ciudad Universitaria del 1996, il progetto intende mantenere la vegetazione pedregalina all’interno dei giardini di queste aree una volta convertite in comparto scolastico e di limitarne l’estensione a livello del terreno. La presenza e il mantenimento della struttura ecologica possiede anche un ruolo fondamentale nel ciclo dell’acqua, essendo esso luogo di ricarica del manto freatico.


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planimetria di progetto

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ESSENZE Asclepias linaria Buddleia cordata Buddleia sessiflora Senecio praecox Agave salmiana Verbesina virgata Senna multiglandulosa Tecoma Stans Opuntia tomentosa Bouvardia ternifolia Echeveria coccinea Echeveria gibbiflora Sedum Oxypetalum


Parco roccioso accessibile Il terreno del Pedregal, con le sue rocce dalle forme barocche si manifesta come uno spazio scultoreo naturale. La volontà di creare un parco tematico che esalti le qualità di questo sistema risulta una scelta necessaria poichè gli abitanti che vi vivono ne sono poco a conoscenza e il 60% degli studenti della UNAM ignora addirittura l’esistenza di una riserva ecologica nel campus. Il progetto si propone quindi di avvicinare le persone a questo paesaggio suggestivo dalle molteplici qualità, creando un sistema avvicinabile sia da coloro che utilizzano il parco come infrastruttura sia da chi intende approfondire il funzionamento dell’ecosistema. La scelta di porre la nuova rete di mobilità dedicata agli spostamenti circuitali per pedoni e biciclette permetterà anche agli osservatori meno attenti di confrontarsi e poter apprezzare questo paesaggio. Il disegno della pista ciclopedonale si basa sulla presenza delle efflorescenze rocciose e segue il principio di tangenzialità rispetto agli elementi in rilievo. In questo modo si riesce sia a mantenere una discreta planarità nella pista sia a garantire un approccio ravvicinato dei fruitori al sistema evidenziato. Il sistema viene inoltre declinato come un museo ecologico all’aria aperta con una segnaletica che sia in grado di guidare l’attenzione al sistema delle rocce, della vegetazione e della fauna. Gli elementi di segnalazione vanno ad integrarsi al percorso con piastre in materiale metallico posizionate sul terreno calpestabile, quando vogliano richiamare l’attenzione ad elementi a terra, e con totem integrati nel sistema di balaustre ove vi sia la necessità di guardare

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un punto più in alto o in lontananza. Sulle piastre viene evidenziata la sagoma dell’elemento da richiamare per renderlo visibile anche da lontano e da chi si muove in bicicletta. Sono stati inoltre catalogati i sistemi rocciosi di maggiori dimensioni e con forte impatto estetico. In questi punti si è deciso di collocare gli osservatori rocciosi che permettono di sostare e contemplare il paesaggio. Questi, ragiungibili attraverso una rete di percorsi secondari che nascono dalla pista, vanno ad integrare le informazioni didattiche che si trovano lungo il percorso. Sulle balaustre di ciascun osservatorio è possibile approfondire temi specifici quali la nascita della distesa lavica, l’importanza di questo elemento nella Valle del Messico, la storia artistica di rappresentazione del paesaggio, l’utilizzo come elemento costruttivo e l’importanza del luogo per la ricarica della falda freatica.

Mobilità tangenziale Il campus universitario presenta molte problematiche a livello di mobilità pedonale e ciclabile. La presenza di molteplici recinzioni e mura non permette di accedere alle isole pedonali come previsto dal progetto originario rendendo necessaria una percorrenza parallela alla strada. La mancanza e l’inadeguatezza dei marciapiedi rendono questo un percorso pericoloso e poco piacevole. Il progetto si propone di creare una nuova tipologia di percorrenza tangenziale che corre all’interno degli spartitraffico. Questa si va a configurare come una pista ciclopedonale a doppia percorrenza con una ampiezza di 4 metri e mezzo, differenziando la zona dedicata ai pedoni e quella delle bici e che si allaccerà alle piste esistenti della CU.


Il progetto prevede inoltre un aumento del parco veicolare di Pumabici. L’analisi dei dati riportati nella tesi “Propuesta de Plan Maestro de Infrastructura Ciclista para el Campus de Ciudad Universitaria” evidenzia come i prestiti giornalieri e l’utilizzo delle biciclette siano correlate esponenzialmente alla crescita del parco veicolare. Incrementando di quattro volte il numero delle pumabici si potrebbe passare, secondo un’analisi grafica delle curve di crescita, da 8500 prestiti giornalieri a circa 50 mila. Questo permetterebbe a circa metà della popolazione che entra nella CU senza macchina di fruire del sistema. Il servizio di bike sharing prevede anche l’incremento delle stazioni di noleggio che si configurano come dei semplici parallelepipedi con frangisole ad alta capienza come quelli promossi nel Plan Unesco. I moduli si collocheranno nei nodi con maggiore flusso del sistema quali i parcheggi scambiatori e alcune fermate degli autobus. Il progetto prevede infatti la conversione del parcheggio dello stadio, ad oggi utilizzato unicamente per gli eventi, e della struttura che ospita taxi dismessi. Al fine di garantire una percorrenza più agevole, fluida, e con la possibilità di cambio di mezzi, viene riconfigurata la rete degli autobus. Tramite sanzioni si vuole scoraggiare il parcheggio abusivo che ad oggi occupa completamente una corsia di ogni circuito e trasformare lo spazio così nuovamente fruibile in corsia preferenziale per i pumabus. Questa sarà tangente allo spartitraffico centrale per garantire la possibilità di accedere al nuovo sistema appena scesi dal mezzo. Non sarà più necessario per gli studenti camminare a bordo strada: questi potranno accedere al sistema tangenziale e percorrerlo fino a quando non si troveranno nei pressi della destinazione prefissata.

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Flusso continuo Il masterplan originario della CU si basava sulla contiuità di flusso e sull’assenza di punti di conflitto. Questo approccio, che ad oggi è stato snaturato, risultava funzionale, sicuro, e di piacevole utilizzo. Il casco viejo offre inoltre spunti interessanti per quanto riguarda il sistema dei dislivelli: questi vengono sfruttati per creare luoghi con caratteristiche differenti e per scandire il paesaggio trasformando questa tipologia di barriere in un punto di forza. Il progetto si propone quindi di assumere la lezione modernista del flusso continuo andando a creare sistemi di attraversamento non conflittuali sia per quanto riguarda la percorrenza tangenziale sia per quella trasversale di passaggio tra percorso e isole, e di sfruttare la presenza dei dislivelli trasformandoli da cesura a connessione. In una prima fase di analisi sono stati individuati i blocchi presenti all’interno delle isole che vengono separati da barriere. Il progetto dovrà infatti prevedere un ingresso per ciascun blocco dal corridoio centrale, consentendo così a pedoni e ciclisti di non muoversi mai a lato strada e di entrare invece direttamente dalla pista di una zona pedonale. La seconda metodologia di approccio riguarda lo studio dei dislivelli. E’ stata effettuata una catalogazione dei bordi delle isole pedonali e degli spartitraffico rispetto al livello del manto stradale andando a definire tre categorie: depressione, rialzo, ove la differenza di altezza supera i due metri e mezzo, e planarità che riguarda i casi residui. Sovrapposti i due sistemi è stato possibile individuare le aree che devono essere fruite dal percorso e come si debba


configurare l’attraversamento. I sovrappassi e i sottopassi si integrano al sistema altimetrico con pendenze che non superano gli otto punti percentuali e dimensioni longitudinali estremamente ridotte. Si riescono in questo modo a creare dei sistemi di attraversamento poco invasivi dal punto di vista estetico e con costi molto contenuti.

Permeabilizzazione della cinta, porte e accessi La città universitaria è ad oggi difficilmente accessibile a causa del muro collocato lungo il suo perimetro che conta pochissimi accessi pedonali, spesso congestionati. Il progetto si pone come obiettivo quello di migliorare l’accessibiltà all’area migliorando il sistema di percorsi esterni e interni al campus e rendendo più porosa la barriera. I sistemi di accesso possono essere preliminarmente distinti in due categorie principali: ingressi normali e porte speciali. Il sistema di permeabilità è stato studiato tramite la catalogazione del bordo. Il perimetro a nord, risulta ad oggi quello più accessibile contando quattro accessi per pedoni. Questi verranno migliorati con l’inserimento di sottopassi risolvendo il conflitto di flusso e le congestioni sulle banchine. Il perimetro a sud, sud-est e sud-ovest delimita la REPSA e non è possibile intervenire senza entrare in conflitto con la funzione di riserva ecologica Per capire come trattare i bordi a est e ovest è stata fatta una catalogazione delle barriere classificandole tra rete, il muro, e abitazioni private. La barriera possiede rigidità massima dove gli edifici si appoggiano al muro. Questa dislocazione risulterà essere, una volta concretizzato l’intervento di progetto, di valore maggiore rispetto a quello attuale; per questo motivo è stato deciso di non procedere tramite l’abbattimento e il ricollocamento delle abitazioni. Sono stati individuati i punti con la presenza di sole reti o recinzioni per l’abbattimento delle barriere e l’apertura dei nuovi ingressi. Gli accessi si affacciano direttamente sui circuiti stradali. Risulta quindi necessario un secondo intervento: si vanno ad eliminare le tre carreggiate tangenti al muro ricollocando i flussi nella corsia di senso opposto. In questo modo, una volta superata la barriera del muro sarà possibile accedere ad uno spazio pedonale connesso alla rete ciclopedonale che garantisce quindi la possibilità di muoversi all’interno della CU senza conflitto di flusso. Ove risulti necessario, anche le strade tangenziali al muro dal lato esterno subiranno degli interventi. Sono questi i casi di Copilco e Copolico Alto dove, in prossimità delle vie mercato, si prevede la chiusura al traffico con la creazione di nodi pedonali a connessione di interno ed esterno.

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Al sistema della barriera porosa, fin qui descritto, si sovrappone quello delle porte. Queste si configurano come accessi privilegiati grazie alla collocazione nelle intersezioni tra il sistema di mobilità esterno e quello interno. Si sono individuati sette punti di contatto che possono venire sfruttati come occasione per segnalare la presenza del parco ecologico interno della CU. Il ruolo delle porte è duplice poichè da un lato si presentano come landmark fortemente visibili mentre dall’altro divengono occasione per mettere in evidenza alcuni tra gli aspetti interessanti del Pedregal.

Percorsi tematici Da ciascuna porta posizionata sul perimetro nasce un corridoio tematico che si dispiega all’interno della città universitaria. La definizione dei leitmotiv di progetto è stata basata sull’analisi delle funzioni esistenti lungo i corridoi, la vocazione specifica delle aree e la tipologia di quartieri esistenti sul bordo. Il percorso che si sviluppa nel quartiere Jardines del Pedregal, si affaccia sui giardini privati soggetti ai programmi di mantenimento e miglioramento. La volontà di posizionare nell’intersezione con questo percorso la porta sulla vegetazione del Pedregal nasce sia per mantenere una continuità con i giardini privati sia per fornire agli abitanti che si accostano alla cura del verde gli strumenti per lavorare sulla vegetazione originaria. Il percorso viene poi scandito dalla presenza di giardini con essenze specifiche quali orchidee, piante grasse, fiori di campo e arbusti fino ad arrivare al giardino botanico della CU. Proseguendo si incontrano due giardini didattici già esistenti sui quali si affacceranno una tea house, con prodotti del luogo, e una


fiori di campo giardino didattico orchidee libreria botanica

piante grasse

tea house arbusti giardino didattico giardino botanico

piccola biblioteca botanica immersa nella natura. Da Copilco Alto, ove si affaccia il parco giochi, si posiziona la porta riguardante gli sport praticabili nell’ambiente naturale. La scelta di non creare un percorso sportivo tradizionale è dovuta alla presenza delle molte strutture all’interno della CU. La porta è costituita da una grande parete rocciosa ad oggi utilizzata per l’arrampicata con modalità informali. Il progetto prevede l’eliminazione del parcheggio posizionato di fronte, il posizionamento di attrezzature per l’arrampicata e il bouldering. Proseguendo lungo il percorso si trova una zona per il parkour, uno skatepark collocato tra un

skatepark

parete di roccia

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slackline

parkour

parcogiochi


parcheggio e una zona rocciosa, e un’area alberata per la slackline. Il percorso artistico culturale ha inizio all’esterno della CU con la piramide di Cuicuilcos. La porta situata nei pressi di una grande arteria stradale vuole richiamare l’attenzione degli automobilisti e si configura come una struttura landmark che richiama l’arte plastica di stampo messicano. Entrando poi nella città universitaria il percorso conduce ad un parco temporaneo situato in una zona dedicata a futura costruzione che si propone di ospitare mostre d’arte temporanee create dagli studenti. Uno dei punti di interesse che viene rivalorizzato è l’ex cava presente ai limitari della riserva ecologica. Questo, essendo stato uno dei tre punti di estrazione di pietra lavica utilizzati nella costruzione del Pedregal assume una forte importanza a livello storico. Il percorso va poi a riconnettere l’espacio escultorico, il museo de arte contemporanea e il paseo de la esculturas che costituiscono uno dei nuclei presenti nel campus più attrattivi per i visitatori. Lungo il percorso si incontra anche uno dei punti di incontro per le jornadas de limpieza organizzate da Serepsa per il mantenimento delle aree ecologiche dell’università. Dal rilievo dello Zocatepetl, situato nella zona sud ovest della CU, si diparte il percorso la cui tematica

espacio escultorico punto incontro jornadas limpieza

museo arte

paseo esculturas

piramide

ex cava mostre d’arte temporanee


principale è il paesaggio roccioso. Salendo lungo le pendici di questa altura sarà possibile osservare il sistema roccioso nella sua interezza. Si propone di collocare il portale di questo corridoio nei pressi del colegio de Ciencias y Humanidades, che ad oggi risulta fortemente sconnesso dal complesso della città universitaria. La carreggiata ospiterà il percorso pedonale passando per il giardino botanico presente nella riserva fino ad arrivare alla zona con le efflorescenze rocciose più suggestive situate negli spartitraffico. Il sistema, scandito da punti di osservatorio, passa per una zona didattica che spiega con modalità interattive come riconoscere le diverse tipologie di rocce, e riprende uno spazio scultorico preesistente che esalta la forma del paesaggio del Pedregal con contrasti di forme geometriche e colorate. Sul percorso si incontra inoltre una zona con giochi d’acqua. Tramite la creazione di fontane con lastre di roccia sovrapposte si vuole evidenziare la permeabilità del paesaggio del Pedregal ed il suo ruolo fondamentale nella ricarica della falda freatica. Il percorso si conclude con un’area di lettura composta da piattaforme sui sistemi rocciosi. Uno dei corridoi tematici progettati propone un itinerario di scoperta della variegata fauna del luogo. La sua collocazione è scelta in base

area lettura

giochi d’acqua

espacio escultorico riconoscimento rocce

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giardino botanico


alle dimensioni del sistema di spartitraffico che qui arrivano fino ad ottanta metri di larghezza permettendo la presenza indisturbata degli animali del luogo. Il percorso conta varie torrette osservatorio per il bird watching poichè la zona del Pedregal ospita il 70% dell’avifauna presente nella Valle del Messico. Questo itinerario si avvale della supervisione della facoltà di vetrinaria che vi si affaccia ove verrà istituito un animal hospital. Il punto focale del percorso è il rettilario dove è possibile osservare le varie specie che popolano i sottoboschi di questo paesaggio. Vengono inoltre predisposte casette per i molteplici pipistrelli presenti nell’area che hanno un ruolo fondamentale per l’impollinazione e l’equilibrio del sistema ecologico. I silos non utilizzati presenti a sud ovest dell’area divengono la porta di accesso per i flussi derivanti dal parco lineare collocato in

bird watching facoltà veterinaria rettilario animal hospital casette pipistrelli

bird watching


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Avenida Aztecas. Vi è la possibilità di salire sui silos per osservare il paesaggio andando così a caratterizzare il tema del corridoio “Pedregal dall’alto”. Il percorso si affaccia sulla riserva Cantera, che, grazie alla collocazione in una depressione nel terreno, può essere vista dal livello stradale. Sul cammino, passando per la Tienda Unam, ci si trova su di una promenade sopraelevata che permette di affacciarsi sulla riserva ecologica Repsa e, tramite dei binocoli, di osservare il vulcano Xitle. Il percorso si conclude con il punto di ritrovo per le jornadas del limpieza. Il settimo corridoio ha come tema il riciclo e la sostenibilità a causa del posizionamento al limitare del quartiere informale di Copilco.

punto incontro jornadas limpieza

guarda il vulcano tienda unam bird watching promenade sopraelevata

binocolo

silos osservatorio

riserva la cantera


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La porta si colloca nella prossimità della fermata della metropolitana ed è costituita da due nuclei. Da un lato vi è la trasformazione di un parcheggio per deposito di taxi destinati alla rottamazione e dall’altra la rifunzionalizzazione dei flussi della metro. Questi punti, uniti, formano un grande nucleo intermodale con la presenza di parcheggi, mezzi pubblici e zona dedicata al sistema di noleggio bici. Le barriere, che ad oggi si formano a causa della presenza forte di mercato informale, verranno risolte adibendo una parte dell’ex area taxi allo scambio di merci. Lungo il tracciato che da qui si diparte si incontrano box di sensibilizzazione alla raccolta differenziata e punti di raccolta dei residui organici che, una volta trasformati in compost, possono venire regalati ai residenti che lo richiedono. Dopo il punto di incontro per le jornadas de limpieza vengono proposti dei giardini sperimentali verticali che permettono di sfruttare il muro come occasione di espansione delle aree verdi.

piante ornamentali piante medicamentose piante commestibili punto incontro jornadas limpieza punti riciclo scarti organici fertilizzante pumabici riparazione bici mercato sperimentale

intermodalità


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Muro: da confine a bordo La presenza di nuove aperture nella cinta muraria della città e lo spostamento di alcune carreggiate va ad individuare delle aree con caratteristiche molto differenti rispetto ai corridoi ecologici; gli elementi caratterizzanti di questi spazi sono il piano di calpestio in asfalto ed il muro. Il muro, elemento tipico della cultura della paura, viene sfruttato secondo differenti modalità che vertono a rovesciarne il significato simbolico. Il posizionamento del muro in prossimità di quartieri molto vissuti lo rende elemento sfruttabile per la didattica e la sensibilizzazione. La parete verticale viene sfruttata per creare una sorta di erbario didattico ove i cittadini avranno la possibilità di conoscere le differenti essenze del Pedregal suddivise tra piante ornamentali, curative e commestibili. I giardini verranno racchiusi da mura di dimensione ridotta per creare un luogo di intimità e studio seguendo l’utilizzo di Barragan degli elementi verticali per creare luoghi di contemplazione. A questo sistema si affiancano una tea house, per poter assaggiare gli infusi che è possibile creare con la vegetazione locale, e un

vendita semenze


! Filari:

Seganalazione:

le alberature preesistenti su spartitraffico divengono un viale alberato, con sedute sul muro in zone d’ombra

alberature di dimensioni importanti sono collocate agli ingressi per essere visibili fin dal fondo delle vie

1,6 m 0,9 m

Osservare i giardini:

Giardini Segreti:

permeabilitĂ visiva con fori di diam. 10-15 cm studiati per diversi utenti come affaccio ai giardini privati

appropriazioni di alcuni giardini tangenti al muro come punti di scoperta del paesaggio e luoghi di sosta

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Scavare nel cemento creazione di giardini frazionati creati con raschitatura del cemento per ridare permeabilitĂ al terreno

Muro fiorito: giardini verticali studiati come erbari per mostrare alla popolazione le molteplici essenze del Pedregal


cisterna

fermata pumabus

osservare i giardini

erbario verticale

zona di sosta

ingresso

gazebo per la distribuzione di semi e compost. Il progetto si propone di creare un abaco di interventi che vadano a collocarsi sul muro ove non siano presenti gli erbari e che scandiscano e rendano interessante la percorrenza di questa porzione di percorso. Si effettua un’analisi della collocazione dei giardini privati, individuando quelli tangenti al muro; in queste zone si va a lavorare sulla matericità del muro creando bucature con diverse geometrie che permettano la permeabilità visiva. La seconda tipologia di intervento riguarda la rimodellazione dell’elemento verticale per la collocazione di punti di sosta. Viene studiata l’ombra portata dal muro ed evidenziati i punti che risultano meno illuminati durante l’anno, andando a scegliere in pari quantità punti che garantiscano

scavare nel cemento

os


sservare i giardini

giardino segreto

vendita semenze

zona di sosta

erbario verticale

scavare nel cemento

l’ombreggiamento la mattina e il pomeriggio. Il progetto consiste nella creazione di piattaforme, sedute e arredo che si compenetrino con il muro andando a dargli una nuova forma. Vengono inoltre evidenziate delle nicchie sfruttabili dagli studenti per la realizzazione di murales temporanei, permettendo la creazione di un calendario di eventi artistici realizzazbili sul muro. Il muro si trasforma quindi da elemento di confine a bordo che crea relazioni tra due realtà che possiedono punti attrattivi differenti e che possono accrescere la loro forza in relazione l’una all’altra. Quella che oggi si configura come una bipolarità funzionale e spaziale si trasformerà in uno scambio produttivo.

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Leggibilità del paesaggio e riuso dell’aucalipto I corridoi ecologici si configurano ad oggi come elementi difficilmente fruibili a causa della vegetazione incolta. Il progetto si pone come obiettivo quello di rendere il paesaggio più leggibile ponendo le basi per la creazione di uno spazio didattico. L’azione preliminare consiste nella pulizia dei corridoi da immondizia e residui organici. I corridoi infatti, non essendo percepiti come luoghi di valore, diventano luogo di vandalismo da parte degli studenti e deposito per le potature derivanti dalle opere di giardineria effettuate nella CU. Questi comportamenti danneggiano fortemente la fauna e la flora locali. La spazzatura attrae gli animali creando disordine nella catena alimentare mentre i depositi di giardineria contribuiscono alla comparsa del sottobosco che ostacola la crescita delle specie vegetali native. Il progetto si propone di ripulire la base dei corridoi ecologici sia tramite interventi organizzati chiamando equipe di professionisti sia tramite l’utilizzo del sistema già esistente delle jornadas de limpieza. Il secondo metodo, coinvolgendo studenti e cittadini, darà anche modo di sensibilizzare le persone alle problematiche ambientali.

Uno dei punti di forza di questo paesaggio riguarda il sistema delle efflorescenze rocciose. Per evidenziarle e renderle ancor più di impatto sono stati studiati dei punti in cui eliminare la vegetazione boschiva e sostituirla con prato raso: con questo intervento le forme organiche emergeranno in modo ancor più evidente dal terreno. Per quanto concerne sempre il sistema roccioso sono state individuate dei casi in cui la roccia si trova sotto il livello del terreno: ove possibile verranno effettuati degli scavi minimi che ne consentano la percezione.


Si prevede inoltre di andare a diradare o, dove necessario, eliminare le specie esotiche che costituiscono un danno per il funzionamento dei filamenti. Tra le specie da annoverare come dannose vi è l’eucalipto, specie arborea non appartenente al paesaggio storicizzatosi nel Pedregal. Questa essenza va ad assorbire l’acqua che si trova nel terreno ed essendone bisognosa in gran quantità crea sia una diminuzone del flusso nella falda freatica sia una situazione di carenza e siccità per le piante native. La presenza fitta di questi alberi inoltre crea delle grandi zone d’ombra che non permettono alle piante di dimensioni ridotte di crescere con facilità, essendo queste tipologie adatte alla presenza del sole. Risulta quindi necessario, sia dal punto di vista della fruibilità che per la sopravvivenza delle specie caratteristiche, un diradamento degli eucalipti. L’intervento verrà effettuato nella parte centrale del corridoio lasciando invece più fitti gli alberi sulle pendici in modo che funzionino come barriera sonora e visiva del traffico veicolare. Il legname ricavato dagli eucalipti rimossi verrà utilizzato come materiale costruttivo dell’intervento congruentemente ai principi dell’architettura sostenibile e dell’utilizzo di materiale a chilometro zero.

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La lavorazione avverà in una zona manifatturiera nell’area del Pedregal posta a sud della CU e verrano prodotti elementi di tavolato e di legno lamellare. Nel caso di futuro ampliamento del progetto, o di necessità di riparazione, sarà molto semplice procurarsi il materiale poichè questa essenza non viene eliminata completamente dall’area e ricresce molto velocemente. Il progetto segue inoltre un principio di reversibilità garantendo in un futuro la possibilità di chiudere questi corridoi al pubblico e renderli riserva ecologica protetta. In quest’ottica le strutture in eucalipto risultano una scelta vincente poichè facilmente removbili e senza ripercussioni a livello ecologico

Dalla città al Pedregal Le porte si configurano come strutture fortemente didattiche che offrono gli strumenti per comprendere il complesso sistema paesaggistico. Gli interventi che si posizionano lungo i corridoi assumono forza proprio in funzione degli ingressi che ne spiegano il funzionamento. Dal punto di vista progettuale questo va a esplicarsi tramite l’utilizzo di differenti gradi di intervento dal punto di vista architettonico, di azione sul paesaggio e informativo. Gli elementi di lettura didattica si configurano all’inizio dei percorsi come luoghi di sperimentazione e apprendimento e vanno degradando man mano in una natura più selvaggia. Questo risulta evidente dall’approccio utilizzato nel trattamento delle essenze. In prossimità degli ingressi vengono studiati dei piccoli giardini botanici monotematici per far apprezzare ai visitatori la diversità biologica offerta dal luogo. Proseguendo nel percorso, le essenze divengono sempre più variegate fino ad arrivare al Pedregal, nella sua configurazione naturale. I luoghi accessibili nella prossimità della pista vanno diradandosi a causa della fitta vegetazione, creando un sistema


che da spaziale diviene lineare per l’uomo e vicecersa per il paesaggio. La progettazione degli spazi di sosta, collocati nelle intersezioni tra il sistema di percorrenza longitudinale e i passaggi trasversali, segue anch’essa la linea di intervento architettonico in rarefazione. In prossimità delle porte sono collocate delle piazze, luoghi d’incontro e spazi didattici dove il verde assume una funzione ornamentale e di contorno. Le piazze, nella maggiornaza dei casi assolvono anche la funzione di connettori dei differenti livelli tra interno ed esterno attraverso l’uso misto di piani inclinati e gradonate. Proseguendo si incontrano delle piattaforme rialzate rispetto al livello del terreno che si intersecano con le alberature preesistenti e offrono scorci sul paesaggio naturale. Le chiome degli alberi garantiscono la presenza di aree ombreggiate particolarmente adatte alla sosta e attrezzate come zone picnic. La terza tipologia di spazio di sosta è costituita da un ampliamento della passerella con sistemi di camminamento in legno e sedute intervallati da essenze differenti. Gli elementi architettonici vanno ad interrompersi sulle efflorescenze rocciose e sui bordi dei corridoi. I punti di sosta collocati nelle aree più interne invece si strutturano come piccole radure segnate dalla presenza di un’unica e semplice seduta semicircolare che disegna uno spazio verde a prato raso racchiuse da una fitta vegetazione. Queste, collocate in prossimità dei percorsi, sono accessibili senza percorsi strutturati. La rarefazione degli interventi architettonici consente di mantenere una porzione di corridoi completamente al naturale, diminuendo i costi di intervento e minimizzando l’intervento su buona parte dei filamenti ecologici. Questo contribuisce inoltre a rendere il paesaggio più variegato e apprezzabile anche dai ciclisti e pedoni che utilizzano i corridoi unicamente come reti di mobilità.

Rapporto con le rocce: la lezione di Barragan I Giardini del Pedregal rappresentano il primo approccio a questo sistema paesaggistico. Attraverso lo studio delle architetture che vi sono state realizzate, sia dallo stesso barragan che dai suoi collaboratori, lo sforzo è stato quello di tipologizzare i sistemi di approccio alle rocce. Una volta estrapolati i quattro caratteri tipici, questi sono stati applicati nella progettazione delle microarchitetture presenti lungo il parco ecologico. Il primo approccio analizzato è quello di compenetrazione. I volumi massicci e dalle geometrie semplici si vanno ad intersecare con il manto roccioso, quasi come se fossero un elemento alieno che nasce dal terreno. Le forme di entrambi gli elementi vengono esaltate e si fondono creando una situazione statica. Per la

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a: ios occ e r tattile ion raz ento g inte oscim con

LE ROCCE a tur nto era me alb ggia ne re zio omb a r e: eg int tent esis

vocazione funzionale si è deciso di utilizzare questo approccio per la progettazione dei punti di sosta. Questi sono costituiti da un piano orizzontale di forma quadrata, raggiungibile dalla pista principale attraverso passerelle in legno. L’effetto di solido materico viene sviluppato sfruttando la struttura portante e la presenza di parapetti. La struttura a travi e pilastri si posiziona leggermente arretrata rispetto al piano di calpestio e, completamente rivestita in tavolato, si conforma come un piedistallo. I parapetti invece vengono integrati da sedute che li rendono pieni strutturati. La seconda tipologia è rappresentata da lastre spesse che poggiano e intersecano il sistema delle efflorescenze rocciose. In questo caso la sensazione riportata è quella di una costante tensione tra gli elementi. Viene utilizzato questo linguaggio nella

parapetto con seduta integrata efflorescenza rocciosa

tamponamento in legno di eucalipto budellia cordata: albero più chiomoso del pedregal


percorso primario : ciclabile connettiv a

elemento didattico: rapporto ravvicinato con le rocce

io: dar con o se rocce le cors per rendo p sco

progettazione degli osservatori rocciosi. Questi sono costituiti da un piano circolare che si appoggia al sistema roccioso gettandosi poi a sbalzo sulle depressioni. La balaustra, che vista dall’esterno tende a scomparire con la sua struttura in tiranti d’acciaio, riporta invece una piastra informativa che corre circolare ove è possibile leggere informazioni sul paesaggio. All’interno della piattaforma è collocata una seduta anch’essa circolare a doppio affaccio. Nel parte interna del cerchio sarà possibile sostare e socializzare osservando da vicino le rocce, mentre dal lato esterno sarà possibile ammirare il paesaggio e confrontarsi con il sistema didattico la cui inclinazione è stata studiata per un utilizzo sia in posizione eretta che seduta. L’approccio che considera le architetture come lastre sottili che si appogiano al terreno unicamente tramite pilotis da una

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punto didattico sulle rocce

bouvardia ternifolia i colori del pedregal


integrazione della piattaforma con le efflorescenze rocciose

sistema doppia seduta: due punti di vista

sensazione di dinamicità . La passerella, per la sua vocazione al movimento è stata progettata seguendo questi canoni andando però a trasporre il sistema dei pilotis in cemento con un platform diradato derivato dal riuso del legno di eucalipto. Le architetture che si sviluppano in verticale si discostano dalle rocce divenendo unicamente elementi di richiamo. La scelta progettuale è stata quella di andare a costruire torrette di belvedere e bird watching

integrazione sedute con le rocce

pannello didattico integrato alla balaustra


in diversi punti del percorso. Questi elementi, oltre che espletare la propria funzione servono anche come landmark. Le torrette, a base triangolare per evidenziarne la slanciatezza, sono visibili dalla strada e da diversi punti del campus e segnalano la presenza del parco ecologico. Permettono inoltre di osservare il Pedregal dall’alto e, durante le giornate più limpide, di osservare il vulcano Xitle, situato a sud dell’area. osservare il vulcano Xitle tamponamento pieno visibilità come landmark

215 paloloco, filtro visivo del piano terra, invito all’esplorazione

osservare il sistema roccioso


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CON CLU SIONI


La metodologia di approccio alla tesi ha seguito varie fasi. Il primo approccio è stato quello indiretto, studio su libri, documenti, film, per tentare di avvicinarsi a quella realtà prima di partire. La conoscenza diretta, lo scambio con gli studenti del luogo e la vita all’interno e all’esterno della città universitaria è stato ciò che è servito a comprendere il luogo con le proprie potenzialità e criticità. Dall’approccio diretto è derivata una volontà di risistematizzazione di tre problematiche, infrastrutture, carenza di spazi pubblici e presenza di barriere, da uno sguardo più lontano che comprendesse l’evoluzione e la strutturazione della megalopoli. La strategia è un tentativo di rispondere alle problematiche individuate andando ad agire sugli spazi residuali, e senza quindi andare a stravolgere le caratteristiche di luoghi specifici. Questa, derivante da un analisi critica, non pretende di risolvere tutte le problematiche dell’area di intervento, ma di cercare di dare una risposta alle problematiche specifiche individuate in analisi. L’approccio al progetto urbano è fortemente collegato alle investigazioni paesaggistiche e viene strutturato tramite diversi layer rispetto all’area specifica analizzata. La volontà è stata quella di evitare un approccio formale andando a progettare tramite una sovrapposizione di livelli costituiti da approcci progettuali a elementi specifici individuati nell’analisi

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biblio grA FIA


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rin gra zia men ti


A Romeo Farinella, per aver creato l’occasione di lavoro. Per avermi seguito un’intero anno, per la ricchezza dei consigli e lo sguardo critico. A Elisa Spada, per la fiducia che ha riposto in me e nel progetto. Per aver preteso tanto dall’inizio alla fine, spingendomi a migliorare sempre più. A Elena Dorato, per lo sguardo lucido, a volte duro, ma sempre costruttivo. A Sara Maldina, per avermi aiutata a riordinare le idee. Ai professori e agli studenti della UNAM che sono stati fondamentali nell’approccio ad una realtà così differente.

Ai miei genitori, perchè senza il loro atto di fiducia non sarei qui oggi. Per supportarmi. A mio Padre, perchè il mondo è iniquo ma bisogna coglierne la bellezza, e ora lo capisco. A mia Madre, perchè dopo i pianti e le frasi non dette, ho compreso che è sufficiente che io sia me stessa. A nonno Diego e nonno Vasco, che mi hanno fatto ereditare la forza di volontà che mi ha condotta fino a qui. A nonna Graziella, per avermi insegnato l’arte dell’ascolto. A nonna Luisa, che non ero pronta a salutarti. A mio fratello, che mi è difficile vivere lontano dalla tua bontà.

A tutti quelli che mi hanno ascoltata per ore parlare della tesi, per i consigli preziosi e per il sostegno psicologico. A Elena, per esserci sempre quando ne ho bisogno. Perchè siamo cresciute e cambiate fianco a fianco e ci siamo poi riscoperte. Il filo che ci lega è. A Mavi, per smontare le mie certezze con la tua genuinità. Per avermi fatto mettere in gioco. E perchè il tuo sorriso è ciò che di più bello esiste A Giuls, per schierarti dalla mia parte con forza quando mi lascio cadere. Per sostenermi quando scelgo.


A Enrico, perchè riesci a trovare il tempo per me. Perchè basta uno sguardo anche se non ci stiamo guardando. A Cristina, per mostrarsi con trasparenza e senza paura. Per non giudicarmi, mai. Per esserci. A Valentina, per essere stata la miglior compagna di lavoro. Per aver condiviso delusioni e traguardi. Oggi siamo qui insieme. A Linda, per essere di fianco a me, ora. A Teresa, perchè una torta strapazzata e un sorriso sono il modo migliore per iniziare una giornata di lavoro. A Greta, per essere stata il mio altro dalla tesi, per avermi ascoltata. A Chiara, per aver vissuto con me in questi ultimi mesi. Per avermi nutrita. A Lorenzo, perchè mi vedi. Perchè riesci a farmi credere in me stessa e nelle mie capacità. A Peppe, per avere creato un rete magnifica, nonostante tutto. A tutti quelli che hanno condiviso un tetto con me, da Via Fabbri a 101, che a vivere con uno studente di architettura ci vuole tanta pazienza. A Chiara, per essere stata madre, figlia e sorella. Perchè hai creato casa. A Pippo, perchè oggi ti avrei voluto qui, e anche ieri e ieri l’altro. A Peter, per tutto. Per darmi fiducia. Per lo sguardo pieno verso il futuro. Per vedere in me una forza che a volte io non vedo. A Andrea, perchè lo amo. Per aver visto i miei lati più bui e starmi a fianco. Per sostenermi ed aiutarmi, sempre. Per farmi toccare la felicità.

A Ferrara, per avermi accolta. Per essere diventata la mia città. A tutte le persone che ho incontrato dentro queste mura, con cui ho condiviso discussioni e attimi; a tutti coloro che mi hanno fatta mettere in discussione e che si sono mostrati a me con trasparenza. Questi anni qui, sono stati la più grande occasione di crescita che potessi chiedere.



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