NISIMAZINE Gazze8a quo7diana in collaborazione con NISI MASA, rete europea del cinema giovane A daily gaze8e in collabora7on with NISI MASA, European network of young cinema
FILM DEL GIORNO FILM OF THE DAY
ENTRE OS DEDOS
7
27-11-08
TORINO
INTERVIEW
Pascal-Alex Vincent Donne-moi la main
Un’immagine dal film - An image from the film
Entre os dedos (Noise), dire8o da Tiago Guedes e Frederico Serra, è ambientato in una misera area. La trama ruota intorno a due fratelli: Paulo, che vive con la moglie Lucia, e sua sorella Bela, che sta ancora con il padre. La storia ha inizio con un incidente nel can7ere dove lavora Paulo. L’uomo denuncia l’accaduto e per questo viene licenziato. E’ senza lavoro, per l’ennesima volta. Con l’aumentare dei problemi finanziari, la relazione con la moglie peggiora inesorabilmente. Lucia, sempre più esausta, finisce per tradire il marito. Bela è un’infermiera che assiste un malato terminale, cos7tuendo l’unico conforto dell’uomo. Il padre dei due fratelli è un pensionato, affe8o da sindrome post-guerra e si comporta in modo crudele con i figli. Il film è dire8o con sensibilità e la recitazione è toccante. Tu9 gli a8ori esprimono emozioni profonde in modo convincente. La trama è intensa e dramma7ca, con mol7 passaggi imprevedibili. D’altra parte, la pellicola affronta in modo non banale diversi problemi della società a8uale. Concentra l’a8enzione su persone normali che lavorano e vivono in modo onesto, dis7nguendosi per la loro dignità, ma che si trovano ad affrontare problemi più grandi di loro, che li portano a ingannare, rubare e tradirsi. Delusi dalla vita, alcuni provano a sopravvivere alla dura realtà, mentre altri si arrendono al des7no. Tu8o viene reso con estremo realismo, chiunque può immedesimarsi. Anche se per chi si trova a vivere in una realtà del genere può risultare deprimente, il film mostra molto bene come i problemi sociali possano ge8are l’individuo in un circolo vizioso di infelicità. La pellicola offre anche un o9mo punto di partenza per una discussione poli7ca sul welfare, le poli7che sociali e su quali tema7che debbano avere la precedenza nell’agenda poli7ca.
27/11 ambrosio 1 28/11 ambrosio 1
h. 20.00 h. 10.00
Entre os dedos (Noise), directed by Tiago Guedes and Frederico Serra, is set in a poor inner city area. The plot revolves around two households: Paulo, living with his wife Lucia, and his sister Bela, who s7ll lives with their father. The story begins with an accident at the construc7on site where Paulo works. The man denounces what happened and he gets fired for it. He is unemployed, once again. As his financial problems mul7ply, the rela7onship between him and his wife gets worse every day. Lucia becomes more and more exhausted and she ends up having an affair. Bela is a nurse that helps a terminal pa7ent. She actually is the only comfort that he has. The siblings' re7red father suffers from a postwar syndrome, behaving awfully to his son and daughter and bizarrely in general. The film is sensi7vely directed and the ac7ng is moving. All actors portray deep emo7ons in a convincing way. The plot is gripping and very drama7c but also umpredic7ble and confusing in several passages. On the other side, it a8ributes to the covering of the many disturbing problems that people face in today’s society. It is focused on regular working class people who live their lives in a honest way, dis7nguishing themselves for their dignity but struggling with problems that are bigger than themselves, which turn them to cheat, steal and be unfaithful. Disappointed in life, some of them try to survive in the hard reality and some of them give up the fight against des7ny. Everything is portrayed in a very realis7c way in which everyone can iden7fy. Even if for those who live in such a reality it can be rather depressing and despiri7ng, it shows very well how social problems can throw the single individual into a vicious circle of misery. The film is also the perfect star7ng point for a poli7cal discussion on the welfare state, social policy and priority issues on the poli7cal agenda.
Elżbieta M. Stachowiak
Vincent è un giovane regista parigino, autore di acclama, cor, ispira, allo s,le nipponico. Questo è il suo primo film. Guardando il film si resta confusi dalla relazione tra i tuoi due eroi, i fratelli gemelli. E’ un effe1o voluto? Volevo mostrare che si amavano molto; dopodiché più tempo passano in viaggio, più la loro relazione si fa ‘tesa’; come nella vita reale. Perché un film su due gemelli? Mi interessava capire perchè dei fratelli cresciu7 nella stessa famiglia e con la stessa educazione possano diventare così diversi. Nulla di meglio di due gemelli, così simili e diversi allo stesso tempo. Alexandre e Victor Carril (gli a8ori) sono molto uni7, ma li7gano in con7nuazione. Hai descri1o le loro vere personalità nel film? Li abbiamo intervista7 per ore prima di chiudere la sceneggiatura. Il film è molto vicino alle loro vite. I gemelli hanno una sorta di sen7mento dell’immortalità. Non importa se uno dei due muore: sopravviverà comunque a8raverso il suo doppio, un’estensione di se stesso. Ho reso questo molto evidente nella scena finale, quando li7gano. Il tuo primo lungometraggio è un road movie con personaggi affascinan0 e una splendida fotografia: è questa la tua formula per il successo? Nessuna formula. Semplicemente mi piacciono i film senza una narrazione classica, senza azione, ma ricchi di atmosfera, come quelle pellicole hippie tra il 1969 e il 1975. E’ un omaggio sincero ai regis7 che amo. E’ un film bohemien. Il segreto, ovviamente, è avere una troupe perfe8a e diver7rsi durante le riprese. Avremmo potuto restare sdraia7 nel fieno, aspe8ando il momento giusto!
27/11 ambrosio 1 28/11 ambrosio 1 FOTO DEL GIORNO
h. 17.30 h. 12.30
PHOTO OF THE DAY
Entering A Zona
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Torino 26
Vincent is a young Parisian director, author of acclaimed short movies inspired by a nipponic style. This is his first feature film. Watching the film, we get confused about the rela0onship between your heroes, the twin brothers; did you expect that? I wanted to show that they loved each other very much; then the more they are on the road, the more ‘tense’ their rela7onship becomes; it's like in real life. Why did you make a film about twins? I was interested in why brothers raised in the same family and with the same educa7on end up being so different. What could be be8er than twins for that? They are very similar and different at the same 7me. Alexandre and Victor Carril (the actors) are very close, but they always fight. Did you depict their real personali0es in the film? We interviewed them for hours before finalizing the script. The film is very close to them. Twins have a feeling they are immortal: no sense of death! It doesn’t ma8er if one dies: he will survive throughout his double - an extension of himself. I made it very clear in the final scene, during their fight. Your first feature film is a road movie with fascina0ng characters and beau0ful cinematography: is this your formula for success? There is no formula. I just like films with no classical narra7on, no ac7ons, but atmosphere, as those hippie films in 1969-1975! It's a very sincere tribute to filmmakers that I love. It's a bohemian film. The secret, of course, is to have the perfect crew and to enjoy the shoo7ng. We could’ve lyed in the hay, wai7ng for the right moment!
Hasmik Hovhannisian by Federico Torres
FOCUS ON
Un’immagine da La classe operaia va in Paradiso An image from La classe operaia va in Paradiso
Special Events Restored Films
La sezione Even7 Speciali propone le versioni aggiornate di Diario di un maestro di Vi8orio De Seta, restaurata dalla Cineteca di Bologna e di La classe operaia va in Paradiso di Elio de Petri, curata del Museo del Cinema di Torino. This year’s Special Events feature the restored versions of Diario di un maestro by Vi8orio De Seta restored by Bologna Cinematheque, and La classe operaia va in Paradiso by Elio Petri, restored by Torino Museum of Cinema.
Diario di un maestro h. 20.00 27/11 massimo 2 La classe operaia va in Paradiso 28/11 massimo 1 h. 20.00
CRITICA
REVIEW
Hunger
Lo Stato delle Cose
Robert Gerard Sands era un nazionalista nordirlandese appartenente all'IRA; arrestato nel 1977, si trovò a scontare la propria pena negli anni in cui la linea dura del governo Thatcher aveva imposto il non riconoscimento dello “status” di prigionieri poli7ci - e del conseguente tra8amento carcerario speciale - agli a9vis7 repubblicani. La telecamera ci porta nella prigione di Long Kesh, dove sono in corso la “blanket protest” e la “dirty protest”: i detenu7 dell'IRA, al fine di o8enere il regime differenziato, rifiutano di indossare le uniformi e di lavarsi, coprendosi con coperte e spalmando le proprie feci sulle pare7 delle celle anche per evitare le bo8e dei secondini lungo il tragi8o per svuotare i pitali. Bobby Sands, capo dei carcera7 nazionalis7, decide di intraprendere il defini7vo gesto di ribellione: uno sciopero della fame organizzato in modo che, dopo di lui, gli altri detenu7 comincino l'as7nenza a qualche giorno di distanza l'uno dall'altro, così da morire lentamente uno alla volta e colpire maggiormente l'opinione pubblica. Hunger è un film senza mezzi termini, duro e quasi privo di dialoghi, un vero e proprio pugno nello stomaco. Ma sopra8u8o, è un'opera che non dà alcun giudizio poli7co; i pestaggi scien7fici e puntuali, le pra7che umilian7, il terrore della guardia al suo primo giorno in servizio e la decisione deliberata di morire di fame servono solo a mostrarci fino a che punto possono spingersi le azioni umane in situazioni estreme.
27/11 massimo 3 28/11 massimo 3
h. 16.30 h. 14.00
La sezione Even7 Speciali di quest’anno riporta a galla due pellicole italiane degli anni Se8anta, fino ad oggi confinate, anche se per mo7vi totalmente oppos7, al passato di cui fanno parte. Se il restauro di Diario di un maestro, sceneggiato Rai in qua8ro puntate dire8o da Vi8orio De Seta, rende gius7zia ad un’inspiegabile rimozione della memoria della televisione pubblica, la proiezione del più noto La classe operaia va in Paradiso, secondo capitolo della Trilogia del Potere di Petri, trova qui una buona occasione per rinfrescarsi, grazie a diversi agganci con il presente che lo emancipano dalla sua epoca storica e ne fanno apprezzare l’a8ualità. Due s7li e due percorsi differen7, ma all’interno di un solo periodo storico e forse con una comune concezione di cinema che, semplificando, si è voluto definire ‘civile’ o ‘poli7co’. In realtà entrambi gli autori, sulla scorta del neorealismo, mostrano una grande a8enzione all’individuo prima di affrontare la cosa pubblica. E’ dalle proprie borgate che i bambini di De Seta si muovono a parlare di storia e di le8eratura; ed è dal dito perso in una pressa che le vicende dell’operaio Lulù, raccontate da Petri, si intrecciano con quelle dei rivoluzionari. Le lezioni teoriche sulla Rivoluzione, impar7te dai libri di storia per gli uni e dagli studen7 in rivolta per l’altro, sono des7nate a restare inascoltate. Petri e De Seta elaborano lo stesso teorema, condividendo le conclusioni sull’inadeguatezza di ogni is7tuzione, ma lasciando intravedere dai rispe9vi finali una sfumatura di o9mismo per l’individuo. I lavori di restauro condo9 rispe9vamente dalla Cineteca di Bologna a dal Museo del Cinema di Torino rappresentano un’occasione per riscoprire un’intera stagione del cinema italiano, cui apparteneva la forte convinzione che raccontare il privato corrispondesse in qualche modo a capire il pubblico.
This year the sec7on Special Events brings back two Italian films from the Seven7es, which because of different reasons have been, un7l now, relegated to the historical past they are part of. While the restora7on of Diario di un maestro, a four episode series directed by Vi8orio De Seta for Rai television, brings back a film inexplicably removed from the memory of public television, the more famous La classe operaia va in Paradiso, third chapter from Petri’s Power Trilogy, takes its chance to refresh itself, finding many contacts with the present that could emancipate this film from its historical age and make the audience appreciate its topicality. Despite being from the same historical period, they have two different styles, although the authors probably share the same concept of cinema, described as ‘Civil’ or even ‘Poli7cal’. Both the authors actually follow Neorealism, and they pay great a8en7on to the individual, even before approaching social themes. De Seta’s children learn to talk about History and Literature from the working class suburbs where they live. Lulù, the worker Petri tells us about, starts his own revolu7on a%er loosing a finger while he’s working. Both De Seta’s children, through history books, and the worker Lulù, through the ac7vist university students, learn about the Revolu7on, developing ideas des7ned to be le% unheard. Petri and De Seta propose the same theorems, they come to the same conclusions on the inability of ‘the ins7tu7on’, but they s7ll end their films with a li8le bit of op7mism for the individual. Restora7on works realized by Bologna Cinetheque and Torino Na7onal Museum of Cinema represent a chance to rediscover a season of Italian cinema, which strongly believed that telling the story of people private lives could be a way to understand society.
Simone Do-o
Steve McQueen UK/Ireland, 2008 Robert Gerard Sands was a Northern Irish IRA ac7vist, arrested in 1977. He served 7me during the hard 7me of Thatcher administra7on, which refused to recognize the poli7cal “status”, and the consequent special treatment of the Irish republicans. We are placed in Long Kesh prison, where the “blanket protest” and the “dirty protest” are occurring. The IRA prisoners, in order to gain differed treatment, refuse to wear uniforms and to wash, wrapping themselves in blankets and smearing their own faeces on the cell walls to avoid the guards' bea7ngs whilst on patrol or emptying the chamber pots. Bobby Sands, leader of the convicted na7onalists, decides to a8empt the final act of rebellion. He organizes a hunger strike, so that following on from him, the other prisoners also start their abs7nence at staggered intervals, slowly dying one a%er another and ge9ng more publicity. Hunger is a film with no compromises; gut-wrenching, harsh and almost devoid of dialogues. Most importantly, it is not a poli7cal work at all. The deliberate and accurate bashings, the humilia7ng techniques, the dread of the guard on his first day on duty and the deliberate decision to starve to death are just situa7ons that show us how far human ac7ons can go in such extreme circumstances.
Flavio Fulio Bragoni
CRITICA
REVIEW
Les Sept Jours Out of Compe,,on
Un funerale, un lu8o, una famiglia so8o lo stesso te8o per una se9mana. Questo è Les Sept Jours di Ronit e Shlomi Elkabetz. Il film inizia mescolando 7toli di testa e immagini del funerale. Vediamo donne ves7te di nero, inginocchiate, che piangono, urlano, cantano e alzano le mani al cielo. Dietro di loro, la famiglia è in piedi in silenzio. Alla fine il pianto delle donne è coperto dalle sirene an7-raid. Non si vede niente della Guerra, perchè la vera Guerra è dentro la famiglia. Alcune persone hanno bisogno dei loro spazi per affrontare il loro dolore e le loro inquietudini, altre riescono a farlo in pubblico. C’è una grande differenza tra chi sceglie il gruppo e chi sceglie l’isolamento. Questa divisione è chiara in alcune scene, creando un evidente dualismo nel film; tra alcuni membri della famiglia, uomini e donne, fratelli e sorelle. Un dualismo che si rifle8e nel contrasto tra parole e silenzio, odio e amore. Questa è una famiglia che ha dei con7 in sospeso. Il ‘giudizio’ arriva col tempo. La madre, circondata da tu9 i figli, ristabilisce la pace in famiglia schiaffeggiando davan7 a tu9 il figlio più grande. Ques7 se8e giorni di lu8o, per loro, non sono sta7 altro che il rispe8o di una tradizione. Hanno tu9 bisogno di ritrovare se stessi, darsi delle spiegazioni, e perdonarsi l’un l’altro. Ritornano al cimitero come un gruppo unito, in silenzio. Torna la pace. Quando se ne vanno, lasciano dietro di sé un’immagine sfuocata. Come un bru8o ricordo che inizia a dissolversi, come una ferita che inizia a rimarginarsi.
27/11 massimo 1 28/11 massimo 1
h. 20.15 h. 09.00
NISIMAZINE TORINO 27-11-08 #7 allegato indipendente de LA RIVISTA DEL CINEMA Reg. Trib. Torino n. 5560 del 17/12/2001 DIR. RESPONSABILE Alberto Barbera RESP. PROGETTO Marta Musso CAPO REDATTORE E GRAFICA Tommaso Caroni REDAZIONE Cicek Coskun, Sahar Delijani, Simone Do8o, Flavio Fulio Bragoni, Bistra Georgieva, Hasmik Hovhannisian, Dorothy Kirk, Tania Laniel, Andrea Ma8acheo, Ilona Nukševica, Sebas7ano Pucciarelli, Jennyfer Rapisarda, Hamilton San7à, Mirtha Sozzi, Elżbieta M. Stachowiak - Federico Torres (fotografo di redazione) TRADUZIONI Sahar Delijani, Chloe Eades, Helena Hamlyn, Dorothy Kirk, Chloe Mackay CORREZIONE BOZZE Sebas7ano Pucciarelli ORGANIZZAZIONE Maddalena Longhi(coordinamento per l’Associazione Fran7), Mirtha Sozzi (coordinamento Nisi Masa), Luca Vigliani (Logis7ca) TIPOGRAFIA Mondostampe - Grafica & Stampa Proge1o dida2co realizzato con il contributo di EDISU Piemonte dal Gruppo Studentesco “Professione: Reporter” in coll. con Fran0 e Nisi Masa www.fran0nisimasa.it www.nisimasa.com professione.reporter2008@gmail.com
Ronit e Shlomi Elkabetz France/Israel, 2008
One funeral, one mourning, one family, in a house, together for one week. Here are Les Sept Jours by Ronit and Shlomi Elkabetz. The opening credits are mixed with ini7al shots of the funeral. We see the women dressed all in black, on their knees, crying shou7ng chan7ng, and raising their hands to the sky. Behind them, stands the family in silence. The cries of the women are finally covered by the air-raid sirens. We see nothing of the war that’s raging in this country, as the real war is within this family. Some people need their space to cope with their pain and uncertain7es, however some can do this in public. This dis7nc7on between those who choose isola7on over company is apparent in certain scenes; between certain family members, men and women, brothers and sisters, crea7ng a duality to the film. This is echoed in the contrast between words and silence, love and hate. This family has things to sort out. The ‘judgement’ will come with 7me. The mother surrounded by all her children slaps her oldest son, and for the first 7me, the family is at peace. These seven days of mourning are no more for them, as for tradi7on. They all need to find themselves, explain themselves, and forgive each other. They return to the cemetery as a united group in silence; the peace restored. They break away, leaving behind them a blurry image like a bad memory star7ng to fade, like a wound star7ng to heal.
Tania Laniel