Politecnico di Milano Facoltà di Architettura Civile Sede Bovisa via Durando 10 Milano
RIQUALIFICAZIONE DELLE RISORSE TERRITORIALI PER UNO SVILUPPO TURISTICO SOSTENIBILE DEL TRIANGOLO LARIANO
In adempimento dall’accordo approvato dal comitato scientifico della Fondazione Lombardia per l’Ambiente e sottoscritto in data 31 Gennaio 2012
Dott.ssa Silvia Merighi
Dott.ssa Elisa Rampa
via Lattanzio 16
via Mossi 16
20137 Milano
27100 Pavia
silviamerighi@hotmail.it
elisa.rampa@gmail.com
Responsabile scientifico Prof.ssa Emilia Costa Dip. BEST emilia.costa@polimi.it Prof. Fabio Albani Dip. BEST fabio.albani@polimi.it
Politecnico di Milano, Dip. BEST Emilia Costa, Fabio Albani, studenti Silvia Merighi, Elisa Rampa. Via Colombo 40, 20133 Milano
indice
pag 1 Il Triangolo Lariano: uno sguardo sul territorio pag 1 Ambiente e Paesaggio
pag 4 Viabilità pag 6 Turismo pag 7 Il passaggio di scala: dall’analisi macroterritoriale all’analisi puntuale
pag 9 Merone: studio del territorio comunale pag 11 Il paesaggio pag 24 La rete idrica pag 27 Le industrie pag 32 La viabilità
pag 35 Analisi progettuali pag 35 L’accessibilità pag 38 Il canneto pag 45 Uno sgardo sulla fauna pag 50 Introduzione al turismo sotenibile
pag 52 Proposta di progetto pag 52 L’area di progetto pag 57 La proposta pag 60 Il progetto
pag 70 Bibliografia Politecnico di Milano, Dip. BEST Emilia Costa, Fabio Albani, studenti Silvia Merighi, Elisa Rampa. Via Colombo 40, 20133 Milano
1. Il triangolo Lariano: uno sguardo sul territorio Questa prima analisi sul territorio lariano organizza e ribadisce i punti principali della relazione “Valorizzazione del patrimonio culturale della villa briantea in ambito Territoriale e Turistico” svolta lo scorso anno, con lo scopo di proporre un’immediata comprensione dei punti forti e delle potenzialità caratterizzanti quest’area e fondamentali per iniziare una proposta di riqualificazione delle risorse territoriali.
Ambiente e paesaggio Il Triangolo Lariano è la parte di terra compresa fra i due rami del “Lario”, ovvero il Lago di Como, e la fascia collinare meridionale occupata dai laghi briantei definendo così un’area di forma triangolare di cui Como (Ovest), Bellagio (Nord) e Lecco (Est) diventano i vertici ideali. Vi appartengono 31 dei comuni della provincia di Como, che rappresentano la Comunità montana del Triangolo Lariano, a cui se ne aggiungono 9 che vanno a completare l’area del triangolo.
Orografia e idrografia del Triangolo Lariano
Carta geologica schematica del Triangolo Lariano
(fonte: G.Negroni, Appunti sulla Geomorfologia del Triangolo Lariano.
(fonte: G.Negroni, Appunti sulla Geomorfolvogia del Triangolo Lariano.
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Il territorio è occupato da rilievi montuosi prealpini caratterizzati dai tre gruppi alpini del Palanzone(1.436 m), del San Primo(1.686 m), dei Corni di Canzo (1.373 m) e dal solco della Vallassina, aperta a sud verso le colline brianzole e la pianura milanese. Il paesaggio attuale è in gran parte determinato dai fenomeni geomorfologici avvenuti 2 milioni di anni fa. In particolare le grandi colate glaciali che hanno interessato tutto il nostro territorio, hanno portato depositi morenici, numerosi massi erratici di natura magmatica, affioramenti rocciosi, formazioni erosive che, insieme alle rocce locali di natura carbonatica, hanno determinato quella grande complessità geologica di cui Vquesto territorio si caratterizza. Ne sono esempi eclatanti i campi solcati del Sasso Malascarpa, le grotte del Pian del Tivano e il già citato Monte del Palanzone.
L’area montuosa, percorsa da una grande quantità di corsi d’acqua e laghi, è divisa dal solco della Vallassina la cui prima parte è bagnata dal fiume Lambro, uno delle principali aste fluviali del territorio lombardo. Esso, irrigando il Parco Regionale della valle del Lambro, è inserito in uno dei corridoi ecologici della Lombardia ovvero quelle strutture del paesaggio che connettono tra loro le aree ad alta naturalità e che consentono la mobilità delle specie e l’interscambio genetico che vanno a inserirsi nella Rete Ecologica Regionale (RER).
Elenco dei corridoi primari regionali della RER
Corridoi regionali primari ad alta antropizzaizone, iin rosso, a bassa antropizzazioe, in giallo (fonte: Sito della Regione Lombardia)
Oltre al Parco Regionale della valle del Lambro, il Triangolo Lariano si distingue per la presenza di numerosi altri parchi regionali, PLIS (Parchi Locali ad Interesse Sovracomunale), riserve naturali che determinano un corridoio ecologico trasversale come il Parco Valle Bova, il parco di Montorfano, la riserva del Sasso Malascarpa, il Parco del Monte barro, il PLIS Lago di Segrino e di San Pietro al Monte e San Tomaso permettendo e facilitando appunto la diffusione e la conservazione di flora e fauna. L’area si presenta quindi come una delle zone geologicamente più complesse delle Prealpi: i suoi gruppi montuosi, i parchi, i laghi, i fiumi e le riserve naturali contraddistinguono l’area con un’alta qualità ambienPolitecnico di Milano, Dip. BEST Emilia Costa, Fabio Albani, studenti Silvia Merighi, Elisa Rampa. Via Colombo 40, 20133 Milano
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tale e paesaggistica, che, nonostante le criticità derivanti dalla forte antropizzazione, è tale da poter immaginare un ruolo chiave nell’ambito più vasto della rete ecologica pedemontana. La grande qualità del territorio lariano non è data solo dalle valenze ambientali di cui detto sopra. Le bellezze paesaggistiche infatti sono anche dovute al grande patrimonio architettonico-storico di cui il territorio dispone. Si cita per esempio il PLIS Parco San Pietro al Monte e San Tomaso. Questo parco si caratterizza per la convivenza tra natura e uomo tanto che ancora oggi si conservano i segni di questa tradizione negli oratori, nelle baite (caselli e casotto). Lo scopo del parco è volto quindi alla salvaguardia dell’identità locale con la conservazione di tutti i manufatti che possano testimoniarla, come per esempio la Basilica di San Pietro al Monte, una delle testimonianze medioevali più importanti dell’intera regione.
Un altro tema che riguarda l’importanza architettonico-paesaggistica è rappresentato dall’insieme di tutte le ville briantee presenti nel Triangolo Lariano. All’interno dell’area si contano circa 120 ville edificate tra il 1600 e il 1700 con giardini all’italiana che si affacciano sull’acqua con terrazze adorne di sculture. Il percorso tra le ville briantee si inserisce sicuramente in quel processo di valorizzazione del patrimonio artistico lariano, la presenza di queste antiche dimore è una vera e propria risorsa per l’intera società che permette di sviluppare attorno ad essa molteplici attività ma che deve essere ancora potenziata (alcune ville infatti sono ancora poco conosciute e alcune non sono neanche aperte al pubblico).
Basilica di San Pietro al Monte
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Viabilità
L’area presenta un buon livello di accessibilità dalle direzioni Sud, Ovest ed Est, in particolare attraverso la rete autostradale e stradale e gli snodi di Como, Lecco ed Erba. Milano si configura, da una parte, come naturale punto di passaggio per l’accesso all’area attraverso la rete stradale e ferroviaria dalla direzione Sud, in virtù della sua posizione geografica; dall’altra parte invece, il transito presso il capoluogo lombardo può comportare una certa dilatazione dei tempi di percorrenza, a causa della scarsa scorrevolezza del traffico automobilistico e della tipologia locale dei collegamenti ferroviari.
Punti di accesso all’area in esame e principali infrastrutture presenti (fonte: elaborazione personale da fonti ufficiali)
Allo stato attuale, per quanto riguarda la mobilità interna, la densità stradale dell’Alta Brianza e del Triangolo Lariano è piuttosto bassa, soprattutto se confrontata con quella di Milano: le strade sono praticamente tutte arterie secondarie e la rete stradale extraurbana è molto scarsa. Questo può comportare che il traffico presente sulle poche vie di comunicazione possa creare problemi di congestionamento delle stesse portando ad un innalzamento dei tempi di percorrenza. Un sistema di collegamento trasversale invece di maggiori potenzialità e di grande interesse paesaggistico è rappresentato dalla Ciclovia dei Laghi che, con i suoi 310 km, percorre il territorio delle provincia di Varese, Como e Lecco assumendo contemporaneamente il ruolo di collegamento interprovinciale, interregionale ma con itinerari locali che permettono la visita dei beni culturali e ambientali più rilevanti sul territorio. Il tratto brianzolo collega i laghi di Alserio e Pusiano con Lecco, mentre è proposta anche una diramazione che, partendo da Merone e concludendosi a Bellagio, attraversa verticalmente l’intero Triangolo Lariano. Questi percorsi sono più una proposta di itinerario che un vero e proprio percorso ciclabile. Da verificare è infatti l’adeguatezza di alcuni servizi necessari ad un effettiva fruibilità turistica, come per esempio, oltre all’esistenza di un tracciato , la presenza di segnaletica dedicata, servizi di noleggio o riparazione, strutture ricettive dotate di servizio di custodia. Politecnico di Milano, Dip. BEST Emilia Costa, Fabio Albani, studenti Silvia Merighi, Elisa Rampa. Via Colombo 40, 20133 Milano
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Il percorso della Civlovia dei Laghi (fonte: http://www.cicloviadeilaghi.it )
Nonostante i suoi deficit, la Ciclovia dei Laghi rappresenta uno dei modi di messa a sistema a tutti i livelli dei beni culturali, che siano essi storici, artistici, rurali o naturali, tale da esaltare i valori e tradizioni locali strutturando luoghi in cui è possibile per gli abitanti e i visitatori comprendere l’identità e l’immagine locali. Sono infatti in atto altri processi di recupero e salvaguardia delle specificità del territorio come il progetto per L’Ecomuseo del Distretto e dei Monti e dei Laghi Briantei fondato nel 2007 che propone itinerari tra memorie, percorsi, vedute pittoresche e mestieri tipici del territorio, programmi quindi mirati a precise emergenze locali.
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Turismo
L’area del Triangolo Lariano, essendo dotata di una notevole quantità di beni artistici, naturalistici ed architettonici diffusi non ancora pienamente valorizzati e noti al grande pubblico, soprattutto a livello internazionale, ha proprio bisogno di una rete, di un sistema unitario di percorsi o itinerari che porterebbero alla configurazione di un prodotto autonomo, di un organismo che racchiude e collega tutti i beni culturali in cui il turismo potrebbe svolgere un ruolo di fondamentale importanza. Dalle analisi svolte dall’Università Bocconi per la ricerca su La valorizzazione del patrimonio culturale della villa briantea in ambito territoriale e turistico, si è potuto però evincere la scarsa rilevanza della componente di turismo culturale nell’area presa in considerazione, ora percepita soprattutto come zona a vocazione industriale. Da citare anche l’indagine condotta dall’Osservatorio del Sistema Turistico Lago di Como che fa emergere un’immagine del lago come località di villeggiatura. E’ possibile pensare al paesaggio locale, inteso come palinsesto di beni culturali, storici, rurali ed artistici connotanti il territorio, come elemento di promozione locale. Data la vicinanza di Milano e dopo un’analisi delle possibili accessibilità è possibile pensare al potenziamento dei flussi turistici anche intercettando i visitatori del Lago di Como e delle città e cittadine che vi si affacciano. Il Triangolo Lariano è in grado di offrire una vasta scelta di esperienze estremamente differenti con una notevole varietà di paesaggi ed habitat, da quello lacustre a quello montato a quello rurale, con una vasta gamma di prodotti tipici, alle innumerevoli meraviglie geologiche alle quali si affiancano le bellezze storiche ed artistiche, al sistema della villa e a casi unici come la Basilica di San Pietro al Monte. Puntare sul turismo può essere una delle possibili direttrici di pianificazione in grado di attivare dinamiche di sviluppo locale e marketing territoriale. Per esempio è già in atto la progettazione di un percorso per la valorizzazione nelle ville briantee nell’area del Triangolo Lariano ed è interessante come vi sia un concreto interesse, soprattutto da parte dei turisti stranieri, per la visita artistico-culturale dell’area e come vi sia un segmento di domanda potenzialmente interessato che, se adeguatamente informato, potrebbe abbinare la visita delle ville a quella di altri luoghi di interesse storico-artistico dell’area del Lago di Como.
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Il passaggio di scala: dall’analisi macroterritoriale all’analisi puntuale
Dopo aver dato una visione generale delle potenzialità ambientali, paesaggistiche, culturali e turistiche di cui il Triangolo Lariano dispone, entriamo nel merito di una ricercta che vuole dare un contributo concreto ad alcune Amministrazioni locali appartenenti a questo territorio e firmatarie del protocollo d’intesa proposto dalla FEIN. In particolare l’interessamento da parte del Sindaco del Comune di Merone e la sua volontà per una collaborazione concreta nell’esecuzione di una ricerca sul proprio territorio, ci permette di lavorare su un area strategica all’interno del territorio lariano. Merone si trova infatti lungo il fiume Lambro, quindi inserito nella parte Nord del Parco Regionale della valle del Lambro nonché nell’ultima parte di uno dei corridoi ecologici della RER ad alta antropizzazione. E’ inserito nei percorsi della Ciclovia dei Laghi e quindi nella fascia dei laghi briantei, più esattamente tra il lago di Pusiano e Alserio, lungo il possibile nuovo corridoio ecologico trasversale che coinvolge anche la Riserva Naturale del Lago di Montorfano e il Parco del Monte Barro. Un luogo quindi caratterizzato da grande qualità ambientale e biodiversità e un punto di snodo di molti progetti, itinerari o percorsi di valorizzazione e conservazione del territorio (Ecomuseo del Distretto dei Monti e dei Laghi Briantei, Ciclovia dei Laghi, corridoi ecologici). L’area individuata per una proposta di progetto si trova in una zona periferica del comune di Merone, ora occupata da una struttura industriale. Essendo il luogo caratterizzato dalla presenza di mulini, dall’oasi naturalistica di Baggero, dal Fiume Lambro, divengono strategiche le potenzialità per una possibile mobilità e fruibilità sostenibile e leggera, per ipotetici percorsi nella natura e nella storia del luogo, un sistema ambientale complesso che se messo a regime potrebbe risultare un esempio di buona gestione del territorio rendendolo capace di attrarre flussi turistici sostenibili di breve e media durata. Per svolgere un’analisi e uno studio approfondito sul territorio comunale abbiamo considerato come necessario strumento di partenza il Documento di Piano, redatto nel 2008, del Pgt, ex art. 8 della Lr. 12/2005. A seguito del recepimento di tale documento abbiamo ritenuto utile rielaborare alcune tavole grafiche che approfondissero e affiancassero i temi che abbiamo deciso di sviluppare. Tali rielaborazioni grafiche ripropongono alcuni studi effettuati nel Documento di Piano, ma estrapolano e portano in luce solo quegli elementi che caratterizzano maggiormente il comune meronese e che è utile individuare ai fini di un’approfondita conoscenza del territorio. Esse costituiranno quindi la base, chiara e leggibile, da cui partire per elaborare possibili proposte progettuali per uno sviluppo sostenibile dell’area oggetto di studio.v
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2. Merone: studio del territorio comunale
Il comune di Merone è situato all’estremo confine orientale della Brianza, occupando una posizione baricentrica tra Como, il capoluogo, e Lecco. È compreso tra i comuni di Erba a nord, Rogeno e Costamasnaga a est, Costamasnaga, Lambrugo e Monguzzo a sud, Monguzzo ed Erba a ovest. L’esistenza di Merone come comunità amministrativa unitaria risale al 1928, con l’approvazione della legge che sanciva l’unione delle comunità di Merone, Moiana e Pontenuovo, raggiungendo un’estensione pari a 3,25 kmq. Attraverso lo studio del Documento di Piano possiamo identificare i nuclei di antica formazione che costituiscono il comune, per cui vengono indicati anche lo stato di manutenzione, la tipologia insediativa e la catalogazione in zone urbanistiche: • Nucleo di Moiana Esteso dall’edificio municipale fino al confine est del comune, costituisce il nucleo originario più grande presente nel territorio comunale. Condizione di manutenzione buone; uso prevalente di residenza; zona urbanistica omogenea con nuclei di antica formazione di interesse ambientale, soggetti a pIano di Recupero. • Nucleo di Merone Compreso di tutto l’edificato dalla collina al campo sportivo, all’area attigua allo scalo ferroviario e al cementificio. Edifici in buone condizioni; uso prevalente di residenza; zona urbanistica omogenea con nuclei di antica formazione di interesse storico ambientale. • Nucleo di Stallo Compreso tra le vie Buonarroti, Croce e dal corso del fiume Lambro. Stato di manutenzione degli edifici mediocre; uso prevalente di residenze e piccole attività artigia nali; zona urbanistica omogenea con nuclei di antica formazione di interesse storico ambientale. • Nucleo di Pontenuovo Rappresentativo del nucleo che segue l’andamento di via Roma e della Nuova Valassina, delimitato dal fiume Lambro. Stato di manutenzione buono con numerose attività commerciali ai piedi degli edifici; uso preva lente di residenza e commercio; zona urbanistica omogenea con nuclei di antica formazione di interesse storico ambientale. • Nucleo di Maglio Compreso tra il terrapieno della linea ferroviaria per Lecco, il fiume Lambro e via Fermi. Stato di manutenzione buono ad eccezione degli edifici più a nord; uso prevalente di residenza e industria; nuclei di antica formazione di interesse storico ambientale. • Nucleo di Baggero Nucleo edificato all’estremità meridionale del territorio comunale.
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L’attività agricola, che ha prevalso per lungo tempo,ha definito il carattere e la tipologia degli insediamenti. Per la maggior parte le residenze sono costituite da case a corte, specialmente nei nuclei originari, e cascine isolate suddivise tra abitazione privata e stalle e fienili con l’intorno degli orti e della campagna coltivata, come è tipico dei luoghi in cui l’agricolutura costituiva l’elemento portante dell’economia.
Studiando i dati relativi al comune di Merone oggi si intuisce facilmente che, a scala comunale, si è verificata una grande dispersione insediativa, in accordo con la tendenza presente in tutta la Brianza. Di fatto questo sta causando un grosso deterioramento della maglia urbana e territoriale, per cui l’originario agglomerato urbano del comune, nato su modello del sistema insediativo policentrico, sta andando progressivamente a perdersi. Se in passato la presenza di centri urbani polarizzatori aveva instaurato una fitta rete di relazioni con altri centri, collocati a loro volta nei propri ambiti di influenza, oggi l’evoluzione è caratterizzata da fenomeni diversi, se non talvolta conflittuali, riconducibili a dinamiche di larga scala che coinvolgono gran parte del territorio regionale. Queste dinamiche possono essere individuate come segue: - aumento del consumo di suolo con compromissione delle risorse ambientali - aumento esponenziale della mobilità individuale e crisi delle infrastrutture di trasporto - accentramento delle funzioni nelle aree urbane maggiori - diffusione intensa della popolazione e degli insediamenti produttivi su un territorio vasto, esterno alle principali aree urbane A seguito di queste osservazioni, e presa coscienza delle potenzialità che il territorio meronese è capace di offrire, è possibile proporre alcune linee guida da seguire, per promuovere un modello di sviluppo sostenibile che faccia fronte alle diverse minacce e ai punti di criticità del luogo. Gli obiettivi da perseguire sono: - valorizzazione del sistema insediativo policentrico, individuando qualsi dono i poli attrattori forti - limitazione del consumo di suolo - trasformazioni che siano compatibili a livello ecologico, paesistico e ambientale - contenimento dellla frammentazione e dispersione insediativa orientando le scelte verso forme urbane compatte - valorizzazione delle specificità locali attraverso forme di marketing territoriale - favorire processi di riqualificazione del costruito - inserimento del comune all’interno di una rete turistica più ampia che coinvolge tutto il Triangolo Lari ano
Prima di poter effettuare scelte progettuali effettive si è rilevato necessario svolgere un’analisi approfondita su alcuni dei temi ritenuti fondamentali per una buona conoscenza del territorio meronese. Le diverse tematiche sviluppate sono: - La componente paesaggistica del comune e del suo immediato intorno - La rete idrica, peculiarità fondamentale del luogo - Le industrie, causa dei maggiori cambiamenti che il territorio ha subito negli ultimi anni - La viabilità, che pone Merone a nodo centrale del Triangolo Lariano
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Il paesaggio
L’area comunale di Merone si estende a sud/ovest del lago di Pusiano ed è caratterizzata dalla presenza del fiume Lambro, emissario del lago stesso, che attraversa la parte urbanizzata del paese costituendone il confine orientale. Sono poi presenti altri corsi d’acqua, come la roggia Gallarana, in località Pontenuovo, e il torrente Bevera, che affluisce nel Lambro a Baggero. Il comune si estende in un’area che va da un’altitudine minima di m 261 slm, corrispondenti al lago in località Moiana, ad un’altitudine massima di m 311 del centro sportivo; il suolo risulta pianeggiante quindi nella parte settentrionale compresa tra i laghi di Pusiano e Alserio, mantre le parti centrali e meriodionali hanno un andamento collinare. I rilievi emergenti sono essenzialmente tre: Cascina Alpè, 300 m, Colle della Cementeria (300 m), Colle di Merone (311 m), i quali costituiscono le ultime propaggini delle colline briantee verso i monti del Triangolo Lariano. Nel territorio comunale di Merone si possono individuare diverse componenti litologiche: argille e limi in area di Pontenuovo, torba in corrispondenza della zona umida lungo le sponde del lago, ghiaie, sabbie e sabbie limose nella frazione di Stallo e sulla sponda lacustre a Moiana, arenarie di colore grigie e subordinate intercalazioni marnose presso la località di Specola; infine, marne, calcari marmosi, argilliti compongono la collina del campo sportivo e del cementificio. Il comune di Merone risulta essere ricco di emergenze ambientali e paesaggistiche a livello regionale, in particolare nelle aree lungo il fiume e attorno al lago, le quali sono soggette a tutela della disposizioni del D.Lgs. 22 gennaio 2004, n 42. In particolare le aree considerate di maggior valore naturalistico sono: •I territori compresi in una fascia di profondità pari a 300m dalla linea di battigia del lago di Pusiano •I torrenti e i corsi d’acqua e le relative sponde per una fascia di 150m ciascuna •I parchi e le riserve nazionalio regionali, le bellezze d’insieme e le zone umide •Sito di interesse comunitario (Sic): un’area serbatoio di biodiversità di flora e fauna, in corrispondenza della zona umida localizzata sulla sponda nord del lago di Pusiano, ovvero l’oasi naturalistica di Baggero, caratterizzata dalle excave convertite a lago e le aree costituite da boschi di latifoglie in prossimità del fiume e dell’area paludosa. Secondo il Piano peasaggistico regionale Merone è identificato nell’ambito geografico della Brianza, in quell’area compresa fra il Lambro, l’Adda, i monti della Valassina e le ultime ondulazioni delle Prealpi. Il territorio meronese è storicamente caratterizzato dalla presenza di coltivazioni di gelso, vite, querce e farnie, seppur presenti solo in forma residuale. Sono presenti lembi di foresta alluvionale di piccole dimensioni con ontano nero e vegetazione palustre. Le piane sono interrotte da fitte reti di fossi e canali di scolo tracciati con intenti ingegneristici. Il paesaggio di Merone è caratterizzato dalla deposizione di materiali morenici stadiali, rappresentativi della posizione raggiunta dal fronte glaciale; in tale situazione è il lago di Pusiano (il cui emissario è il Lambro,che incontra a Pontenuovo anche l’emissario del lago di Alserio): chiuso da sbarramenti di origine morenica,occupa un invaso naturale ai piedi dei cordoni premontani nel contesto del Parco regionale della Valle del Lambro, e alle formazioni moreniche s’affiancano cordoni collinari derivanti da innalzamento del Politecnico di Milano, Dip. BEST Emilia Costa, Fabio Albani, studenti Silvia Merighi, Elisa Rampa. Via Colombo 40, 20133 Milano
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substrato roccioso; qui la fauna ittica ha subito negli ultimi anni sostanziali modificazioni, in gran parte da attribuire allo scadimento qualitativo delle acque che ha provocato il declino delle specie ecologicamente più sensibili,a vantaggio di quelle più resistenti e la comparsa di specie esotiche, che in alcuni casi si sono enormemente diffuse causando forti scompensi al popolamento ittico preesistente. Sull’idrografia dell’alveo del fiume Lambro e del lago di Pusiano, e su tutto il reticolo idrico minore che fluisce nei bacini principali, insistono anche le direttive in materia di fasce fluviali e di assetto idrogeologico del Piano stralcio di assetto idrogeologico, e tutto il territorio comunale di Merone, eccezion fatta per la punta più settentrionale a Pontenuovo, ricade completamente nelle aree regionali protette del Parco della Valle del Lambro, la cui asta fluviale – che scorre incidendo profonde valli (con un profondo alveo torrentizio in corrispondenza del Maglio) nel substrato roccioso intorno a Merone – a Baggero assume andamento sinuoso a meandri, qui recependo l’immissione in corso anche del torrente Cavolto.
Il lago di Pusiano visto dall’alto
Oasi naturalistica e osservatiorio di Baggero, con le excave convertite a laghi: esempio di atttività antropica che ha mutato la forma del territorio e dove l’attività estrattiva che sfrutta le formazioni calcaree per l’industria del cemento ha inferto al paesaggio gravi danni
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La zona umida localizzata a nord, sulla sponda del lago di Pusiano, a ovest della Punta di Moiana allo sbocco del Lambrone, riconosciuta con legge regionale quale riserva naturale e identificata come sito di interesse comunitario.
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Alcune delle rilevanze paesaggistiche del territorio Meronese sono:
Il lago di Pusiano Tale lago, denominato anche lago di Eupili, costituisce uno dei bacini più estesi dell’alta Brianza. È alimentato dal fiume Lambro, il quale prende nome di Lambrone nel tratto immediatamente a monte del lago. Le sua acque sono ricche di numerose specie ittiche e, in passato, ospitavano antichi insediamenti palafitticoli. A partire dal 1811 il lago è regolato allo sbocco verso la Valle del Lambro attraverso una diga, Cavo Diotti, ora gestita dal Parco Regionale della Valle del Lambro. Sulle sponde di questo lago si trovano i comuni di Pusiano, Eupilio, Erba e Merone per quanto riguarda la prvincia di Como, di Cesana Brianza, Bosisio Parini e Rogeno per la provincia di Lecco. Interessante è la presenza dell’Isola dei Cipressi, di proprietà privata, che sorge nella parte settentrinale del lago ospitando un parco di alberi secolari e una dimora signorile. È possibile praticarvi sci nautico noleggiando imbarcazioni presso apposite strutture, ma non è possibile percorrerlo con mezzi propri.
Il castello di Merone Costituisce la testimonianza più antica del comune di Merone. Sicuramente esso venne distrutto nel 1285, durante la guerra che vide contrapposti i Visconti ai Torriani, per l’affermazione della signoria di Milano. I Torriani, nel tentativo di avanzare nella regione, occuparono il castello di Tabiago e incendiarono quelli di Merone e Corneno. Finito il tempo delle guerre medioevali il castello venne trasformato in un palazzo signorile e fu a lungo la dimora dei marchesi Carpani, per secoli signori di Merone. Dopo i Carpani il palazzo divenne proprietà di diverse famiglie nobili, fino ad oggi, di cui ne rimane solo la torre, adibita ad abitazione privata. Politecnico di Milano, Dip. BEST Emilia Costa, Fabio Albani, studenti Silvia Merighi, Elisa Rampa. Via Colombo 40, 20133 Milano
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La chiesa parrocchiale Risale all’ultimo ventennio dell’Ottocento e la sua costruzione fu necessaria a causa di un intenso incremento demografico, verificatosi a Merone nella seconda metà del XIX secolo. La generosità delle famiglie benestanti e la collaborazione di tutta la popolazione rese possibile la realizzazione di quest’impresa, anche se i tempi di costruzione della chiesa si dilatarono fino ad otto anni. La chiesa venne pensata come punto di riferimento sul territorio, collocata sulla cima del colle di Ferrera. Progettata dall’ingegner Tiberio Sironi, vide la posa della prima pietra nel 1880 e fu ultimata e consacrata dall’arcivescovo di Milano nel 1888.
Il santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei Il santuario, chiamato anche di San Giacomo della Ferrera, è testimoniato a partire dal 1285. Nonostante San Carlo Borromeo nel 1574 avesse dato disposizioni per la sua conservazione e per la pratica del culto, le condizioni della chiesa andarono progressivamente deteriorandosi. Inoltre, a causa della sua scomoda posizione da raggiungere, al di là del Lambro, a poco a poco la sua importanza diminuì, fino a perdere la sua funzione parrocchiale nel 1888. Nelle adiacenze venne costruito un nuovo edificio, al quale dovette cedere le proprie suppellettili sacre e, in particolare, l’antico altare. Non potendo essere più utilizzata per il culto, si ipotizzò di trasformarla in magazzino, ma l’idea fu subito scartata. Nel 1898 fu quindi trasformata in un santuario dedicato alla Beata Vergine dei Rosario di Pompei.
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La chiesa di San Francesco a Moiana Fu voluta dall’arcivescovo di Milano San Carlo Borromeo per compensare il disagio degli abitanti di Moiana, troppo lontani dalla parrocchia dei Santi Apostoli Giacomo e Filippo. I lavori furono ultimati nel 1628 non senza difficoltà. Fino ad oggi è stata coinvolta da due restauri, uno nel 1879 e l’altro nel 1991, coordinato da un apposito comitato e sovvenzionato con finanziamenti sia pubblici che privati.
La chiesa di Santa Caterina a Merone È inserita nell’antico palazzo Carpani, sorto come castello e distruttonel 1285. Date le sue esigue dimensioni, nel corso degli anni si è riproposta più volte la necessità di un suo ampliamento per dotarla di sacrestia e torretta per le campane. Dopo vari restauri, ora ospita un gruppo parrocchiale che si impegna a tener vivo l’interesse della popolazione per l’edificio sacro.
L’oasi di Baggero Essa è una riserva protetta che si estende per 225mila metri quadrati e che sorge tra Merone, Monguzzo, Lurago d’Erba e Lambrugo. È costituita da due laghetti artificiali di profondità non superiore ai 5/6 metri ed estesi per quasi 8 ettari, e furono generati dall’attività estrattiva di materiale (marne) per la produzione del cemento conclusa nel 1970. Dopo 10 anni di lavori di recupero ambientale e la deviazione della roggia Cavolto che ne diviene l’immissario per la formazione dei due laghi per poi gettarsi poco più a sud nel fiume Lambro. Oggi l’oasi è oggetto di particolare interesse del Parco Regionale della Valle del Lambro che, dopo aver avviato e concluso progetti di valorizzazione e messa in sicurezza dell’area eseguiti dal cementificio di Merone, ha aperto al pubblico il sito, che presto è divenuto sede privilegiata di progetti culturali ed educativi.
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Il territorio di Merone è interamente coinvolto dal Parco Regionale della Valle del Lambro, il quale è sottoposto a Piano territoriale di coordinamento che ha effetti di piano paesistico coordinato. Il Pct individua gli ambiti di intervento all’interno dell’area comunale, sottolineando che ogni intervento dev’essere accompagnato da un’attenta riqualificazione paesistico-ambientale. In particolare l’avvio di interventi di recupero ambientale è imposto in quegli ambiti di elevato stato di abbandono e di degrado. Il piano territoriale di coordinamento del parco persegue le finalità della ricostruzione e salvaguardia del patrimonio naturalistico come ecosistema forestale polifunzionale, da incentivare con condizioni favorevoli, nonché della gestione razionale e della selviocoltura sostenibile, della protezione idrogeologica, della ricerca scientifica, della fruizione climatica e turistico-ricreativa. In queste aree il Pct prescrive il divieto di qualsiasi nuova edificazione, ad eccezione degli edifici agricoli, serre e tunnel per attività florovivaistica, con un limite massimo del 20% della superficie aziendali e collocati ad una distanza di almeno 100 metri dalle sponde dei laghi, fiumi e corsi d’acqua. Le opere consentite devono avere parere preventivo e obbligatorio del Parco, che ne verifica la compatibilità con le disposizioni e gli obiettivi del piano. I progetti dovranno inoltre essere sottoposti alla Valutazione d’impatto ambientale. Il Ptc assume l’obiettivo generale di preservare l’identità culturale dei siti, impedendo trasformazioni negative dei valori ambientali-architettonici. Vengono individuati come punti di forza del paesaggio: • Il lago di Pusiano e l’Isola dei Cipressi • Il lago d’Alserio • Le piane umide intercluse tra i laghi briantei • Il Santuario della Madonna della Neve a Pusiano • Il profilo del Monte Cornizzolo Vengono indicati come elementi di criticità del paesaggio: • L’interruzione dei corridoi ecologici • La perdita di valore del paesaggio per la progressiva e incontrollata espansione dell’edificato resi denziale e produttivo • La progressiva sottrazione di suoli all’attività agricola • La presenza di specie estranee al contesto ecologico
A seguito degli studi del Documento di Piano riguardante il territorio del comune di Merone, è possibile stilare un elenco dei punti di forza e punti di debolezza del paesaggio meronese. PUNTI DI FORZA E OPPORTUNITA’ - presenza di parchi di particolare pregio e interesse naturalistico - varietà dei paesaggi di elevata attrazione per il turismo - valorizzazione turistica delle aree di pregio naturalistico, paesaggistico e culturale PUNTI DI DEBOLEZZA E MINACCE - vulnerabilità dell’assetto paesaggistico, causato dal forte consumo territoriale particolarmente intenso nella zona collinare - scarsa attenzione alla qualità architettonica e al rapporto con il contesto Politecnico di Milano, Dip. BEST Emilia Costa, Fabio Albani, studenti Silvia Merighi, Elisa Rampa. Via Colombo 40, 20133 Milano
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- carenza nella progettazione e predisposizione degli spazi verdi - frammentazione delle aree di pregio naturalistico-paesaggistico - eccessiva pressione antropica sull’ambiente che potrebbe condurre alla distruzione di alcune risorse di importanza vitale, oltre che alla perdita di attrazione turistica - l’attività estrattiva estesa produce situazioni di degrado paesaggistico di non facile ricomposizione - frammentazione di ecosistemi e di aree di naturalità per l’attraversamento di nuove infrastrutture, in assenza di una progettazione che tenga conto della necessità di mantenere e costruire al continuità della rete ecologica.
Il lago d’Alserio
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Interessante, per concludere lo studio e le osservazioni relative alle questioni ambientali sul territorio, è l’analisi sviluppata all’interno del Documento di Piano, la quale si è occupata di elaborare diverse carte che rappresentano e definiscono i diversi gradi di “sensibililà paesaggistica del territorio”. A maggior valenza simbolica corrisponde un punteggio più alto, secondo una scala di valori da 1 a 10. Ne risultano dei grafici utili a individuare le aree più significative del comune meronese.
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VALORE SIMBOLICO DEL PAESAGGIO
PRESSIONE ANTROPICA SUL TERRITORIO
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GRADO DI VARIAZIONE DELL’USO DEL SUOLO
VALORE MORFOLOGICO STRUTTURALE DEL PAESAGGIO
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La rete idrica
Sul territorio comunale di Merone il Piano individua tre fasce fluviali, in particolare:
•Fascia di deflusso della piena È costituita dalla porzione di alveo che è sede prevalente, per la piena di riferimento, del deflusso della corrente, ovvero che è costituita dall’insieme delle forme fluviali riattivabili durante gli stati di piena. Si assume la delimitazione più ampia tra le seguenti: i) fissato in 200 anni il tempo di ritorno (TR) della piena di riferimento, e determinato il livello idrico corrispondente, si assume come delimitazione convenzionale della fascia la porzione ove defluisce almeno l’80% di tale portata, e al suo esterno la velocità della corrente dev’essere ≤ 0.4 m/s (criterio prevalente nei corsi d’acqua mono o pluricursali); ii) limite esterno delle forme fluviali potenzialmente attive per la portata con TR di 200 anni (criterio prevalente nei corsi d’acqua ramificati).
•Fascia di esondazione Esterna alla precedente fascia , è costituita dalla porzione di alveo interessata dall’inondazione al verificarsi dell’evento di piena di riferimento; con l’accumulo temporaneo in tale fascia di parte del volume di piena ha luogo la laminazione dell’onda di piena con riduzione delle portate di colmo, e il limite della fascia si estende fino al punto in cui le quote naturali del terreno sono superiori ai livelli idrici corrispondenti alla piena di riferimento, ovvero sino alle opere idrauliche esistenti o programmate di controllo delle inondazioni (argini o altre opere di contenimento), dimensionate per la stessa portata. Si assume come portata di riferimento la piena con TR di 200 anni, e la delimitazione della fascia sulla base dei livelli idrici va integrata con: i) le aree sede di potenziale riattivazione di forme fluviali relitte non fossili,cioè ancora correlate dal punto di vista morfologico, paesaggistico e talvolta ecosistemico – alla dinamica fluviale che le ha generate; ii) le aree di elevato pregio naturalistico e ambientale e quelle di interesse storico, artistico, culturale strettamente collegate all’ambito fluviale.
•Fascia di inondazione per piena catastrofica E’ costituita dalla porzione di territorio esterna alla precedente fascia B, e può essere interessata da inondazione al verificarsi di eventi di piena più gravosi di quelli di riferimento. L’avvenuta delimitazione delle fasce, in particolare A e B, sottende l’assunzione di uno specifico progetto per l’assetto di un corso d’acqua, comprendente l’individuazione delle caratteristiche e della localizzazione delle nuove opere idrauliche per il contenimento dei livelli idrici di piena e per la regimazione dell’alveo. Avendo assunto come portata di riferimento la massima piena storicamente registrata, se corrispondente Politecnico di Milano, Dip. BEST Emilia Costa, Fabio Albani, studenti Silvia Merighi, Elisa Rampa. Via Colombo 40, 20133 Milano
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a unTR superiore a 200 anni, o in sua assenza la piena con TR di 500 anni, per i corsi d’acqua non arginati la delimitazione dell’area soggetta a inondazione viene effettuata con gli stessi criteri adottati per la fascia B, tenendo conto delle aree con presenza di forme fluviali fossili. Per i corsi d’acqua arginati l’area è delimitata unicamente nei tratti in cui lo rendano possibile gli elementi morfologici disponibili, e in tal caso la delimitazione è definita in funzione della più gravosa delle seguentidue ipotesi (se entrambe applicabili) in relazione alle altezze idriche corrispondenti alla piena : i) altezze idriche corrispondenti alla quota di tracimazione degli argini; ii) altezze idriche ottenute calcolando il profilo idricosenza tenere conto degli argini.
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Le industrie In passato il comune di Merone si poggiava su un’economia prevalentemente agricola, con la compresenza di prime piccole significative attività industriali lungo il corso del Lambro. Le prime attività industriali legate all’utilizzo della forza motrice dell’acqua si insediarono nelle località di Maglio e Baggero, che offrivano un accesso più diretto al fiume Lambro. Tra queste attività erano presenti la Filanda Zaffiro Isacco, oggi Industrie Tessili Bresciane (Maglio), la Filanda Angelo Legnati (Baggero), un’acetaia e una fabbrica di pasta. A tali industrie, censite fin dal 1869, si aggiungono oggila zona di Pontenuovo, lungo la Nuova Valassina, dove si concentrano i volumi delle attività artigianali. Da comune principalmente agricolo Merone si è poi convertito ad un sistema economico quasi completamente basato sull’industria: questo cambiamento è coinciso con l’insediamento, nel comune, del cementificio Portland Montadon, entrata in esercizio nel 1928 e divenuta Cementeria di Merone nel 1941. Senza ombra di dubbio, senza la società di fabbrica di cemento, Merone sarebbe rimasta una prevalenza agricola, causando quindi, negli anni successivi, una probabile dipendenza da altri territori per quanto concerne l’offerta di posti di lavoro. La decisione di localizzarsi nel territorio meronese deriva da diversi fattori. Sicuramente tra i fattori di primaria importanza bisogna considerare la presenza di infrastrutture strategiche, la grande quantità di risorse idriche e la particolare conformazione geologica del terreno. Oggi il cementificio rappresenta un elemento di grande rilevanza all’interno della realtà comunale: l’insediamento occupa il 5% del suo territorio e ne costituisce il 2% dell’edificato. Lo sviluppo economico industriale ha innestato una reazione a catena, per cui, unito allo sviluppo demografico, ha contribuito ad un’espansione della dimensione insediativa, avvenuta per addizioni attorno al nuovo reticolo stradale che andava formandosi. PUNTI DI FORZA E OPPORTUNITA’ - presenza di una buona propensione all’imprenditoria e all’innovazione di prodotto, di processo, dei comportamenti sociali - compresenza di piccole imprese a creare un tessuto misto in un contesto attivo e maturo, caratterizzato da forti interazioni - presenza di imprese importanti - presenza di punti di eccellenza in alcuni settori PUNTI DI DEBOLEZZA E MINACCE - dispersione degli insediamenti produttivi sull’intero territorio - passaggio dalla grande fabbrica all’imprenditoria individuale, elevata presenza di lavoratori atipici, di agenzie di lavoro in affitto, di microimprenditori non organizzati in un sistema coeso - presenza di un elevato numero di impianti industriali a rischio - minaccia di impoverimento di alcune aree per la crisi della grande industria e alcuni settori manufatturieri - carenze infrastrutturali che rendono difficoltosa la mobilità e potrebbero condurre all’abbandono di alcune aree da parte di imprese e popolazione
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La viabilità Il sistema infrastrutturale di Merone è dotato di due strade provinciali: la strada provinciale per Rogeno in direzione est/ovest (nel tratto comunale prende i nomi di via Appiani, Parini, Manzoni) e l’asse nord/sud della Nuova Valassina, alla quale si attesta. La rete stradale provinciale, supportata oltretutto dalla vicinanza della superstrada 36 Milano/Lecco nel territorio comunale di Costa Masnaga, consente una buona accessibilità veicolare. La superstrada 36 è infatti il collegamento nord/sud che permette la connessione tra Milano, l’entroterra brianteo, Lecco, Sondrio e la Valtellina, permettendo un diretto collegamento con la grande viabilità nazionale. Il comune di Merone è servito da due linee di trasporto su gomma: la linea C91 che segue la direttrice ErbaLurago d’Erba-Cremnago e ritorno; la linea C95 che collega Erba e Bosisio Parini e ritorno. I collegamenti con i poli regionali sono garantiti anche dalla rete infrastrutturale ferroviaria costituita dalle linee Milano/Asso e Como/Lecco e da due stazioni (la prima a Merone, a cavallo di entrambe le direttrici, l’altra in località Moiana a servizio della direttrice per Lecco). Vettore Fnme per la linea Milano/Asso: il servizio di collegamento è diretto, senza fermate di cambio. La distanza ferroviaria da Merone a Milano è circa 60 minuti, da Mercone ad Asso di 20 minuti. Direttrice Rfi – Trenitalia per la linea Como/Lecco: linea a scarso traffico e d’interesse solamente locale, realizzata principalmente per il servizio merci dedicato ad alcuni complessi industriali dell’area di Merone. Questa direttrice interrompe la viabilità comunale in diversi punti ricorrendo ad un passaggio a livello in via Volta o, in altri casi, ad un sottopasso. La stazione di Merone è sita in via Emiliano, il fascio di binari (due per transito e fermata del trasporto passaggeri, i rimanenti per lo scalo e la movimentazione delle merci) alle sue spalle dividono lo spazio del cementificio da quello del centro abitato. La stazione di Moiana, in via Vespucci, si trova al bordo dell’edificato dal quale prende il nome. È inoltre attiva nei mesi estivi l’econavigazione del Lago di Pusiano10 Il territorio milanese si presenta quindi come un nodo di smistamento con un sistema ferroviario regionale fortemente ramificato ma ancora da potenziare attraverso una corretta pianificazione dei sistemi di connessione tra reti brevi e reti lunghe, soprattutto per garantire l’accesso agli ambienti montani anche in un’ottica di sviluppo turistico. Inoltre da risolvere è anche l’elevata congestione del traffico veicolare su gomma ingenerato dalla dispersione insediativi e dalla pressione edilizia sulle direttrici di traffico, dall’insediamento di funzioni sovralocali (centri logistici e commerciali, multisale di intrattenimento), dalla carenza di servizi. Altri punti di debolezza è la carenza di trasporti pubblici si breve e medio raggio e gli elevati livelli di inquinamento atmosferico e acustico, dovuti alla preferenza dell’uso del trasporto su gomma e alla presenza di attività produttive che non sempre hanno adottato processi produttivi sostenibili.
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3. Analisi progettuali
Riprendendo lo studio indicativo sulla viabilità a Merone, approfondiamo qui il tema studiando per le diverse tipologie di trasporto quegli aspetti necessari a rendere più comprensibili le potenzialità del territorio dal punto di vista dell’accessibilità, aspetto fondamentale per il turismo e per un suo potenziamento. Sapendo già della posizione strategica che il comune ha nella rete dei trasporti, abbiamo studiato l’efficienza (dal punto di vista del tempo, della distanza e dei servizi) degli spostamenti e dei collegamenti da/a Merone dal punto di vista dei trasporti pubblici, privati e leggeri. Con questa analisi cerchiamo i luoghi che riescano a sfruttare il sistema di trasporti esistenti e che contemporaneamente siano adatti ad un progetto atto a potenziare alcuni loro aspetti o dia degli stimoli per migliorarli.
L’accessibilita’ Come già accennato Merone si trova in un punto favorevole nella rete delle infrastrutture per i trasporti su gomma. E’ favorita sia nei collegamenti Nord – Sud grazie all’autostrada A9, interprovinciali con la SS36 e intercomunali con la SP41; Est-Ovest dalla SS342 e dalla SS639. L’autostrada A9 (Lainate – Chiasso) insieme alla A8 cosituisce l’Autostrada dei Laghi e rappresenta sia un collegamento a Sud (grazie al collegamento all’area metropolitana di Milano)con la grande viabilità nazionale, sia verso verso Nord (verso la Svizzera). L’autostrada dei Laghi ha una notevole importanza perchè sostiene un notevole traffico pendolare diretto a Milano e rappresenta un percorso obbligato per la maggior parte delle merci che dall’Italia viaggiano verso il Nord-Europa. Questo comporta l’aumento del traffico e una dilatazone dei tempi di percorrenza che quindi, anche per la sua realtiva vicinanza a Merone, rende questa infrastruttura, non conveniente per chi da Milano voglia raggiungere Merone attraverso Como. Più comodo invece, arrivando da Milano, risulta viaggiare sulla Strada Statale SS36 che passa a Est di Merone per arrivare poi a Lecco. L’unico tratto sfavorito risulta quello vicino a Monza a causa dei cantieri in corso per i progetti di potenziamento e riqualificazione della viabilità che creano rallentamenti del traffico. La Strada Provinciale SP41 invece entra in Merone, passa per Erba e arriva a Bellagio e ,come accessibilità da Milano, è utile principalmente come collegamento alla SS36. Per quanto riguarda I collegamenti Est-Ovest, quindi per chi arriva da Como o da Lecco, c’è sia la SS639, piacevole per il tragitto lungo le sponde dei Laghi Briantei (Annone, Pusiano, Alserio) e i paesi che vi si affacciano, sia la SS342 che da Varese arriva fino a Bergamo allarganto e facilitanto l’accesso a Merone a queste provincie. La SP41, insieme alla SS639 (dei laghi di Pusiano e di Garlate) e alla SS342 (Birantea) ,costituiscono per Merone i collegamenti più convenienti con i comuni delle provincie di Lecco e Como.
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Tempo medio di percorrenza Milano – Merone: 1h 11 min (50km) Como – Merone: 33 min (18 km) Lecco – Merone: 22 min (16 km)
Per quanto riguarda la viabilità interna al comune, Via Vallassina (nome della via su cui scorre la SP41 in Merone) è situata a nord-ovest e incontra, all’altezza del cimitero, l’inizio della strada provinciale SP47 per Rogeno (Via Appia) che taglia tutta l’area nord del comune. Queste sono le due principali vie di accesso all’area che permettono di tenere libera da strade a scorrimento veloce la maggior parte del centro abitato rimanendo così relativamente marginale ad esso e mantenendo contemporaneamente Merone ad un livello buono di collegamento con i comuni limitrofi. Invece una delle strade interne più grandi che taglia longitudinalmente tutta la città è Via Benedetto Croce che prende successivamente il nome di via San Gerolamo Emiliani e infine via C. Battisti, la quale parte dal municipio (in via Appia), passa per la stazione dei treni, arrivando fino alla frazione di Baggero per poi entrare nel comune di Lambrugo.
Parcheggi L’analisi dei parcheggi è fondamentale per una mobilità turistica sostenibile. La possibilità di disporre di parcheggi sufficienti all’ingresso dell’area comunale permette di sfruttare, potenziare e rendere più sicuri i percorsi pedonali e ciclabili dell’area. Come si vede dalla tavola sulla dislocazione dei parcheggi, a Merone sono presenti (seppure in gran numero) aree con numero di parcheggi insufficienti a sostenere gli accessi da aree esterne al comune. Anche il parcheggio della stazione di Merone è ridotto e scomodo come punto di ritrovo di comitive per gite organizzate (vedi capitolo “Associazione Il Canneto”).
Trasporti pubblici Per quanto riguarda questa categoria, Merone si trova nel punto di incontro tra il vettore Fmne Milano-Asso e la direttrice Rfi Como-Lecco dispondendo così di due stazioni sulle relative tratte. Stazione di Moiana per la direttrice Rfi Como-Lecco. Principamente servita per il trasporto merci, dispone di un numero di treni per il trasporto persone molto basso, nonostante la vicinanza delle scuola primaria e secondaria e del lago di Pusiano (a cinque minuti a piedi dalla stazione). Como-Moiana/Moiana-Como: tempo di percorrenza 41 minuti, otto treni al giorno concentrati negli orari di inizio e fine scuola (primo treno alle 06 circa, ultimo treno alle 18 circa) Como-Lecco/Lecco Como: tempo di percorrenza 31 minuti, undici treni al giorno concentrati negli orari di inizio e fine scuola (primo treno alle 07 circa ultimo treno alle 19:30 circa) Stazione Merone per la direttrice Fmne Milano-Asso. Vista la grande pendolarità verso Milano il numeri di treni al giorno è maggiore rispetto alla stazione di Moiana. In entrambe le direzioni la frequenza è un treno all’ora tranne che per gli orari di punta in cui il numero di treni è maggiore(ogni 30 minuti). In direzione Milano la concentrazione di treni è la mattina, in direzione Asso è il pomeriggio. La durata del viaggio è di 58 minuti per la tratta Merone-Milano, di 16 minuti invece Merone-Asso.
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Merone è servita solamente da due linee di trasporto su gomma: C91 e C95 che permettono il collegamento di Merone con Erba, Cremnago e Bosisio Parini. Le due linee non coprono tutto il comune, anzi passano su strade marginali, ovvero su Via Vallassina e su Via Appia. Solo la C95 devia dalle strade provinciali e arriva fino alla stazione dei treni di Merone. Linea C91 Erba – Lurago d’Erba – Cremnago. In Merone ha solo una fermata nei pressi del cimitero. Gli orari - 07:32, 08:44, 13:19, 15:16, 17:34 (Fonte: www.asfautolinee.it orario estivo 2012 Lago e Brianza). Il tempo del tragitto Merone Erba è di 10 minuti, Merone-Lurago d’Erba 40 minuti, Merone-Cremnago 45 minuti. Linea C95 Erba – Bosisio Parini. Arrivando da Erba per la SP41 devia all’altezza del cimitero in via Appia. Le fermate sono cinque: Ponte Nuovo, Cimitero, Cavo, Moiana. Orari Moiana: 07:00, 08:18, 11:55, 14:13, 16:40, 17:40 andata; 06:39, 07:24, 08:48, 12:36, 14:44, 17:14 ritorno (Fonte: www.asfautolinee.it orario estivo 2012 Lago e Brianza). Il tempo del tragitto Merone-Erba e Merone-Bosisio Parini è di 10 minuti.
Percorsi ciclopedonali Il comune di Merone si trova nel punto di interzesione di due grandi progetti ciclopedonali: la Ciclovia dei Laghi e Le vie del Parco. La Ciclovia dei Laghi. E’ una dorsale ciclabile che attraversa Lecco Como, Varese e il Canton Ticino nata nel 2002 per sostenere ed incentivare lo svilupo del cicloturismo. Si affianca ad un processo di valorizzazione delle risorse ambientali, culturali e turistiche nell’ottica di una loro maggiore fruibilità. La Ciclovia è caratterizzata da nove itinerari lungo tutta la dorsale e un itinerario di lunga percorrenza. All’altezza di Merone, tra il lago di Pusiano e quello di Alserio troviamo l’itinerario 5(Como – Lago di Pusiano/Merone), 6 (Lago di Pusiano/Merone – Bellagio) e 7(lago di Pusiano/Merone – Lecco). Nonostante la guida cicloturistica (scaricabile gratuitamente dal sito http://www.cicloviadeilaghi.it/) sia molto accurata e descriva meticolosamente le diverse difficoltà dei percosi e le emergenze architettoniche, paesaggistiche e culturali che si possono incontrare, non sempre gli itinerari hanno il sostegno e le attrezzature adatte a percosi ciclabili (per esempio l’itinerario 8 Lecco-Colico passa prevalentemente sulla strada statale che affianca il lago sfornita di piste, indicazioni e servizi ciclabili). In particolare nel caso di Merone gli itinerari 5 e 6 passano per la via Appia, la strada provinciale per Rogeno, che non è attrezzata per piste ciclabili. Le Vie del Parco. Più organizzate e segnalate invece sono le piste ciclopedonali delle Vie del Parco, 13 in tutto. Merone si trova nel tratto finale di tali percorsi. Le vie del Parco sono caratterizzate da un percorso di spina (itinerario 1) che affianca il Lambro partendo da Monza e arrivando al lago di Alserio a cui si attestano numerosi altri percosi che si addentrano nei comuni limitrofi esplorando le bellezze locali. I percosi sono segnalati ad ogni svincolo e l’inizio di ognuno di essi è fornito di una mappa chiara dell’area con segnalati tutti gli itinerari cicloturistici delle Vie del Parco. Tali percorsi a Merone sono localizzati marginalmente e si allontanano dal fiume lasciando quindi sfornite alcune aree naturalistiche interessanti del comune.
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Il canneto Il Canneto è un’associazione nata un anno fa dalla passione di alcuni amici che hanno a cuore il territorio del Triangolo Lariano, in particolare le sue bellezze naturalistiche, storiche e paesaggistiche. Gli itinerari che propongono gravitano intorno al lago di Pusiano e portano alla scoperta delle grandi potenzialità di tali luoghi attraverso i percorsi d’acqua e di terra esistenti, senza, per ora, bisogno di attrezzature o interventi specifici. Per quanto riguarda l’area del comune di Merone, Il Canneto organizza percorsi per la scuola, da quella d’infanzia alla scuola secondaria, che attraversano il comune toccando alcuni punti notevoli di importanza storica (come I Mulini di Baggero e di Maglio), naturalistica ( il Lambro, il canneto, le piane d’Erba, il lago di Pusiano con la relativa fauna e flora) e paesaggistica. Uno degli intenti dell’associazione è quello di rendere navigabile il Lambro dal Lago di Pusiano fino a Monza e “da alcuni anni organizziamo la discesa del Lambro in canoa, rafting e bicicletta. Grazie ad una collaborazione con il Parco Valle Lambro organizziamo periodiche manifestazioni con discesa in gruppo su un tratto di fiume facile e dall’inaspettato valore ambientale che va normalmente da Baggero a Briosco. Queste manifestazioni sono parte di un ciclo di discese per la promozinoe della tutela dei fiumi sensibili” (Giuseppina Maria Troiani, presidente del Il Canneto, in un’intervista per La Provincia 19-07-2012). Come si vede dalla tavola sui percorsi organizzati dall’associazione, la parte di Lambro che non è interessata dagli itinerari è proprio quella che attraversa il comune di Merone. Questo è dovuto alla mancanza di sopralluoghi per la difficoltà di navigazione del fiume (con ostacoli come il Cavo Diotti o I Mulini di Baggero) e di percorrere le sponde dello stesso. Questo tratto di Lambro fuori dagli itinerari del Il Canneto è proprio l’area interessata dal comune di Merone per un nuovo percorso ciclopedonale, che potrebbe così unire, in una rete ancora più salda e sicuramente interessante, i percorsi ciclistici già esistenti del Parco Valle Lambro con la Ciclovia dei Laghi, e cucire gli itinerari de Il Canneto ampliando il progetto di riqualificazione del Lambro e di sensibilizzazione del territorio.
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Uno sguardo sulla fauna
Ai fini di proporre un percorso ciclopedonale che si integrasse pienamente nel territorio oggetto di studio, ci è sembrato di notevole interesse elaborare una breve digressione sulle specie volatili maggiormante presenti nell’area. Nel corso degli svariati sopralluoghi e durante l’incontro con i membri dell’organizzazione Il Canneto si è preso coscienza del valore ambientale e naturalistico che interessa la sfera faunistica, in particolare nel ruolo rivestito dalle specie volatili, le quali si stanziano e caratterizzano maggiormente le aree lacustri. Tale risorsa potrebbe essere valorizzata secondo un duplice fine: sia per preservare e tramandare la tradizione locale di conoscenza delle specie autoctone caratterizzanti il territorio, sia in quanto possibile fonte di attrazione turistica per nuovi visitatori. Per svolgere un’analisi approfondita è stato inevitabile ritornare ad operare sulla macroscala, prendendo in considerazione l’intera regione della Lombardia per poi effettuare uno zoon più ristretto sul terriotorio del Triangolo Lariano. L’area si è rivelata vasta e diversificata, con un vasto campionario di specie “ a portata di escursione e di osservazione”. Si è rivelato utile ed efficace prestare attenzione non solo alle specie stanziali, ovvero quelle presenti tutto l’anno nel territorio, ma studiare come la presenza dei volatili cambia a seconda delle stagioni migratorie e riproduttive. L’ipotesi di dotare il percorso di torri di avvistamento, in particolare nelle oasi naturalistiche, integrate nell’ambiente naturale, oltre che avvicinare ed incuriosire il turista sull’argomento, costituirebbe una sorta di landmark territoriale e diventerebbe l’elemento diversificante e caratteristico del progetto di riqualificazione.
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Introduzione al turismo sostenibile
Il turismo sostenibile propone un approccio al turismo caratterizzato da una duplice preoccupazione per il luogo in cui ci si reca: l’ambiente e la popolazione locale. Rispetto e salvaguardia dell’ecosistema e delle biodiversita’ con particolare attenzione alla minimizzazione dell’impatto ambientale delle strutture e delle attivita’ legate al turismo costituisce il principale scopo che il turismo sotenibile persegue. Questo concetto, che ha iniziato a prendere forma a partire dagli anni Ottanta e’ arrivato al suo culmine nel 2002 con la Carta del Turismo Sostenibile. Tra gli elementi chiave che esso sostiene vi e’ appunto una particolare attenzione per il rispetto e la salvaguardia della cultura tradizionale delle popolazioni locali unito al consenso informato da parte di tali popolazioni sulle attivita’ intraprese a scopo turistico. All’interno di un sistema turistico che si possa definire sostenibile si presuppone una particolare partecipazione attiva delle popolazioni locali nella gestione delle imprese ecoturistiche e la condivisione con esse dei benefici socio-economici derivanti dal turismo. Uno dei problemi maggiormente sentito in ambiti turistici e’ quello di conciliare la domanda dei turisti di fruizione delle risorse naturali, sociali, etiche e culturali, con l’esigenza di garantirne nel contempo l’integrita’ accrescendone anzi le potenzialita’ per il futuro. L’ecoturismo in questa prospettiva e’ caratterizzato da alcuni aspetti peculiari: -E’ mirato alla promozione di uno sviluppo sostenibile del settore turistico -Non determina il degrado o l’esaurimento delle risorse naturali e ambientali, ovvero minimizza l’impatto -Concentra l’attenzione sul valore intrinseco delle risorse naturali rispondendo ad una filosofia piu’ biocentrica che antropocentrica -Richiede all’ecoturista di accettare l’ambiente nella sua realta’ senza pretendere di modificarlo o adattarlo alla sua convenienza -Si fonda sull’incontro diretto con l’ambiente e si ispira ad una dimensione cognitiva diretta. L’ecoturismo descrive anche un insieme di risultati auspicabili, che possono essere riassunti come segue: -Compatibilita’ ambientale e socio-culturale come condizione fondamentale -Apporto di benefici per i progetti di protezione dell’ambiente e per la popolazione locale (partecipazione, creazione e ampia distribuzione di reddito) -Accrescimento della consapevolezza ambientale e maggiore accettazione della conservazione della natura come uso del territorio proficuo e adeguato Il territorio, con le sue ricchezze artistiche, paesaggistiche, naturali, umane, rappresenta quindi un’opportunita’ da esplorare secondo i diversi livelli di interesse del turista e una possibilita’ di avere un contatto autentico con stili di vita diversi dai propri. La ricchezza di ogni destinazione turistica sta infatti nella sua dimensione complessiva e contemporanea e puo’ essere comunicata solo attraverso la cooperazione con gli operatori che quotidianamente vivono e animano il territorio. L’obiettivo principale del turismo eco-sostenibile e’ la preservazione dell’ambiente naturale e la ricerca di un nuovo equilibrio tra uomo e natura che favorisca la miglior convivenza possibile.
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Questi concetti, se applicati alle aree che sono state oggetto dei nostri studi, sarebbero in grado di creare ambiti a scala urbana e territoriale capaci di valorizzare le valenze paesaggistiche del luogo. Il territorio del Triangolo Lariano, ricco di elementi naturali con forte potenziale attrattivo e intriso di cultura (la forte tradizione agricola mischiata alla successiva espansione industriale, le numerose cascine disseminate nella campagna) si pone come locus ideale per proporre una nuova forma di turismo capace di integrare le risorse del territorio, mantenendo un alto grado di qualita’ ambientale e paesaggistica. Le potenzialita’ che il territorio offre, date dalla presenza di parchi di particolare pregio ed interesse naturalistico e dalla varieta’ dei paesaggi di elevata attrazione sia per la residenza che per il turismo, unito ad un sistema ferroviario fortemente ramificato e alla vicinanza ai grandi centri urbani della pianura, fanno si’ che l’area oggetto di studi si presti in particolar modo ad una forma di turismo che sfrutti le valenze del luogo in modo appropriato e proficuo, integrando allo stesso tempo la popolazione locale.
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4. Proposta di progetto
L’area di progetto L’area proposta per il progetto attraversa Merone nella sua parte orientale affiancando la riva destra del Fiume Lambro da Baggero al Parco di via Dante, passando poi per i campi coltivati verso gli edifici della scuola primaria e secondaria, attraversando infine la ferrovia per arrivare così al Lago di Pusiano. L’itinerario è un’occasione per unire con un’unica proposta e in un unico percorso molte attività, emergenze architettoniche e bellezze naturalistiche, così da cercare di dare più visibilità a molte specificità locali. Un’area di progetto che ha la potenzialità di contribuire alla riscoperta di quei valori paesaggistici culturali e ambientali del terrotorio dimenticati che riescano a darci la consapevolezza della qualità dei territori che ci circondano. Il percorso previsto è di utenza ciclopedonale e sostiene quindi una mobilità lenta dedicata allo sport, ad attività didattiche e al relax, ottimale per sfruttuare a pieno le potenzialità dei punti di interesse che incontra nel suo cammino. Le emergenze storiche, naturalistiche, paesaggistiche che il percorso incrocia non sono poche e, da sud a nord, possono essere elencate come qui di seguito. L’oasi di Baggero Come già detto in precedenza, questo è un sito di interesse comunitario (Sic), serbatoio di biodiversità di flora e fauna, caratterizzata dalle ex cave convertite a lago e da aree costituite da boschi di latifoglie in prossimità del fiume e dell’area paludosa. Il Parco Regionale della Valle del Lambro ha avviato e concluso pochi anni fa progetti di valorizzazione e messa in sicurezza, dando la possibilità di aprire al pibblico l’area, divenuta presto sede di progetto culturali ed educativi. I mulini di Baggero Di importanza storica, i mulini di Baggero mostrano ancora la loro forza motrice. Sono infatti ancora attivi e ben visibili data la loro vicinanza ad un passaggio pedonale sul fiume. La loro attività però non si traduce più in lavoro, da però grande valenza storica ed estetica al luogo. Le Vie del Parco In quest’area di incontrano e iniziano 3 dei percosi ciclabili delle Vie del Parco gestiti e proposti dal Parco Valle Lambro che propongono itinerari paesaggistici e storici tra i campi, i comuni limitrofi e il fiume. L’area Speri Occupata da una fabbrica in disuso, l’area speri è stata oggetto di interesse di un gruppo di studenti del Politecnico di Milano che ha proposto un progetto di riqualificazione e valorizzazione attraverso diversi piccoli interventi tra cui un birrificio, residenze studentesche e un auditorium all’aperto.
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Lungo il fiume Lambro L’area interessata del fiume è la riva destra che dal Parco di via Dante va fino ai mulini di Baggero. A causa della vegetazione incolta caratteristica della stagione primaverile ed estiva non è stato possibile un sopralluogo. Parco di via Dante Nei pressi della località il Maglio, quest’area verde si affaccia sul Lambro e rappresenta uno dei parchi pubblici presenti nel comune di Merone. Esso dispone di uno spazioso parco giochi, di un campo da calcio e di un percorso vitae. Attraverso brevi sentieri che partono dal campo da calcio, si può facilmente arrivare al lungo lambro, sull’area di progetto. Coltivazione di granoturco L’area di progetto attraversa un’ampia area coltivata prevalentemente con granoturco, arrivando fino all’Azienda agricola Galli. Azienda agricola Galli Sita nel comune di Rogeno ma sul confine amministrativo di Merone, si occupa della produzione e spaccio di salumi e latticini. Trattoria Mauri Pasquale Dedicata all’allevamento di bovini, l’azienda organizza giornate didattiche aperte agli studenti e dispone di un’area di sosta aperta a tutti che offre la vendita di latte, e derivati, prodotti da loro. Lido di Merone, Lago di Pusiano L’area è un vero momento di relax. È caratterizzata, oltre che da una piccola spiaggia balneabile, da un’area verde libera di sosta e picnic attrezzata con tavoli sedie e gazebi in legno, coperta dalle chiome di una piccola massa di alberi e affacciata direttamente sul lago.
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La proposta
Considerando le analisi svolte ci rendiamo conto di come l’area di progetto, proposta dall’assessore per l’ambiente di Merone, risulti molto interessante per le potenzialità di cucire la rete interprovinciale (e talvolta interregionale) di percorsi ciclopedonali presente, di rinforzare alcuni percorsi naturalistici e paesaggistici del territorio meronese, di mettere in risalto le specificità culturali del luogo e di vivere attivamente un tratto del fiume Lambro dall’inaspettato valore ambientale. Il percorso di progetto infatti affianca il fiume Lambro dalla località Il Maglio ai mulini di Baggero, cioè il tratto non utilizzato dalle escursioni turistiche dell’associazione Il Canneto per la presenza di ostacoli che rendono difficile la sua fruibilità. Essendo uno degli obiettivi dell’associazione quello di permettere la navigazione dal Lago di Pusiano fino a Monza, interessarsi a quest’area vuol dire quindi sia permettere la disponiblità di accesso di percorsi alla scoperta di vie dimenticate sotto l’aspetto turistico, sia dare la possibilità di rendere più organici quegli itinerari naturalistici, storici e paesaggistici già esistenti gestiti da Il Canneto. Infatti da Il Maglio al Lago di Pusiano il percorso progettuale ricalca un itinerario, principalmente didattico, già attivo nelle attività dell’associazione, che attraversa Cascina Alpe, dedita all’apicoltura, e la fattoria Mauri Pasquale con l’allevamento di bovini. Il punto d’arrivo comune è infine il lido di Merone, una spiaggia da cui partono le escursioni in canoa e traghetto alla scoperta del lago e delle sue bellezze. Un altro punto interessante per il progetto è l’idea di affiancare, a vie pedonali e navigabili, un percorso ciclabile che non può che rafforzare la rete di quegli itinerari gestiti dal Parco Valle Lambro e il progetto interregionale della Ciclovia dei Laghi. Il nuovo percorso partirebbe proprio nel punto di contatto tra le Vie del Parco n°1, n°3 e n°5 propondendo una strada alternativa e più interessante, per i punti di interesse che tocca, per l’ultimo tratto del Parco Lambro intercettando quel progetto di percorso ciclabile che dalla Svizzera arriva fino a Colico (la Ciclovia dei Laghi). Ai fini di proporre un percorso di turismo sostenibile che abbia la capacità di sostenere le attività sopra proposte (percorso ciclopedonale e fluviale) c’è innanzitutto bisogno di una buona accessibiltà all’area sia con i mezzi pubblici che privati. Dalle analisi svolte risultano buoni collegamenti con le provincie limitrofe e la vicinanza delle grandi vie per i collegamenti interegionali: sia i trasporti su gomma che le ferrovie distinguono Merone come un punto centrale tra le provincie lombarde vicine (Como, Lecco, Milano). Entrando più nello specifico abbiamo però trovato dei punti a sfavore di un efficiente progetto di turismo sostenibile: come abbiamo detto, ai fini dei nostri obiettivi, le potenzialità dei collegamenti infrastrutturali sono molto buone, ma scarsa è la disponibilità giornaliera dei mezzi pubblici. Tanne la stazione dei treni di Merone sulla linea Milano-Asso, le stazione di Moiana (sulla linea Como-Lecco) e le due linee di autobus che entrano nel comune hanno orari molto contenuti e ristretti alla mattina presto e al tardo pomeriggio. In particolare le linee C91 e C95 fermano solo circa cinque volte al giorno per direzione. Altro punto negativo è il problema dei parcheggi. Nel comune esistono molti piccoli parcheggi, destinati oltretutto per la maggiorparte ai residenti, che quindi non permettono a chi arriva da lontano di avere un punto di sosta funzionale ad una giornata di visita della zona. In particolare, prendendo in cosiderazione i percorsi turistici esistenti e proposti dal nostro progetto, i punti di sosta da rivalutare o ampliare possono Politecnico di Milano, Dip. BEST Emilia Costa, Fabio Albani, studenti Silvia Merighi, Elisa Rampa. Via Colombo 40, 20133 Milano
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essere: l’area di ingresso dell’Hotel Il Corazziere (già attualmente adibita a parcheggio), in località Baggero; l’area dei pressi del lido di Merone, localitò Moiana; parcheggio della stazione dei treni di Merone. Due di queste aree (Moiana e Baggero) sono ottimali per la loro posizione marginale del comune e quindi per il loro raggiungimento senza passare nel centro abitato. L’area della stazione di Merone dispone invece già di un parcheggio ma con un limitato numero di posti auto. Da qui partono molti degli itinerari scolastici organizzati da Il Canneto, il quale si deve sempre confrontare con la difficoltà di parcheggio degli autisti dei pullman delle scolaresche.
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Il progetto Dopo le analisi svolte e lo studio di alcuni progetti che si avvicinano al nostro lavoro per caratteristiche del sito e intenti, ci siamo fatti un’idea più chiara di quello che il territorio richiede e delle risposte che una proposta di progetto puà dare. Come già detto, il percorso si colloca in una parte periferica del comune seguendo il confine amministrativo orientale inserendosi in un area che si può definire un “retro” rispetto al centro abitato. Questa posizione marginale non è da considerare un aspetto negativo, anzi da la possibilità al progetto di diventare un legante tra fiume e città e motivo per ripristinare con nuovi valori questo rapporto perduto secondo cui paesaggio e territorio sono stati modellati e delineati nel tempo dalla presenza del fiume. Riportare quindi il Lambro in primo piano instaurando realzioni tra uomo e ambiente fondate su pratiche di cura e rispetto del territorio. Per questo vogliamo proporre un progetto che abbia un doppio ruolo: che abbia una struttura funzionale e sostenibile, essenziale per la fruizione ricreativa e didattica, e che contemporaneamente sia in grado di innescare progressivamente interventi e modalità di gestione sensibili alla qualità del paesaggio ai fini così di una riappropriazione del fiume da parte della comunità. L’obiettivo che ci vogliamo porre è quindi quello di offrire un progetto in grado di configurare un ambito a scala urbana con caratteristiche di luogo di aggregazione della comunità locale. Ma non solo: ci proponiamo di ottenere una visione a scala territoriale, in cui una dotazione di servizi e attrezzature può partecipare a quel sistema connettivo del territorio dove fiume, città e progetto costituiscono un tassello della struttura verde e dei percorsi dell’intero sistema del Parco della Valle del Lambro. Attraverso funzioni legate allo svago, alla cultura, alla didattica, i tre costituenti fondamentali del paesaggio, acqua terra e uomo, posso venire reinterpretati in nuovi momenti di attiva fruizione del luogo. In questo modo si cerca di avviare un processo di integrazione tra le risorse del territorio e creare un sistema integrato di qualità turistica che sappia mostrare l’immagine di un territorio coeso ed organizzato secondo la logica della sostenibilità locale e che sappia generare nuove forme di turismo capaci di produrre benefici effetti sul territorio. Le analisi svolte ci hanno portato a ragionare su quali attività già presenti nell’area possono essere potenziate attraverso un progetto di percorso urbano, senza forzare la natura del luogo e fancendo in modo che il percorso stesso di progetto si arricchisca e possa diventare vissuto sia nella quotidianità della vita degli abitanti di Merone e dei comuni limistrofi, sia dai turisti. Abbiamo voluto raggrupare in alcune tematiche queste idee guida ed esemplificarle con alcuni piccoli interventi ripresi da progetti già proposti ed esistenti. PAESAGGIO Con questa tematica proponiamo un progetto che tenga conto della consapevolezza, da parte del fruitore, del paesaggio e del territorio che lo circondano. Prendendo ad esempio il progetto della percorso Il muro di Sormano, pensiamo che attraverso piccoli e minimi interventi posizionati in punti strategici, si possa creare un itinerario di progetto caratterizzato da punti di osservazione in cui il passante può riconoscere le bellezze di cui il territorio è caratterizzato.
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DIDATTICA Il percorso che vogliamo proporre non vuole essere solo ciclopedonale ma anche didattico. Questo può avvenire quasi naturalmente, essendo l’area di progetto caratterizzata da interessanti punti d’interesse storico, naturalistico e paesaggistico, diventando per esempio parte di quegli itinerari scolastici de Il Canneto rafforzando così la loro attività. Il percorso può oltretutto inglobare aree come l’azienda agricola Mauri Pasquale che ha già avviato un programma di giornate dedicate alla scuola e che dispone di un’area di sosta con un punto vendita di latte e yogurt, prodotti direttamente dal loro. SPORT Un modo per arricchire il progetto e con le attività sportive già presenti nell’area. Prendiamo ad esempio il parco pubblico di via Dante. Esso è caratterizzato da un campo da calcio, un parcogiochi e da un percorso vitae. Il più semplice ed efficace intervento è quello di ingolbare il percorso vitae nel progetto (attualmente esistono già dei brevi sentieri che dal parco scendono verso il fiume), così da legare le attività giornaliere con il progetto. FIUME-CITTA’ Il progetto può diventare un legante tra il fiume e la città sia perchè corre, per gran parte del suo percorso, lungo la riva del fiume Lambro; sia perchè nel suo itinerario incontra degli elementi che richiamano a quel pezzo di storia della città in cui l’acqua del Lambro era una risorsa fondamentale del paesaggio e dei primi insediamenti. Si trovano per esempio i mulini di Baggero o le chiuse, che sfruttavano la forza motrice dell’acuqa per i trasporti sul fiume o per il funzionamento delle industrie attorno alle quali nascevano le prime case. Quindi pensiamo proprio in questi luoghi, delle aree di sosta, informativi, che abbiamo la capacita, attraverso piccoli interventi, sia di richiamare ad eventi storici fortemente legati alla storia della città sia di riportare il fiume in primo piano, valorizzandolo. Un esempio lo si può trovare nel comune di Santa Fiora (GR), in cui lo stesso obiettivo è raggiunto con l’uso di totem su cui sono affissi dei poster che raffigurano foto storiche, poesie, carte geografiche che mantegono viva la memoria dei luoghi.
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bibliografia ragionata -G. Bosca F. Della, Valorizzazione del patrimonio culturale della Villa Briantea in ambito Territoriale e Turistico, Politecnico di Milano, Milano 2010 -M. Bottero, Progetto ambiente, Maggioli Editore, 2008 -Dipartimento di Architettura e Pianificazione, Piano di governo del Territorio, Merone 2008 -L. Fornasari V. Vigorita, Scopri la fauna della Lombardia, Regione Lombardia, Milano 2004 -G. Nargeroni, Appunti sulla geomorfologia del Triangolo Lariano, Atti Soc. It. Nat. E Museo Civico St. Nat. Milano, Vol 110, 1970 -B. Parisi, Aspetti aratteristici delle montagne lombarde, CAI, Bologna, 1976 -R. Priore, Convenzione Europea del paesaggio, il testo tradotto e commentato, IRITI Editore, Reggio Calabria 2006 -Regione Lombardia, Cicloturismo in Lombardia, Edizione 2008 -E. Turri, Il paesaggio come teatro, Marsilio 2003 -Université d’été I Edizione, Colloqui di Arosio sul paesaggio, Bruylant 2004 -Université d’été II Edizione, Un turismo ecosostenibile, Bruylant 2005 -Université d’été V Edizione, La città avanza, la campagna arretra: quale ruralità?, Bruylant 2008
sitografia -Regione Lombardia: www.regionelombardia.it -Geoportale della Lombardia: www.cartografia.regione.lombardia.it -Comunità montana del Triangolo Lariano: www.triangololariano.it -Provincia di Como: www.provincia.como.it -Comune di Merone: www.comune.merone.co.it -Associazione Il Canneto: www.ilcanneto.it -Parco Valle Lambro: www.parcovallelambro.it -Ciclovia dei Laghi: www.cicloviadeilaghi.it -Ecomuseo del distretto dei monti e dei laghi briantei: www.ecomuseomontilaghibriantei.it .Le vie del Parco: www.leviedelparco.it -Europaconcorsi: www.europaconcorsi.it
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