Spaesato T38

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L’ORA DI RELIGIONE La circolarità della storia L’epidemia Covid ha aperto problematiche religiose, educative, filosofiche, economiche, scientifiche di ogni tipo. Mi sento di fare alcune riflessioni anch’io. Brevi e soggettive. Reduce da mesi di lezioni a distanza che mi hanno indebolito la vista e l’udito e fatto venire l’epicondilite da tastiera, qualche giorno fa sono passato per caso alla sera per la piazza della movida nella mia città. L’ho trovata gremita di gente, soprattutto giovani, per lo più senza mascherina e senza distanze di sicurezza. Quelli seduti al bar erano a non più di 70 a cura di cm e la maggioranza era in piedi tipo sardina. Parlanti, beventi, Don Giuseppe Guaglio abbraccianti, toccanti, bacianti, per nulla distanti. Ho subito pensato alle regole ferree che rispettiamo per poter celebrare la messa, alle norme draconiane che rendono difficile, se non impossibile, organizzare centri estivi veri e non solo nominali, ho pensato all’impossibilità di fare riunioni formative e campiscuola, ho pensato a chi si occupa di cinema e di teatro, alle aggregazioni culturali. Tutte le occasioni educative per i giovani sono chiuse o sottoposte a regole tali da impedirne la piena attività. La scuola è chiusa. La movida è libera. Sembra che Il governo sponsorizzi lo sballo e martirizzi l’educazione. Come possiamo essere alternativi? Dal punto di vista della filosofia quello che vedo intorno a me mi fa venire alla mente le virtù cardinali, e particolarmente l’andreia, il coraggio o fortezza, l’essere uomini veri. Platone la ritiene caratteristica dell’anima irascibile e dei guerrieri. Se l’anima irascibile si allea con quella concupiscibile, l’uomo si abbrutisce. Se tramite il coraggio si allea con l’anima razionale, l’uomo diventa filosofo. Per Aristotele e S. Tommaso la fortezza è mediana tra la paura e la temerarietà, non nel senso di un compromesso oscillatorio tra stati di paura e stati euforici, ma nel senso di un vertice etico, in cui l’uomo è padrone delle sue paure e delle sue emozioni. Mi si perdoni l’eccessiva brevità. Questi orizzonti elevati vanno proposti? Si nota un dilagare di paure, del contagio, di uscire, di diventare poveri, di non avere da mangiare abbastanza, e per contro una serie di comportamenti di sbruffoneria o di menefreghismo. L’equilibrio etico che fine ha fatto? La paura ci domina fino a isolarci o fino a portarci alla sfida? La paura è nemica del bene. Di fronte al pericolo dell’epidemia l’atteggiamento giusto non è quello, ma la prudenza, figlia

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