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Mensile ufficiale di:

Mensile ufficiale di Legacoop Forlì-Cesena • Editore: Sapim soc.coop. • Direttore Responsabile: Emilio Gelosi • Stampa: Stab. Tipografico soc.coop. Santa Sofia • Anno XV n 3 marzo 2011 • iscr. ROC 4503 • Aut.Trib. di Forlì del 20/10/97 • Reg.Stampa n.28/97 • Poste Italiane spa - spedizione in a.p. D.L.353/03 (Conv. L.46/04) art.1 comma 1, DCB Forlì - Tassa pagata • La presente pubblicazione viene distribuita esclusivamente in abbonamento postale e i dati relativi a nominativi e indirizzi dei lettori sono stati inseriti nelle nostre liste di spedizione. Ciascun lettore, a norma dell’art.7 D. Lgs. 196/2003, potrà avere accesso ai propri dati in ogni momento, l’aggiornamento la rettifica o la cancellazione oppure opporsi gratuitamente al loro utilizzo scrivendo a: Legacoop Forlì-Cesena, via Monteverdi 6/b, 47122 Forlì. • codice ISSN 1971-6842 • Numero chiuso in redazione il 12 aprile 2011.

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È una grande opportunità per tutta la comunità forlivese Il dibattito sulle questioni fondamentali per il futuro di una città, e in particolar modo di una città delle dimensioni di Forlì, andrebbe affrontato non in termini di tifo calcistico “pro” o “contro” qualcosa, ma analizzando con razionalità i diversi elementi in campo. Questo è tanto più vero per il centro commerciale e per l’ipermercato che si sono appena inaugurati in via Punta di Ferro.

Si guadagnano lavoro, attrattività e prospettive Forlì colmerà un vuoto importante nella propria offerta commerciale, andando ad allinearsi con le città vicine, grazie a un investimento sulla città che non ha pari negli ultimi anni. Tutta la comunità non potrà che guadagnarne, e non mi riferisco solo al patto per lo sviluppo del centro storico, che pure garantisce risorse ragguardevoli. Si guadagnano, prima di tutto, centinaia di posti di lavoro. La possibilità di ottenere un contratto sicuro e a tempo indeterminato, specialmente per i più giovani, è un’opportunità che si presenta purtroppo non spesso. L’età media dei lavoratori del centro commerciale è bassa: queste risorse torneranno alla città in possibilità di fare proget-

ti di vita, comprare casa, stipulare un mutuo. Cose semplicissime che oggi sono negate a tanti. Ma si sono guadagnate anche possibilità di lavoro per le tante ditte del territorio che hanno operato nel cantiere. In una situazione in cui la crisi è tale da spingere molte imprese verso la chiusura, l’opportunità di avere un investimento di queste dimensioni ha garantito lavoro e pagamenti sicuri. E non si dimentichi che tante altre aziende continueranno a lavorare, dopo l’apertura, per la pulizia, la sicurezza e la logistica. Dal 7 aprile ne guadagna, in generale, l’attrattività della città nei confronti dei visitatori provenienti dalle città limitrofe. Basta analizzare gli scontrini dei centri commerciali di Cesena, Faenza, Forlimpopoli, Rimini, Ravenna e Savignano – solo per citarne alcuni – per capire che i forlivesi frequentano quelle strutture ormai da anni e in massa, mentre il contrario finora non è quasi mai avvenuto. Quelle che vanno evitate sono le polemiche di brevissimo respiro. Solo mettendo insieme tutte le risorse della comunità, dal centro alla periferia, potremo sperare di competere con successo, sviluppando sinergie che andranno a vantaggio di tutto il tessuto economico e imprenditoriale. Mauro Pasolini Presidente Legacoop FC

Michel-Edouard Leclerc mostra il primo scontrino dell’Iper di Forlì. Lo affiancano Luca Panzavolta e Vladimiro Cecchini, amministratori delegati di CIA-Conad. Sullo sfondo il direttore dell’ipermercato, Danilo Frattini.

Iper Successo! Più di centoventimila persone hanno affollato il centro commerciale Puntadiferro e l’Iper E.Leclerc–Conad di Forlì nei primi quattro giorni di apertura. Monsieur Leclerc in persona ha battuto il primo scontrino della struttura. A pagina 6 e 7

UNA SOLA VOCE :: Le proposte concrete delle associazioni economiche alle amministrazioni

Verso un nuovo patto condiviso

A

rea vasta, investimenti, appalti, piani regolatori: questi alcuni dei temi al centro del documento inviato alle amministrazioni locali da “Una Sola voce per l’Economia”. AGCI, CIA, Confagricoltura, Confapi, Confartigianato, Confesercenti, Confcommercio, Confcooperative, Confindustria, CNA e Legacoop pongono al centro del loro ragionamento l’occupazione e la capacità di spesa, «l’unico vero indicatore di uscita dalla crisi». Il percorso da seguire per tornare a creare lavoro è quello della «riorganizzazione e semplificazione del sistema pubblico, la sussidiarietà pratica-

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ta e la privatizzazione di alcuni servizi». Dopo avere rivendicato il proprio ruolo e puntato il dito contro «una generica idea di area vasta, pensata esclusivamente per cercare di ridurre alcuni costi», le associazioni chiedono alcune cose molto concrete, in particolare ai Comuni. «Rendere omogenee le procedure amministrative e burocratiche; i sistemi di aggiudicazione degli appalti; i piani regolatori industriali e commerciali. È necessario fare massa critica dei fondi pubblici per investirli in opere infrastrutturali, ambientali e sanitarie che interessano l’intero territorio». Ci sono attività che sono esercitate dalla pubblica amministrazione e che po-

trebbero essere gestite dai privati? «Creiamo regole di sviluppo che garantiscano alle Istituzioni il compito d’indirizzo e di controllo e alle imprese il compito di progettare, realizzare e gestire. Liberalizzare non significa trasformare un monopolio pubblico in uno privato, ma aprire un “dialogo competitivo” grazie a una pluralità di soggetti; unica vera condizione per sviluppare l’innovazione e rispondere con la qualità alle esigenze economiche e sociali del nostro territorio. E ciò vale per i principali ambiti gestionali della nostra Comunità; dalla logistica, alla sanità, alle infrastrutture, alla cultura». Emilio Gelosi

Foto Fabio Blaco

EDITORIALE

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