LA SOCIETA COOPERATIVA Mensile ufficiale di Legacoop Forlì-Cesena • Direttore Responsabile: Emilio Gelosi • Editore: Cooperdiem soc.coop. • Stampa: Tipografico soc.coop. Santa Sofia (FC) • Anno XV n 11 - 2011 • iscr. ROC 4503 • Aut.Trib. di Forlì del 20/10/97 • Reg. Stampa n.28/97 • Poste Italiane spa - spedizione in a.p. D.L.353/03 (Conv. L.46/04) art.1 comma 1, DCB Forlì - Tassa pagata • La presente pubblicazione viene distribuita esclusivamente in abbonamento postale e i dati relativi a nominativi e indirizzi dei lettori sono stati inseriti nelle nostre liste di spedizione. Ciascun lettore, a norma dell’art.7 D. Lgs. 196/2003, potrà avere accesso ai propri dati in ogni momento, l’aggiornamento la rettifica o la cancellazione oppure opporsi gratuitamente al loro utilizzo scrivendo a: Legacoop Forlì-Cesena, via Monteverdi 6/b, 47122 Forlì. • codice ISSN 1971-6842 • Numero chiuso in redazione il 28 novembre 2011
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L’Editoriale del mese
VENT’ANNI DI 381, CHE COSA C’È DA FESTEGGIARE?
A NATALE È DI MODA IL
SOCIALE Sunset
I
n questi giorni ricorre il ventennale della Legge 381, con cui venne dato riconoscimento normativo alla cooperazione sociale. Di motivi per “festeggiare” probabilmente ce ne sono: la crescita importante nel numero di cooperative e di occupati e il ruolo centrale che la cooperazione sociale ha assunto nel sistema del Welfare del nostro Paese. Ma il dubbio è: c’è davvero di che festeggiare? Di certo la cooperazione, di fronte alla crisi, tutto sommato ha retto. La cooperazione sociale anche. Non possiamo accontentarci, però, di questo. Non può bastare la logica dell’aver cercato di “superare la nottata”, se non si considera a quale prezzo ciò stia avvenendo e con quali conseguenze. Abbiamo garantito occupazione e servizi di qualità: saremo in grado di farlo per il futuro negli stessi termini? Non è piangersi addosso, ma interrogarsi con senso di realismo e responsabilità su una situazione che è già cambiata profondamente rispetto al passato. È vero che la cooperazione continua a svolgere una funzione anticiclica, ma la crisi colpisce anche le cooperative, ovviamente. E allora se alla prima lettura pare positivo il segnale di fatturati nel settore sociale, complessivamente in crescita e con dati sull’occupazione non in calo, non
CAD PRESENTA IL BILANCIO SOCIALE 2010 A PAGINA
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ASTERCOOP INVESTE A FORLÌ-CESENA A PAGINA
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IL TIPOGRAFICO SI CERTIFICA ISO 14001 E FSC A PAGINA
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INTERVISTA A CATIA R IDOLFI DI IDROTERMICA A PAGINA
Le cooperative di inserimento lavorativo di Legacoop Forlì-Cesena e l’artista Massimo Sansavini hanno dato vita a un marchio che caratterizza gli oggetti realizzati dalle persone con diversa abilità. Un regalo originale per festeggiare in modo davvero solidale. dobbiamo però commettere un errore di valutazione limitandoci a questo, trascurando invece un segnale preoccupante: le marginalità sono fortemente e pesantemente compromesse. In molti casi il calo è stato drastico, soprattutto per la cooperazione di tipo A. Di utili ce ne sono sempre meno. Dovremo inoltre chiederci come la cooperazione B potrà garantire per il futuro la sua funzione di inserimento al lavoro di sog-
getti svantaggiati e disabili, a fronte di crescenti richieste di efficientamenti nei servizi, che non vorremmo ci riportassero ad un welfare meramente assistenzialistico. In attesa dei dati del 2011, i bilanci 2010 fotografano le prime avvisaglie della crisi, oltre a difficoltà ormai storiche del settore (ritardi nei pagamenti, dipendenza grande dalla spesa pubblica, appalti al massimo ribasso e tariffe non remunerative). Su un
corpo già provato da queste difficoltà, possibili tagli lineari al welfare rischiano di dare un colpo micidiale: il 2011 è un periodo molto critico, il successivo biennio di certo non sarà meno difficile. La crisi non è ancora alle nostre spalle. Con questo trend la cooperazione sociale rischia di indebolirsi con il passare degli anni. La preoccupazione è reale. Il lavoro sociale non è volontariato: è professionalità, formazione, applicazione di un contratto; è garanzia di servizi alle fasce deboli, di inclusione sociale di soggetti svantaggiati, di coesione sociale. Vogliamo sia ancora così anche in futuro anche
se i segnali che abbiamo non sembrerebbero dare spiragli di ottimismo. La cooperazione sociale è pronta a mettersi in gioco, anche ad innovarsi, a ripensarsi, senza snaturarsi. Occorre attrezzarsi a fronte di scenari che stanno cambiando per non limitarsi a condannare le scelte che stanno penalizzando un pezzo della nostra economia e dell’intera società; dovrà la cooperazione sociale per prima farsi promotrice di un nuovo Welfare, ma in un quadro di regole definite, di risorse certe e all’interno del quale ogni soggetto (dagli Enti pubblici al sindacato) è chiamato ad assumersi proprie precise responsabilità. Enrica Mancini
Dall’Editore
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